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    Air Tanzania bandita dai cieli UE: non soddisfa standard di sicurezza

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha aggiornato l’elenco per la sicurezza aerea dell’UE, ovvero l’elenco delle compagnie aeree soggette a un divieto operativo o a restrizioni operative all’interno dell’Unione europea, perché non soddisfano gli standard di sicurezza internazionali. In particolare, Air Tanzania è stata inclusa nell’elenco. La base di questa decisione sono le preoccupazioni in materia di sicurezza identificate dall’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (EASA). Queste hanno anche portato alla decisione di non concedere ad Air Tanzania un’autorizzazione di operatore di paese terzo (TCO).”La decisione di includere Air Tanzania nell’elenco per la sicurezza aerea dell’UE sottolinea il nostro incrollabile impegno a garantire i più elevati standard di sicurezza per i passeggeri in Europa e nel mondo – ha commentato Apostolos Tzitzikostas, Commissario per i trasporti e il turismo – Esortiamo vivamente Air Tanzania ad adottare misure rapide e decisive per affrontare questi problemi di sicurezza”.Dopo l’aggiornamento odierno, 129 vettori aerei sono banditi dai cieli dell’UE. In particolare, 100 compagnie aeree certificate in 15 stati, a causa della mancanza di supervisione della sicurezza da parte delle autorità aeronautiche di questi stati; 22 compagnie aeree certificate in Russia, nonché 7 singole compagnie aeree di altri stati, sulla base di gravi carenze di sicurezza identificate: Air Tanzania (Tanzania), Air Zimbabwe (Zimbabwe), Avior Airlines (Venezuela), Blue Wing Airlines (Suriname), Iran Aseman Airlines (Iran), Fly Baghdad (Iraq) e Iraqi Airways (Iraq). Altre due compagnie aeree sono soggette a restrizioni operative e possono volare nell’UE solo con tipi di aeromobili specifici: Iran Air (Iran) e Air Koryo (Corea del Nord). LEGGI TUTTO

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    UE approva proroga del piano “Hercules” per le banche greche

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, la proroga di un piano greco (noto come “Hercules”) volto a facilitare la riduzione dei prestiti in sofferenza delle banche greche, sulla base del fatto che rimane esente da qualsiasi aiuto di Stato.Il regime mira ad assistere le banche nella cartolarizzazione e nello spostamento dei prestiti in sofferenza dai loro bilanci. In base al piano, gli special purpose vehicle privati ??acquistano prestiti in sofferenza dalle banche e vendono titoli agli investitori. Lo Stato fornisce una garanzia pubblica per i titoli senior, meno rischiosi dei veicoli di cartolarizzazione. In cambio, lo Stato riceve una remunerazione a condizioni di mercato. I titoli rimanenti vengono distribuiti agli azionisti esistenti o venduti a investitori privati.La Commissione ha inizialmente approvato Hercules nell’ottobre 2019, per una durata di 18 mesi, che è stata poi prorogata fino all’ottobre 2022. Dopo la sua scadenza, il regime è stato reintrodotto nel novembre 2023. La proroga approvata oggi estende la durata del regime al 30 giugno 2025. Il bilancio complessivo del regime sarà inoltre aumentato da 2 a 3 miliardi di euro.Il piano, evidenzia la Commissione UE, ha “contribuito in modo determinante alla riduzione dei prestiti in sofferenza nel sistema bancario greco” da circa il 30% alla fine del 2020 a meno del 5% a giugno 2024. La proroga consentirà anche alle banche meno significative (LSI) della Grecia di beneficiare delle prospettive economiche positive in Grecia e di migliorare la qualità delle loro attività a livelli più gestibili, in linea con i loro omologhi più grandi.(Foto: Dim Hou su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Nextalia lancia divisione Real Assets con tre operazioni di acquisto crediti ipotecari

