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    La Doria acquista ramo d’azienda Pastificio Di Martino e diventa produttore di pasta secca

    (Teleborsa) – La Doria, colosso italiano della produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione, ha sottoscritto un accordo condizionato per l’acquisizione del ramo d’azienda detenuto da Pastificio di Martino Gaetano e F.lli S.p.A. dedicato alla produzione e commercializzazione di pasta secca private label e la quota, pari al 13%, detenuta da Pastificio Di Martino in LDH (La Doria) Ltd, società controllata da La Doria.L’operazione prevede, tra l’altro, la stipula di accordi commerciali tra il Gruppo La Doria (la cui maggioranza è detenuta da Investindustrial) e Pastificio Di Martino, nonché l’acquisto da parte di quest’ultima di una partecipazione di minoranza nella holding di controllo del Gruppo La Doria.Inoltre, Giuseppe Di Martino assumerà il ruolo di “key pasta advisor” per il Gruppo La Doria, apportando la sua profonda esperienza nel settore della pasta.La business unit del Pastificio Di Martino dedicata alla produzione e commercializzazione di pasta secca private label ha registrato, nel 2023, ricavi pari a 108 milioni di euro e ha prodotto 107 mila tonnellate di pasta secca. LEGGI TUTTO

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    Bending Spoons accelera sull’M&A e acquista l’olandese WeTransfer

    (Teleborsa) – Bending Spoons, azienda italiana che è diventata uno dei leader globali nello sviluppo e commercializzazione di app per smartphone, ha concluso l’acquisizione di WeTransfer, piattaforma di collaborazione e condivisione di file fondata nei Paesi Bassi. Non sono stati rivelati i dettagli finanziari dell’operazione.WeTransfer aveva provato a quotarsi sulla Borsa di Amsterdam con una valutazione superiore a 700 milioni di euro nel 2022, salvo poi rinunciare all’IPO a causa della volatilità delle condizioni di mercato.Bending Spoons sta accelerando sul fronte delle acquisizioni, dopo che a marzo ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 155 milioni di dollari, ottenendo una valutazione di circa 2,55 miliardi di dollari. Negli ultimi mesi ha comprato StreamYard e Issuu.”WeTransfer è un nome molto rispettato in ambito tecnologico e creativo – ha commentato il co-fondatore e CEO di Bending Spoons, Luca Ferrari – Siamo entusiasti di diventarne i nuovi proprietari e sentiamo un forte senso di responsabilità nell’aiutare il brand e l’azienda a prosperare per molti anni a venire”.”Negli ultimi dieci anni, WeTransfer è cresciuta da uno strumento di condivisione di file estremamente semplice a una piattaforma altamente redditizia e di grande impatto, a cui si affidano milioni di professionisti e creativi – ha detto il CEO di WeTransfer, Alexandar Vassilev – Negli ultimi anni, l’azienda ha registrato un periodo di crescita accelerata, alimentata dallo sviluppo strategico del prodotto, che ha portato la piattaforma a servire più di 600.000 abbonati e 80 milioni di utenti attivi mensili”. LEGGI TUTTO

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    Energia, iniziativa BEI-Deutsche Bank: 1 miliardo di garanzie bancarie per i parchi eolici dell’Ue

