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    Piano Casa, Anci, Ance: valutazione positiva, ma necessario migliorare il testo

    (Teleborsa) – Il decreto sul Piano Casa, attualmente in esame alla Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera, ha ricevuto un’accoglienza favorevole da parte dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) e dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Ance), ma entrambe le organizzazioni hanno sottolineato la necessità di apportare alcuni emendamenti per migliorare il testo. “Bene l’impianto del decreto sul Piano Casa, ma sono necessari emendamenti per migliorare il testo, in particolare sul regime sanzionatorio e sul mantenimento degli strumenti urbanistici comunali per quanto riguarda le limitazioni ai cambiamenti d’uso”. Questa la posizione dell’Anci, che sta esaminando il provvedimento. “In linea generale, e a sostegno di un miglioramento del provvedimento in sede di conversione, occorre introdurre correttivi finalizzati ad un maggior raccordo della nuova disciplina, soprattutto per quel che riguarda il nuovo regime sanzionatorio. Esigenza – spiega l’Anci sul proprio sito web – legata al venire meno della cosiddetta doppia conformità. Serve poi un riallineamento con il codice dei beni culturali per evitare effetti distorsivi e contrari alla ratio legis di alcune nuove norme introdotte dallo stesso provvedimento”. Sui mutamenti di destinazione d’uso l’Anci ha osservato che “occorrono correttivi che salvaguardino il potere/dovere degli strumenti urbanistici comunali di dettare, motivatamente, anche ‘limitazioni’, e non solo mere ‘condizioni’, ai mutamenti della destinazione d’uso degli immobili, con o senza opere”. I rappresentanti dell’Anci hanno anche sottolineato l’esigenza di “lavorare ad una nuova modulistica che si rende tanto più necessaria in quanto il decreto è già in vigore e gli uffici comunali sono in grande difficoltà rispetto alla modulistica finora utilizzata”. Per l’Anci, che ha presentato in commissione un documento dettagliato, occorre anche intervenire sul tema degli interventi di ristrutturazione edilizia e più in generale delle definizioni degli interventi edilizi di cui all’art. 3 del DPR 380/01 che hanno subito negli ultimi decenni un’evoluzione dottrinaria e giurisprudenziale cui occorre dare chiarezza normativa. Valutazione positiva anche per Ance che, dal canto suo, chiede una revisione complessiva della disciplina edilizia e urbanistica, ritenendo prioritario prestare maggiore attenzione alle norme sui mutamenti d’uso. Di seguito, le posizioni dettagliate delle due associazioni.Ance, considera il decreto un intervento “di buonsenso per creare le premesse per l’avvio di ampi processi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente ai nuovi standard tecnici, tecnologici e in ultimo di vivibilità”. Anche perche “senza la risoluzione delle questioni attinenti alle piccole difformità si rischierebbe di bloccare di fatto le operazioni di adeguamento necessarie anche alla stessa attuazione della direttiva sulla prestazione energetica”. L’Associazione nazionale dei costruttori edili, nel corso dell’audizione in Commissione Ambiente e lavori pubblici della Camera che sta esaminando il decreto, ha però sottolineato la necessità di arrivare a una revisione complessiva della disciplina edilizia e urbanistica le cui norme sono ormai troppo datate. Nel merito delle misure del decreto, l’Ance ritiene “prioritario riservare una maggiore attenzione alle norme sui mutamenti d’uso”. Nello specifico “si ritiene che sia da valutare maggiormente la possibilità che le norme agevolative del decreto siano estese anche ai cambi con opere, in quanto nei processi dei cambi d’uso non è l’intervento edilizio in sè che influisce (le cui possibilità sono espressamente consentite dai piani urbanistici), quanto la relativa funzione e, pertanto, il nuovo uso che si assume all’interno della singola unità immobiliare”. Poiché il decreto interviene su singole “unità immobiliari” e non su immobili “interi”, sarebbe opportuno, secondo l’Ance, consentire sempre il cambio d’uso quando il