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    Energia, EUROfusion: “Nuovi importanti risultati ottenuti su JET”

    (Teleborsa) – EUROfusion – il Consorzio Europeo per lo Sviluppo dell’Energia da Fusione – annuncia il completamento con successo della terza e ultima campagna sperimentale in deuterio e trizio (DTE3) sull’impianto sperimentale a fusione Joint European Torus – JET. Gli esperimenti hanno esplorato processi di fusione e tecniche di controllo in condizioni simili a quelle previste per le future centrali a fusione. Rappresentano pertanto un importante passo avanti nella comprensione dei plasmi di fusione. La campagna sperimentale su JET è stata condotta da oltre 300 scienziati di EUROfusion provenienti da tutta Europa, con una significativa partecipazione di ricercatrici e ricercatori italiani, e da personale tecnico-scientifico dell’Autorità per l’Energia Atomica del Regno Unito (UKAEA).JET è attualmente l’unico impianto in grado di operare con una miscela di combustibile composto da deuterio e trizio, la stessa miscela ad alte prestazioni che verrà utilizzata nelle future centrali a fusione. La maggior parte degli attuali esperimenti a fusione utilizza gas come idrogeno o deuterio, sperimentare il mix deuterio-trizio è essenziale per avvicinarsi il più possibile alle condizioni di una vera e propria centrale a fusione. Gli esperimenti condotti su JET hanno ottimizzato le reazioni di fusione in deuterio-trizio e sviluppato tecniche per gestire la ritenzione del combustibile, l’eliminazione del calore e l’evoluzione dei materiali. Ciò ha fornito importanti informazioni per le operazioni di ITER e lo sviluppo delle future centrali a fusione.Il contributo italiano su JET è stato molto significativo sin dalla sua costruzione. Ha visto l’Italia, con ENEA, CNR e Consorzio RFX e alcune università, impegnata nella realizzazione di numerosi sistemi diagnostici e successivamente nella partecipazione alle campagne sperimentali, con attività di misura e analisi dati, e nel programma di sviluppo delle tecnologie per la fusione.I risultati ottenuti su JET sottolineano il ruolo cruciale che riveste l’Europa nell’avanzamento della ricerca sulla fusione e confermano la sua leadership, dove l’Italia svolge un ruolo di primo piano nella ricerca globale di un’energia pulita e sostenibile.Perché questa campagna sperimentale è importante – Le intuizioni basate sui suoi risultati confermano le conoscenze acquisite nelle passate campagne sperimentali (2021) migliorando la comprensione dei plasmi in deuterio-trizio. Ha consentito di investigare come processi osservati su impianti più piccoli scalino su progetti di fusione futuri di grandi dimensioni. Ha portato ad un progresso significativo nella gestione del trizio, sviluppando nuove tecnologie di monitoraggio e pulizia e innovazioni tecnologiche, come i sistemi diagnostici laser LID (Laser Induced Desorption – Quadrupole Mass Spectrometry) che sono cruciali per la futura sperimentazione su ITER. Un grande successo della campagna DTE3 appena conclusa è stata la capacità di replicare gli esperimenti di fusione ad alta energia condotti nel 2021 (DTE2). Ciò dimostra l’affidabilità e la maturità delle metodologie operative del JET, essenziali per il successo di ITER. La campagna ha incluso test di diversi scenari operativi per gestire efficacemente il calore prodotto dal plasma. Disperdere energia nella regione del bordo mantenendo livelli elevati di energia nel nucleo del plasma è un aspetto critico per il futuro reattore. Ha fornito informazioni importanti sull’effetto dei neutroni (generati dalla fusione a 14,1 MeV che trasportano l’energia prodotta dalle reazioni di fusione fuori dal plasma) sui sistemi di raffreddamento e sull’elettronica, quest’ultimo punto in collaborazione con il CERN. Questa conoscenza è essenziale per progettare le future centrali a fusione sicure ed efficienti. LEGGI TUTTO

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    USA, cala vendita case nuove a ottobre

    (Teleborsa) – Frena la vendita di case nuove negli Stati Uniti nel mese di ottobre. Il dato ha evidenziato un decremento del 5,6% a 679 mila unità rispetto alle 719 mila unità di settembre (dato rivisto da 759 mila) e contro le 721 mila unità stimate dal consensus. Lo ha comunicato il Census Bureau degli Stati Uniti. Rispetto alle 577 mila unità di ottobre 2022 si registra un aumento del 17,7% a 719 mila unità. LEGGI TUTTO

