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    Alba Leasing, l’utile sale a 11,5 milioni di euro nel 2023

    (Teleborsa) – Alba Leasing, tra i principali operatori nel settore del leasing in Italia, ha chiuso il 2023 con utile lordo pari a 19,2 milioni di euro, in aumento del 22,5% sul 2022, e un utile netto pari a 11,5 milioni di euro, contro i 10,4 milioni di euro dell’anno precedente.I volumi di produzione hanno raggiunto per la prima volta il valore record di 1 miliardo e 738 milioni di euro di stipulato leasing, in crescita del 6,2%, in controtendenza rispetto al -1% registrato dal mercato italiano del leasing. Il numero di contratti stipulati da Alba Leasing lo scorso anno è stato di circa 9.500 aumentando il ticket medio a 183 mila euro, rispetto ai 151 mila dell’anno precedente.L’NPL ratio migliora al 4,80% (lordo) contro una media del mercato leasing italiano del 6,54%, anche grazie ad una cessione di un portafoglio di non-performing loans per un valore di circa 75,3 milioni di euro.”I risultati positivi registrati nel 2023 – dichiara l’AD Stefano Rossi – costituiscono un segnale tangibile della solidità della nostra società, che prosegue nel suo percorso di crescita, garantendo un alto livello del servizio alla clientela e un’elevata efficienza operativa. In una fase di ripresa economica caratterizzata ancora da forti incertezze e con spinte concorrenziali sempre più aggressive, abbiamo fatto notevoli sforzi per mantenere una remunerazione adeguata sulla nuova produzione”.Con una quota di mercato del 7,8% a fine 2023 Alba Leasing si è posizionata al terzo posto nel ranking nazionale Assilea, trainata dal leasing strumentale dove ha realizzato 825 milioni di euro di stipulato, per una quota di mercato del 7,4% che la posiziona al terzo posto nel comparto. La società vanta una quota di mercato del 20% nel leasing immobiliare, del 18% nel comparto aeronavale e del 34% nelle energie rinnovabili, grazie all’elevata specializzazione nel settore della sostenibilità ambientale. LEGGI TUTTO

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    Reporting di sostenibilità, dai commercialisti focus su analisi di materialità e doppia rilevanza

    (Teleborsa) – L’analisi di materialità rappresenta un momento chiave delle fasi che precedono la preparazione dell’Informativa di Sostenibilità. È quanto viene evidenziato nel terzo numero dell’Informativa Reporting di Sostenibilità (IRS) del Consiglio nazionale dei commercialisti, “Dall’analisi di materialità alla doppia rilevanza: una guida applicativa”, curata da Fabio Ciocca e Ettore Guarini. La Direttiva Europea CSRD – rileva il report – prevede che la materialità sia declinata sia dal punto di vista della rilevanza d’impatto nella prospettiva inside-out che di quella finanziaria nella prospettiva outside-in. La matrice di materialità è il risultato finale di un’analisi che coinvolge oltre che l’impresa stessa anche una pluralità di soggetti rappresentando quindi una grande occasione per rivedere le strategie aziendali, focalizzandole ad obiettivi più ambiziosi rispetto al passato con conseguente evoluzione dei modelli di business sempre più orientati alle tematiche ESG.”La sostenibilità nelle aziende – scrivono gli autori – è ormai un tema di assoluta attualità anche se di estrema complessità, che merita un inquadramento in chiave strategica e operativa piuttosto che di mera conformità alle normative. Per questa ragione diverse aziende hanno affrontato il tema e promosso il loro impegno nelle tematiche di sostenibilità attraverso l’istituzione, all’interno della propria struttura organizzativa, di un team di sostenibilità olistico e centrale che guidi la governance nella definizione della strategia di sostenibilità, stabilendone e adeguandone gli obiettivi. Non esiste una corretta struttura applicabile a ogni azienda; ognuna strutturerà la propria che verosimilmente dovrà adeguare al contesto in cui opera, al modello di business e al territorio in cui si colloca. Nel processo che va dalla definizione della strategia di sostenibilità fino alla misurazione e rappresentazione dei risultati raggiunti, ruolo centrale assume l’individuazione dei temi materiali con la particolare declinazione definita doppia materialità (c.d. double materiality)”. LEGGI TUTTO

