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    COP28, BCG: “Per il clima servono 100-150mila miliardi di investimenti nei prossimi 30 anni”

    (Teleborsa) – I finanziamenti per i progetti a supporto di clima e natura esistono, ma non sono abbastanza. Per ogni dollaro impiegato in finanza climatica nel 2020 ne sarebbero serviti altri 4. Secondo BCG e The Rockfeller Foundation, la strada è ancora lunga e, per raggiungere gli obiettivi climatici degli Accordi di Parigi, serviranno investimenti da oltre 100-150mila miliardi di dollari a livello globale nei prossimi 3 decenni. Politiche storiche come l’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense e il Green Deal europeo – rileva BCG – hanno dato una grande spinta alla sostenibilità in ambito finanziario che, dal 2024, sarà orientato a nuove aree di investimento come quella delle Nature-based Solution (NbS): iniziative che hanno impatti positivi, rigenerativi o mitigativi sulla natura, non limitate all’aspetto delle emissioni di CO2 ma riguardanti sistemi come l’acqua, gli oceani o il terreno. I finanziamenti per i progetti di adattamento e resilienza nel 2020 ammontavano solo al 10% di quanto necessario, gap ben visibile oggi alla luce del ritmo e della portata degli impatti negativi del clima sugli ecosistemi.Ci troviamo in un momento cruciale per gli operatori di finanza climatica: bisogna trasformare gli impegni presi finora in azioni e progressi concreti. Per riuscirci – questa la posizione di BCG in tema Finanza Climatica, tema che domani sarà al centro della COP28 – sarà necessario attivare collaborazioni tra diverse categorie di investitori, aziende, innovatori, filantropi e governi. “La finanza sostenibile è la leva più efficace per raggiungere l’obiettivo emissioni zero. L’attuale gap di investimenti nell’ambito del clima si traduce in almeno 3-5 mila miliardi di dollari di investimenti all’anno nei prossimi 30 anni, con un aumento da cinque a otto volte rispetto ai livelli attuali. Questo spinge a ripensare e implementare una nuova architettura finanziaria per raggiungere realmente gli obiettivi climatici, nonché a lavorare più velocemente e più uniti per riuscirci” ha spiegato Elisa Crotti, Managing Director e Partner di BCG.Le società di private equity (PE) riescono meglio a promuovere progetti di decarbonizzazione verso le società di grandi dimensioni nel loro portafoglio (più delle controparti pubbliche) rispetto alle piccole. Infatti, – evidenzia BCG – lavorando con business più ampi, le PE stanno espandendo gli schemi di investimento anche alla decarbonizzazione. Le PE possono promuovere notevolmente l’utilizzo delle energie rinnovabili: le società in portafoglio per più di due anni mostrano un livello di adozione delle rinnovabili tre volte superiore rispetto a quelle detenute da meno tempo. Questo potrebbe, per BCG, essere utile in mercati come gli Stati Uniti, dove l’uso delle energie rinnovabili è in ritardo rispetto all’Europa.Le aziende private creano più posti di lavoro rispetto a quelle pubbliche. Nell’ultimo anno, infatti, le prime hanno assunto 4 nuovi dipendenti netti in più ogni 100 dipendenti a tempo pieno rispetto alle seconde. Inoltre, le PE – sottolinea BCG – spingono per migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro, poiché ha conseguenze dirette sulle performance finanziarie oltre che sulle persone. Oggi il 57% di aziende private ha almeno una donna nel proprio CdA, rispetto al 90% delle aziende pubbliche. Se consideriamo le donne in posizioni di leadership, però, nelle società private ne troviamo un 22%, rispetto al 17% delle aziende pubbliche. Inoltre, la percentuale di donne C-suite nelle aziende private aumenta per la durata dell’investimento di un fondo di PE.La natura è una priorità chiave per le istituzioni finanziarie – Secondo lo studio BCG For Financial Institutions, Nature Is the Next Frontier, oltre 40mila miliardi di dollari di valore economico all’anno dipendono direttamente dalla natura e i servizi che ne derivano, eppure l’abitabilità del pianeta ha dei limiti e in questo momento l’attività umana ed economica ne sta superando diversi. Stando ai dati della Banca Centrale Europea (BCE), ad esempio, il 75% dei prestiti bancari alle imprese che operano nell’area dell’euro è andato a imprese che dipendono direttamente da risorse naturali. Le istituzioni finanziarie, oltre a comprendere la necessità di accelerare il progresso verso l’obiettivo Net-Zero, sono anche le realtà in grado di identificare i rischi maggiori per la natura, finanziare interventi intelligenti e aprire nuove vie di sviluppo sostenibile.L’attività finanziaria per la natura richiederà un approccio ecosistemico completo – Proteggere il nostro pianeta è una sfida che richiede soluzioni ecosistemiche. Finanziare la transizione energetica richiederà quindi un’azione collettiva che riguarda sì le istituzioni finanziare, ma anche i governi, le organizzazioni non governative e il settore privato. Secondo il report BCG Climate Finance Needs a Push. Asset Owners Can Supply One, gli investimenti del mercato privato svolgono già un ruolo importante nel guidare i proprietari di asset verso investimenti in soluzioni sostenibili. La raccolta di fondi per la transizione climatica ha infatti raggiunto i 75 miliardi di dollari nel 2022, in aumento del 29% rispetto al 2021. Allo stesso tempo, i crescenti sforzi del settore pubblico per sostenere i finanziamenti per il clima avranno effetti positivi e porteranno ad una crescita del numero di opportunità di investimento.Finanziare una transizione giusta – Lo studio BCG A Just Energy Transition Takes an Ecosystem evidenzia come gli investitori possano incorporare i principi di una transizione giusta nei criteri di investimento, favorendo l’aumento dei finanziamenti per il clima, mentre le banche di sviluppo nazionali e internazionali, comprese le banche multilaterali di sviluppo, possono contribuire ad affrontare le disuguaglianze nei finanziamenti globali per il clima. In questo ambito, due aspetti sono fondamentali: Sfruttare le metriche. Gli investitori dovrebbero creare strumenti che valutino le aziende attraverso un’ottica di transizione giusta, tenendo in considerazione i risultati nelle decisioni di investimento e di allocazione del capitale; Aumentare i finanziamenti globali e colmare la mancanza di finanziamenti nelle economie in via di sviluppo. Gli investitori possono sostenere gli sforzi per integrare i fattori legati al clima nei modelli di rischio, quantificare il costo della mancanza di azioni a favore dell’ambiente e collaborare con le aziende, le istituzioni politiche e le ONG per superare le barriere che impediscono l’impiego di capitali privati. LEGGI TUTTO

