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    Guerra al narcotraffico, Wsj: “Usa pronti a colpire il Venezuela”. Ma Trump smentisce

    (Teleborsa) – Dopo settimane di attacchi – definiti “inaccettabili” dall’Onu – da parte del Pentagono contro presunte “navi della droga” al largo del Venezuela e della Colombia, che hanno provocato la morte di almeno 62 persone, Washington starebbe pensando ad un’escalation con raid mirati su strutture militari nel Paese guidato da Nicolas Maduro. L’amministrazione Trump – secondo quanto riporta il Wall Street Journal citando fonti statunitensi a conoscenza della questione – avrebbe identificato gli obiettivi da colpire in Venezuela. Obiettivi che – scrive il quotidiano – includono “porti e aeroporti controllati dai militari presumibilmente utilizzati per il narcotraffico, comprese installazioni navali e piste di atterraggio”. Target che legano i cartelli della droga al regime di Nicolas Maduro.Indiscrezioni oggi smentite dal presidente degli Stati uniti Donald Trump che ha detto di non prendere in considerazione attacchi all’interno del Venezuela. “Il presidente è stato chiaro nel suo messaggio a Maduro: smettete di inviare droga e criminali nel nostro Paese – ha, tuttavia, dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly –. Il presidente è pronto a usare ogni strumento a disposizione per impedire che la droga invada il nostro Paesi”. Nel frattempo, stando alle indiscrezioni del Washington Post, il presidente venezuelano avrebbe iniziato a chiamare a raccolta i suoi più stretti alleati, nonché nemici di Washington. Prima ha scritto una lettera a Vladimir Putin, chidendogli aiuti contro i raid americani sulle navi nel mar dei Carabi. Poi ha inviato un appello alla Cina e all’Iran. In un messaggio diretto al presidente Xi Jinping ha chiesto una “cooperazione militare più ampia” tra i due Paesi per contrastare “l’escalation tra Stati Uniti e Venezuela”. Nella lettera, Maduro ha anche fatto pressione sul governo cinese per accelerare la produzione di sistemi di rilevamento radar in modo che il suo Paese possa avere strumenti più efficaci. E ha presentato l’aggressione a Caracas come “un’azione contro” Pechino “a causa della loro ideologia comune”. Il ministro dei Trasporti venezuelano Ramón Celestino Velásquez, inoltre, ha coordinato una spedizione di equipaggiamento militare e droni dall’Iran. Non è chiaro se e come Mosca, Pechino e Teheran abbiano risposto. LEGGI TUTTO

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    Legge Bilancio, i Giovani commercialisti: “Governo non ponga freno a crediti imposta agevolativi”

    (Teleborsa) – “La bozza della legge di bilancio 2026 sembrerebbe porre un freno all’utilizzo dei crediti di imposta agevolativi in forma “orizzontale”, ovvero compensabili con imposte erariali, locali, contributi previdenziali e assistenziali. In questo modo si andrebbero però a colpire gli strumenti che negli ultimi anni hanno sostenuto investimenti, occupazione e competitività, togliendo ossigeno alle imprese italiane proprio nel momento in cui necessiterebbero di un aiuto per riprendere vigore”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.”ZES unica, il credito R&S, la transizione 4.0 e 5.0, i bonus per Innovazione e Design sono le maggiori agevolazioni che hanno spinto migliaia di imprenditori a scommettere sull’Italia e a non delocalizzare – commenta Cataldi –. Ora però, chi ha programmato investimenti contando su una normativa chiara e vigente, rischia di trovarsi senza la liquidità necessaria per onorare i propri impegni e continuare a innovare. Se la motivazione è combattere le frodi, non ci sembra corretta: la legalità è un valore che noi difendiamo ogni giorno, ma punire tutti per colpa di pochi non è una soluzione”.Per Roberto Gennari e Carlo De Luca, rispettivamente consigliere e segretario UNGDCEC, “siamo di fronte a un segnale pericoloso: chi si fida dello Stato, rispetta le regole e investe, viene penalizzato. Riteniamo necessario intervenire sin da subito, assicurando la piena e continuativa compensabilità dei crediti d’imposta e tutelando i diritti già maturati da imprese che hanno creduto nell’Italia e nella sua capacità di crescere”. L’UNGDCEC sarà al tavolo del confronto “per difendere le imprese, mettendo a disposizione le proprie competenze e costruire insieme misure concrete e sostenibili – commentano Gennari e De Luca –. Chiediamo coerenza e una politica che sostenga chi crea lavoro, chi rischia ogni giorno in prima linea, chi non si è mai arreso, nemmeno nei momenti più difficili”. LEGGI TUTTO

