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    Elettricità, Area: dal 1 luglio passaggio di 3,7 milioni di clienti non vulnerabili al Servizio a Tutele Graduali

    (Teleborsa) – Dal 1 luglio termina il servizio di Maggior Tutela per 3,7 milioni di clienti domestici non vulnerabili, che passeranno automaticamente al Servizio a Tutele Graduali con il fornitore selezionato tramite asta. Delle circa 30,2 milioni di utenze domestiche, 22,7 milioni sono oggi servite nel mercato libero, mentre 7,5 milioni sono rimaste o rientrate nella Maggior Tutela (3,8 milioni clienti vulnerabili che continueranno ad essere serviti in tutela e 3,7 milioni di non vulnerabili che passeranno al Servizio a Tutele Graduali).Le condizioni di fornitura del Servizio a Tutele graduali cui saranno trasferiti i clienti non vulnerabili oggi risultanti in Maggior Tutela dureranno poco meno di tre anni – fino al 31 marzo 2027– al termine dei quali, in mancanza di una scelta espressa, i clienti continueranno a essere riforniti dallo stesso venditore, ma sul mercato libero.Le condizioni economiche del Servizio a Tutele Graduali sono uguali in tutta Italia e includono la componente in quota fissa denominata “parametro gamma” pari a -72,65 euro/Pod/anno. Tale componente verrà aggiornata annualmente dall’Autorità in funzione del numero di clienti riforniti nel Servizio a Tutele Graduali. Le condizioni economiche relative alla Spesa per la materia energia comprendono anche una componente a copertura dei costi di approvvigionamento dell’energia pari alla media mensile dei valori a consuntivo del prezzo all’ingrosso (PUN ex post) e una componente a copertura dei costi del dispacciamento.Dalla somma del “parametro gamma” con la riduzione delle componenti di commercializzazione in Maggior Tutela, da 58 a 41 euro/Pod/anno, si arriva, sulla base degli elementi a oggi disponibili, a un valore per il Servizio a Tutele Graduali di circa -113 euro l’anno rispetto alla Maggior Tutela. L’Arera ricorda, a tal proposito, che i clienti domestici elettrici non vulnerabili già passati al mercatolibero hanno il diritto di rientrare nel servizio di Maggior Tutela fino al 30 giugno 2024, mentre i clienti domestici vulnerabili manterranno sempre il diritto di rientrare nel servizio di Maggior Tutela. Per farlo occorre rivolgersi all’esercente il servizio di Maggior Tutela del proprio Comune.In alternativa è possibile chiamare lo Sportello per il Consumatore al numero verde 800.166.654.Per i clienti vulnerabili – coloro che si trovano in una delle condizioni tra: più di 75 anni, percettore di bonus sociale, soggetto a disabilità (L.104/92), residente in un modulo abitativo di emergenza o isola minore non interconnessa – Arera continuerà ad aggiornare trimestralmente le condizioni economiche della Maggior Tutela fino all’espletamento delle aste previste dal Decreto-legge 181/23(c.d. Dl sicurezza energetica). Inoltre, in occasione del primo aggiornamento per i soli clienti vulnerabili, l’Autorità ha aggiornato il valore delle componenti di commercializzazione (Pcv e dispBT) per la Maggior Tutela, che passano da 58 euro/Pod/ anno a 41 euro/Pod/anno. Dall’odierno aggiornamento – il primo per i soli clienti vulnerabili – il calcolo sarà effettuato considerando per il “cliente tipo” consumi di 2mila kWh/anno, più rispondenti ai consumi effettivi di un “cliente medio”, e pubblicato sul sito dall’Autorità insieme con quello consueto calcolato su 2.700 kWh/anno2. L’aggiornamento per il prossimo trimestre luglio-settembre 2024, per la bolletta elettrica del cliente tipo segna quindi un +12%. Si è infatti arrestato il trend ribassista dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica, che ha caratterizzato l’ultimo trimestre del 2023 e l’inizio del 2024. Le stime del prezzo dell’energia (PUN) per il prossimo trimestre sono in aumento a circa 109 euro/MWh. In termini di effetti finali, la spesa per il cliente tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1 ottobre 2023 e il 30 settembre 2024) sarà di circa 514 euro, riavvicinandosi ai livelli precedenti alle crisi, segnando un -41,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 ottobre 2022- 30 settembre 2023). Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, il prezzo finale per cliente tipo (con consumi annui di energia elettrica pari a 2mila kWh) risulta così di 24,32 centesimi di euro al kWh, comprensivo di imposte, contro i 21,71 centesimi di euro al kWh del trimestre precedente. La variazione del +12% è sostanzialmente legata all’aumento complessivo della spesa per la materia energia (+23,8%). Restano invariate, invece, le tariffe di rete (Trasporto e gestione contatore) e gli oneri generali di sistema.”Siamo in presenza di un momento importante per l’evoluzione del mercato elettrico. L’autorità si è attivata per tempo per consentire un passaggio al mercato libero progressivo, rispettoso delle scelte dei consumatori e in grado di evitare incrementi dei costi legati alla transizione. È importante la collaborazione che il sistema bancario sta garantendo per assicurare la continuità anche sul tema dei sistemi di pagamento automatici delle bollette, ad ulteriore garanzia dei clienti – dichiara Stefano