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    SIMEST (Gruppo CDP): 6 milioni di euro per la crescita in Nord America di Objectway

    (Teleborsa) – SIMEST, la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti che supporta l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha investito 6 milioni di euro per supportare la crescita nel mercato nord-americano di Objectway, uno dei principali operatori dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) nella trasformazione digitale del settore finanziario, con software e servizi all’avanguardia. Nell’iniziativa è intervenuto anche il Fondo di Venture Capital, strumento agevolativo che SIMEST gestisce in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.L’operazione – fa sapere SIMEST in una nota – ha consentito l’acquisizione della società canadese Nest Wealth Holding Inc., uno dei principali fornitori nordamericani di soluzioni digitali in ambito WealthTech.In linea con la strategia di consolidamento nel nuovo mercato, l’investimento – si legge nella nota – permetterà di ampliare e potenziare ulteriormente il design delle soluzioni di wealth e investment management dell’azienda, in aggiunta ai servizi di consulenza, portfolio management e back-office. Nest Wealth dispone, infatti, di un significativo vantaggio competitivo, grazie a una piattaforma di digital wealth con un’importante base clienti.La missione di Objectway è affiancare le istituzioni finanziarie di ogni dimensione e area geografica nel loro percorso di trasformazione digitale, migliorandone l’intera catena del valore e permettendo loro di accrescere e scalare il proprio business.L’investimento si aggiunge all’attuale portafoglio equity di SIMEST che conta oltre 230 progetti in tutto il mondo, per più di 800 milioni di euro.Nel solo 2023, attraverso l’attività di ingresso nel capitale delle imprese, SIMEST ha registrato operazioni per circa 170 milioni di euro, di cui 94 milioni di euro a valere su risorse proprie e 74 milioni di euro a valere su risorse del Fondo di Venture Capital. LEGGI TUTTO

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    ABI, prestiti in calo. Tassi dei mutui scendono in media al 3,6%

    (Teleborsa) – Negli ultimi mesi si stanno manifestando segnali di diminuzione dei tassi di mercato rispetto ai precedenti valori massimi e rispetto ai tassi BCE. È quanto emerge dal rapporto mensile dell’ABI. Nel dettaglio, nei primi 15 giorni di maggio, il tasso sui BTP è stato in media del 3,82%, in diminuzione di 117 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso IRS a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,77%, in diminuzione di 75 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso sui BOT a sei mesi è stato in media del 3,66%, in diminuzione di 39 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,82%, in calo di 18 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Ad aprile 2024 il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,67%, rispetto al 3,79% di marzo 2024 e rispetto al 4,42% di dicembre 2023; il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è il 5,32% (5,26% a marzo 2024 e 5,45% a dicembre 2023); il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stabile al 4,80%.In tale scenario, conseguentemente al calo dei rendimenti dei titoli di Stato, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) ad aprile 2024 è stato il 3,63%. A marzo 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,67%; area dell’euro 3,50%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE), l’incremento è stato di 334 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso ad aprile 2024 è stato il 3,81%, con un incremento di 250 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31% Il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), ad aprile 2024, è stato l’1,05% (1,04% nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è salito allo 0,59% (0,57% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie ad aprile 2024 è stato di 187 punti base.La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, – fa sapere l’ABI – presenta un incremento di circa 215 miliardi tra marzo 2023 e marzo 2024 (137,1 miliardi famiglie, 21,2 