More stories

  • in

    USA, scorte ingrosso settembre sopra attese

    (Teleborsa) – Sono salite le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di settembre, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrata una crescita dello 0,2% a 901,8 miliardi di dollari rispetto alla variazione nulla attesa dagli analisti ed al -0,1% del mese precedente. Su base annua si registra una decrescita dell’1,2%. Nello stesso periodo le vendite sono salite del 2,2% su base mensile a 678,1 miliardi di dollari, dopo il +2% precedente. Su anno si è registrato un incremento dello 0,9%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,33 contro l’1,36 di un anno prima. LEGGI TUTTO

  • in

    Società a partecipazione pubblica: scadenza strumento non azionario non preclude conservazione status di quotata

    (Teleborsa) – “Strumenti finanziari quotati diversi dalle azioni ed esenzione dal TUSP” è il titolo del documento pubblicato dall’Osservatorio Enti Pubblici e Società partecipate del Consiglio Nazionale dei Commercialisti sulla sorte delle società a partecipazione pubblica che, ai sensi e per gli effetti del TUSP, sono considerate “quotate” in ragione della quotazione di strumenti finanziari diversi dalle azioni. Stando alla lettera della legge, la riconducibilità di tali società al perimetro delle “società quotate” (e, di riflesso, la loro esenzione dal TUSP stesso, ai sensi del relativo art. 1, co. 5) è chiaramente ancorata al perfezionamento della quotazione entro una circoscritta finestra temporale, che si è chiusa, al più tardi, un anno dopo l’entrata in vigore del TUSP (da ciò risultando una marcata differenza di trattamento rispetto alle società emittenti strumenti azionari, che il TUSP considera “quotate” per effetto e in coincidenza della quotazione, in qualunque tempo intervenuta).Il documento si chiede cosa accade allorché lo strumento finanziario giunga a scadenza. La società perde irrimediabilmente e irreversibilmente lo status di quotata (con conseguente attrazione nella sfera applicativa del TUSP) oppure può conservare detto status (o addirittura riacquistarlo) per effetto di una nuova emissione? “Il problema – afferma nell’introduzione il presidente del Consiglio nazionale, Elbano de Nuccio – non è di poco conto, considerato che, a ormai sette anni dall’entrata in vigore del TUSP, per diverse società “quotate” tale scadenza è ormai prossima. L’incertezza circa il regime applicabile merita di essere dissipata, posto che, agli occhi di eventuali investitori, è tutt’altro che indifferente che la società emittente vada o meno incontro all’applicazione del TUSP. Come evidenziato al nostro Consiglio nazionale da operatori di varie estrazioni professionali, la società a partecipazione pubblica che ricade nel regime vincolistico del TUSP rischia di risultare meno attrattiva e quindi di incontrare maggiori difficoltà nel collocare i nuovi strumenti finanziari e, per tale via, nel finanziarsi al fine di mantenere quantomeno costante il livello degli investimenti garantito dall’emissione originaria”.Muovendo dalla ricostruzione del quadro normativo previgente, che evidenzia, in materia di società a partecipazione pubblica, la tendenza del legislatore storico a trattare allo stesso modo le società emittenti azioni quotate e quelle emittenti strumenti quotati non azionari, l’Osservatorio del CNDCEC conclude che, “nel contesto attuale, la scadenza dello strumento non azionario non preclude alla società a partecipazione pubblica la conservazione dello status di società quotata. A condizione però che segua una nuova emissione sui mercati regolamentati, e sempreché questa intervenga in sostanziale continuità, così da non potersi ravvisare uno iato significativo rispetto alla fattispecie originaria”.”Tale soluzione – aggiunge il coordinatore scientifico dell’Osservatorio Enti Pubblici e Società partecipate, Davide di Russo – che si deve al fertile confronto tra gli autorevoli componenti dell’Osservatorio, rappresenta il punto di equilibrio tra la ratio alla base dell’assetto dettato dal TUSP e ragionevolezza nell’interpretazione della norma, in attesa di un auspicato intervento chiarificatore e semplificatore da parte del legislatore, che aggiorni il testo normativo sul punto”. LEGGI TUTTO

