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    TLC, UE approva condizionatamente l’acquisto di PPF da parte di e&

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Foreign Subsidies Regulation (FSR), l’acquisizione da parte di Emirates Telecommunications Group Company (e&) del controllo esclusivo di PPF Telecom Group (PPF), escludendo la sua attività ceca, subordinatamente a determinate condizioni. L’approvazione è subordinata al pieno rispetto degli impegni offerti dalle parti. La decisione è il risultato di un’indagine approfondita sulla proposta di acquisizione.e& è un operatore di telecomunicazioni con sede negli Emirati Arabi Uniti (EAU) controllato da un fondo sovrano controllato dagli Emirati Arabi Uniti, l’Emirates Investment Authority (EIA). PPF, con sede nei Paesi Bassi, è un operatore di telecomunicazioni in Repubblica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Serbia (Yettel) e Slovacchia (O2). Tali attività includono società di telecomunicazioni e l’infrastruttura sottostante. In totale, PPF serve oltre 10 milioni di clienti in tale settore.Per rispondere alle preoccupazioni della Commissione, e& ed EIA hanno offerto un pacchetto di impegni composto da: un impegno affinché gli statuti di e& non si discostino dalla normale legge fallimentare degli Emirati Arabi Uniti, rimuovendo così la garanzia statale illimitata; un divieto di qualsiasi finanziamento da parte di EIA ed e& alle attività di PPF nel mercato interno dell’UE, fatte salve alcune eccezioni riguardanti attività extra-UE e “finanziamenti di emergenza”, che saranno soggetti a revisione da parte della Commissione, nonché il requisito che altre transazioni tra tali società avvengano a condizioni di mercato; un requisito che e& informi la Commissione di future acquisizioni che non sono concentrazioni notificabili ai sensi dell’FSR.”Oggi adottiamo la nostra prima decisione definitiva ai sensi del Regolamento sulle sovvenzioni estere – ha commentato Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica della concorrenza – Abbiamo scoperto che e& ha beneficiato di sovvenzioni dagli Emirati Arabi Uniti che avrebbero dato all’entità risultante dalla fusione un vantaggio sleale e avrebbero potuto distorcere la concorrenza leale nel settore delle telecomunicazioni. La decisione odierna segna un esito positivo di questi procedimenti, grazie alla cooperazione delle parti e alla loro volontà di offrire una serie completa di rimedi per rispondere alle nostre preoccupazioni”. LEGGI TUTTO

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    ENI, Descalzi: fortemente focalizzati su obiettivo zero emissioni metano in 2030

    (Teleborsa) – “Siamo orgogliosi di pubblicare il Methane report 2024, che evidenzia il ruolo di ENI come pioniere nell’implementazione delle iniziative per la gestione del metano. La nostra forte focalizzazione sulla riduzione delle emissioni di metano, unita all’applicazione di nuove tecnologie, ha reso Eni un leader di settore e ha ridotto significativamente queste emissioni nell’ultimo decennio”. Lo ha sottolineato l’amministratore delegato di Eni,Claudio Descalzi in concomitanza con la pubblicazione da parte del gruppo del suo primo rapporto sulle emissioni di metano “Methane Report 2024”, in occasione dell’evento Iea-COP29 dal tema “Turning Methane Pledges Into Action”, in corso a New York. “Ora siamo lieti di applicare quanto abbiamo appreso nelle collaborazioni con altri operatori del settore e della supply chain, per contribuire a ridurre significativamente le emissioni di metano in tutta la catena del valore del petrolio e del gas. Mentre guardiamo al futuro, il nostro impegno resta fermamente focalizzato sul raggiungimento del nostro obiettivo di emissioni di metano prossime allo zero entro il 2030”.”Il rapporto – spiega una nota – riconosce il ruolo chiave che la riduzione delle emissioni di metano nel settore Oil & Gas può svolgere nella lotta al cambiamento climatico. Descrive inoltre in dettaglio le azioni di Eni per ridurre le emissioni di metano in tutte le sue attività e il modo in cui l’azienda condivide queste competenze con gli altri operatori del settore”Eni ritiene che “il gas naturale giochi un ruolo significativo nel percorso di transizione energetica al 2050 grazie alla sua economicità, affidabilità, versatilità e basso contenuto di carbonio rispetto ad altri combustibili fossili. Tuttavia, sono necessarie delle azioni globali per eliminare le perdite di metano lungo tutta la catena del valore del gas naturale. Guidata da un forte focus interno, Eni è impegnata a ridurre le emissioni di metano nelle sue operazioni da oltre un decennio”.Il gruppo evidenzia anche come “le emissioni dirette di metano del gruppo Eni si sono più che dimezzate negli ultimi sei anni (2018-2023);l’intensità emissiva di metano nell’Upstream, pari allo 0,06%, colloca Eni tra i leader del settore”. Inoltre la società ha raggiunto la riduzione del 95% delle emissioni fuggitive di metano e riduzione dell’86% dell’intensità emissiva di metano nelle nostre attività Upstream nel 2023 rispetto al 2014; la riduzione del 20% delle emissioni di metano nelle attività upstream di Eni dal 2022 al 2023″. LEGGI TUTTO

