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    Decarbonizzazione, Gruppo Mediobanca: “Neutralizzate emissioni di CO2 relative al 2022-2023”

    (Teleborsa) – Il Gruppo Mediobanca consolida il suo percorso di decarbonizzazione compensando le proprie emissioni di CO2 residue per l’anno fiscale 2022-23, in accordo con i principali standard di rendicontazione della sostenibilità. Un risultato – sottolinea il Gruppo in una nota – coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Piano Strategico 2023-2026 – One Brand One Culture che prevede la compensazione delle emissioni di gas serra prodotte direttamente dai propri asset aziendali (Scopo 1) così come delle emissioni indirette derivanti dall’acquisto di energia elettrica e termica (Scopo 2), per un totale di 2.927,62 tonnellate di CO2eq nell’esercizio 2022-23. Anche quest’anno, il Gruppo Mediobanca ha privilegiato il consumo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.L’attività di neutralizzazione delle emissioni residue è stata resa possibile acquistando, in collaborazione con l’impresa sociale Rete Clima, crediti di carbonio certificati destinati al finanziamento del progetto ambientale “Ghani Solar Renewable Power Project” certificato secondo lo standard VCS-Verra. Il progetto, sviluppato nello stato indiano dell’Andhra Pradesh, prevede la generazione di energia pulita tramite l’installazione di un impianto di tipo fotovoltaico con una potenza di 500 MW. Si stima che l’impianto produrrà circa 919.800 MWh/anno, contribuendo a decarbonizzare il mix energetico locale dominato principalmente da centrali termiche e combustibili fossili, con un impatto socio-economico di medio e lungo termine grazie alla creazione di posti di lavoro e al trasferimento di know-how tecnologico all’interno della regione.Parallelamente, Mediobanca parteciperà a un progetto nazionale per la riforestazione nel Parco Nazionale del Vesuvio, allo scopo di ripristinare la copertura vegetale nelle aree colpite dagli incendi verificatesi negli anni passati. Queste zone, identificate come le più a rischio di dissesto, richiedono un intervento urgente per ripristinare le condizioni di sicurezza e per supportare la ricostituzione naturale. Tale iniziativa rientra nella Campagna nazionale “Foresta Italia” di Rete Clima, nata con l’obiettivo di incrementare la naturalità dei territori e le connessioni ecologiche locali, ma anche di tutelare la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e contribuire a contrastare il riscaldamento climatico globale.”Rinnoviamo per il quarto anno consecutivo il nostro impegno nel percorso di decarbonizzazione. Stiamo lavorando – commenta Giovanna Giusti del Giardino, Head of Group Sustainability – per con un traguardo intermedio del 18% entro il 2026, in linea con il nostro Piano Strategico 2023-2026 One Brand One Culture”. LEGGI TUTTO

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    21 Invest acquisisce Omega Pharma ed entra nel settore degli integratori alimentari

    (Teleborsa) – 21 Invest, gruppo di investimento europeo fondato da Alessandro Benetton, ha annunciato l’investimento in Omega Pharma, operatore italiano fra i leader nello sviluppo e commercializzazione di integratori alimentari, dispositivi medici e cosmetici.Fondata da Emilio Tomaselli nel 1995 a Cantù in provincia di Como e oggi guidata da Gianantonio Tomaselli, Omega Pharma è specializzata in diverse aree terapeutiche, quali l’angiologia, la gastroenterologia, l’urologia, la ginecologia, l’oftalmologia e la pediatria, caratterizzate da interessanti dinamiche di crescita.Omega Pharma genera un fatturato di oltre 20 milioni di euro, con una media di crescita annua pari al 15% negli ultimi 10 anni. Le vendite di Omega Pharma si sviluppano principalmente presso il canale farmacia, soprattutto in Italia ma con trend crescente a livello internazionale.”Costruire nuovi campioni industriali è la nostra sfida principale – commenta Alessandro Benetton, presidente e fondatore di 21 Invest – in Omega Pharma abbiamo individuato una realtà imprenditoriale di eccellenza, focalizzata su ricerca tecnologica e sviluppo e forte di alti profili professionali. Con loro puntiamo a sviluppare un ambizioso progetto di consolidamento del settore degli integratori alimentari”. LEGGI TUTTO

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    PIL Italia, le stime di Prometeia: +0,7% nel 2023, nel 2024 si rallenta ancora (+0,4%)