Besseghini, presidente Arera –. Dal 1 luglio il focus dell’autorità si concentrerà sul monitoraggio della evoluzione delle condizioni di mercato, per permettere ai consumatori di avere quella chiarezza delle condizioni che è prerequisito di qualunque scelta”.Secondo Assoutenti i rincari delle tariffe spingono gli utenti vulnerabili verso il Servizio a Tutele Graduali. “Le nuove tariffe della luce che scatteranno dal prossimo 1 luglio sul mercato tutelato – afferma Assoutenti, commentando il rincaro tariffario del +12% disposto da Arera per il prossimo trimestre – evidenziano ancora di più l’importanza della risoluzione approvata la scorsa notte e che consente ai 4,5 milioni di utenti vulnerabili di passare al nuovo regime delle Tutele Graduali. “Nonostante le tensioni sul fronte energetico e il pesante aumento deciso dall’Autorità, le tariffe della luce sul mercato tutelato risulteranno nel prossimo trimestre più basse del 5% rispetto allo stesso periodo del 2023, e addirittura inferiori del 45,4% sul 2022, con una minore spesa pari a -509 euro annui a famiglia rispetto a due anni fa – spiega il presidente onorario e responsabile energia di Assoutenti, Furio Truzzi –. È innegabile tuttavia che i nuovi aumenti delle tariffe devono spingere gli utenti vulnerabili a passare, dal prossimo 1 luglio, al Servizio a Tutele Graduali, sfruttando i risparmi offerti dal nuovo regime e la possibilità approvata ieri da Governo e Parlamento di migrare alle tutele graduali attraverso una semplice telefonata allo Sportello Consumatori di Arera. In tal senso chiediamo uno sforzo ulteriore per realizzare una campagna informativa a tappeto su tutto il territorio”.”L’aumento tariffario del +12% disposto oggi da Arera per le bollette della luce varrà solo per i 4,5 milioni di utenti vulnerabili (over75, diversamente abili e fragili economici) rimasti nel mercato tutelato, e rappresenta un aggravio di spesa, rispetto alle tariffe del precedente trimestre, pari a +65,5 euro su base annua (dall’1 luglio 2024 al 30 giugno 2025); la bolletta media della luce per chi resta nel mercato tutelato sarà così pari a 612 euro annui” afferma il Codacons, commentando l’aggiornamento di Arera. Il Servizio a Tutele Graduali garantirà – rileva il Codacons – un risparmio medio di 140 euro annui in bolletta rispetto al mercato tutelato. “Gli utenti non vulnerabili già passati al mercato libero dell’energia – ricorda il Codacons – possono approfittare di questi sconti tornando al regime di maggior tutela, ma solo se presenteranno la domanda entro il prossimo 30 giugno. È di oggi invece la notizia che, grazie ad una risoluzione approvata ieri, anche gli utenti vulnerabili avranno la possibilità di confluire nel più conveniente sistema delle tutele graduali a partire dal primo luglio, godendo così di evidenti benefici economici”. L’innalzamento del 12% del prezzo di riferimento della luce per il Servizio di Maggior Tutela a partire dal 1 luglio è – per Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori – una “pessima notizia, anche se il rialzo era atteso, considerati i rialzi nei mercati all’ingrosso e la stagionalità, ossia i maggiori consumi elettrici estivi dovuti all’accensione dei condizionatori. La buona notizia – prosegue Vignola – è che scende la quota di commercializzazione fissa annua da 58,40 a 41 euro. Una riduzione che peraltro potrebbe rimanere anche nei prossimi trimestri. “Ora lo sconto fisso annuo per chi il 1 luglio passerà al Servizio a Tutele Graduali (STG) scende da 131,40 euro a 113 euro rispetto al Servizio di Maggior Tutela, ma sia chiaro – sottolinea il vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori – che per i non vulnerabili che ora si trovano nel mercato libero, il grande vantaggio di rientrare nel mercato di tutela entro la mezzanotte di domenica 30 giugno resta immutato. Non è, infatti, l’STG a salire di prezzo ma è la tutela a diventare più conveniente. Il divario tra STG e libero, insomma, resta identico e molto redditizio, specie se si considera che attualmente il mercato libero non ha offerte più vantaggiose né della tutela né tanto meno del futuro Stg”. Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, per il nuovo cliente tipo che consuma 2mila kWh all’anno e ha una potenza impegnata pari a 3 kW, il +12% significa spendere 52 euro (52,20 euro) in più su base annua. La spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1 luglio 2024 al 30 giugno 2025, nell’ipotesi di prezzi costanti), sale così a 486 euro, che sommati ai 1140 euro dell’utente tipo che consuma 1100 metri cubi di gas, determinano una spesa complessiva pari a 1626 euro. Se il prezzo della luce sale oggi del 12% e, nel confronto con i tempi pre-crisi, ovvero luglio 2020, in base alla nuova serie storica ricostruita secondo il nuovo cliente tipo che consuma 2mila kWh all’anno, è oggi ancora superiore del 35,9%, la buona notizia è che rispetto al picco del luglio 2022 è oggi inferiore del 43,1%. Non si può fare, invece, il confronto con la vecchia spesa annua, non essendo più valida per il passato quella dell’anno scorrevole. 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    Vertice Ue: al centro partita nomine, attesa per “mossa” Meloni

