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    Pane, pizza e pasticceria: valore produzione 2023 pari a 13,4 miliardi di euro

    (Teleborsa) – In Italia ci sono 46.818 imprese attive nella produzione (35.253, il 76% del totale) e nel commercio (11.565, 24%) di prodotti di panificazione, pizza e pasticceria. Nel 2023, il valore della produzione dell’intero comparto è stato di 13,4 miliardi di euro, il 67% del quale prodotto da realtà con oltre 10 addetti, nonostante queste costituiscano appena l’8,2% del totale. Le previsioni per il 2024 sono positive: le imprese del commercio di pane, pizza e pasticceria prevedono una crescita media dei consumi pari all’1,6%. Queste le evidenze emerse dalla ricerca AIBI (Associazione Italiana Bakery Ingredients) -Format Research presentata alla alla Vision Plaza del SIGEP (alla fiera di Rimini fino a mercoledì 24 gennaio) da AIBI nell’ambito della conferenza “Pane, pizza e pasticceria: nuovi consumi e tendenze”.Proprio riguardo ai consumi, si registrano progressivi cambiamenti nelle tendenze di consumo degli italiani, sempre più alla ricerca di un prodotto di qualità: secondo l’indagine, il 54,4% chiede che il prodotto sia digeribile e il 31,2% lo preferisce di tipo salutistico, in risposta a intolleranze o a specifiche esigenze dietetiche o intolleranze.Per il 66,4% dei consumatori è infatti fondamentale la scelta degli ingredienti, anche per quanto riguarda la pasticceria: le farine tradizionali prevalgono (sono scelte dal 66,6% degli artigiani intervistati), cresce l’impiego di quelle alternative come riso, soia e manitoba che, secondo le stime, nel 2024 potrebbero coprire più del 20% del mercato. Tra i grassi domina invece il burro, ma il 16% degli artigiani apprezza la nuova margarina, a base vegetale e ripensata per chi ha problemi dietetici o di intolleranze. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Urso e Calderone convocano sindacati indotto

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, hanno convocato per mercoledì 24 gennaio i rappresentanti sindacali afferenti all’indotto di Acciaierie d’Italia, per un aggiornamento sulla situazione dell’ex Ilva, anche al fine di predisporre ulteriori misure dopo quanto previsto dal decreto recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri a sostegno delle aziende e dei lavoratori dell’indotto. È quanto riferisce una nota congiunta Mimit-Lavoro. L’incontro segue quello avuto dai due ministri venerdì scorso con le associazioni delle aziende della filiera.Intanto, nell’ultimo incontro con i sindacati Palazzo Chigi l’esecutivo ha ufficializzato un prestito ponte di 320 milioni di euro per l’ex Ilva: “sarà garantita la liquidità corrente qualora sia avviata la procedura di amministrazione straordinaria” per l’azienda.Prestito ponte che la Commissione europea “non commenta” , limitandosi a ricordare che sta all’Italia ora valutare se il prestito-ponte che si ipotizza possa essere concesso, con decisione del governo, all’azienda siderurgica costituisca un aiuto di Stato, e in questo caso notificarlo all’Ue prima di concederlo. Lo ha detto nei giorni scorsi a Bruxelles la portavoce per la Concorrenza della Commissione, Lea Zuber, rispondendo alla domanda di una giornalista durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario.”Sta agli Stati membri valutare se una specifica misura coinvolga aiuti di Stato, ai sensi del diritto comunitario, e, se questo è il caso, procedere alla notifica alla Commissione affinché lo valuti prima che sia concesso al beneficiario”, ha puntualizzato la portavoce. LEGGI TUTTO

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    Innovazione, ENEA: “Intelligenza artificiale per una maggiore sicurezza sul lavoro”