passaggio avvenga tra categorie omogenee senza alcun tipo di condizione (ad esempio da residenza a studio professionale e viceversa). D’altronde già molte leggi regionali hanno previsto queste operazioni classificando le destinazioni d’uso tra loro omogenee e consentendo questi passaggi. L’Ance chiede inoltre di “eliminare l’obbligo per cui il mutamento sia finalizzato alla forma di utilizzo dell’unità immobiliare ‘conforme a quella prevalentè nelle altre unità immobiliari presenti nell’immobile”. Questo perchè il principio della ‘prevalenzà, conclude l’Associazione – di fatto porterebbe ad ingessare ancora di più le zone dei nostri quartieri con il rischio di una ‘mono-funzionalità’ rispetto alle necessaria ‘mixitè funzionalè. Quanto alle ‘tolleranzè, l’Ance condivide gli aumenti percentuali sanabili e ritiene necessario “eliminare il limite temporale introdotto” (24 maggio 2024) al fine di riportare le tolleranze alla loro finalità di errori costruttivi ed estenderne l’applicazione alle difformità minori dove è certo il legittimo affidamento dei privati.(Foto: Gerd Altmann / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    I treni francesi SNCF pronti a entrare nel mercato italiano dell’alta velocità dal 2026

    (Teleborsa) – I treni francesi si preparano ad entrare sul mercato italiano dell’Alta velocità: la Société nationale des chemins de fer (Sncf) è stata presentata oggi a Rfi, il gestore della rete italiana, domanda per un accordo quadro. Lo ha annunciato il direttore generale di Tgv-Intercity del gruppo Sncf, Alain Krakovitch.Sncf già opera in Italia con un servizio transfrontaliero tra Parigi, Torino e Milano: “A questo affiancheremo l’ingresso sul mercato domestico”, ha spiegato Krakovitch, aggiungendo che i primi treni sui binari italiani dell’Av arriveranno “progressivamente dal 2026” sulle direttrici Torino-Napoli e Torino-Venezia. LEGGI TUTTO

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    Clima, Maltempo: in discesa la produzione frutticola italiana

    (Teleborsa) – Una buona annata produttiva per pesche e nettarine, volumi in contrazione sulle albicocche e un ammanco del 20% rispetto al potenziale produttivo per le ciliegie di Vignola Igp. A fare il punto sulle principali produzioni frutticole estive è il gruppo Alegra, che riunisce le società Alegra, Brio e Valfrutta Fresco.Le anomalie climatiche primaverili hanno impattato sulla produzione frutticola italiana, in particolare su alcune drupacee, ma gli investimenti fatti sulla protezione degli impianti e una strategia di ampliamento e di diversificazione degli areali produttivi, permettono al Gruppo Alegra, si spiega in una nota, di disporre dei volumi necessari a soddisfare le esigenze dei suoi partner. A riassumente la situazione è Mauro Laghi, direttore generale di Alegra. Per quanto riguarda le ciliegie di Vignola Igp, a maggio la campagna era partita con una disponibilità importante e una qualità eccellente, che ha subito stimolato il mercato. Poi, una serie di eventi meteo avversi, tra cui ripetuti giorni di pioggia intensa, hanno causato una contrazione dei volumi commercializzabili. “Rispetto alle stime iniziali parliamo di un ammanco del 20 % rispetto al potenziale produttivo, ma nonostante questo stiamo riuscendo a difendere il valore della produzione cerasicola”, spiega Laghi. Per quanto riguarda le albicocche, le premesse erano completamente diverse, ma un maggio anomalo ha ridotto le previsioni produttive, sia al sud che al nord. “Le ragioni sono diverse – osserva il direttore generale di Alegra – perchè se in meridione il grande caldo ha compromesso la produttività degli alberi da frutto, in Romagna è stata la grandine a impattare negativamente sui volumi: dalle varietà in raccolta a fine giugno ci aspettiamo una contrazione della disponibilità rispetto alle aspettative iniziali”. “La carenza di prodotto si rifletterà ovviamente sulle quotazioni che, nelle prossime settimane, ci aspettiamo saliranno”. Sin dalle prime battute della campagna peschicola si è capito invece che l’estate 2024 potrà contare su una buona disponibilità di prodotto. “Stimiamo tra l’80 e il 90% del potenziale produttivo”. Il 2024 segnerà anche la prima vera campagna commerciale per Ondine, il marchio che contraddistingue le nettarine piatte di qualità e i prossimi mesi vedranno anche l’esordio delle prime pesche piatte Ondine: “le prime produzioni sono in arrivo in queste settimane e ci permetteranno di effettuare qualche test commerciale per raccogliere i feedback del mercato su queste nuove varietà che presentano caratteristiche qualitative nettamente superiori rispetto alle varietà di platicarpe tradizionali fino ad oggi sul mercato”, conclude Laghi. LEGGI TUTTO