    (Teleborsa) – Nextalia SGR, società di gestione del risparmio promossa da Francesco Canzonieri insieme a primari investitori istituzionali italiani, ha completato tre operazioni di acquisto crediti ipotecari single name con sottostante immobiliare.In particolare, attraverso il fondo Nextalia Credit Opportunities, ha acquistato i crediti di natura bancaria verso STH, holding del gruppo Toti, garantiti da ipoteca di primo grado su immobili cieloterra nel centro di Roma, tra cui il trophy asset “Palazzo Scanderbeg”, e pegno sulla totalità delle quote di Sviluppo Centro Ostiense, società concessionaria dell’area Mercati Generali a Roma. Inoltre, Nextalia ha acquistato le note del veicolo di cartolarizzazione Kronos SPV, avente come unico attivo l’immobile Teatro delle Arti ad uso uffici sito in Via Sicilia 57 a Roma. La terza operazione conclusa riguarda l’acquisto dei crediti di natura bancaria verso Gruppo Basso, garantiti da ipoteca di primo grado su un portafoglio immobiliare diversificato nella destinazione d’uso – principalmente logistico, commerciale e uffici – e localizzato in prevalenza nelle regioni Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.In tale contesto e in linea con la visione strategica del fondo NCO, Nextalia annuncia la nascita della divisione “Real Assets”, che opererà come un osservatorio privilegiato sul mercato immobiliare italiano in grado di massimizzare il valore degli attivi immobiliari sottostanti, mediante una gestione proattiva degli stessi e in conformità con la strategia del fondo.A poco più di un anno dal final closing, ad oggi il fondo NCO conta sei operazioni completate, per un ammontare investito pari a circa il 65% del commitment complessivo del fondo, che ammonta a 332 milioni di euro. In termini di asset allocation, NCO ha finora investito in settori diversificati, dall’energy alle financial institution, passando per telco, impiantistica e real estate.”Le operazioni concluse permettono a Nextalia di razionalizzare l’asset allocation del fondo NCO tra corporate e real asset – ha commentato l’AD Francesco Canzonieri – Crediamo fortemente che la strategia di NCO sul sottostante immobiliare possa sbloccare le leve di valore di grandi realtà italiane attive nel real estate con impatto positivo sul territorio e sui contesti urbani ed extraurbani”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, produzione industriale ottobre rivista al ribasso

    (Teleborsa) – Rivista al ribasso la produzione delle fabbriche giapponesi a ottobre 2024. Secondo la stima definitiva del Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), l’indice destagionalizzato della produzione industriale è salito del 2,8% su mese, meno di quanto previsto nella stima preliminare (+3%) e atteso dagli analisti. A settembre si era registrata una salita dell’1,6%. Su base annuale il dato non destagionalizzato della produzione è in aumento dell’1,4%. Le consegne registrano una salita mensile del 2,6% mentre le scorte sono invariate. La ratio scorte/vendite evidenzia una variazione pari a -0,9%. LEGGI TUTTO

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    Giappone, migliora leggermente l’indice Tankan nel quarto trimestre

    (Teleborsa) – Sentiment in miglioramento per le imprese giapponesi. È quanto emerge da sondaggio trimestrale dalla bank of Japan.Nel quarto trimestre del 2024, l’indice Tankan relativo alle grandi imprese della manifattura è salito a 14 punti, battendo le attese degli analisti che prevedevano un valore fermo a 13 punti.Quello delle grandi imprese non manifatturiere si è portato a +33 punti da +34 (attese per 33), mentre quello delle piccole imprese manifatturiere passa da 0 punti a 1 (attese per -2).Da rilevare che un valore inferiore allo zero segnala che le imprese pessimiste sono più numerose di quelle ottimiste.(Foto: Photo by Andre Benz on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Autonomia differenziata, via libera della Cassazione a referendum per l’abrogazione

    (Teleborsa) – La Cassazione ha dato il via libera al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. L’Ufficio centrale della Suprema Corte, ha quindi ritenuto legittima la richiesta di abrogazione. L’ordinanza della Cassazione arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva considerato “illegittime” specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. La CorteCostituzionale sarà ora chiamata a giudicare l’ammissibilità del referendum.Il 3 dicembre scorso la Consulta, chiamata ad esprimersi sulle questioni di costituzionalità e accogliendo parzialmente i ricorsi di quattro Regioni, aveva affermato che “il regionalismo corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione” e “spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale”.”Prendo atto della sentenza della Corte di Cassazione, perché comunque per me ha un valore assoluto, e dico: premesso che poi sarà la Corte costituzionale a giudicare sull’ammissibilità del referendum, io dico perché no?”, ha commentato il ministro Roberto Calderoli, promotore della riforma, alla festa di Fratelli d’Italia Atreju. “Sono anche soddisfatto della sentenza della Cassazione, perché dichiarando ammissibile il referendum alla luce della sentenza della Corte – che aveva richiesto l’inammissibilità totale della legge, bocciata, e che su 52 motivi di incostituzionalità ne ha accettati 14 con 13 non ammissibili e 25 infondati – di fatto dice che la legge 86 è viva, vegeta e gode anche non di ottima, ma di buona salute. Vuol dire anche che la legge c’è ed è immediatamente applicabile”, ha aggiunto Calderoli.Soddisfazione per la decisione è arrivata anche dall’opposizione. “È una decisione importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati”, ha dichiarato il deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli. “Una nuova sonora bocciatura per il governo e per la maggioranza che sono andati avanti a testa bassa nell’approvazione della legge, nel contrasto al referendum e nella volontà di perseverare anche dopo che la Corte Costituzionale ha svuotato la legge cancellandone i pilastri principali”, hanno commentato in una nota i rappresentanti del M5S nelle Commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza(Foto: Blackcat CC BY-SA 3.0) LEGGI TUTTO

