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    Energia, fattura in calo del 43% nel 2023 con contrazione gas

    (Teleborsa) – Crolla la fattura energetica italiana grazie alla forte contrazione del gas. E’ quanto conferma l’Unem, in occasione della relazione annuale. Nel 2023, infatti, la fattura energetica si è ridotta a 66,5 miliardi di euro, quasi 48 miliardi in meno (-43%) rispetto ai 114,4 miliardi del del 2022, che rappresentava un picco storico. Un dato che incorpora la decisa flessione della componente gas, passata da 62 miliardi a 28,3 miliardi di euro. Più contenuto il calo della fattura petrolifera, che si attesta a 28,1 miliardi di euro, circa 4,5 miliardi in meno rispetto ai 32,5 miliardi del 2022, per effetto del calo delle quotazioni petrolifere più che di una minore domanda.In tale contesto, il petrolio è tornato ad essere la prima fonte di energia con un peso sul totale di oltre il 37%, scavalcando il gas naturale che ha mostrato un ulteriore calo di oltre il 10%. A sostenere i consumi di petrolio hanno contirebuito la mobilità stradale e quella aerea. Il 2023 è stato caratterizzato da una ulteriore flessione nella domanda di energia, determinata sia da fattori economici, come il calo della produzione industriale (-2,9%), sia da miglioramenti di efficienza e ragioni climatiche. I consumi energetici sono scesi a 145 Mtep, il 4% in meno rispetto al 2022. Per il 2024 si stima una fattura energetica si stima attorno ai 56 miliardi, cioè 10 miliardi in meno del 2023 quasi interamente dovuti alla componente gas.Secondo il Presidente dell’Unem Gianni Murano, si prevede un aumento delle auto elettriche al 2030 fino a 4 milioni di veicoli. “Verrebbe a mancare un milione di tonnellate di carburanti – avverte Murano – e circa 3,8 miliardi in meno di introiti dalle accise. Il governo dovrà far quadrare i conti e la scelta sarà quindi politica”. (Foto: © vchalup / 123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso maggio +0,6% m/m, vendite +0,4% m/m

    (Teleborsa) – Sono aumentate le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di maggio 2024, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento dello 0,6% a 901,7 miliardi di dollari, in linea con le attese, rispetto al +0,1% del mese precedente. Su base annua si registra un calo dello 0,5%. Nello stesso periodo le vendite sono salite dello 0,4% su base mensile a 666,7 miliardi di dollari dopo il +0,2% registrato ad aprile. Su anno si è registrato un aumento dell’1,9%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,35 contro l’1,39 di un anno prima.(Foto: Photo by Hannes Egler on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Idrogeno, una “carta europea” per lo sviluppo della filiera

