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    Scuola, GPS: aggiornamento in arrivo, ecco le novità per la domanda on line

    (Teleborsa) – “È stata presentata oggi ai sindacati la domanda on line per l’aggiornamento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) per il biennio 2024/25 e 2025/26. L’interfaccia grafica e la struttura della domanda sono rimaste inalterate, ma sono state introdotte alcune importanti novità che la delegazione ANIEF, formata dai segretari generali Chiara Cozzetto e Marco Giordano, ha apprezzato pur evidenziando la necessità di alcune ulteriori modifiche”. È quanto fa sapere ANIEF in una nota illustrando le le principali novità previste dalla nuova domanda. Sarà possibile inserirsi per la prima volta, aggiornare e anche cambiare provincia. Durante l’incontro al ministero è stata, inoltre, confermata la volontà dell’amministrazione di avviare la presentazione delle domande al più presto ma non è stata indicata una data esatta.Tra le novità più importanti la possibilità di inserirsi in una specifica graduatoria per Educazione Motoria alla scuola Primaria (EEMM) e la possibilità di visualizzare una ipotesi di valutazione del punteggio spettante. Semplificate, inoltre, la modalità di sostituzione del titolo d’accesso già dichiarato con altro più conveniente per l’aspirante; introdotta, al termine della procedura, la possibilità di visualizzare una ipotesi di valutazione del punteggio (che dovrà essere confermata o modificata dall’ufficio scolastico provinciale destinatario della domanda).Sarà sempre possibile – spiega l’ANIEF – inserirsi con riserva nella prima fascia in attesa di conseguimento del titolo di abilitazione o della specializzazione su sostegno. La riserva andrà sciolta entro il 30 giugno 2024 sempre on line, pena la cancellazione dalla prima fascia. Per questo motivo è opportuno chiedere, ove possibile, l’inserimento per la stessa classe o tipo di posto anche nella seconda fascia con il titolo già posseduto; in questo modo dopo lo scioglimento della riserva sarà l’inserimento in seconda – a quel punto superfluo – a decadere, mentre in caso di mancato scioglimento entro il termine del 30 giugno e di conseguente decadenza dalla prima si sarà quanto meno presenti nella seconda fascia.I titoli conseguiti all’estero potranno essere inseriti purché sia stata quanto meno presentata istanza di riconoscimento in Italia entro la scadenza della presentazione delle domande. Ricordiamo che l’inserimento con riserva in attesa di validazione del titolo estero non consente di stipulare contratti di supplenza (anche in questo caso vale il consiglio di aggiornare o inserirsi, ove possibile, in seconda fascia con il titolo italiano già posseduto in attesa di ottenere il riconoscimento di quello estero).Infine, per le classi accorpate dal DM 255/2023 la domanda prevede la presenza di classi di concorso separate per grado, come in precedenza richiesto da ANIEF, e saranno individuate con i vecchi codici (ES: A012 Italiano secondo grado – A022 Italiano primo grado).Non è stata resa nota la data di avvio delle operazioni ma l’amministrazione – conclude l’ANIEF – ha confermato la volontà di avviare le procedure di presentazione delle domande in tempi rapidi.(Foto: Alexas_Fotos /Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Tesoro, in asta BOT a 6 mesi e 1 anno per 8,5 miliardi

    (Teleborsa) – Martedì prossimo 26 marzo andranno in asta 7 miliardi di euro di BOT a 6 mesi e 1,5 miliardi di BOT a 12 mesi.Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolineando che derivano dalla riapertura del titolo emesso il 14 giugno 2023 con 3 mesi di vita residua. Il regolamento è previsto per il 28 marzo data in cui vengono a scadenza 9,8 miliardi di BOT a 6 mesi. LEGGI TUTTO

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    Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, Earth Day Italia presenta “Water for peace”

