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    Piaggio Aerospace, firmato contratto preliminare per cessione alla turca Baykar

    (Teleborsa) – È stato sottoscritto il contratto preliminare per la cessione dei complessi aziendali di Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation – le due società che operano sotto il marchio Piaggio Aerospace – all’azienda turca Baykar, leader nello sviluppo e produzione di sistemi UAV (veicoli aerei senza pilota) e tecnologie aerospaziali avanzate. L’operazione è stata autorizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo scorso 27 dicembre.L’accordo è stato firmato dai Commissari Straordinari di Piaggio Aerospace, Carmelo Cosentino, Vincenzo Nicastro e Gianpaolo Davide Rossetti, e dall’Amministratore Delegato di Baykar, Haluk Bayrakta.Il closing dell’operazione è previsto nella primavera di quest’anno, una volta che si sarà avverata una serie di condizioni, tra cui l’autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Golden Power).Nelle prossime settimane, inoltre, è prevista una consultazione con le rappresentanze sindacali, durante la quale, tra le altre cose, verrà presentato il piano industriale elaborato da Baykar per il rilancio dei complessi aziendali delle due società liguri. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Max Matthiessen da parte di OTPP e Nordic Capital

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo congiunto di Max Matthiessen della Svezia da parte dell’Ontario Teachers’ Pension Plan Board (OTPP) del Canada e di Nordic Capital di Jersey. La transazione riguarda principalmente i settori delle assicurazioni e della gestione degli investimenti.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato che le società non sono attive negli stessi mercati o in mercati verticalmente correlati. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    PNRR Missione Salute, Fondazione GIMBE: “Rispettata scadenza Ue su Centrali Operative Territoriali”

