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    Rottamazione cartelle, Governo verso proroga al 15 settembre

    (Teleborsa) – Scade il prossimo 31 luglio il termine per saldare la prossima rata della Definizione Agevolata 2024 delle cartelle esattoriali. Ma il governo starebbe valutando una riapertura dei termini per i contribuenti che, dopo aver aderito, sono fuoriusciti dalla definizione agevolata negli scorsi mesi, e forse anche una nuova, quinta, rottamazione su tutte le cartelle esattoriali 2023. Il pagamento – secondo i rumor, slitterebbe così al 15 settembre. In assenza di una conferma di una proroga, il pagamento per la terza rata 2024 della Rottamazione quater è considerato valido – calcolando i cinque giorni di tolleranza – se effettuato entro lunedì 5 agosto. Termine oltre il quale in caso di mancato o tardivo pagamento scatterà l’automatica perdita dei benefici della definizione agevolata.”Il rinvio della scadenza del 31 luglio della rottamazione delle cartelle esattoriali è indispensabile, ma occorre anche riscrivere le regole della procedura, per fare in modo che la singola rata che non ecceda il quinto del reddito del contribuente o dell’impresa”. È larichiesta che avanza Confedercontribuenti, sottolineando che il rinvio a metà settembre – a cui il governo starebbe lavorando – servirà a dare “una boccata d’ossigeno”. Ma il vero problema – evidenzia Confedercontribuenti – resta il carico fiscale insostenibile a cui vengono sottoposti la maggior parte dei contribuenti. “Queste persone e queste imprese – commenta Carmelo Finocchiaro, presidente della Confederazione – vivono con l’incubo costante di subire un pignoramento o di vedersi ipotecare la casa. Perché, anche se riescono a fatica a pagare una rata, non sanno cosa succederà con la successiva”.Confedercontribuenti ricorda oltretutto che si è creata una situazione paradossale per le aziende che hanno eseguito i lavori del Superbonus. “Queste imprese – prosegue Finocchiaro – hanno in pancia crediti per milioni di euro. Con le restrizioni alla circolazione dei crediti, però, hanno difficoltà a convertire i crediti, oppure sono costrette a accettare condizioni a dir poco vessatorie. In altre parole, in teoria queste aziende sarebbero perfettamente capienti, ma di fatto rischiano di fallire. Siamo stanchi di sentire gli esponenti del governo che ribadiscono che le tasse vengono abbassate – sottolinea ancora il presidente di Confedercontribuenti –. Non solo perché è una beffa,visto che l’imposizione fiscale è aumentata. Ma anche perché nessun governo che alimenti uno stillicidio simile di ipoteche e pignoramenti può sostenere di essere vicino ai cittadini”. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza alimentare e nutrizione, ONU: “Nel mondo 733 milioni di persone soffrono la fame”

