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    USA, fiducia consumatori Università di Michigan gennaio sale a 78,8 punti

    (Teleborsa) – Attesa in miglioramento la fiducia dei consumatori americani a gennaio 2024. Secondo i dati preliminari dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori è stimato in crescita a 78,8 punti rispetto ai 69,7 punti del mese di dicembre e superiore alle attese degli analisti che si attendevano un livello in aumento solo fino a 70 punti.Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente è migliorato a 83,3 punti dai 73,3 punti precedenti (le attese erano per 73 punti), mentre l’indice sulle attese è salito a 75,9 punti dai 67,4 precedenti (il consensus era a 67 punti).(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Antitrust UE chiede feedback su impegni Apple per pagamenti contactless

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha invitato gli operatori di mercato a commentare gli impegni offerti da Apple per affrontare le preoccupazioni sulla concorrenza relative alle restrizioni di accesso alla tecnologia utilizzata per i pagamenti contactless con dispositivi mobili nei negozi (Near-Field Communication, NFC).La Commissione ha accertato in via preliminare che Apple gode di un notevole potere di mercato nel mercato dei dispositivi mobili intelligenti e di una posizione dominante sui mercati dei mobile wallet su iOS. Apple Pay è l’unica soluzione di portafoglio mobile che può accedere all’hardware e al software necessari (input NFC) su iOS per consentire i pagamenti mobili nei negozi fisici. Apple non lo rende disponibile agli sviluppatori di app di mobile wallet di terze parti.Il 2 maggio 2022 la Commissione ha informato Apple della sua opinione preliminare secondo cui tale comportamento di esclusione potrebbe limitare la concorrenza nel mercato dei portafogli mobili su dispositivi iOS.Per rispondere alle preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza, Apple ha offerto i seguenti impegni: consentire ai fornitori di servizi di mobile wallet e pagamento di terze parti di accedere e interagire attraverso una serie di interfacce di API con la funzionalità NFC su dispositivi iOS gratuitamente, senza dover utilizzare Apple Pay o Apple Wallet; applicare gli impegni a tutti gli sviluppatori di app di mobile wallet di terze parti stabiliti nello Spazio economico europeo SEE; fornire caratteristiche e funzionalità aggiuntive, inclusa l’impostazione predefinita delle app di pagamento preferite, l’accesso a funzionalità di autenticazione come FaceID; applicare criteri di ammissibilità equi, oggettivi, trasparenti e non discriminatori per garantire l’accesso NFC agli sviluppatori di app di mobile wallet di terze parti.Gli impegni offerti da Apple rimarrebbero in vigore per dieci anni. La loro attuazione sarà monitorata da un fiduciario di controllo, che riferirà regolarmente alla Commissione. LEGGI TUTTO

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    USA, vendita di case esistenti dicembre -1% su mese

    (Teleborsa) – Segnali di pessimismo giungono dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a dicembre 2023 un decremento dell’1%. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il +0,8% riportato a novembre. Sono state vendute 3,78 milioni di abitazioni rispetto ai 3,82 milioni di novembre e ai 3,82 milioni di unità previsti dagli analisti. Su base annua, le vendite sono scese del 6,2%.(Foto: Sebastian Wagner / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    UPB: “Debito Italia resta il secondo più elevato dell’area euro”