    (Teleborsa) – “Al 31 dicembre 2024 l’unica scadenza europea della Missione Salute del PNRR che condiziona il pagamento delle rate, ovvero la realizzazione di almeno 480 Centrali Operative Territoriali, è stata rispettata”. È quanto dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE.Secondo i dati pubblicati sul portale del Ministero della Salute che monitora lo stato di attuazione della Missione Salute del PNRR – rileva la Fondazione GIMBE – è stata raggiunta la scadenza relativa all’entrata in funzione di almeno 480 Centrali Operative Territoriali (COT), strutture essenziali per il coordinamento della presa in carico dei pazienti e l’integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Le risorse assegnate a questo target ammontano a 280 milioni di euro. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha confermato alla Camera che la rendicontazione di questo obiettivo è stata inviata alla Commissione Europea, avviando così la procedura per il versamento della settima rata da 18,3 miliardi di euro. Tuttavia, – sottolinea la Fondazione – è importante ricordare che, a seguito della rimodulazione del PNRR, il target minimo di COT è stato ridotto da almeno 600 ad almeno 480 e la scadenza è stata posticipata dal 30 giugno al 31 dicembre 2024.Milestone e target nazionali – “Anche se non condizionano l’erogazione dei fondi del PNRR – spiega Cartabellotta – questi step intermedi richiedono un attento monitoraggio perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europee”. Sono stati raggiunti tutti i target previsti per il periodo 2021-2024. In dettaglio, nell’ultimo trimestre sono stati raggiunti i seguenti risultati:Pubblicazione di una procedura per l’assegnazione di voucher per progetti PoC (Proof of Concept) e ricerca su tumori e malattie rare. L’obiettivo programmato per fine dicembre era già stato centrato a giugno.Interoperabilità del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) – Sono state realizzate le necessarie componenti architetturali. La scadenza di questo target, era stata prorogata dal 30 giugno al 31 dicembre 2024. Completamento degli interventi per interconnessione aziendale – Traguardo centrato con 6 mesi di ritardo rispetto alla scadenza originale del 30 giugno 2024.Formazione sulle infezioni ospedaliere – La procedura di registrazione è stata raggiunta con un ritardo di oltre 3 mesi rispetto alla scadenza originale del 30 settembre 2024.LE CENTRALI OPERATIVE TERRITORIALINell’ambito della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR, le COT sono state progettate come hub organizzativi per migliorare il coordinamento tra ospedali, medici di famiglia, assistenza domiciliare e servizi sociali. Pensate per garantire una presa in carico continua e personalizzata dei pazienti, rappresentano un elemento chiave per affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla crescente prevalenza delle malattie croniche. “In occasione del raggiungimento del target EU sulle COT – spiega Cartabellotta – è opportuno fare il punto sullo status complessivo di attuazione di queste strutture che, insieme a Case di Comunità, Ospedali di Comunità, telemedicina e al potenziamento dell’assistenza domiciliare, configurano quella rivoluzione organizzativa dell’assistenza territoriale prevista dal DM 77 e finanziata dal PNRR”. Relativamente allo stato di completamento delle COT è opportuno distinguere quelle”dichiarate attive” dalle Regioni e quelle “pienamente funzionanti”, ovvero quelle per le quali è stata elaborata la necessaria relazione da parte di un ingegnere indipendente e una dichiarazione firmata dal direttore generale dell’Azienda sanitaria che attesti l’entrata in funzione dell’opera e dei servizi correlati.Rimodulazione target COT – Secondo la programmazione iniziale del PNRR, era previsto un rapporto di una COT ogni 100mila abitanti, per un totale di almeno 600 strutture distribuite proporzionalmente tra le Regioni. Tuttavia, per l’aumento di costi di energetici e materie prime, la rimodulazione del PNRR approvata il 24 novembre 2023 dalla Commissione Europea, le ha ridotte del 20%, portando il target ad almeno 480 COT. Tale rimodulazione, tuttavia, non modifica il numero originario di COT da attivare, ma riduce prudenzialmente il target EU per garantire l’erogazione delle risorse previste dal PNRR: di conseguenza, le ulteriori 120 COT dovranno essere realizzate con altri fondi non ancora ben definiti e senza vincoli legati alle scadenze del PNRR, ovvero senza tempistiche definite. “In tal senso – commenta il Presidente – fino a quando non saranno pienamente funzionanti tutte le 611 COT previste originariamente, si registrerà un aumento del carico di lavoro per quelle attive, che si troveranno a gestire un bacino di utenza più ampio, rischiando di compromettere la qualità dei servizi”.Attivazione e funzionamento delle COT – “Sebbene sia stato raggiunto – evidenzia Cartabellotta – il target europeo di almeno 480 COT pienamente funzionanti, necessario per richiedere il versamento della settima rata, ad oggi non è disponibile pubblicamente la relativa distribuzione regionale delle COT pienamente funzionanti al 31 dicembre 2024, indispensabile per monitorare l’equità territoriale». Secondo l’ultimo dato reso pubblico dall’Agenas il 18 settembre 2024, al 30 giugno risultavano pienamente funzionanti 362 COT, pari al 59% del totale previsto prima della rimodulazione, ovvero 611 COT. “Infine – continua il presidente – in un momento storico caratterizzato grave carenza di infermieri dal SSN, l’effettiva operatività delle COT rischia di essere compromessa, rendendole di fatto delle scatole vuote». In particolare, secondo le stime dell’Agenas per il funzionamento delle COT servirebbero da 2.400 a 3.600 unità di infermieri di famiglia e di comunità (IFoC), ovvero un coordinatore infermieristico, oltre a 3-5 IFoC per ciascuna COT, personale per il quale sono già stati stanziati 480 milioni di euro dal DL 34/2020. Un fabbisogno che stride con sia con la carenza di personale infermieristico (nel 2022 6,5 per mille abitanti, rispetto alla media OCSE di 9,8), sia con il basso numero di laureati (nel 2022 16,4 per mille abitanti, rispetto alla media OCSE di 44,9), sia con la scarsa attrattività della professione visto per l’Anno Accademico 2023-2024 sono pervenute 23.627 domande per 20.058 posti disponibili e per il 2024-2025 21.250 domande per 20.435 posti. “Inevitabilmente – conclude Cartabellotta – la crisi del personale sanitario, in particolare quello infermieristico, si ripercuote a cascata sulla riforma dell’assistenza territoriale programmata dal PNRR che rischia di trasformarsi in una occasione mancata. È inaccettabile che, mentre si celebrano giustamente gli obiettivi raggiunti, si perda di vista che l’indebitamento del Paese rischia di non avere alcun beneficio per la salute delle persone. Ovvero, il fine ultimo del PNRR non può limitarsi al rispetto delle scadenze per incassare le rate: ma è cruciale garantire che queste riforme lascino un’eredità duratura per tutelare la salute di tutte le persone, riducendo le diseguaglianze regionali e territoriali e assicurando un’assistenza sanitaria equa e universale. Ecco perché il successo del PNRR è strettamente legato al rilancio del Servizio Sanitario Nazionale e in particolare delle politiche per rendere nuovamente attrattiva la carriera di tutti i professionisti nella sanità pubblica”. LEGGI TUTTO

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    Luiss: AI, human skills e corsi di laurea globali per formare giovani leader