    (Teleborsa) – Nel mondo, 1 persona ogni 11 soffre la fame. È quanto mostra il Rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo (SOFI), pubblicato oggi da quattro agenzie delle Nazioni Unite (ONU): l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Programma Alimentare Mondiale (PAM), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF). Globalmente, sono 733 milioni le persone che nel 2023 hanno sofferto la fame, una cifra che rappresenta la media tra i 713 e i 757 milioni di persone stimate dal SOFI. Da un lato, quindi, i dati relativamente stabili degli ultimi tre anni mostrano che si è esaurita la vertiginosa crescita dei numeri legata alla pandemia di COVID e all’inasprirsi dei conflitti e del cambiamento climatico; dall’altro rimane un numero inaccettabile che non ha ancora ripreso il trend decrescente vissuto tra il 1990 e il 2015 e che evidenzia il gravissimo ritardo della comunità internazionale rispetto all’obiettivo Fame Zero entro il 2030.La fame – rileva il rapporto – sta aumentando in modo allarmante in Africa, dove coinvolge 1 persona su 5 e la prevalenza di insicurezza alimentare moderata o grave nel continente è quasi doppia rispetto alla media globale. Le regioni caraibiche e dell’America Latina hanno registrato progressi, mentre in Asia la fame è rimasta relativamente invariata.Il tema del rapporto SOFI di quest’anno, “Finanziamenti per porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme”, evidenzia la drammatica inadeguatezza dei finanziamenti forniti dalla comunità internazionale per l’assistenza alla fame. La sicurezza alimentare e la nutrizione rappresentano meno di un quarto dei finanziamenti totali per l’aiuto pubblico allo sviluppo; si stima in diversi trilioni di dollari il deficit finanziario rispetto ai finanziamenti necessari per compiere i progressi necessari a porre fine alla fame e alla malnutrizione. Le politiche necessarie per trasformare il sistema agroalimentare e affrontare le forze trainanti della fame sono state identificate, ma le grandi carenze di fondi ne impediscono l’attuazione su larga scala. E sono proprio i Paesi che sperimentano il più alto livello di insicurezza alimentare quelli che hanno il minor accesso ai finanziamenti.”Conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze croniche sono i principali fattori alla base dell’insicurezza alimentare. La buona notizia è che la comunità internazionale ha gli strumenti e le conoscenze per prevenire la fame per tutti, per sempre. Tuttavia, se non colmiamo il crescente divario tra i bisogni delle comunità e i finanziamenti disponibili, questa crisi evitabile continuerà”, ha dichiarato Simone Garroni, direttore esecutivo di Azione contro la Fame.Il tema del rapporto SOFI è in linea con le questioni affrontate nel rapporto “Hunger Funding Gap 2024″ di Azione contro la Fame, che ha evidenziato come il gap nei finanziamenti per i Paesi con i bisogni più urgenti sia aumentato del 23% dal 2022 al 2023.Nonostante il mondo produca cibo a sufficienza per tutti, ogni anno muoiono quasi 2,5 milioni di bambini malnutriti. Soddisfare le esigenze nutrizionali, soprattutto in giovane età, è fondamentale per lo sviluppo mentale e fisico. Una buona alimentazione è fondamentale anche per realizzare altre priorità globali, tra cui l’istruzione, la salute e la crescita economica.”I finanziamenti per i programmi di assistenza alla fame non dovrebbero essere considerati un costo, ma un investimento per la sicurezza a lungo termine della nostra comunità globale – ha affermato Garroni –. Il rapporto SOFI chiarisce che il nostro attuale sistema alimentare è insostenibile. Abbiamo bisogno di un afflusso rapido e sostenuto di fondi per programmi multidimensionali che affrontino il nesso tra fame, clima, conflitti e genere. Le persone più vulnerabili contano su di noi”. LEGGI TUTTO

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    USA, calano le vendite di case nuove a giugno

    (Teleborsa) – Calano ancora le vendite di case nuove negli Stati Uniti nel mese di giugno. Il dato ha evidenziato un decremento dello 0,6% a 617 mila unità rispetto alle 621 mila unità di maggio (dato rivisto da 619 mila) e contro le 639 mila unità stimate dal consensus. Lo ha comunicato il Census Bureau degli Stati Uniti. Rispetto alle 666 mila unità di giugno 2023 si registra un calo del 7,4%. LEGGI TUTTO

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    USA, frena l’attività manifatturiera a luglio. Bene il settore terziario

    (Teleborsa) – Frena ancora l’attività manifatturiera mentre sale quella dei servizi degli Stati Uniti, nel mese di luglio. La stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 49,5 punti, in discesa dai 51,6 punti di giugno e sotto i 51,7 punti attesi dagli analisti. L’indicatore si conferma sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In salita, invece, l’indice del settore terziario, sempre nel mese di luglio. La stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 56 punti, che si confronta con i 55,3 di giugno e con i 54,7 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 55 punti dai 54,7 precedenti. LEGGI TUTTO

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    IA, Rapporto Ital Communications-IISFA: “Italiani ottimisti e fiduciosi, ma impreparati”