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    Sciopero, Salvini: “Valuterò precettazione anche per il 15 dicembre”

    (Teleborsa) – “Esprimo, da ministro dei Trasporti, soddisfazione perché questo lunedì stiamo garantendo a 20 milioni di pendolari e lavoratori di prendere i mezzi pubblici perché se dovessimo assecondare gli scioperi di 24 ore del lunedì o del venerdì di questo o quel sindacato saremmo a piedi una settimana sì è una no”. È quanto ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini commentando rinvio al prossimo 15 dicembre dello sciopero annunciato per oggi. “Continueremo a garantire il diritto allo sciopero perché la Costituzione lo prevede, però penso a un altro sciopero, quello annunciato per il 15 dicembre, un altro venerdì, sotto Natale. Farò tutto quello che la legge mi permette – ha assicurato Salvini – per ridurre al minimo i disagi per pendolari studenti e lavoratori”. E il ministro non esclude un’altra precettazione. “Intanto – ha detto Salvini – sono contento che questo lunedì la gente possa viaggiare. Poi valuterò quanto sia utile fermare il Paese per 24 ore il penultimo venerdì prima di Natale”.”Oggi l’Italia avrebbe dovuto essere ferma con il trasporto locale per 24 ore indetto da alcuni sindacati di base. Lungi da me mettere in discussione il diritto alla sciopero, però come deve essere costituzionalmente garantito il diritto alla sciopero per una minoranza, deve essere ugualmente garantito il diritto al lavoro, alla mobilità, allo studio, alla salute per quelli che sono 20 milioni di italiani che ogni giorno prendono l’autobus, il tram, il treno e la metropolitana – ha aggiunto Salvini, intervenendo all’evento di Direzione Nord –. Per carità di Dio non entro nel merito delle rivendicazioni contrattuali, salariali, politiche. Non entro nel merito, ne faccio una questione di metodo e oggi i mezzi pubblici funzionano”.”Le norme sul diritto di sciopero sono chiare: nessuno pensi minimamente di mettere in discussione un diritto fondamentale e costituzionale alzeremo davvero le barricate in questo paese – ha affermato il leader Cisl, Luigi Sbarra –. Detto questo bisogna affidarsi alle valutazioni di una commissione di garanzia che deve restare autonoma, indipendente e contemperare il giusto diritto di sciopero con l’altrettanto diritto dei cittadini a rivolgersi ai servizi pubblici essenziali di questo paese”.”Abbiamo impugnato assieme alla Uil la precettazione decisa da Salvini perché è un atto autoritario e antidemocratico che lede il i diritto allo sciopero che non è un diritto dei sindacati ma delle singole persone. Attaccare il diritto di sciopero e metterla in discussione vuol dire limitare la libertà delle persone. È inaccettabile questa logica antidemocratica che parla anche di gabbie salariali e attacca la magistratura. È una logica pericolosa” ha affermato il leader Cgil Maurizio Landini a margine della manifestazione a Cagliari in occasione dello sciopero generale di Cgil e Uil in Sardegna. “Dovrà essere il Governo che ci dice cosa vuol fare, perché ad oggi – ha aggiunto Landini alla vigilia dell’incontro coi sindacati, convocato per domani dal governo – non ha voluto fare alcuna discussione. Questa legge di bilancio, così come le riforme, sono state fatte senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, senza tener conto delle piattaforme che noi abbiamo presentato. Quindi, noi stiamo dicendo che con con politiche di quel genere il nostro Paese va a sbattere. Noi vogliamo dare un futuro al nostro Paese. In particolare, c’è un tema di fondo che si chiama fisco; bisogna andare a prendere i soldi dove sono. Vuol dire combattere l’evasione fiscale vuol dire far pagare le tasse a chi non le paga; vuol dire tassare la rendita finanziaria, la rendita immobiliare e smetterla di tassare i lavoratori dipendenti pensionati e di fare cassa, su chi questo Paese lo tiene in piedi. Vedremo se saremo ascoltati. Fino ad ora questo non è avvenuto. Allo stesso tempo c’è bisogno di fare una politica di investimenti seria che guardi al futuro del nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno che sta pagando un prezzo altissimo, e a partire dalla condizione delle donne che insieme ai giovani sono quelli più precari meno pagati e che hanno meno prospettive”. LEGGI TUTTO

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    Assicurazioni, Garante privacy: eredi possono conoscere beneficiari polizze