  • in

    Beni culturali, ENEA misura impatto inquinamento alla Reggia di Caserta

    (Teleborsa) – L’inquinamento causato da automobili, riscaldamento e industria è tra i principali responsabili del degrado del patrimonio culturale. È quanto ha evidenziato un report ENEA che ha dimostrato gli effetti nocivi dei principali inquinanti dell’aria (ossidi di azoto e PM10) su tre siti patrimonio dell’UNESCO: la Reggia di Caserta, la cattedrale di San Doimo a Spalato (Croazia) e la Residenza di Würzburg (Germania). “A subire i danni maggiori è la Reggia di Caserta dove abbiamo calcolato per ogni anno, una velocità di corrosione delle superfici superiore al valore target fissato per il 2050 (6,4 micron l’anno), che non deve essere superato se si vuole preservare lo stato di salute della storica residenza reale, meta ogni anno di 700mila visitatori”, spiega Teresa La Torretta, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Inquinamento atmosferico e coautrice del rapporto insieme al collega Pasquale Spezzano.La centralina di misurazione dell’inquinamento dell’aria nei pressi della Reggia di Caserta ha mostrato valori di biossidi di azoto e di particolato sottile PM10 elevati e costanti, mantenendosi poco sopra i 20 microgrammi per metro cubo. “Il Palazzo Reale è situato nel cuore della città e per questo è particolarmente esposto all’inquinamento atmosferico causato dall’industria, dal riscaldamento e dal trasporto su strada, anche se non mancano fonti naturali lontane dalla città come l’aerosol marino e la sabbia del Sahara che provocano un innalzamento del particolato PM10 soprattutto nel sud Europa”, aggiunge La Torretta.Da un confronto sullo stato di salute dei tre siti UNESCO presi in esame, quelli Würzburg e di Spalato rilevano valori di velocità di degradazione delle superfici esterne al di sotto della “soglia di sicurezza”. Un fattore importante nel determinare le differenze tra i tre siti è rappresentato dalle condizioni meteo-climatiche locali (temperatura, piovosità, umidità relativa) che giocano un ruolo nel potenziare l’aggressività degli inquinanti e, di conseguenza, nell’aumentare la corrosione delle superfici lapidee. Nel periodo di studio considerato (2015-2019) le tre città campione hanno fatto registrare un generale decremento delle emissioni in tutti i maggiori settori, con un’eccezione che riguarda gli ossidi di azoto (NOx) da trasporto marittimo a Spalato (+16% nel 2019 rispetto al 2015). Di fatto, nello stesso periodo è stato riscontrato una leggera riduzione degli inquinanti di interesse in aria (biossido di azoto e PM10). Tuttavia, occorre notare, ad esempio, che le emissioni di ossidi di azoto a Caserta (2779,26 tonnellate nel 2019, principali fonti di emissione sono l’industria e il trasporto su strada) sono all’incirca il triplo rispetto a Würzburg (868,82 tonnellate, principale emettitore è il trasporto su strada) e quasi il doppio rispetto a Spalato (1532,18 tonnellate, principale emettitore è l’industria).”Tra le principali misure adottabili, sarebbe sicuramente opportuno mettere in atto politiche di riduzione del traffico cittadino puntando su trasporto pubblico, car-sharing e veicoli a basse emissioni”, sottolinea la ricercatrice ENEA.Il degrado dei materiali del patrimonio culturale dovuto all’inquinamento atmosferico è notevolmente inferiore rispetto a 20-30 anni fa quando l’acidificazione delle piogge e gli inquinanti atmosferici, come il biossido di zolfo, contribuivano all’aumento della corrosione nelle aree urbane. “Oggi questi inquinanti sono drasticamente diminuiti, anche se negli ultimi anni la riduzione si è stabilizzata. Invece le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e di particolato PM10 non sono diminuite nella stessa misura, contribuendo al degrado dei monumenti e a un aumento dei costi di restauro e manutenzione”, conclude La Torretta.Lo studio realizzato da ENEA rientra nell’ambito dell’iniziativa “International Cooperative Programme on Effects of Air Pollution on Materials, including Historic and Cultural Monuments (ICP Materials)” della Convenzione UNECE sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio (Air Convention). La convenzione UNECE sull’aria, adottata nel 1979, fornisce uno strumento regionale unico e vincolante attraverso il quale 51 parti dell’Europa paneuropea e del Nord America collaborano per ottenere riduzioni delle emissioni delle principali sostanze inquinanti.Oltre a causare il degrado dei monumenti, l’inquinamento dell’aria danneggia la salute umana come mette in guardia il report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che lo definisce il più grande rischio ambientale per la salute in Europa, causa di malattie cardiovascolari e respiratorie che riducono le aspettative di vita e, nei casi peggiori, di decessi prevenibili. Nonostante i costanti miglioramenti, i superamenti degli standard di qualità dell’aria sono comuni in tutta l’UE, con concentrazioni ben al di sopra delle ultime raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.In tema di inquinamento atmosferico, ENEA mette a disposizione il sistema “MINNI”, che produce mappe orarie a 3 giorni delle concentrazioni di inquinanti, in particolare delle polveri sottili, con una risoluzione spaziale che in Italia arriva a 4 km2, le dimensioni di un piccolo Comune. LEGGI TUTTO