imprese e il restante agli altri settori, impresefinanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). Ad aprile 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, ècresciuta rispetto ad un anno fa del 20,4% (+18,8% nel mese precedente). Conseguentemente, i soli depositi, nelle varie forme, sono scesi ad aprile 2024 dell’1,4% su base annua.La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) ad aprile 2024 è risultata in aumento dello 0,9% su base annua, proseguendo la dinamica crescente registrata nei tre mesi precedenti (+2,1% a marzo2024 e +0,9% a febbraio 2024).Il calo dei volumi di credito – spiega l’ABI – è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: ad aprile 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,5% rispetto a un anno prima, mentre a marzo 2024 avevano registrato un calo del 2,6%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,9% e quelli alle famiglie dell’1,4%.Le sofferenze al valore nominale nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a marzo 2024 sono state 16,9 miliardi di euro (17,4 miliardi nel mese precedente). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è l’1,01% a marzo 2024 (1,03% a febbraio 2024; 4,89% a novembre 2015). LEGGI TUTTO

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    Nuovo patto Ue, verso correzione da 10 miliardi l’anno per l’Italia

    (Teleborsa) – Per la decisione formale di Bruxelles bisognerà aspettare ancora un mese ma si delinea con maggior chiarezza l’impatto del nuovo Patto di stabilità sui conti italiani.L’idea è che si vada verso una richiesta di aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6% del Pil in 7 anni per circa 10 miliardi l’anno, con “un risultato convergente” sia con le regole sul calo del debito e sia dalla procedura per deficit eccessivo. E’ quanto emerge da più fonti europee. Nel Def la differenza del saldo strutturale 24-25 ha già considerato questa differenza. L’indicazione, quando arriverà, dovrà essere tenuta in conto anche negli anni successivi.La ‘traiettoria di riferimento’ che la Commissione Ue darà a Roma il 21 giugno sarà quindi oggetto di un dialogo tecnico, per cristallizzarsi nel piano pluriennale di spesa da presentare entro il 20 settembre.Dopo l’ok alla riforma, il Commissario europeo all’Economia Gentiloni ha più volte sottolineato come questo compromesso conserva alcuni degli aspetti fondamentali della proposta della Commissione. “In primo luogo una maggiore gradualità nei percorsi di aggiustamento di bilancio. In secondo luogo la possibilità, anzi l’impegno per ciascun paese a disegnare il proprio percorso di riforme, investimenti e prudenza di bilancio nei prossimi quattro sette anni. In terzo luogo, e questo grazie anche al contributo del Parlamento europeo, uno spazio certamente maggiore per gli investimenti, rispetto alle regole esistenti. Si tratta in particolare di investimenti legati alla difesa, investimenti legati al cofinanziamento di fondi europei, investimenti legati alle nostre grandi priorità come Unione europea”.”Per l’Italia – aveva sottolineato Gentiloni nell’occasione – questo naturalmente vuol dire che abbiamo di fronte una doppia sfida: da un lato la sfida di politiche di bilancio prudenti, che sono indispensabili per un paese con un deficit e un debito così alti. Al tempo stesso la sfida continua con investimenti pubblici che sostengano la crescita e sostengono la nostra economia”. “Qui naturalmente – ha aggiunto – ci soccorrono le nuove regole di bilancio, ma ci soccorre anche il PNRR, la grande disponibilità delle risorse del PNRR”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, frena il settore terziario a marzo

    (Teleborsa) – Frena il settore servizi giapponese. L’indice sull’attività del settore terziario, elaborato dal Ministero dell’economia e dell’industria, ha registrato a marzo una variazione negativa del 2,4% su base mensile dopo l’aumento dell’1,5% di febbraio e contro la crescita dello 0,1% stimata dagli analisti. Il dato registra su base annua un decremento dello 0,6%. LEGGI TUTTO

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    Confindustria B7: patto Governi-imprese per rafforzare peso economico G7

