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    Giappone, vendite dettaglio gennaio +2,3% a/a

    (Teleborsa) – In aumento a gennaio 2024 le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite sono salite del 2,3% su base annuale, più del +2% stimato dagli analisti e meno del +2,4% di dicembre (rivisto da un preliminare del +2,1%).Su base mensile le vendite sono salite dello 0,8% contro il -2,6% del mese precedente.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +0,4% su anno e un -4,8% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento dello 0,9% tendenziale e un calo del 2,9% su mese.(Foto: Photo by Alex Knight on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Surgelati: oltre 645 mila tonnellate i consumi a casa

    (Teleborsa) – Tiene il comparto dei prodotti surgelati che chiude il 2023 con 645mila tonnellate di consumi domestici, un dato incoraggiante soprattutto se rapportato al 2019 registrando una crescita del 9,4% (589mila tonnellate). È la fotografia scattata dall’Iias – Istituto Italiano Alimenti Surgelati in vista della ‘Giornata del cibo surgelato’ del prossimo 6 marzo. Un dato in lieve calo dell’1,2% rispetto al 2022, comunque previsto dopo anni di crescita record e le tante difficoltà economiche.In termini percentuali, i dati Retail 2023 mostrano infatti una crescita a volume del comparto frozen del +9,4% rispetto ai consumi domestici 2019. Un valore che evidenzia una spinta positiva del comparto, a fronte di una serie di forti criticità che, nell’ultimo triennio, hanno colpito non solo il settore alimentare, ma l’intera economia italiana e mondiale: dal Covid alla crisi energetica, dal boom dei prezzi delle materie prime all’inasprirsi delle relazioni internazionali.Un dato complessivamente positivo che, se valutato rispetto al 2022, mostra solo una leggera flessione a volume nel Retail pari al -1,2% – largamente prevista dopo anni di crescita record e continuativa e a seguito della ripresa dei consumi fuori casa post pandemia – confermando una tenuta del mercato non scontata, che dimostra ancora una volta quanto i prodotti surgelati siano divenuti ottimi ‘alleati’ dei consumatori italiani in ogni occasione e che si prevede possa essere facilmente compensata anche da una plausibile crescita nei consumi di frozen food al di fuori della mura domestiche (i cui dati complessivi saranno resi noti a luglio).”Il 2023 è stato un anno con non poche difficoltà – commenta il presidente Giorgio Donegani – dai problemi di approvvigionamento delle materie prime, registrati nei primi mesi dell’anno e provocati da eventi climatici estremi, alle criticità incontrate dalla logistica e dai trasporti a livello globale, fino al perdurare dell’inflazione, soprattutto nel comparto alimentare”.Ma quali sono state nel 2023 le categorie merceologiche surgelate più amate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto, frutto di scelte alimentari sempre più consapevoli ed equilibrate. Con 215.695 tonnellate consumate nel 2023 (rispetto alle 213.345 del 2019), i vegetali sono cresciuti del +1,1%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali, ma anche di chi è propenso a scegliere sempre più proteine a base vegetale.Seguono, con 110.532 tonnellate, le patate, che registrano la crescita più significativa in termini numerici: con un +35,8% sul 2019 (quando i consumi avevano raggiunto le 81.393 tonnellate). Un prodotto amato tanto per il gusto quanto per la praticità di preparazione.Al terzo posto figura il pesce surgelato (naturale e panato), che ha raggiunto quota 92.372 tonnellate, con un incremento del +2,25% rispetto alle 90.335 tonnellate del 2019. I prodotti ittici frozen si sono fatti apprezzare dai consumatori in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare e trasparenti grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle confezioni.Da evidenziare, nel 2023, anche il boom ottenuto dai piatti pronti surgelati, con un trend di crescita nei consumi domestici del +34,3% fra il 2019 e il 2023. L’alta qualità degli ingredienti, le ricettazioni tradizionali ma anche innovative, la velocità nelle modalità di preparazione e l’attenzione all’equilibrio nutrizionale sono alcuni dei fattori che hanno fatto di questa categoria la migliore risposta ai nuovi stili di vita delle famiglie italiane, che lasciano sempre meno spazio alle preparazioni domestiche.Discorso a parte merita il comparto delle pizze surgelate, dove a fronte di incrementi a due cifre nel 2020 / 2021, si è assistito ad un assestamento nel 2022 / 2023 essenzialmente dovuto alla ripresa dei consumi fuori casa. Da segnalare come negli ultimi anni questa categoria abbia proseguito con successo il suo cammino sulla strada dell’innovazione: l’offerta è divenuta sempre più varia, con l’introduzione di nuovi formati e ingredienti, l’uso di farine integrali o di kamut e le versioni senza glutine, per andare incontro anche alle esigenze dei consumatori con specifiche intolleranze.”I dati 2023 relativi ai consumi domestici di surgelati – conclude il Presidente IIAS – testimoniamo come questi prodotti abbiano fatto un balzo in avanti tanto nella percezione quanto nelle scelte di acquisto dei consumatori italiani, che continuano a premiarli per le loro prerogative intrinseche: alta qualità organolettica, naturalità, disponibilità in tutti i mesi dell’anno, elevati contenuti nutrizionali, ampiezza e varietà dell’offerta, trasparenza delle informazioni in etichetta. Oggi e per il futuro, l’intero comparto è fortemente impegnato a garantire, alla crescente platea di consumatori sempre più propensi a portare abitualmente sulle proprie tavole prodotti surgelati, alimenti di alta qualità e con prezzi accessibili”.(Foto: Dan Gold on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Indicazioni geografiche, UE dà il via libera a riforma: tutela rafforzata