    (Teleborsa) – Riflettori puntati sul vertice Ue al via a Bruxelles per decidere sulle nomine delle più alte cariche europee per i prossimi cinque anni: va da sè che si tratta di una partita delicatissima, dai contorni spinosi. Sul tavolo dei leader la proposta messa a punto dai negoziatori di popolari, socialisti e liberali per affidare a Ursula von der Leyen – in quota Ppe – un secondo mandato alla guida della Commissione europea.La designazione di von der Leyen fa parte di un pacchetto che prevede anche la scelta del socialista ed ex premier portoghese Antonio Costa per la presidenza del Consiglio Europeo e della premier liberale estone Kaja Kallas per la carica di alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza. Grande attesa per la posizione che davanti a questo pacchetto assumerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri, durante i suoi interventi in Parlamento, ha criticato apertamente il metodo con cui si è arrivati alla designazione dei tre candidati.I lavori del Consiglio europeo sono stati preceduti dai pre-vertici delle tre famiglie politiche (Ppe, Pse e Liberali) che costituiscono al momento la cosiddetta maggioranza Ursola e a cui interverranno i leader e i principali esponenti di spicco nazionali. LEGGI TUTTO

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    Snam, bandiera tricolore per la nave rigassificatrice Golar Tundra: diventa Italis LNG