    (Teleborsa) – L’Intelligenza Artificiale è ampiamente diffusa in diversi ambiti. Ma quali reazioni suscita negli italiani? Il 37% ha un’impressione positiva, un altro 37% mantiene una visione neutrale, mentre il 21% esprime paura e diffidenza. È quanto emerge dal Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) sull’Intelligenza Artificiale in Italia, presentato al Senato. L’indagine, realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori, ha evidenziato da parte delle persone intervistate ottimismo, preoccupazione e necessità di regolamentazione. Il panorama informativo e le nuove normative giocano un ruolo cruciale, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali.Il 35% degli italiani – secondo quanto emerge dal report – associa l’Intelligenza Artificiale all’area tecnologica, mentre il 26% considera l’IA il futuro e il 15% riconosce nel suo impiego vantaggi concreti come supporto alle attività umane. Tuttavia, il 14% esprime emozioni negative e l’8% riesce a concretizzare le proprie paure. Il 66% degli individui si dichiara molto o abbastanza ottimista sugli sviluppi futuri dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 63% è fiducioso nei confronti dei sistemi di IA. Riguardo al proprio livello di conoscenza e competenza in tema di IA, un italiano su due dichiara di saperne qualcosa, solo il 6% di saperne molto. Uno su due ammette di saperne poco, il 6% di non saperne nulla. I giovani ne sanno decisamente più degli adulti (62% chi dichiara avere conoscenze in materia tra i 18-34enni, rispetto al 36% degli over 54). Per loro stessa ammissione, comunque, si tratta ancora di una conoscenza costruita in modo autodidatta.Come si evince dal Rapporto, il 69% utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’IA. La diffusione è quasi totale presso i giovani (83%), minore presso la maggioranza degli adulti (57% tra gli over 54enni). Nel dettaglio delle tipologie, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di IA Generativa, citate da circa il 30% delle persone.Il 31% degli individui ha poi dichiarato di non avere ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA. Sono soprattutto gli over 54enni a essere oggi più distanti (il 43%).L’Intelligenza Artificiale Generativa divide a metà la popolazione. Secondo il Rapporto Ital Communications-IISFA, il 51% degli individui riconosce questa tipologia di IA, con i giovani che dichiarano maggiore dimestichezza (63%). Una persona su due dichiara di avere fiducia nei confronti di questa tecnologia. I giovani, a fronte della maggiore conoscenza dell’argomento, si dichiarano più confidenti (69% tra i 18 e i 34 anni), gli adulti un po’ più prudenti (45% i fiduciosi).Le fake news sono al centro della comunicazione: l’86% sostiene di fare un controllo prima di prendere le notizie per buone, ma si aspetta (l’86%) che la propria iniziativa sia corroborata in modo strutturato da un Ente preposto e da iniziative formative (85%) all’uso dell’IA.Il Parlamento europeo ha approvato la normativa AI Act, pubblicata il 12 luglio 2024. Non tutti gli italiani conoscono questo aspetto normativo, anche se quasi una persona su due dichiara di aver sentito la notizia. Il 78%, però, la considera un’iniziativa importante, se non assolutamente necessaria (29%), nell’auspicio di avere una garanzia in più nella protezione delle libertà individuali e dei diritti delle persone.”Il Governo ha promosso un disegno di legge sul tema dell’IA avviando un ampio dibattito in Senato. Colpisce – afferma Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e alla Transizione Digitale – il dato emerso dal Rapporto Ital Communications – IISFA, ovvero il timore degli over 50 relativo all’impatto dell’IA sull’occupazione. Non condivido, tuttavia, lo scenario distopico che viene spesso rappresentato. È evidente che cambieranno le competenze, pertanto dovremo operare in sinergia con tutti gli stakeholders nell’ottica di cambiare i profili di formazione. Questo Paese deve dotarsi di una politica industriale seria in materia di IA. Inoltre, attraverso lo sviluppo tecnologico potremo far progredire il mondo della scienza con ripercussioni importanti su settori determinanti come quello sanitario”.”Ci troviamo in un momento storico di passaggio in cui dobbiamo e possiamo fare delle scelte, non farlo ci condannerebbe a restare in uno stato di torpore. La mia preoccupazione rispetto all’IA – sottolinea il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni – è che quando ci risveglieremo non riusciremo a capire che questi processi non solo non sono irreversibili ma neanche distruttivi. Siamo di fronte a un fenomeno che sostituisce non tanto l’azione come avvenne durante la rivoluzione industriale, ma il pensiero, ossia la capacità di generare autonomamente. Sotto questo profilo occorre avere maggiore consapevolezza degli strumenti che abbiamo a disposizione per non rimanere degli osservatori, ma essere capaci di governare e dirigere i processi”. “L’IA presenta implicazioni notevoli e straordinariamente importanti per la nostra vita associata, pensiamo al tema della salute e della difesa. In questo senso, come ACN, – afferma il direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi – il nostro principale impegno sarà quello