    (Teleborsa) – Rafforzare il peso economico del G7 attraverso la cooperazione tra pubblico e privato e ridurre con urgenza il divario di competitività: è questa, secondo il B7 – tra i più autorevoli Engagement Group riservato all’industria del G7 – la strada maestra per affrontare le transizioni che stanno rimodellando l’economia.Non a caso è il cuore del messaggio della Dichiarazione Finale che l’industria riunita al B7 Summit, appuntamento clou del B7 Italy 2024 organizzato da Confindustria e guidato da Emma Marcegaglia, ha elaborato in vista del Vertice G7 Italia di giugno. Marcegaglia ha consegnato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, le raccomandazioni delle industrie G7 sulle principali sfide dell’agenda economica globale. Priorità che verranno presentate ai ministri della Presidenza G7, ai presidenti delle Business Federation dei paesi G7, ai più autorevoli ceo globali e ai vertici delle maggiori Organizzazioni Internazionali e Multilaterali.Il successo del G7 – si evidenzia nel documento finale – dipende “dalla forza economica di tutti i suoi componenti, dalla capacità di ridurre qualunque forma di protezionismo, valorizzare i benefici del multilateralismo e far convergere le politiche industriali dei singoli Stati verso una piattaforma integrata. Pur condividendo le preoccupazioni per la sicurezza economica, l’industria chiede di mantenere i mercati aperti per stimolare il commercio e ridurre i divari di competitività, allineando al tempo stesso le politiche di controllo su esportazioni e investimenti”. La geopolitica permea l’economia, gli investimenti e la produzione. In questo senso, “la coesione del G7 è cruciale per far fronte alle crescenti conflittualità e instabilità anche oltre i suoi confini. La cooperazione deve estendersi a partner strategici come l’Africa, rafforzando la loro resilienza e affrontando questioni di estrema urgenza come le dipendenze critiche, le strozzature nelle catene globali del valore, la gestione delle emergenze, i meccanismi comuni di sicurezza e la risposta alla coercizione economica delle economie non di mercato”Nell’indicare il percorso per sostenere il G7, guidare insieme le transizioni e trasformare le criticità in nuove opportunità attraverso politiche e misure concrete, la dichiarazione finale del B7 indica un serie di priorità. Anzitutto, massimizzare i vantaggi dell’Intelligenza artificiale per aumentare la produttività e la resilienza economica, efficientare le catene del valore globali e ottimizzare la pianificazione infrastrutturale, la gestione delle risorse naturali, la previsione della domanda energetica e la risposta al cambiamento climaticoTra le priorità in cima all’agenda anche quella d’incentivare la data economy e le tecnologie digitali. LEGGI TUTTO

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    The European House – Ambrosetti: “Il sud è la terza regione più attrattiva nel Mediterraneo”

    (Teleborsa) – “Essere cerniera tra Europa e Mediterraneo Allargato, per contribuire a disegnare, interpretare e realizzare il piano di un’Europa protagonista e partner credibile dei grandi cambiamenti geopolitici, economici e sociali che influenzano la costruzione di una società mediterranea vasta più forte, giusta e coesa”. È la visione strategica del Sud Italia del Libro Bianco sul Sud Italia presentato oggi da The European House – Ambrosetti (TEHA) in occasione della giornata di apertura del Forum “Verso Sud: La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo”, in programma a Sorrento (Grand Hotel Excelsior Vittoria) fino a domani.Nel suo complesso, il Libro Bianco si articola in quattro macro-capitoli, approfonditi nei diversi panel del Forum: Le evoluzioni del contesto euro-mediterraneo con particolare attenzione ai grandi progetti di sviluppo dell’Italia e dell’Europa e alle sfide collegate alla situazione geopolitica; La nuova edizione del Mediterranean Sustainable Development Index (MSDI); Le sfide di attrattività del Sud Italia nel quadro euro-mediterraneo e le competenze strategiche connesse; L’agenda per il Sud con proposte per il potenziamento delle filiere strategiche territoriali, per la valorizzazione del capitale umano, la transizione energetica