    (Teleborsa) – Italis LNG e non più Golar Tundra. È questo il nuovo nome – approvato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – della nave rigassificatrice di Snam operativa dal luglio 2023 nel porto toscano di Piombino, che con l’iscrizione nel registro navale italiano batte anche la bandiera tricolore al posto della precedente, appartenente alle Isole Marshall. A seguito dell’invio di formale richiesta alla Capitaneria di Porto di Livorno, la Società FSRU Italia di Snam ha completato con successo l’iter di iscrizione della nave rigassificatrice nel registro navale italiano con l’obiettivo di adeguare la nave ai requisiti tecnici del regolamento nazionale. “L’inserimento della nave rigassificatrice di Piombino nel registro navale italiano è un altro passaggio importante per la nostra FSRU, di cui siamo particolarmente lieti. La Italis LNG, in poco meno di un anno di operatività, ha ricevuto 29 carichi di gas naturale liquefatto, provenienti da cinque Paesi diversi, per un totale di 2,6 miliardi di metri cubi di gas immessi nella rete nazionale, a ulteriore garanzia della sicurezza e della diversificazione delle fonti di energia per il nostro Paese”, ha affermato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. Con 23 miliardi di metri cubi complessivi di capacità di rigassificazione, il GNL – fa sapere Snam in una nota – fornisce oggi un contributo fondamentale per la sicurezza del sistema gas italiano. Il GNL, infatti, è arrivato a coprire un quarto degli approvvigionamenti nazionali del gas, e nei primi due mesi del 2024, ha superato il principale punto di ingresso via gasdotto, ovvero Mazara del Vallo, da dove proviene il gas in arrivo dall’Algeria. Le FSRU, consentendo di ricevere il GNL da diversi Paesi fornitori, rappresentano quindi un asset fondamentale per garantire flessibilità all’intero sistema energetico del Paese. Nell’ambito delle iniziative intraprese a partire dal 2022 per diversificare ulteriormente gli approvvigionamenti di gas del Paese in seguito alla crisi russo-ucraina, oltre alla Italis LNG, Snam ha anche acquisito il rigassificatore galleggiante BW Singapore, che entrerà in esercizio di fronte alle coste di Ravenna nei primi mesi del 2025. La capacità complessiva di rigassificazione del Paese salirà così a 28 miliardi di metri cubi, equamente distribuiti tra versante tirrenico e versante adriatico, per un volume complessivo che corrisponde a quello importato via gasdotto dalla Russia nel 2021. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, riscatto anni laurea non può essere neutralizzato

    (Teleborsa) – Il riscatto degli anni di laurea non può essere “neutralizzato” per passare nel computo della pensione dal sistema retributivo a quello misto.Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza numero 112, depositata oggi, con la quale è stata dichiarata non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art.1, comma 13, della legge 8 agosto 1995, n. 335 (c.d. Riforma Dini del sistema pensionistico) e dell’art. 1, comma 707, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), sollevata dal Tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro.Il tribunale romano riteneva tali disposizioni contrastanti con gli artt. 3 e 38 della Costituzione, nella parte in cui non è previsto il diritto alla neutralizzazione dei contributi versati in seguito al riscatto volontario degli anni di laurea, quando ciò sia necessario per uscire dal sistema retributivo di computo della pensione, applicabile all’interessato proprio in virtù del riscatto, e accedere al sistema misto, rivelatosi più conveniente al momento del pensionamento. LEGGI TUTTO

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    Crollo per gli artigiani, 318mila in meno in 10 anni

    (Teleborsa) – Diminuisce ancora il numero degli artigiani: nel 2023 – secondo l’Osservatorio Inps sui lavoratori autonomi – erano 1.456.918 con un calo di 73.357 unità sull’anno precedente (-4,8%) e una riduzione di oltre 318mila unità rispetto al 2014 (-17,94%).Si è registrato un calo anche per i commercianti iscritti alla gestione speciale che nel 2023 erano 2.051.022 con un calo dello 0,5% sul 2022.Nel 2014 i commercianti erano 2.228.678 quindi il calo nel decennio è stato di 177.656 unità (-7,97%). LEGGI TUTTO

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    Trenitalia: modifiche alla circolazione nelle tratte Colleferro-Ciampino e Roma Termini-Ciampino