    (Teleborsa) – Misurare e migliorare sicurezza ed efficienza nei luoghi di lavoro. Con questo obiettivo ENEA ha sviluppato nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale conducendo i primi test con risultati positivi in due contesti lavorativi diversi: una multinazionale farmaceutica e un’azienda italiana di lavorazione dei metalli. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Industrial Information Integration e rientra nel progetto internazionale “Human-Centred Safety Crowd-Sensitive Indicators”, al quale hanno partecipato ENEA (coordinamento), Sapienza Università di Roma, Middlesex University di Londra, l’azienda Human Factors Everywhere e Inail che ha finanziato la quota italiana.”La metodologia e gli strumenti software che abbiamo sviluppato sono pensati per garantire l’efficienza e la sicurezza nelle imprese moderne dove i processi produttivi prevedono l’interazione tra persone, strumentazione fisica e componenti tecnologiche, tra cui robot, droni, software e sensori. In gergo tecnico, ci riferiamo a sistemi cyber-socio-tecnici”, spiega Antonio De Nicola, ricercatore del Laboratorio ENEA di Analisi e protezione delle infrastrutture critiche e coautore dello studio insieme alla collega Maria Luisa Villani, a Francesco Costantino, Andrea Falegnami e Riccardo Patriarca di Sapienza Università di Roma, Mark Sujan di Human Factors Everywhere e John Watt della Middlesex University.Il team di esperti ha definito un nuovo indicatore di resilienza per cogliere il disallineamento tra procedure formali (Work-As-Imagined) e lavoro concretamente svolto dagli operatori in fabbrica e nei cantieri (Work-As-Done). “Spesso efficienza e sicurezza sono messi a rischio da questo disallineamento, in quanto nella realtà esistono più modi di ‘vedere’ lo stesso processo lavorativo e può succedere che i lavoratori possano cambiare, per necessità, quanto stabilito dal protocollo. Ma molti di questi cambiamenti possono essere potenzialmente pericolosi se si è, ad esempio, in una centrale elettrica o in un cantiere edile”, sottolinea De Nicola.Per stimare questo indicatore, è stata sviluppata una metodologia parzialmente automatizzata basata su questionari ‘dinamici’, per cogliere le differenze tra Work-As-Imagined e Work-As-Done, e sull’intelligenza artificiale, per analizzare e quantificare il gap tra queste due modalità lavorative.Nell’azienda di produzione di semilavorati in alluminio, l’indicatore ha permesso di individuare la tipologia di funzioni da monitorare con più attenzione per garantire ai lavoratori una maggiore sicurezza. Nell’impianto di produzione farmaceutica, invece, sono state evidenziate anche le principali azioni da intraprendere per migliorare l’efficienza delle operazioni.”A volte il disallineamento tra procedure lavorative formali e il lavoro concreto sono ‘deprecabili’ per il mancato rispetto delle procedure di sicurezza, mentre altre volte il completamento di un processo lavorativo richiede effettivamente che i lavoratori si discostino dai protocolli formali. In ogni caso – conclude De Nicola – questa diversità di prospettive può causare tensioni organizzative nell’intero sistema e portare a un basso livello di prestazione o, addirittura, a incidenti legati al mancato rispetto delle procedure di sicurezza”. LEGGI TUTTO

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    Manovra stipendi Juventus, respinto il ricorso di Andrea Agnelli

    (Teleborsa) – Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni ha respinto, “perché in parte inammissibile ed in parte infondato” il ricorso presentato da Andrea Agnelli contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la Procura Federale della FIGC per il caso “Manovra Stipendi”.Agnelli aveva presentato ricorso dopo essere stato condannato a 16 mesi di inibizione, poi ridotti a 10 dalla Corte federale d’Appello, per il caso riguardante gli stipendi non regolarmente versati ai giocatori durante il periodo del lockdown. Gli altri dirigenti della Juventus avevano scelto il patteggiamento. LEGGI TUTTO

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    Air France e Ryanair riprendono i voli con Israele

    (Teleborsa) – La ripresa dei collegamenti con Israele, iniziata con la riattivazione dei voli con Tel Aviv operati da Lufthansa, Swiss, Austrian e Aegean, proseguirà il 23 gennaio con Air France che decollerà da Parigi. Dal prossimo 1° febbraio sarà la volta di Ryanair che ripristinerà le rotte verso Tel Aviv in partenza da Karlsruhe/Baden Baden, Marsiglia, Memmingen, Milano e Vienna.(Foto: Kamal Haroui) LEGGI TUTTO

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    Sisma 2016, Castelli: cantiere Itis Divini avanza