    (Teleborsa) – Una carta di cooperazione a livello europeo per promuovere l’uso dell’idrogeno e delle tecnologie connesse. Sprigionare il potenziale dell’idrogeno, fondamentale nel percorso verso la neutralità carbonica. Con questo obiettivo comune 24 associazioni idrogeno europee lo scorso 14 maggio in occasione del World Hydrogen Forum, organizzato da Hydrogen Europe hanno firmato la Cooperation Charter sull’idrogeno. Il documento si inserisce nel solco tracciato dall’UE con il Net-Zero Industry Act, parte del Green Deal e recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che tra i diversi obiettivi vede quello di soddisfare entro il 2030 almeno il 40% del fabbisogno annuale dell’UE di tecnologie a emissioni zero. Oltre a Hydrogen Europe e ad H2IT,Associazione Italiana Idrogeno, il documento è stato siglato anche dagli omologhi di Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Ungheria e UK.”La Cooperation Charter mette nero su bianco ciò che in Italia perseguiamo da tempo: un’azione sinergica con istituzioni, imprese, professionisti e ricercatori per affermare l’idrogeno quale vettore imprescindibile per la decarbonizzazione – ha dichiarato Alberto Dossi, presidente di H2IT –. La storia di questo comparto dimostra l’importanza della cooperazione a ogni livello, anche a livello internazionale. Ecco perché, con la firma dell’accordo, vogliamo essere tra i ‘padri fondatori’ di un’Europa alimentata anche dall’idrogeno, in cui dialogo e confronto tra le parti sono determinanti per creare innovazione. È solo attraverso la collaborazione e la sensibilizzazione di cittadini e decisori politici che l’idrogeno potrà incidere sul percorso verso la neutralità climatica. La carta rappresenta un tassello fondamentale per assicurare all’UE un futuro da leader della transizione energetica grazie ad una filiera idrogeno matura. L’iniziativa dell’Hydrogen Bank rappresenta certamente un’ottima notizia per la filiera e dimostra che l’UE crede realmente nel potenziale dell’idrogeno. Tuttavia, è essenziale che i criteri per la partecipazione alle aste permettano che i finanziamenti generino valore aggiunto in Europa.”Gli obiettivi del Cooperation Charter e il ruolo di H2IT Le associazioni firmatarie si impegnano a guidare e sostenere l’attuazione dell’agenda del Green Deal europeo, volta al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, promuovendo l’adozione delle tecnologie legate all’idrogeno. A tal fine, stimoleranno il supporto politico a livello nazionale, regionale ed europeo, essenziale per la creazione di un mercato più vasto per l’idrogeno pulito e lo sviluppo delle competenze necessarie. Verrà promossa, inoltre, l’effettiva integrazione della legislazione europea negli ordinamenti nazionali, favorendo così la nascita di un vero e proprio mercato europeo dell’idrogeno. L’impegno delle associazioni si tradurrà anche nell’organizzazione e partecipazione a eventi nazionali e internazionali, inclusa la European Hydrogen Week, l’iniziativa annuale più grande dedicata all’idrogeno. Verranno condivise le best practice allo scopo di agevolare la collaborazione con associazioni e controparti europee per affrontare le sfide comuni. In più, le associazioni punteranno a stabilire alleanze con le camere di commercio e altre organizzazioni sul territorio. Spazio anche alla comunicazione: attraverso social media e newsletter dedicate, le associazioni forniranno aggiornamenti regolari al pubblico e all’industria sullo sviluppo dei settori nazionali dell’idrogeno. La combinazione di azione e informazione sarà centrale per tracciare il percorso verso la transizione energetica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.Hydrogen Bank: arriva la seconda asta. La lettera delle associazioni alla Commissione EuropeaLa strategia europea sull’idrogeno fa leva, inoltre, sull’Hydrogen Bank un programma di finanziamento e incentivi lanciato per accelerare lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde in Europa. Il recente annuncio della Commissione Europa di una seconda asta per l’Hydrogen Bank è stata apprezzata dalle associazioni nazionali, che però attraverso una lettera hanno ribadito l’importanza di stabilire un criterio di prequalificazione per gli elettrolizzatori utilizzati nei progetti che parteciperanno alla seconda asta da 1,2 miliardi di euro. Nella prima asta attraverso l’Hydrogen Bank sono stati stanziati quasi 720 milioni di euro a 7 progetti vincitori per la produzione di idrogeno rinnovabile. La seconda asta dell’Hydrogen Bank, con un budget di 1,2 miliardi di euro, si svolgerà entro la fine del 2024. A questo proposito, le associazioni nazionali idrogeno hanno inoltrato alla Commissione Europa una lettera per spiegare la loro posizione.Alcune associazioni nazionali, tra cui H2IT, sottolineano la necessità di allineare l’Hydrogen Bank agli obiettivi del Green Deal Industrial Plan e del Net Zero Industry Act, sovvenzionando preferibilmente progetti che utilizzano elettrolizzatori prodotti nell’UE. Esse ritengono cruciale strutturare una catena di valore sostenibile e integrata per le tecnologie dell’idrogeno all’interno dell’UE, con gigafabbriche finanziate strategicamente, in grado di soddisfare la domanda interna entro il 2030 e creare occupazione qualificata e non delocalizzabile. Le associazioni propongono di introdurre un criterio di prequalificazione per partecipare al Hydrogen Bank, richiedendo che i progetti utilizzino elettrolizzatori assemblati nell’UE e nello Spazio economico europeo e con componenti chiave fabbricati in paesi che hanno firmato l’accordo sugli appalti pubblici (AAP). Secondo le associazioni, è essenziale dimostrare che la decarbonizzazione e la reindustrializzazione possono procedere insieme, portando un alto valore sociale all’interno dell’UE, e le regole del Hydrogen Bank sull’origine degli elettrolizzatori rappresentano una prima grande opportunità per raggiungere questo obiettivo. LEGGI TUTTO