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    Auto elettriche, Ue:”Senza dazi a veicoli Cina a rischio 2,5 milioni posti”

    (Teleborsa) – “Abbiamo raggiunto un passo fondamentale nella nostra indagine sui veicoli elettrici a batteria cinesi, rendendo pubblici i dazi provvisori che intendiamo applicare. Il nostro obiettivo non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale”. È quanto ha dichiarato su il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis commentando l’imposizione di dazi compensativi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina preannunciato dalla Commissione Ue a partire dal 4 luglio 2024. I dazi hanno natura provvisoria e verrebbero prelevati sotto forma di garanzia, da parte degli Stati membri, sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Qualora le discussioni con le autorità cinesi non portassero ad una soluzione efficace, questi dazi compensativi provvisori diventerebbero definitivi e verrebbero prelevati effettivamente sulle auto importate dalla Cina.I dazi individuali che la Commissione applicherebbe ai tre produttori cinesi inclusi nel campione sarebbero pari: al 17,4% per il marchio BYD, al 20% per Geely ed al 38,1% per SAIC. Altri produttori cinesi che hanno collaborato all’indagine, ma non sono stati inclusi nel campione, sarebbero soggetti al dazio medio ponderato del 21%, mentre quelli che non hanno collaborato all’indagine sarebbero soggetti al dazio del 38,1%.L’indagine Ue sui veicoli elettrici cinesi “è ancorata a fatti e prove. Il suo unico scopo è quello di affrontare l’effetto distorsivo di sussidi ingiusti sulla nostra industria” ha sottolineato Dombrovskis. L’ipotesi di dazi aggiuntivi che arrivano fino al 37,1% in più rispetto al 10% applicato già ora “è una risposta misurata per ripristinare la parità di condizioni. Riflette rigorosamente le sovvenzioni compensative che abbiamo riscontrato durante la nostra approfondita indagine. Vogliamo evitare l’escalation delle tensioni commerciali con la Cina, che non sono nell’interesse di nessuno. Abbiamo contattato la Cina per discutere i risultati e la via da seguire. Sia l’Ue che la Cina rischiano di perdere qualsiasi azione o risposta ingiustificata che non sia ancorata al regolamento dell’Organizzazione mondiale del commercio. Manteniamo aperti i canali di comunicazione e siamo pronti a impegnarci con la Cina a tutti i livelli, anche per corroborare il nostro ragionamento e le nostre intenzioni”.In assenza di un intervento sui sussidi cinesi alle importazioni di veicoli elettrici cinesi l’indagine della Commissione europea ha messo in evidenza un rischio per 2,5 milioni posti di lavoro diretti e per 10,3 milioni indiretti, come conseguenza della concorrenza ai produttori interni dell’offerta che si ritiene sovvenzionata da parte della Cina. Da quanto emerso tra il 2020 e il 2023 la quota di mercato dell’industria Ue è continuamente scesa portandosi dal 68,9% al 59,9%. Nel frattempo la quota di mercato delle importazioni cinesi è salita dal 3,9% al 25%. I dazi proposti dall’Ue per le importazioni di veicoli elettrici cinesi – secondo quanto emerge dalle informazioni fornite dalla Commissione – verrebbero aggiunti agli attuali dazi del 10% già oggi applicati all’importazione di veicoli elettrici a batteria. Con le forchette indicate dall’esecutivo comunitario per i diversi produttori questo significa che i dazi potrebbero arrivare fino al 48,1%. Dopo la comunicazione preventiva inviata al governo cinese e alle aziende coinvolte, le società