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    Equità di genere, UniCredit prima banca paneuropea a ottenere Certificazione Globale EDGE

    (Teleborsa) – UniCredit è prima banca paneuropea certificata EDGE a livello Globale per l’equità di genere e l’inclusione. Ciò – spiega UniCredit in una nota – è stato reso possibile grazie all’impegno in tema di diversità e inclusione nelle banche del Gruppo presenti in Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Croazia e Serbia, che si affiancano alle banche già certificate in Italia, Germania e Austria. UniCredit è la prima banca ad essere certificata in 10 Paesi ottenendo la prestigiosa certificazione globale.La Certificazione EDGE è il principale standard globale per la Diversità, l’Equità e l’Inclusione (DE&I), in tema di equità di genere e intersezionalità sul luogo di lavoro. Offre un approccio olistico all’interno del quale le organizzazioni si misurano a livello globale.Il processo di Certificazione prevede una rigorosa revisione da parte di un ente terzo in relazione a rappresentanza di genere in termini di piani di successione, equità retributiva, efficacia delle policy e delle procedure, livello di inclusione all’interno della cultura aziendale.Tutte le banche UniCredit certificate EDGE si impegnano a continuare il percorso intrapreso verso l’equità di genere e l’inclusione sul posto di lavoro, seguendo piani d’azione EDGE dedicati. Questi piani sono definiti in base ai risultati del processo di certificazione. Includono diversi impegni, tra i quali garantire una rappresentanza femminile a livello di middle, upper e top management; creare opportunità di promozione e di retribuzione a parità di lavoro; incoraggiare una maggiore fruizione del congedo di paternità, che in UniCredit è offerto in misura maggiore rispetto a quanto previsto dalla legge.”UniCredit si sta affermando in Europa come esempio in tema di sostenibilità aziendale. Siamo molto orgogliosi – ha detto Andrea Orcel, CEO di UniCredit – di essere la prima organizzazione del settore bancario a ottenere la certificazione EDGE in 10 Paesi e la prima banca paneuropea con certificazione globale. Essere campioni quando si parla di diversità di genere, equità e inclusione è parte integrante della nostra cultura e riafferma il nostro impegno attorno a principi e valori che rappresentano una componente cruciale del nostro continuo successo aziendale. La ricca diversità all’interno del nostro team crea l’ambiente inclusivo attraverso il quale fornire le migliori soluzioni ad un numero sempre maggiore di clienti, in crescita in tutta Europa”.”Il risultato ottenuto da UniCredit, la certificazione Globale EDGE, – commenta Aniela Unguresan, fondatrice di EDGE Certified Foundation – è una svolta per il business. UniCredit, partendo nel 2022 da 5 società del Gruppo e allargandosi oggi ad altre sei banche, copre con la certificazione più dell’80% dei propri dipendenti, dimostrando un profondo impegno verso i temi di Diversità, Equità eInclusione, motori per un successo sostenibile. La certificazione globale dimostra fiducia in EDGE come standard intrapreso su base volontaria oltre che certificazione indipendente. Rappresenta anche una leva strategica per contare su un bacino di talenti diversi, stabilendo nuovi parametri di riferimento per un ambiente di lavoro inclusivo ed equo per tutti. Ottenendo la certificazione EDGE a livello globale, UniCredit non si limita a raccontare una storia di successo, ma si pone all’avanguardia nel futuro del business diverso, equo, inclusivo e straordinariamente innovativo. Congratulazioni!”. LEGGI TUTTO

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    Fiscalità internazionale, bozza Dlgs: salta vincolo nuovo datore lavoro per rimpatriati