di studiare forme di IA attraverso le quali sapremo rispondere meglio alla minaccia che è rappresentata dall’uso di questo strumento come arma di offesa. Siamo appena agli albori di un processo che non sappiamo dove potrà arrivare. Il mio auspicio è che l’IA possa essere indirizzata verso obiettivi di pace e benessere”.”Dal Quarto Rapporto Ital Communications–IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia – dichiara Domenico Colotta, presidente di Assocomunicatori e Founder di Ital Communications – emerge che gli italiani sono cautamente ottimisti e fiduciosi riguardo questa tecnologia, che purtroppo è strettamente collegata ai temi della disinformazione e delle fake news. Oggi è proprio l’Intelligenza Artificiale che rende più semplice la creazione e la diffusione su larga scala di contenuti falsi a un pubblico mirato. Purtuttavia, essa è in grado di offrire anche enormi opportunità in quanto consente di identificare e bloccare in modo efficace l’enorme mole di disinformazione pubblicata online con l’aiuto di algoritmi addestrati. Sullo sfondo, però, rimane la capacità di chi si informa nel saper attingere da una varietà di fonti informative servendosi del pensiero critico, vero e proprio antidoto contro ogni contenuto fuorviante”.”Gli italiani hanno trasmesso, in questo Rapporto, un equilibrio e una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale oltre le aspettative. Ottimismo, fiducia e percezione dei rischi – afferma Gerardo Costabile, presidente IISFA – sono ben suddivisi nella popolazione, con un focus sul mondo del lavoro, sanità e servizi bancari. La maggioranza degli italiani ci chiede maggiore formazione e conoscenza, oltre che un impegno a ridurre alcuni rischi che sono chiaramente percepiti, quali ad esempio quelli sul mondo del lavoro e sulle fake news/deepfake sempre più sofisticati. Le persone si fidano molto di più dell’Europa e dell’Italia su questi argomenti, nonostante la consapevolezza sulla minore padronanza tecnologica. Coerentemente con l’auspicio di questa parte degli italiani, mi auguro che l’Europa e l’Italia incentivino sempre di più lo sviluppo di tecnologie locali, con logiche che mettano sempre al centro l’uomo e l’etica”.”Grazie alla regolamentazione del settore – osserva l’europarlamentare Brando Benifei – si possono ridurre i rischi per il mercato europeo. Attraverso standard condivisi andiamo a verificare come evitare invasioni nella privacy del cittadino. È, inoltre, cruciale il tema della trasparenza sulla riconoscibilità dei contenuti generati dall’IA per evitare manipolazione dei dati. In Europa siamo stati i primi e sicuramente non saremo gli ultimi ad aver introdotto una disciplina di tale materia. Oltre alle regole, tuttavia, sono necessari anche investimenti per favorire la competitività”.”L’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione – dichiara il direttore generale 3-i Spa, Stefano Acanfora – è ovunque e ne abbiamo bisogno per migliorare tutti i processi. Occorre chiedersi quale influenza ha l’IA nel rapporto tra PA e cittadino, pensiamo ad esempio all’impatto sulla sanità. La preoccupazione maggiore riguarda l’IA Generativa. Oggi permangono dei limiti infrastrutturali, per cui occorrono investimenti nell’innovazione per ottimizzare tali processi. La differenza la faremo se saremo in grado di comprendere dove saremo fra due anni, in questo senso, dobbiamo avere la capacità di non perdere tale spirito innovativo”.”Si parla tanto di Intelligenza Artificiale. Gli italiani – afferma il presidente dell’Istituto Piepoli, Livio Gigliuto – la conoscono e hanno un atteggiamento positivo e ottimistico, soprattutto se orientato al futuro, nonostante si rilevino anche degli aspetti negativi. Il vero tema è che c’è scarsissima informazione e la maggior parte delle persone si informa da sola attraverso il web. Dal Rapporto Ital Communications-IISFA emerge dunque che la popolazione ha un atteggiamento verso l’IA ottimistico, ma prudente”.”Il binomio IA e cybersicurezza è importante e necessario. L’IA – rileva il consigliere del direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Alfonso Gallo Carrabba – impatta già nelle nostre vite e all’interno della società, per cui siamo abituati a gestirla in una dimensione cibernetica. In questo senso, è fondamentale darci regole condivise, che ci aiutino a superare uno dei principali punti che emerge dal Rapporto, ovvero il problema della controllabilità. Dobbiamo, inoltre, fare uno sforzo per favorire la formazione con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nei cittadini”.”L’IA può essere un grande alleato ma presenta anche numerosi rischi. Da un lato – afferma il vice presidente dell’Associazione Nazionale Editoria di Settore (ANES) Alessio Crisantemi – siamo in grado di intervenire per individuare il fenomeno delle fake news, dall’altro è più alta la possibilità di una loro diffusione. Il ruolo della politica e la consapevolezza del legislatore è fondamentale. Servono punti fermi e tempestività per prevenire conseguenze negative. L’editoria è un settore da tutelare e salvaguardare attraverso interventi seri e una grande responsabilità”.All’evento ha preso parte anche Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital SGR. LEGGI TUTTO

