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    Open Fiber: nel comune di Charvensod disponibile in oltre 1.420 case, esercizi commerciali e uffici

    (Teleborsa) – La fibra ottica di Open Fiber è arrivata nel comune di Charvensod. La rete ultraveloce oggi disponibile nel comune raggiunge oltre 1.420 unità immobiliari attraverso la tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home, la fibra ottica stesa fino all’interno degli edifici), unica soluzione in grado di garantire velocità di connessione fino a 2,5 Gigabit al secondo. Si tratta di un investimento strategico per la digitalizzazione del territorio che non grava sul bilancio del Comune. L’infrastruttura tecnologica, infatti, è stata finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione Valle D’Aosta. La nuova rete è e resterà di proprietà pubblica.”Grazie alla rete FTTH e al progetto di cablaggio di Open Fiber, Charvensod oggi è dotata di una rete ultra broadband in grado di erogare volumi di traffico dati sempre maggiori, consentendo di fare un uso veloce e abilitante dei collegamenti per lo smart working, lo streaming dei contenuti in HD, gli acquisiti online e l’accesso ai servizi da remoto della Pubblica amministrazione”, afferma Miruna Stoicescu, Regional Manager di Open Fiber.Tutti gli utenti residenziali di Charvensod che attiveranno una connessione ultraveloce attraverso gli operatori partner di Open Fiber entro il 31 gennaio 2026, – fa sapere Open Fiber in una nota – potranno partecipare all’iniziativa “Open Fiber la scelta che ti premia” e ricevere un voucher di 100 euro da convertire in un Buono Regalo Amazon.it, una gift card di MediaWorld o in un buono carburante. Il termine ultimo per la richiesta dei premi è fissato al 31 marzo 2026. LEGGI TUTTO

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    Spagna, inflazione settembre rivista al rialzo al +3% su anno

    (Teleborsa) – Rivista al rialzo l’inflazione in Spagna nel mese di settembre 2025. Secondo l’ufficio statistico spagnolo INE, l’indice dei prezzi al consumo ha segnato una decrescita dello 0,3% su mese, rispetto al -0,4% della stima preliminare. Ad agosto i prezzi avevano registrato un dato invariato.Su base annua, si rileva una crescita del 3%, superiore al +2,9% della prima lettura e dopo il +2,7% di agosto.L’inflazione armonizzata registra una variazione positiva del 3% annuale, contro il +2,7% del mese precedente. Su base mensile, il dato segna un +0,2% (rivisto dal +0,1% preliminare) dopo il dato invariato di agosto. LEGGI TUTTO

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    Francia, inflazione settembre confermata a -1% su mese e +1,2% su anno

    (Teleborsa) – Confermata mista l’inflazione in Francia nel mese di settembre 2025. Secondo l’Istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE), l’inflazione è risultata in aumento dell’1,2% su base tendenziale, rispetto al +0,9% del mese precedente, uguale a quanto previsto nella stima preliminare.Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato un calo dell’1%, uguale alla prima lettura e dopo il +0,4% registrato nel mese precedente.Il dato armonizzato, una misura utilizzata dalla BCE, ha registrato una variazione positiva dell’1,1% su base annua, dopo il +0,8% di agosto e uguale alla stima preliminare, mentre su base mensile l’inflazione armonizzata evidenzia una variazione pari a -1,1% (uguale a mese precedente e stima preliminare). LEGGI TUTTO

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    Incentivi auto elettriche: oggi “tutorial”. Al via piattaforma entro fine mese

    (Teleborsa) – Oggi, 15 ottobre, “verrà pubblicato un tutorial con le istruzioni per i cittadini”. È quando hanno annunciato fonti del Mase in merito all’edizione 2025 degli incentivi per le auto elettriche tramite la piattaforma Sogei. “Si è sempre parlato – hanno sottolineato le stesse fonti – di circa 30 giorni dopo l’apertura per i concessionari, che è stata il 23 settembre”. Nessuno slittamento, dunque, secondo il Mase. Per l’attuazione del provvedimento – che aveva visto la luce ad agosto dopo una lunga gestazione – bisognerà, dunque, attendere fino a fine mese.Approvato lo scorso 8 agosto e pubblicato in Gazzetta a settembre, il decreto 2025 del ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica, finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – dopo la sua rimodulazione – mette a disposizione 597 milioni di euro. La norma, che questa volta è riservata a fasce ben precise di cittadinanza, prevede fino a 11 mila euro a fondo perduto per l’acquisto di un’auto elettrica per i cittadini (con un limite a 40mila euro di Isee) e fino a 20mila euro per le microimprese per l’acquisto di veicoli commerciali. L’intervento è riservato a persone fisiche e microimprese con residenza o sede legale nelle aree urbane funzionali (città oltre i 50mila abitanti e area di pendolarismo). Questo criterio aveva comportato un’attesa per l’entrata in vigore perché l’Istat stava rivedendo la mappa delle aree urbane funzionali ferma al 2011 e non era quindi chiaro se attendere le nuove o avvalersi delle vecchie. A meta settembre era poi arrivato l’annuncio dell’avvio della piattaforma per accedere agli incentivi dal 15 ottobre. Per accedere al contributo, sarà necessario rottamare un veicolo termico fino a Euro 5. Chi accede agli incentivi deve risultare primo intestatario della vettura da rottamare da almeno sei mesi. Il decreto 2025 però piace poco a concessionari e consumatori per i troppi paletti. Secondo il Codacons, le aree funzionali urbane in Italia sarebbero 83, comprendendo 1.892 Comuni in totale, con un numero di abitanti inferiore ai 33 milioni di cittadini, pari al 55,8% del totale della popolazione italiana. Il provvedimento viene visto quindi come un toppa marginale al problema sempre più drammatico della transizione del settore e della crisi dell’automotive con il difficile passaggio alla mobilità elettrica. Dall’Ue, nel frattempo, arriva una nuova iniziativa con la proposta dei socialisti europei di un leasing sociale “per aumentare l’accesso all’auto elettrica, assicurando un ingresso equo tra i Paesi membri e le regioni europee e dando al tempo stesso una spinta all’industria dell’auto”. LEGGI TUTTO

