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    Rapporto Cresme: superbonus a 95 miliardi, opere pubbliche 2023 a 91 miliardi

    (Teleborsa) – Chiusi il 2023 e i primissimi mesi del 2024 con un mercato delle costruzioni in flessione ma con valori contenuti sugli alti livelli raggiunti nel 2022, i prossimi mesi del 2024 e il 2025 segneranno una più decisa inversione di ciclo frutto di una doppia tensione: da un lato la forte caduta della riqualificazione edilizia, dall’altro l’ingresso in fase realizzativa di una eccezionale quantità di opere pubbliche spinte dal Pnrr che nel 2023 hanno cubato 91 miliardi di euro. Lo afferma il Rapporto Cresme che viene presentato oggi a Roma.L’eccezionale crescita delle opere pubbliche però non compensa la caduta degli interventi riqualificativi, ma determinerà diversi scenari di domanda. La dimensione della contrazione della riqualificazione è la questione sul tappeto e sono sufficienti due numeri per spiegarla: prima del superbonus e del bonus facciate, tra 2023 e 2019, il mercato degli interventi incentivati in riqualificazione edilizia e energetica valeva annualmente 28 miliardi di euro correnti all’anno; nel 2024 si è arrivati a quasi 95 miliardi e nel 2023 a quasi 84 miliardi. È evidente che – osserva il Cresme – finiti i super-incentivi, se va bene si tornerà ai livelli del 2019, sempre che le condizioni rimangano quelle di allora. Altrimenti bisognerà fare altri conti, come sembra probabile. LEGGI TUTTO

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    Balneari, Fratelli d’Italia: “Camera apra conflitto attribuzione presso Consulta”