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    Tlc europee, Labriola (Tim): “Meno regole e più consolidamento per la competitività digitale”

    (Teleborsa) – “A livello europeo è necessario agire per restituire competitività al settore delle telecomunicazioni, che è un pilastro della transizione digitale, permettendo il consolidamento necessario, con meno regole e uguali per tutti”. A sottolinearlo è l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, parlando al Tech Leadership Forum del Financial Times, che stamattina ha riunito a Bruxelles i protagonisti del mondo delle telecomunicazioni europee. “Prima di tutto, quando parliamo di competitività dobbiamo definire cosa vogliamo: se vogliamo un’Europa digitale la strada non è questa”, ha spiegato Labriola. “In Italia la spesa media per la connettività mobile equivale a 4 caffè al mese. Servono regole che ci permettano di competere ad armi pari nel digitale e di fare profitti, altrimenti le tlc non avranno più le risorse necessarie per fare gli investimenti che servono e questo si tradurrà in un servizio peggiore per i consumatori”. L’ad di Tim ha anche rimarcato come “l’unica strada possibile sia quella di una minor regolamentazione e di permettere il consolidamento del mercato, perché la scala è importante. Solo così potremmo chiudere il gap con chi è più avanti di noi. Non è più accettabile che servano due anni di analisi di mercato per avere delle nuove regole, non possiamo cercare di guardare al futuro con lo specchietto retrovisore. L’innovazione è veloce, non possiamo essere lenti”, ha continuato Labriola. “WhatsApp è un servizio di telecomunicazioni, ma non ha gli stessi obblighi che abbiamo noi, ad esempio sui call center o sulle intercettazioni. Dobbiamo decidere quale sia il nostro obiettivo, dove vogliamo andare, e sapere che la strada per raggiungerlo può cambiare ogni giorno”. Labriola ha infine portato come esempio positivo ciò che sta avvenendo nel Regno Unito: “hanno inserito una correlazione fra i prezzi che i clienti pagano e l’inflazione, hanno iniziato a regolare i rapporti con gli Over-the-top e stanno permettendo un consolidamento di mercato con la fusione fra due grandi gruppi in cambio di investimenti”. LEGGI TUTTO

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    Sciopero trasporti, Tar Lazio boccia ordinanza Salvini: domani nessuna riduzione di 4 ore

    (Teleborsa) – Il Tar del Lazio ha deciso di accogliere la richiesta dell’Unione Sindacale di Base (Usb) di sospendere l’ordinanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, firmata dal ministro Salvini, il 10 dicembre 2024 con la quale è stata ordinata la riduzione a quattro ore dello sciopero generale proclamato per domani 13 dicembre dalla confederazione Usb, per una durata di 24 ore, nei settore dei trasporti. Con decreto monocratico, il tribunale amministrativo ha sottolineato “che non emergono, dalla gravata ordinanza, quelle ragioni che, in assenza della segnalazione della predetta Commissione (di garanzia, ndr), possano sorreggere la disposta precettazione”.In particolare, secondo il Tar del Lazio “i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro, né emergono le motivazioni in base alle quali i disagi eccederebbero tale carattere, tenuto conto della vincolante presenza di fasce orarie di garanzia di pieno servizio”. Prima della decisione del Tar, il ministro Salvini aveva aperto ad un confronto con i sindacati per rivedere le norme sullo sciopero. “È chiaro che la normativa sullo sciopero va rivista insieme, insieme ai sindacati, perché penso che siano loro ad accorgersi in primis che se c’è uno sciopero al giorno, il primo a rimetterci è lo sciopero stesso. Non penso sia utile andare avanti di scontro in scontro, di precettazione in precettazione”, aveva dichiarato. “Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio”, ha dichiarato Salvini dopo la decisione.”Domani lo sciopero sarà di 24 ore. Uno sciopero legittimo sin dall’inizio”, ha dichiarato invece Francesco Staccioli, dell’esecutivo confederale di USB. “Oggi il pronunciamento del Tar che sospende l’ordinanza e fissa l’udienza di merito sull’ordinanza di Salvini, riteniamo che sia semplicemente un atto dovuto per la giustizia di questo paese – ha aggiunto –. Noi stessi avevamo detto al ministro che quest’atto non aveva alcuna giustificazione. Mancava perfino l’avallo della Commissione di garanzia”. La decisione, ha concluso Staccioli, “sicuramente rende questo sciopero fruibile e sgrava i lavoratori da una sanzione illegittima”, precisa. LEGGI TUTTO