    (Teleborsa) – L’istituto di ricerca Prometeia ha stimato che l’economia italiane si sia contratta dello 0,1% nel quarto trimestre e conferma le sue previsioni sul PIL per il 2023 e il 2024 rispettivamente allo 0,7% e allo 0,4%. Il PIL ha registrato una crescita modesta nel terzo trimestre del 2023, con un leggero aumento dello 0,1% su base trimestrale, in miglioramento rispetto al calo dello 0,4% del secondo trimestre. La crescita del terzo trimestre è stata trainata dalla domanda interna ed estera, mitigata da una significativa diminuzione dell’accumulo di scorte. L’inflazione è in forte calo, principalmente a causa delle riduzioni dei prezzi dell’energia che, a causa del picco del 2022, consentono confronti anno su anno favorevoli – ha spiegato Prometeia – secondo cui nel 2024 l’inflazione dovrebbe attestarsi al 2,1%, con un’inflazione core al 2,5%. Per quanto riguarda la politica di bilancio, l’istituto prevede che, nel 2024, il rapporto debito/PIL salirà al 142,4%, mentre il rapporto deficit/Pil scenderà al 4,7%. LEGGI TUTTO

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    Bollette, Besseghini (Arera): aumento prezzi nel mercato libero molto contenuti

    (Teleborsa) – Il presidente dell’Autorità per l’energia le reti e l’ambiente (Arera), Stefano Besseghini, ha dichiarato che le bollette sono scese rispetto all’anno scorso “perché i prezzi si sono ricollocati molto in basso. Lo abbiamo visto dall’ultima variazione dell’energia elettrica che abbiamo fatto ancora noi alla fine dell’anno. Rispetto allo scorso anno ci stiamo riportando alle spese annue che vedevamo prima della fase di crisi dell’energia. La famiglia italiana tipo spendeva circa 600 euro per l’energia elettrica, adesso sono circa 800 ma eravamo a 1.100. Difficile tornare così in basso ma certamente il trend del mercato si sta riallineando”. Intervenuto alla trasmissione 5 Minuti su Rai 1 in onda questa sera dopo il Tg1, Besseghini ha aggiunto che in merito all’impatto della crisi nel Mar Rosso “in questo momento sembra che la reazione dei mercati sia abbastanza indifferente a questa situazione. Certo se la situazione dovesse proseguire e le forniture dovessero raccogliere prezzo durante il tragitto è possibile vedere qualche variazione ma non diamo scuse ai mercati in questo momento”.”Su quanto abbiamo visto dal monitoraggio del gas, gli aumenti sono molto contenuti. C’è qualche caso di sporadico aumento e per questo si invitano le persone a controllare la propria situazione nel nuovo servizio, a chi passa dal mercato tutelato al libero”, ha poi spiegato il presidente di Arera. In merito al fatto che le offerte con un prezzo più basso del mercato tutelato siano pochissime per Besseghini “è un limite del mercato libero, che non ha ancora espresso le opportunità che dovrebbero venire dalla liberalizzazione”. Per il presidente è difficile parlare al momento di cartello. “Non ancora, direi che è un po’ presto. Guardiamo anche ai prezzi che sono simili alla tutela, che non era un prezzo agevolato ma efficace, con cui trasferire il prezzo del mercato all’ingrosso. Ci sono operatori che fanno le stese condizioni e trasferiscono efficacemente il mercato all’ingrosso”, ha affermato. Per chi non opera alcuna scelta “nel gas gli viene applicata la tariffa Placet, quella che noi abbiamo regolato, le condizioni sono le stesse della tutela, l’operatore è stato libero di applicare una variazione di prezzo. Controllate che questa variazione di prezzo non sia eccessiva e lo si fa guardando sul sito dell’Autorità con l’elenco di tutti i venditori, c’è un codice offerta, basta prenderlo e metterlo nel comparatore e si vede cosa si spenderà nel prossimo anno”. LEGGI TUTTO

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    Allianz Risk Barometer: il cyber è il principale rischio aziendale a livello globale per il 2024