    (Teleborsa) – Con un’amplissima maggioranza di 520 voti favorevoli (solo 19 contrari e 64 astensioni) il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente la riforma del Regolamento sulle Indicazione geografiche per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli. Un via libera che arriva dopo un percorso cominciato oltre due anni fa che ha portato al compromesso raggiunto nel Trilogo dello scorso ottobre tra i negoziatori di PE, Consiglio UE e Commissione europea e al via libera del Comitato Speciale Agricoltura del Consiglio UE. Si attende ora l’adozione formale del regolamento da parte del Consiglio. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo, circa a metà aprile. Una riforma che mette d’accordo tutti e che, soprattutto dopo le proteste degli agricoltori e le tante richieste disattese, sembra riavvicinare l’Unione Europea ai protagonisti del settore primario, che da mesi pressano per ottenere più attenzione da parte della Ue nei confronti della crisi dell’agricoltura. Ad oggi, il registro delle IG dell’Unione europea contiene quasi 3.500 voci, con un valore di vendita di quasi 80 miliardi di euro. Il nuovo regolamento contiene misure per proteggere le IG anche online, conferire maggiori poteri ai produttori e semplificare il processo di registrazione delle IG. Soddisfatto il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che definisce la riforma un “ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze. L’obiettivo del nuovo regolamento – ha ricordato il ministro – è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l’eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale”.”È questa l’Europa che vogliamo, al fianco gli agricoltori per renderli sempre più competitivi e sostenibili, riallacciando quel legame con le nostre aree rurali che pare essersi smarrito negli ultimi anni – commenta Paolo de Castro, relatore del provvedimento per l’Europarlamento –. Il successo di oggi restituisce un esempio di come l’Europa, quando è spinta dalla giusta volontà politica, sia in grado di accompagnare gli agricoltori verso quei modelli produttivi che hanno reso la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità e sostenibilità del cibo, grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti ad indicazione geografica, sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio. Il nuovo regolamento farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico. Dopo le crisi dovute alla pandemia, all’invasione russa dell’Ucraina e all’impennata dei costi di produzione – sottolinea il relatore del Parlamento europeo – finalmente una buona notizia per gli agricoltori europei! Ora il testimone passa nelle mani dei produttori e delle filiere, che dovranno dimostrare di essere all’altezza della sfida, e sfruttare al meglio quanto tracciato con questo Regolamento. Dal canto nostro, chiediamo la creazione di un piano d’azione europeo che possa ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile, che coinvolge milioni di operatori”. Tra i diversi aspetti della riforma vi è una tutela in più per i prodotti italiani. “La riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) tutela il primato italiano nell’Unione Europea con 892 prodotti riconosciuti, tra alimentari, vini e liquori, che sviluppano un valore di oltre 20 miliardi di euro e danno lavoro a 890mila persone impegnate nelle filiere – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini –. Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che, oltre all’impatto economico e occupazionale, rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese. La riforma prevede, come richiesto da Coldiretti, lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp, come nel caso del Proosek, il vino croato che evoca il Prosecco italiano. Sarà obbligatorio indicare il nome del produttore sull’etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), al fine di garantire la massima trasparenza ai consumatori. Ci sarà – spiega la Coldiretti – maggiore tutela dei prodotti a indicazione d’origine anche come ingredienti in prodotti trasformati, soprattutto sul web. Il nuovo regolamento riconosce e valorizza poi le pratiche sostenibili, che comprendono aspetti ambientali, economici e sociali, inclusi il benessere animale. Inoltre – conclude Coldiretti – conferisce maggiore autonomia ai gruppi di produttori, consentendo di istituire un sistema volontario per potenziare la loro posizione all’interno della filiera. La principali novità previste dalla riformaProtezione online – Durante i negoziati con gli Stati membri, i deputati hanno insistito affinché le autorità nazionali abbiano l’obbligo di adottare misure amministrative e giudiziarie per prevenire o fermare l’uso illegale delle IG, non solo offline, ma anche online. I nomi di dominio che utilizzano illegalmente le IG saranno chiusi o disabilitati tramite blocchi geografici (geoblocking). L’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (in inglese European Union Intellectual Property Office, EUIPO) istituirà un sistema di allerta a tal fine. Protezione delle IG come ingredienti – Le nuove norme stabiliscono inoltre che un’IG che designa un prodotto utilizzato come ingrediente possa essere utilizzata nella denominazione, nell’etichettatura o nella pubblicità di un prodotto trasformato correlato, solo se l’ingrediente con simbolo IG è utilizzato in quantità sufficienti da conferire al prodotto trasformato una caratteristica essenziale, e se nello stesso prodotto non viene utilizzato nessun altro ingrediente paragonabile a quello con marchio IG. La percentuale dell’ingrediente IG dovrà essere comunque indicata su un’etichetta. Eventuali gruppi di produttori di questi ingredienti dovranno essere informati dai produttori del prodotto trasformato, e potranno formulare raccomandazioni sull’uso corretto dell’IG. Maggiori diritti per i produttori di IG – I produttori delle IG saranno in grado di prevenire o contrastare eventuali misure o pratiche commerciali pregiudizievoli per l’immagine e il valore dei loro prodotti, compresa la svalutazione delle pratiche di commercializzazione e l’abbassamento dei prezzi. Per aumentare la trasparenza per i consumatori, i deputati hanno anche assicurato che i nomi dei produttori compaiano nello stesso campo visivo dell’indicazione geografica, sull’imballaggio di tutte le IG. Registrazione semplificata – La Commissione rimarrà l’unica responsabile per gestire il sistema delle IG, secondo il regolamento approvato. Il processo di registrazione delle IG sarà più semplice e sarà fissato un termine di massimo sei mesi per la verifica delle domande per le nuove IG. (Foto: © Architecture Studio) LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Calderone: 1,4 milioni di posti disponibili, il 50% non coperti

