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    Ue svela il Clean Industrial Deal: “Mobiliterà 100 miliardi. Tagli del 30% a emissioni industria”

    (Teleborsa) – Il Clean Industrial Deal mobiliterà nel breve termine oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione industriale pulita nell’Ue, di cui un’ulteriore garanzia di 1 miliardo di euro nell’ambito dell’attuale bilancio comune. È quanto ha annunciato la Commissione europea presentando il piano. Bruxelles, come anticipato, prevede di semplificare le norme sugli aiuti di Stato entro giugno per accelerare la transizione verso le energie pulite, promuovere la decarbonizzazione dell’industria e garantire una capacità manifatturiera adeguata per le tecnologie verdi in Europa. “L’obiettivo del Clean Industrial Deal è semplificare senza cambiare gli obiettivi climatici – ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando all’Industry Summit di Anversa –. La domanda di prodotti puliti è rallentata e alcuni investimenti si sono spostati in altre regioni. Dobbiamo invertire la tendenza. Questo è l’obiettivo centrale del Clean Industrial Deal. Vogliamo tagliare i legami burocratici che vi trattengono. Affinché l’Europa possa essere non solo un continente di innovazione industriale, ma anche un continente di produzione industriale”.Nel suo piano Bruxelles presenta una serie di proposte che saranno dettagliate nei prossimi mesi e – in attesa del fondo Ue per la Competitività di cui non si conosce ancora l’entità e che arriverà soltanto nel prossimo bilancio pluriennale comune – propone una Banca per la decarbonizzazione industriale, con l’obiettivo di raggiungere quota 100 miliardi di euro di finanziamenti. A contribuire alla realizzazione del nuovo meccanismo saranno i fondi già disponibili nel Fondo per l’Innovazione e le entrate aggiuntive derivanti da parte dell’Ets e dalla revisione di InvestEU, che prevede di mobilitare fino a 50 miliardi in investimenti pubblici e privati aggiuntivi destinati, tra l’altro, alle tecnologie pulite, alla mobilità sostenibile e alla riduzione dei rifiuti.Il Clean Industrial Deal si presenta come pilastro fondamentale della seconda legislatura di Ursula von der Leyen per permettere all’Europa di “cambiare passo” e colmare il gap di competitività con Stati Uniti e Cina e Stati Uniti. La strategia complessiva prevede anche un ampio piano di semplificazione, che prende il via con il primo di una serie di pacchetti Omnibus pensati per ridurre la burocrazia. La prima ondata di semplificazioni riguarderà quattro atti legislativi non ancora recepiti da tutti gli Stati membri, il cui rischio di applicazione disomogenea tra le diverse capitali europee ha sollevato preoccupazioni. Tra questi, la tassonomia degli investimenti sostenibili, che diventerà volontaria per le imprese al di sotto di una certa soglia di dipendenti. Anche la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (Csrd) e la direttiva sulla due diligence per la responsabilità aziendale saranno semplificate, così come il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), dai cui vincoli saranno esentati i piccoli importatori.”Con il Clean Industrial Deal puntiamo a ridurre le emissioni industriali fino al 30%. È un chiaro segnale che facciamo sul serio – ha detto il commissario per il clima, Wopke Hoekstra,in conferenza stampa presentando il Clean Industrial Deal –. Stiamo mobilitando ogni risorsa disponibile e facendo leva su molteplici canali di finanziamento per stimolare un aumento senza precedenti degli investimenti nelle reti e nell’energia pulita a breve, medio e lungo termine”, ha assicurato il commissario, confermando l’intenzione di lanciare una Banca per la decarbonizzazione industriale, “basata in parte sul sistema di scambio delle quote di emissione” che secondo le stime di Bruxelles potrebbe raccogliere fino a 100 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. “Sulla base della nostra esperienza, – ha assicurato Hoekstra – questo potrebbe mobilitare fino a 400 miliardi di euro”.(Foto: © Iaroslav Danylchenko /123RF) LEGGI TUTTO

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    “La giustizia adotta la scuola”: inaugurato il progetto della Fondazione Vittorio Occorsio