  • in

    Intesa Sanpaolo promuove incontro su etica, legalità ed economia

    (Teleborsa) – L’etica come soluzione ai problemi, l’etica “efficace”, è il tema al centro dell’incontro organizzato questa mattina da Intesa Sanpaolo a Napoli, presso il suo museo delle Gallerie d’Italia di via Toledo. L’incontro ha visto alternarsi momenti di riflessione alla presentazione di casi concreti da parte di soggetti del Terzo settore impegnati a ricostruire il senso di comunità attraverso l’etica e la legalità, per uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo. Sono tra gli altri intervenuti il Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, Anna Maria Tarantola, Presidente Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, e Vincenzo Linarello, Co-fondatore e Presidente GOEL Gruppo Cooperativo. Ha chiuso i lavori Andrea Lecce, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo.L’etica efficace – sottolinea Intesa Sanpaolo in una nota – è un concetto potente e innovativo perché contribuisce concretamente a garantire occupazione, a delegittimare la criminalità, a costruire un solido sviluppo sostenibile. Essa permea – o dovrebbe permeare – l’economia, la politica, la scuola, i media, l’amministrazione pubblica e naturalmente il Terzo settore, il non profit e il volontariato. L’etica efficace può aprire prospettive dirompenti in diversi ambiti indirizzando i processi di cambiamento sociale, il mercato e l’impresa, i diritti civili e democratici. Ha come criterio fondante la parte più debole, chi patisce i problemi e la sofferenza, e si misura sulla sua capacità di rimuovere le cause e gli effetti di tale condizione.”Intesa Sanpaolo interviene in tutta Italia in aree periferiche caratterizzate da forti problematiche socio-economiche, dove, in assenza di alternative, – ha dichiarato Gros-Pietro – le persone sono facilmente preda della criminalità organizzata. Mai come in questo momento è importante recuperare nell’analisi economico sociale il concetto di valore della persona, del rispetto di se stessa, degli altri, dell’ambiente che la circonda. L’etica e la legalità, su cui la Banca interviene anche tramite il Fondo di Beneficenza, sono la chiave di sviluppo di una società sana e costruttiva, come hanno evidenziato alcuni degli esempi rigenerativi del senso di comunità illustrati oggi”.Il Fondo di Beneficenza nel 2023 ha stanziato 20 milioni di euro per sostenere i progetti degli enti del Terzo settore impegnati a contrastare situazioni di difficoltà rese ancora più gravi dalla crisi sanitaria, economica e sociale di questi anni. Un impegno prevalentemente a livello nazionale, in linea con il tradizionale posizionamento del Fondo, che storicamente concentra le risorse sul territorio italiano ma con una particolare attenzione anche per le Regioni del Sud Italia. Nel 2022 il Mezzogiorno e le Isole sono stati destinatori del 25% delle risorse, con la Sicilia e la Campania che si attestano quali prime regioni beneficiarie nell’area e, rispettivamente, sesta e settima regione ricevente in termini assoluti, con