    (Teleborsa) – Le compagnie assicurative devono consentire agli eredi, che ne fanno richiesta, l’accesso ai nominativi dei beneficiari indicati nelle polizze stipulate in vita da persone defunte. Lo ha chiarito il Garante privacy, con un provvedimento in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, dopo le numerose istanze (segnalazioni, reclami e richieste di parere) ricevute a seguito delle decisioni contrastanti assunte dalla giurisprudenza di merito. Tali decisioni hanno infatti generato, nel corso del tempo, diversi dubbi interpretativi.Prima di trasmettere i nominativi le compagnie dovranno comunque verificare che sussistano una serie di condizioni, viene spiegato in una nota. In primo luogo, dovranno accertare che il richiedente sia stato effettivamente indicato come erede, o “chiamato all’eredità”, ossia legittimato ad accettare l’eredità e pertanto a divenire erede. In secondo luogo, dovranno verificare che l’interesse perseguito dal richiedente sia concreto e attuale (cioè esistente al momento dell’accesso ai dati), precedente o funzionale alla propria difesa in giudizio.L’Autorità, nell’esprimere il proprio orientamento, ha affermato che il diritto alla riservatezza va sempre bilanciato con altri diritti fondamentali, (come quello di difesa in giudizio), così come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, dalle Linee Guida in tema di “esercizio del diritto di accesso” del Comitato che raccoglie tutte le Autorità Garanti UE (EDPB) e dalla stessa giurisprudenza di legittimità.(Foto: by rawpixel on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    WINDTRE alla Genova Smart Week

    (Teleborsa) – WINDTRE partecipa alla IX edizione della Genova Smart Week, manifestazione in programma nel capoluogo ligure dal 25 novembre al 1 dicembre, dedicata alla smart city e alle sue diverse tematiche, dalla mobilità intelligente alla sicurezza, dall’ambiente all’urbanistica. L’evento, promosso dall’Associazione Genova Smart City e dal Comune di Genova con il supporto organizzativo di Clickutility Team e il patrocinio di Rai Liguria, rappresenta un’importante occasione di confronto e networking tra imprese, pubbliche amministrazioni ed enti di ricerca, nazionali e internazionali, sullo sviluppo delle città innovative e vivibili.WINDTRE contribuirà a due panel con interventi di Leonardo Cotronei, Head of Top&Large Beyond the core Offer dell’azienda. Il 27 novembre, alla tavola rotonda “Aziende e amministrazioni di fronte alla sfida della transizione energetica, digitale e urbana: un modello virtuoso è possibile”, e il 28 novembre, attraverso uno speech al panel “Monitoraggio, gestione e manutenzione dell’ambiente urbano e periurbano e delle infrastrutture digitali e di mobilità”, focalizzato sulle soluzioni di Big Data Analytics a supporto di aziende e PA.”Prendere decisioni strategiche con il supporto dei dati – ha dichiarato Cotronei – è un’opportunità unica che le pubbliche amministrazioni, coadiuvate dalle aziende di telecomunicazioni, possono percorrere per assicurare ai cittadini politiche attive ad hoc per il territorio. In qualità di operatore di telecomunicazioni, WINDTRE dispone di un vantaggio unico nella gestione delle informazioni offerte dalla rete radiomobile. Mediante l’analisi degli spostamenti dei dispositivi mobili, ad esempio, siamo in grado di favorire l’amministrazione nel delineare soluzioni di trasporto più adatte alle esigenze dei propri cittadini e in linea con le finalità dei viaggi. L’implementazione di dashboard personalizzate, inoltre, consente di determinare i movimenti da un punto all’altro della città, con dettagli specifici riguardo al giorno della settimana e alla fascia oraria, il tutto garantendo la privacy degli utenti fornendo dati anonimizzati e aggregati. Questa evoluzione rappresenta un’importante leva per la trasformazione dei modelli di business”.Il territorio di Genova è stato tra i primi a poter sfruttare le potenzialità della copertura 5G di WINDTRE, una risorsa fondamentale per lo sviluppo della città in ottica smart city, testando altresì la soluzione di “Mobility data Analytics” per monitorare, con l’uso di dati aggregati e anonimi, i flussi di traffico generati e analizzare l’impatto che i grandi eventi hanno sulla città. La tecnologia di quinta generazione è anche al centro anche di un importante progetto presentato recentemente nel capoluogo ligure, per la realizzazione di uno Smart Port attraverso la progettazione e l’installazione di una mobile private network 5G nel terminal portuale Psa Italy di Genova Pra’. Una soluzione affidabile, sicura ed espandibile, in grado di fornire una connettività performante, con latenze di rete ridotte, replicabile in numerosi contesti logistici e industriali. LEGGI TUTTO