    (Teleborsa) – I rischi informatici, come gli attacchi ransomware, le violazioni dei dati e le interruzioni dei sistemi informatici sono la principale preoccupazione per le aziende a livello globale nel 2024. Al secondo posto si colloca un pericolo strettamente collegato: l’interruzione dell’attività. Le catastrofi naturali (che salgono dal sesto al terzo posto rispetto all’anno precedente), gli incendi, le esplosioni (dal nono al sesto posto) e i rischi politici e violenza (dal decimo all’ottavo posto) registrano i maggiori aumenti nell’ultima classifica dei principali rischi aziendali a livello globale, basata sulle opinioni di oltre 3mila professionisti della gestione del rischio. Questo il quadro tracciato dall’Allianz Risk Barometer.”I rischi più importanti e quelli con la maggiore crescita nell’Allianz Risk Barometer di quest’anno – commenta Petros Papanikolaou, CEO di Allianz Commercial – riflettono le grandi problematiche che le aziende di tutto il mondo devono affrontare in questo momento storico: la digitalizzazione, il cambiamento climatico e l’incertezza dello scenario geopolitico. Molti di questi rischi già producono notevoli conseguenze: nel 2024 le condizioni meteorologiche estreme, gli attacchi ransomware e i conflitti regionali metteranno ulteriormente alla prova la resilienza delle supply chain e dei modelli aziendali. I broker e i clienti delle compagnie assicurative dovrebbero essere consapevoli di ciò e adeguare di conseguenza le loro coperture assicurative”.Le grandi aziende, le medie e le piccole imprese sono accomunate dalle stesse inquietudini in materia di rischi: preoccupazioni per i sistemi informatici, le interruzioni dell’attività e le catastrofi naturali. Tuttavia, si amplia il divario di resilienza tra le grandi e le piccole imprese, in quanto la consapevolezza del rischio tra le organizzazioni più grandi è cresciuta dopo la pandemia, con un notevole impulso a migliorare la resilienza, come attesta il report. Al contrario, le aziende più piccole spesso non hanno il tempo e le risorse per identificare e prepararsi efficacemente a una gamma più ampia di scenari di rischio e, di conseguenza, impiegano più tempo per far ripartire l’attività dopo un incidente imprevisto.La Top 10 dei rischi in Italia – In Italia i tre rischi principali sono: l’interruzione dell’attività (che passa dal secondo al primo posto rispetto all’anno precedente) a pari merito con i rischi informatici (che mantengono il primo posto) e i cambiamenti climatici che balzano dal quinto al terzo posto raccogliendo circa un terzo delle risposte. Al quarto posto troviamo le catastrofi naturali (in aumento dal settimo nel 2023), seguiti dai rischi politici e violenza (dall’ottavo al quinto posto) e dai cambiamenti nello scenario macroeconomico (dal quarto al sesto posto). A seguire nel ranking Top 10 in Italia, troviamo a pari merito al settimo posto tre categorie: la perdita di reputazione o del valore del brand, i cambiamenti nei mercati (dall’ottavo posto) e il rischio richiamo del prodotto dal mercato per problemi di gestione della qualità o difetti di serie. Chiude la graduatoria, al decimo posto, la crisi energetica in calo di 7 posizioni (dal terzo). “Gli eventi naturali che hanno colpito il Paese nel 2023 – spiega Marco Vincenzi, Regional Managing Director Southern Europe di Allianz Commercial – hanno sicuramente trovato riscontro nelle risposte degli intervistati. In continuità con le precedenti edizioni hanno mantenuto le prime due posizioni interruzione dell’attività e rischi informatici, ma scalano la classifica cambiamento climatico e catastrofi naturali. Dobbiamo essere pronti e supportare le preoccupazioni dei nostri clienti ed intermediari in questo ambito”.Tendenze che guidano le attività informatiche nel 2024 – I rischi informatici (36% delle risposte complessive) sono il rischio più importante a livello globale per il terzo anno consecutivo e per la prima volta con un netto margine (5 punti percentuali). Rappresentano il pericolo principale in 17 paesi, tra cui Australia, Francia, Germania, India, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. La violazione dei dati è considerata la minaccia informatica più allarmante per gli intervistati dell’Allianz Risk Barometer (59%), seguita dagli attacchi alle infrastrutture critiche e ai beni fisici (53%). Il recente aumento degli attacchi ransomware (il 2023 ha visto una preoccupante recrudescenza dell’attività, con un aumento delle richieste di risarcimento assicurativo di oltre il 50% rispetto al 2022) li colloca al terzo posto (53%). “I criminali informatici – sottolinea Scott Sayce, Global Head of Cyber di Allianz Commercial – stanno esplorando modi per utilizzare nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa (IA) per automatizzare e accelerare gli attacchi, creando malware e phishing più efficaci. Si prevede anche che il crescente numero di incidenti causati da un inadeguato sistema di sicurezza informatica, in particolare nei dispositivi mobili, la mancanza di milioni di professionisti della sicurezza informatica e la minaccia che incombe sulle aziende più piccole a causa della loro dipendenza dall’esternalizzazione