    (Teleborsa) – “Nel primo trimestre dell’anno abbiamo 1,4 milioni di posti di lavoro disponibili, ma difficoltà di reperimento delle figure professionali pari al 50%”. Questi i dati diffusi dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, nel corso di un’audizione a Palazzo San Macuto in Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. “E non stiamo cercando soltanto astronauti – ha sottolineato Calderone – questo per dire che non guardiamo solo alle alte professionalità, ma a quelle indispensabili per fare andare avanti le industrie manifatturiere: metalmeccaniche, siderurgiche, elettriche. È molto importante favorire il link tra scuola e lavoro. Le aziende dicono che mancano professionalità specifiche nel settore dell’industria, che oggi non sono così facili da trovare nel contesto territoriale. Non a caso abbiamo un aumento esponenziale delle richieste di permessi di soggiorno e autorizzazioni a stipulare contratti con lavoratori extracomunitari”. Ampliando lo sguardo, Calderone ha posto l’accento sul degrado sociale. “Dopo le difficoltà causate dalla pandemia, le situazioni di degrado sociale e familiare si sono amplificate nel tempo e richiedono soluzioni – ha detto la ministra –. Sono i minori che rischiano di pagare le conseguenze maggiori. Il ministero finanzia misure e interventi per le famiglie in condizioni di vulnerabilità. C’è un apposito fondo che finanzia i programmi di intervento per rafforzare gli accompagnamenti alle famiglie indigenti e ridurre i rischi di maltrattamento e l’allontanamento dei bambini dalle famiglie di origine”. L’obiettivo del Governo – ha spiegato Calderone – è “individuare misure che non siano spot, non percorsi che hanno un inizio e una fine. Ma strumenti che parlano di inclusione o reinclusione nel mondo del lavoro. L’Adi (assegno di inclusione) – ha ricordato – è rivolto soprattutto ai nuclei familiari più fragili. Riteniamo sia giusto sostenere famiglie in difficoltà, ma non fare di quella condizione una condizione senza via di uscita”. LEGGI TUTTO