e la tutela ambientale e delle risorse.In base alla nuova edizione del Mediterranean Sustainable Development Index (MSDI), indice progettato da TEHA per misurare l’attrattività e la competitività del Sud Italia nell’area, su un orizzonte di 13 anni e per un totale di oltre 16.500 dati censiti, il Sud si conferma come la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo considerati nell’analisi. In particolare, si posiziona al quinto posto nel dominio di analisi economico, al terzo posto nel dominio di dotazione (che considera gli asset a disposizione del territorio), al quarto posto nel dominio di innovazione e cultura e al settimo posto nel dominio sociale. L’indice MSDI ha messo quindi in luce profili di attrattività, competitività e sostenibilità che dimostrano quanto il Sud Italia possa giocare il ruolo di baricentro dell’area euro-mediterranea. Infatti dal 2021, anno di nascita di “Verso Sud”, TEHA ha mappato investimenti nuovi o incrementali nel Sud Italia censiti da fonti dirette e/o fonti pubbliche e con orizzonte al 2030, per oltre 163 mld di euro investiti e 495mila occupati.L’analisi di TEHA ha messo in luce come lo sviluppo economico del Sud Italia nel quadro euro-mediterraneo passi anche attraverso la crescita della sua attrattività per gli investimenti e gli insediamenti produttivi, che negli ultimi anni stanno registrando una performance positiva. Infatti, nel triennio 2018-2021 la variazione nel numero di addetti delle multinazionali estere in Italia è stata del 32% (contro una media nazionale del 15%, del 14% del Nord e dell’11% del Centro), ovvero circa +48 mila unità, mentre la variazione percentuale del valore aggiunto è stata del 41% (contro una media nazionale del 23%, del 24% del Nord e del 14% del Centro), pari a circa +4,2 miliardi di Euro. Vi sono, però, ancora ampi margini di sviluppo rispetto alle altre aree del Paese: se il Sud si allineasse alla media del Centro-Nord in termini di incidenza del valore aggiunto delle multinazionali estere sul totale (9% nel Sud vs 19% nel Centro-Nord) e di incidenza dell’occupazione (5% nel Sud vs 11% nel Centro-Nord), si genererebbero 14 miliardi di Euro di valore aggiunto in più e 240 mila nuovi posti di lavoro.Il Libro Bianco mette in evidenza il dinamismo dell’area del Mediterraneo Allargato nella quale tra il 2021 e il 2022 il PIL è cresciuto del +3,4% e del +4,8% nel Mediterraneo Core (che include, oltre all’Italia, 22 Paesi dell’Unione Europea, dell’Area Balcanica, del Medio Oriente e del Nord Africa, tutti accomunati da uno “sbocco” sul Mar Mediterraneo). Si tratta di un risultato superiore a quello delle grandi economie globali come Cina (+3,0%) e Stati Uniti (+2,1%), mentre in termini commerciali nel 2022 l’export è aumentato del +18,3% nel Mediterraneo Allargato e del +19,7% nel Mediterraneo Core. Allo stesso tempo, la popolazione è aumentata del +0,8% (circa 3,7 milioni di persone) nel Mediterraneo Core e del +1% negli altri Paesi del Mediterraneo Allargato (13,1 milioni di persone). Un’area strategica per gli equilibri mondiali e che è interessata da numerosi mutamenti geopolitici che ne testimoniano la crescente rilevanza strategica. La numerosità, la rapidità e la natura strutturale di queste dinamiche possono portare a considerare il periodo attuale come un cambiamento di epoca e non più come un’epoca di cambiamenti.Verso Sud dedica grande attenzione al Piano Mattei rispetto al quale ritiene strategico valorizzare il coinvolgimento delle imprese (anche per apporti di competenze e tecnologici) e del sistema bancario per generare un importante effetto moltiplicativo sugli investimenti previsti dal Piano e ricadute positive nell’intera area euro-mediterranea. Inoltre, il Libro Bianco mette l’accento sull’importanza di fornire adeguate coperture dei rischi finanziari connessi agli investimenti nelle aree del Piano Mattei e assicurare un efficace allineamento tra lo sviluppo del Piano e la Global Gateway, una nuova strategia europea per promuovere connessioni intelligenti, pulite e sicure nei settori digitale, energetico e dei trasporti e per rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca in tutto il mondo.Oltre alla centralità dei