dell’IT saranno i fattori che guideranno le attività informatiche nel 2024”.Interruzione dell’attività e catastrofi naturali – Nonostante il ridimensionamento delle interruzioni alle catene di approvvigionamento post-pandemia nel 2023, nell’Allianz Risk Barometer 2024 l’interruzione dell’attività (31%) mantiene la sua posizione al secondo posto nel ranking globale. Questo risultato riflette il livello di interconnessione in un contesto economico globale sempre più volatile, nonché la forte dipendenza dalle supply chain per prodotti o servizi critici. Il miglioramento della gestione della continuità operativa, l’identificazione dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e la ricerca di fornitori alternativi continuano a essere priorità fondamentali nella gestione dei rischi per le aziende nel 2024. Le catastrofi naturali (26%) registrano uno dei maggiori incrementi, con un aumento di tre posizioni che le colloca al terzo posto. Il 2023 è stato un anno record su diversi fronti. Si è trattato dell’anno più caldo dall’inizio delle rilevazioni, mentre le perdite assicurate hanno superato i 100 miliardi di dollari per il quarto anno consecutivo a causa dei danni più elevati mai registrati, pari a 60 miliardi di dollari, causati da violenti temporali. A livello mondiale, le catastrofi naturali sono il rischio numero uno in Croazia, Grecia, Hong Kong, Ungheria, Malesia, Messico, Marocco, Slovenia e Thailandia, e molti di questi paesi hanno subito alcuni degli eventi più rilevanti del 2023. In Grecia, nel mese di agosto, si è verificato un incendio vicino alla città di Alexandroupolis che è stato il più esteso mai registrato nell’UE. Al contempo, alcune forti inondazioni in Slovenia hanno provocato uno degli eventi più gravi nella supply chain, causando ritardi nella produzione e carenze di componenti per le case automobilistiche europee. Differenze regionali. Rischi in aumento e in diminuzione – A livello globale, il cambiamento climatico (18%) non assume una rilevanza maggiore rispetto all’anno precedente, collocandosi al settimo posto, ma è tra i primi tre rischi aziendali in Italia – colpita dall’alluvione in Emilia-Romagna e dalle grandinate record nelle regioni del Nord – in Grecia, Turchia, Brasile e Messico. I danni fisici ai beni aziendali causati da eventi meteorologici estremi più frequenti e gravi sono una minaccia fondamentale. I settori dei servizi di pubblica utilità, dell’energia e dell’industria sono tra i più esposti. Inoltre, si prevede che i rischi di transizione a un’economia a zero emissioni e i rischi di responsabilità civile aumenteranno in futuro, poiché, per trasformare i loro modelli di business, le aziende investono in nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio, in gran parte non collaudate. Alla luce dei conflitti in corso in Medio Oriente, in Ucraina e delle tensioni tra Cina e Stati Uniti, non sorprende che rischi politici e violenza (14%) siano saliti dalla decima all’ottava posizione. Il 2024 sarà un anno caratterizzato da elezioni molto importanti: ben il 50% della popolazione mondiale sarà chiamata alle urne in paesi come l’India, la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito. L’insoddisfazione per i potenziali risultati, unita all’incertezza economica generale, all’alto costo della vita e alla crescente disinformazione alimentata dai social media, fa sì che la polarizzazione della società sia destinata ad aumentare, scatenando ulteriori conflitti sociali in molti paesi. Tuttavia, tra gli intervistati dell’Allianz Risk Barometer emerge la speranza che nel 2024 si possa assistere a un progressivo assestamento della forte instabilità economica verificatasi dallo shock della pandemia, con il risultato che gli Sviluppi macroeconomici (19%) sono scesi dal terzo al quinto posto. Tuttavia, secondo Allianz Research, le prospettive di crescita economica nel 2024 rimangono deboli: poco più del 2% a livello globale.”Questa crescita poco brillante deve considerarsi un male necessario: gli alti tassi di inflazione – afferma Ludovic Subran, Chief Economist di Allianz – saranno finalmente un ricordo del passato e ciò darà alle banche centrali un certo margine di manovra; è probabile che i tassi di interesse scendano nella seconda metà dell’anno e non più tardi, perché non ci si può aspettare uno stimolo dalle politiche di bilancio. Occorrerà seguire con attenzione il numero considerevole di elezioni nel 2024, i cui risultati potrebbero generare ulteriori sconvolgimenti”.In un contesto globale, la carenza di forza lavoro qualificata (12%) è vista come un rischio minore rispetto al 2023 scendendo dall’ottava alla decima posizione. Tuttavia, le imprese dell’Europa Centrale e Orientale, del Regno Unito e dell’Australia la ritengono uno dei cinque principali rischi aziendali. Dato che in molti Paesi del mondo la disoccupazione è ancora ai minimi storici, le aziende ricercano più posizioni lavorative di quante siano le persone disponibili sul mercato del lavoro. I profili più difficili da trovare sono gli esperti di informatica o di dati, un problema particolarmente rilevante nella lotta contro la criminalità informatica. LEGGI TUTTO