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    Aumento carburanti: gasolio servito autostrada a 2,011

    (Teleborsa) – Ancora in aumento la quotazione del gasolio, in calo quella della benzina; prosegue il rialzo dei prezzi medi dei carburanti alla pompa, con nuovi movimenti all’insù anche sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana,Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,698 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,703, pompe bianche 1,689), gasolio self service a 1,636 euro/litro (+2, compagnie 1,641, pompe bianche 1,626). Benzina servito a 1,839 euro/litro (+1, compagnie 1,880, pompe bianche 1,760), gasolio servito a 1,775 euro/litro (+2, compagnie 1,817, pompe bianche 1,696). Gpl servito a 0,690 euro/litro (invariato, compagnie 0,701, pompe bianche 0,678), metano servito a 1,408 euro/kg (invariato, compagnie 1,421, pompe bianche 1,398), Gnl 1,230 euro/kg (-1, compagnie 1,223 euro/kg, pompe bianche 1,234 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,799 euro/litro (servito 2,060), gasolio self service 1,745 euro/litro (servito 2,011), Gpl 0,832 euro/litro, metano 1,491 euro/kg, Gnl 1,297 euro/kg.(Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Manovra, ASSOTIR: “Sui crediti di imposta innescata una bomba fiscale per i trasportatori?”

    (Teleborsa) – Per i trasportatori, il divieto generalizzato di compensazione dei crediti d’imposta con i debiti previdenziali e assicurativi produrrà effetti a dir poco devastanti. ASSOTIR boccia senza appello la previsione contenuta nell’art. 26 della Legge di Bilancio che introduce una stretta sulle compensazioni dei crediti di imposta a partire dal 1 luglio 2026. L’Associazione dei trasportatori ricorda che il divieto finora interessava solamente gli intermediari finanziari e i crediti derivanti da agevolazioni edilizie; adesso invece viene esteso a tutte le imprese. Per il settore dei Trasporti, tuttavia, finisce con l’annullare il credito d’imposta sulle accise, lo strumento oggi più efficace per la gestione della liquidità. Le imprese di trasporto, infatti, utilizzano comunemente il credito d’imposta sulle accise sul gasolio per compensare i debiti sia verso il Fisco, sia verso gli Istituti previdenziali. Venendo meno questa possibilità, che vale diverse migliaia di euro l’anno per ogni veicolo, moltissimi operatori corrono il rischio concreto di finire in default finanziario. “Vista la poca chiarezza della norma – commenta Claudio Donati, segretario generale di ASSOTIR – ne stiamo completando l’approfondimento sul piano tecnico. Non è ancora chiaro infatti se il credito di imposta sulle accise rientri o meno tra quelli non compensabili. Occorre definire fin da subito il perimetro esatto della norma, per evitare che arrechi al settore un danno enorme e ingiustificato. L’unica motivazione sembra infatti quella di reperire risorse, senza curarsi però del danno arrecato alle imprese. Oltretutto, ancora una volta, i soggetti maggiormente penalizzati sarebbero quelli di dimensione minore”.”Ci rivolgiamo – aggiunge Anna Vita Manigrasso presidente nazionale ASSOTIR – al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, e al governo nel suo insieme. Inoltre, ci muoveremo anche per sensibilizzare tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento”. E qui di avverte che “se il divieto di compensazione del credito d’imposta venisse confermato anche nel caso delle accise sul gasolio, annunciamo fin da subito iniziative di risposta forti, nel rispetto della legge, fino alla sospensione generalizzata del servizio”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea supera ampiamente i requisiti patrimoniali fissati dalla BCE