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    Milano Marathon 2024, Rossi: “Circa 150 finanzieri prenderanno parte tra atleti ed ex atleti delle Fiamme Gialle”

    (Teleborsa) – “Siamo onorati di partecipare a questa storica edizione della Maratona di Milano, in concomitanza con le celebrazioni per i 250 anni della Guardia di Finanza. Per l’occasione circa 150 Finanzieri prenderanno parte alla Gara, indossando una divisa realizzata appositamente per l’evento e recante il logo commemorativo dell’anniversario. Tra i partecipanti figureranno i cadetti dell’Accademia della Guardia di Finanza, insieme a diversi atleti ed ex atleti pluripremiati delle Fiamme Gialle, tra cui l’ex marciatore Ivano Brugnetti e l’altista Alessia Trost”. Lo ha dichiarato l’ex canonista delle Fiamme Gialle, Antonio Rossi, il quale prenderà parte alla Milano Marathon 2024, a margine della conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è tenuta presso il Comune di Milano. Presente alla conferenza stampa anche il vice comandante Tecnico-Agonistico Fiamme Gialle, Ten. Col. Gabriele Di Paolo.La Banda musicale della Guardia di Finanza inaugurerà la Gara con l’esecuzione dell’Inno di Mameli. All’interno del villaggio sportivo sarà allestito uno stand dedicato ai 250 anni del Corpo, dove i partecipanti e il pubblico potranno approfondire la storia e le attività della Guardia di Finanza. Inoltre, sarà presente il truck della Guardia di Finanza, equipaggiato con tecnologie di realtà aumentata, per offrire un’esperienza immersiva a quanti vorranno cimentarsi. “Durante la Maratona – continua Rossi – si svolgeranno anche due staffette speciali: la prima coinvolgerà gli atleti Sveva Fascetti, Francesco Pernici, Martina Tozzi e Pietro Arese, mentre la seconda vedrà la partecipazione di quattro ex atleti delle Fiamme Gialle, quali Daniele Caimmi, Andrea Lalli, Rosalba Console e Gabriele De Nard. Inoltre – conclude – la Guardia di Finanza ha ideato un trofeo per la Gara, realizzato dal celebre Maestro Marco Lodola, che sarà consegnato ai due vincitori: il primo uomo e la prima donna non professionisti che taglieranno il traguardo”. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Gentiloni: “Per UE enormi benefici da ‘safe asset’ permanente”

    (Teleborsa) – Avviare una discussione per avere un “safe asset” europeo sui mercati dei capitali rendendo permanente uno strumento come “NextGenerationEU”. Questa la proposta lanciata dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, nel suo intervento alla conferenza annuale di Euronext oggi a Parigi. Per Gentiloni il piano di ripresa da 800 miliardi di euro, finanziato con emissione di debito comune europeo, non ha, infatti, solo contribuito a rilanciare l’economia in modo “impressionante”, incentivando gli Stati membri a realizzare “importanti riforme e investimenti” e attraendo anche investimenti privati, ma ha anche reso la Commissione europea “uno dei principali attori nei mercati dei capitali”, e ha “contribuito a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro”.”Il nostro piano di ripresa da 800 miliardi di euro, ‘NextGenerationEU’, sta fornendo la potenza di fuoco che consentirà di colmare il nostro gap di investimenti, almeno fino al 2026, quando il programma scadrà. Si prevede inoltre che i fondi del Ngeu attireranno ulteriori investimenti privati e fungeranno da catalizzatore per il finanziamento degli investimenti nei mercati dei capitali – ha detto Gentiloni –. Il NextGenerationEU è una storia di successo europea, nel modo in cui ha contribuito a rilanciare la ripresa e ha incentivato gli Stati membri a realizzare importanti riforme e investimenti. E non dimentichiamo che la nostra ripresa post-Covid è stata davvero