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    La BCE terrà conto dei rischi climatici negli acquisti di bond corporate

    (Teleborsa) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha stabilito gli obiettivi e una tabella di marcia per incorporare ulteriormente le considerazioni sui cambiamenti climatici all’interno della propria politica monetaria. La decisione segue la conclusione della revisione della strategia dell’istituzione di Francoforte, che ha anche rivisto il proprio obiettivo di inflazione. Pure sempre all’interno del suo mandato e rispettando i trattati, la BCE ha deciso di aumentare il proprio contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, delineando vari interventi. La maggior parte di essi avrà bisogno di ulteriori approfondimenti e i loro effetti saranno tangibili dal 2022 in avanti.In primis, la BCE accelererà lo sviluppo di nuovi modelli e condurrà analisi teoriche ed empiriche per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici sull’economia, il sistema finanziario e la trasmissione della politica monetaria. Saranno sviluppati nuovi indicatori riguardanti gli strumenti finanziari green e la carbon footprint degli istituti finanziari, nonché la loro esposizione ai rischi fisici legati al clima.La BCE introdurrà inoltre obblighi di informativa per gli asset del settore privato come nuovo criterio di ammissibilità o come base per un trattamento differenziato nell’ambito delle attività di acquisti di asset. A partire dal prossimo anno, saranno condotti stress test climatici per valutare l’esposizione ai cambiamenti climatici dell’Eurosistema.Uno dei cambiamenti più importanti riguarda poi gli acquisti di obbligazioni societarie. “La BCE adeguerà il quadro che guida l’allocazione degli acquisti di obbligazioni societarie per incorporare i criteri relativi ai cambiamenti climatici, in linea con il suo mandato – viene evidenziato – Questi includeranno l’allineamento degli emittenti con, come minimo, la legislazione dell’UE che attua l’accordo di Parigi attraverso metriche o impegni degli emittenti relativi ai cambiamenti climatici”. LEGGI TUTTO

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    Clima: CEO Alliance, serve segnale forte su carbon pricing

    (Teleborsa) – Un segnale forte sul carbon pricing a livello europeo viene considerato la chiave per raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas serra al 55% dei livelli del 1990 entro il 2030. Ne è convinta la European CEO Alliance secondo cui la lotta al cambiamento climatico richiede uno sforzo collettivo da parte di tutti gli Stati membri dell’UE e una stretta collaborazione tra il settore pubblico e le imprese.Dodici leader aziendali si sono incontrati a Parigi per decidere come sostenere ulteriormente il Green Deal europeo. Diversi progetti intersettoriali e raccomandazioni programmatiche saranno utili alla causa globale del clima e favoriranno una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro a prova di futuro.Le proposte dei CEO includono l’invio di un segnale forte sul carbon pricing, l’accelerazione delle misure per decarbonizzare la mobilità e i trasporti, gli edifici e i sistemi energetici, nonché la velocizzazione del rinnovamento dei settori industriali chiave dell’UE.”Sono molto contento di aver potuto scambiare opinioni oggi con le aziende che forniscono soluzioni per l’attuazione del Green Deal, la decarbonizzazione dell’economia, la transizione verde e l’efficienza energetica – ha dichiarato Clément Beaune, Segretario di stato per gli Affari europei del governo francese -. Mentre la Commissione europea si prepara a presentare il suo pacchetto per l’energia e il clima “Fit for 55″, che prevede misure per ridurre le emissioni di gas serra del 55% nel 2030 e per raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio nel 2050, la mobilitazione dei protagonisti industriali ed economici sarà essenziale per raggiungere insieme i nostri obiettivi climatici”.Secondo Francesco Starace, CEO e Direttore Generale di Enel “la transizione energetica avverrà inevitabilmente e il pacchetto “Fit for 55″ è un’enorme opportunità per l’Europa per farla avvenire in modo ordinato e armonizzato, dato che avrà un impatto su molti settori e parti della società. Il nostro obiettivo è quello di elettrificare gli usi finali, insieme alla decarbonizzazione dell’elettricità – ha dichiarato Starace -. Lo scopo di queste revisioni legislative crea lo slancio per una transizione equa che porterà benefici a tutte le parti interessate. Il percorso verso la transizione verde avrà successo solo se tutti noi porteremo il nostro contributo e ci concentreremo sullo sviluppo sostenibile. Come parte della CEO Alliance, continueremo a promuovere gli investimenti e a realizzare progetti finalizzati al conseguimento di questi obiettivi”.La CEO Alliance riunisce 12 altissimi dirigenti dei settori dell’energia, dei trasporti e della tecnologia: Björn Rosengren (ABB), Thierry Vanlancker (AkzoNobel), Francesco Starace (ENEL), Leonhard Birnbaum (E.ON), Börje Ekholm (Ericsson), Henrik Henriksson (H2GreenSteel), Ignacio Galán (Iberdrola), Frans van Houten (Philips), Christian Klein (SAP), Christian Levin (Scania), Jean-Pascale Tricoire (Schneider Electric) ed Herbert Diess (Volkswagen). LEGGI TUTTO