    (Teleborsa) – “Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente: entro il 2030, secondo McKinsey, oltre il 70% delle aziende utilizzerà sistemi di Intelligenza Artificiale, trasformando profondamente più della metà dei ruoli attuali. In questo contesto, le Università diventano sempre più centrali nel formare futuri professionisti capaci di affrontare le sfide di un mercato in continua trasformazione. La Luiss Guido Carli – sottolinea l’università in una nota – risponde a questa esigenza puntando su un approccio innovativo, interdisciplinare e sempre più internazionale. E anche su un nuovo test di ingresso. Obiettivo: attrarre e formare una nuova generazione di leader globali”.Tra le novità più rilevanti, l’Ateneo ha introdotto nuove modalità di ammissione per i Corsi di Laurea Triennale e Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza, in cui, per la prima volta, i candidati che studiano in Italia sono equiparati a quelli provenienti dall’Unione Europea o dai Paesi dell’Area Schengen. La prima sessione per svolgere il Test Undergraduate UE, già aperta, si chiuderà il 3 febbraio. Anche per gli studenti Extra-UE sono previste nuove modalità di ingresso e di selezione.”L’internazionalizzazione – si legge nella nota – resta uno dei pilastri dell’identità della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali. Oltre il 50% dei corsi viene infatti insegnato in inglese, mentre le collaborazioni con istituzioni accademiche in tutto il mondo continuano a crescere. Attualmente, la Luiss conta su una rete di oltre 360 Università partner in 73 Paesi, con 69 accordi di doppia e tripla laurea. Tra i programmi più innovativi, spiccano il Triple Degree in Business ACE (America, China & Europe), che consente di ottenere tre titoli di studio tra Roma, Pechino e Washington, e il Double Degree in Social Sciences, sviluppato in collaborazione con Sciences Po. I risultati di questa strategia si riflettono anche nei riconoscimenti internazionali. Nel 2024, l’Ateneo si è confermato al primo posto in Italia e tra i migliori 20 al mondo per Studi Politici e Internazionali secondo il QS Ranking by Subject, posizionandosi, inoltre, nella Top 50 globale per Marketing e Business & Management. Anche le classifiche del Financial Times hanno premiato i programmi della Luiss: la Laurea Magistrale in Management è al 25esimo posto, mentre quella in Corporate Finance occupa la 27esima posizione a livello globale. Guardando al futuro e alla crescente necessità di integrare competenze umane e digitali, la Luiss rafforza il proprio impegno sull’Intelligenza Artificiale, presente in tutti i corsi e che, da quest’anno, per gli studenti delle Lauree Magistrali, diventa anche un badge obbligatorio di ‘AI Literacy’, pensato per certificare le digital skills acquisite. Ma non solo. L’Ateneo ha recentemente annunciato la nascita di un nuovo centro di ricerca AI4Society, diretto da Giuseppe Italiano, prorettore per l’Artificial Intelligence e le Digital Skills: un polo internazionale per lo studio critico e interdisciplinare dell’Intelligenza Artificiale al servizio delle aziende e delle istituzioni. Il forte legame con il mondo delle imprese e il sistema di Confindustria si riflette anche nell’elevato tasso di occupazione dei laureati a un anno dalla laurea, che nel 2024 si conferma al 96%, con un tempo medio di attesa di appena un mese per ottenere il primo impiego”.”Competenze come il pensiero critico, il problem solving e le abilità digitali – spiega Antonio Gullo, dean undergraduate School della Luiss, responsabile dei Corsi di Laurea Triennale e Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – sono oggi indispensabili per costruire carriere a prova di futuro e a vocazione sempre più internazionale. Il mondo accademico è chiamato a rispondere alla sfida del cambiamento coniugando tradizione e innovazione, favorendo l’apprendimento attivo e le sinergie tra didattica e ricerca. È cruciale promuovere l’interazione tra discipline, poiché la complessità contemporanea richiede di combinare solide competenze di base e skills trasversali – dalle humanities all’Intelligenza Artificiale – e di favorire percorsi personalizzati, modellati sulle inclinazioni e aspirazioni professionali degli studenti. È questa la direzione cui guarda la nostra Università: grazie a un modello educativo innovativo, scambi all’estero e un dialogo costante con le imprese, ci proponiamo non solo di formare la futura classe dirigente a livello interno e internazionale, ma anche “cittadini globali”, pronti a contribuire positivamente allo sviluppo delle comunità di riferimento”. LEGGI TUTTO

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    Ceolini (Confindustria Moda): “Interventi urgenti per sostenere il settore e le PMI”