    (Teleborsa) – Salta l’obbligo per i lavoratori che beneficiano del bonus per il rientro dei cervelli di avere un nuovo rapporto di lavoro con un soggetto diverso dal datore di lavoro presso il quale erano impiegati all’estero. È quanto emerge dalla bozza del dlgs sulla fiscalità internazionale, attuativo delle delega fiscale, che dovrebbe andare domani al Consiglio dei ministri per il via libera definitivo. Nel nuovo testo si riconosce il regime di favore anche per i redditi di lavoro dipendente percepiti dai lavoratori che si trasferiscono in Italia sulla base di un rapporto di lavoro instaurato con lo stesso soggetto (o con un soggetto appartenente al suo stesso gruppo) presso il quale è stato impiegato all’estero. Per queste ipotesi il requisito minimo di permanenza all’estero sale da tre a sei periodi d’imposta, se il lavoratore non è stato in precedenza impiegato in Italia dallo stesso soggetto oppure da un soggetto appartenente al suo stesso gruppo. Il requisito sale da tre a sette periodi d’imposta, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, e’ stato impiegato in Italia dallo stesso soggetto oppure da un soggetto appartenente al suo stesso gruppo. Nella bozza del decreto legislativo anche lo stop a nuovi sgravi fiscali per gli sportivi che rientrano in Italia con contratti instaurati a partire dal primo gennaio 2024. Nel suo parere sul dlgs, la Commissione finanze della Camera aveva chiesto al governo di valutare l’opportunità di riconoscere alle società sportive per i rapporti di lavoro sportivo instaurati a partire dal 1 gennaio 2024, un’agevolazione anche sotto forma di credito d’imposta e nel rispetto dei regolamenti de minimis. Il governo – si legge nella relazione illustrativa del provvedimento – ha ritenuto di non poter procedere all’istituzione di una simile agevolazione non essendoci una specifica delega in tal senso. LEGGI TUTTO

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    Lavoro: flessibilità parola chiave, cresce interesse per settimana corta

    (Teleborsa) – Nel corso degli ultimi 12 mesi in Italia il 35% dei lavoratori dichiara di essere stato in burnout, mentre il 29% evidenzia preoccupazione di poterlo sperimentare entro il prossimo anno. Solo il 18% si dichiara infatti soddisfatto del proprio bilanciamento vita-lavoro e ben l’87% chiede una maggiore flessibilità lavorativa: sono alcuni dati che emergono dalla ricerca Global Workforce of The Future di The Adecco Group, che indaga abitudini, aspettative e timori nel mercato del lavoro nei diversi Paesi in cui l’azienda opera. LEGGI TUTTO

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    Assegno inclusione, al via domande: a gennaio primi pagamenti

    (Teleborsa) – Al via da mezzanotte le prime domande per ottenere l’Assegno di inclusione, il nuovo strumento di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che, di fatto, prende il posto del Reddito di cittadinanza.Da oggi, spiega l’Inps, è possibile presentare domanda per l’Assegno di Inclusione (Adi). In presenza di esito positivo dell’istruttoria della domanda, il beneficio economico decorre dal mese successivo alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (Pad). In fase di prima applicazione, per le sole domande complete della sottoscrizione del Pad e presentate entro gennaio la decorrenza del beneficio sarà riconosciuta dallo stesso mese.”In presenza di esito positivo dell’istruttoria della domanda, informa l’Inps nella circolare sui requisiti di accesso, le modalità di presentazione della domanda, la descrizione del percorso di attivazione e gli ulteriori dettagli sulla prestazione, il beneficio economico dell’Adi decorre dal mese successivo alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (Pad) del nucleo familiare da parte del richiedente. In fase di prima applicazione, per le sole domande complete della sottoscrizione del Pad e presentate entro gennaio 2024, la decorrenza del beneficio sarà riconosciuta dallo stesso mese di gennaio, ferma restando la necessità dell’esito positivo del controllo dei requisiti”. La domanda si può presentare nella sezione dedicata del sito Inps utilizzando Spid, Cns e Cie oppure rivolgendosi a un Patronato. A partire dal 1° gennaio 2024 le domande potranno essere inoltrate anche attraverso i CAF.Direttamente dal portale Inps oppure con il supporto degli intermediari, il richiedente, dopo aver presentato la domanda, deve accedere al Sistema di Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl) e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (Pad). LEGGI TUTTO

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    PIL: Bankitlia rivede al ribasso stima 2024, alza 2025