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    USA, cala a giugno deficit bilancia commerciale beni

    (Teleborsa) – Negli Stati Uniti è sceso il disavanzo della bilancia commerciale dei beni attestatosi, a giugno, a 96,8 miliardi di dollari rispetto ai 99,4 miliardi di maggio. Le stime degli analisti erano per un calo fino a 96,8 miliardi.Lo comunica il Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, che ha pubblicato oggi il dato preliminare relativo alla sola partita dei beni.(Foto: PublicDomainPictures / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso giugno sotto attese

    (Teleborsa) – Sono aumentate meno delle attese le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di giugno, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento dello 0,2% a 903,3 miliardi di dollari, contro attese per una crescita dello 0,5%. Nel mese precedente si era registrato un +0,6%. Su base annua si registra un aumento dello 0,6%. LEGGI TUTTO

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    Stato di diritto, UE critica l’Italia su premierato e abuso d’ufficio

    (Teleborsa) – “Con questa riforma, non sarebbe più possibile per il presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al Parlamento come Primo Ministro. Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità”. La riforma del premierato finisce sotto la lente del Country Report della Commissione Ue sullo stato di diritto nell’Unione, pubblicato oggi a Bruxelles.Nel capitolo dedicato all’Italia del Rapporto 2024 emerge l’apprezzamento dei progressi fatti nella riforma della Giustizia – soprattutto per quanti riguarda il miglioramento della sua efficacia, l’assunzione di nuovo personale, la riduzione della durata dei processi e dell’arretrato di cause pendenti (che comunque sono ancora problemi da risolvere), la digitalizzazione in corso di tutto il sistema – ma vengono sottolineate anche diverse criticità, soprattutto riguardo a certe riforme o progetti di riforma come l’abuso del reato d’ufficio, la revisione dei limiti della prescrizione dei reati, lo stallo della riforma del regime della diffamazione, il regime di finanziamento dei partiti politici attraverso le fondazioni, la mancanza di una regolamentazione dedicata per le lobby e le regole carenti sui conflitti d’interesse. La Commissione menziona anche le critiche che sono state fatte in Italia sulla riforma costituzionale del premierato e l’uso della legislazione o decretazione d’urgenza, la mancanza di una istituzione nazionale per i diritti umani e problemi riguardanti lo “spazio civico”, con episodi di violenze contro i manifestanti e gli attacchi alle Ong per le loro attività umanitarie. “È attualmente in atto – si legge nel rapporto specifico riguardo all’Italia – una riforma globale del sistema giudiziario e il governo ha adottato la legislazione di attuazione necessaria affinché abbia piena efficacia”. “Il governo – ricorda la Commissione – ha presentato al Parlamento un progetto di riforma costituzionale riguardante la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare incaricata dei procedimenti disciplinari contro i magistrati ordinari. Il Dipartimento di Giustizia Tributaria è stato istituito con l’obiettivo di aumentare il livello di indipendenza dei tribunali tributari dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La giustizia civile è ora completamente digitalizzata e la giustizia fiscale sta seguendo l’esempio”. “Sono state adottate misure – si legge nel report – anche per migliorare la digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure, ma permangono sfide in termini di attuazione. Prosegue l’andamento positivo riguardo alla riduzione della durata del processo giudiziario, ma questa resta una sfida seria”. “Sono stati apportati miglioramenti significativi – prosegue l’Esecutivo Ue – riguardo all’assunzione di nuovi magistrati e personale amministrativo e nella riduzione dell’arretrato di cause pendenti. Il Piano