    (Teleborsa) – A seguito dell’ultima sentenza della VII sezione del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha inviato una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, chiedendo di sollevare presso la Corte costituzionale il conflitto di attribuzione nei confronti del massimo organo della giustizia amministrativa. “Guardiamo con preoccupazione all’ultima pronuncia del Consiglio di Stato, laddove in più punti essa sembra travalicare i poteri della giustizia amministrativa finendo con l’invadere la sfera legislativa propria del Parlamento”, dichiara Foti in una nota. “In questa ultima pronuncia – prosegue il capogruppo di FdI – il Consiglio di Stato torna a ribadire la propria competenza non solo in ordine all’obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali contrarie ma chiarisce altresì che, secondo l’interpretazione sostenuta, tale disapplicazione debba avvenire senza che ciò possa essere condizionato o impedito da interventi del legislatore. Un assunto che riteniamo infondato e che contraddice lo spirito stesso della legislazione di derivazione comunitaria, che prevede che una Direttiva (in questo caso la Bolkestein) venga recepita con specifiche norme di legge. Riteniamo pertanto ineludibile che sia la Corte costituzionale a pronunciarsi circa il corretto esercizio della potestà giurisdizionale. Lo facciamo – conclude Foti – a difesa di un organo eletto direttamente dal popolo che deve mantenere il diritto di poter esercitare le proprie prerogative, con lo svolgimento delle funzioni ad esso attribuite dalla Costituzione”.”È ancora più urgente – sottolineano Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba/Confesercenti – un intervento legislativo chiarificatore dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 20 maggio in cui si afferma che l’obbligo di gara sussiste indipendentemente dall’accertamento della ‘scarsità’ della risorsa o dalla rilevanza transfrontaliera della concessione, in quanto il diritto nazionale impone in ogni caso una procedura selettiva comparativa ispirata ai fondamentali principi di imparzialità, trasparenza e concorrenza e preclude l’affidamento o la proroga della concessione in via diretta ai concessionari uscenti”. Capacchione e Rustignoli annunciano che impugneranno la sentenza “insieme alle altre due analoghe, davanti alla Cassazione a Sezioni Unite confidando nel loro annullamento”. “Si tratta – proseguono – di una sentenza che si pone in netto contrasto con quanto chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che impone, invece e al contrario, le gare solo se la ‘risorsa è scarsa’”. Rcordano, inoltre, che “spetta alla Corte di Giustizia dell’Unione europea la funzione esclusiva di fornire l’interpretazione autentica del diritto europeo e che le sue sentenze sono vincolanti per tutti gli Stati, i loro organi giurisdizionali e per la stessa Commissione europea. A ciò – proseguono – si aggiunga che in questa sconcertante sentenza vi è una grave omissione di pronuncia da parte del Consiglio di Stato sull’eccezione della riserva esclusiva di giurisdizione della Corte Costituzionale, qualora, dalla disapplicazione di legge, derivino possibili conseguenze penali”. I presidenti di Sib e Fiba si augurano che “anche il governo e il Parlamento, doverosamente e opportunamente, sollevino, avverso tali ultime sconcertanti sentenze, il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. Ma ci auguriamo, soprattutto, – concludono – che il governo emani senza indugio un provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana e risolva strutturalmente questa annosa vicenda”.”Accogliamo con favore l’intenzione di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le recenti sentenze del Consiglio di Stato, perché da una parte viene riaffermato il ruolo preponderante del potere legislativo rispetto a quello giudiziario e dall’altra si mira a far chiarezza e a tutelare i diritti non solo dei balneari, ma di tutte le categorie di lavoratori gettati nell’incertezza da questo modo di operare e da queste sentenze – commentano in una nota, i presidenti di Assobalneari Italia Aderenti a Federturismo Confindustria, Fabrizio Licordari e La Base Balneare con Donnedamare, Bettina Bolla –. Vi è una chiara autonomia del Parlamento e del governo nel legiferare, e nel discutere con l’Europa in merito alla mappatura quantitativa proposta, essenziale per definire la corretta applicazione della direttiva Bolkestein. Assurdo che il Consiglio di Stato mini questa autonomia – sottolineano Licordari e Bolla – che oggi riguarda i balenari, ma che può riguardare qualsiasi tema che il paese deve affrontare. È una questione di democrazia e di rispetto delle prerogative costituzionali che vanno difese in maniera coesa a prescindere dal colore politico e dall’opinione che si ha sui balneari”.”La responsabilità di questo disastro nella gestione delle spiagge è tutta del partito di Giorgia Meloni, che tra le altre cose, ha deciso di non applicare il provvedimento di Draghi. Tale provvedimento offriva una via d’uscita e una soluzione anche agli attuali gestori degli stabilimenti balneari. In questo modo, Giorgia Meloni ha portato la gestione delle spiagge nel totale caos. Il suo partito è assolutamente refrattario al rispetto della legge – sottolinea il deputato di AVS e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli –. Vogliono privatizzare le ultime spiagge libere del nostro Paese e questo è un fatto inaudito. Noi ci battiamo affinché il mare sia libero: è un bene comune. Loro, invece, sono dalla parte degli interessi forti e difendono la ministra Santanchè, che non solo è rinviata a giudizio, ma con il Twiga paga 19mila euro di concessione demaniale insieme a Briatore, a fronte di un fatturato di 8-9 milioni di euro. Sono dalla parte dei potenti ma gli italiani hanno il diritto di godere delle spiagge. Con un ignobile trucchetto, hanno aumentato la lunghezza delle spiagge di 3mila chilometri, portandole da 8mila a 11mila, solo per evitare di mettere in concessione le aree e mandare invece a gara le ultime spiagge libere del nostro Paese. Su questo – conclude – noi ci opponiamo e ci opporremo con forza”.”Alla vigilia dell’apertura della stagione, gli operatori balneari vivono ancora in una situazione di caos e incertezza. Tanto per cambiare, chi governa questo paese sceglie la via dell’inerzia e delle false promesse – afferma Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e candidata alle elezioni europee nel collegio Nord Ovest –. Oggi tocca al capogruppo di Fdi alla Camera chiedere di sollevare presso la Corte costituzionale il conflitto di attribuzione nei confronti della VII sezione Consiglio di Stato, che aveva invitato ad avviare le gare per l’assegnazione. Insomma, si continua a non legiferare e a non mettere ordine nel settore, illudendo gli operatori che con il muro contro muro si otterrà qualcosa. Anche stavolta il centrodestra in campagna elettorale gioca sulle spalle di chi investe e dei cittadini che chiedono servizi. È una vergogna”. LEGGI TUTTO