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    Giappone, prezzi produzione accelerano in linea con attese

    (Teleborsa) – Accelerano i prezzi alla produzione in Giappone nel mese di giugno 2024. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 2,9% su base annua, in linea con le attese, contro il +2,6% rivisto del mese precedente (da +2,4% preliminare). Su base mensile, i prezzi all’industria sono saliti dello 0,2%, meno del +0,7% del mese precedente e contro il +0,4% atteso.I prezzi import hanno segnato un calo dello 0,3% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base tendenziale. I prezzi export sono risultati invariati su base mensile e del 2,7% su base annuale. LEGGI TUTTO

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    Salari, Italia terzultima fra i 38 paesi dell’Ocse: -6,9% dal 2019

    (Teleborsa) – L’occupazione nei Paesi dell’area Ocse è ai massimi storici, ma la crescita degli occupati inizia a rallentare e “i salari reali hanno recuperato i livelli pre-2020 solo su 19 dei 35 Paesi Ocse” nonostante un recupero negli ultimi trimestri. È quanto rileva l’Oecd Employment Outlook 2024, che conferma anche per il primo trimestre 2024 la maglia nera assegnata all’Italia per i salari reali: il Paese, con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, è terzultimo fra i 38 paesi dell’Ocse e fanno peggio solo Cechia e Svezia, contro il -2% della Germania e il +0,1% della Francia. Secondo le stime dell’Employment Outlook 2024 l’occupazione nei paesi Ocse ha raggiunto i 662 milioni nel maggio 2024 (+25% dal 2000) e dovrebbe crescere di circa lo 0,7% annuo nel 2024-25. Il tasso di disoccupazione a livello dell’Ocse si è attestato al 4,9% nel maggio 2024 e si prevede che aumenterà leggermente. Era di 0,2 punti percentuali più alto per le donne che per gli uomini. I salari reali – rileva l’Ocse – hanno recuperato il terreno perduto nel 2022 e nella prima parte del 2023. Nel primo trimestre del 2024, la crescita annua dei salari reali è stata positiva in 29 dei 35 Paesi dell’Ocse per i quali sono disponibili dati, con un aumento medio in tutti i Paesi del 3,5%. L’analisi di queste prospettive per l’occupazione indica un’inversione di tendenza rispetto alle recenti tendenze che hanno visto i profitti crescere più rapidamente dei salari. I salari stanno ora recuperando parte del terreno perduto, mentre c’è spazio per i profitti per fornire un ulteriore cuscinetto per la crescita dei salari, data la significativa crescita dei profitti negli ultimi due o tre anni. I salari minimi sono superiori ai livelli del 2019 in termini reali in quasi tutti i paesi dell’Ocse. Nel maggio 2024, il salario minimo reale era superiore dell’8,3% rispetto a cinque anni prima alla mediana dei 30 Paesi dell’Ocse con un salario minimo legale nazionale, grazie ai significativi aumenti nominali dei salari minimi legali per sostenere i salari minimi più bassi durante il periodo di alta inflazione negli ultimi due o tre anni.In Italia il basso costo del lavoro, permette al made in Italy di essere competitivo a livello internazionale. Contemporaneamente i bassi salari contengono la domanda interna, determinando cospicui avanzi di bilancia commerciale. Non a caso per l’Ocse la produttività stagnante da quasi 30 anni è la principale palla al piede dell’economia italiana, perché un Paese che non cresce crea meno lavoro e i posti sono di minore qualità e salari più bassi. Nell’Employment Outlook 2024 l’Ocse bacchetta i Paesi dove i salari reali continuano ad andare all’indietro nonostante una stagione di utili societari più che buoni: “In molti Paesi c’è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari”. Nella sua Economic Survey dedicata all’Italia, a gennaio, l’organizzazione parigina notava la buona performance dell’export italiano rispetto ai partner europei nel periodo post-Covid, ottenuta guadagnando in competitività “principalmente grazie alla bassa crescita dei costi unitari del lavoro”. Ma evidenziava anche la necessità, in un sistema di contrattazione collettiva dove le imprese hanno “significativo potere negoziale”, di far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione. Uno degli obiettivi degli aiuti europei col ‘Recovery Plan’, ancora non andato a segno. LEGGI TUTTO

