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    Ponte sullo Stretto: riunione al MIT dei tavoli tecnici istituzionali

    (Teleborsa) – Riuniti oggi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Roma i due tavoli tecnici istituzionali (sicurezza e attraversamento dinamico) per discutere alla presenza delle autorità designate dal decreto del Ministro Salvini, sia degli aspetti legati alla sicurezza della navigazione durante i lavori del collegamento stabile, per validare le interferenze sin dalla prima fase propedeutica ai lavori, sia per aprire un confronto costruttivo sull’implementazione ed il miglioramento del collegamento dinamico nello stretto di Messina.Nel corso dei lavori, sono state affrontate le problematiche legate agli orari dei mezzi di collegamento rispetto ai treni ed agli aerei e come ottimizzare ed implementare il servizio. LEGGI TUTTO

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    CNA: forti riserve su tempi e modalità chiusura Transizione 5.0

    (Teleborsa) – Cna esprime “forti riserve sulla tempistica e le modalità di chiusura del programma Transizione 5.0 disposta con decreto direttoriale del Mimit che riduce la dotazione a 2,5 miliardi e fissa la data del 7 novembre quale termine ultimo per accedere alla misura. Resta valido il termine del 31 dicembre per prenotare ma alle imprese che presenteranno la domanda da oggi a fine anno verrà comunicata l’indisponibilità delle risorse. Il provvedimento – prosegue la confederazione nella nota -, inoltre, penalizza anche tutte le imprese con richieste pendenti presso il portale del Gse per le quali non è stato ancora definito un esito specifico o che hanno in corso chiarimenti”. Pertanto, Cna sottolinea l’esigenza che “a tutte le imprese che hanno già attivato gli investimenti durante il 2025 nell’ambito di Transizione 5.0 sia assicurato l’accesso alle risorse, anche nell’eventualità di superare la dotazione di 2,5 miliardi. Il depotenziamento della misura era previsto nell’ambito della rimodulazione del Pnrr, a causa di un tiraggio insufficiente. Su una dotazione di 6,3 miliardi di euro, al 6 novembre le risorse impegnate superavano di poco 1,9 miliardi, segno evidente – conclude – di una misura molto complessa e difficile da gestire per le imprese”. LEGGI TUTTO

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    Usa, fiducia consumatori Università Michigan novembre scende a 50,3 punti

    (Teleborsa) – Attesa in peggioramento la fiducia dei consumatori americani a novembre. Secondo i dati preliminari dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori è stimato in calo a 50,3 punti rispetto ai 53,6 punti del mese di ottobre e ai 53,0 attesi dagli analisti.Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente è sceso a 52,3 punti da 58,6, mentre l’indice sulle attese è calato a 49,0 punti dai 50,3 precedenti.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    ABI, Patuelli: “Obiettivo strategico banche è contribuire a ripresa”