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    Taxi, sindacati annunciano nuovo sciopero nazionale il 5 e 6 giugno

    (Teleborsa) – I tassisti proclamo un nuovo sciopero nazionale per il 5 e 6 giugno. “Non essendo pervenuta alcuna convocazione dopo lo sciopero nazionale indetto per lo scorso 21 maggio, contro i diffusi fenomeni di abusivismo presenti nel settore e per chiedere la regolamentazione delle piattaforme tecnologiche, siamo stati costretti a proclamare un nuovo fermo nazionale di 48 ore, per le giornate del prossimo 5 e 6 giugno” annunciano in una nota Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Satam, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unione Tassisti d’Italia, Uritaxi, Fast Confal taxi, Unica taxi Cgil, Orsa taxi, Usb taxi, Unimpresa, Sitan/Atn. “Lo sciopero dei taxi indetto per il 5 e 6 giugno è una vergogna nazionale, e ministero dell’Interno, Commissione di garanzia sugli scioperi e prefetti devono intervenire per garantire i diritti degli utenti e precettare i tassisti” afferma Assoutenti, commentando la protesta indetta dalle sigle sindacali. “Si tratta a tutti gli effetti di uno sciopero contro i cittadini, ingiustamente usati dalle organizzazioni dei tassisti per contestare l’aumento delle licenze sul territorio e difendere i propri privilegi – attacca il presidente di Assoutenti. Gabriele Melluso –. Uno sciopero oltretutto paradossale perché ridurrà ulteriormente un servizio che è già palesemente insufficiente nelle principali città italiane. Per questo chiediamo alla Commissione di garanzia sugli scioperi, al ministero dell’Interno e ai prefetti di tutta Italia di attivarsi al fine di garantire i diritti degli utenti, adottando provvedimenti tesi ad assicurare il servizio di trasporto pubblico non di linea nelle giornate del 5 e 6 giugno”.”Visto che i tassisti si ostinano a scioperare comunque, a titolo preventivo e immotivatamente, come dire … a prescindere, tanto vale che il Governo faccia ora una riforma vera del settore, abrogando tutti i vincoli che separano i tassisti dagli Ncc, in modo che tutti possano svolgere il servizio dove vogliono, dando la possibilità ai tassisti di poter uscire dall’ambito comunale e agli Ncc di non dover rientrare in rimessa – afferma in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. In ogni caso va respinta la pretesa dei tassisti di ostacolare la professione degli Ncc. Nessuna pausa ci deve essere tra la prenotazione di una corsa e l’altra e la partenza non deve coincidere con l’arrivo del servizio precedente. Regole anacronistiche che rendono inefficiente il servizio degli Ncc e quindi più costoso per i consumatori”. Un’apertura alle istanze dei tassisti arriva da Forza Italia. “Oggi è il 27 maggio e mancano ancora 9 giorni per lo sciopero dei taxi, annunciato per il 5 e 6 giugno prossimi. Al di là del merito delle istanze, i promotori sottolineano di non essere stati convocati dal governo a seguito della precedente iniziativa del 21 maggio. Dunque, c’è ancora più di una settimana per poterlo fare. Nei nostri anni di opposizione abbiamo sempre invocato un metodo di lavoro che prevedesse l’ascolto delle categorie. È chiaro che le decisioni assunte nella nostra agenda di governo devono tener conto di diversi fattori – non solo, chiaramente, delle rivendicazioni di chi si mobilita – ma il confronto con le rappresentanze, secondo la nostra concezione, non dovrebbe mai venire meno” dichiarano in una nota Deborah Bergamini, vicesegretaria nazionale di Forza Italia e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori azzurri. LEGGI TUTTO

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    Ue, il Consiglio adotta il net-zero industry act