    (Teleborsa) – Dal 28 al 30 giugno 2024, per lavori di potenziamento infrastrutturale programmati da RFI, la circolazione ferroviaria è sospesa tra le stazioni di Colleferro e Ciampino. Inoltre, dalle ore 9:40 alle ore 12:20 di sabato 29 giugno e dalle ore 10:15 alle ore 12:30 di domenica 30 giugno la circolazione ferroviaria è sospesa anche tra Roma Termini e Ciampino. Lo comunica Trenitalia in una nota.Le modifiche alla circolazione dei treni – fa sapere Trenitalia – possono avvenire anche prima o dopo l’orario programmato dei lavori.I treni coinvoltiI treni Intercity 703-704 della linea Roma-Bari, l’Intercity 710 Taranto – Roma e l’Intercity Notte 789 Roma-Lecce subiranno variazioni di fermate e orario. Per i treni IC 703 Roma – Bari e IC 704 Bari – Roma è previsto un servizio sostitutivo con bus tra Anagni – Caserta con fermate a Frosinone, Cassino e Vairano;I treni regionali della linea Roma-Colleferro-Frosinone- Cassino potrebbero essere cancellati o limitati. È previsto un servizio bus tra Ciampino-Zagarolo, Ciampino-Valmontone, Ciampino-Tor Vergata e tra Ciampino-Colleferro. Alcuni bus arriveranno fino a Roma Termini e Frosinone/Cassino. Inoltre, sarà incrementata l’offerta ferroviaria tra le stazioni di Ciampino-Roma Termini e Colleferro-Cassino. Alcuni treni regionali delle linee Roma – Albano, Roma – Frascati, Roma – Velletri subiranno cancellazioni, variazioni di orario e limitazioni. Previsto servizio bus sulle tratte coinvolte; alcuni treni regionali della linea Roma – Isernia subiranno cancellazioni. Previsto un servizio bus tra Roma e Campobasso; alcuni treni regionali della linea Roma – Caserta/Benevento subiranno limitazioni. LEGGI TUTTO

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    UN.I.COOP, Dello Russo: “Bene maxi-deduzione per chi assume a tempo indeterminato”

    (Teleborsa) – “Accogliamo con grande favore l’introduzione del decreto attuativo della riforma dell’Irpef che prevede per quest’anno una maggiorazione pari al 120% del costo del lavoro ammesso in deduzione nel caso di incremento del numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Questa misura rappresenta un passo fondamentale per sostenere la crescita economica e promuovere la stabilità occupazionale nel nostro Paese. Particolarmente significativa, inoltre, l’ulteriore maggiorazione al 130% se si assumono lavoratori meritevoli di maggiore tutela, tra cui persone con disabilità, donne con almeno due figli, giovani ammessi agli incentivi all’occupazione. Si tratta di un provvedimento che va nella giusta direzione, in quanto promuove una maggiore inclusione sociale e lavorativa”. È quanto ha dichiarato la presidente di UN.I.COOP. Lucia Dello Russo, in merito alla maxi-deduzione del costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato, prevista dal decreto attuativo della riforma Irpef varata dal Governo.”Questo decreto – commenta Dello Russo – avrà importanti ricadute sotto il profilo economico e sociale riducendo il peso fiscale sulle aziende, ma creando anche un ambiente più favorevole per l’innovazione. Le risorse liberate grazie alle deduzioni, infatti, possono essere reinvestite in formazione, sviluppo delle competenze e miglioramento delle condizioni di lavoro, generando un circolo virtuoso di cui beneficia l’intero tessuto produttivo. Il tasso di disoccupazione sceso sotto il 7%, il più basso dal 2008, e la crescita del lavoro stabile sono certamente segnali positivi che devono indurre a intensificare gli sforzi per continuare sulla strada intrapresa. La sfida è avviare una riforma del mercato del lavoro incentrata sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro mediante il potenziamento delle competenze, alla luce delle numerose opportunità derivanti dalle nuove tecnologie e dai processi di transizione in atto. Per rispondere all’esigenza di personale altamente specializzato imposta dai processi di innovazione ecologica e digitale in atto, soprattutto nei settori dove i contratti stagionali sono comuni (come il turismo, l’agricoltura e l’edilizia) per garantire la stabilizzazione del rapporto di lavoro occorrerebbe favorire la costituzione di reti di prossimità, quali strumenti di sviluppo territoriale ed innovazione sociale, reintroducendo apposite agevolazioni fiscali. Com’è noto – conclude la presidente di UN.I.COOP – le reti d’impresa rispondono a esigenze di tipo economico condividendo la spesa di personale altamente specializzato, come nel caso delle assunzioni congiunte, e di stabilità del lavoro per rispondere alla problematica legata alla flessione lavorativa propria della stagionalità legale e/o contrattuale. Attualmente, i vantaggi fiscali sono sospesi, avendo interessato i periodi di imposta 2010, 2011 e 2012″. LEGGI TUTTO