    (Teleborsa) – La Banca europea per gli investimenti (BEI) sta attivando un’iniziativa da 5 miliardi di euro per sostenere i produttori di apparecchiature per l’energia eolica in Europa estendendo una controgaranzia da 500 milioni di euro a Deutsche Bank. La transazione consentirà a Deutsche Bank di creare un portafoglio fino a 1 miliardo di euro di garanziebancarie per nuovi investimenti nei parchi eolici nell’UE.L’accordo rappresenta la prima operazione nell’ambito del piano della BEI del dicembre 2023 per fornire 5 miliardi di euro per rafforzare la fornitura di garanzie bancarie commerciali per le imprese di tutto l’industria eolica europea. L’iniziativa, parte di un pacchetto di energia eolica dell’UE presentato dalla Commissione europea nell’ottobre 2023 per mantenere una catena di approvvigionamento di energia eolica sana e competitiva in tutta l’Unione. Previe contro-garanze ai principali istituti di credito del settore, tra cui Deutsche Bank.”Un rapido accumulo di energia eolica è fondamentale per decarbonizzare l’economia”, ha affermato il vicepresidente della BEI Nicola Beer –. Insieme a Deutsche Bank, stiamo promuovendo l’espansione delle energie rinnovabili in Europa e in questo modo abbassando il prezzo dell’energia sostenibile. Il rispettivo progetto contribuirà anche a salvaguardare e creare posti di lavoro in un’industria europea sostenibile e competitiva”.Le controgaranzie della BEI nell’ambito della sua iniziativa da 5 miliardi di euro sono progettate per condividere i rischi di credito che le banche commerciali devono affrontare quando hanno a che fare con gli attori dell’industria eolica. Lo strumento facilita l’accesso alle linee di pagamento anticipato e di garanzia delle prestazioni, a vantaggio sia delle banche che dell’industria. Si stima che lo strumento di garanzia BEI-Deutsche Bank da 1 miliardo di euro avvierà investimenti privati fino a 8 miliardi di euro.“L’accelerazione e l’entità complessiva della transizione energetica richiedono investimenti massicci, ma anche requisiti di garanzia e garanzia. Il nostro accordo con la BEI fornisce volumi di garanzia aggiuntivi tangibili per i produttori eolici per vincere ed eseguire i progetti di quantità sostanziale”, ha affermato Alexander von zur Muehlen, a Deutsche Bank CEO di Asia Pacifico, Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) e Germania e membro del consiglio di amministrazione –. Questi partenariati tra gli attori pubblici e il settore privato saranno una pietra angolare per finanziare il successo della trasformazione digitale e sostenibile”, ha affermato von zur Muehlen.“Non ci può essere una transizione energetica pulita di successo senza un forte settore manifatturiero di tecnologie pulite nell’UE. Questa iniziativa aiuterà il settore eolico europeo ad avere accesso al necessario sostegno finanziario di cui ha bisogno per continuare a prosperare in patria e sulla scena globale”, ha affermato Maroš Šefcovic, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e la previsione.“L’energia eolica è la chiave per l’Europa per raggiungere il suo ambizioso obiettivo di energia rinnovabile. Perché ciò accada, dobbiamo continuare a sostenere i nostri produttori di attrezzature in modo che l’Europa possa far progredire la transizione verde rimanendo competitiva e garantendo posti di lavoro verdi. Questa tempestiva iniziativa con la BEI è un importante risultato nell’ambito del pacchetto europeo per l’energia eolica per sbloccare gli investimenti e dare una spinta al settore eolico”, ha affermato Kadri Simson, commissario per l’energia. LEGGI TUTTO

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    BCP lavora a rafforzamento patrimoniale. Utile 1° semestre di 4 milioni

    (Teleborsa) – Banca di Credito Popolare (BCP) ha chiuso il primo semestre 2024 con un utile netto di 4 milioni di euro, rispetto alla perdita di 874 mila euro dello stesso periodo del 2023. Rispetto a fine 2023, la raccolta diretta si mantiene stabile a 2,54 miliardi di euro, mentre la raccolta indiretta cresce del 6,7%, grazie prevalentemente a quella amministrata, portandosi a 881 milioni di euro. I prestiti netti alla clientela si attestano a 1,68 miliardi di euro (segnando un -2,4% rispetto ai 1,72 miliardi di fine 2023). Gli interessi attivi e i proventi assimilati sono pari a 61 milioni di euro, in crescita rispetto ai circa 51 milioni dello stesso periodo del 2023 (+19,6%), trainati principalmente dalla favorevole dinamica dei tassi.L’indicatore NPL ratio lordo che si attesta al 8,75% rispetto al 9,08% di fine 2023 e l’NPL ratio netto pari al 5,68% rispetto al 5,96% di fine 2023. L’indice di copertura complessivo dei crediti deteriorati fa registrare un aumento di 57 punti base, attestandosi al 37,78% contro il 37,21% di fine 2023. Le rettifiche nette su crediti si attestano a 4,7 milioni, con un costo del rischio di credito annualizzato dello 0,55%, in miglioramento rispetto all’1,86% di dicembre 2023.Gli indicatori di solidità patrimoniale CET 1 capital ratio, TIER 1 capital ratio e Total Capital Ratio si attestano al 13,73%, senza computare l’utile di periodo, migliorando di 242 punti base rispetto all’11,31% registrato a fine 2023, principalmente per l’attività di derisking sul portafoglio titoli di proprietà. Tali indicatori risultano in linea con il requisito minimo vincolante attualmente fissato da Banca d’Italia (13,65%).Il Consiglio di Amministrazione ha definito e approvato le nuove linee guida del Piano Industriale relativo al periodo 2025-2028, che si pone obiettivi di sviluppo per dare nuovo slancio al progetto dell’istituto. Il Piano Industriale complessivo, sostenuto da un piano di rafforzamento patrimoniale in via di elaborazione, sarà specificamente definito entro la fine del quarto trimestre 2024 e traccerà un percorso di crescita ed espansione che porterà ad avere più robuste basi patrimoniali, volte anche ad assolvere i nuovi requisiti imposti dalla disciplina prudenziale (i.e, systemic risk buffer), oltre che una più efficiente allocazione del capitale.”I risultati semestrali approvati dal CdA dimostrano l’impegno con cui ci stiamo dedicando al rilancio della Banca – ha dichiarato il presidente Mauro Ascione – In collaborazione con i Commissari in temporaneo affiancamento, Francesco Fioretto e Dino Donato Abate, abbiamo chiuso il semestre in utile, consentendo al tempo stesso la risalita dei coefficienti patrimoniali”. LEGGI TUTTO