    (Teleborsa) – Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato in via definitiva il regolamento per l’istituzione di un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione di tecnologia net-zero, meglio noto come “net-zero industry act”. Dopo essere stato firmato dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore il giorno della sua pubblicazione. Il regolamento, in particolare, mira a promuovere la diffusione industriale delle tecnologie nette zero necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE, utilizzando la forza del mercato unico per rafforzare la posizione dell’Europa come leader nelle tecnologie verdi industriali.”Il net-zero industry act è una delle pietre miliari di una nuova politica industriale. Questo atto giuridico aiuterà l’Europa a guidare la corsa globale per le tecnologie verdi e farà in modo che il nostro contributo alla lotta contro il cambiamento climatico riduca anche le nostre dipendenze, rafforzi la nostra autonomia strategica e ci aiuti a creare crescita e posti di lavoro in Europa”, ha dichiarato Jo Brouns, Ministro delle Fiandre per l’economia, l’innovazione, il lavoro, l’economia sociale e l’agricolturaIl regolamento è una delle tre iniziative legislative chiave del piano industriale del green deal – insieme alla legge sulle materie prime critiche e alla riforma della progettazione del mercato dell’elettricità – per migliorare la competitività dell’industria europea a zero netto e sostenere una rapida transizione verso la neutralità climatica. Nello specifico punta a creare condizioni favorevoli per gli investimenti nelle tecnologie verdi attraverso la semplificazione del processo di concessione dei permessi per i progetti strategici, la facilitazione dell’accesso al mercato dei prodotti tecnologici strategici (in particolare negli appalti pubblici o nell’asta di energie rinnovabili) e il miglioramento delle competenze della forza lavoro europea in questi settori (cioè con accademie industriali nette a zero e aree industriali ad alta concentrazione o “valli”).I progressi verso gli obiettivi della legge sull’industria netta zero saranno misurati da due parametri di riferimento indicativi. In primo luogo, la capacità produttiva di tecnologie a zero netto, come pannelli solari fotovoltaici, turbine eoliche, batterie e pompe di calore, che raggiunge il 40% delle esigenze di distribuzione dell’UE. In secondo luogo, un obiettivo specifico per un aumento della quota dell’Unione per queste tecnologie al fine di raggiungere il 15 % della produzione mondiale entro il 2040. LEGGI TUTTO

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    21 Invest cede PLG e reinveste nel gruppo. Operazione da 500 milioni di euro

    (Teleborsa) – 21 Invest, gruppo di investimento fondato da Alessandro Benetton, ha annunciato la cessione di ProductLife Group (PLG) e il reinvestimento nella stessa. Con questa operazione da 500 milioni di euro, PLG sarà co-controllato da Oakley Capital e 21 Invest.PLG è una società francese che offre soluzioni per le aziende farmaceutiche. Il core business si articola in tre principali aree di servizio: outsourcing per le aziende del settore sanitario, consulenza regolamentare e di conformità e life cycle management. Fondata nel 1993, l’azienda è presente in 150 paesi, in cui serve oltre 1.000 clienti (società farmaceutiche, biotech e medtech).Entrata nel portafoglio di 21 Invest nel 2019, nell’arco di cinque anni PLG è passata da un fatturato di 25 milioni a 167 milioni di euro nel 2023, nonché da 240 a 1.500 dipendenti. Tra le azioni intraprese, vi è stato il rafforzamento del management con la nomina di sei nuovi top manager, tra cui Xavier Duburcq, divenuto CEO nel 2020. La crescita organica è stata affiancata da acquisizioni mirate in 9 paesi, non solo in Europa ma anche in altre geografie come Stati Uniti, India e Australia. Tra queste, vi è anche l’acquisizione, nel 2023, di tre realtà italiane operanti nel campo delle Life Sciences: Pharma D&S Group, Intexo e LifeBee.Riguardo l’operazione, viene spiegato che il management team, guidato dal CEO Xavier Duburcq, investirà nell’azienda insieme a Oakley Capital e 21 Invest France. In secondo luogo, 21 Invest France continuerà ad essere presente, accompagnando la nuova fase di sviluppo dell’azienda tramite il suo Fondo VI, oltre ad un Continuation Fund, gestito da 21 Invest, che vede Eurazeo e Hayfin come investitori principali, insieme ad altri importanti nomi tra cui Vintage Strategies at Goldman Sachs Alternatives, CA Indosuez Wealth Management e Arcano. “PLG rappresenta un’altra storia di successo nel portafoglio di 21 Invest, che riflette le competenze e i valori europei del nostro team – ha commentato Alessandro Benetton, presidente e fondatore di 21 Invest – Questa operazione testimonia il nostro impegno nel far crescere le aziende in cui investiamo, trovando soluzioni innovative e di ampio respiro per continuare a supportarne il percorso di crescita”. LEGGI TUTTO