corridoi energetici (con particolare riferimento al progetto Eastmed e al raddoppio del TAP), il Sud Italia è hub mediterraneo di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili. Al 2022 è infatti al quinto posto nel Mediterraneo per quota dei consumi coperti da fonti energetiche rinnovabili (31,6%) e rappresenta il 39,1% di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia nel 2022 (in aumento di 4,6 p.p. rispetto al 2021). Vanta, inoltre, caratteristiche topografiche strategiche per sfruttare energia eolica e solare. Nel quadro descritto dal Libro Bianco, sono fondamentali gli investimenti nel potenziamento dei corridoi che collegano l’Italia e il Sud, in particolare sulla direttrice orientale, che offre vantaggi competitivi in termini di sicurezza energetica, privilegiando infrastrutture in grado di incorporare nel medio periodo l’idrogeno verde. Un elemento chiave, secondo il Libro Bianco, è relativo alla definizione di una strategia nazionale per lo sviluppo del sistema energetico del Paese e del Sud Italia come hub energetico rinnovabile, focalizzando gli investimenti sia sulle tecnologie nascenti sia su quelle più mature (tra cui bacini di accumulo, nuove energie del mare, eolico offshore, Small Scale LNG, biometano). Infine, nel percorso di transizione energetica dei modelli di produzione e consumo, occorre valorizzare il contributo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, anche a livello euro-mediterraneo, rendendole un modello di riferimento per tutta l’area e favorendo l’empowerment delle comunità locali.Tra i settori su cui puntare per uno sviluppo solido e sostenibile del Sud Italia, il Libro Bianco individua l’economia del mare che al Sud conta più di 110 mila imprese (48,8% del totale nazionale), più di 332 mila occupati (36,4% del totale nazionale) e genera 15,7 miliardi di euro di valore aggiunto (30,0% del totale nazionale). Inoltre, l’incidenza dell’economia del mare sul totale dell’economia territoriale è più alta rispetto al resto del Paese: nelle regioni meridionali il settore pesa per il 4,7% del totale delle imprese (vs. 3,8% in Italia), per il 4,9% degli occupati (vs. 3,6%) e per il 4,4% del valore aggiunto (vs. 3,3%).L’eolico off-shore galleggiante può offrire già oggi una prospettiva interessante di crescita per le regioni del Sud. Infatti, secondo il Global Wind Energy Council (GWEC), l’Italia si colloca al terzo posto a livello mondiale per il potenziale di eolico galleggiante, un risultato che in gran parte è attribuibile alla posizione strategica delle regioni meridionali del Paese, principalmente la Puglia, la Sicilia e la Sardegna. Si prevede che la capacità di generazione dell’eolico off-shore galleggiante raggiungerà i 207,3 GW, un valore che supera di 3,4 volte la capacità attualmente installata di fonti energetiche rinnovabili e di 17,7 volte la capacità eolica complessiva. Perché l’economia del mare possa continuare ad espandersi e a crescere nel Sud Italia è necessario, secondo l’analisi di TEHA, agire su rafforzamento ed efficientamento della governance del sistema portuale italiano, aggiornamento del Codice della Navigazione e individuazione di un soggetto unico con competenze generali di coordinamento e controllo, potenziamento del sistema degli incentivi, completamento dei collegamenti ferroviari nei porti e supporto alla transizione verde del settore attraverso le risorse del sistema ETS (Emission Trading Scheme). Occorre, infine, sostenere e incentivare – tramite specifiche politiche industriali, programmi di sviluppo delle competenze e semplificazioni – la creazione di una filiera euro-mediterranea nella cantieristica navale e nell’eolico offshore galleggiante.Nel Sud Italia attualmente operano le tre maggiori fabbriche italiane per numero di occupati: contestualizzando questi dati nel più ampio scenario produttivo europeo, il Sud Italia si collocherebbe al settimo posto per numerosità di imprese manifatturiere tra i 27 Paesi UE. Il tessuto produttivo manifatturiero del Sud dimostra, inoltre, una forte competitività sui mercati esteri. Le esportazioni manifatturiere meridionali nel 2023 sono state pari a 63,9 miliardi di euro, in crescita del +35% rispetto al