    (Teleborsa) – È stata conferita oggi dall’Università di Pisa la Laurea Magistrale Honoris Causa in Banca, Finanza Aziendale e Mercati Finanziari al presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli. La cerimonia, presieduta dal rettore Riccardo Zucchi, si è svolta nell’Aula Magna Nuova del Palazzo “La Sapienza” dell’Università di Pisa ed ha visto la lettura della Motivazione da parte di Elena Bruno, presidente del Corso di laurea magistrale in Banca, Finanza aziendale e Mercati finanziari del Dipartimento di Economia e Management, la Laudatio da parte di Giuliana Birindelli, professore ordinario di Economia degli intermediari Finanziari del Dipartimento di Economia e Management, e la Lectio Magistralis di Patuelli. “Per spinte europee e per continue riforme nazionali, per la forte apertura e concorrenzialità del mercato bancario italiano, anche colpito da una decina di crisi in questo nuovo secolo, il mondo bancario italiano – ha detto Patuelli nella Lectio Magistralis – si è profondamente trasformato, più di quanto è avvenuto nel resto d’Europa. Il mercato, nel pluralismo delle diversità qualitative e quantitative, è stato anch’esso determinante nel selezionare le banche più solide, come aveva profetizzato Luigi Einaudi fin dagli anni Trenta del Novecento, quando le banche in Italia erano tremila, mentre oggi i gruppi bancari e le banche indipendenti in Italia sono un centinaio”.”L’Unione bancaria europea è basata innanzitutto sulle diversità e sulla forte concorrenza fra le banche, pur nella perdurante e contraddittoria sopravvivenza innanzitutto di diritti societari, tributari, penali dell’economia diversi fra loro, il che complica la piena parità concorrenziale bancaria, la più snella operatività dei gruppi bancari paneuropei e le possibili aggregazioni. Quindi l’Unione bancaria europea – ha sottolineato Patuelli – non ha creato un sistema organico, ma un’area, tuttora incompleta, di parità concorrenziale in un mercato unico vigilato dalla BCE-Sistema europeo di Banche Centrali nazionali”.”L’Unione Europea – ha proseguito il presidente dell’Abi – ha di fronte nuove complessità e necessita di nuove regole istituzionali e di nuovi obiettivi di integrazione. Un salto di qualità necessita anche il MES che deve essere trasformato in organismo della UE, con le stesse regole di trasparenza della BCE verso il Parlamento Europeo e con finalità coerenti alle nuove sfide. Le regole di Basilea 3+, prudenziali per le banche, a lungo negoziate e concordate fra le Banche Centrali d’Occidente, non stanno entrando in vigore contemporaneamente in USA e vi subiscono differenti applicazioni che alterano la concorrenza. Obiettivo strategico delle banche è ora contribuire ad evitare una nuova recessione e favorire la solida ripresa dell’economia e dell’occupazione. Occorre innanzitutto favorire più cospicui e stabili investimenti produttivi del risparmio e degli utili delle imprese. Necessita incoraggiare la patrimonializzazione e gli investimenti, innanzitutto tecnologici. Finché non vi saranno gli indispensabili codici europei di diritto bancario, finanziario, tributario e penale dell’economia, occorre che le politiche nazionali garantiscano un equo quadro competitivo nell’Unione europea. Occorre far progredire l’Unione bancaria europea, bloccata per un decennio da discussioni sulla garanzia europea sui depositi (ora è dei Fondi interbancari nazionali) e su limiti alla detenzione del debito pubblico da parte delle banche. L’Unione bancaria europea deve diventare rapidamente anche Unione delle regole societarie, del mercato, del risparmio e degli investimenti. Concordo col Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta: ‘la semplificazione deve iniziare dall’armonizzazione normativa tra gli Stati membri, evitando che gli operatori attivi su più mercati debbano confrontarsi con regole diverse’.Occorre ridurre gli adempimenti burocratici per gli obiettivi di sostenibilità che debbono essere perseguiti senza scaricare sulle banche compiti impropri. Le maggiori sensibilità ambientali, sociali e di governance rappresentano prioritarie strategie da perseguire giorno per giorno, per una società più giusta, non accrescendo la già eccessiva burocratizzazione”.”L’Euro – ha detto Patuelli – si sta ben diffondendo nei mercati internazionali anche difronte alle pseudo criptovalute che, in carenza di regole e di controlli, sono destabilizzanti. Le banche nell’Europa dell’Euro operano con tassi della BCE che sono più bassi di tutti quelli dell’Italia unita e sono circa la metà di quelli di USA e Gran Bretagna, e molto inferiori a quelli dei Paesi UE non appartenenti all’Euro. Ciò rende