incluse nel campione hanno ora la possibilità di fornire commenti sull’accuratezza dei calcoli pre-comunicati dei loro dazi individuali. Entro il 4 luglio 2024, la Commissione pubblicherà nella Gazzetta ufficiale un regolamento che spiega in dettaglio quanto valutato per decidere l’entità dei dazi. Il giorno successivo alla pubblicazione i dazi entrerebbero in vigore.Non si è fatta attendere la reazione di Pechino. La Camera di commercio cinese presso l’Ue ha espresso “shock, grave delusione e profonda insoddisfazione” per i dazi compensativi provvisori annunciati dalla Commission sui veicoli elettrici made in China. I timori, si legge in una nota, sono legati al fatto che la mossa possa “intensificare gli attriti commerciali tra Pechino e Bruxelles, incidendo negativamente sulle relazioni economiche e commerciali” tra le due parti. “L’Ue ha ignorato i fatti e le regole del Wto, le ripetute forti obiezioni cinesi, gli appelli e la dissuasione di governi e industrie di diversi Stati europei” ha affermato il ministero del Commercio di Pechino, commentando i dazi sull’auto elettrica decisi da Bruxelles. Per il ministero le conclusioni Ue sono “prive di fondamento fattuale e giuridico” e ignorano “il fatto oggettivo che i vantaggi della Cina nei veicoli elettrici derivano dalla concorrenza aperta”. La Cina esorta l’Ue “a correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate”, riservandosi di adottare “in modo risoluto tutte le misure necessarie” a tutela delle aziende cinesi. “Saluto con soddisfazione l’annuncio che la Commissione Ue ha fatto oggi dei dazi sull’ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi: la possibilità di riaffermare in Italia l’industria automobilistica italiana, uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro paese a cui non vogliano assolutamente rinunciare” ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.Diversa la posizione della Germania. “È bene che la Commissione offra adesso dei colloqui alla Cina – ha detto il portavoce di Scholz, Steffen Hebestreit, in conferenza stampa a Berlino, commentando l’annuncio dei dazi europei sulle auto elettriche cinesi –. Non abbiamo bisogno di altri ostacoli nel commercio”, ha aggiunto, sottolineando comunque che nel mercato debbano esserci “condizioni di concorrenza leale”.Anche l’Ungheria si schiera con Berlino sulla questione dazi alla Cina. Il ministro dell’Economia Márton Nagy si è detto contrario alle tariffe punitive sui produttori cinesi di auto elettriche proposte dalla Commissione europea, criticando “l’eccessivo protezionismo del piano”. Lo scrive il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, su X evidenziando come la proposta crei “un sistema di doppia discriminazione con tariffe diverse tra i vari produttori. In vista della presidenza ungherese – aggiunge – il ministro Nagy ha sottolineato l’imminente piano d’azione a livello europeo per accelerare la mobilità elettrica e rafforzare la concorrenza che sarà presentato al Consiglio competitività dell’8-9 luglio, sottolineando l’impegno del governo a promuovere un’industria europea dei veicoli elettrici competitiva”. Dal primo luglio prossimo l’Ungheria subentrerà al Belgio nella funzione di presidenza di turno del Consiglio Ue, un ruolo che svolgerà fino al 31 dicembre 2024. “In quanto azienda globale, Stellantis crede nella concorrenza libera e leale in un ambiente commerciale mondiale e non sostiene misure che contribuiscono alla frammentazione del mondo – commenta l’azienda –. Stellantis è agile nell’adattarsi e nel trarre vantaggio da qualsiasi scenario e l’annuncio di oggi delle tariffe non scoraggerà la nostra strategia complessiva nei confronti di Leapmotor in Europa, poiché abbiamo tenuto conto di questo potenziale sviluppo”. Stellantis studierà l’annuncio “che si concretizzerà al più tardi il 4 luglio 2024, quando la Commissione pubblicherà sulla Gazzetta Ufficiale un regolamento che spiegherà nel dettaglio le conclusioni provvisorie che hanno portato al livello dei dazi. In questo contesto, Stellantis farà leva sui suoi vantaggi competitivi unici. In primo luogo, la sua joint venture 51/49 con Leapmotor, che detiene i diritti di produzione di Leapmotor al di fuori della Cina e che potrebbe beneficiare dell’impronta diversificata di Stellantis in Europa. In secondo luogo, la Citroën ë-C3 prodotta in Europa, il cui prezzo parte da 20mila euro per un veicolo elettrico puro, in grado di competere con i prodotti cinesi”. LEGGI TUTTO