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    Vicenzaoro January, IEG. “Vivaio per i giovani talenti del gioiello”

    (Teleborsa) – Due curatori d’eccezione come Alessia Crivelli e Alessio Boschi per il nuovo progetto “The8″, lo sguardo degli allievi di IED di Roma e Torino, il concorso voluto da Labigem nel 2023, le occasioni di formazione nel calendario di VIOFF. Vicenzaoro presenta le iniziative per legare formazione e industry, con la missione di scoprire e dare una vetrina internazionale ai nuovi talenti del gioiello.”THE 8”, DUE CURATORI PER QUATTRO DESIGNER EMERGENTI – Quattro giovani designer emergenti a Vicenzaoro esporranno nella Design Room (Hall 7). È il progetto che Vicenzaoro ha chiamato “The 8”. Progetto di mecenatismo e di rigenerazione per il design del gioiello per legare formazione e industry del gioiello, creato da IEG assieme alla direttrice generale della valenzana Crivelli e presidente della fondazione “Mani intelligenti” e al designer di gioielli fondatore e direttore creativo dell’omonimo marchio con sede in Tailandia. Igor Quagliata, 26 anni, diploma allo IED di Roma, compone superfici colorate in titanio che, tra pieni e vuoti, abbracciano pietre preziose e combinazioni di oro a contrasto, per un look contemporaneo di gioielli moderni e genderless. L’iraniana Roshanak Payrovi dopo il master in Design del gioiello ad Arezzo, ha approfondito la tecnica del micromosaico al punto da farne la sua cifra stilistica nel gioiello. Antonia Ascolillo, 24 anni, allieva allo IED di Roma e vincitrice della Digital Jewlery Week (evento nel metaverso riservato ai designer under 35 e promosso, tra gli altri, da Vicenzaoro) sperimenta texture e rivestimenti metallici di superfici organiche ispirate ai tessuti cellulari. Juan Sebastian Plah Galindo, colombiano di 22 anni, con radici ora a Milano e vincitore nel 2022 della Digital Jewelry Week, traduce il movimento della danza in forme, colori e vari elementi della sua amata Cartagena de Indias. “The8” coinvolgerà ogni anno tutte le scuole professionali, università o master di Design del Gioiello, che presenteranno studenti e progetti più interessanti. Risultati comunicati nell’edizione di settembre del salone di IEG per avviare il processo di sponsorizzazione e di valorizzazione dei partecipanti selezionati. Infine, vetrina a gennaio. LE TENDENZE DI DOMANI NEGLI OCCHI DEGLI STUDENTI IED DI ROMA E TORINO – Le tendenze viste con gli occhi di chi si prepara a crearle. Il gioiello del futuro è un osservatorio di ricerca interdisciplinare curato dagli studenti del terzo anno di design del gioiello di IED Roma, coordinato da Barbara Brocchi con la collaborazione di Crivelli. Le curatrici hanno scelto di privilegiare la narrazione del punto di