(Teleborsa) – Il programma di incentivi italiano per gli operatori del gas e del GNL non è al passo con la realtà del mercato e convoglia gli investimenti in progetti infrastrutturali che saranno sottoutilizzati. Lo sostiene l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), un think tank che si occupa di energia, sollecitando un migliore allineamento dei sostegni governativi e normativi alle esigenze del mercato.Secondo la ricerca, l’attuale programma normativo potrebbe incoraggiare un’eccessiva spesa in conto capitale per infrastrutture ridondanti dedicate al gas e al GNL, nonostante il recente calo della domanda italiana di entrambi i combustibili.Viene fatto notare che la domanda di gas in Italia è scesa del 19% dal 2021 al 2024, mentre le importazioni di GNL sono diminuite del 12% nel 2024 (dopo essere cresciute però del 71% dal 2021 al 2023). Nonostante questa contrazione, i piani per le infrastrutture destinate al gas naturale liquefatto potrebbero triplicare la capacità di rigassificazione dell’Italia, portandola da 16,1 miliardi di metri cubi nel 2022 a 47,5 miliardi di metri cubi nel 2026.Nel primo trimestre 2025 l’Italia accrescerà infatti la capacità di importazione di GNL del 22%, con l’apertura da parte di Snam del nuovo rigassificatore galleggiante (FSRU) di Ravenna con capacità per 5 miliardi di metri cubi. Da febbraio 2022 la capacità nazionale per la rigassificazione è cresciuta di 7,5 miliardi di metri cubi, anche grazie all’ampliamento della FSRU Toscana e dei terminali Adriatic LNG e all’installazione di un nuovo impianto FSRU a Piombino. Oltre all’imminente lancio della FSRU Ravenna, nel 2026 sarà operativo anche un nuovo terminale a Porto Empedocle.Secondo il report dell’IEEFA, i tassi medi di utilizzo dei terminali italiani per GNL tra gennaio e settembre 2024 suggeriscono che i volumi di rigassificazione non stanno tenendo il passo con l’ampliamento della capacità per questo combustibile. In tale periodo sono stati registrati tassi di utilizzo elevati per Adriatic LNG (90%) e Piombino (67%), ma molto più contenuti per la FSRU Panigaglia (28%) e per il terminale FSRU Toscana (13%), fuori servizio da fine febbraio 2024.”Gli incentivi agli investimenti in infrastrutture devono essere guidati dalla domanda. Nel caso dell’Italia, attualmente è il contrario: i ricavi regolamentati spingono la costruzione di infrastrutture anche se la domanda non è sufficiente a giustificarle”, ha dichiarato Ana Maria Jaller-Makarewicz, Lead Energy Analyst per l’Europa di IEEFA.”È ora che l’Italia prenda atto del declino della sua domanda di gas e di quella dei suoi vicini europei – ha aggiunto – L’ambizione del Paese di diventare un hub del gas rischia di mettere a repentaglio la competitività del suo settore energetico, destinando erroneamente il sostegno governativo a progetti dedicati gas che non offrono soluzioni di sicurezza energetica a lungo termine”.Il report si sofferma sul fatto che Snam è il principale beneficiario del programma di incentivi. I ricavi regolamentati dell’azienda sono aumentati di 272 milioni di euro (20,1% su base annua) nella prima metà del 2024. Di questi, la maggior parte (160 milioni di euro) deriva da un costo ponderato del capitale più elevato e dalla crescita degli asset di trasporto e stoccaggio del gas di Snam. Nel 2023, i ricavi regolatori di Snam sono aumentati di 385 milioni di euro. Viene evidenziato che Snam possiede il 61% dei terminal GNL operativi in Italia e il 100% di due nuovi terminal in progetto. L’azienda fornisce il 95% del mercato italiano del gas e detiene la più grande proprietà di gasdotti dell’Unione Europea, per una lunghezza complessiva di quasi 38.000 chilometri.”Se i consumi italiani di gas continueranno a diminuire, nel 2030 la domanda nazionale per il GNL sarà pari a meno di un terzo della capacità di rigassificazione del Paese”, è una delle conclusioni del rapporto.Mercoledì scorso, presentando il nuovo piano al 2029, l’AD di Snam Stefano Venier ha sostenuto che la nave rigassificatrice di Piombino “ha dimostrato la sua strategicità”, come del resto dimostra il fatto che “ha venduto tutta la sua capacità per i prossimi 20 anni”. Venier ha anche evidenziato che, con l’entrata in funzione della BW Singapore a Ravenna, la capacità complessiva di rigassificazione italiana salirà a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi di gas importati dalla Russia nel 2021. LEGGI TUTTO