    (Teleborsa) – In occasione della 32esima Giornata Mondiale dell’Acqua, Earth Day Italia organizza un digital talk, in diretta su sul sito dell’Ansa e di Earth Day, dal titolo “Water for Peace”. A moderare l’incontro Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, con il contributo della giornalista RAI, Chiara Giallonardo, la quale intervisterà il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Assieme al ministro saranno protagonisti della giornata personaggi di spicco quali: Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte; Stefano Lo Russo, sindaco di Torino; Giacomo Portas, presidente dell’Environment Park; Francesca Bernardini, capo della Cooperazione Transfrontaliera presso la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa (UNECE); Francesco Corvaro, inviato Speciale per il Cambiamento Climatico; Elena Eva Maria Grandi, assessore all’Ambiente e Verde del Comune di Milano; Paola Aloi, comitato direttivo per l’organizzazione delle celebrazioni italiane dell’Earth Day.Le Nazioni Unite hanno dedicato questa 32esima edizione al tema della Pace con motivazioni forti: “L’acqua può creare pace o scatenare conflitti. Quando l’acqua è scarsa o inquinata, o quando le persone hanno un accesso disuguale o nessun accesso, le tensioni possono aumentare tra comunità e Paesi. Più di 3 miliardi di persone in tutto il mondo dipendono dall’acqua che attraversa i confini nazionali. Tuttavia, solo 24 Paesi hanno accordi di cooperazione per tutte le loro acque condivise. Con l’aumentare degli impatti dei cambiamenti climatici e la crescita delle popolazioni, c’è un urgente bisogno, all’interno e tra i Paesi, di unirsi attorno alla protezione e alla conservazione delle nostre risorse più preziose. La salute pubblica e la prosperità, i sistemi alimentari ed energetici, la produttività economica e l’integrità ambientale si basano su un ciclo idrico ben funzionante ed equamente gestito. Quando cooperiamo sull’acqua, creiamo un effetto a catena positivo, promuovendo l’armonia, generando prosperità e costruendo la resilienza alle sfide condivise. Dobbiamo agire sulla consapevolezza che l’acqua non è solo una risorsa da usare e competere, è un diritto umano, intrinseco a ogni aspetto della vita. In questa Giornata Mondiale dell’Acqua, tutti dobbiamo unirci intorno all’acqua e usarla per la pace, gettando le basi di un domani più stabile e prospero”.Significativa la partecipazione di Moby Dick, street artist di fama internazionale fortemente impegnato nella difesa del mondo animale, il quale realizzerà un’opera live per sottolineare l’importanza dell’acqua nella prospettiva One Health: una sola salute per l’uomo, gli animali, il pianeta.La Pace sarà anche al centro della 54esima Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite che quest’anno saranno fortemente presenti anche a Torino in preparazione del G7 Ambiente, Clima ed Energia guidato dal Ministro Pichetto Fratin. Per l’occasione, infatti, Earth Day Italia organizzerà un dialogo sul tema Pace e Ambiente con collegamenti da Gerusalemme e messaggi da leader culturali e religiosi da ogni latitudine del pianeta. Un forte appello mondiale per la Pace che indica lo sviluppo sostenibile quale strada maestra per la costruzione di una pace solida e duratura. Al centro dell’impegno di Earth Day per il G7 di Torino anche le nuove generazioni con gli Stati Generali dell’Ambiente per Giovani che coinvolgeranno ragazzi e ragazze provenienti da diversi Paesi in tavoli di lavoro su clima, energia, acqua ed economia circolare. Le istanze e le proposte dei giovani saranno portati all’attenzione dei 7 Ministri dei Paesi più industrializzati del mondo. Significativa, in questo senso, la partecipazione al talk del 22 marzo di una delegazione di ragazzi del Liceo Augusto di Roma che saranno coinvolti negli Stati Generali in occasione dell’Earth Day.”Il G7 Ambiente, Clima ed Energia di Torino – spiega Sassi – offre alla comunità internazionale un’occasione straordinaria per riflettere sul pericoloso sentiero che l’umanità ha intrapreso negli ultimi decenni. Ci stiamo abbandonando senza resistenza a modelli di sviluppo disumani che sacrificano la bellezza della vita sull’altare del più arido profitto. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: crisi climatica, crisi finanziaria, crisi sanitaria, crisi geopolitica. Dobbiamo ritrovare il senso delle cose e lavorare insieme per offrire alla nostra e alle future generazioni la possibilità di una vita felice. La strada maestra per una Pace solida e duratura diventa allora quella di uno sviluppo realmente sostenibile, che rimetta al centro l’uomo nella relazione con i suoi simili e con la natura della quale è parte”. LEGGI TUTTO