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    Clima, Fridays For Future: iniziative in Italia e in Europa

    (Teleborsa) – Fridays for Future, il movimento dei giovani ambientalisti di Greta Thunberg, scalda i motori in vista dello Sciopero mondiale del clima del prossimo 6 ottobre e organizza oggi in diverse città d’Europa e d’Italia una Giornata di azione globale per il clima.In particolare, in Italia sono previste iniziative a Bergamo (bike strike a piazza Treviglio ore 9), Catania (piazza Università ore 17), Gorizia (i manifestanti si uniranno al movimento a Lubiana), Bari, Roma (piazza Sauli ore 16), Pisa, Torino (piazza Palazzo di città ore 15), Palermo (piazza Croci ore 17:30), Milano (Darsena ore 17), Val Tiberina (via Nicolò Aggiunti 55 ore 17:30) e in altre città.L’Italia è a un nuovo capitolo della storia climatica – si legge sul sito di Fff Italia: ondate di calore, alberi sradicati dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia continua a investire ampiamente”.Tra l’altro, secondo l’organizzazione ambientalista, con il piano Mattei “il governo vincola il paese al fossile e lo condanna a eventi estremi sempre più frequenti e intensi” LEGGI TUTTO

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    Meteo, in arrivo tempesta di caldo: sabato e domenica bollino rosso in 8 città