periodo pre-pandemico (47,3 miliardi di Euro), una variazione superiore di 6 punti percentuali rispetto a quella registrata a livello nazionale (+29,1%), al Nord (+29,0%) e di 8,9 punti percentuali rispetto a quella del Centro (+26,1%). Nel contesto manifatturiero, il Sud Italia presenta una forte specializzazione in 4 settori – aerospazio, automotive, agroalimentare e farmaceutico – in cui la macro-area si distingue per performance e competenze nel contesto nazionale. Queste industrie generano, sul totale della manifattura, il 38% del valore aggiunto al Sud (contro il 21% in Italia), impiegano il 33% degli occupati (contro una media nazionale del 18%) e risultano più competitivi sui mercati internazionali, generando il 34% dell’export (contro una media nazionale del 24%). Per attrarre nuovi investimenti e diventare capofila di filiere produttive euro-mediterranee, il Sud deve dotarsi di una politica industriale fortemente integrata con quella del Paese, finalizzata a colmare i divari strutturali esistenti, tra cui: la scarsa propensione alla ricerca e sviluppo (la spesa in R&S è pari all’1,0% del PIL, rispetto all’1,4% dell’Italia), le ridotte dimensioni di impresa (nel Sud si registra la più alta incidenza di piccole imprese manifatturiere, pari al 98,7% del totale rispetto alla media del 97,1%) e le scarse competenze tecniche (14,9 laureati in discipline STEM ogni mille residenti contro una media nazionale di 16,5). Per consolidare il ruolo della manifattura del Sud come motore economico del Paese, il Libro Bianco ritiene strategico sostenere la competitività e la crescita dimensionale delle imprese e delle eccellenze industriali, valorizzando le opportunità della finanza innovativa per le PMI e promuovendo la consapevolezza sull’efficacia di strumenti finanziari a cui possono fare ricorso le PMI e le startup del Sud. Inoltre, occorre accompagnare la Twin Transition (digitale e green) delle imprese, a partire da quelle appartenenti alle filiere più impattate e strategiche per il Sud Italia, favorendo gli investimenti e i percorsi di formazione e sviluppo delle competenze digitali e green, nonché promuovendo modelli di cooperazione tra le imprese volti alla creazione di consorzi industriali integrati e sostenibili. Infine, è fondamentale identificare progetti industriali di rilevanza euro-mediterranea guidati dal Sud nelle sue filiere distintive.Il turismo nel Sud è in crescita ma presenta ampi margini di miglioramento, soprattutto in termini di attrattività internazionale del settore. In termini di provenienza dei turisti stranieri, il Sud, rispetto ad altre aree del Paese, presenta un livello di internazionalizzazione inferiore: solo il 35,8% delle presenze è di origine straniera (contro il 53,5% del Nord e il 48,0% del Centro). A testimonianza degli ampi margini di sviluppo in termini di attrattività turistica, nel confronto con altre aree benchmark euro-mediterranee il Sud registra 0,7 arrivi turistici domestici per abitante – un valore inferiore di 26 volte rispetto alle Egadi e Creta – e 0,4 arrivi stranieri per abitante – ovvero 9 volte in meno rispetto alla Corsica. L’opportunità economica derivante da una maggiore valorizzazione del turismo al Sud è estremamente rilevante: se il Sud Italia si allineasse alla media delle aree mediterranee benchmark (Creta e isole egee, Est della Spagna, Corsica, Provenza) in termini di arrivi turistici stranieri, si potrebbero attrarre 70 milioni di turisti stranieri in più e una spesa turistica aggiuntiva di 67 miliardi di euro. Nel Libro Bianco si sottolinea che, per sfruttare appieno il potenziale turistico del Sud Italia occorre, in primo luogo, creare una vera e propria industria turistica nel Sud Italia, potenziando l’offerta ricettiva, di infrastrutture e servizi, attraendo nuovi player e capitali sul territorio, favorendo la crescita dimensionale delle imprese turistiche e creando specifici schemi di certificazione. Al tempo stesso, si ritiene strategico promuovere l’aggregazione e internazionalizzazione del settore, tramite lo sviluppo di investimenti e partnership di player nazionali all’estero, la creazione di percorsi turistici integrati che valorizzino il legame tra