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    Al via Consiglio europeo: Ucraina e Gaza al centro del vertice

    (Teleborsa) – Il cancelliere tedesco OlafScholz si è detto sicuro che il segnale inviato dall’UE a Putin è “molto chiaro”. “Ha sbagliato i calcoli se ritiene che non saremo in grado di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario e l’utilizzo dei profitti” degli asset russi immobilizzati “è un piccolo ma importante elemento fondamentale”, ha dichiarato arrivando al consiglio europeo a Bruxelles. Le entrate dei profitti dagli asset russi congelati “possono essere utilizzate dall’Unione europea e, a mio avviso, innanzitutto per avere l’opportunità di acquisire le armi e le munizioni di cui l’Ucraina ha bisogno per la propria lotta difensiva”, ha aggiunto Scholz.Per quel che riguarda invece il conflitto in Medio Oriente Scholz ha sottolineato di “un cessate il fuoco più duraturo”. “Diamo sempre per scontato che il governo israeliano, nella sua attività militare nella Striscia di Gaza, aderirà a ciò che è sancito dal diritto internazionale per il suo Paese ma anche per tutti noi”, ha aggiunto.Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è giunta all’Europa Building per il Consiglio europeo. Prima del summit Ue i 27 capi di Stato e di governo hanno incontrato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres durante un pranzo di lavoro. “L’Unione europea ha una lunga tradizione di difesa dei valori universali. Contiamo sull’Ue come nostro fedele alleato nella lotta per la pace, la giustizia e i diritti umani ovunque”, ha scritto in un post su X il segretario generale dell’Onu ringraziando Charles Michel per l’invito di oggi al Consiglio europeo. Il Consiglio si è aperto con il saluto della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola e con un intervento in collegamento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.Il Consiglio Europeo che si riunisce oggi e domani a Bruxelles “non è un Consiglio di guerra. Dobbiamo lavorare per la pace, dall’Ucraina al Medio Oriente. Dobbiamo fare di tutto per una de-escalation, una riduzione del conflitto”, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a Bruxelles, a margine del pre-vertice del Ppe. “Per arrivare alla pace in Ucraina – ha aggiunto – bisogna difendere Kiev, che non deve essere sconfitta dai russi. Bisogna arrivare ad un equilibrio. Se c’è un vincitore e uno sconfitto, non c’è accordo di pace. E il vincitore non può essere colui che ha violato il diritto internazionale”.”Oggi il Consiglio europeo discuterà” della possibilità di introdurre dei defence bond “probabilmente senza prendere una decisione – ha annunciato all’Ansa il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, a margine del prevertice dei socialisti Ue a Bruxelles –. È chiaro però che l’attualità ci impone di trovare strumenti di finanziamento comune. Credo che non ci siamo ancora, e questo può essere un motivo di rammarico, ma bisogna andare in quella direzione”. LEGGI TUTTO

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    Dl Pnrr: presentati 1.390 emendamenti in commissione Camera