meno costose le emissioni del debito pubblico, favorisce gli investimenti di famiglie e imprese e costringe le banche ad operare con inferiori margini di interesse. I tassi non sono l’unico fattore produttivo di concorrenza fra le economie: occorre un fisco più amico innanzitutto per i risparmiatori di medio e lungo periodo ed una sempre maggiore lotta all’evasione fiscale”.Le banche in Italia – ha rilevato Patuelli – hanno subìto profonde crisi che hanno colpito diverse tipologie societarie e dimensionali. “La ripresa delle banche in Italia, elemento fondamentale di stabilità e sviluppo, sotto la Vigilanza della Banca d’Italia e della BCE, – ha spiegato – è maturata prima della fine della lunga fase dei tassi a zero della BCE ed è dipesa da grandi ricapitalizzazioni, svalutazioni di crediti deteriorati, riorganizzazioni anche con i costruttivi comportamenti delle Organizzazioni Sindacali bancarie, grandi investimenti in sempre più nuove tecnologie (nel 2024 oltre sei miliardi di Euro) che le banche effettuano in concorrenza anche con gli operatori non bancari. L’accresciuta solidità delle banche è indispensabile per garantirne la stabilità prospettica, per sempre nuovi investimenti innanzitutto tecnologici per la maggior tutela dei dati e per la lotta alle tante tipologie di illeciti e di truffe, per l’applicazione dell’intelligenza artificiale, per le nuove criticità dei mercati, per finanziare imprese e famiglie e per affrontare stagnazioni, recessioni, deterioramenti dei crediti, crisi finanziarie e di debiti sovrani e ogni criticità, a cominciare dai rischiosi e nuovi possibili problemi di liquidità”.Sul tavolo anche il tema dell’intelligenza artificiale. “Il regolamento DORA della UE, per la resilienza digitale del settore finanziario, – ha detto Patuelli – sta rafforzando la sorveglianza sui fornitori dei servizi tecnologici, la gestione dei rischi aziendali e la resistenza agli attacchi. Ma DORA non è l’obiettivo massimo che le banche debbono raggiungere per la gestione dei rischi informatici, ma quello minimo obbligatorio per la prevenzione di ogni violazione della riservatezza dei dati”.Sul fronte delle cripto valute Patuelli avverte: “Di fronte ai rischi innanzitutto di illegalità e riciclaggio delle pseudo cripto valute e dei cripto-derivati, devono essere esaminati i progetti, pubblici e privati, di nuovi circuiti europei di pagamenti che rappresentino processi di resilienza, competitività e sovranità monetaria europea, che devono essere sviluppati in stretta applicazione delle normative antiriciclaggio (sulle quali le banche collaborano strettamente con le Autorità) e che non devono penalizzare l’indispensabile solidità di liquidità delle banche. Intanto, come certifica Banca d’Italia, con continue innovazioni e alta concorrenza, calano sempre più i costi dei pagamenti elettronici per gli utenti, e in Italia sono fra i più bassi d’Europa”.”È indispensabile – prosegue Patuelli – contribuire alla responsabile crescita della democrazia economica con l’azionariato diffuso, con sempre più responsabili rapporti con i consumatori e innanzitutto con più educazione finanziaria, privata e pubblica, finalmente riconosciuta dalla legge come parte integrante dell’educazione civica nelle scuole italiane. Le banche hanno elevate sensibilità sociali che si manifestano innanzitutto nei momenti di calamità naturali dove sono sempre in prima fila per sostenere le popolazioni e le imprese colpite.Le banche sono all’avanguardia negli equilibri e nelle opportunità professionali dei generi: nel 2024 la presenza femminile nei Consigli di amministrazione delle società quotate del settore finanziario è stata circa del 44%. Le banche hanno rilevanti sensibilità sociali dirette ed indirette (tramite le Fondazioni di origine bancaria) per la giustizia sociale, dinanzi alle disuguaglianze e alle nuove povertà. Ogni giorno le banche sostengono le innovazioni, la ricerca scientifica, la crescita dei giovani, il lavoro femminile e i progetti sulle infrastrutture di ogni tipo, accompagnano le imprese che vogliono crescere e le famiglie a costruire il futuro”.”Le banche, sempre in concorrenza fra loro, – conclude il presidente dell’Abi – debbono essere sempre indipendenti e costruttive verso lo sviluppo sostenibile, impegnate innanzitutto per l’etica che emana dai principi della Costituzione della Repubblica, per concorrere, come prescrive l’articolo 4, al progresso materiale e spirituale della società. Oggi serve urgentemente anche un nuovo costituzionalismo digitale europeo per definire doveri e diritti di ciascuno di fronte alle nuove potenzialità e ai rischi per le libertà”. LEGGI TUTTO