    (Teleborsa) – Si svolgerà a Roma il prossimo 5 marzo 2025 alle ore 10 presso la Sala della Regina alla Camera dei Deputati di Palazzo Montecitorio, l’inaugurazione della quinta edizione del progetto “La Giustizia adotta la Scuola” organizzato dalla Fondazione Vittorio Occorsio, nata in memoria del Giudice Vittorio Occorsio, ucciso a Roma nel 1976 dal gruppo terroristico neofascista “Ordine Nuovo”.Il progetto, che quest’anno celebra anche la ricorrenza degli 80 anni dalla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, diffonde la cultura della legalità e l’importanza dei valori di onestà, coraggio, giustizia tramite il ricordo della vita e della morte di numerose vittime e tramite lo studio dei fenomeni criminali che hanno toccato più da vicino il territorio italiano. Il progetto si svolge nell’ambito di un Protocollo d’Intesa sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e in virtù di collaborazioni con l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e l’Autorità Nazionale Anticorruzione.L’incontro del 5 marzo si aprirà con il saluto istituzionale di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati. Interverranno Margherita Cassano, prima presidente Corte di Cassazione, Vittorio Pisani, capo della Polizia, direttore generale della Pubblica Sicurezza, Giuseppe La Gala, comandante delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri e Bruno Buratti, nominato comandante in seconda della Guardia di Finanza. Al centro della mattinata la testimonianza di studenti provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato al progetto della Fondazione nelle passate edizioni, presentati da Vittorio Brumotti, conduttore televisivo e Campione mondiale di bike trial. Seguirà l’intervento di Francesco Viganò, vicepresidente del Comitato Scientifico FVO e vicepresidente della Corte Costituzionale. Le conclusioni saranno affidate a Vincenzo Mannino, consigliere del Ministro dell’Istruzione e del Merito e Giovanni Salvi, presidente del Comitato Scientifico FVO. LEGGI TUTTO

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    Rottamazione quater, prossima rata in scadenza: la data

    (Teleborsa) – Nuova scadenza in arrivo per i contribuenti che sono in regola con i pagamenti precedenti della rottamazione-quater. La data da segnare in rosso sul calendario è il 28 febbraio 2025, dunque venerdì prossimo, termine per il versamento della prossima rata della definizione agevolata delle cartelle. In considerazione degli ulteriori 5 giorni di tolleranza concessi dalla legge, saranno comunque ritenuti tempestivi i pagamenti effettuati entro il 5 marzo 2025. Lo comunica l’Agenzia per la Riscossione. In caso di mancato versamento, oppure qualora venga effettuato oltre il termine ultimo o per importi parziali, la legge prevede la perdita dei benefici della Definizione agevolata e gli importi già corrisposti saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute. A tale riguardo si specifica che, per i piani di pagamento in regola con i versamenti delle rate in scadenza fino al 31 dicembre 2024, i contribuenti, al fine di non perdere i benefici della definizione agevolata, devono continuare a rispettare le scadenze indicate nelle comunicazioni delle somme dovute già in loro possesso, a partire, appunto, dalla prossima rata del 28 febbraio.Ciò in quanto, per tali piani, non si applicano le previsioni della riammissione alla “Rottamazione-quater” prevista dalla legge n. 15/2025, di conversione del decreto Milleproroghe (D.L. n. 202/2024). LEGGI TUTTO

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    Sicurezza trasporto aereo, Iata: “Un incidente ogni 880mila voli: migliora media quinquennale”