vista degli studenti attraverso arte, architettura, cultura, AI, tecnologia contemporanea, lasciando emergere una loro personale visione del futuro del gioiello. Iniziato lo scorso anno, il progetto proseguirà fino a Vicenzaoro September 2024. Sesta edizione per Inspiration Boards, il progetto formativo con la regia di Laura Inghirami che coinvolge gli studenti del corso in Design del Gioiello di IED Torino alla ricerca di nuovi trend tra i padiglioni di Vicenzaoro, con una pagina dedicata nel sito di VO e un profilo Instagram (@vo.inspiration). MISURARSI CON IL MITO, PREMIAZIONI DEL “GIOIELLO DEL FARAONE” – Labigem, Laboratorio Italiano di Gemmologia, lo scorso anno ha indetto un concorso rivolto agli under 35, rivolto agli studenti di più di 25 istituti. Compito: ispirarsi al tesoro di Tutankhamon in occasione del centenario della scoperta. Dei 125 lavori, ne sono stati selezionati otto. Labigem, assieme ai suoi partner istituzionali, tra cui il Museo del Gioiello di Vicenza e il Museo Egizio di Torino, premierà i vincitori lunedì 22 gennaio nell’Educational Hub (Hall 8) di Vicenzaoro. LA FORMAZIONE SI FA IN CITTÀ CON IL VIOFF: IL FUORI SALONE DI VICENZAORO – Talk e gara di design, la formazione dei giovani passa anche per gli eventi in città del calendario di VIOFF, il “fuori salone” di Vicenzaoro. Due gli appuntamenti rivolti ai giovani: il 19 gennaio i Golden Talk (ore 9 al Teatro San Marco, Contrà S. Francesco, 76), dedicati alle scuole secondarie di primo e secondo grado di Vicenza e provincia, a cura dei più importanti rappresentanti delle aziende orafe nazionali. Dal 16 al 21 gennaio, si svolge il Progold 3D Design Contest in centro storico a Vicenza: mostra en plein air con gli sketch di gioielli prodotti da studenti dei più importanti istituti di design nazionali e internazionali. I totem hanno QR CODE per votare il gioiello preferito, premiazione domenica 21 in Fiera. Anche il Museo del Gioiello, in Basilica palladiana, nei giorni di fiera ospiterà alcune iniziative di VIOFF, oltre alla mostra “Gioielli Italiani” e il suo programma di laboratori per famiglie.CONCORSO PREMIO “MAURO BASCHIROTTO” PER LA RICERCA SCIENTIFICA – Saranno un centinaio i ragazzi in visita lunedì 22 a Vicenzaoro, per il concorso di design promosso dalla vicentina Associazione Malattie Rare “Mauro Baschirotto” Onlus, che da più di un decennio premia ricercatori internazionali con un anello ispirato alla doppia elica del DNA. Premiazione, lunedì in Fiera. Per la prima volta, gli studenti troveranno in Fiera un DESK di accoglienza dedicato (Ingresso Ovest 3). Sono 17 gli istituti in arrivo da tutta Italia, oltre che da Francia, Spagna, e Germania: per un totale di oltre 500 iscritti tra studenti e accompagnatori. LEGGI TUTTO