    (Teleborsa) – “Alla luce delle informazioni più recenti posso affermare che finalmente per l’Itis Divini si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel e possiamo guardare al prossimo futuro con ottimismo. L’avanzamento dei lavori presso il cantiere dell’Istituto di San Severino Marche e’ evidente, si tratta di una bella notizia che condivido con piacere. Entro la prossima settimana, verra’ completata l’asfaltatura delle aree esterne dove sorgeranno il parcheggio e un campo da basket (sul quale verrà posta un’apposita resina). A seguire, verranno installati i pali dell’illuminazione e le recinzioni di delimitazione sia del campo da basket, sia dell’intera proprieta’ dell’Itis”. Lo afferma in una nota il Commissario Straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli.”Inoltre, entro la fine del mese di gennaio, la ditta impegnata nei lavori dovrebbe cominciare il montaggio delle strutture prefabbricate. Le travi del solaio sono già posizionate presso il cantiere e, dunque, a breve potranno essere installate. Poi, progressivamente, mano a mano che giungeranno gli ulteriori componenti prefabbricati (già ordinati) verranno i realizzati piani superiori del plesso prevedendo che, contemporaneamente al montaggio di travi, pilastri, e solai, si proceda anche all’inserimento dei pannelli dell’involucro. Cio’ significa che mentre salira’ la struttura portante della scuola, altrettanto avverrà per il rivestimento esterno”.”Il cambio di passo impresso alla ricostruzione – sottolinea Castelli – sta dando i suoi frutti anche rispetto alla vicenda dell’Itis Divini, grazie all’approvazione nell’ottobre scorso della variante che ha consentito di riorganizzare i lavori e i costi dell’attivita’. La ricostruzione di questo polo di eccellenza ha attraversato vicende burocratiche estremamente complesse e momenti difficili ma, grazie al lavoro certosino che ho compiuto, possiamo guardare al futuro con ottimismo. Ora non dobbiamo abbassare la guardia e proseguire nei lavori, per portare gli studenti nella nuova struttura al piu’ presto”. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: nel 2023 crescita nulla, PIL +0,6% nel 2024

    (Teleborsa) – La crescita economica in Italia “è stata pressoché nulla alla fine del 2023, frenata dall’inasprimento delle condizioni creditizie, nonché dai prezzi dell’energia ancora elevati; i consumi hanno ristagnato e gli investimenti si sono contratti”. Lo stima la Banca d’Italia, che nell’ultimo bollettino economico riporta le previsioni elaborate lo scorso dicembre nell’ambito dell’esercizio trimestrale coordinato con l’Eurosistema: il Pil aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024 (rispetto allo 0,7 stimato per il 2023) e dell’1,1 per cento in ciascuno dei due anni successivi. Secondo Bankitalia, negli ultimi mesi “l’attività è tornata a scendere nella manifattura, mentre si è stabilizzata nei servizi; è aumentata nelle costruzioni, che hanno continuato a beneficiare degli incentivi fiscali.In Italia negli ultimi mesi “la discesa dell’inflazione si è accentuata e si è estesa ai beni industriali non energetici e ai servizi”. A dicembre la crescita dei prezzi al consumo si è collocata allo 0,5 per cento (e al 3% al netto delle componenti più volatili). Secondo l’istituzione “le famiglie e le imprese si attendono un allentamento delle pressioni inflazionistiche nel breve e nel medio termine”. Nelle previsioni elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema lo scorso dicembre, Bankitalia prevedeva una inflazione 2024 all’1,9 per cento, dal 5,9 nel 2023, e all’1,7 nel 2026. L’inflazione di fondo diminuirebbe al 2,2 per cento nell’anno in corso (dal 4,5 nel 2023) e si porterebbe sotto il 2 per cento nel biennio successivo.Lo scorso anno il debito pubblico dell’Italia è aumentato di quasi 100 miliardi di euro, tuttavia l’incidenza del debito stesso rispetto al Pil è migliorata se paragonata con i valori del 2022, così come il deficit-Pil. “Alla fine di novembre il debito delle Amministrazioni pubbliche ammontava a 2.855 miliardi, circa 97 in più rispetto alla fine del 2022. Sulla base dei dati preliminari di dicembre – dice Bankitalia – si può tuttavia stimare che nel 2023 il debito in rapporto al Pil sia diminuito per il terzo anno consecutivo (dopo il picco di quasi il 155 per cento nel 2020) collocandosi su un valore nell’ordine del 140 per cento”. Le informazioni preliminari disponibili segnalano per il 2023 una riduzione sia del disavanzo sia dell’incidenza del debito sul prodotto rispetto all’anno precedente, aggiunge l’istituzione. Bankitalia, poi, rileva che a dicembre è stata approvata la manovra di bilancio per il prossimo triennio, “che nelle valutazioni ufficiali accresce l’indebitamento netto del 2024 di 0,7 punti percentuali del Pil nel confronto con il quadro a legislazione vigente”In Italia la dinamica dei prestiti bancari “rispecchia ancora la marcata debolezza della domanda di finanziamenti e la rigidità dei criteri di offerta, coerentemente con l’orientamento restrittivo della politica monetaria. I passati rialzi dei tassi ufficiali continuano a incidere sul costo del credito alle imprese in maniera più intensa rispetto a quanto suggerito dalle regolarità storiche”. Lo rileva la Banca d’Italia nel Bollettino economico. “La restrizione monetaria sta determinando anche una flessione della raccolta bancaria. Migliora la redditività – si legge – resta contenuto il tasso di deterioramento dei prestiti e aumenta il livello di patrimonializzazione delle banche.Sul Patto di Stabilità – L’accordo raggiunto tra i governi dell’Unione europea sulla riforma del Patto di stabilità e crescita “incorpora le principali novità della proposta legislativa avanzata nella scorsa primavera dalla Commissione europea, ossia la centralità dell’analisi di sostenibilità del debito nel medio periodo e il ruolo delle negoziazioni con ciascuno Stato membro per definire il processo di consolidamento di bilancio. Tuttavia – rileva la Banca d’Italia – sono stati aggiunti ulteriori criteri numerici, uguali per tutti i paesi, che vincolano la dinamica del debito e il disavanzo strutturale”. L’istituzione ricorda poi che “sono in corso negoziati tra le istituzioni europee per perfezionare il testo normativo”.SUL PNRR – La revisione del Pnrr, richiesta dall’Italia e approvata lo scorso 8 dicembre dal Consiglio dell’Unione europea comporta una “rimodulazione dei tempi” dalla quale “deriverà una riduzione della quinta e della sesta rata e un incremento complessivo di quelle successive, in particolare dell’ultima. Allo stesso tempo si registra una parziale riallocazione dell’ammontare finanziato da sovvenzioni verso le rate conclusive”. Lo rileva la Banca d’Italia, in un riquadro di analisi inserito nel Bollettino economico. La revisione “ha ripercussioni anche sul numero e sulla cadenza temporale dei traguardi e degli obiettivi da raggiungere ogni semestre: questi infatti aumentano da 527 a 617 e, rispetto alla precedente versione del Piano, risultano posticipate le relative scadenze (quasi il 30 per cento si concentra nel primo semestre del 2026, l’ultimo periodo di rendicontazione)” LEGGI TUTTO