    (Teleborsa) – Nei Documenti programmatici di bilancio 2024 (DPB) dei paesi dell’area dell’euro viene stimata una crescita del PIL reale pari in media allo 0,9 per cento per il 2023, in aumento all’1,7 per cento nel 2024. La crescita è positiva nel 2023 per tutti i paesi a eccezione di Estonia, Austria e Lituania, mentre per la Finlandia la crescita è nulla. Per il 2024, secondo i DPB, tutti i paesi dell’area dell’euro tornerebbero a beneficiare di una crescita superiore all’1 per cento, con una media dell’1,7 per cento. È quanto evidenzia l’Ufficio parlamentare di bilancio nel nuovo Focus che analizza i quadri macroeconomici e di finanza pubblica presentati dai 20 paesi dell’area dell’euro nei Documenti programmatici di bilancio 2024.Per le principali economie dell’area dell’euro, – rileva l’UPB – la crescita del PIL reale ha iniziato a perdere slancio nel corso del 2023 con effetti di trascinamento anche sul 2024. Secondo le stime dei rispettivi DPB, l’economia tedesca e quella spagnola dovrebbero crescere più di quanto atteso dai PS 2023 (0,4 per cento la Germania, 2,4 per cento la Spagna) e meno di quanto atteso nel 2024 (1,6 per cento in Germania, 2 per cento in Spagna). Le previsioni di autunno della Commissione sono più basse rispetto a quelle dei DPB. Per la Germania, il PIL reale è visto, nel 2023, in territorio negativo e pari al -0,3 per cento, mentre, nel 2024 ritornerebbe a crescere dello 0,8 per cento. Per la Spagna solo il 2024 viene visto più basso e pari all’1,7 per cento. Nel caso della Francia, la crescita del PIL reale nel 2023 dovrebbe rimanere allineata al dato previsto nel PS (1 per cento), ma si indebolirebbe nel 2024, attestandosi all’1,4. La Commissione indica solo per il 2024 una previsione più bassa, all’1,2 per cento. Per quanto riguarda l’Italia, la crescita dell’attività economica dovrebbe essere inferiore a quanto indicato nel PS sia nel 2023, con un valore per il PIL reale previsto dal Governo in crescita allo 0,8 per cento, inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto a quanto indicato nel PS, sia nel 2024, anno in cui le previsioni di crescita scendono dall’1,5 per cento del PS all’1,2 del DPB. Il deterioramento delle prospettive di crescita per l’Italia viene confermato anche dalle previsioni di autunno della Commissione europea che indica, rispettivamente, la crescita allo 0,7 per cento per il 2023 e allo 0,9 per l’anno in corso.Inflazione – La media per i principali paesi dell’area dell’euro delle stime del tasso di inflazione è pari al 5,7 per cento nel 2023 e al 2,9 per cento nel 2024. Le previsioni di inflazione mostrano comunque dinamiche differenziate e sono ancora caratterizzate da un’ampia incertezza. In Germania, il tasso di inflazione è previsto al 5,7 per cento nel 2023 e al 2,3 nel 2024, valori in entrambi i casi inferiori a quelli previsti nel PS dello scorso aprile. La Commissione europea stima valori più elevati, pari al 6,3 e al 3 per cento. Per la Francia e per la Spagna, le previsioni del tasso di crescita dell’inflazione per il 2023, rispettivamente al 5,7 e al 5,9 per cento, mostrano valori superiori a quelli stimati nel PS mentre, per il 2024, l’inflazione dovrebbe registrare livelli inferiori o simili (2,5 per cento in Francia, 3,6 in Spagna). In Italia, il tasso di inflazione dovrebbe risultare nel 2023 al 4,5 per cento, inferiore a quello previsto nel PS e, per il 2024, attestarsi su livelli simili alle precedenti stime, al 2,9 per cento.Debito – In relazione al rapporto tra il debito e il PIL, dai DPB dei paesi dell’area dell’euro il livello medio è pari al 90,7 per cento nel 2023 e in leggera diminuzione al 90,1 per cento nel 2024. Dodici paesi registrano un rapporto superiore al 60 per cento e sei paesi sono su livelli maggiori del 100 per cento. Per il 2024 l’Italia prevede un debito pubblico in rapporto al Pil sostanzialmente stabile rispetto al 2023, rimanendo il secondo più elevato (140,1 per cento) dopo la Grecia (152,2 per cento), mentre l’Estonia continua a prevedere il debito pubblico in rapporto al Pil più basso (20,9 per cento). Il rapporto tra il debito e il Pil