nazionale anti corruzione è stato aggiornato per rafforzare la sezione sugli appalti pubblici, mentre sono in fase di elaborazione le linee guida sulle ‘porte girevoli'”, ovvero il passaggio da un ruolo di legislatori o di funzionari in enti di regolamentazione ad attività di lobby, e viceversa. RIFORMA DEL PREMIERATO – “Il governo – si legge nel report – ha presentato al Parlamento un progetto di riforma costituzionale con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità di governo”. La Commissione nota che “con questa riforma non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare come primo ministro una persona esterna al Parlamento. Alcuni portatori di interessi hanno espresso preoccupazione per le modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sulla possibilità che ciò possa apportare maggiore stabilità”. L’Esecutivo comunitario rileva poi che “l’uso eccessivo dei decreti di emergenza da parte del governo è stato segnalato come fonte di preoccupazione”. Nell’attuale legislatura, dall’ottobre 2022, “il governo ha adottato 59 decreti legge; di questi, 51 sono state convertite in legge, mentre sette non lo sono stati, ma il loro contenuto è stato inserito in altre leggi. Ciò corrisponde a circa il 50% delle leggi adottate dal Parlamento. Il ricorso frequente ai decreti legge da parte dei governi potrebbe incidere – sottolinea la Commissione – sull’equilibrio dei poteri tra il governo (come potere esecutivo) e il Parlamento (come potere legislativo)”. ABROGAZIONE DEL REATO DI ABUSO D’UFFICIO – La Commissione ricorda che “il Parlamento ha approvato un disegno di legge che abroga il reato di abuso d’ufficio e limita la portata del reato di traffico di influenza”. Tuttavia, ricorda l’Esecutivo comunitario nel capitolo specifico sull’Italia del suo rapporto, “la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenza fanno parte delle convenzioni internazionali sulla corruzione e sono quindi strumenti essenziali per le forze dell’ordine e le procure per combattere la corruzione”. “Le parti interessate hanno sottolineato – segnala il rapporto -–che l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio potrebbe portare a livelli più bassi di individuazione e indagine di frodi e corruzione. Inoltre, la riduzione della portata del reato di traffico di influenza dovrebbe essere controbilanciata da norme più rigorose in materia di lobbismo”. In compenso, rileva comunque la Commissione, “il governo ha adottato un decreto legge che introduce un nuovo reato di appropriazione indebita che copre i casi di indebita destinazione di denaro o beni mobili da parte di pubblici ufficiali”. REVISIONE DEI LIMITI DI PRESCRIZIONE – Altro punto critico è quello relativo alla revisione dei limiti di prescrizione. Nel Parlamento nazionale, nota la Commissione nel capitolo specifico sull’Italia, “è in discussione un disegno di legge che propone modifiche alla prescrizione”. Queste modifiche “potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti per reati penali, compresi i casi di corruzione”. L’Esecutivo Ue rileva che “le autorità giudiziarie hanno espresso preoccupazione per il fatto che la riforma proposta, che arriva molto presto dopo quella del 2021 (ci sono state cinque riforme di questo tipo dal 2016), imporrebbe un ingente onere amministrativo per ricalcolare i termini di prescrizione applicabili per tutti i casi pendenti, con un possibile effetto negativo sulla durata dei procedimenti giudiziari e sull’eliminazione dell’arretrato giudiziario. Hanno inoltre espresso l’opinione che questo sviluppo potrebbe incidere sull’efficacia dell’azione giudiziaria e del giudizio dei reati penali, compresi i casi di corruzione ad alto livello”.REGOLAMENTAZIONE LOBBY, CONFLITTI DI INTERESSE E FINANZIAMENTO AI PARTITI – Rimangono poi le carenze sulla regolamentazione delle lobby e dei conflitti d’interesse e sui finanziamenti dei partiti. “È ancora in sospeso – rileva la Commissione – una legislazione completa sui