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    Polestar ottiene finanziamento di 950 milioni di dollari da pool di banche

    (Teleborsa) – Polestar, marchio svedese di auto elettriche, ha ottenuto 950 milioni di dollari in finanziamenti da un consorzio di banche per finanziare la fase successiva del suo sviluppo e coprire gran parte del fabbisogno finanziario stimato (la liquidità in bilancio al 31 dicembre 2023 ammontava a circa 770 milioni di dollari). Il finanziamento è stato fornito da 12 primarie banche internazionali tra cui BNP Paribas, Natixis, Standard Chartered, BBVA, HSBC e SPDB, sotto forma di un prestito triennale, si legge in una nota.Il finanziamento sarà accompagnato da un programma di efficienza. Tra le altre misure, dalla metà del 2023 è stato tagliato il 10% dei posti di lavoro, a cui seguirà un ulteriore 15% quest’anno. Si tratta di passi importanti per raggiungere gli obiettivi per il 2025: il pareggio a livello di flusso di cassa, un volume annuo di oltre 155.000 unità e un margine lordo molto elevato.Oltre al maxi-finanziamento, è anche la nuova struttura azionaria di Polestar recentemente annunciata a fornire “una solida base per l’ulteriore sviluppo del business del marchio”, viene sottolineato. Con la nuova struttura, la cinese Geely diventerà il secondo maggiore azionista e la svedese Volvo Cars intende mantenere una quota del 18%. A inizio mese Volvo Cars aveva detto che avrebbe smesso di finanziare Polestar e venerdì scorso ha annunciato che prevede di distribuire ai propri azionisti il 62,7% della sua partecipazione nel produttore di veicoli elettrici.”Ciò segna una nuova fase nell’attività di Polestar – afferma il CEO Thomas Ingenlath – Gli sforzi degli ultimi anni stanno dando i loro frutti: abbiamo migliorato la nostra base di costi, ottenuto finanziamenti e stiamo intensificando la nostra offensiva di prodotto. Entrambi i SUV ora rafforzano il marchio, si rivolgono a uno dei segmenti in più rapida crescita del settore e ci posizionano per una forte crescita dei volumi e una progressione del margine di profitto a partire dalla seconda metà del 2024″.Polestar prevede che la progressione del volume e dei margini sarà spostata verso la seconda metà del 2024, quando i due SUV raggiungeranno la piena produzione e la distribuzione globale. LEGGI TUTTO

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    Cambiamento climatico: nel mondo danni per 200 miliardi di dollari l’anno