    (Teleborsa) – Entro lunedì 21 agosto è in arrivo una “tempesta di caldo” su gran parte dell’Italia, con temperature più alte di 3-4 gradi. “La definizione di ‘Heat Storm’ – spiega Antonio Sanò, il fondatore del sito ilMeteo.it – viene usata in meteorologia per descrivere un’ondata di caldo con massime oltre i 37,8°C per almeno 3 giorni su un’ampia superficie”. A portare il caldo è ancora una volta l’anticiclone africano, con temperature che secondo il sito potranno raggiungere 38-40°C al Centro-Nord almeno fino a martedì 22 agosto.”Lo zero termico – prosegue Sanò – si porterà fino alla quota record di 5.200 metri”. Con il caldo, al Nord arriva anche una tregua dai temporali e in generale il picco delle temperature è atteso per martedì 22 agosto con 39-40 gradi a Firenze, Alessandria, Livorno e Pisa. A spazzare via l’anticiclone africano potrebbe essere però un ciclone in arrivo da Nord, che da giovedì 24 agosto potrebbe portare temporali, “anche violenti2. L’aria fredda potrebbe infatti scontrarsi con quella molto cado accumulata a causa del ritorno dell’anticiclone. Intanto, per questo fine settimana, le città da bollino rosso aumentano dalle 5 di oggi alle 8 di sabato 19 e domenica 20 agosto. Lo indica il Bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute, basato sui dati relativi a 27 città. In aumento nel fine settimana anche i bollini arancione, che passano dai 4 di oggi ai 6 di sabato e ai 9 di domenica. Sono segnalate in rosso fin da oggi Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze e Perugia; passano invece dall’arancione al rosso Latina, Rieti e Roma. Per sabato si prevede il bolllino arancione a Frosinone, Genova, Palermo, Trieste, Veronia e Viterbo; domenica si aggiungeranno all’elenco Milano e Napoli. Restano in giallo oggi e nel fine settimana Ancona, Cagliari, Catania e Messina, mentre virano dal verde al giallo Bari, Reggio Calabria, Civitavecchia, Venezia e Pescara (quest’ultima in verde anche sabato); Campobasso passa dall’arancione al giallo. Le ondate di calore, precisa il Bollettino del ministero, si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. “Queste condizioni climatiche – si rileva – possono rappresentare un rischio per la salute della popolazione”.(Foto: © Aleksandr Papichev/123RF) LEGGI TUTTO

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    Clima, l’appello di Mattarella e altri 5 Capi di Stato: “Non c’è più tempo da perdere”

    (Teleborsa) – “Come previsto, la crisi climatica è arrivata e ha raggiunto dimensioni esplosive, tanto che si parla ormai di ‘stato di emergenza climatica’. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite alla fine di luglio ha definito la crisi attuale uno stato di ‘ebollizione globale’. I suoi effetti sono visibili soprattutto nella nostra regione, il Mediterraneo, […] LEGGI TUTTO

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    Caldo, ok a decreto su cig-meteo. Meloni annuncia grande piano di prevenzione

    (Teleborsa) – Il governo mette in campo nuove tutele per i lavoratori per far fronte all’emergenza climatica, caldo e non solo, nei cantieri e nei campi, dove più frequenti sono i rischi per la salute e la sicurezza. Ieri via libera in CdM al decreto che interviene contro i rischi per i lavoratori derivanti dal caldo stanziando 10 milioni per la cig meteo, la Cassa integrazione estesa per i lavoratori dell’edilizia e dell’agricoltura, i settori più esposti alle alte temperature ma anche al maltempo.Consente, in caso di eventi oggettivamente non evitabili, di chiedere la cig a ore per i lavoratori edili e agricoli, escludendola dal conteggio previsto (rispettivamente 52 settimane nel biennio mobile per la cig ordinaria in edilizia e 90 giorni nell’anno solare per la Cisoa in agricoltura). Destinati, nel complesso 10 milioni: 8,6 milioni per la cig extra nei cantieri e 1,4 milioni nei campi. Ma, annuncia la premier Giorgia Meloni, “l’obiettivo di medio termine che il Governo si dà è quello di superare la logica degli interventi frammentati varando un grande piano di prevenzione idrogeologico”.”Non abbiamo – ha spiegato Meloni – tutti i mezzi necessari. Nei mesi scorsi il Governo ha già incrementato le assunzioni tra chi è chiamato a soccorrere e sin dalla prossima legge di bilancio intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli ed aerei. Ma i continui disastri a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi – ha sottolineato – dimostrano che le emergenze saranno sempre più presenti e questo significa che dobbiamo certo lavorare transizione ecologica, ma che dobbiamo anche fare quello che non si è avuto il coraggio di fare nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio”. Il Piano potrebbe vedere la luce nella prima metà del 2024 e ci stanno già lavorando i tecnici della cabina di regia sul dissesto.Al termine del Cdm, il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha annunciato: “Il ministro Santanché ha presentato una proposta per i turisti che si sono trovati in Sicilia nel periodo più difficile: ci saranno 10 milioni di euro per il rimborso dei biglietti aerei e delle prenotazioni per quelli che sono rimasti privi di copertura. Si parte dal giorno in cui va in tilt l’aeroporto di Catania. Sarà istituito un apposito ufficio”.Intanto, si muove anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha chiamato il governatore della Sicilia Renato Schifani, dichiarandosi disponibile a eventuali interventi, anche in prima persona, se necessari. Il capo dello Stato ha invitato a “sensibilizzare l’Ue, gli altri Paesi del Mediterraneo e la comunità internazionale, al fine di agire più rapidamente ed efficacemente” per contrastare i rischi climatici. LEGGI TUTTO