    (Teleborsa) – Valanga di emendamenti al decreto “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr”. Sono 1.390 quelli presentati in Commissione bilancio alla Camera dove è in corso l’esame del provvedimento: 550 sono stati presentati dai gruppi di maggioranza (274 da Forza Italia, 166 dalla Lega, 95 da Fratelli D’Italia e 15 da Noi Moderati); altri 327 dal Pd; 184 dal M5S; 137 da Avs; 55 da Azione; 33 da Iv, 103 dalle Minoranze linguistiche e uno da +Europa. Lunedì alle 15 è prevista la seduta della Commissione per il vaglio delle ammissibilità degli emendamenti. Nel decreto che conta 46 articoli, ed è di fatto un omnibus, figurano – oltre alle misure di revisione del Pnrr, di rifinanziamento dei progetti che dal Piano sono usciti e di semplificazione e accelerazione delle procedure – disposizioni su varie materie tra cui quelle sul personale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, l’incremento delle risorse per la remunerazione del trattamento accessorio dell’Avvocatura dello Stato, interventi sui sistemi informatici del Ministero del turismo, norma sulla società Autostrada Pedomentana Lombarda, disposizioni urgenti sulla digitalizzazione all’interno delle quali figura la cessione di PagoPa, oggi detenuta al 100% dal Mef, al Poligrafico e a Poste Italiane.Nel testo anche misure su l’esonero contributivo per 24 mesi per l’assunzione a tempo indeterminato di badanti che assistono anziani ultraottantenni a basso reddito, la realizzazione di strutture di accoglienza di migranti in Albania, disposizioni sul fascicolo sanitario elettronico. LEGGI TUTTO

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    DdL Calderoli, GIMBE: “Punto di non ritorno nell’equità dell’assistenza sanitaria tra le Regioni italiane”