    (Teleborsa) – Inondazioni, cicloni tropicali, tempeste invernali in Europa e forti temporali, causano oggi perdite economiche globali stimate in 200 miliardi di dollari ogni anno. Ma, a causa del cambiamento climatico, le perdite economiche sono destinate ad aumentare. È quanto emerge dal nuovo rapporto dello Swiss Re Institute “Changing Climates: the heat is (still) on” che – sulla base dei risultati del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) – analizza i luoghi in cui è probabile che i pericoli si intensifichino e sovrappone le proprie stime delle perdite economiche derivanti dai quattro principali pericoli meteorologici. Ciò fornisce una visione delle possibili implicazioni economiche dirette nel caso in cui le catastrofi naturali legate alle condizioni meteorologiche si intensificassero a causa del cambiamento climatico.L’analisi di 36 paesi classifica le Filippine e gli Stati Uniti come i paesi economicamente più esposti oggi, dove è probabile che si verifichi un’intensificazione dei rischi a causa dei cambiamenti climatici. Con perdite economiche annuali pari al 3% del PIL, ad oggi, le Filippine sono il paese maggiormente colpito dai quattro pericoli meteorologici di tutti i 36 paesi, pur essendo esposte anche ad un’elevata probabilità di intensificazione dei rischi. Gli Stati Uniti sono i secondi più esposti: con un valore di 97 miliardi di dollari (0,38% del PIL) ad oggi, gli Usa registrano le maggiori perdite economiche in termini assoluti a causa di eventi meteorologici a livello mondiale e, allo stesso tempo, una probabilità media che i pericoli si intensifichino.In generale, i paesi con notevoli lacune nella protezione assicurativa e in cui l’adozione di misure di mitigazione e adattamento delle perdite ritarda rispetto al tasso di crescita economica, – rileva il rapporto – sono finanziariamente più a rischio a causa dell’intensificazione dei rischi. Secondo il rapporto, le economie asiatiche in rapida crescita come Thailandia, Cina, India e Filippine sono le più vulnerabili.L’Italia, tra il 2013 e il 2022, per i fenomeni metereologici legati al cambiamento climatico ha subito danni per 37 miliardi di dollari, di cui solo 5 erano assicurati. Dati che mostrano un “protection gap”, una assenza di protezione, pari all’87% dei casi. Nella classifica delle perdite in relazione al PIL l’Italia è 17esima, con una perdita stimata pari allo 0,11% (2,3 mld dollari). Nel 2023, in particolare, l’Italia è stato il Paese europeo più colpito da temporali e tempeste – come dimostrano l’alluvione dell’Emilia-Romagna e la grandine del Nord Italia – con perdite assicurate oltre i 3 miliardi di dollari, le più alte mai registrate nel nostro Paese. Gli Stati Uniti e le Filippine sono i paesi più colpiti. “Il cambiamento climatico – afferma Jérôme Jean Haegeli, economista capo del gruppo Swiss Re – sta portando a eventi meteorologici più gravi, con un conseguente impatto crescente sulle economie. Pertanto, diventa ancora più cruciale adottare misure di adattamento. La riduzione del rischio attraverso l’adattamento favorisce l’assicurabilità. Il settore assicurativo è pronto a svolgere un ruolo importante catalizzando gli investimenti nell’adattamento, direttamente come investitore a lungo termine e indirettamente attraverso la sottoscrizione di progetti a sostegno del clima e la condivisione della conoscenza dei rischi”.Mentre si prevede che il rischio di inondazioni si intensificherà a livello globale, il principale motore delle maggiori perdite economiche legate al clima negli Stati Uniti, così come nell’Asia orientale e sud-orientale, sono i cicloni tropicali. Oggi, in termini assoluti, le perdite economiche dovute agli eventi meteorologici negli Stati Uniti sono le più alte al mondo, principalmente a causa dei cicloni tropicali (uragani). Anche i forti temporali rappresentano una parte importante delle perdite economiche.Il primo passo verso la riduzione delle perdite – evidenzia il report – è ridurre il potenziale di perdita attraverso misure di adattamento. Esempi di azioni di adattamento includono l’applicazione delle norme edilizie, l’aumento della protezione dalle inondazioni, tenendo d’occhio gli insediamenti nelle aree soggette a pericoli naturali. In definitiva, le perdite in percentuale del PIL di ciascun paese dipenderanno dall’adattamento futuro, dalla riduzione delle perdite e dalla prevenzione. LEGGI TUTTO