erogazioni per circa 1 milione di euro alla prima e 800mila euro alla seconda, pari al 7% e al 6% circa dei fondi stanziati.Tra i progetti sostenuti dal Fondo di Beneficenza anche il “Villaggio Goel” a Siderno, in provincia di Reggio Calabria, dove in un unico spazio saranno incubate diverse attività di economia sociale dando vita a un Centro di Innovazione Sociale che contribuirà a soddisfare i bisogni della comunità e al suo sviluppo socio-economico. Il “Villaggio Goel” sosterrà l’economia locale offrendo un’alternativa etica a lavoratori e imprenditori e sarà un avamposto visibile di riappropriazione del territorio situato nel cuore della Locride. Le testimonianze e i progetti illustrati nel corso dell’incontro – Rita Caprio, Presidente L’Uomo e il Legno Cooperativa Sociale, realtà che opera nel carcere di Secondigliano di Napoli per il reinserimento lavorativo dei detenuti e ridurre, quindi, il rischio di recidive; Chiara Ciccarelli, Coordinatore Associazione Compare, impegnata sul territorio di Scampia con bambini provenienti da famiglie a rischio (fascia 6-10 anni) e relative famiglie per la prevenzione e promozione di stili di vita socialmente positivi che allontanino i minori dalla illegalità; Simmaco Perillo, Presidente di Al di là dei Sogni Cooperativa Sociale, che ha raccontato il progetto la Fattoria dei Sogni realizzato sul bene confiscato alla camorra “Alberto Varone” situato a Sessa Aurunca, nell’alto Casertano, affidato alla Cooperativa, nel quale vengono svolte attività di fattoria didattica, agricoltura sociale e turismo sostenibile e lavorano operatori e soggetti appartenenti a fasce deboli, che trovano la dignità di nuovi percorsi di vita attraverso l’inserimento lavorativo; Angelica Viola, Responsabile sviluppo Orsa Maggiore Cooperativa Sociale, costituita a Napoli nel 1995 e composta prevalentemente da donne, con la finalità di contribuire alla costruzione di una società migliore, accogliente e solidale, attraverso la promozione dei diritti e la realizzazione di servizi alle persone vulnerabili ed alle famiglie. Tra le testimonianze di chi lavora in modo integrato ed efficace a favore di chi sceglie di operare nella legalità, gli interventi di Salvatore Cuoci, Coordinatore Comitato don Peppe Diana, l’associazione, in memoria di Don Giuseppe Diana, vittima di camorra, che promuove e supporta attività ed iniziative su temi di utilità sociale. Gestisce un bene confiscato, Casa don Diana, dove si svolgono manifestazioni volte a promuovere l’impegno civile, il riutilizzo di beni confiscati, la cultura della legalità, in collaborazione con numerosi enti del terzo settore e scuole del territorio; Don Tonino Palmese, Presidente Fondazione Pol.i.s. che è lo strumento operativo della Regione Campania attraverso il quale sviluppare azioni di sistema per rendere più efficace il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità ed interviene a favore delle vittime di reati al fine di limitare le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima o dei suoi familiari conseguenti al reato stesso. LEGGI TUTTO