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    Venture Capital, Moratti (Mip): “Non chiamatela finanza”

    (Teleborsa) – Il venture capital è “tanti mestieri insieme. Il supporto che diamo alle aziende non si limita al capitale e alle attese di un ritorno sull’investimento. Noi siamo presenti ogni giorno, portiamo idee, network e competenze che mancano a chi sta iniziando il suo percorso. Insomma non chiamiamola finanza! Qui si parla piuttosto di industria”. È quanto afferma Angelo Moratti, presidente di Milano Investment Partners(Mip) in un’intervista al Corriere della Sera. “Il protagonista deve restare l’imprenditore, lo startupper. Il venture capital lavora dietro le quinte. Noi – spiega Moratti – investiamo sulle persone, sul loro potenziale, i loro valori, sulle loro idee. Ma queste devono avere necessariamente due caratteristiche: migliorare il mondo ed essere sostenibili sotto il profilo ambientale”. LEGGI TUTTO

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    Carburanti, ancora in calo i prezzi di benzina e diesel

    (Teleborsa) – Continuano a scendere i prezzi di benzina e diesel alla pompa. ancora in calo sulla rete carburanti. Per quanto riguarda le quotazioniinternazionali, invece, venerdì il diesel è risultato essere in discesa mentre la benzina è rimasta sostanzialmente ferma. Sulla rete carburanti italiana, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di ieri 26 maggio, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,876 euro al litro (1,881 la rilevazione precedente), con le compagnie tra 1,868 e 1,884 euro al litro (no logo 1,872). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,727 euro al litro (rispetto a 1,733), con i diversi marchi tra 1,716 e 1,741 euro al litro (no logo 1,721).Sul servito per la benzina il prezzo medio praticato è 2,018 euro al litro (2,023 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 1,954 e 2,088 euro al litro (no logo 1,929). La media del diesel servito è 1,872 euro al litro (contro 1,878), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,807 e 1,946 euro al litro (no logo 1,780).I prezzi medi praticati del Gpl sono tra 0,716 e 0,738 euro al litro (no logo 0,703). Infine, i prezzi medi del metano auto vanno da 1,302 a 1,421 euro al kg (no logo 1,313).(Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione del 50% di Eco Fox da parte di Q8

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo congiunto di Eco Fox S.r.l. da Fox Petroli S.p.A. e Kuwait Petroleum Italia S.p.A. (Kupit), tutte e tre italiane. L’operazione riguarda principalmente il settore dei biocarburanti.Lo scorso 15 marzo, Q8 Italia e Fox Petroli avevano annunciato l’accordo per l’acquisto da parte di Q8 del 50% di Eco Fox srl, azienda totalmente controllata dalla Fox Petroli.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione.La Eco Fox, operatore del mercato dei carburanti di origine biogenica in Italia sin dagli anni ’90, è proprietaria di uno stabilimento sito a Vasto con una capacità di 200.000/tonnellate annue che produce una gamma di biodiesel avanzati e di sottoprodotti per uso industriale. Dispone di una logistica a supporto in grado di ricevere e spedire i prodotti via mare e via terra e di un deposito fiscale di 30.000mc di stoccaggio. LEGGI TUTTO