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    UE valuta di introdurre l’obbligo di trasferimento tecnologico alle aziende cinesi

    (Teleborsa) – L’Unione Europea sta valutando di obbligare le aziende cinesi che vogliono operare in UE a trasferire la loro tecnologia alle aziende europee, con l’obiettivo di accrescere la competitività dell’industria del Continente. E’ quanto riferisce Bloomberg, secondo cui le nuove misure punterebbero anche ad obbligare le aziende cinesi ad utilizzare una certa quantità di beni o manodopera europea e di imporre come condizione che la loro attività aggiunga valore ai prodotti europei.Queste misure si applicherebbero alle imprese che operano nel settore digitale ed all’industria manifatturiera, ad esempio l’industria dell’auto e delle batterie.Le nuove norme, che includono anche l’opzione di rendere obbligatorie le joint venture fra aziende europee e cinesi, sarebbero attese per il mese di novembre e, pur applicandosi tecnicamente a tutte le aziende extra europee, puntano in realtà a impedire che la potenza manifatturiera cinese prevalga sull’industria europea. Le norme saranno contenute in una proposta di legge denominata Industrial Accelerator Act, che punterà a dare impulso alle industrie europee di prossima generazione. Con questo piano, l’UE sta cercando di imitare la Cina, che da tempo impone rigidi parametri alle aziende straniere che desiderano entrare nel suo mercato. In passato, la Cina ha investito massicciamente in Europa e in altre parti del mondo attraverso la sua iniziativa Belt and Road, assorbendo conoscenze tecniche preziose.”Accogliamo con favore gli investimenti esteri a condizione che siano investimenti nell’economia reale”, ha affermato il ??Commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, riferendosi ad investimenti che creano posti di lavoro, aggiungono valore all’economia o attuino un trasferimento tecnologico, proprio “come hanno fatto le aziende europee quando hanno investito in Cina”.Qualunque opzione – spiega ancora Bloomberg – dovrà esser presa senza minare le relazioni commerciali con Pechino e senza provocare una reazione negativa, in un momento in cui le tensioni fra le due potenze sono già elevate a causa dei dazi e contro-dazi su acciaio e terre rare. Ma un intervento ora è quanto mai necessario a causa del predominio tecnologico cinese, delle sovvenzioni offerte da Pechino alle proprie aziende, che hanno travolto l’industria manifatturiera europea, e delle restrizioni sulle terre rare recentemente annunciate da Pechino. (Foto: Lukasz Kobus – © Unione Europea) LEGGI TUTTO

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    Philip Morris Italia, Antitrust avvia istruttoria per possibile pratica commerciale scorretta

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti di Philip Morris Italia per possibile pratica commerciale scorretta nel promuovere prodotti utilizzando espressioni come “senza fumo”, “un futuro senza fumo” e/o “prodotti senza fumo”.Queste espressioni potrebbero risultare poco chiare e omissive per i consumatori perché riferite a prodotti che, pur in assenza di combustione, non sono privi di possibili effetti nocivi per la salute, né sono meno nocivi di altri e possono creare dipendenze, si legge in una nota dell’Antitrust.Ieri i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle sedi della società Philip Morris Italia e della società Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna. LEGGI TUTTO

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    Giappone, produzione industriale agosto rivista al ribasso a -1,5%

    (Teleborsa) – Cala più delle attese la produzione delle fabbriche giapponesi ad agosto 2025. Secondo la stima definitiva del Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), l’indice destagionalizzato della produzione industriale è sceso dell’1,5% su mese, contro il -1,2% previsto nella stima preliminare e dagli analisti. A luglio si era registrato un decremento dell’1,2%.Su base annuale il dato non destagionalizzato della produzione è in calo dell’1,6%.Le consegne registrano un aumento mensile dello 0,2% mentre le scorte diminuiscono dell’1%.La ratio scorte/vendite evidenzia una variazione pari a +2,3%. LEGGI TUTTO

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    Cina ancora in deflazione a settembre, prezzi consumo -0,3% su anno

    (Teleborsa) – Confermato lo scenario deflattivo per la Cina a settembre 2025.Secondo il National Bureau of Statistics, l’inflazione ha registrato un decremento tendenziale dello 0,3%, dopo il -0,4% del mese precedente, peggiore del -0,2% atteso dagli analisti.In particolare, i prezzi di prodotti alimentari, tabacco e alcolici sono diminuiti del 2,6% su base annua, con un impatto sull’indice dei prezzi al consumo di circa 0,74 punti percentuali. Scendendo ancora di più nei dettagli, i prezzi della carne suina sono diminuiti del 17%.Rispetto al mese precedente, invece, i prezzi al consumo mostrano un aumento dello 0,1%, dopo il +0% precedente e rispetto al +0,2% atteso.Giù anche i prezzi alla produzione, che hanno mostrato un decremento tendenziale del 2,3%, uguale alle attese, a fronte del -2,9% del mese precedente. LEGGI TUTTO