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    Cnpr Forum: “Sicurezza sul lavoro, non solo controlli ma cultura della formazione”

    (Teleborsa) – “Abbiamo una delle legislazioni migliori dal punto di vista della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. Andrebbe solo aggiornata alla luce delle novità tecnologiche e alle evoluzioni del mercato. Quello che manca sono i controlli. Per milioni di aziende abbiamo solo 6mila ispettori disponibili. Con questi numeri è difficile migliorare la situazione”. È l’allarme lanciato da Susanna Camusso, senatrice del Partito democratico e vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sullo sfruttamento del lavoro in Italia, nel corso del Cnpr forum “Incidenti sul lavoro, una strage silenziosa. Mancano le norme o i controlli sono insufficienti?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. “Bisognerebbe sapere che tutte le forme di precarietà mettono a rischio il lavoratore perché non c’è adeguata formazione e lo stesso si sente debole e ricattabile, e se vede un problema non lo solleva. Si dà per scontato che un lavoro si possa fare non appena si arriva dal primo giorno senza essere affiancati dai più anziani. Abitudini piegate all’idea – ha proseguito Camusso – che bisogna correre e fare profitto. La sicurezza sul lavoro spesso non è un vincolo nei contratti d’appalto, si tende a ridurre ore di formazione, si fa fatica ad avere indicazioni in più lingue sui pericoli. La somma di tante piccole cose denota come la sicurezza sia considerata ancora un costo e non un investimento. Eppure le vite umane hanno più valore del profitto”. Sul tema della formazione si è soffermato Alessandro Colucci (Noi Moderati), segretario di presidenza della Camera dei Deputati. “Si è legiferato tantissimo su questo tema ma il problema principale è di tipo culturale. Il rispetto delle regole è un obbligo sul quale dobbiamo tutti attestarci dal punto di vista educativo formativo. Troppo spesso gli incidenti accadono non per assenza di norme ma per il mancato rispetto delle stesse, per superficialità. Manca la consapevolezza delle gravi violazioni che si commettono non rispettando le regole e sulle pesanti conseguenze che queste mancanze provocano. Bisogna favorire la formazione magari attingendo al Fondo nuove competenze, come abbiamo proposto Noi Moderati, per avere la possibilità di formare i lavoratori nei luoghi di lavoro. Certamente – ha aggiunto Colucci – nel momento in cui si è precari, da un punto di vista della pericolosità, ci sono più problemi. E’ necessario allora impegnarli in mestieri in cui siano preparati. Pensiamo a un patentino per alcune mansioni che ne attesti anche la conoscenza delle norme di sicurezza. Da questo punto di vista qualche passaggio normativo in più andrebbe fatto, anche in tema di subappalti che vanno gestiti al meglio e non banditi”. Manutenzione e aggiornamento degli impianti sono fondamentali per Enrico Cappelletti, deputato del M5s in Commissione Attività produttive a Montecitorio. “Il nostro impegno è stato dedicato ad aumentare le risorse in favore dell’Ispettorato del lavoro. In Italia si registrano 160mila controlli l’anno svolti da 4mila ispettori su 1 milione e 800mila imprese. Ciò significa che ogni ispettore ne deve verificare 500. Così non va bene. Servono più controlli e una maggiore cultura della sicurezza sul lavoro. A partire dalla verifica dei macchinari più obsoleti. Abbiamo promosso un pacchetto come Transizione 4.0 per le imprese affinché ammodernassero gli impianti. Dispiace constatare – osserva Cappelletti – che su questo tema non c’è nulla nella legge di bilancio. Altro tema è quello di far uscire i lavoratori dal precariato. Noi lo abbiamo fatto con il decreto Dignità grazie al quale sono stati stipulati oltre 500mila nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato. E’ questa la strada. Non possiamo continuare ad alimentare il precariato e poi ci stupiamo se in Italia abbiamo un crollo della natalità e la fuga di cervelli. Questo è contrario allo sviluppo del Paese”. “Il problema deve essere affrontato sia sul piano normativo che su quello dei controlli. Il governo – ha detto Chiara Tenerini, parlamentare di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera – ha introdotto con il decreto Lavoro l’obbligo di nomina del medico competente e l’estensione della sorveglianza sanitaria in tutti i casi in cui c’è valutazione di rischio con l’obbligo di estendere la tutela a tutti i lavoratori autonomi. Purtroppo assistiamo a una strage silenziosa che miete vittime e feriti nei luoghi di lavoro quotidianamente. Partiamo dall’educazione delle nuove generazione perché abbiano consapevolezza di quelli che sono i rischi e la capacità di comprendere se i contratti che siglano contemplino tutte le tutele necessarie. Bisogna incentivare le aziende virtuose attraverso meccanismi come il credito d’imposta. Altro tema dibattuto che anima il dibattito politico è quello del lavoro precario e del lavoro povero sacche naturali dove si annidano ulteriori rischi per le tutele del lavoro. In Italia sono circa tre milioni i lavoratori senza contratto a tempo indeterminato e bisogna trovare soluzioni concrete per combattere questo fenomeno”. Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Antonio Moltelo, commercialista dell’Odcec di Nola. “Il paradosso che viviamo in Italia sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro – ha detto Moltelo – è quello di avere norme assolutamente all’avanguardia che poi non trovano applicazione concreta sui territori. L’anello debole sul quale intervenire è sicuramente quello dei controlli se vogliamo mettere fine alla inaccettabile mattanza che vede ogni anno oltre un migliaio di persone uscire di casa per andare al lavoro senza fare più ritorno”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili. “Non occorrono nuove norme in materia di sicurezza sul lavoro. In Italia – ha detto Longoni – abbiamo una legislazione eccellente, ricca, completa. Quello che occorre è incrementare il sistema dei controlli. Perché se le leggi ci sono e nessuno controlla allora non facciamo grandi passi in avanti. Quando si parla di incidenti sul lavoro le conclusioni sono molte dolorose. Contiamo centinaia di migliaia di incidenti sul lavoro ogni anno. Nel 2022 l’Inail ne ha censiti oltre seicentomila con più di mille morti. Cosa manca oltre ai controlli? La cultura della formazione, quella capacità di infondere nei soggetti che danno lavoro o che svolgono la prestazione lavorativa la corretta formazione su quel che è necessario fare per prevenire i rischi derivanti dalle condizioni in cui operano. E quando si massimizza il profitto e si creano condizioni di disparità per le quali il lavoratore è molto più debole rispetto al proprio datore, è inevitabilmente disposto a lavorare in condizioni meno sicure. Per questo occorre che la cultura di prevenzione nei datori deve essere molto più intensa”. LEGGI TUTTO