  • in

    Officine Meccaniche Barni acquisisce il Gruppo Guida Impianti

    (Teleborsa) – Officine Meccaniche Barni, azienda operante nel settore della meccanica industriale di precisione, ha scelto Unicredit come partner per l’acquisizione del Gruppo Guida Impianti grazie all’emissione di un Minibond da tre milioni di euro. Il prestito obbligazionario ha una durata di sei anni e ha lo scopo di sostenere l’acquisizione da parte di Officine meccaniche Barni del Gruppo Guida Impianti, storica azienda di Lainate (MI) che dal 1962 è specialista nella realizzazione di impianti tecnologici complessi dedicati ai processi di finitura delle bobine in acciaio e leghe leggere (coil processing). Guida Impianti ha a disposizione oltre 800 impianti di taglio installati in tutto il mondo in oltre 60 anni di storia.”Grazie al minibond da noi emesso e sottoscritto da UniCredit, – afferma Maurizio Barni, presidente del CDA di Officine Meccaniche Barni – proseguiamo nel nostro progetto di crescita sostenibile e puntiamo a consolidare la quota di mercato acquisita grazie a investimenti commerciali e ricerca e sviluppo che hanno portato alla nascita delle nuove linee di Coil coating e Digital printing, quest’ultima con tecnologia UV a ridotto impatto ambientale”.”Con questo finanziamento portiamo avanti con determinazione il nostro impegno nel supportare finanziariamente le aziende nel proprio percorso verso un’economia green e sostenibile, sempre più fattore competitivo e di longevità, agevolando al contempo la diversificazione delle fonti di finanziamento che offriamo alle nostre imprese clienti – dichiara Marco Bortoletti, regional manager Lombardia di UniCredit –. Siamo da anni leader nel mercato dei minibond e abbiamo recentemente raggiunto il traguardo di un miliardo di euro di sottoscrizioni in Italia, di cui un quinto in Lombardia. Nel solo 2023 è l’ottavo minibond sottoscritto da UniCredit in Lombardia”.Officine Meccaniche Barni, nasce nel 1969 in Valtellina, a Morbegno (SO), nei pressi del lago di Como, da una grande passione per la meccanica industriale di precisione. Negli anni, l’azienda si è affermata come partner dei più quotati produttori italiani di linee, nella realizzazione di impianti Taylor made, completando l’offerta del gruppo con la produzione di linee di Coil coatings, sgrassaggio, anodizzazione alluminio ed impianti di finitura del tubo con e senza saldatura. Oggi Barni si spinge oltre la semplice produzione di impianti ed apparecchiature speciali per la lavorazione dei metalli, presentandosi come una società di ingegneria ad alto valore aggiunto, in grado di proporre ed implementare soluzioni tecnicamente evolute, flessibili e versatili. LEGGI TUTTO

  • in

    M&A globale, BCG: “Valore scende del 39% a livello globale, dell’83% in Italia”