impressionante, con una crescita più forte nell’Ue che negli Stati Uniti e in Cina nel 2021, prima che l’aggressione russa contro l’Ucraina interrompesse quella ripresa nel 2022. NextGenerationEU – ha sottolineato Gentiloni – ha inoltre reso la Commissione europea uno dei principali attori nei mercati dei capitali. Il volume delle nostre emissioni è aumentato da 400 milioni di euro nel 2019 a 120 miliardi di euro nel 2021, e da allora le nostre emissioni annuali sono rimaste al di sopra dei 100 miliardi di euro. Ciò, a sua volta, ha anche contribuito a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro. E l’Ue è diventata il più grande emittente mondiale di obbligazioni verdi. Eppure – ha osservato il commissario –, la natura temporanea dello strumento ci ha impedito di sfruttare appieno i benefici di questo prestito comune, in particolare in termini di costo del finanziamento. L’Ue trarrebbe invece enormi benefici da un ‘safe asset’ permanente, commisurato alle dimensioni della sua economia. Costituirebbe la spina dorsale di un’unione completa dei mercati dei capitali, sosterrebbe il ruolo internazionale dell’euro e completerebbe il nostro programma di sovranità”. LEGGI TUTTO

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    Eurogruppo, Donohoe: “Tutti gli Stati membri ratifichino il Mes”

    (Teleborsa) – “L’Unione bancaria deve ancora essere completata e in questo contesto sottolineiamo la necessità di finalizzare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) attraverso la ratifica del Trattato in tutti gli Stati membri”. In vista dell’Eurosummit in programma venerdì, questo il messaggio inviato dal presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, in una lettera inviata al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. LEGGI TUTTO

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    Finlombarda, Mascetti (Presidente): supportiamo imprese sotto il segno di innovazione e sostenibilità

    (Teleborsa) – Un’azione concreta quella di Finlombarda, in un momento, tra l’altro, di grande complessità: nel quinquennio 2019-2023, ha, infatti, erogato credito con risorse proprie alle imprese lombarde per 806,1 milioni di euro dei quali 170 nel solo 2023. Numeri importanti che testimoniano il fondamentale supporto alle PMI regionali, come sottolinea il Presidente Andrea Mascetti, intervistato da Teleborsa. “In qualità di finanziaria regionale, tanto più nel fronteggiare il complesso scenario attuale, il nostro ruolo – spiega Mascetti – consiste nel supportare, di concerto con Regione Lombardia, i programmi di investimento e sviluppo delle imprese lombarde – oggi scoraggiati dalle incerte prospettive e dall’accresciuto costo del denaro – con particolare attenzione a quelli volti all’innovazione e alla sostenibilità, nonché incrementarne la produttività e capacità di competere sui mercati nazionali e internazionali, agendo come “strumento” anticiclico e a compensazione di quanto il mercato momentaneamente non riesce a fare. Offriamo un’opportunità aggiuntiva e complementare per i fabbisogni di finanziamento delle imprese, anche in compartecipazione con il credito tradizionale e fintech e altri investitori istituzionali, favorendo l’effetto leva tra risorse pubbliche e private: ricordo che a fronte di 1 euro stanziato da Regione Lombardia, Finlombarda negli ultimi sette anni è stata in grado di mobilitare risorse per oltre 11 volte”.Fiammata dell’inflazione, conflitti, tassi in salita: è sotto gli occhi di tutti come le sfide attuali siano tante e complesse. Quali sono gli strumenti che Finlombarda mette a disposizione delle PMI?”Sono tre, in particolare, i filoni di intervento sui quali si snoda la nostra attività: Prodotti Agevolati, (finanziamenti abbinati a garanzie e/o contributi a fondo perduto o solo contributi a fondo perduto), Prodotti di Intermediazione (si tratta di prodotti di finanza strutturata e alternativa tra i quali minibond e basket bond, finanziamenti in pool, finanziamenti “standalone”), Servizi