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    Cina, rallenta la crescita dei profitti industriali

    (Teleborsa) – Da gennaio a ottobre 2023, il profitto totale delle imprese industriali cinesi è stato di 6,11542 miliardi di yuan, in calo del 7,8% su base annua. Il calo è stato di 1,2 punti percentuali più basso rispetto a quello da gennaio a settembre (-9%). Lo ha comunicato il National Bureau of Statistics.Nel mese di ottobre, i profitti delle imprese industriali sono aumentati del 2,7% su base annua. L’aumento è quindi tornato a una cifra, dopo un aumento dell’11,9% a settembre e un guadagno del 17,2% ad agosto.(Foto: Christian Lue on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: “Incertezza su debito/PIL, ora prudenza e riforme”

    (Teleborsa) – L’economia globale sta rallentando e le prospettive di crescita sono condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. I timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato dalla scorsa estate un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. Sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti, i tassi sono fortemente aumentati e la volatilità rimane elevata. È quanto emerge dal secondo Rapporto sulla stabilità finanziaria 2023 della Banca d’Italia. In Italia i rischi per la stabilità finanziaria beneficiano del miglioramento delle condizioni del sistema bancario e del basso livello di indebitamento del settore privato, ma il contesto macroeconomico resta incerto. Oltre alla debolezza dell’economia globale, pesano l’alto debito pubblico – per il quale il quadro programmatico recentemente pubblicato dal Governo prevede un calo solo marginale nel prossimo triennio – e i timori di un ritorno a una condizione strutturale di bassa crescita. La liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito della riduzione dei titoli detenuti dall’Eurosistema, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, le condizioni di liquidità – sottolinea Bankitalia – sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.I prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. Il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito.I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno; a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Il tasso di deterioramento del credito è tuttavia salito, in particolare nel comparto dei mutui a tasso variabile.Il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria delle imprese, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al PIL ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro; la capacità di servizio del debito si conferma buona. L’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe tuttavia determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti.I principali rischi per il sistema bancario continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività è fortemente aumentata, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo.Nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto assicurativo è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti.La raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. LEGGI TUTTO