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    Commercialisti, Piccirillo: “Avanti nella costruzione di un professionista moderno e sempre più specializzato”

    (Teleborsa) – “Con l’approvazione del bilancio 2024 il nuovo direttivo ha dato un forte segnale al territorio e a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa professione. Abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Ordine con gli enti pubblici e l’Agenzia delle Entrate affinché sia possibile intraprendere percorsi finalizzati a entrare in settori sempre più ampi della nostra professione. Superando la vecchia concezione del commercialista legato alla contabilità e proiettandolo sempre più in chiave moderna come consulente globale delle aziende e delle famiglie, in grado di poter svolgere un ruolo determinante nelle scelte strategiche anche in materia tributaria, della finanza agevolata, dell’internazionalizzazione e nei rapporti con gli enti pubblici”. Queste le parole di Vincenzo Piccirillo, presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, nel corso dell’Assemblea di approvazione del bilancio 2024 dell’Ugdcec partenopeo, che si è svolta all’hotel Mediterraneo di Napoli. Hanno introdotto i lavori Eraldo Turi, presidente dell’Odcec di Napoli e Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione dei commercialisti napoletani.”Vogliamo avere un ruolo fondamentale non solo nell’ambito della professione ma soprattutto – ha evidenziato Cristiana Ciabatti, segretaria dell’Ugdcec di Napoli – nelle specializzazioni che sono importanti per costruire la nuova figura del professionista, sempre più preparato e pronto a offrire un contributo determinante nelle scelte dei suoi clienti. Per quanto riguarda il contenzioso tributario, ad esempio, abbiamo organizzato a Napoli uno degli eventi più importanti degli ultimi anni dimostrando che i giovani, con studio, passione e approfondimento, possono fare la differenza”.”È stato un anno molto intenso, caratterizzato da tante attività. L’obiettivo – ha detto Luigi Passante, vicepresidente Ugdcec Napoli – è quello di fare sempre meglio e il primo passo del nuovo direttivo lascia ben sperare. Vogliamo tutelare i giovani facendo in modo che ci siano per loro opportunità e strumenti, dando la possibilità di cooperare per condividere esperienze e conoscenze che sono alla base della crescita professionale”.”La formazione – ha sostenuto Adelaide Rescigno, responsabile delle commissioni di studio Ugdcec Napoli – è fondamentale per noi e cerchiamo sempre di aggiornarci e migliorarci attraverso i tanti eventi formativi che organizziamo per tutti gli iscritti. Abbiamo diverse aree di studio per lavorare costantemente sull’aggiornamento. Uno dei punti di forza è proprio l’organizzazione del corso di preparazione dell’esame di abilitazione alla professione di dottore commercialista. Venti lezioni a distanza per aiutare i candidati di entrambe le sessioni d’esame annuali”. LEGGI TUTTO

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    Studio Visa: più di 7 PMI su 10 in Italia hanno accettato pagamenti con carta nell’ultimo anno

