“Cracking Art. Stories”, dal 10 maggio a Palermo per la prima volta la mostra open-air
(Teleborsa) – Chiocciole, conigli, gatti, rondini, elefanti, tartarughe e pinguini. Sono oltre 40 le maxisculture dalle dimensioni più svariate pronte a invadere due spazi iconici della città di Palermo: i lussureggianti e storici giardini di Villa Malfitano e Villa Trabia. Dal 10 maggio fino al 10 luglio, arriva nel capoluogo siciliano Cracking Art, uno dei fenomeni d’arte contemporanea più conosciuti al mondo, con la mostra Stories.Grandissimi animali dalle tinte sgargianti renderanno il cuore di Palermo una galleria d’arte a cielo aperto, uno speciale museo senza barriere dove protagonisti sono sempre la natura e il rispetto per essa. La mostra, con il patrocinio del Comune di Palermo e dell’Assessorato alle CulturE, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, in collaborazione con la Fondazione G. Whitaker, e curata dal collettivo Cracking Art. Un’esposizione pensata e voluta gratuita e all’aperto, affinché possa essere alla portata di tutti, non solo in termini di accessibilità ma anche perché possa essere interiorizzata stimolando le reazioni e l’attenzione del singolo e, allo stesso tempo, della collettività verso importanti tematiche di interesse sociale.IL COLLETTIVO CRACKING ART – Il movimento Cracking Art nasce nel 1993 con l’obiettivo di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. Il termine Cracking Art deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi intendono rappresentare attraverso la loro arte. Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, in cui installazioni fuori scala – come i celebri animali colorati – invadono i luoghi più vari, dagli spazi propriamente deputati all’arte a quelli della vita quotidiana. Rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo esprimendo una particolare sensibilità nei confronti della natura. LEGGI TUTTO