territori, società e cultura, e la definizione di strategie di tutela del patrimonio naturalistico congiunte, su scala euro-mediterranea, a fronte degli impatti del cambiamento climatico.Parte da “Verso Sud” il monito di arrivare alla istituzione di un’Academy euro-mediterranea, un hub o polo di eccellenza in grado di coinvolgere, con una governance congiunta, università imprese italiane e del Mediterraneo. Le opportunità connesse sono rilevanti: se – anche grazie all’Academy – il Sud si allineasse alla media italiana in termini di iscrizioni di studenti universitari stranieri (2,6% degli iscritti nel Sud vs 6,7% in Italia), si potrebbero attrarre 21 mila studenti universitari stranieri, riducendo di 7 punti percentuali la quota di lavoratori laureati di difficile reperimento per le imprese. Il Sud ha delle grandi potenzialità dal punto di vista del capitale umano, essendo un’area particolarmente giovane e propensa all’imprenditorialità giovanile: Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata sono infatti nella top-6 per incidenza di giovani tra i 15 e i 29 anni sulla popolazione e nella top-5 delle regioni in Italia per quota di imprese individuali guidate da under-35.”I contenuti della terza edizione di ‘Verso Sud’ ne confermano il ruolo di piattaforma unica in Italia, nata con l’ambizione di cambiare il paradigma di sviluppo strategico del Sud Italia: non una macro-area in perenne conflitto con il Nord e ‘fanalino di coda’ d’Europa, ma baricentro delle strategie di crescita, competitività e cooperazione del Mediterraneo, una regione a crescente centralità, non solo sul fronte geopolitico, ma anche economico e sociale – ha affermato Valerio De Molli, Managing Partner and CEO, The European House – Ambrosetti –. Le analisi dettagliate e le proposte contenute nel Libro Bianco dimostrano che il Sud, a fianco a criticità di lungo periodo, offre oggi all’Italia e al Mediterraneo non solo grandi potenzialità ma eccellenze reali che possono e devono rappresentare la leva principale per fare di questa area un volano di crescita per l’intero Paese e uno strumento di pace e cooperazione per la macro-regione”. LEGGI TUTTO

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    Decarbonization Nexus, Snam: selezionate le cinque startup vincitrici

    (Teleborsa) – Snam ha selezionato le cinque startup vincitrici che parteciperanno al processo di accelerazione della terza edizione di HyAccelerator, acceleratore aziendale su scala globale dedicato alle tecnologie dell’idrogeno e della decarbonizzazione, che mira a sostenere le startup e le PMI attive nel settore. Il programma, con un focus su 7 aree lungo la catena del valore dell’idrogeno, dalla produzione all’uso finale, che quest’anno si è tradotto nella call4startup Decarbonization Nexus, ha visto la candidatura di più di 50 startup provenienti da tutto il mondo.L’obiettivo – spiega Snam in una nota – è identificare le tecnologie più promettenti che potrebbero supportare Snam ma anche l’intera filiera nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione.La parola “Nexus” richiama il concetto di connessione e collaborazione da sempre valorizzato attraverso il programma, la cui edizione di quest’anno sarà supportata da tutte le aziende del Gruppo Snam.Le startup selezionate, operanti lungo l’intera catena del valore dell’idrogeno e, più in generale, della decarbonizzazione quali produzione, trasporto, stoccaggio e utilizzi finali delle tecnologie presentate sono: la svedese Terrabarrier, che propone una tecnologia innovativa che crea barriere ultra-dense nelle leghe metalliche; l’olandese Elestor, che ha presentato una batteria a flusso idrogeno-bromo in grado di immagazzinare energia su lunghe durate; la francese Sakowin, che ha introdotto una soluzione per produrre idrogeno attraverso un processo di plasmalisi del metano; la tedesca Reverion, in grado di offrire una soluzione integrata che converte elettrochimicamente idrogeno o biogas in elettricità e CO2 ad alta purezza; l’americana C-Zero, che ha illustrato una forma innovativa di pirolisi del metano che converte il gas naturale in idrogeno e carbon black.Le startup selezionate, prenderanno parte a due diverse fasi: durante la prima si impegneranno per due mesi con il team HyAccelerator e i suoi partner per una conoscenza reciproca, approfondimenti tecnici e sessioni di mentoring; durante la seconda, due dei cinque vincitori continueranno il viaggio per quattro mesi attraverso l’analisi di un caso d’uso dell’applicazione tecnologica della startup nell’ecosistema Snam.Le startup partecipanti beneficeranno di un percorso di mentorship da parte di esperti nel settore, nonché per due delle cinque del supporto tecnico ed economico per una durata complessiva di sei mesi. LEGGI TUTTO