    (Teleborsa) – “Il DdL Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato al Senato e ora in discussione alla Camera potrebbe segnare un punto di non ritorno nell’equità dell’assistenza sanitaria tra le Regioni italiane in un contesto caratterizzato dalla grave crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)”. È quanto rileva la Fondazione GIMBE nel Report “L’autonomia differenziata in sanità”. Un’analisi volta a esaminare le criticità del testo del DdL e analizzare il potenziale impatto sul SSN delle maggiori autonomie richieste dalle Regioni in materia di “tutela della salute”.”Le nostre analisi – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – documentano dal 2010 enormi divari in ambito sanitario tra il Nord e il Sud del Paese e sollevano preoccupazioni riguardo all’equità di accesso alle cure”. Dagli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) – le prestazioni sanitarie che le Regioni devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket – valutati con la griglia LEA nel decennio 2010-2019 emerge – si legge nel report – che nelle prime 10 posizioni non c’è nessuna Regione del Sud e che le tre Regioni che hanno richiesto maggiori autonomie si collocano nella top five della classifica. E con il Nuovo Sistema di Garanzia che ha sostituito la griglia LEA, nel 2020 delle 11 Regioni adempienti l’unica del Sud è la Puglia, a cui nel 2021 si aggiungono Abruzzo e Basilicata. E sia nel 2020 che nel 2021 le Regioni del Sud sono ultime tra quelle adempienti.Nel 2022 a fronte di un’aspettativa di vita alla nascita di 82,6 anni (media nazionale), si registrano notevoli differenze regionali: dagli 84,2 anni della Provincia autonoma di Trento agli 81 anni della Campania, un gap ben 3,2 anni. E in tutte le 8 Regioni del Mezzogiorno l’aspettativa di vita è inferiore alla media nazionale, spia indiretta della bassa qualità dei servizi sanitari regionali.L’analisi della mobilità sanitaria conferma la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord e la fuga da quelle del Centro-Sud: infatti, nel periodo 2010-2021 tutte le Regioni del Sud ad eccezione del Molise (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) hanno accumulato complessivamente un saldo negativo pari a 13,2 miliardi di euro, mentre sul podio per saldo attivo si trovano proprio le tre Regioni che hanno già richiesto le maggiori autonomie (figura 5). Nel 2021 su 4,25 miliardi di valore della mobilità sanitaria, il 93,3% della mobilità attiva si concentra in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, mentre il 76,9% del saldo passivo grava su Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo.Il raggiungimento degli obiettivi della Missione Salute del PNRR è rallentato dalle scarse performance delle Regioni del Centro-Sud: dagli over 65 da assistere in ADI con abnormi obiettivi di incremento di circa il 300% per Campania, Lazio, Puglia e oltre il 400% per la Calabria, all’attuazione del fascicolo sanitario elettronico con percentuali di attivazione e alimentazione molto basse; dal numero di strutture da edificare (Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità), alla dotazione di personale infermieristico, ben al di sotto della media nazionale soprattutto in Campania, Sicilia e Calabria.”Complessivamente questi dati – spiega Cartabellotta – confermano che in sanità, nonostante la definizione dei LEA nel 2001, il loro monitoraggio annuale e l’utilizzo da parte dello Stato di strumenti quali Piani di rientro e commissariamenti, persistono inaccettabili diseguaglianze tra i 21 sistemi sanitari regionali. Siamo oggi davanti ad una frattura strutturale Nord-Sud che compromette qualità dei servizi sanitari, equità di accesso, esiti di salute e aspettativa di vita alla nascita, alimentando un imponente flusso di mobilità sanitaria dal Sud al Nord. Di conseguenza, l’attuazione di maggiori autonomie in sanità, richieste proprio dalle Regioni con le migliori performance sanitarie e maggior capacità di attrazione, non potrà che amplificare le diseguaglianze già esistenti. Considerato che la richiesta della Fondazione GIMBE di espungere la tutela della salute dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie sinora non è stata presa in considerazione dal Governo, né sostenuta con vigore e costanza dalle forze di opposizione – continua Cartabellotta – è cruciale ribadire le motivazioni che portano a sostenere questa posizione. Perché non è ammissibile che venga violato il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto alla tutela della salute, legittimando normativamente il divario tra Nord e Sud”.Il SSN attraversa una gravissima crisi di sostenibilità e il sotto-finanziamento costringe anche le Regioni virtuose del Nord a tagliare i servizi e/o ad aumentare le imposte per evitare il Piano di rientro. “E se da un lato ­non si intravedono risorse né per rilanciare il finanziamento pubblico della sanità, né tantomeno per colmare le diseguaglianze regionali – spiega Cartabellotta – dall’altro con l’autonomia differenziata le Regioni potranno trattenere il gettito fiscale, che non verrebbe più redistribuito su base nazionale, impoverendo ulteriormente il Mezzogiorno”.Il CLEP, ovvero il comitato istituito per determinare i livelli essenziali delle prestazioni non ha ritenuto necessario definirli per la materia “tutela della salute” in quanto esistono già i LEA, ai quali tuttavia non corrisponde alcun fabbisogno finanziario. “Una pericolosissima scorciatoia ­– commenta Cartabellotta – rispetto alla necessità di garantire i LEP secondo quanto previsto dalla Carta Costituzionale: infatti, senza definire, finanziare e garantire in maniera