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    Polizze anticalamità: allarme degli industriali sugli investimenti a rischio

    (Teleborsa) – Gli industriali esprimono preoccupazione riguardo all’introduzione di una polizza obbligatoria contro i danni climatici, in vigore dal primo gennaio 2025 per le imprese, come previsto dal decreto interministeriale presentato al Mimit. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, avverte che l’obbligo potrebbe disincentivare gli investimenti nelle aree a rischio, rischiando di “desertificare” intere zone industriali.Durante l’inaugurazione del Cersaie a Bologna, Orsini ha invitato la politica a concentrarsi sulla ricostruzione e sul completamento dei cantieri in Romagna, colpita dalle recenti alluvioni, evitando inutili polemiche. Simile appello è arrivato dal cardinale Matteo Zuppi, che ha chiesto misure tempestive e concrete a sostegno delle famiglie e dei territori fragili.Nel frattempo, a Roma, si è discusso il decreto che obbliga le imprese a stipulare polizze contro i rischi catastrofali, con premi proporzionati alla vulnerabilità del territorio. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha evidenziato che tale obbligo garantirà una maggiore tutela per la produzione e l’occupazione. Tuttavia, alcune figure politiche, come il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, mostrano cautela sull’estensione dell’obbligo alle abitazioni civili, sottolineando l’importanza di criteri di volontarietà. Anche dall’opposizione, Giuseppe Conte (M5S) critica l’idea delle polizze obbligatorie, definendola inapplicabile e potenzialmente dannosa per il paese. LEGGI TUTTO

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    Giappone, PMI manifattura in calo e sotto attese

    (Teleborsa) – L’attività della manifattura in Giappone si deteriora a settembre. L’indice PMI manifatturiero, pubblicato da Markit ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 49,6 punti, rispetto ai 49,8 punti di agosto. Il dato è anche leggermente inferiore alle stime degli analisti che si attendevano un livello di 49,9 punti.L’indicatore resta al di sotto della soglia critica dei 50 punti, denotando contrazione dell’attività.Sempre a settembre il PMI dei servizi è invece salito a 53,9 punti (era 53,7 ad agosto). LEGGI TUTTO

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    Ue, Orsini: energia fondamentale, incentivare transizione post PNRR

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “ci ha presentato un documento che leggeremo con molta molta attenzione. Ci trova allineati su alcuni punti relativi alla competitività del Paese verso l’Europa, verso il mondo, per avere tempo e spazio per poter fare la transizione”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, al termine della riunione al Mimit sulla nuova politica industriale dell’Europa.”Alcuni nostri (associati, ndr) rischiano di poter andare in difficoltà – ha detto – abbiamo parlato di energia, che è un tema per noi fondamentale, dove speriamo che velocemente ci sia la messa a terra della sperimentazione del nucleare. Abbiamo parlato di un fondo sovrano, della costruzione per poter incentivare la transizione post Pnrr. Dialogheremo con le Confindustrie europee per poter dare sostegno a questa politica nuova dell’Europa”.”Alcuni nostri (associati, ndr) rischiano di poter andare in difficoltà – ha detto – abbiamo parlato di energia, che è un tema per noi fondamentale, dove speriamo che velocemente ci sia la messa a terra della sperimentazione del nucleare. Abbiamo parlato di un fondo sovrano, della costruzione per poter incentivare la transizione post PNRR. Dialogheremo con le Confindustrie europee per poter dare sostegno a questa politica nuova dell’Europa”.Sempre oggi Orsini aveva detto che il cuneo fiscale è una delle principale richieste” che è stata fatta al governo in vista della prossima Legge di bilancio. “Serve a salvaguardare l’aumento del costo del lavoro e dare la capacità di spesa alla gente che lavora nelle nostre imprese. Credo che quella sia la via” e per questo “è una delle prime misure che abbiamo richiesto al governo”, ha detto a margine del convegno inaugurale del Cersaie a Bologna. LEGGI TUTTO

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    Mercato di rimorchi e semirimorchi, UNRAE: luglio a -3,0% e agosto a -17,5%