    (Teleborsa) – Il settore del trasporto aereo ha registrato un altro anno di forti prestazioni complessive in materia di sicurezza, con miglioramenti rispetto alla media quinquennale per diversi parametri chiave, ma ha fatto un passo indietro rispetto alle eccezionali prestazioni del 2023.È quanto rileva l’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) nel Rapporto annuale sulla sicurezza 2024. Il tasso di incidenti complessivi di 1,13 per milione di voli (un incidente ogni 880mila voli) è stato migliore della media quinquennale di 1,25, ma peggiore dell’1,09 registrato nel 2023. -Nel 2024 si sono verificati sette incidenti mortali su 40,6 milioni di voli, un dato superiore all’unico incidente mortale registrato nel 2023 e alla media quinquennale di cinque incidenti mortali, e 244 incidenti mortali a bordo, rispetto ai 72 incidenti mortali registrati nel 2023 e alla media quinquennale di 144 incidenti. Il rischio di mortalità è rimasto basso, pari a 0,06, inferiore alla media quinquennale (0,10), anche se doppio rispetto allo 0,03 registrato nel 2023. “Anche con i recenti incidenti aerei di alto profilo, è importante ricordare che gli incidenti sono estremamente rari. Nel 2024 – ha dichiarato Willie Walsh, direttore generale della Iata – ci sono stati 40,6 milioni di voli e sette incidenti mortali. Inoltre, la storia a lungo termine della sicurezza aerea è caratterizzata da un continuo miglioramento. Un decennio fa, la media quinquennale (2011-2015) era di un incidente ogni 456mila voli. Oggi, la media quinquennale (2020-2024) è di un incidente ogni 810mila voli. Questo miglioramento è dovuto al fatto che sappiamo che ogni incidente mortale è un incidente di troppo. Onoriamo la memoria di ogni vita persa in un incidente aereo con le nostre più sentite condoglianze e con una sempre maggiore determinazione a rendere il volo ancora più sicuro. E per questo, l’accumulo di dati sulla sicurezza, compreso il rapporto sulla sicurezza 2024, è il nostro strumento più potente”. Aumento dei rischi nelle zone di conflitto – L’abbattimento di due aerei in zone di conflitto (Kazakistan con 38 vittime e Sudan con cinque vittime) ha rafforzato l’importanza dell’iniziativa Safer Skies, istituita all’indomani della tragedia del PS752 per facilitare le misure di sicurezza negli spazi aerei ad alto rischio. Incidenti più comuni – I colpi di coda e le escursioni in pista sono stati gli incidenti più frequentemente riportati nel 2024, sottolineando l’importanza delle misure di sicurezza per il decollo e l’atterraggio. In particolare, non si sono verificati incidenti di volo controllato in pista (CFIT). Le compagnie aeree iscritte al registro dello IATA Operational Safety Audit (IOSA) (che comprende tutte le compagnie aeree membri della IATA) hanno registrato un tasso di incidenti pari a 0,92 per milione di voli, significativamente inferiore all’1,70 registrato dai vettori non IOSA. Gli incidenti e gli inconvenienti relativi alle zone di conflitto sono considerati eventi legati alla sicurezza e non sono inclusi in questo rapporto. Pur non comparendo nei dati di questo rapporto sulla sicurezza, essi, insieme ai crescenti episodi di interferenza del sistema globale di navigazione satellitare (GNSS), rappresentano una delle principali preoccupazioni per la sicurezza dell’aviazione che richiede un urgente coordinamento a livello mondiale.”Nessun aereo civile dovrebbe mai essere un bersaglio, deliberato o accidentale, di operazioni militari. I governi – ha concluso Walsh – devono intervenire, migliorare la condivisione delle informazioni e stabilire protocolli globali più chiari per prevenire queste tragedie e salvaguardare l’aviazione civile”. LEGGI TUTTO

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    Foti: Governo Meloni raggiunge risultati positivi

    (Teleborsa) – “Le politiche del governo Meloni continuano a dare risultati concreti, smentendo ancora una volta le profezie sinistre di chi sperava nel fallimento della Nazione. Piazza Affari vola, con il FTSE MIB ai massimi dal 2007”. Lo ha affermato in una nota Tommaso Foti, ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, dopo la chiusura di Piazza Affari. “La fiducia degli italiani cresce – ha proseguito -, le banche trainano il mercato e i giudizi positivi di Morgan Stanley premiano l’Italia. Un segnale chiaro: la strada intrapresa dal governo Meloni è quella giusta e su questa proseguiremo per restituire ampio respiro all’economia nazionale”. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza stradale: il progetto nelle scuole promosso da Aspi e Polizia di Stato fa tappa a Bologna