    (Teleborsa) – In Italia, tre PMI su quattro (il 74%) hanno dichiarato di avere accettato pagamenti con carta nell’ultimo anno. Un dato in linea con quello dello scorso anno per il nostro Paese, dove il grado di accettazione è più alto nei settori del food & beverage, salute e benessere e vendita al dettaglio. Le maggiori opportunità di crescita per i pagamenti con carta si rilevano nell’area dei servizi professionali, dell’agricoltura e del manifatturiero, oltre che nell’education, nei servizi al consumatore e nel travel & transportation. A sostenerne lo sviluppo sono i benefici portati dalle carte ed evidenziati dalle stesse aziende intervistate in termini di semplicità di utilizzo, sicurezza delle transazioni e crescita del fatturato. In questo scenario, la maggior parte delle piccole e medie imprese (il 55%) si affida a più fornitori di soluzioni di pagamento, cui chiede un alto grado di personalizzazione (72%), di innovazione (64%) e soluzioni di digitalizzazione capaci di offrire servizi a valore aggiunto in modalità “one stop shop” – senza aggiungere complessità – a supporto della gestione aziendale (63%). È quanto emerge dallo studio Visa sulle PMI, condotto in 8 Paesi europei, tra cui l’Italia, per meglio comprendere abitudini e aspettative delle piccole e medie imprese nel contesto dei pagamenti.”Le PMI rappresentano in Europa il 99% delle realtà produttive, creano più del 61% dei posti di lavoro e contribuiscono per oltre il 35% del prodotto interno lordo – commenta Bea Larregle, Regional Managing Director Southern Europe, Visa –. Si tratta di una componente fondamentale dell’economia europea che Visa è impegnata a supportare: negli ultimi 3 anni, abbiamo accelerato la digitalizzazione di 13,5 milioni di PMI in Europa e oltre un milione in Italia, offrendo loro accesso a una rete di pagamento globale, veloce e sicura, una vera porta aperta verso l’internazionalizzazione del business”.Lo studio Visa mette in luce come i pagamenti con carta stiano avendo un impatto positivo sul business delle PMI in Italia: a seguito della loro accettazione, circa la metà delle imprese intervistate (49%) ha percepito una crescita nelle vendite e nel fatturato, con un incremento che nel 41% dei casi si è attestato tra il 6 e il 15%. Tra i principali benefici, il 64% ritiene che le carte costituiscano il metodo di accettazione dei pagamenti più semplice da utilizzare, mentre il 68% il più sicuro. Il 67%, inoltre, è concorde che i pagamenti con carta consentano di essere pagati più velocemente e che riducano il rischio di non essere pagati (69%).”La nostra rete – aggiunge Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia – aiuta le piccole imprese a crescere facendo evolvere le loro capacità digitali e collegandole alla nostra rete di pagamenti, così da ricevere pagamenti digitali e attrarre una base di clienti più ampia: tutti componenti importanti per aiutarle a prosperare e crescere. Per le piccole e microimprese è estremamente dispendioso in termini di tempi e costi focalizzarsi sulla scelta e implementazione di soluzioni digitali per la propria attività. Un player come Visa, insieme a una qualificata rete di partner, fornisce tutte le soluzioni con un approccio one stop shop e può fare la differenza, grazie anche all’affidabilità e forza del brand”.Le carte di pagamento in risposta alle attuali sfide Aumento dei costi d’impresa (42%) e difficoltà connesse al ritardo nei pagamenti da parte dei clienti(27%) sono le principali sfide che le PMI stanno affrontando in Italia. In questo scenario, il totale delle piccole e medie realtà intervistate che accettano i pagamenti con carta si è dichiarato propenso a utilizzare servizi collegati alle carte virtuali a sostegno del business. Di rilievo, per il 60% delle imprese, risultano le opzioni finanziarie integrate quali i prestiti e, per il 56%, i servizi di dilazione delle spese. Il 52%, inoltre, ritiene importante disporre di una carta virtuale che offra la possibilità di effettuare transazioni a livello internazionale garantendo un’ottima conversione valutaria.I driver per una maggiore accettazioneTra le caratteristiche che le PMI invece cercano in un’offerta di pagamento e che ne favorirebbero la scelta, la riconciliazione in giornata e gli strumenti di sicurezza contro le frodi sono le principali, insieme alla possibilità di accettare transazioni senza la necessità di installare ulteriore hardware. Una caratteristica, quest’ultima, che rappresenta anche il primo driver (26%) che spingerebbe le piccole e medie imprese italiane che ancora non accettano i pagamenti con carta, a farlo. Altri fattori che potrebbero incentivarne l’adozione sono la possibilità di evitare frodi e ritardi nei pagamenti (21%), oltre che una maggiore propensione dei clienti a non usare i contanti (19%). Nella scelta di soluzioni di pagamento, le piccole e medie imprese in Italia riconoscono nella banca il primo punto di riferimento cui rivolgersi, ma accanto ad essa ricoprono un ruolo importante anche altri canali. Tra questi, le opinioni dei professionisti (18%), l’utilizzo dei motori di ricerca (18%), le informazioni fornite dai provider di servizi online (10%), dalle piattaforme di e-commerce (9%) e dai marketplace (7%), oltre che i consigli di altri utenti di servizi di pagamento che in Italia continuano a essere rilevanti per quasi una PMI su cinque (19%). Le aspettative delle PMILa gestione delle PMI è sempre più digitale, anche oltre l’ambito dei pagamenti: cresce il numero di aziende che decidono di affidarsi a specifici software capaci di supportarle nelle loro attività quotidiane, in un percorso di digitalizzazione che abbraccia differenti strumenti a supporto del business. Tra i più diffusi, sul fronte dei pagamenti, le app bancarie, mobile (32%) e online (31%), mentre per la gestione aziendale ricoprono sempre più un ruolo di primo piano per le imprese i software di contabilità (26%), di inventory management (21%), oltre che i sistemi di monitoraggio delle vendite (21%) e i CRM (20%). Dallo studio Visa, infatti, emerge che il 72% delle imprese si aspetta di poter personalizzare i servizi sulla base dei propri bisogni, il 63% è alla ricerca di soluzioni che forniscano un valore aggiunto alla loro attività, e il 64% vorrebbe servizi realmente innovativi. LEGGI TUTTO