uniforme i LEP in tutto il territorio nazionale è impossibile ridurre le diseguaglianze tra Regioni”.In sanità il gap tra Nord e Sud configura ormai una “frattura strutturale”, come dimostrano sia i dati sugli adempimenti ai LEA sia quelli sulla mobilità sanitaria. Alla maggior parte dei residenti al Sud non sono garantiti nemmeno i LEA, alimentando il fenomeno della mobilità sanitaria verso le Regioni che hanno già sottoscritto i pre-accordi per le maggiori autonomie. Di conseguenza è impossibile, come spesso affermato, che le maggiori autonomie in sanità possano ridurre le diseguaglianze esistenti.Le maggiori autonomie già richieste da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto ne potenzieranno le performance sanitarie, indebolendo ulteriormente quelle delle Regioni del Sud, incluse quelle a statuto speciale. Alcuni esempi: la maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale provocherà una fuga dei professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrire condizioni economiche più vantaggiose, impoverendo ulteriormente il capitale umano del Mezzogiorno; l’autonomia nella definizione del numero di borse di studio per scuole di specializzazione e medici di medicina generale determinerà una dotazione asimmetrica di specialisti e medici di famiglia; le maggiori autonomie sul sistema tariffario rischiano di aumentare le diseguaglianze nell’offerta dei servizi e favorire l’avanzata del privato. “Ecco perché suona autolesionistica e grottesca – commenta il presidente della Fondazione – la posizione favorevole all’autonomia differenziata dei Presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, dimostrando che gli accordi di coalizione partitica prevalgono sulla tutela della salute delle persone”.L’ulteriore indebolimento dei servizi sanitari nel Mezzogiorno – sottolinea Fondazione GIMBE – rischia di generare un effetto paradosso nelle ricche Regioni del Nord che, per la grave crisi di sostenibilità del SSN, non possono aumentare in maniera illimitata la produzione di servizi e prestazioni sanitarie. Di conseguenza un massivo incremento della mobilità verso queste Regioni rischia di peggiorare l’assistenza sanitaria per i propri residenti. “In tal senso una”spia rossa” si è già accesa in Lombardia – commenta il Presidente – che nel 2021 si trova sì al primo posto per mobilità attiva (€ 732,5 milioni), ma anche al secondo posto per mobilità passiva (-€ 461,4 milioni): in altre parole un numero molto elevato di cittadini lombardi va a curarsi fuori Regione”.Tutte le Regioni del Mezzogiorno (eccetto la Basilicata) si trovano insieme al Lazio in regime di Piano di rientro, con Calabria e Molise addirittura commissariate, status che impongono una”paralisi” nella riorganizzazione dei servizi. “Contrariamente agli entusiastici proclami sui vantaggi delle maggiori autonomie per il Meridione – spiega Cartabellotta – nessuna Regione del Sud oggi può avanzare richieste di maggiori autonomie in sanità”.Il PNRR persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni. “In tal senso l’impianto normativo del Ddl Calderoli – chiosa il presidente della Fondazione GIMBE – contrasta proprio il fine ultimo del PNRR, occasione per il rilanciare il Mezzogiorno, teso ad accompagnare il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte ribadito nelle raccomandazioni della Commissione Europea. Al di là di accattivanti slogan e illusori proclami – conclude Cartabellotta – è certo è che l’autonomia differenziata non potrà mai ridurre le diseguaglianze in sanità, perché renderà le Regioni del Centro-Sud sempre più dipendenti dalle ricche Regioni del Nord, le quali a loro volta rischiano paradossalmente di peggiorare la qualità dell’assistenza sanitaria per i propri residenti. Ovvero, l’autonomia differenziata per la materia”tutela della salute” non solo porterà al collasso la sanità del Mezzogiorno, ma darà anche il colpo di grazia al SSN, causando un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti. Stiamo di fatto rinunciando alla più grande conquista sociale del Paese e ad un pilastro della nostra democrazia solo per un machiavellico”scambio di cortesie” nell’arena politica tra i fautori dell’autonomia differenziata e i fiancheggiatori del presidenzialismo. Due riforme che, oltre ogni ragionevole dubbio, spaccheranno l’unità del Paese Italia”. LEGGI TUTTO

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    USA, vendita di case esistenti a febbraio sopra attese

    (Teleborsa) – Segnali di ottimismo giungono ancora dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a febbraio un incremento del 9,5%. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il +3,1% riportato a gennaio.Sono state vendute 4,3 milioni di abitazioni rispetto ai 4 milioni di gennaio e contro i 3,95 milioni di unità previsti dagli analisti. LEGGI TUTTO

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    USA, S&P Global: settore manifatturiero in aumento a marzo, frena il terziario

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera mentre frena quella dei servizi degli Stati Uniti, nel mese di marzo. La stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 52,5 punti, in salita dai 52,2 punti di febbraio e sopra i 51,8 punti attesi dagli analisti. L’indicatore si conferma dunque sopra la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In calo, invece, l’indice del settore terziario, sempre nel mese di marzo. La stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 51,7 punti, che si confronta con i 52,3 di febbraio ed i 52 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 52,2 punti dai 52,5 precedenti e rispetto ai 52,2 attesi. LEGGI TUTTO