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    Ficei, Visconti: “Sulla Zes poco coraggio del governo, servono più fondi”

    (Teleborsa) – “L’idea di eliminare tante micro-Zes a livello locale e creare un’unica Zes a livello interregionale, che riguardasse tutto il Sud Italia, sin dal primo momento ci ha trovato favorevoli. Ma la sua attuazione, col passare del tempo, ha mostrato notevoli criticità che, in più occasioni, la Ficei aveva già sottolineato, indicando al contempo anche alcuni rimedi. Adesso però, i nodi sono arrivati al pettine”. A dirlo è Antonio Visconti, numero uno della Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione e presidente dell’Asi di Salerno.”Più volte – ha proseguito Visconti – abbiamo spiegato come il budget a disposizione per il credito d’imposta, considerata l’enorme area di applicazione, fosse insufficiente. Da quanto emerso dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, si è appreso che a fronte del previsto 60% di credito d’imposta sull’investimento, verrà erogato solamente il 17%. Le risorse stanziate, quindi, sono assolutamente insufficienti e sicuramente inadeguate a garantire un impatto significativo. La percentuale di agevolazione, a conti fatti, risulta molto più bassa di quella attesa, ben il 50% in meno, e con una riduzione sostanziosa, addirittura, rispetto al credito d’imposta previsto prima dell’entrata in vigore della Zes unica che era del 45%. Tutto ciò rende praticamente nullo l’impatto sui conti degli imprenditori facendo perdere appeal alla misura”.Altra criticità, per Visconti, è rappresentata dal piano strategico. “Un documento fondamentale che avrebbe dovuto spiegare l’orientamento strategico della Zes con gli obiettivi che ci si pone. Invece – rileva il presidente della Ficei – sembra più una ricognizione di tanti pareri su quello che è lo stato attuale del Mezzogiorno. Prende spunto da tanti documenti preparati dalla Comunità europea, da altri importanti istituti, spiega il gap infrastrutturale tra Nord e Sud ma non indica le soluzioni. Indica invece gli assi di sviluppo su cui si dovrebbe intervenire e le filiere produttive da valorizzare ma poi rinvia ogni discorso a piani da stipulare con le singole regioni. Il Sud – chiosa Visconti – ha un profondo gap infrastrutturale e su questo, tranne in alcuni punti, il documento strategico non interviene. Non spiega se si vuol rafforzare i porti, i grandi collegamenti stradali, l’alta velocità. Non c’è una vera e propria riflessione o strategia. In sintesi non ci sono riferimenti agli interventi infrastrutturali strategici da effettuare”.I numeri della ZesLa Zes unica, dunque, continua a sollevare polemiche e attriti non solo in ambito “tecnico”, ma soprattutto tra governo e opposizione, tra ministero e categorie. Al centro dello scontro il credito d’imposta che, secondo i conti dell’Agenzia delle entrate, sarà appena del 17,66668% a fronte di un iniziale 60% previsto dalla squadra di Giorgia Meloni. A determinare questa cifra così bassa l’alto numero di domande pervenute. A fronte di uno stanziamento di 1,67 miliardi, sono già stati prenotati crediti d’imposta pari a 9,45 miliardi. Una cifra molto più alta del previsto al punto che Raffaele Fitto ha sottolineato il successo della misura e ha respinto gli attacchi sulla grandezza del contributo: “Il credito d’imposta Sud nasce nel 2016 con uno stanziamento di 617 milioni di euro all’anno, fino al 2020, prorogato per il 2021 con uno stanziamento di 1 miliardo di euro l’anno fino al 2022 e ulteriormente prorogato al 2023 con fondi per 1,4 miliardi di euro. Per l’anno 2024 il Governo Meloni ha tuttavia deciso di stanziare maggiori risorse, pari a 1,8 miliardi di euro, la cifra più alta in assoluto finora stanziata per incentivare gli investimenti al Sud” ha affermato Fitto. Il responsabile del dicastero si è detto comunque pronto a ulteriori provvedimenti sulla questione.La polemica