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    Orsini: “ora serve vero piano industriale”

    (Teleborsa) – “Ieri ho incontrato Schlein e ho parlato di nuovo con la presidente del Consiglio” e ci sarà “l’incontro la prossima settimana con il ministro Giorgetti”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo all’assemblea di Confindustria Pesaro Urbino. “Noi sulla manovra abbiamo detto che in un momento come questo serviva sicuramente pensare alla crescita, il governo ha scelto di rientrare sul debito pubblico” e “sicuramente ne avremo vantaggio perché all’estero non ci vedono più con un Paese in ritardo”, ha spiegato Orsini.Ma anche “in Italia serve un piano industriale” con una visione di lungo periodo. “Noi abbiamo chiesto 8 miliardi all’anno per i prossimi tre anni. Oggi stiamo lavorando – ha aggiunto Orsini – per riuscire a mantenere i 4 miliardi almeno per i tre anni” perché “questo aiuterebbe a dare la spinta”Il numero uno degli industriali è tornato a richiamare sulla necessità di abbassare il costo dell’energia “perché non è possibile che in questo Paese continuiamo a pagare il prezzo dell’energia più caro degli altri paesi europei”. E “serve che anche sull’energia si arrivi a fare delle misure strutturali, ne ho parlato ieri sera con il presidente del Consiglio dicendo che serve essere veloci”.infine, conclude: “oggi serve un’Europa che punti tutto sulla neutralità tecnologica, solo quella è la via per salvaguardare le nostre filiere”. “In un momento come questo serve certezza e serve una direzione. Invece ci danno incertezza” in Europa, ha spiegato aggiungendo: “stanno facendo degli enormi disastri”. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, le prospettive di sviluppo del settore agricolo e agroindustriale in Sardegna

    (Teleborsa) – Le prospettive di sviluppo del settore agricolo e agroindustriale in Sardegna sono state al centro di un incontro organizzato da UniCredit e UniCreditLeasing con Confagricoltura Sardegna, svolto alle Cantine Contini 1898 a Cabras (OR) e a cui hanno partecipato diverse imprese del territorio. Nel corso della mattina sono intervenuti Enrico Batini, Responsabile Corporate Business Centro Italia UniCredit, Stefano Taras, Presidente Confagricoltura Sardegna, Giancarlo Centini, AgriBusiness Centro Italia UniCredit, Alessandro Damian, Responsabile Sales & Network UniCredit Leasing, Carlo Granara, Referente UniCredit Leasing Sardegna. “Il settore agroalimentare – ha sottolineato Enrico Batini, Responsabile Corporate Business Centro Italia UniCredit – svolge un ruolo di primo piano nell’economia italiana e l’obiettivo di UniCredit è quello di sostenerlo attraverso soluzioni e strumenti specifici: un servizio di consulenza mirata ed una gamma completa di soluzioni per soddisfare le esigenze legate alle diverse fasi di produzione, ai finanziamenti per l’innovazione, all’acquisto di macchinari o impianti fino alla promozione dei prodotti”. “Il leasing – ha dichiarato Alessandro Damian, Responsabile Sales & Network UniCredit Leasing – è la soluzione che aiuta a pianificare in maniera adeguata la copertura finanziaria degli investimenti grazie anche al contributo dello specifico regime fiscale previsto per i beni acquisiti tramite la locazione finanziaria nonché dei benefici derivanti dall’accesso a tutte le principali misure di sostegno e di incentivazione pubblica. In un contesto in cui l’innovazione e la sostenibilità sono sempre più centrali, il leasing rappresenta uno strumento strategico per accompagnare le imprese agricole nel loro percorso di crescita e modernizzazione”. “Confagricoltura sostiene da sempre il valore strategico del rapporto tra imprese e mondo del credito e il percorso che stiamo costruendo con UniCredit va proprio in questa direzione”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras, che ha aggiunto: “Occorre considerare l’impresa agricola come motore di sviluppo territoriale, luogo di valore economico e di identità culturale. Talvolta, purtroppo, si continua a vedere il comparto primario come destinatario di risorse ad alto rischio. Occorre cambiare questo paradigma e va fatto anche con un differente approccio della pubblica amministrazione in materia di credito”.Durante l’incontro sono state approfondite le numerose opportunità e i diversi supporti che UniCredit e UniCredit Leasing mettono a disposizione delle imprese, tra le quali il leasing Agricoltura, la soluzione finanziaria che consente alle imprese di ottenere beni funzionali all’attività di trasformazione, produzione, conservazione, packaging e distribuzione di prodotti agricoli e alimentari.(Foto: pixid – Fotolia/Adobe Stock) LEGGI TUTTO

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    Energia, ENEA: nuove soluzioni tecnologiche per il settore crocieristico