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    Transizione ecologica, a Milano A2A investe quasi mezzo miliardo di euro in infrastrutture e impianti

    (Teleborsa) – È stata presentata oggi dal presidente di A2A Roberto Tasca e dall’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini, alla presenza dell’assessore al Bilancio e Patrimonio Immobiliare del Comune di Milano Emmanuel Conte, l’ottava edizione del Bilancio di Sostenibilità Territoriale di Milano che rendiconta le prestazioni ambientali, economiche e sociali del Gruppo sul territorio nel 2023 e i suoi piani di attività previsti per i prossimi anni. “Nel 2023, abbiamo generato e distribuito un valore economico di oltre 1,2 miliardi di euro, confermando il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile di questo territorio. Le nostre attività si traducono in benefici tangibili per le comunità locali, contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei cittadini – ha dichiarato Tasca –. Per la città, a cui siamo legati da un rapporto storico, la nostra missione è continuare a investire in infrastrutture e innovazione tecnologica in grado di renderla un esempio virtuoso di crescita e benessere condiviso in Italia e in Europa. Inoltre, attraverso le attività del Banco dell’Energia offriamo supporto concreto alle famiglie in difficoltà presenti su questo territorio. Forti dei risultati ottenuti e consapevoli delle nuove sfide siamo determinati a proseguire su questa strada”.”La decarbonizzazione di Milano è al centro della nostra strategia per questo territorio: nel 2023, abbiamo investito quasi 500 milioni di euro per efficientare infrastrutture necessarie alla transizione ecologica. A supporto dell’elettrificazione dei consumi si collocano il recente accordo con Enel da 1,2 miliardi, l’installazione della prima cabina elettrica interrata impermeabile e gli investimenti a pianosulla mobilità elettrica. Inoltre, l’espansione del teleriscaldamento contribuirà significativamente alla riduzione delle emissioni di CO2, fornendo energia pulita a migliaia di utenze – ha affermato Mazzoncini –. L’impegno del Gruppo è rivolto anche all’economia circolare: con Amsa adottiamo una gestione integrata dei rifiuti che ne azzera il conferimento in discarica, trasformando ogni scarto in nuova materia o energia e creando un sistema virtuoso. Con il supporto attivo dei nostri stakeholder siamo orgogliosi di fare la nostra parte perrendere il ‘modello Milano’ una best practice nel percorso verso lo sviluppo sostenibile del Paese.”Nel 2023, A2A ha generato valore per il territorio e per i suoi stakeholder pari a 1.224 milioni di euro, investendo inoltre più di 485 milioni di euro nelle infrastrutture della Provincia: un dato in crescita del 32% rispetto all’anno precedente.A Milano, la Società si occupa della gestione dei rifiuti, della produzione, distribuzione e vendita di energia e gas, della rete di teleriscaldamento, di mobilità elettrica e illuminazione pubblica. La presenza del Gruppo sul territorio è capillare, con una centrale termoelettrica, sette impianti di cogenerazione e tredici centrali termiche – oltre a due pompe di calore – per il teleriscaldamento,dieci impianti di trattamento e recupero materia e un termovalorizzatore: infrastrutture essenziali che contribuiscono significativamente alla produzione di energia e alla chiusura del ciclo dei rifiuti, supportando così il percorso della Città verso la transizione ecologica. Nella Città Metropolitana, A2A recupera il 100% dei rifiuti urbani raccolti: anticipando gli obiettivi dell’Unione Europea al 2035, attraverso una virtuosa gestione integrata, il conferimento in discarica è stato azzerato. Tutti gli scarti raccolti da Amsa – del cui operato oltre il 95% dei cittadini milanesi si è dichiarato soddisfatto – sono stati trasformati in nuova materia (63%) o energia (37%).