dell’Italia per il 2023 è inferiore a quanto pubblicato nel Def lo scorso aprile grazie alla revisione al rialzo della stima del livello del Pil nominale per il 2021 e il 2022, recentemente effettuata dall’Istat, che si trascina anche negli anni successivi. Nel 2024, il rapporto tra debito e Pil dell’Italia si riduce solo marginalmente di 0,1 punti percentuali di Pil rispetto alla stima del 2023. In relazione al rapporto tra il debito e il Pil, dai Dpb dei paesi dell’area dell’euro il livello medio è pari al 90,7 per cento nel 2023 e in leggera diminuzione al 90,1 per cento nel 2024. Dodici paesi registrano un rapporto superiore al 60 per cento e sei paesi sono su livelli maggiori del 100 per cento. Disavanzo – Per quanto riguarda il disavanzo nominale in rapporto al PIL stimato nei DPB, nel 2023 è prevista una media complessiva al 3,4 per cento, mentre nel 2024 la media scende al 2,9 per cento. Quanto al primario (entrate meno spese al netto degli interessi sul debito), secondo i DPB nel 2023 è previsto in media un disavanzo pari in media all’1,7 per cento del PIL, che scende nel 2024 all’1,1 per cento. Secondo i DPB, in nove paesi (tra cui l’Italia) il disavanzo si dovrebbe attestare su livelli superiori al 3 per cento del PIL, mentre tre paesi prevedono un avanzo di bilancio. Il DPB della Slovacchia presenta il disavanzo in rapporto al PIL maggiore (6,3 per cento nel 2023, quest’anno al 6,5 per cento), mentre quello di Cipro prevede l’avanzo di bilancio in rapporto al PIL più elevato (2,5 per cento nel 2023, 2,8 nel 2024). Tra le economie principali dell’area dell’euro (Germania, Francia, Italia e Spagna), gli obiettivi sul disavanzo nominale di bilancio precedentemente programmati nei rispettivi PS sono stati confermati in Francia e rivisti, rispettivamente, in senso peggiorativo in Italia e in senso migliorativo in Germania. In Germania, il deficit in rapporto al PIL previsto dal DPB per il 2023 migliora significativamente rispetto all’ultima stima del PS di aprile, passando da circa il 4,3 per cento a circa il 2,5 per cento del PIL mentre per il 2024 è previsto un lieve peggioramento rispetto alle precedenti stime. Tuttavia, le nuove misure a sostegno delle imprese contro il caro energia annunciate dal Governo mettono a rischio tali obiettivi, mentre la recente sentenza della Corte costituzionale tedesca sul meccanismo di freno al debito previsto dalle regole numeriche di bilancio tedesche potrebbe richiedere l’adozione di ulteriori interventi di consolidamento da parte del Governo per il 2024 e per gli anni seguenti. Tra le principali economie dell’area dell’euro solo il DPB dell’Italia prevede per il 2023 e il 2024 un peggioramento del disavanzo primario rispetto a quanto programmato nel PS e prospetta un disavanzo superiore alla media e secondo solo a quello della Slovacchia. Le stime del Governo italiano rivedono gli obiettivi di indebitamento netto al 5,3 per cento del PIL nel 2023, in peggioramento di 0,8 punti percentuali rispetto al dato del PS, e al 4,3 per cento del PIL nel 2024, 0,6 punti in più rispetto agli obiettivi precedenti. Il DPB della Francia prevede che il disavanzo primario per il 2023 e il 2024 resti sostanzialmente invariato rispetto agli obiettivi del PS. Anche in Spagna le proiezioni del saldo di bilancio in rapporto al PIL non si discostano dagli obiettivi del PS della scorsa primavera poiché il DPB, presentato dal governo uscente, si basa sull’ipotesi di politiche invariate.In conclusione tra i principali Paesi dell’area euro solo la Spagna risulta essere complessivamente in linea con tutte le raccomandazioni Ue. La Commissione ha invitato la Germania a ridurre le misure di sostegno all’energia prima possibile nel 2023 e nel 2024, mentre l’Italia – scrive l’Upb – “dovrebbe a tenersi pronta ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica di bilancio nel 2024 sia in linea con le raccomandazioni del Consiglio”. La Francia, ricorda l’Ufficio parlamentare di bilancio, “è stata invitata ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica di bilancio nel 2024 sia in linea con le raccomandazioni”. LEGGI TUTTO