conflitti di interessi, sulle norme sul lobbismo e sulla definizione della ‘impronta legislativa’”, così come sono in sospeso “le modifiche alle norme sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali”, legato al sistema delle fondazioni. Inoltre, nota la Commissione, “permangono rischi di corruzione negli appalti pubblici, anche se la digitalizzazione degli appalti dovrebbe migliorare la trasparenza, e sono proseguiti gli investimenti in strumenti informatici a supporto delle autorità di contrasto”. PLURALISMO DEI MEDIA E LIBERTÀ DI STAMPA – “L’Italia – si legge nel paragrafo sul pluralismo dei media e la libertà di stampa del rapporto – dispone di un solido quadro legislativo per regolamentare il settore dei media, che garantisce l’efficace funzionamento di un regolatore dei media indipendente (l’Agcom, ndr) e dotato di risorse adeguate. Esistono regole volte a garantire che i media del servizio pubblico forniscano informazioni indipendenti e pluralistiche, anche se le parti interessate denunciano sfide persistenti legate all’efficacia della loro governance e del sistema di finanziamento”. “Il governo – riferisce la Commissione – ha adottato ulteriori misure al fine di razionalizzare il sostegno finanziario al settore dei media, anche se le parti interessate hanno sottolineato la necessità di azioni più efficaci. Le iniziative legislative che regolano la possibilità per i giornalisti e i giornali di avere accesso a determinati documenti giudiziari e contenuti di intercettazioni telefoniche, e di pubblicarli, sono state accolte con critiche da parte dei portatori di interessi dei media”. Un altro punto negativo è che “non si registrano novità rispetto alle norme sulla trasparenza della proprietà dei media. Secondo la normativa vigente in materia, tutti gli organi di stampa, radiofonici e audiovisivi, nonché i motori di ricerca e i servizi di intermediazione online sono tenuti a iscriversi al Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc), gestito dall’Agcom, e a divulgare informazioni sui loro assetti proprietari”. La Commissione ricorda che “secondo la legislazione italiana, l’Agcom è competente per la valutazione delle concentrazioni del mercato dei media e può adottare misure per fermare quelle concentrazioni che potrebbero comportare la formazione di posizioni di significativo potere di mercato che sono dannose per il pluralismo dei media. In questo contesto, l’Agcom ha predisposto un insieme di linee guida, attualmente in fase di consultazione pubblica, sulla metodologia e sui criteri da prendere in considerazione per la valutazione di posizioni di significativo potere di mercato dannose per il pluralismo dei media”. Sempre nel settore dei media in Italia, la Commissione è particolarmente critica riguardo alla protezione dei giornalisti. “Nonostante le norme mirate sulla protezione dei giornalisti dalle minacce, la situazione relativa alla loro sicurezza e alle condizioni di lavoro, nonché il numero crescente di casi di azioni legali strategiche tese a bloccare partecipazione pubblica (Slapp) rimangono un problema. Non ci sono stati sviluppi di rilievo – lamenta l’Esecutivo Ue – sulla proposta di riforma del regime di diffamazione sulla stampa, e anche questo solleva preoccupazioni”. DIRITTI UMANI – Infine, il rapporto lamenta che in Italia “non sono stati compiuti ulteriori progressi verso la creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani”, come previsto dai “Princìpi di Parigi” delle Nazioni Unite, e “permangono sfide per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce delle segnalazioni di attacchi verbali contro organizzazioni coinvolte in attività umanitarie” e di “episodi di violenza contro i manifestanti da parte della polizia”. Riguardo a quest’ultimo rilievo, la Commissione fa riferimento specificamente agli attacchi della polizia contro gli studenti nelle manifestazioni di Firenze e Pisa del 23 febbraio scorso e a Roma il 22 dicembre 2023. LEGGI TUTTO