È stata avviata con Fri-El Geo – produttore di energia geotermica – una partnership con l’obiettivo di incrementare l’uso di fonti rinnovabili nel teleriscaldamento, un sistema che ora serve l’equivalente di 248.750 appartamenti, con una rete di 390 km, evitando nel 2023 più di 110mila emissioni di CO2.Per contribuire a decarbonizzare ulteriormente la Città, A2A prosegue anche nello sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili e della mobilità sostenibile. Durante lo scorso anno sono continuati i lavori per la realizzazione del più grande impianto fotovoltaico su tetto d’Italia, inaugurato lo scorso maggio a Rho Fiera: composto da circa 50mila pannelli fotovoltaici, distribuiti su 330mila metri quadrati di copertura dei padiglioni, la produzione annua attesa è pari al consumo di circa 7.800 famiglie e permetterà di evitare annualmente quasi 10 mila tonnellate di CO2.Per quanto riguarda invece l’e-mobility, è stata progettata e avviata la prima “Ricarica di Quartiere” con l’installazione delle colonnine City Plug. Niente limiti di sosta, fino a 7 kW di potenza e un design pensato per il contesto urbano: il progetto del Gruppo prevede, in sinergia con il Comune, di installare 4 mila punti di ricarica nei prossimi 2 anni, a fronte di 12 milioni di eurodi investimenti nel periodo 2024-2025.Nel 2023 è stata anche inaugurata a Milano la prima cabina elettrica secondaria interrata e impermeabile d’Italia: il design innovativo riduce il volume occupato e consente una maggiore flessibilità nella posa rispetto a quelle tradizionali.Gli investimenti nella rete rappresentano parte integrante dell’impegno del Gruppo per Milano: in questa direzione va anche l’accordo firmato con E-distribuzione per l’acquisto del 90% del capitale sociale di un veicolo societario di nuova costituzione (“NewCo”), nel quale saranno conferite le attività di distribuzione elettrica in alcuni Comuni delle province di Milano e Brescia. Un’altra importante attività sarà la realizzazione della nuova sede di A2A Torre Faro – 144 metri di altezza per un totale di 28 piani – in concomitanza delle Olimpiadi invernali del 2026. Un esempio di edilizia sostenibile ed efficiente, che rispetta i canoni della certificazione internazionale LEED: si stima un 30% circa di riduzione dei consumi e un 35% di risparmio di acqua potabile. I lavori sono iniziati a gennaio 2024 ed entro settembre è prevista la conclusione dei piani interrati.Il supporto alle proprie persone è un altro pilastro fondamentale per A2A. La Società ha sottoscritto il Manifesto “Imprese per le Persone e la Società” e ha ottenuto la Certificazione Best HR Team 2023. Con il piano A2A Life Caring, recentemente presentato, sono inoltre previsti investimenti per 120 milioni di euro al 2035 a sostegno della genitorialità e del benessere dei dipendenti.L’impegno del Gruppo sui temi ESG si concretizza anche nelle attività con i propri fornitori: è stato infatti redatto e messo a loro disposizione un vademecum per affiancare soprattutto piccole e medie imprese nell’integrazione della sostenibilità nella loro strategia aziendale. Nel 2023, sono stati attivati 797 fornitori (oltre la metà micro e piccole imprese).Il percorso dei Forum Multistakeholder di A2A, infine, si rinnova anche quest’anno, in continuità con l’impegno portato avanti nelle scorse edizioni per il coinvolgimento degli stakeholder locali attraverso attività di ascolto e co-progettazione. Nel 2024, il programma dei Forum “Territori sostenibili: un’impresa comune” prevede 14 tappe in tutta Italia per la presentazione dei Bilanci di Sostenibilità Territoriale. Nell’ambito di questa iniziativa, in collaborazione con The European House Ambrosetti, la presentazione del Bilancio a Milano è stata infatti preceduta da due tavoli di lavoro con gli stakeholder territoriali, incentrati rispettivamente su biodiversità e compliance ESG per la catena del valore. I partecipanti hanno discusso per identificare azioni collettive che accelerino la transizione sostenibilendelle aziende locali e che aumentino la consapevolezza e la sensibilità delle comunità locali su biodiversità e cambiamento climatico. Il programma di engagement territoriale ha già coinvolto la Valtellina, la Valchiavenna, il Friuli Venezia Giulia e Brescia, cui si aggiungeranno nel corso dell’anno Calabria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Liguria, Campania, Sicilia, Bergamo, Sud Lombardia, Monza e Brianza. LEGGI TUTTO