    (Teleborsa) – Dopo anni di liquidità a costo zero, nel 2023 il rialzo dei tassi d’interesse, le tensioni geopolitiche e i timori di recessione hanno reso più impervio per fondi e imprese l’accesso al mercato dei capitali. Acquisizioni e fusioni ne hanno inevitabilmente risentito. Secondo l’edizione 2023 del Global M&A di Boston Consulting Group, fra gennaio e settembre il numero di operazioni è sceso del 15%, il loro valore del 39%, attestandosi a 1.324 miliardi di dollari. Il peggio, però, potrebbe essere alle spalle: nelle ultime settimane si sono moltiplicati i segnali di ripresa e i negoziatori sono tornati al tavolo delle trattative. Trovare un accordo nel mutato contesto macroeconomico non sarà semplice, ma le ricerche di Bcg dimostrano che è nei periodi di crisi che si concludono i migliori affari.Le acquisizioni e fusioni in Italia: -83% a 19 miliardi – Benché generalizzato, il calo del M&A non è stato geograficamente omogeneo nell’intensità. In Europa, per esempio, il valore di acquisizioni e fusioni si è più che dimezzato (-55%) e in Italia è crollato dell’83%, fermandosi a 16 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2023. Il dato ha certo risentito della carenza di mega-deal, quelli superiori ai 10 miliardi, che avevano spinto i volumi su livelli record nel 2022 e ancor più nel 2021. Ma l’incertezza geopolitica e macroeconomica hanno condizionato le operazioni di qualsiasi dimensione, scavando un divario fra le attese di prezzo dei venditori e le disponibilità dei compratori. Ora che i tassi d’interesse sembrano vicini al picco, però, questa distanza va colmandosi, rinfocolando l’interesse di private equity e grandi aziende che, nell’insieme, hanno accumulato in cassa oltre 12 mila miliardi di liquidità. “Digitalizzazione e sostenibilità sono impulsi forti per l’M&A, ma negli ultimi tempi ne sono emersi di nuovi – afferma Matteo Coppola, Managing Director and Senior Partner di BCG –. Uno è la necessità di costruire filiere a prova di tensioni geopolitiche, insieme alla crescente pressione delle autorità Antitrust che sempre più spesso esigono disinvestimenti come requisito per il via libera alle aggregazioni. La stessa scarsità di capitali poi, diventa un formidabile movente per esplorare operazioni trasformative, con strutture creative e alternative a quelle tradizionali.”Le vie alternative al M&A: i disinvestimenti – La maggior ritrosia delle banche nel prestare denaro sta portando aziende e fondi di private equity a considerare approcci alternativi alle operazioni straordinarie. Si stanno così facendo largo le partecipazioni di minoranza, gli acquisti esclusivamente per cassa, i consorzi e le collaborazioni fra investitori industriali e finanziari. Soprattutto, i manager dei grandi gruppi hanno preso a parlare con frequenza di “revisione del portafoglio” e “allocazione del capitale”: stanno, cioè, considerando disinvestimenti volti a trasferire risorse alle attività più redditizie. Simili operazioni sono perlopiù gradite al mercato, ma non semplici da eseguire. Possono assumere molteplici forme: spinoff con quotazione in Borsa, joint-venture fra più aziende per fondere business complementari, cessioni di quote di minoranza o, più spesso, di maggioranza di divisioni industriali ai fondi di investimento. Quest’ultimo è il modello che, nella maggior parte dei casi, garantisce i migliori ritorni perché segnala agli investitori la fiducia dei private equity nel futuro dell’attività ceduta. C’è insomma un tempo per comprare e uno per vendere: in entrambe le circostanze, tuttavia, è sempre la combinazione fra esperienza e creatività a marcare la differenza fra successo e fallimento.Dieci lezioni per un’operazione di successo – Dall’esame di oltre 900 mila operazioni concluse in 30 anni, Bcg ha tratto dieci lezioni per un’operazione straordinaria di successo. La prima può apparire scontata, ma è decisiva: l’M&A non si improvvisa. “Le occasioni di acquisto – spiega Coppola – possono presentarsi in qualsiasi momento, ma la strategia per coglierle deve già essere pronta, poiché il tempismo è essenziale per la buona riuscita. Come dimostrano i dati, infatti, di norma i migliori affari si concludono entro i primi due anni di un ciclo macroeconomico”. È poi importante essere creativi nella costruzione dell’affare e uscire dalla “comfort zone”, ma non allontanarsene troppo: fuor di metafora, le acquisizioni più redditizie riguardano attività che non sono né sovrapponibili né estranee a quelle tipiche dell’azienda, ma complementari. Ciò consente fra l’altro di generare maggiori sinergie, uno dei principali fattori di successo delle operazioni M&A insieme all’esperienza accumulata nel realizzarne e alla trasparenza nell’aggiornare il mercato sull’andamento dell’affare, prima e dopo la sua conclusione. Per quanto attraenti, poi, i mega-deal sono un rischio: distolgono l’attenzione del management dall’attività ordinaria e comportano grandi difficoltà di esecuzione e integrazione, cause determinanti del fallimento del 30/40% delle operazioni. In modo controintuitivo, poi, le acquisizioni a premio elevato sono statisticamente quelle di maggior successo perché implicano spesso una sottovalutazione dell’attività comprata rispetto ai suoi fondamentali economici. LEGGI TUTTO

  • in

    Immobiliare, Calì (commercialisti): “Roma alle prese con grave emergenza abitativa”