per la competitività delle piccole e medie imprese della Lombardia.Nell’ambito del primo filone di intervento – prosegue il Presidente – Finlombarda ha affiancato Regione Lombardia nella gestione di nove strumenti finanziari per la ricerca e sviluppo, lo sviluppo internazionale e l’attrazione degli investimenti, l’accesso al capitale di rischio, l’efficientamento energetico degli impianti produttivi, lo sviluppo aziendale e l’avvio di impresa, il microcredito, il rafforzamento delle filiere produttive e la transizione verso modelli innovativi e sostenibili, che prevedono uno stanziamento di 400 milioni su un miliardo di euro complessivi per la competitività del territorio nel settennio 2021-2027.Sul fronte dei ‘Prodotti di Intermediazione’ finanziati con provvista propria, oltre a consolidare strumenti come i finanziamenti in pool (Syndicated loans), finanziamenti chirografari o ipotecari (Plain Vanilla) e Minibond, nel 2023 sono state introdotte nuove iniziative, tra cui Crowdfunding Minibond per i piani di investimento aziendali anche di importo contenuto e Re-Impresa a supporto delle imprese in temporaneo periodo di crisi, e sarà attivato nel corso di quest’anno un basket bond per le filiere lombarde.Infine, nell’ambito ‘Servizi per le imprese’, Finlombarda ha fornito consulenza a assistenza gratuite alle Pmi su innovazione e sostenibilità attraverso i progetti Simpler e Open Innovation Lombardia, veicolando oltre 500 proposte di collaborazione internazionale, supportando più di 50 progetti di innovazione a impatto sociale e 96 challenge di impresa nazionali e internazionali (dal 2020), organizzando 102 incontri B2b. L’iniziativa “Investor days”, che si è tenuta a novembre 2023, ha coinvolto oltre 120 start-up e Pmi innovative, 60 investitori e 6 ‘corporate’, promuovendo collaborazioni e investimenti”. Un’attività di sostegno al territorio che va sempre di più nella giusta direzione, come, tra l’altro, conferma il recente giudizio di Fitch. “Lo scorso novembre, l’agenzia di rating Fitch Ratings ha confermato per Finlombarda, il rating di lungo termine pari a “BBB” e ha rivisto l’outlook che passa da negativo a stabile, riflettendo il miglioramento del giudizio ‘stand-alone credit profile’ (SCP) della società da bb- a bb. Si tratta – sottolinea Mascetti – ” di un riconoscimento importante che riflette il costante impegno del management nel perseguimento della mission istituzionale a sostegno del territorio con una crescita del portafoglio, mantenendo al contempo un’elevata qualità e conferma la centralità del ruolo della finanziaria regionale nel contribuire allo sviluppo economico del territorio con finanziamenti e altri servizi finanziari alle PMI lombarde”.Guardando al futuro prossimo, il concetto chiave è quello di transizione verso modelli innovativi e sostenibili: come si inserisce l’azione di Finlombarda in questo percorso ormai già tracciato?”In qualità di sottoscrittore del Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile (SviS) di Regione Lombardia, Finlombarda – prosegue il Presidente – si è impegnata a realizzare un’operatività ‘green’ attraverso azioni incentrate su economia circolare, transizione ecologica e finanza sostenibile e a coinvolgere i sottoscrittori del protocollo SviS per stimolare investimenti sostenibili da finanziare con risorse pubbliche e private. E’ in quest’ambito, sottolinea ancora il Presidente, che Finlombarda ha dedicato un plafond di 50 milioni di euro a imprese con comportamenti sostenibili nell’ambito dell’iniziativa Minibond ed è soggetto gestore degli strumenti finanziari a valere su fondi europei del PR FESR 21-27.Offre, inoltre, servizi gratuiti rivolti alle Pmi per migliorare il livello di innovazione e sostenibilità offerti nell’ambito del progetto Simpler (Enterprise Europe Network), del quale Finlombarda è coordinatore, organizza cicli di Open Webinar su Open Innovation Lombardia dedicati agli “strumenti e risorse per la crescita sostenibile”, valorizza i progetti del territorio e