    (Teleborsa) – Il 2024 si conferma un anno critico per il mercato dei veicoli trainati, con un calo delle immatricolazioni che si è accentuato durante i mesi estivi. A luglio sono stati immatricolati 1.362 rimorchi e semirimorchi, segnando un -3,0% rispetto al 2023, mentre ad agosto le unità registrate sono state solamente 745, con una contrazione del 17,5%. Questo trend negativo porta il dato consolidato dei primi otto mesi dell’anno a -12,1%, con 9.375 rimorchi e semirimorchi immatricolati contro 10.660 e una perdita in volume di 1.285 unità sul 2023, già in flessione sull’anno precedente. È quanto fa sapere l’UNRAE in una nota.”Dopo le speranze di ripresa alimentate dai risultati di giugno, il calo delle immatricolazioni – commenta Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE – non si è arrestato durante il periodo estivo. Il 2024 si conferma un anno nero, con ben sette mesi su otto in flessione rispetto al 2023, che già aveva chiuso con un -7,4% sul 2022. Il quadro delineato è dunque estremamente preoccupante e, senza interventi mirati e concreti da parte del Governo, temiamo che le difficoltà del comparto non possano essere risolte in tempi brevi. Molte aziende di autotrasporto non sono attualmente in grado di rinnovare le proprie flotte di veicoli trainati e lo stallo negli investimenti sta inevitabilmente aggravando l’età media del parco circolante italiano, che ha ormai superato i 17 anni. Questi numeri non possono più essere ignorati: la sicurezza delle nostre strade è a rischio. Nonostante la gravità della situazione, – continua Mastagni – ci auguriamo che il mercato possa reagire, anche grazie ai fondi destinati per il 2024 all’acquisto di veicoli di ultima generazione, compresi quelli per il trasporto intermodale di liquidi pericolosi in regime ADR. Tuttavia, crediamo che i 7,5 milioni di euro stanziati per il rinnovo del parco siano decisamente insufficienti, considerando che si contano oltre 450.000 veicoli trainati in Italia”.Mastagni conclude con un appello al Governo: “Alla luce di questi dati, riteniamo indispensabile che, in vista della prossima Legge di Bilancio 2025, l’Esecutivo valuti l’istituzione di un Fondo pluriennale ad hoc, con risorse pari ad almeno 70 milioni di euro. Solo in questo modo sarà possibile accelerare la sostituzione dei veicoli trainati vetusti, migliorando la sicurezza del trasporto merci”. LEGGI TUTTO

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    Rischi catastrofali, Mimit: “In vigore dal primo gennaio 2025 obbligo assicurativo per le imprese”

    (Teleborsa) – Si è tenuto oggi a Palazzo Piacentini un incontro tecnico con i rappresentanti delle associazioni rappresentative delle categorie produttive, durante il quale sono stati illustrati i contenuti dello schema di decreto interministeriale di prossima emanazione relativo all’obbligo per le imprese di stipulare polizze assicurative per danni derivanti da eventi catastrofali. L’obbligo assicurativo, introdotto dalla Legge Finanziaria 2024 – annuncia il Mimit in una nota – entrerà in vigore il primo gennaio 2025 e interesserà tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, relativamente ai danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti a bilancio.Il decreto interministeriale implementerà quanto già previsto dal ddl “Ricostruzione”, ora all’esame del Parlamento, che introduce l’obbligo per le imprese assicurative di corrispondere un anticipo del 30% del danno per i sinistri legati a eventi catastrofali: una disposizione volta a garantire maggiore certezza nella liquidazione dei danni alle imprese assicurate, permettendo loro di accedere immediatamente a risorse fondamentali per una rapida ripresa delle attività.Lo schema di decreto interministeriale, predisposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze d’intesa con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, definisce le imprese soggette all’obbligo assicurativo, l’oggetto della copertura assicurativa e le calamità naturali e gli eventi catastrofali da assicurare (alluvioni, inondazioni, esondazioni, terremoti e frane).I premi saranno proporzionali al rischio, tenendo conto delle caratteristiche del territorio e della vulnerabilità dei beni assicurati. Le compagnie assicurative, entro i limiti della propria tolleranza al rischio e in coerenza con il fabbisogno di solvibilità globale, non potranno rifiutarsi di stipulare polizze con le imprese. SACE S.p.A. potrà riassicurare il rischio assunto dalle compagnie assicurative mediante la sottoscrizione di apposite convenzioni, a condizioni di mercato.”Questo decreto segna un passo importante verso la messa in sicurezza del nostro sistema produttivo – ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso –. In un contesto caratterizzato da eventi catastrofali sempre più frequenti, l’introduzione dell’obbligo di assicurazione consentirà alle nostre imprese di tutelare al meglio sia la produzione che l’occupazione”. LEGGI TUTTO

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    Ue, Urso alle parti: esigenza di rivedere percorso Green Deal

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, invita sindacati e imprese a mettere in campo un “gioco di squadra”, una “strategia comune” per indicare la traiettoria di politica industriale europea, “prendendo atto di quello che è successo”.Illustrando alle parti sociali le indicazioni che il governo intende portare a Bruxelles per la “nuova stagione in Europa”, in particolare per il settore dell’automotive, Urso ha sottolineato che “si avverte sempre di più l’esigenza di una revisione del percorso del green deal” sottolineando che “La religione dell’elettrico ha fatto deragliare gli obiettivi europei”. “Abbiamo la necessità di una visione pragmatica e realistica” del green “correggendo, sulla base dei risultati evidenti a tutti”, la traiettoria della politica industriale. E questo “vale per il settore dell’auto e, in generale, della politica industriale”. LEGGI TUTTO