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    Dati fiducia in Italia: ripresa economica ancora in atto. Velocità diverse a seconda dei settori

    (Teleborsa) – “La fiducia si deteriora in quasi tutti i settori economici, tranne quello delle costruzioni, ma migliora tra i consumatori, suggerendo che la ripresa economica stia progredendo in modo graduale”. È un “quadro misto” quello tracciato da Paolo Pizzoli, senior economist di ING, nella sua analisi dei dati Istat sulla fiducia di giugno. Nel dettaglio l’Istat rileva un incremento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che sale da 96,4 a 98,3, mentre l’indicatore composito di fiducia delle imprese scende da 95,1 a 94,5. Un quadro nel quale il clima di fiducia delle imprese mostra il terzo calo consecutivo, posizionandosi sul valore più basso da novembre 2023. Un ribasso dovuto prevalentemente al peggioramento registrato nella manifattura e nei servizi. L’indice di fiducia dei consumatori aumenta invece per il secondo mese consecutivo e raggiunge il valore più elevato da febbraio 2022. “Il primo dato di rilievo – evidenzia Pizzoli – viene dal settore manifatturiero, dove la fiducia scende al livello più basso da novembre 2020. La contrazione è particolarmente marcata nei beni strumentali, dove il rallentamento degli ordini si accompagna a un aumento delle scorte di prodotti finiti. La fase di debolezza del settore manifatturiero è ancora in atto e le cattive condizioni della domanda (la domanda insufficiente sembra destinata a emergere come il più potente ostacolo alla produzione anche nel secondo trimestre) sembrano ancora ritardare l’avvio di un ciclo delle scorte”.Sul fronte dei servizi – prosegue il senior economist di ING – “il comparto non fornisce indicazioni confortanti in giugno, ma il calo mensile contenuto dell’indicatore aggregato della fiducia sembra riflettere una forte contrazione della componente turistica – forse, spiega Pizzoli, penalizzata dalle condizioni climatiche sfavorevoli che hanno interessato il Nord Italia nel corso del mese – piuttosto che una debolezza su base ampia. Infatti, tutte le altre sottocomponenti, trasporto e magazzinaggio, informazione e comunicazione e servizi alle imprese, hanno registrato un aumento mensile a giugno”.L’incremento mensile di tre punti della fiducia nel settore delle costruzioni è, invece, per l’economista “più difficile da razionalizzare”. “Se la forza della componente infrastrutture sembra coerente con l’attuazione degli investimenti nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza, la crescita significativa della componente edilizia residenziale – afferma Pizzoli – è in contrasto con la fine del superbonus e con i dati ancora deboli delle transazioni immobiliari. Un ritardo nel completamento dei cantieri ancora aperti potrebbe offrire una spiegazione plausibile”.La buona notizia viene dalla fiducia dei consumatori, che ha guadagnato più di tre punti sul mese, raggiungendo il livello più alto dal febbraio 2022. “I consumatori – sottolinea Pizzoli – sono più ottimisti riguardo alla situazione economica attuale e prospettica e riportano coerentemente una forte diminuzione delle preoccupazioni sulla disoccupazione futura. È interessante notare che mostrano anche un forte aumento della volontà di acquistare beni durevoli; sospettiamo che ciò possa dipendere anche dall’introduzione, all’inizio di giugno, di generosi incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici/ibridi. Ciò potrebbe determinare una temporanea ricomposizione dei consumi verso i beni durevoli nella seconda metà del 2024″.”Nel complesso, – conclude l’economista – i dati odierni sulla fiducia forniscono ulteriori prove che la ripresa economica è ancora in atto, con velocità diverse a seconda dei settori. Mentre l’industria potrebbe ancora fungere da freno all’offerta nel secondo trimestre, i servizi dovrebbero compensare, ma la crescita trimestrale del PIL potrebbe rallentare allo 0,2% dallo 0,3% del primo trimestre” LEGGI TUTTO