dell’opposizionePer l’opposizione, però, “l’intervento di Fitto è in linea con il suo stile. Numeri e dati in sequenza per confondere le acque ed eludere il gravissimo problema esploso nelle ultime ore sull’assenza di risorse adeguate per supportare gli investimenti delle aziende nelle Zes con il credito di imposta. Nella versione precedente delle 8 regionali, il credito d’imposta valeva fino al 45% degli investimenti. Grazie allo “straordinario” lavoro di Fitto oggi la percentuale del credito d’imposta per investimenti nella nuova Zes unica è pari secondo i calcoli al 10% circa dell’investimento. Era ampiamente immaginabile questo disastro visto l’ampliamento del territorio di 500 volte. L’acronimo Zes equivale ormai a Zero Investimenti al Sud. Fitto si assumesse le proprie responsabilità e chieda scusa al Sud e alle imprese” ha attaccato Piero De Luca, deputato del Pd. Ma la premier Meloni, durante la presentazione del piano strategico ha difeso la scelta della Zes unica che non prevede solo il credito d’imposta ma anche semplificazioni amministrative, come l’autorizzazione unica e accelerata per gli investimenti in nove filiere strategiche, e la possibilità di istituire zone franche doganali. Nel piano il governo ha individuato i settori da rafforzare: agroindustria, turismo, elettronica & Ict, automotive, made in Italy di qualità, chimica & farmaceutica, navale & cantieristica, aerospazio e ferroviario. E indica inoltre quali tecnologie decisive quelle digitali, verdi e biotech. Bisognerà però vedere quanto di queste promesse sarà realizzabile. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Fitto: spesa salita a 52,2 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, RaffaeleFitto, non ha escluso la possibilità di nuove revisioni al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “L’obiettivo è finale, non e’ in corsa. Noi dobbiamo garantire che il 40% delle risorse vengano spese al Sud? Anche qui non svelo un mistero, dobbiamo interrogarci: ci sarà l’esigenza di valutare qualche altra revisione? Forse sì e questo sarà oggetto di confronto con la Commissione europea”, ha spiegato nel corso di un’audizione in Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR. “Dobbiamo avere quella elasticità, non come atto unilaterale, ma come confronto con la Commissione europea”, ha aggiunto.”Mi piace sottolineare il fatto che si passa da 43,7 miliardi a 51,3 miliardi di euro di spesa e mi piace anche sottolineare che dal giorno in cui è stata approvata la relazione, cioè il 17 di luglio quando la spesa era di 51,3 miliardi di euro, ad oggi la spesa è salita a 52,2 miliardi di euro quindi in pochi giorni vediamo un avanzamento della spesa”, ha fatto sapere Fitto.”A fronte dei 194 miliardi complessivi sono stati attivati interventi per 165 miliardi di euro con una percentuale dell’85% che dà un segnale di coerenza rispetto all’avanzamento del Piano”, ha poi sottolineato il ministro. “Tra le misure che costituiscono la differenza – ha aggiunto – ci sono soprattutto misure che hanno automatismi di spesa e che sono state oggetto di revisione del piano come Transizione 5.0 che cuba oltre 6 miliardi euro e che rientrerà nei tempi del piano”. Fitto ha sottolineato anche che “dei 132 miliardi totali di gare di appalto ci sono interventi attivati per 122 miliardi pari ad oltre il 90%. Come avevo detto è stata superata la fase inevitabile relativa alla necessità di mettere in campo il percorso delle procedure delle progettazione delle gare”.”Per la prima volta nei primi sei mesi del 2024 abbiamo come spesa 10 miliardi di euro ‘puliti’ da misure di credito di imposta automatico”, ha poi dichiarato Fitto. “Sono una spesa vera di investimenti, fuori dalla semplicità della spesa collegata con automatismi”, ha precisato. LEGGI TUTTO

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    Mercato delle proteine vegetali: una chiave per ridurre le emissioni globali