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    Clima, Copernicus: giugno è stato il mese più caldo di sempre

    (Teleborsa) – “Il mese di giugno è stato il più caldo a livello globale, con poco più di 0,5 gradi al di sopra della media 1991-2020, superando giugno 2019 – il record precedente – di un margine sostanziale”. È quanto si legge nell’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio europeo Copernicus. Secondo i dati, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua estensione più bassa per giugno dall’inizio delle osservazioni satellitari, al 17% al di sotto della media. L’estensione del ghiaccio marino artico era leggermente al di sotto della media ma ben al di sopra dei valori di giugno degli ultimi otto anni. In tale scenario l’estate 2023 promette di essere una delle più calde della storia dell’umanità. L’osservatorio europeo Copernicus ha rivelato che l’effetto combinato del cambiamento climatico e del ritorno del fenomeno El Nino sta spingendo le temperature degli oceani e delle terre emerse a livelli senza precedenti.A giugno le temperature hanno superato i record nell’Europa nord-occidentale, mentre alcune zone del Canada, degli Stati Uniti, del Messico, dell’Asia e dell’Australia orientale “sono state significativamente più calde del normale”, osserva Copernicus.Al contrario, è stato più freddo del normale nell’Australia occidentale, negli Stati Uniti occidentali e nella Russia occidentale.(Foto: © Aleksandr Papichev/123RF) LEGGI TUTTO

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    ASPI ospita il BIF Event SDG18 Zero Corruption: un contributo italiano al tema

    (Teleborsa) – Dopo l’adesione al Manifesto Zerø Corruption, promosso dal Comitato Anticorruzione del Business dell’OCSE e presentato per la prima volta in Italia nel corso del BIF National Event dello scorso novembre, il Business Integrity Forum di Transparency International Italia ha proposto oggi, presso la sede Tecne SPA, società di ingegneria del Gruppo Autostrade per l’Italia, un evento dedicato a delineare il percorso verso un nuovo Sustainable Development Goal (SDG) anticorruzione per l’Agenda UN 2030.Il BIF Event SDG18 Zerø Corruption, ha proposto una panoramica sull’impatto degli Obiettivi di Sostenibilità nei diversi ambiti della società civile, offrendo uno spazio per parlare di come condurre l lotta alla corruzione nel mondo e di quali siano i meccanismi di interlocuzione con le Nazioni Unite e di revisione degli SDGs per l’Agenda UN 2030. L’iniziativa – spiega Aspi in una nota – segue quel percorso scaturito dal Comitato Anticorruzione del Business dell’OCSE – presieduto da Nicola Allocca, direttore Risk, Compliance and Quality di Autostrade per l’Italia – e lanciato a Parigi sul finire del 2022, muovendo dalla consapevolezza che la corruzione sottrae ogni anno ingenti risorse altrimenti destinabili a servizi sociali, educazione, cultura, supporto economico, sociale, politico, in tutti i Paesi del Mondo.Il BIF Event di Transparency International Italia intende percorrere una prima ricognizione delle azioni da mettere in campo, grazie alle rilevazioni di qualificati stakeholder: il Board di Transparency International Secretariat, gli esponenti delle realtà economiche che danno vita al Business Integrity Forum, i rappresentanti della Pubblica amministrazione, del Terzo settore e dell’Università che daranno il proprio contributo in un confronto aperto, volto a identificare punti forza e criticità che potrebbero connotare il percorso verso un nuovo SDG18 anticorruzione per l’Agenda UN 2030.”Tendere a Zerø Corruption significa implementare azioni indirizzate verso una sempre più diffusa cultura dell’integrità, della trasparenza e della sostenibilità – ha dichiarato Iole Anna Savini, presidente di Transparency International Italia –. L’iniziativa di Transparency International Italia, insieme con il Comitato Anticorruzione del Business dell’OCSE, vuole essere un contributo all’apertura di un dibattito che possa rafforzare la sensibilizzazione all’integrità dei cittadini italiani e della comunità internazionale.””Come Aspi – ha detto la presidente di Autostrade per l’Italia Elisabetta Oliveri – sentiamo la responsabilità di contribuire al contrasto alla corruzione, guidati dall’idea di un business responsabile. In quest’ottica, proseguiamo con impegno il percorso di trasformazione intrapreso, puntando all’assoluta efficienza, sicurezza e trasparenza. Il programma ‘Next to Legality’ è parte integrante di tutti i processi del Gruppo: partiamo dal presupposto che la trasparenza e l’integrità siano elementi ineludibili per un’azienda davvero efficiente. Solo con questo approccio è possibile realizzare il nostro impegnativo piano industriale, affrontando la grande sfida della mobilità sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Biodiversità, allarme WWF: “Italia ricca ma troppo fragile”