    (Teleborsa) – “La città di Roma è alle prese, da anni, con una grave emergenza abitativa. L’analisi dei numeri è implacabile mettendo a confronto l’effetto combinato di diversi fenomeni come il numero delle case sfitte censite, quello degli sfratti giornalieri, il tempo medio necessario per ottenere un permesso di costruire, la disponibilità per avere un finanziamento, l’imponente numero di famiglie in graduatoria per un alloggio popolare, il fenomeno criminoso delle occupazioni abusive. Eppure, si tratta di un settore storicamente importante per la città, che tra l’altro ha raggiunto un peso di più del 20 per cento sul prodotto interno lordo”. Lo afferma Giovanni Battista Calì, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma, presentando il convegno “Roma Quale Futuro. Acquisto o locazione, opportunità e rischi del mercato immobiliare”, organizzato con Fondazione Telos e in programma venerdì 10 novembre alle ore 10:00 presso la sede di Tecnoborsa (viale delle Terme di Caracalla 69).”I dottori commercialisti vogliono fornire risposte adeguate nelle diverse soluzioni dell’abitare sia in acquisto che in locazione, fungendo quale supporto per lo sviluppo di tutte le società operanti – evidenzia Andrea Borghini, presidente Fondazione Telos –. D’altra parte parliamo di un settore determinante per il Paese, e non solo dal punto di vista economico. Per gli italiani l’abitazione è una sorta di protezione rispetto ai propri risparmi e infatti, secondo il Censis, il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario della casa in cui vive; mentre il 20,5% vive in affitto”.”La nostra commissione – afferma Gottardo Casadei, presidente Osservatorio Immobiliare ODCEC Roma – vuole con questa iniziativa catalizzare l’attenzione sulla centralità di questo argomento, in cui è fondamentale che tutte le parti coinvolte conoscano le rispettive esigenze. In questa occasione, l’Osservatorio ha lo scopo di illustrare le principali variabili che intervengono nel momento di fare la scelta: la disponibilità di risparmi da investire alternativamente all’investimento finanziario, quella del sistema bancario ad erogare un mutuo, il costo della rata del mutuo, i prezzi dei canoni di locazione e la prospettiva di trasferirsi per lavoro (casa taxi)”.”L’accordo tra Tecnoborsa e Fondazione Telos – sottolinea Valter Giammaria, presidente Tecnoborsa – si inserisce nel quadro delle nostre attività istituzionali finalizzate all’analisi e messa a punto di strumenti per la sistematizzazione della conoscenza di un settore, quello immobiliare, dalle dinamiche molto complesse e articolate. La collaborazione -che prevede tra l’altro la divulgazione della versione digitale del Listino Ufficiale della Borsa Immobiliare di Roma con i valori correnti di mercato dell’area di riferimento ai professionisti iscritti all’Ordine di Roma- favorisce la comune attività di ricerca e approfondimento su tematiche di estrema attualità come quella affrontata nell’incontro odierno e la corretta divulgazione di informazioni qualificate e dati utili, a garanzia della trasparenza del mercato”.Al convegno interverranno anche Valentina Canali (direttore Tecnoborsa), con i relatori Serena Razzi (Ufficio Credito e Sviluppo – ABI), Marcello Piacentini (CdA Tecnoborsa), Maurizio Carvelli (amministratore delegato Camplus), Paolo Boleso (Head of Residential & Social Infrastructure – Investire SGR), Mario Breglia (Presidente di Scenari Immobiliari) e Christian Bianchi (vicepresidente dell’Osservatorio Immobiliare ODCEC di Roma). LEGGI TUTTO

  • in

    Consulenza, BIP acquisisce l’inglese Verco per crescere nella sostenibilità

    (Teleborsa) – BIP, multinazionale italiana di consulenza, ha annunciato l’acquisizione di Verco, società inglese attiva nel settore dell’energia e della sostenibilità che fornisce soluzioni a zero emissioni di CO2 alle organizzazioni in molteplici settori: industriale, pubblico, retail e immobiliare. Non sono stati resi noti i dettagli finanziari dell’accordo.In particolare, Verco è una azienda B Corp. che supporta le imprese per ridurre il loro impatto ambientale attraverso strategie net zero e piani di transizione “data-driven”. Gli oltre 80 professionisti di Verco si uniranno agli esperti del Centro di Eccellenza Sustainability di BIP.”Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Verco, un’organizzazione che riflette il nostro impegno nel fornire soluzioni per un futuro a zero emissioni di CO2 – dichiara Danilo Perrucci, Partner e Head of Sustainability & Energy Management Global Department di BIP – In questo periodo storico in cui gli effetti dannosi del cambiamento climatico si manifestano in modo costante, intendiamo valorizzare le nostre competenze per soddisfare la crescente domanda di supporto per il net zero e la sostenibilità in una vasta gamma di settori aziendali”.(Foto: © Veerasak Piyawatanakul) LEGGI TUTTO