    (Teleborsa) – “Ringraziamo il Ministro per l’invito a questo Tavolo e siamo felici di poter ascoltare il piano di incentivi varato dal Governo per il settore, indispensabile per le aziende che rappresentiamo. Tuttavia, sottolineiamo l’urgenza di interventi strutturali a lungo termine per sostenere il comparto moda, fondamentale per l’economia del nostro Paese e a rischio di perdere competenze, qualità e numerosi posti di lavoro”. Lo dichiara Giovanna Ceolini, Presidente di Confindustria Accessori Moda, in una nota diffuso al termine del sesto incontro del “Tavolo Nazionale sul Settore Moda” svolto alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.”Come sappiamo – prosegue – molti distretti produttivi sono fermi e, sebbene grazie al DL n. 160/2024 sia stato introdotto, per una frazione di periodo dell’anno 2024 e per il mese di gennaio 2025, un intervento di integrazione salariale da parte dell’INPS per le aziende con meno di 15 dipendenti, tra cui i settori tessile, abbigliamento, calzaturiero, conciario e pelletteria, per offrire un sostegno al reddito e affrontare la crisi, rimane il problema per le aziende piu’ grandi, che rappresentano la maggior parte del settore. Per questo, speriamo in un’ulteriore misura per il 2025, come l’azzeramento dei contatori o un modello di cassa integrazione speciale simile a quello pandemico, per sostenere anche le PMI in difficoltà”. I dati elaborati dal Centro Studi, sottolinea Confindustria Accessori Moda, confermano le preoccupazioni della Federazione, segnalando nei primi 9 mesi 2024 un aumento delle richieste di CIG del +139,4% per la filiera della pelle rispetto allo stesso periodo del 2023. Tali livelli – inferiori negli ultimi 15 anni solo alle autorizzazioni record dei primi 9 mesi del 2020 e del 2021 in piena pandemia – risultano quattro volte e mezzo superiori a quelli di gennaio-settembre 2019 (+357,4%) e del +12,8% rispetto a quelli dei primi 9 mesi del 2010, durante la crisi economica mondiale. Aumenti rilevanti si registrano in tutti i principali distretti; alcuni dettagli: Lombardia +60%, Veneto +59%, Toscana +218%, Marche +178%, Campania +175%.”Apprezziamo gli sforzi del Governo nel rimodulare i prestiti bancari e nel promuovere iniziative come la circolare ABI e il lavoro con Simest, ma dobbiamo evidenziare la mancanza di una moratoria automatica sui finanziamenti per tutte le imprese, indipendentemente dal loro stato di difficoltà. La ricalendarizzazione dei prestiti garantiti da Sace, Simest e Mediocredito e’, ad oggi, lasciata alla discrezionalità delle banche, creando squilibri tra le aziende. Le imprese necessitano almeno del rinvio delle rate dei finanziamenti a breve e medio/lungo termine, oltre a risposte sulle richieste di sospensione dei versamenti contributivi ed erariali e sull’estensione della disciplina del Fondo di garanzia PMI, già prorogata al 2025 dalla legge di Bilancio. Inoltre, l’accesso al credito e’ fondamentale per permettere alle imprese di investire, anche in progetti legati alla sostenibilità, un obiettivo essenziale per il futuro del settore e dell’economia” aggiunge. “Sappiamo di continuare a ripeterci, ma la questione del credito d’imposta rimane ancora aperta e blocca le aziende, che la ritengono ingiusta e, temendo di dover ritornare le somme ricevute nel 215/19 in maniera legittima, si trovano in difficoltà nel varare programmi di innovazione e di transizione ecologica e digitale che gli stessi incentivi propongono per mancanza di liquidità necessaria per sostenerli. Il saldo e stralcio al 50% piu’ volte annunciato per le aziende coinvolte, non e’ stato attuato. La procedura di riversamento spontaneo del credito, scaduta il 31 ottobre 2024, ci risulta non aver avuto successo, sia per l’ingiustizia percepita dalle aziende che per la mancanza di fondi”. “Per questa ragione chiediamo aggiornamenti in merito alla Legge di Bilancio 2025 che, come e’ stato annunciato, prevede un contributo in conto capitale per chi ha aderito al riversamento, e misure urgenti per le aziende, come l’interruzione dei controlli dell’Agenzia delle Entrate e l’adozione di una norma per un ‘saldo e stralcio’ per tutte le imprese, per evitare crisi finanziarie e contenziosi lunghi. Ringraziamo, infine, il Governo su iniziativa del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per aver adottato un disegno di legge annuale sulle Piccole e Medie Imprese che reca misure finanziarie per l’aggregazione e il sostegno al settore della moda. Ci attiveremo con le nostre imprese per sensibilizzarle in progetti di crescita sostenibile, attendendo la trasmissione alle Camere per l’avvio dell’iter parlamentare” conclude Ceolini. LEGGI TUTTO