tecnologie in risposta agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile della UN Agenda 2030 per la sezione Lombardia 2030 della piattaforma partecipativa regionale Open Innovation Lombardia, supportando il lancio di sfide in tema di sostenibilità e innovazione sociale di aziende nazionali e internazionali (come ad esempio, LIDL, A2A, Danone, Roompot, Aspen) sulla piattaforma partecipativa regionale Open Innovation Lombardia nella sezione Open Challenge.Infine, tengo a sottolineare che Finlombarda è socio del Forum per la Finanza Sostenibile per la promozione di investimenti sostenibili sul territorio lombardo e sostiene l’ecosistema dell’innovazione con offrendo a Regione Lombardia servizi di assistenza e supporto nella definizione e nell’attuazione delle politiche regionali di sviluppo del territorio sulle tematiche relative alla ricerca e innovazione e con l’adesione alla rete Federated Innovation MIND e la partnership istituzionale con InnovUp”, conclude Mascetti. 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    Commercialisti: società di capitali, cala il fatturato

    (Teleborsa) – Il rallentamento del Pil e l’inflazione provocano un significativo calo dei fatturati aziendali. È quanto emerge dalle stime sui bilanci delle società di capitali realizzate dalla Fondazione nazionale dei commercialisti per il 2023 e il 2024, secondo le quali si registra lo scorso anno un calo del fatturato in termini reali pari a -2,8% e un andamento quasi piatto per l’anno in corso (+0,2%). Stime che contrastano con l’andamento del biennio post-Covid 2021-2022. Sempre in termini reali, infatti, il fatturato aziendale delle società di capitali italiane era cresciuto del 23,6% nel 2021 e del 17,4% nel 2022.”Dopo la grande ripresa post-Covid del biennio 2021-2022 – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio –, che insieme alla crescita del fatturato ha visto un miglioramento complessivo delle condizioni economiche e finanziarie delle società osservate, nel biennio 2023-2024 assisteremo ad una fase di contenimento, che in alcuni casi potrebbe determinare anche situazioni di crisi. Nella fotografia scattata sul 2022, l’Osservatorio della nostra Fondazione nazionale ci restituisce, infatti, un’immagine solida delle società di capitali italiane che, nel biennio post-Covid, hanno sperimentato un buon recupero sia dell’attività che dei margini”. Secondo il numero uno dei commercialisti “il rallentamento in corso, che interessa il biennio 2023-2024, non dovrebbe tramutarsi in una crisi generalizzata, ma sarà molto importante tenere sotto controllo i principali indicatori economici e finanziari delle imprese che, in alcuni casi, potrebbero incappare in situazioni problematiche. Pertanto, il livello di monitoraggio dovrà necessariamente divenire più stringente e i sistemi di controllo e prevenzione dovranno supportare un’attività di sorveglianza più mirata”.Stime fatturato 2023-2024. Nel corso del 2023, a causa del prolungarsi dell’incertezza economica legata alle tensioni geopolitiche e delle pressioni inflattive sui mercati delle materie prime, l’attività economica nell’area dell’euro e in Italia è andata via via rallentando. Secondo i dati ufficiali Istat, il Pil italiano è cresciuto dello 0,9% nel 2023 contro il +4% del 2022 e il +8,3% del 2021. Nel 2024, le più recenti previsioni dell’Unione europea stimano una crescita di +0,7%. In linea con l’andamento del Pil, anche i bilanci delle imprese tendono a flettere verso il basso. Secondo gli ultimi dati provenienti dalle statistiche sui flussi mensili della fatturazione elettronica, nei primi dieci mesi del 2023, l’imponibile IVA totale è diminuito del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. La produzione industriale, nell’intero anno, si è ridotta del 2,5%. Il fatturato delle imprese industriali, nel corso del 2023, fa registrare un calo dello 0,5%. Nel settore terziario, invece, il fatturato cresce anche se in misura contenuta (+3,9% nel 2023). Sulla base dei dati congiunturali