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    Nato: l’adesione dell’Ucraina è “irreversibile”

    (Teleborsa) – La premier Giorgia Meloni, presente a Washington per il vertice della Nato, ha espresso forti aspettative riguardo all’unità dell’Alleanza Atlantica e al continuo supporto all’Ucraina. Mentre la Nato conferma l’irreversibilità del percorso di adesione dell’Ucraina, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ribadito il convinto sostegno dell’Italia.Il vertice Nato di Washington si è aperto con dichiarazioni di grande rilevanza riguardo al futuro dell’Ucraina. Un funzionario ucraino ha riferito a Politico che gli alleati della Nato dichiareranno ufficialmente l’irreversibilità del percorso di adesione dell’Ucraina all’Alleanza. Questa importante decisione sarà formalizzata nella dichiarazione finale del summit, con una scadenza precisa per l’ingresso di Kiev nella Nato.Alla vigilia del vertice, la premier italiana Giorgia Meloni ha espresso la sua aspettativa di un messaggio forte di unità e adattamento da parte della Nato. “La mia aspettativa è che la Nato nel suo 75esimo anniversario, e in un momento storico molto particolare, mandi un grande messaggio di unità e di capacità di adattamento ad un mondo che sta cambiando”, ha dichiarato Meloni da Washington. La premier ha sottolineato l’importanza del sostegno all’Ucraina, ribadendo che l’Italia ha portato l’attenzione necessaria sul fronte sud dell’Alleanza, un tema che è stato inserito nelle conclusioni del vertice.Meloni ha anche espresso orrore per le immagini dei bambini malati oncologici per strada a seguito del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kiev. “Le immagini dei bambini malati oncologici per strada a seguito del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kiev mi sembrano spaventose”, ha affermato la premier, criticando la violenza indiscriminata contro i civili ucraini e mettendo in dubbio la sincerità delle dichiarazioni di pace da parte della Russia.Il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina durante il suo intervento al panel dei leader dei Parlamenti del Nato Parliamentary Summit. “Rimane, convinto, il sostegno all’Ucraina a cui oggi torniamo a confermare la nostra concreta vicinanza e la piena volontà di essere al suo fianco nel grande sforzo di resistenza che sta compiendo”, ha dichiarato Fontana. Ha inoltre evidenziato il ruolo di primo piano dell’Italia, Paese fondatore della Nato, e la responsabilità condivisa nel sostenere Kiev.Nel frattempo, il Cremlino ha dichiarato che seguirà “con la massima attenzione” il vertice Nato, come riportato dall’agenzia Tass. Questa dichiarazione evidenzia la tensione internazionale che circonda le decisioni della Nato riguardo all’Ucraina.Mentre il vertice procede, resta chiara l’intenzione dell’Alleanza di rafforzare il proprio sostegno a Kiev e di consolidare l’unità tra i Paesi membri in un contesto geopolitico sempre più complesso. LEGGI TUTTO