    (Teleborsa) – Si è tenuto l’incontro con circa cento studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Crescenzi-Pacinotti-Sirani di Bologna, nell’ambito del progetto educativo sulla sicurezza stradale per i più giovani, organizzato da Autostrade per l’Italia, in collaborazione con Polizia di Stato. A confrontarsi con gli studenti il direttore del Tronco di Bologna di Autostrade per l’Italia Stefano Vimercati, il responsabile Esercizio del Tronco di Bologna di ASPI Marco Brini e operatori della Polizia Stradale.Questo nuovo ciclo di sessioni, porterà Autostrade per l’Italia e la Polizia di Stato a incontrare più di mille alunne e alunni che frequentano istituti situati su tutto il territorio attraversato dalla rete autostradale in gestione. L’iniziativa fa seguito a quelle degli anni scorsi che hanno visto la partecipazione di oltre 220 istituti scolastici e circa 19mila giovani, della scuola secondaria di secondo grado.”Promuovere la cultura della sicurezza stradale e diffonderla soprattutto tra i più giovani – afferma la dirigente del Compartimento Polizia Stradale Emilia Romagna Simonetta Lo Brutto – è tra le strategie fondamentali per fronteggiare il fenomeno dell’incidentalità stradale che ancora purtroppo permane la principale causa di morte per le fasce di età giovanili, in Italia ed in Europa: affinché la strada sia sempre un ambiente di vita sereno e gioioso e non un teatro di tragedie, è fondamentale educare e sensibilizzare i giovani all’adozione di comportamenti e condotte consapevoli e responsabili. Con tali propositi la Polizia di Stato, con la Specialità Polizia Stradale, da anni ha intrapreso e porta avanti un complesso di iniziative miranti appunto a fronteggiare il fenomeno dell’incidentalità stradale con la promozione di campagne di sensibilizzazione, di educazione alla legalità ed al rispetto delle regole di convivenza, rivolte principalmente ai giovani, avvicinati nei luoghi di ritrovo e soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado. Anche questa iniziativa sinergica tra Polizia di Stato e ASPI ribadisce la volontà di perseguire sempre con il massimo impegno gli stessi propositi e obiettivi, consapevoli che una sicurezza stradale partecipata e condivisa tra più soggetti chiamati quotidianamente ad operare sulle strade ed autostrade italiane, arricchendosi di più contributi e sforzi, raggiunge certamente auspicati livelli superiori”.Il progetto prevede inoltre approfondimenti in classe con il supporto dei professori, con workshop e materiale educativo multimediale predisposto da ASPI. Secondo l’Osservatorio “Non chiudere gli Occhi” di Skuola.net e Autostrade per l’Italia, sono proprio le nuove generazioni, infatti, la parte più recettiva degli utenti alla guida e sono anche la categoria che, sulla scorta del cattivo esempio degli adulti, tende ad assumere comportamenti scorretti.”La sicurezza stradale non è soltanto il rispetto delle norme – ha affermato il direttore del III Tronco di Bologna di Autostrade per l’Italia, Stefano Vimercati – ma un valore fondante della convivenza civile. Una responsabilità che coinvolge tutti. Il Gruppo Autostrade per l’Italia avverte il dovere di contribuire a una mobilità più sicura, anche promuovendo il dialogo e una maggiore consapevolezza collettiva. La sicurezza è un principio irrinunciabile, che permea ogni aspetto delle nostre attività. Per questo investiamo costantemente in iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte ai nostri dipendenti, nella convinzione che solo attraverso un impegno diffuso e partecipato sia possibile radicare una cultura della sicurezza autentica e duratura”.La Regione Emilia-Romagna vanta un’infrastruttura autostradale tra le più estese del Paese. Nello specifico, la Direzione di Bologna di Aspi gestisce oltre 425 km di autostrada, con 260 ponti e più di 330 cavalcavia, coinvolgendo dieci diverse Province e 60 amministrazioni comunali. Le tre principali arterie autostradali – A1, A13 e A14 – rappresentano punti di snodo cruciali della viabilità tra l’Adriatico e il Tirreno e tra il Nord e il Sud del Paese. LEGGI TUTTO