    (Teleborsa) – Il declino degli ecosistemi nel mondo ha raggiunto le dimensioni di una vera catastrofe: gli scienziati calcolano che l’impatto del genere umano su tutte le altre forme di vita sia arrivato ad accelerare tra le 100 e le 1.000 volte il tasso di estinzione naturale delle specie, avviando la sesta estinzione di massa. Ci resta un misero 12,5% della foresta atlantica, abbiamo perso più del 50% delle barriere coralline e una vastissima porzione della foresta amazzonica (probabilmente il 20% se non di più) è stata distrutta. Questa crisi di natura è evidente anche in Italia, dove la biodiversità raggiunge valori elevatissimi (contiamo metà delle specie vegetali e circa 1/3 di tutte le specie animali presenti in Europa), ma che con cieca determinazione stiamo erodendo e distruggendo, mettendo a rischio la nostra stessa sicurezza e il nostro benessere. Per parlare di biodiversità d’Italia, il WWF ci chiede di immaginare la nostra penisola come un bicchiere di cristallo: bellissimo e prezioso, pieno di risorse ma terribilmente fragile. In in vista della Giornata Mondiale della Biodiversità, l’Associazione del Panda ha presentato oggi – durante la giornata di apertura del Forum dei volontari WWF al teatro comunale di Caserta – il nuovo report “Biodiversità Fragile, maneggiare con cura: Status, tendenze, minacce e soluzioni per un futuro nature-positive” dove mette in luce – a partire dalle informazioni, le banche dati, gli studi disponibili ad oggi – lo stato complessivo della biodiversità in Italia, evidenziando le minacce ma anche le migliori soluzioni che oggi abbiamo a disposizione per invertire il trend e aderire ad un percorso di restauro e conservazione della biodiversità che oggi il mondo e l’Europa ci chiedono.I segnali della fragilità – Dalle Liste Rosse nazionali della flora dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) emerge che, in Italia circa l’89% degli habitat di interesse comunitario si trova in uno stato di conservazione sfavorevole. Dei 43 habitat forestali italiani, ad esempio, 5 hanno uno stato di conservazione “criticamente minacciato” e 12 “in pericolo”. Il 68% degli ecosistemi italiani si trova in pericolo, il 35% in pericolo critico. Il 100% degli ecosistemi è a rischio nell’ecoregione padana, il 92% in quella adriatica e l’82% in quella tirrenica. Il 57% dei fiumi e l’80% dei laghi si trova in uno stato ecologico non buono. E i dati sullo stato di conservazione delle specie non sono meno allarmanti: il 30% delle specie di animali vertebrati e il 25% delle specie animali marine del Mediterraneo sono a rischio estinzione.Le minacce per la biodiversità e gli effetti della crisi idrica – Oltre alle pressioni dirette su specie, habitat ed ecosistemi, esercitate attraverso l’inesauribile richiesta di risorse naturali operata dalle società, esistono anche altre forze che agiscono indirettamente senza degradare o distruggere l’ambiente, ma ostacolando e rallentando la risoluzione dei problemi. Si tratta, ad esempio, della cosiddetta governance ambientale (si pensi solo alla regolamentazione dello sfruttamento della risorsa idrica), inadeguata rispetto alla complessità dei problemi ed ostacolata da investimenti limitati, nonché dalla resistenza di soggetti con interessi politici o economici a breve termine, con scarsa attenzione alla tutela della biodiversità, alle comunità più deboli ed esposte e alle generazioni future. Tra i fattori alla base della perdita di biodiversità c’è anche il cambiamento climatico, processo