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    Salute: da ENEA e Nanofaber il cerotto che cura le ferite

    (Teleborsa) – Un cerotto biodegradabile che cura le lesioni della pelle grazie a un unguento brevettato incorporato nelle sue nano fibre. Lo hanno messo a punto ENEA e Nanofaber, spin off della stessa ENEA, con l’obiettivo di ridurre la frequenza delle medicazioni e, di conseguenza, il dolore e il rischio di infezioni. I contenuti di questa innovazione sono stati pubblicati sulla rivista Pharmaceutics.”Per realizzare questo particolare cerotto multistrato, biocompatibile e biodegradabile è stata impiegata una tecnica innovativa, chiamata elettro filatura o electrospinning. Si tratta di un processo produttivo utilizzato sia in ambito industriale che scientifico e serve a produrre membrane nanostrutturate che consentono di incapsulare il medicamento e di rilasciarlo in modo graduale e controllato, una volta a contatto con la ferita”, spiega Antonio Rinaldi, ricercatore ENEA e co-fondatore di Nanofaber.Il prototipo di cerotto è formato da due strati esterni composti da un materiale sintetico biocompatibile usato in ambito medico; nello strato interno, invece, è presente un fitounguento per la rigenerazione della pelle lesionata, brevettato da ENEA, e si basa su una formulazione di origine naturale costituita da olio di Neem ed estratto oleoso di fiori di iperico.”Per poter sfruttare al meglio il meccanismo rigenerativo dell’unguento o semplicemente aumentarne il campo di applicazioni abbiamo studiato strategie innovative per controllarne il rilascio graduale e ottimale rispetto alle fasi di rigenerazione del tessuto cutaneo – spiega Anna Negroni, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Tecnologie biomediche –. Grazie alla collaborazione con Nanofaber – aggiunge – è nato un nuovo concept di cerotto biomedico che conserva le proprietà terapeutiche dell’unguento e ne garantisce una migliore biodisponibilità attraverso il rilascio graduale, molto utile per una più efficace e corretta gestione della guarigione delle lesioni cutanee. E a breve dovremmo passare a una sperimentazione preclinica per valutarne l’efficacia anche in vivo”.”Attraverso questo cerotto siamo riusciti a coniugare, in modo soddisfacente, le proprietà medicali del fitounguento con sistemi nano e micro-strutturati ottenuti per manifattura additiva, che hanno permesso di amplificarne le applicazioni e il potere terapeutico”, rimarca Rinaldi.Per verificare l’efficienza di incapsulazione e di rilascio del principio attivo da parte del cerotto, i ricercatori hanno effettuato accurate indagine spettroscopiche e cromatografiche. La validazione dell’efficacia terapeutica, invece, è stata condotta mediante test in vitro di biocompatibilità, citotossicità e di migrazione cellulare. I risultati dimostrano che il fitounguento elettrofilato non produce effetti negativi sulla vitalità cellulare ma è in grado di migliorare l’efficacia di guarigione della ferita, come dimostrato dallo scratch test che ha simulato la presenza di una ferita su un monostrato di cellule indotta mediante l’esecuzione di un graffio.”Abbiamo riscontrato che le cellule cresciute sulla membrana contenente il medicamento incapsulato riparano la ferita più velocemente rispetto alla membrana vuota. Inoltre, la messa a punto dello scratch test condotto nello studio – conclude Negroni – è esso stesso un risultato della ricerca perché ha permesso di ottenere un modello di guarigione della ferita in vitro, che consente uno studio time-lapse e di potenziale interesse generale per la bioingegneria e biotecnologia”.. LEGGI TUTTO