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    Panetta: serve collaborazione per ecosistema pagamenti più integrato

    (Teleborsa) – “Senza un sistema di pagamento nazionale solido e resistente alle intemperie, non è possibile affrontare con successo gli attriti dei pagamenti transfrontalieri. Per questo motivo, è fondamentale concentrarsi sui miglioramenti a livello nazionale per consentire i pagamenti transfrontalieri”. È quanto ha detto il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, durante un evento sui pagamenti transfrontalieri nell’ambito della riunione del G20 in Sudafrica.Ma solo “attraverso la collaborazione possiamo stabilire le giuste coordinate, anche se abbiamo punti di partenza diversi, per un ecosistema di pagamenti più integrato ed efficiente”. Parlando del potenziamento dei pagamenti transfrontalieri nell’Africa subsahariana, Panetta ha spiegato: “Abbiamo sentito che l’attuazione efficiente delle misure antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo rimane un ostacolo. Sebbene siamo tutti d’accordo sul fatto che non possiamo scendere a compromessi sull’integrità del sistema dei pagamenti, c’è sicuramente spazio per un ulteriore allineamento, automazione e adattamento basato sul rischio. Allo stesso modo, le misure di gestione dei flussi di capitale possono portare a colli di bottiglia non voluti. Inoltre, molte valute dei mercati emergenti non possono essere facilmente scambiate tra loro. Questo crea oneri e costi aggiuntivi per i fornitori di servizi di pagamento che, in ultima analisi, ricadono sull’utente finale. Non da ultimo, l’assenza di interoperabilità tra le soluzioni di pagamento nazionali ha profonde implicazioni per gli utenti finali. Oltre a causare frustrazione, incide sui costi finali e sulla velocità di una transazione”. “Tuttavia – ha sottolineato – l’adozione di infrastrutture di pagamento moderne e aggiornate può creare un terreno fertile per l’interoperabilità, che è fondamentale per superare alcuni di questi ostacoli”. LEGGI TUTTO

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    G20, Giorgetti: “Crescita globale lenta, politica favorisca investimenti ad alto impatto”

    (Teleborsa) – “L’economia globale affronta una crescita lenta, bassa produttività e rischi derivanti dall’elevato debito in molti mercati emergenti, dal cambiamento climatico e dalla demografia. Questi scenari sono aggravati dall’invasione russa dell’Ucraina, con possibili aumenti dei prezzi delle materie prime e crescenti tensioni geopolitiche e commerciali”. È quanto ha affermato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti nell’intervento alla sessione G20 dedicata al rafforzamento della cooperazione per la crescita macroeconomica. “Il protezionismo, le barriere al commercio e l’incertezza politica – ha proseguito Giorgetti – minacciano la crescita e le catene del valore globali, aumentando i costi di produzione e l’inflazione e indebolendo la resilienza economica”. Secondo il ministro “la politica dovrebbe bilanciare il sostegno alla crescita e la sostenibilità fiscale, dando priorità all’efficienza della spesa e indirizzando le risorse verso investimenti ad alto impatto”. Come G20 – ha concluso Giorgetti – “dobbiamo continuare a monitorare i rischi economici e i cambiamenti strutturali, promuovendo il dialogo su questi temi in linea con le priorità proposte dalla presidenza”. In occasione di una riunione ristretta dei ministri europei del G20 Giorgetti ha espresso la sua posizione riguardo all’aumento delle spese per la difesa. Una posizione ribadita nel corso del bilaterale con il ministro delle finanze polacco Andrzej Domanski. “Aumentare la spesa per la difesa – ha detto Giorgetti – deve essere un obiettivo teso a rilanciare l’industria e la crescita. Per questo bisogna immaginare un Recovery Plan per la difesa. Se ogni Paese inizia a muoversi autonomamente aumenteranno inevitabilmente i costi per lo Stato in modo irrazionale”. LEGGI TUTTO