relativi al 2023, i commercialisti stimano un calo del fatturato delle società di capitali che fanno parte dell’Osservatorio della Fondazione nazionale della categoria. In particolare, il fatturato complessivo, dopo una crescita nominale del 25,5% nel 2021 e del 26,1% nel 2022, è previsto aumentare del 3,1% in termini nominali e ridursi del 2,8% in termini reali per il 2023, con una possibile tenuta nel 2024, anno per il quale al momento si prevede un risultato pari a +2,2% in termini nominali e +0,2% in termini reali.Bilanci 2022: principali indicatori. Sulla base di un campione di quasi 700mila bilanci di società di capitali, nel 2022 i dati aggregati indicano un quadro economico positivo che segue gli ottimi risultati fatti registrare nel 2021. A livello aggregato, il valore della produzione per dipendente è pari a 399.746 euro, in aumento del 19,5% rispetto al 2021. Tale incremento supporta anche il risultato operativo, che registra un incremento del 23%, con un valore pari a 20.007 euro, contro i 16.283 del 2021. Nonostante un incremento degli oneri finanziari, il risultato prima delle imposte aumenta fino a raggiungere i 23.392 euro per dipendente (+17,7%). Le imposte sul reddito (sempre rapportate al numero di dipendenti a livello aggregato) crescono del 23,5%, mentre l’utile netto per dipendente raggiunge il valore di 17.229 euro, in aumento del 15,7% rispetto all’anno precedente. Quasi invariato è risultato, invece, il patrimonio netto per dipendente, che ha fatto registrare un incremento dello 0,3%, risultando pari a quasi 207 mila euro, mentre i debiti sono aumentati del 2,1%. In particolare, i debiti bancari sono diminuiti del 3,7%, mentre quelli tributari sono aumentati del 6,8%, con una tendenza all’aumento più accentuata nelle MPMI (mediamente intorno al 9%). Da segnalare un forte aumento del risultato operativo tra le grandi imprese (+47,2%) che presentano, però, un valore medio per dipendente più basso rispetto agli altri segmenti dimensionali.Andamento dei ricavi, del valore aggiunto e dei dipendenti. Nel 2022 i dati indicano una crescita del fatturato nominale pari al 26,1% che si traduce in un +16,4% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione. La crescita nominale del fatturato è più elevata nelle imprese di maggiori dimensioni, mentre è risultata più elevata nel Centro (+42,3%) rispetto al Sud (+18,7%). Il valore aggiunto, rappresentato dalla differenza tra valore della produzione e costi esterni, è aumentato del 10,1%. L’incremento di tale indicatore è stato maggiore nelle imprese di minori dimensioni rispetto alle medie e alle grandi. Nel corso del 2022, a fronte dell’aumento del 26,1% del fatturato, il numero totale dei dipendenti occupati nelle società di capitali è aumentato del 5,6%. Nelle grandi imprese (con più di 250 dipendenti) si è verificata la crescita più elevata (+9,1%), mentre nelle microimprese (0-9 dipendenti) si è registrato un decremento (-1,9%). Sulla base dei bilanci relativi all’anno 2022, le società in utile sono pari al 75,4% del totale, in decremento rispetto al 2021 (76,8%). La quota di società che presenta un bilancio in utile è più elevata tra le piccole imprese (10-49 dipendenti) (87,6%), mentre la quota più bassa si registra tra le grandi imprese (+250 dipendenti) (71,5%).I settori di attività. Con riferimento ai settori di attività economica, nel 2022, si va dal +78,8% del settore “Energia, acqua e rifiuti” al +3,4% del settore “Attività sportive”. Da segnalare “Information technology” e “Servizi professionali e altri servizi” con tassi di crescita superiori al 30%. Alcuni settori mostrano percentuali comprese tra il 20 e il 30%: Industria manifatturiera (+22,5%), Commercio (+23%), Altre attività di servizi alla persona (+21,2%). Diversi settori presentano tassi di crescita del fatturato tra il 10 e il 20%: “Agricoltura, Industria estrattiva”, “Riparazioni meccaniche e di macchinari”, “Costruzioni”, “Trasporti e logistica”, “Ristoranti e alberghi”, “Sanità”, “Arte e