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    UE, prezzi agricoli hanno arrestati i forti rialzi nel 2023

    (Teleborsa) – Le prime stime degli indici dei prezzi agricoli per il 2023 indicano uno “shift rispetto ai forti aumenti dei prezzi che hanno caratterizzato il 2021 e il 2022”. Nel 2023, il prezzo medio dei prodotti agricoli nel loro insieme (produzione) nell’Unione europea è aumentato del 2% rispetto all’anno precedente, mentre il prezzo medio dei beni e dei servizi attualmente consumati in agricoltura (input) è diminuito del 5%. Lo comunica l’Eurostat in un nuovo report sul tema.Il modesto aumento complessivo dei prezzi dei prodotti agricoli nel loro insieme riflette i contrasti tra i singoli prodotti. Mentre aumenti significativi si sono registrati per l’olio d’oliva (54%), le patate anche da semina (23%), i suini (22%) e le uova (20%), una sostanziale diminuzione (26%) si è registrata per i cereali (un aggregato che comprende il frumento, l’orzo, il mais, la segale e l’avena nonché altri tipi di cereali).Tra gli input non legati agli investimenti, il prezzo medio dei fertilizzanti e degli ammendanti è diminuito del 23% e quello dei lubrificanti energetici è diminuito del 12%. Il prezzo medio dei prodotti fitosanitari e dei pesticidi è invece aumentato del 9%, così come le sementi e le piantine.Tra i focus forniti da Eurostat c’è quello sulle patate, i cui prezzi sono aumentati in 24 paesi dell’UE. Una siccità diffusa nel 2023 ha infatti avuto un impatto sui livelli di produzione di una serie di colture, tra cui le patate. Ciò a sua volta ha influenzato i prezzi, che sono aumentati più rapidamente in Germania (49%), Slovacchia (48%) e Croazia (44%). Diminuzioni sono state registrate in tre paesi: Belgio (-18%), Cipro (-14%) e Austria (-4%).Tra gli altri dati salienti c’è quello per cui i prezzi dei fertilizzanti sono diminuiti nella maggior parte dei paesi dell’UE (in 22 paesi dell’UE su 26 con dati disponibili). I prezzi sono scesi più rapidamente in Lussemburgo (-46%), Svezia (-41%) e Finlandia (-39%). Al contrario, i prezzi sono stati più alti a Cipro (14%), Malta (9%), Grecia (6%) e Romania (3%). LEGGI TUTTO