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    Enel, l’AD Flavio Cattaneo incontra il Presidente della Repubblica del Cile

    (Teleborsa) – Il Presidente della Repubblica del Cile Gabriel Boric Font ha incontrato l’amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo. Sul tavolo, le sfide legate al settore energetico, con un focus sulle rinnovabili. All’incontro, che si è svolto presso Palacio de La Moneda, hanno partecipato anche il Ministro dell’Energia Diego Pardow, il direttore Rest of the world di Enel Alberto De Paoli e il direttore Enel Cile Fabrizio Barderi. LEGGI TUTTO

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    Settimana bianca, Federconsumatori: “Fioccano i rincari, +11% rispetto al 2023”

    (Teleborsa) – Con il weekend si prevede una nuova ondata di freddo, che lascia ben sperare per il turismo invernale. Ma a fioccare non è solo la neve: secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori vi saranno forti rincari dei costi per la settimana bianca. Nel dettaglio, l’Osservatorio ha monitorato i prezzi per il noleggio dell’attrezzatura, per l’albergo, per i pasti e per lo skipass, per una famiglia di 4 persone che si appresta a trascorrere la settimana bianca (7 giorni e 6 notti) presso una delle località sciistiche più gettonate in Italia. Nell’ambito del monitoraggio sono state prese in considerazione le principali località sciistiche in Veneto, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Abruzzo e centro Italia. Emergono costi proibitivi: nella stagione 2023-2024 una famiglia spenderà mediamente 7.104,96 euro, l’11% in più rispetto alla stagione precedente. Gli aumenti più elevati – rileva Federconsumatori – riguardano il costo dello skipass settimanale (+18%), il noleggio dell’attrezzatura (+10%) e l’hotel (+13%).La regione in cui si conferma più costosa la settimana bianca è il Veneto, con un costo di 2.113,17 euro a persona. Risulta decisamente meno costoso trascorrere la settimana bianca in una delle località dell’Abruzzo o del centro Italia: in questo caso la spesa si aggira attorno ai 1.442,72 euro a persona. A tali spese si aggiungono i costi della benzina e dei pedaggi: ipotizzando un viaggio da Milano a Cortina d’Ampezzo il costo per raggiungere la meta sarà di circa 89 euro a tratta. Da Roma a Roccaraso il costo a tratta è, invece, di circa 36 euro. Da Torino a Cervinia, invece, il costo è di 27 euro a tratta.”Si tratta di costi proibitivi per molti, che – commenta Federconsumatori – rendono sempre più élitaria la vacanza ad alta quota. Nonostante ciò, il numero di presenze sulle piste sarà elevato: da un lato a compensare le difficoltà e le rinunce delle famiglie italiane vi sarà una spinta del turismo straniero, dall’altro, molti italiani, pur di non rinunciare alla vacanza in montagna, sceglieranno di ridurre la durata del proprio soggiorno a 3-4 giorni, magari optando per appartamenti, b&b, ostelli e soluzioni di pernottamento più economiche”. LEGGI TUTTO

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    SIGEP 2024: il consumo di gelato artigianale in Italia vale 5 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Un settore in cambiamento, dinamico e reattivo nell’adattarsi ai nuovi stili di vita e modelli di consumo: è quello del gelato artigianale che, con circa 39mila tra bar-gelaterie, gelaterie-pasticcerie e gelaterie “pure”, impiega oltre 90mila addetti per un fatturato complessivo che sfiora i 5 miliardi di euro. Il comparto è in buona salute, ma – al pari degli altri Pubblici Esercizi – si trova al centro di nuove dinamiche di sviluppo che spingono le imprese a un impegno continuo per tenere alto il livello della qualità e dell’innovazione di prodotto e di servizio. Temi, questi, di cui si discuterà al SIGEP, il Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianale e Caffè in corso dal 20 al 24 gennaio a Rimini, giunto alla sua quarantacinquesima edizione. Anche quest’anno, tra i partecipanti ci sarà FIPE-Confcommercio, che il prossimo martedì 23 gennaio, alle 12, ospiterà una tavola rotonda alla quale parteciperanno Vincenzo Ferrieri, fondatore e vicepresidente di Cioccolatitaliani, Paolo Brunelli, Andrea Fassi e Alberto Marchetti, alla guida delle omonime gelaterie, per un confronto sulle sfide che attendono il settore a partire dal valore delle competenze manageriali per gestire le imprese. In un’altra tavola rotonda, che si terrà lunedì 22 gennaio alle ore 13, si parlerà di Innovazione e Digitalizzazione nelle Pasticcerie e Gelaterie.Secondo FIPE-Confcommercio, tra i principali trend osservati in questo comparto c’è quello della destagionalizzazione, in costante crescita negli ultimi anni: sono ormai quasi il 40% le gelaterie artigianali aperte tutto l’anno, mentre oltre il 90% lavora per un periodo di almeno otto mesi. Gennaio si conferma il mese preferito per la chiusura (non alzano le saracinesche il 41% delle imprese), seguito da dicembre (28,3%) e novembre (25%).Se il prolungamento della stagione, favorito anche dai cambiamenti climatici, rappresenta un’indubbia opportunità per le gelaterie, rimangono tante le sfide aperte. Su tutte quella dell’occupazione: in vista della riapertura di molte attività, nel trimestre gennaio-marzo le gelaterie avranno bisogno di 1.170 gelatieri e 6.700 addetti alla vendita al banco. Secondo una rilevazione Unioncamere-Excelsior, infatti, il 72,8% delle imprese rileva difficoltà di reperimento del personale, soprattutto per inadeguatezza dei candidati (63,8%). A questo si aggiungono tre elementi chiave che caratterizzano le prospettive di sviluppo delle gelaterie artigianali: diversificazione del prodotto, ampliamento dei margini e rafforzamento del know-how professionale e manageriale. Proprio sulle competenze manageriali e sulla capacità di gestire le transizioni digitale e ambientale passa il futuro del settore.”SIGEP è un appuntamento fondamentale per captare le nuove tendenze di un settore, quello del gelato e della pasticceria, che non solo è una componente importante del consumo alimentare fuori casa, ma è anche un patrimonio imprenditoriale del Paese e simbolo del Made in Italy in tutto il mondo – ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio –. Dietro un semplice ma eccellente gelato c’è una lunga filiera produttiva fatta di macchine, attrezzature, arredamenti, materie prime, esercizi commerciali e, naturalmente, di maestranze qualificate. Una filiera che investe, esporta, fa ricerca e innovazione, crea ricchezza e occupazione. Insomma una filiera del gusto che è anzitutto un asset straordinario del sistema produttivo dell’Italia.” LEGGI TUTTO