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha confermato la previsione di crescita e economica sull’insieme di quest’anno allo 0,7%, ma ha rivisto al ribasso la stima sul 2024 allo 0,6% e alzato leggermente quella sul 2025 all’1,1% e pronostica un livello di espansione analogo anche sul 2026.I nuovi numeri sono stati pubblicati nell’ambito delle proiezioni elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e la BCE, che ieri ha pubblicato le cifre aggiornate per la media dell’area euro. Si basano sui dati congiunturali disponibili fino al 30 novembre, secondo quanto riporta un comunicato. Queste previsioni vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banktalia stimava la crescita 2023 allo 0,7%, quella sul 2024 allo 0,8% e quella sul 2025 all’1%. “Dopo il leggero aumento nei mesi estivi, le informazioni congiunturali più recenti segnalano che il Pil avrebbe ristagnato nel trimestre in corso – afferma Bankitalia -. Il prodotto tornerebbe a espandersi gradualmente dall’inizio del prossimo anno, sostenuto dalla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera”. L’istituzione avverte che queste proiezioni “sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il contesto geo-politico rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie, imprese e investitori. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale – si legge – che potrebbe risentire in misura maggiore delle difficoltà dell’economia cinese e dell’incertezza legata alle tensioni internazionali”. A frenare la crescita potrebbe contribuire anche un eventuale peggioramento, più marcato del previsto, delle condizioni di finanziamento.Riviste al ribasso le previsioni di inflazione sulla Penisola, che ora fin dal prossimo anno viene stimata a livelli inferiori al valore obiettivo della Bce (2% simmetrico, posto che quest’ultimo è relativo alla media dell’eurozona e non solo all’Italia). Ora per quest’anno viene pronosticato un caro vita al 6%, sul 2024 un drastico calmieramento all’1,9%, sul 2025 1,8% e sul 2026 1,7%. Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia e alimentari, Bankitalia prevede 4,5% di crescita sulla media di quest’anno, 2,2% il prossimo, 1,9% del 2025 1,8% del 2026. LEGGI TUTTO

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    PIL: Bankitalia rivede al ribasso stima 2024, alza 2025

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha confermato la previsione di crescita e economica sull’insieme di quest’anno allo 0,7%, ma ha rivisto al ribasso la stima sul 2024 allo 0,6% e alzato leggermente quella sul 2025 all’1,1% e pronostica un livello di espansione analogo anche sul 2026.I nuovi numeri sono stati pubblicati nell’ambito delle proiezioni elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e la BCE, che ieri ha pubblicato le cifre aggiornate per la media dell’area euro. Si basano sui dati congiunturali disponibili fino al 30 novembre, secondo quanto riporta un comunicato. Queste previsioni vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banktalia stimava la crescita 2023 allo 0,7%, quella sul 2024 allo 0,8% e quella sul 2025 all’1%. “Dopo il leggero aumento nei mesi estivi, le informazioni congiunturali più recenti segnalano che il Pil avrebbe ristagnato nel trimestre in corso – afferma Bankitalia -. Il prodotto tornerebbe a espandersi gradualmente dall’inizio del prossimo anno, sostenuto dalla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera”. L’istituzione avverte che queste proiezioni “sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il contesto geo-politico rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie, imprese e investitori. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale – si legge – che potrebbe risentire in misura maggiore delle difficoltà dell’economia cinese e dell’incertezza legata alle tensioni internazionali”. A frenare la crescita potrebbe contribuire anche un eventuale peggioramento, più marcato del previsto, delle condizioni di finanziamento.Riviste al ribasso le previsioni di inflazione sulla Penisola, che ora fin dal prossimo anno viene stimata a livelli inferiori al valore obiettivo della Bce (2% simmetrico, posto che quest’ultimo è relativo alla media dell’eurozona e non solo all’Italia). Ora per quest’anno viene pronosticato un caro vita al 6%, sul 2024 un drastico calmieramento all’1,9%, sul 2025 1,8% e sul 2026 1,7%. Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia e alimentari, Bankitalia prevede 4,5% di crescita sulla media di quest’anno, 2,2% il prossimo, 1,9% del 2025 1,8% del 2026. LEGGI TUTTO

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    USA, attività manifatturiera dicembre peggio di attese

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività manifatturiera degli Stati Uniti mentre migliora quella dei servizi. La stima flash sull’indice PMI manifatturiero di dicembre elaborato da Markit indica, infatti, un livello di 48,2 punti che si confronta con i 49,4 punti del mese precedente ed i 49,3 punti del consensus. Il dato si conferma dunque sotto la soglia critica dei 50 punti sotto la quale l’economia è in contrazione.Nello stesso periodo il PMI dei servizi è atteso a 51,3 punti, in salita dai 50,8 punti del mese precedente ed al di sopra del consensus (50,6 punti). LEGGI TUTTO