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    Export italiano in USA: le previsioni per il 2024

    (Teleborsa) – Dati incoraggianti e superiori alle stime arrivano dal nuovo rapporto sull’occupazione USA: 216mila posti di lavoro creati rispetto a novembre (gli analisti si aspettavano un aumento pari a 170mila ) e tasso di disoccupazione stabile al 3,7%, un valore importante che ha determinato il successo dell’economia americana per tutto il 2023, con risvolti positivi soprattutto per l’export italiano. Nel 2022 l’America è riuscita ad aumentare i tassi di interesse, ridurre l’inflazione e, contemporaneamente, scongiurare la recessione. Questo lo scenario tracciato dall’osservatorio di ExportUSA. Si prevede un soft landing, un atterraggio morbido. “Si prevede – precisa Lucio Miranda, presidente di ExportUSA – un raffreddamento dell’economia americana e dell’inflazione, ma senza eccessive ripercussioni per l’occupazione. Secondo il nostro osservatorio, inoltre, le proiezioni al 2024 dovrebbero portare a risvolti ancor più positivi”. Mentre tutto il 2023 è stato caratterizzato dalla lotta all’inflazione – che si è conclusa con l’importante decisione da parte della FED di non alzare i tassi di interesse, ma al contrario di cominciare a tagliarli nel corso del 2024 – per il nuovo anno, sia la Federal Reserve sia il mercato stanno mantenendo un atteggiamento positivo, di chi sa di aver vinto la battaglia. Tutti buoni segnali, quindi, che porteranno a nuovi traguardi importanti per l’economia USA e per le esportazioni italiane negli States.”Alla base del soft landing – aggiunge Miranda – vi è la dicotomia tra una politica di matrice espansiva attuata dall’amministrazione Biden con l’IRA, e la politica monetaria restrittiva adottata invece dalla FED che, a partire dal 2022, ha incrementato i tassi di interesse fino al 5.5%. In assenza di una politica di bilancio di stampo Keynesiano come quella intrapresa dalla Casa Bianca, le decisioni di Powell avrebbero inciso negativamente sull’occupazione; fortunatamente le due posizioni hanno mantenuto la situazione in equilibrio”. L’inflazione dell’ultimo triennio è molto diversa se rapportata ai fenomeni del passato: l’aumento dei prezzi è stato provocato in gran parte dallo scardinamento delle linee di approvvigionamento a seguito della pandemia ed è legato più all’offerta che non alla domanda. ” La causa scatenante – precisa ancora Miranda – è stata la crisi delle catene di approvvigionamento che ha determinato un’impennata dei costi. Con la normalizzazione post Covid-19, l’inflazione è scesa e le ripercussioni sono quelle che stiamo vedendo ora”.Le elezioni americane: il punto di ExportUSA. In questo contesto incideranno le presidenziali del prossimo novembre: la vittoria di Biden confermerebbe un disgelo nelle relazioni commerciali Euro-Atlantiche grazie all’eliminazione dei dazi punitivi già inaugurati da Trump a inizio mandato, in particolare su acciaio e alluminio. Dal punto di vista della tassazione, Biden non riuscirebbe ad aumentare le tasse: il leader democratico non disporrebbe, infatti, del consenso necessario all’interno di Congresso e Senato. A livello geopolitico, invece, la politica di riorientamento della supply chain continuerebbe a tenere lontana la Cina (sia attraverso i controlli all’esportazione, sia sugli investimenti diretti), prediligendo così l’Europa come alleato affidabile. Qualora fosse Trump ad aggiudicarsi la Casa Bianca, invece, le relazioni commerciali con l’Europa potrebbero raffreddarsi: l’ex Presidente sta già manifestando l’intenzione di ripristinare i dazi punitivi di acciaio e alluminio. Tuttavia, le esportazioni italiane non subirebbero contraccolpi eccessivi, in quanto si tratta di categorie merceologiche secondarie per il nostro export. Sebbene il Tycoon punti ad un abbassamento delle tasse, anche lui non godrebbe del supporto necessario all’Interno del Congresso e del Senato. Per quanto riguarda le relazioni con la Cina, la situazione resterebbe invariata. “Indipendentemente dallo scenario che si configurerà – conclude Miranda – l’export italiano è salvo: i nostri macchinari e i beni industriali e strumentali continueranno ad essere indispensabili per la ricostruzione dell’economia americana”. LEGGI TUTTO

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    Turi (commercialisti): “A Napoli focus sulla Riforma Vietti”

    (Teleborsa) – “La riforma Vietti del 2003 è senza dubbio tra le trasformazioni giurisprudenziali più importanti del nostro Paese, in grado di tracciare con straordinaria lungimiranza le linee guida del diritto societario abbracciando tutti gli aspetti salienti in modo estremamente innovativo. Avere l’opportunità di discuterne con lo stesso Michele Vietti a Palazzo Calabritto è una opportunità per acquisire elementi preziosi nell’ambito dell’attività professionale”. È quanto ha affermato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, annunciando il forum “Le società di capitali a vent’anni dalla riforma Vietti” del prossimo giovedì 18 gennaio a partire dalle ore 15 presso la sede dell’Odcec Napoli in piazza dei Martiri, che vedrà la partecipazione di Michele Vietti, professore straordinario dell’Università Lumsa di Roma. All’incontro, moderato da Nicola Rocco di Torrepadula (ordinario dell’Università di Salerno), interverranno Fabio Cecere e Roberto Coscia (consiglieri delegati dell’Odcec Napoli), Francesca Marra Buonocore (presidente della Commissione diritto societario.Le relazioni saranno affidate a Massimo De Andreis (direttore generale di SRM e Presidente dell’Associazione italiana economisti d’impresa), Stanislao De Matteis (sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione), Luigi Abete (consigliere Ia Sezione Civile Corte di Cassazione), Amedeo Bassi (Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli) e Carlo Fiorentino (vice presidente Commissione diritto societario Odcec Napoli). LEGGI TUTTO