    (Teleborsa) – BCC Banca Iccrea ha ricevuto da parte della Banca centrale europea la notifica della decisione prudenziale (SREP decision), contenente gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process – SREP). Tenuto conto delle analisi e delle valutazioni effettuate dall’Autorità di Vigilanza, la BCE ha determinato per il 2026, per il Gruppo BCC Iccrea, un “Pillar 2 Requirement” pari a 2,25% (tale requisito era pari al 2,52% nel 2025).Per effetto di tale decisione prudenziale il requisito di Common Equity Tier 1 ratio da rispettare su base consolidata sarà pari a 9,36%, anche in considerazione dell’inclusione del Gruppo BCC Iccrea fra le istituzioni finanziarie significative del nostro Paese da parte della Banca d’Italia che ne conferma la rilevanza sistemica. In particolare, tale requisito comprende: il requisito minimo di Pillar 1 pari al 4,50%; un requisito di capitale Pillar 2 (P2R) pari a 1,27%; la riserva di conservazione del capitale pari al 2,50%; la riserva O-SII buffer pari a 0,25%; la nuova riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, recentemente introdotta, (Systemic Risk Buffer – SyRB) pari a 0,84%.Inoltre, per effetto di tale decisione, gli ulteriori requisiti che il Gruppo BCC Iccrea deve rispettare sono i seguenti: 11,28% in termini di Tier 1 capital ratio; 13,84% in termini di Total capital ratio. Al 30 Giugno 2025 i coefficienti patrimoniali del Gruppo BCC Iccrea erano ampiamente superiori ai requisiti richiesti; il Common Equity Tier 1 ratio si è attestato al 25,31% ed il Total Capital ratio al 25,82%. LEGGI TUTTO

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    Aeroporti italiani: tra giugno e settembre registrati 93 milioni di viaggiatori

    (Teleborsa) – Sono stati quasi 180 milioni i passeggeri transitati negli aeroporti italiani tra gennaio e settembre di quest’anno, il 4,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Il segmento nazionale, con 56 milioni di viaggiatori, rimane stabile mentre a trainare la crescita è il traffico internazionale, che totalizza 121 milioni di passeggeri, in aumento del 7,1% sullo scorso anno. Di questi ultimi, circa due terzi, ovvero 80 milioni di viaggiatori, vola da e per destinazioni dell’Unione europea, mentre un terzo da e per mete extra-UE. È quanto evidenzia Assaeroporti in una nota.Passando all’analisi dei mesi estivi, il sistema aeroportuale italiano ha registrato, nel periodo giugno–settembre, 93 milioni di passeggeri, con un incremento del 2,8% rispetto al 2024. Cresce il peso dei voli internazionali: il segmento, che nel 2024 rappresentava il 67% del mercato, nel 2025 raggiunge il 69%.Rispetto all’estate 2024, è giugno ad aver registrato un boom di traffico: +3,6% sull’anno precedente. Luglio e agosto si confermano i mesi più trafficati dell’anno, con 23,8 e 24,4 milioni di passeggeri in transito negli scali nazionali. Superati a settembre i 22 milioni di viaggiatori, oltre mezzo milione in più rispetto al 2024.In termini percentuali, sempre nel mese di settembre, si registra un incremento sia dei movimenti aerei, +2%, sia dei passeggeri, +2,3% sullo scorso anno. Per entrambe le categorie di traffico si osserva una lieve flessione del segmento nazionale (rispetto al 2024, meno 2.700 movimenti aerei e meno 220mila passeggeri), ampiamente compensata dalla crescita del segmento internazionale, con 3.300 movimenti e 740mila passeggeri in più, rispetto allo stesso mese dello scorso anno.Degno di nota, infine, il risultato del cargo aereo: le merci movimentate aumentano del 6,1% rispetto a settembre 2024, con i due principali hub cargo del nostro Paese, Malpensa e Fiumicino, che crescono, rispettivamente, del 7,7% e del 7,1%, raggiungendo, nei primi 9 mesi dell’anno, una quota di mercato pari, nell’ordine, al 62% e al 23% delle merci avio. LEGGI TUTTO