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    Imprese, Vietti (Lumsa): “Regole agili, proattive e flessibili per migliorare il sistema economico”

    (Teleborsa) – “La riforma ha dato buona prova di sé in questi vent’anni dove è successo di tutto. Dalla crisi economica del 2008 a quelle più recenti, gli istituti introdotti hanno avuto una buona tenuta dimostrando una verità fondamentale: la regola in diritto commerciale non è una pura sovrastruttura ma serve ad orientare il mercato. Quest’ultimo ha le sue dinamiche, ma se può disporre di regole agili, proattive e flessibili, l’intero sistema economico funziona meglio. E questo obiettivo lo abbiamo centrato”. Sono le parole di Michele Vietti, professore straordinario all’Università Lumsa di Roma, autore della riforma del diritto societario del 2003, intervenuto nel corso del convegno “Le società di capitali a vent’anni dalla riforma Vietti” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli.”Con la riforma più che semplificare abbiamo modernizzato, traendo spunti da altri ordinamenti europei e anglosassoni con sistemi di governance alternativi e offrendo una pluralità di strumenti giuridici in nome dell’autonomia dell’imprenditore che è il miglior giudice della loro utilità. La riforma – ha aggiunto Vietti – ha scommesso anche sui professionisti perché sono i consulenti dell’imprenditore e lo aiutano ad orientarsi tra le diverse opportunità che le regole offrono per poter far meglio il proprio mestiere”.”È una riforma che ha fatto epoca. Il decreto lgs 6/2003 – ha detto Eraldo Turi, presidente dell’Odcec Napoli, introducendo i lavori – ha innovato, modificato e costruito tutto il nuovo diritto commerciale che era rimasto fermo al codice del 1942. Nuove norme aggiornate al nuovo tessuto sociale e imprenditoriale. Sicuramente ci sono delle ulteriori innovazioni ed integrazioni ma ciò che è stato fatto offre già un ottimo risultato per ciò che riguarda il diritto societario. Pensiamo ad esempio alle srl, che sono le società più diffuse nell’ambito imprenditoriale con la caratteristica peculiare di attestare le loro regole alle realtà degli imprenditori e delle loro aziende o società”.All’incontro, moderato da Nicola Rocco di Torrepadula, ordinario dell’Università di Salerno), sono intervenuti i consiglieri delegati dell’Odcec Napoli Fabio Cecere e Roberto Coscia.Le relazioni sono state affidate a Massimo De Andreis, direttore generale di SRM e Presidente dell’Associazione italiana economisti d’impresa; Luigi Abete, consigliere Ia Sezione Civile Corte di Cassazione; Amedeo Bassi, Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli; e Carlo Fiorentino, vice presidente Commissione diritto societario Odcec Napoli. LEGGI TUTTO