cultura”. I settori con tassi di crescita del fatturato inferiori al 10%, ma comunque positivi, sono, oltre alle “Attività sportive”, “Editoria, Cinema e telecomunicazioni” (+4,5%), “Attività immobiliari” (+5,9%), “Istruzione” (+8,1%).I ricavi a livello territoriale. A livello territoriale, le regioni che fanno registrare la crescita più elevata dei ricavi sono Lazio (+53,6%), Valle d’Aosta (+42,8%) e Sardegna (+42,5%). Le regioni con la crescita dei ricavi più bassa sono Umbria (+12%), Marche (+16%) e Piemonte (+16,4%). Invece, le province con la crescita dei ricavi più elevata sono Siracusa (+153%), Latina (+63,4%) e Cagliari (+60,4%).L’andamento dei dipendenti a livello territoriale. Per quanto riguarda i dipendenti, le regioni con la crescita più elevata sono nel Sud e sono Calabria (+12,7%) e Sicilia (+8,1%), mentre altre due regioni del Sud fanno registrare il calo maggiore e sono Basilicata (-8,6%) e Molise (-4,6%). Tra le province, Sondrio fa registrare una crescita molto elevata (+284,8%) seguita da Agrigento (+28,4%) e Cosenza (+25,7%). Le province con un calo dei dipendenti sono Potenza (-13,8%), Campobasso (-11,3%), Nuoro (-9,7%), Siracusa (-9,4%), Salerno (-2,4%) e Benevento (-1,2%).Le imprese che chiudono il bilancio in utile. Infine, la Campania è la regione con la quota di società in utile più elevata (78,1%), mentre il Lazio è la regione con la quota più bassa (69,4%). Tra le province, quelle con la quota più alta di società in utile sono Salerno (79,6%), Belluno (79,5%) e Caserta (78,7%). Le province con la quota più bassa di società in utile sono Grosseto (64,7%), Imperia (66%) e Savona (66,5%). LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, prosegue “operazione rilancio”: sindacati convocati il 25 marzo

    (Teleborsa) – Per l’ex Ilva procede “l’operazione rilancio”: i sindacati dei metalmeccanici sono stati convocati a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, per lunedì 25 marzo alle 19 per discutere della situazione. Lo riferiscono fonti sindacali.Tanto più che nei giorni scorsi è arrivato un fondamentale tassello: è infatti scesa in campo SACE, il gruppo assicurativo finanziario italiano specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, che ha annunciato le prime iniziative che danno il via al processo di supporto ad Acciaierie d’Italia e al suo indotto.E sempre nelle scorse ore, la Camera ha approvato il decreto legge sull’ex-Ilva. Il provvedimento, che ha già ricevuto il via libera dal Senato il 5 marzo, è dunque legge. “Ringrazio i deputati per la piena collaborazione e il forte senso di responsabilità manifestati durante l’iter del provvedimento: oggi si segna una tappa importante per la storia della siderurgia italiana”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del voto finale dell’Aula di Montecitorio al Dl ex Ilva. “Con l’approvazione definitiva del decreto, che durante i lavori parlamentari è stato ampliato e migliorato, le Istituzioni hanno dimostrato coesione e capacità di ascolto, accogliendo le indicazioni arrivate delle forze sociali e produttive e dando delle risposte concrete. Solo lavorando insieme possiamo garantire la continuità produttiva degli stabilimenti dell’ex Ilva e rilanciare così un asset fondamentale come è quello della siderurgia nazionale” ha aggiunto. “Si conferma ancora una volta la volontà del Governo Meloni di puntare sulle eccellenze italiane e tutelare le imprese strategiche per il nostro Paese. Il Sistema Italia c’è, andiamo avanti così” ha concluso.E sono arrivate anche le parole della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager sul prestito per l’ex Ilva che appare essere stato “necessario” e, per quanto la Commissione debba “raccogliere maggiori informazioni sul dossier dell’ex Ilva”, la Commissaria ha detto intervistata da Rainews di “capire le azioni del governo italiano”. Vestager ha detto di non sapere “quali saranno i tempi di una decisione definitiva, ma sicuramente capiamo l’importanza delle azioni del governo” LEGGI TUTTO