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    Tassi BCE, come sarà la discesa? Risponde De Guindos

    (Teleborsa) – La traiettoria dei tassi di interesse nell’Eurozona è sicuramente segnata, ovvero quella di una discesa del costo del denaro. Ma i tempi sono ancora un’incognita. D’altronde Philip Lane, membro del Board della BCE, ha ricordato nei giorni scorsi, intervenendo alla National Banking Conference in Irlanda, che il taglio dei tassi di 25 punti base, deciso dalla BCE la scorsa settimana, si propone di garantire il “ritorno tempestivo dell’inflazione verso l’obiettivo” del 2%, come “riconfermato nelle proiezioni di dicembre, marzo e giugno”. “Il mio parere personale è che la direzione sia questa”: la riduzione dei tassi, spiega il vicepresidente della BCE, Luis De Guindos. “Il punto è quanto intenso sarà questo percorso. Se mi chiedete quanti tagli faremo prima della fine dell’anno, l’unica cosa che posso dirvi è che non lo so. C’è un alto livello di incertezza”, ha affermato il banchiere ribadendo che “la direzione per i tassi è discendente”.Dopo il taglio dei tassi di interesse, della scorsa settimana, ha sottolineato De Guindos “il messaggio principale che vogliamo dare, in maniera molto chiara è che non abbiamo nessun tipo di percorso predeterminato sui tassi, per i prossimi sei mesi”. Perché “data l’elevata incertezza attuale” questo è “l’approccio più corretto”. Parlando ad un evento organizzato da Market News International, il vicepresidente ha ammesso che “è un po’ una sfida” spiegare perché decidi il taglio dei tassi, quando al tempo stesso “rivedi al rialzo, anche se marginalmente, le prospettive di inflazione”. Ma “è importante ricordare che il processo disinflazionistico in Europa è stato piuttosto intenso. Ricordiamoci soltanto che nell’ottobre del 2022 l’inflazione era al 10,6% e ora è al 2,6%. E tutte le misure vanno nella stessa direzione, del declino”, ha aggiunto. Guardando al futuro, ha avvertito De Guindos, il rischio principale sarà l’inflazione sui servizi, “quella che chiamiamo inflazione interna. Dobbiamo analizzare quello che accade nel mercato del lavoro, le dinamiche salariali. La nostra previsione è che le buste paga inizieranno a moderarsi nel prossimo anno. E stiamo riponendo tanta attenzione all’evoluzione della produttività in Europa. Il livello di incertezza è elevato. Questo è il motivo per cui dobbiamo stare molto cauti e muoverci molto lentamente, con molta prudenza. Volta per volta, in base ai dati”, ha ribadito il vicepresidente della BCE.Già la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, aveva precisato, nei giorni scorsi, che l’ultimo taglio ai tassi di interesse dell’istituto non si tradurrà in una discesa lineare. “Potrebbero esserci periodi in cui manteniamo nuovamente i tassi”, ha spiegato in un’intervista concessa a Expansión, Handelsblatt, Il Sole 24 Ore e Les Echos. “Non abbiamo ancora concluso il ciclo restrittivo della politica monetaria. Se si considerano i tassi di interesse reali, siamo ancora in territorio restrittivo e dobbiamo continuare finché necessario per riportare l’inflazione al 2%”. LEGGI TUTTO

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    UE, Scope: da elezioni europee nuove sfide per colmare il divario di investimenti