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    Infrastrutture regionali, Uniontrasporti: “Lazio e Roma al primo posto in Italia per diffusione e utilizzo delle tecnologie digitali”

    (Teleborsa) – Il Lazio è la regione con il più alto livello di digitalizzazione in Italia e Roma la provincia con le migliori performance digitali. Lo evidenzia un’analisi condotta da Uniontrasporti, società in house del sistema camerale italiano, attraverso 170 indicatori di performance territoriali (KPI) che sintetizzano le capacità delle province italiane di utilizzare le infrastrutture disponibili. Lo studio prende in esame, oltre allo sviluppo del digitale, anche le infrastrutture di trasporto e logistica, l’energia e la propensione dei territori verso la transizione green e digitale (Green&Smart). E analizza sia la consistenza fisica delle infrastrutture esistenti sia gli aspetti legati alla loro fruibilità ed efficienza in relazione al contesto socio-economico e orografico. I dati sono stati presentati dal direttore di Uniontrasporti, Antonello Fontanili, nel corso di un incontro alla Camera di Commercio di Roma con le imprese locali della logistica, svolto con il patrocinio di Unioncamere, il supporto tecnico di Uniontrasporti e dell’Osservatorio Transport Compliance Rating. Si è trattato della prima tappa di un roadshow che, ospitato dalle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, toccherà le principali città italiane e metterà a confronto aziende e operatori del settore verso un approccio alle attività improntato sulla Logistica Collaborativa. Un mix di coordinamento e cooperazione tra gli attori coinvolti per realizzare un modello di business più sostenibile, resiliente e competitivo nel mercato globale, in grado di generare risparmi e maggiori ricavi per oltre 10 miliardi annui a livello nazionale.Nella sfera del digitale il Lazio fa in Italia la parte del leone: fatta 100 la media del KPI nazionale il Lazio raggiunge un punteggio di 122,8 e la provincia di Roma addirittura di 202,3, con quelle di Latina e Rieti rispettivamente a 113,3 e 102,5. Meno brillanti, ma comunque pressoché in linea con la media nazionale, appaiono invece gli indicatori che misurano l’effetto positivo esercitato dalle infrastrutture di trasporto e di logistica. Ancora una volta è la provincia di Roma a primeggiare, soprattutto sul fronte ferroviario (primo posto nazionale – KPI 172), stradale (secondo – KPI 146,9) e aeroportuale (secondo – KPI 312,9), scendendo però al 64esimo su quello della logistica. Poco sotto la media nazionale anche le performance del Lazio sul fronte energetico, ove a brillare, e a collocarsi invece sopra la media, sono le province di Rieti e Latina con Roma, in questo caso, a indossare la maglia nera regionale, con un 91esimo posto su scala nazionale. Per quanto riguarda le infrastrutture considerate prioritarie dalle imprese, il campione di 820 aziende intervistate individua cinque interventi ritenuti indifferibili, tra questi spiccano il completamento dell’anello ferroviario di Roma, l’autostrada A12 tra Civitavecchia e Rosignano e l’adeguamento a quattro corsie di un tratto di 33 km della ex SS2 Cassia. Il giudizio complessivo delle imprese sulle infrastrutture regionali è comunque positivo, con eccellenze segnalate per quelle aeroportuali e le reti 4G/5G, e con un’unica criticità rilevante che riguarda invece le strade statali. LEGGI TUTTO

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    USA, frena la vendita di case esistenti a dicembre

    (Teleborsa) – Segnali di frenata giungono dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a dicembre un incremento del 2,2% su base mensile. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il +4,8% riportato a novembre.Sono state vendute 4,24 milioni di abitazioni rispetto ai 4,15 milioni di settembre e contro i 4,19 milioni di unità previsti dagli analisti. LEGGI TUTTO

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    USA, Università del Michigan: fiducia consumatori rivista al ribasso a gennaio

    (Teleborsa) – Rivisto al ribasso l’indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Università del Michigan, che ha pubblicato la stima definitiva. Nel mese di gennaio, l’indice sul consumer sentiment si è attestato a 71,1 punti dai 73,2 della lettura preliminare e dai 74 del mese precedente. Rivista al ribasso anche la componente relativa alle aspettative, che si posiziona a 69,3 punti da 73,3 di dicembre e dai 70,2 della lettura preliminare, mentre quella sulla condizione attuale è stata ritoccata a 74 punti dal preliminare di 77,9 punti e dai 75,1 del mese precedente. LEGGI TUTTO