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    Fondo Italiano d’Investimento rinnova il CdA. Domenico Lombardi nominato AD

    (Teleborsa) – L’Assemblea di Fondo Italiano d’Investimento SGR, controllato da CDP Equity e partecipato da banche e fondazioni, ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica per il triennio 2025-2028. Il nuovo CdA è composto da Barbara Poggiali, riconfermata Presidente; Domenico Lombardi, a cui è stata conferita la carica di Amministratore Delegato e di Direttore Generale in occasione della riunione del CdA avvenuta in data odierna; e dai Consiglieri Sabrina Coletti, Piero Cucunato (consigliere indipendente), Paolo Fabris de Fabris (consigliere indipendente), Francesca Fonzi, Katia Franchitto (consigliere indipendente), Emilio Giorgi (consigliere indipendente), Stefania Godoli, Elio Lolla (consigliere indipendente), Giorgio Piazza, Marco Elio Rottigni e Costanza Scarsi.Contestualmente sono stati nominati i componenti del Collegio Sindacale, costituito da Luigi Corsi, riconfermato Presidente; dai Sindaci Effettivi Domenico Sapia e Giuseppa Maria Teresa Lamicela; e dai Sindaci Supplenti Mario Signani e Francesca Adelina Alice Monti.Dichiarazioni.”Il triennio che ci attende sarà ricco di sfide ma anche di soddisfazioni: al fianco delle imprese italiane continueremo ad investire nel futuro del Paese, promuovendo innovazione, sostenibilità e capitale umano come leve per una crescita duratura e inclusiva”, ha commentato la presidente Barbara Poggiali.”Assumo la guida operativa di Fondo Italiano d’Investimento con grande senso di responsabilità verso il sistema produttivo del Paese – ha detto il nuovo AD Domenico Lombardi – La nostra economia vanta un patrimonio straordinario di piccole e medie imprese guidate da imprenditori con visione e coraggio. Il compito è accompagnarle nel salto di scala necessario per competere nei rispettivi mercati, sostenendo filiere strategiche e creando valore sostenibile per gli azionisti, i lavoratori e i territori. Fondo Italiano deve continuare a rappresentare un luogo ideale di fiducia, dove pubblico e privato cooperano non solo per investire, ma per costruire una visione di futuro condivisa, fondata su competenza, responsabilità e impatto”. LEGGI TUTTO

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    Portogallo, bonus ai pensionati: economia segna +2,4% annuo

    (Teleborsa) – Nel terzo trimestre di quest’anno l’economia portoghese cresce del 2,4% su base annua e dello 0,8% su base trimestrale. Si tratta di un’accelerazione rispetto all’1,8% registrato fra aprile e giugno ed è il tasso di crescita più alto della zona Euro, secondo soltanto, in Europa, al tasso della Svezia.I dati presentati dell’Istituto nazionale di statistica (Ine) non includono ancora dettagli più precisi e si limitano a mostrare il risultato di un aumento dei consumi privati, che compensa il rallentamento degli investimenti e si registra nel trimestre in cui sono state applicate le nuove tabelle di ritenuta d’acconto, a cui si è aggiunto il “bonus straordinario” per i pensionati.Ciò ha significato più soldi a fine mese nelle tasche dei portoghesi con una ricaduta positiva sull’economia. LEGGI TUTTO