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    Auto, Urso: governo in contatto con case cinesi e Tesla per avere secondo produttore in Italia

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che il governo ha iniziato un’interlocuzione con produttori di auto di vari paesi, tra cui “orientali” e con la statunitense Tesla, per avere in Italia una seconda casa automobilistica. In un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, il ministro ha fatto sapere che “anche in Italia sin dall’inizio della legislatura, nella necessità di rafforzare nel nostro paese, stiamo lavorando per creare le condizioni affinché un nuovo investitore possa localizzarsi nel nostro paese, così da avere almeno una seconda casa automobilistica che possa far carico dell’esigenza di contribuire a salvaguardare e rafforzare l’indotto”. Urso ha affermato che “l’ecosistema nazionale è molto favorevole” in termini di componentistica, design, ricerca e tecnologie. “Sono fattori che hanno favorito il dialogo con produttori esteri interessati ad approcciare i mercati europei. Si tratta di case automobilistiche che al momento non producono in Europa, ma che guardano con interesse al nostro mercato consapevoli anche che l’Europa (…) dovrà necessariamente tutelare il mercato interno dalla concorrenza sleale con misure commerciali, come stanno facendo gli Stati uniti, e con misure industriali, come dobbiamo assolutamente fare nel nostro continente”. Le dichiarazioni di Urso arrivano dopo che la cinese BYD ha dichiarato di aver ricevuto un contatto dall’Italia per produrre in Italia. “Sapete anche voi che i residenti della città di Gruenheide, nell’est della Germania, hanno respinto a larga maggioranza un piano di espansione massiccia dell’unico impianto di assemblaggio europeo di Tesla e questo comporterà certamente una revisione dei piani del gruppo statunitense con il quale, anche con lui, dialoghiamo da mesi”, ha dichiarato il ministro. “Stiamo avendo – ha proseguito – riscontri molto positivi, ma si tratta di un processo ancora in corso, che richiede prudenza”.Per la tutela della produzione componentistica nel settore automotive Urso ha sottolineato che è necessario che Stellantis “receda dalla tentazione” di andare all’estero. “Siamo consapevoli che la tutela della componentistica richiede volumi produttivi pari almeno in Italia pari ad almeno 1 milione di vetture e 300mila veicoli commerciali leggeri”, ha segnalato Urso. “Per questo è fondamentale lavorare al raggiungimento di un’intesa con Stellantis, puntando a consolidare la loro rete di fornitura nazionale e facendo sì che il gruppo receda dalla tentazione di trasferire all’estero come emerge dalla stessa comunicazione che il gruppo ha trasmesso alle aziende della componentistica”, ha dichiarato il ministro. LEGGI TUTTO

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    Rifiuti, Parlamento europeo vieta esportazione di rifiuti di plastica UE verso paesi non OCSE

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le nuove misure UE di controllo per le spedizioni di rifiuti. Con 587 voti favorevoli, 8 contrari e 33 astensioni, i deputati hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio che mira a proteggere più efficacemente l’ambiente e la salute umana, contribuendo nel contempo agli obiettivi dell’economia circolare dell’UE e dell’inquinamento zero.Le norme per l’esportazione di rifiuti dall’UE verso paesi terzi saranno più severe. Le esportazioni di rifiuti di plastica verso paesi non appartenenti all’OCSE saranno vietate entro due anni e mezzo dall’entrata in vigore del regolamento, mentre quelle verso i paesi dell’OCSE saranno soggette a condizioni più rigorose.All’interno dell’UE, lo scambio di informazioni e dati sulle spedizioni di rifiuti sarà digitalizzato, attraverso un hub elettronico centrale, per migliorare la comunicazione e la trasparenza. I rifiuti di spedizione destinati ad essere smaltiti in un altro paese dell’UE saranno consentiti solo in circostanze eccezionali. La nuova legge istituisce inoltre un gruppo di lavoro per migliorare la cooperazione tra i Paesi dell’UE sulla prevenzione delle spedizioni illegali. LEGGI TUTTO