    (Teleborsa) – Le emissioni di debito in circolazione dell’UE aumenteranno di dieci volte fino a quasi 1 trilione di euro entro la fine del 2026, rispetto a meno di 100 miliardi di euro nel 2019 riflettendo il sostegno finanziario a livello dell’UE fornito in risposta alle recenti crisi che hanno portato alla creazione di un nuovo e robusto quadro di finanziamento. Lo afferma Scope Ratings in un report sul tema.Tuttavia, sono necessari ulteriori fondi pubblici per ridurre l’ampio divario di investimenti dell’UE pari a circa 500 miliardi di euro all’anno. “Colmare il divario richiederà investimenti sia pubblici che privati, compresi partenariati pubblico-privati ??su larga scala, la futura emissione di debito comune dell’UE e la mobilitazione diretta di capitali privati”, viene sottolineato.Secondo Scope, la crescente influenza dei partiti di estrema destra nel Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali degli Stati membri rappresenterà una sfida per l’adempimento del compito di investimento che la Commissione europea dovrà affrontare nei prossimi cinque anni. Un progresso più rapido dell’Unione dei mercati dei capitali (CMU) sarà quindi una priorità fondamentale per mobilitare i finanziamenti del settore privato.Viene fatto notare che diversi Stati membri si trovano ad affrontare oneri fiscali elevati, con un rapporto debito/PIL destinato a superare il 100% entro la fine del 2024 in Grecia (155%), Italia (140%), Francia (112%), Belgio (106%) e Spagna (105%), limitando gli investimenti strategicamente importanti nell’UE. Il consolidamento fiscale rimane quindi fondamentale, ma potrebbe comportare una riduzione degli investimenti pubblici.Nell’ambito del quadro fiscale rivisto dell’UE, le procedure per disavanzo eccessivo potrebbero essere annunciate per circa 11 paesi tra cui Italia, Francia, Belgio e Spagna. L’attuazione della successiva riforma fiscale sarà fondamentale poiché il mancato rispetto degli obiettivi a medio termine potrebbe escludere i paesi da altri meccanismi di sostegno alla crisi come il Transmission Protection Instrument della BCE.Inoltre, le imprese dell’UE continuano a fare molto affidamento sui finanziamenti bancari e, negli ultimi tre anni, hanno raccolto solo il 10,7% del loro fabbisogno totale di nuovi finanziamenti dai mercati dei capitali. Sebbene esistano chiare differenze tra gli Stati membri, con una quota maggiore in Francia (17%) che in Germania (9%), l’UE nel complesso è in ritardo rispetto ai paesi che beneficiano di mercati dei capitali più profondi, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove più di un quarto del finanziamento aziendale proviene da emissioni obbligazionarie o azionarie.Anche le famiglie nell’UE investono una piccola parte dei loro risparmi nei mercati dei capitali, pari a circa il 90% del PIL, anche se ci sono eccezioni come Danimarca (187%) e Paesi Bassi (174%). Questo dato è significativamente inferiore a quello del Regno Unito (182%), dove le famiglie investono molto in prodotti assicurativi e pensionistici, e molto indietro rispetto agli Stati Uniti (311%), dove le famiglie tendono ad avere minori disponibilità di liquidità e una quota elevata delle loro attività finanziarie detenute in titoli quotati. fondi azionari e di investimento. LEGGI TUTTO

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    Dazi auto Cina, Urso: bene l’annuncio della Commissione per tutelare produzione europea

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del made in Italy, AdolfoUrso, ha dichiarato di aver accolto “con soddisfazione l’annuncio della Commissione europea che mette dei dazi sull’ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare in Italia l’industria automobilistica come uno dei poli trainanti dello sviluppo industriale del Paese a cui non vogliamo assolutamente rinunciare”. “È assolutamente necessario che l’Europa, così come fanno gli Stati Uniti, investa nel sistema produttivo, nel lavoro e nell’impresa europea – ha aggiunto Urso in una dichiarazione a margine dell’assemblea di Confcommercio – con risorse comuni significative”. Per risorse “comuni”, ha puntualizzato il ministro “intendo risorse federali dell’Unione, anche per evitare che si ampli il divario interno tra chi può e chi non può”.L’Ue, ha aggiunto il ministro, deve mettere in atto “politiche commerciali che tutelino da forme di concorrenza sleale. Questa è la strada che noi indicheremo alle istituzioni europee, nel parlamento europeo con i nostri gruppi politici, nella Commissione europea e nel Consiglio d’Europa”. LEGGI TUTTO