    (Teleborsa) – Negli ultimi cinque anni, il consumo di carne a base vegetale è cresciuto in vari mercati globali. Negli Stati Uniti, il retail ha visto le vendite di carne vegetale raggiungere circa l’1% del totale. Tuttavia, c’è ancora un margine significativo di crescita, poiché l’aumento delle proteine vegetali potrebbe apportare enormi benefici ambientali. Se metà del mercato globale delle proteine, inclusi i latticini, fosse a base vegetale o alternativa, si potrebbero ridurre di quasi un terzo le emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura e dall’uso del suolo entro il 2050. Questo risparmio di emissioni equivarrebbe a togliere dalla strada la metà delle auto a benzina.Questi dati emergono da un nuovo studio di Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con The Good Food Institute (GFI) e Synthesis Capital, intitolato “What the Alternative Protein Industry Can Learn from EV Companies”. Il rapporto paragona il mercato delle proteine alternative a quello dei veicoli elettrici (EV) per evidenziare opportunità e strategie utili per una crescita competitiva del settore.”Potrà suonare bizzarro, ma chi ha a cuore le proteine vegetali potrebbe prendere spunto da quanto hanno già fatto gli addetti ai lavori nel campo dei veicoli elettrici,” spiega Antonio Faraldi, Managing Director e Partner di BCG. “Una value proposition buona e, per tanti aspetti virtuosa, da sola non basta a far diventare un prodotto mainstream. Saper attrarre e, possibilmente, massimizzare, investimenti pubblici e privati è altrettanto importante se non di più”.Gli allevamenti animali contribuiscono tra il 15% e il 20% delle emissioni globali di gas serra, mentre il trasporto di passeggeri su strada ne rappresenta il 10%. Sebbene entrambe le industrie abbiano un impatto significativo, ci sono già soluzioni per mitigarlo: alternative vegetali e auto elettriche. L’industria dei veicoli elettrici è cresciuta dallo 0,2% delle vendite totali nel 2012 al 18% nel 2023, mentre le proteine vegetali mantengono una quota di mercato ancora ridotta.Le differenze di crescita tra i due settori sono legate principalmente ai finanziamenti. Mentre le auto elettriche hanno beneficiato di circa 40 miliardi di dollari in sovvenzioni dirette per l’acquisto nel 2022, le proteine alternative hanno ricevuto solo 635 milioni di dollari. Le aziende di proteine alternative hanno raccolto un ottavo del capitale privato dell’industria dei veicoli elettrici dal 2017 al 2023, dimostrando che con il giusto supporto, anche i mercati emergenti possono prosperare.Il mercato delle proteine vegetali in ItaliaTra il 2019 e il 2021, carne e latticini a base vegetale hanno visto una crescita a due cifre in diversi mercati, inclusi molti europei e gli Stati Uniti, con un aumento del 10-20% in Italia. Questa crescita è stata sostenuta da una crescente domanda e da un’offerta sempre più all’altezza in termini di qualità e sapore, con prezzi progressivamente più accessibili.Nel 2022-23, la crescita in Italia è stata del 5-10%, rallentata dall’inflazione che ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie, impattando anche sui prodotti a base vegetale. Il comparto principale resta quello dei latticini a base vegetale, che rappresentano circa i due terzi del mercato globale delle proteine vegetali. Le prospettive a lungo termine rimangono positive, a condizione che l’innovazione continui a migliorare gusto e costi, rendendo questi prodotti più competitivi e accessibili.Lezioni dal settore dei veicoli elettriciInnovazione: investire in ricerca e sviluppo per creare prodotti che competano con le proteine animali in gusto, consistenza, prezzo e convenienza.Supporto Pubblico: ottenere il supporto del settore pubblico attraverso obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni e finanziamenti per la ricerca.Investimenti: aumentare gli investimenti pubblici e privati per costruire catene di approvvigionamento resilienti e sostenere la ricerca ad alto rischio nelle fasi iniziali.Il mercato delle proteine vegetali ha il potenziale per replicare il successo dei veicoli elettrici, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni globali e migliorando la sostenibilità del nostro sistema alimentare. LEGGI TUTTO

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    Immonbiliare USA, vendite case in corso sopra attese a giugno

    (Teleborsa) – Tornano a crescere le compravendite di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui.Nel mese di giugno l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), ha registrato un incremento del 4,8% su base mensile, portandosi a quota 74,3 punti contro il calo dell’1,9% registrato ad maggio (70,9). Il dato si confronta con il +1,4% atteso dagli analisti.(Foto: © Alexander Raths / 123RF) LEGGI TUTTO