    (Teleborsa) – Le celle a combustibile consumano fino al 20% in meno rispetto a un motore tradizionale, offrendo una maggiore efficienza (60%). È quanto emerge da uno studio sul settore delle grandi navi da crociera, pubblicato sulla rivista scientifica Energies e condotto tra gli altri da ENEA e Università di Roma “Sapienza”.”Abbiamo confrontato le prestazioni e i costi di un generatore ‘tradizionale’ e di una cella a combustibile SOFC[1], entrambi alimentati a gas naturale liquido (GNL), che lavorano a 1 MW di potenza su una grande nave da crociera di stazza superiore alle 100 mila tonnellate –spiega uno degli autori dello studio, Manlio Pasquali, ricercatore del Laboratorio ENEA Mobilità sostenibile e trasporti afferente al Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili –. Le attuali navi da crociera sono alimentate a GNL e potrebbero con limitati interventi ridurre drasticamente le emissioni inquinanti, utilizzando celle a combustibile ad alta temperatura per alimentare i servizi elettrici di bordo che richiedono una potenza minima stabile, come climatizzazione, frigoriferi e illuminazione delle cabine”.Dallo studio emerge che per produrre la stessa quantità di energia un generatore tradizionale da 1 MW consuma 331,5 litri di GNL all’ora contro i 287 litri dell’innovativo sistema a celle a combustibile. “Alla riduzione dei consumi fino al 20% e all’efficienza maggiore (circa il 60%) rispetto ai generatori tradizionali, corrispondono vantaggi come un minore ingombro per lo stoccaggio del carburante o, in alternativa, un’autonomia operativa più lunga con un serbatoio dello stesso volume”, aggiunge Pasquali.Oltre ai benefici in termini di consumi, le celle a combustibile offrono vantaggi ambientali significativi: non emettono particolato né ossidi di azoto o di zolfo e riducono drasticamente le emissioni di CO2 rispetto ai motori a combustione interna perché producono energia per via elettrochimica e non per combustione. “Anche se rispetto ai motori tradizionali il sistema a celle a combustibile presenta alcune criticità, come peso e volume maggiori (rispettivamente del 40% e del 75%) e un investimento iniziale anche di 6 volte più elevato, i costi operativi annuali si riducono sensibilmente grazie al minor consumo di GNL”, conclude Pasquali.Gli autori prevedono di estendere lo studio alla possibilità di utilizzare parte del calore generato dalle celle a combustibile SOFC per produrre idrogeno da impiegare in celle a combustibile PEM (quelle che utilizzano solo idrogeno), più adatte a funzionare a potenza variabile, come avviene durante la navigazione. Questo approccio potrebbe portare allo sviluppo di un sistema di propulsione ibrido che combini celle SOFC, PEM e tecnologie tradizionali per ottimizzare efficienza, flessibilità e sostenibilità.Attualmente, le compagnie di navigazione puntano a soddisfare requisiti energetici e ambientali sempre più stringenti nella progettazione delle grandi navi da crociera, con l’obiettivo di ridurre le emissioni, aumentare efficienza e affidabilità e ridurre significativamente tempi e costi di manutenzione. Con l’iniziativa Fuel EU Maritime della Commissione Europea, il settore marittimo è stato incluso nel pacchetto Fit for 55, che prevede una riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030 e del 90% entro il 2050. Questa iniziativa mira a promuovere l’uso di carburanti alternativi sostenibili nel trasporto marittimo e nei porti europei, affrontando sfide come le barriere di mercato che ne limitano l’adozione e l’incertezza sulle tecnologie pronte per la commercializzazione. LEGGI TUTTO

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    Giappone, crescita spese famiglie settembre rallenta al +1,8% su anno

    (Teleborsa) – La spesa media mensile per consumi per nucleo familiare in Giappone a settembre 2025 è stata di 303.214 yen, in aumento dell’1,8% in termini reali rispetto all’anno precedente (in aumento del 5,3% in termini nominali), inferiore al +2,5% previsto e il 2,3% del mese precedente.Il dato è stato comunicato l’Ufficio statistico nazionale nipponico, secondo cui il dato congiunturale si attesta al -0,7%, in calo dal +0,6% della rilevazione di agosto. LEGGI TUTTO