profondamente interconnesso all’estinzione delle specie. La perdita di biodiversità influenza il clima, soprattutto attraverso l’impatto sull’azoto, il carbonio e sul ciclo dell’acqua. A sua volta il cambiamento climatico influenza la biodiversità attraverso fenomeni come l’aumento della temperatura e la riduzione delle precipitazioni. Queste si manifestano ormai sempre più spesso come piogge torrenziali, causa di frane e alluvioni disastrose. Altro effetto della crisi climatica è l’innalzamento del livello del mare. Sono 21.500 i km quadrati di suolo italiano cementificato, mentre si calcolano oltre 1.150 km2 di suolo consumati in 15 anni, una superficie quasi corrispondente a quella di una città come Roma, mentre nel Mediterraneo le temperature stanno aumentando il 20% più velocemente rispetto alla media globale. Poi ci sono le specie aliene invasive, identificate da alcuni studi come la seconda principale minaccia alla biodiversità globale, che ha contribuito in modo determinate al 54% delle estinzioni delle specie animali conosciute, tramite predazione su specie autoctone o competizione per le risorse (es. cibo, luoghi di riproduzione). Attualmente, si stima che in Italia ci siano intorno a 3.000 specie aliene, con un incremento del 96% negli ultimi 30 anni. La perdita di natura non rappresenta solo una minaccia di per sé, ma mette a rischio sistemi che ci garantiscono la vita, primo fra tutti quello che regge l’equilibrio della crisi idrica. A causa del riscaldamento globale in atto, la disponibilità media annua di acqua si potrebbe ridurre da un minimo del 10% entro il 2030 ad un massimo del 40% entro il 2100, con picchi fino al 90% per l’Italia meridionale. Il ciclo perverso della crisi idrica provoca effetti sulla biodiversità con l’estinzione (già in atto) di molte specie, perdita delle zone umide, l’incremento di parassiti e patologie, della frequenza e intensità degli incendi forestali. Gli effetti sulle persone, oltre alla riduzione delle disponibilità di acqua, saranno l’incremento dell’erosione del suolo e la riduzione della fertilità dei terreni agricoli. Le soluzioni – Il report WWF lancia anche un appello: è necessario di intervenire in maniera concreta mettendo immediatamente in pratica la Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, che prevede che almeno il 30% delle specie e degli habitat di interesse comunitario il cui stato di conservazione non è soddisfacente, lo raggiungano entro il 2030. La strategia prevede anche che gli ecosistemi vengano tutelati attraverso l’incremento della superficie protetta al 30% del territorio terrestre e marino e che il 30% degli ecosistemi attualmente degradati vengano ripristinati. Per ogni ambiente da tutelare il report WWF approfondisce le soluzioni da mettere in atto: dal recupero e ripristino delle zone umide, al potenziamento della rete di monitoraggio delle acque interne superficiali e sotterranee; dalla necessità di un Piano di Adattamento alla crisi climatica, promuovendo le Nature Based Solutions, alla gestione forestale; dalla drastica riduzione dell’uso dei pesticidi in agricoltura, fino all’ampliamento delle superficie marina protetta. Oggi più che mai è importantissima l’attivazione di tutti, a partire dalla società civile, per strappare la crisi dei sistemi naturali da quel cono d’ombra che impedisce ai cittadini di capire la portata di quello che sta succedendo e alle istituzioni di agire riconoscendo alla natura la priorità che ha, di fatto, nel presente e nel futuro. LEGGI TUTTO