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    Fondo sovrano norvegese, profitti a rischio con obiettivi climatici in mandato

    (Teleborsa) – Il fondo sovrano Norvegese – il più grande al mondo per asset (oltre 1.100 miliardi di euro) – ha detto che l’inclusione di obiettivi climatici nel suo suo mandato di investimento potrebbe mettere a rischio i profitti. “Dobbiamo stare attenti a fare grandi cambiamenti ai principi alla base della strategia di investimento del fondo”, hanno scritto in una lettera al ministero delle Finanze i vertici del Norges Bank Investment Management (NBIM), il ramo della banca centrale norvegese che gestisce il fondo. Alcuni parlamentari avevano spinto il governo a prendere in considerazione l’inclusione di obiettivi climatici nel mandato del fondo.”Non crediamo che ci siano prove sufficienti per affermare che il rischio climatico sia sistematicamente valutato male (dal mercato, ndr)”, hanno scritto Oystein Olsen e Trond Grande, sottolineando che l’altra implicazione dell’inclusione degli obiettivi climatici nel mandato di NBIM sarebbe quella di decidere che il fondo dovrebbe essere gestito al fine di raggiungere obiettivi diversi dal massimo rendimento possibile.Il fondo ha inoltre affermato nella lettera, secondo quanto riporta Bloomberg, che uno stress test delle sue partecipazioni azionarie per aumenti di temperatura fino a 3 gradi Celsius entro il 2080 ha mostrato che le perdite a lungo termine dovute al rischio di transizione potrebbero raggiungere il 9% e circa il 4% per il rischio fisico rischio climatico.(Foto: Gerd Altamann) LEGGI TUTTO

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    Clima, Visco: transizione avrà alto costo

    (Teleborsa) – La transizione verso zero emissioni “implicherà un alto costo”. Si tratta di una fatto che “non possiamo nascondere”. Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla Green Swan 2021 Global virtual conference della Bis – Bank for International Settlements. Visco ha spiegato come “la domanda globale di energia non abbia raggiunto il plateau e senza un sufficiente aumento nella produzione i prezzi al consumo necessariamente saliranno”. “I ricavi nei settori ad alte emissioni peggioreranno mentre il mercato per i loro prodotti si restringe e alcune aziende usciranno dal mercato anche se altre più verdi le sostituiranno”.Secondo Visco “se vogliamo limitare i rischi legati al clima per le nostre economie, non possiamo posporre le nostre azioni”. Secondo il governatore “tempestive e chiare politiche possono limitare i rischi e aiutare i paesi ad attrarre le risorse di cui hanno bisogno per finanziare la loro transizione verso emissioni ridotte”. Se dunque “molti studi sostengono che sul lungo periodo l’impatto sull’economia sarà positivo”, tuttavia “sul breve periodo vedremo una significativa riallocazione del lavoro tra settori e tra regioni. La transizione sarà più difficile soprattutto per le economie in via di sviluppo”. “Penso – ha aggiunto il Governatore – che molto debba essere fatto per assicurare non solo una transizione verso zero emissioni ma anche una transizione giusta”. “Nel progredire verso un mondo più verde e un pianeta più sicuro – ha evidenziato Visco – non dobbiamo ripetere gli errori compiuti quando è avvenuta la globalizzazione: l’impatto sui lavoratori più fragili e sui segmenti più vulnerabili della popolazione dovrebbe sempre essere tenuto in considerazione nel disegnare le politiche sul clima. E questo non sarà dimenticato dal G20”. LEGGI TUTTO

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    Clima, un terzo produzione agricola mondiale a rischio in 2100

    (Teleborsa) – Se le emissioni di gas serra continueranno a crescere al tasso attuale un terzo della produzione alimentare mondiale sarà a rischio, alla fine di questo secolo. Questo il quadro, tutt’altro che incoraggiante, tratteggiato dalla ricerca dell’Università finlandese di Aalto, pubblicata sulla rivista One Earth. Per i ricercatori circa il 95% dell’attuale produzione agricola proviene da aree definite “spazio climatico sicuro”, dove temperatura, piogge e aridità rientrano entro certi limiti. Qualora però le temperature alla fine del secolo subissero un’impennata di 3,7 gradi dai livelli pre-industriali, ciò comporterebbe una drastica riduzione delle aree sicure, in alcune zone più di altre (Asia meridionale e sudorientale e nella zona del Sahel in Africa). Nel caso in cui, si riuscissero a ridurre le emissioni nel rispetto degli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi ((mantenere il riscaldamento globale entro 2 gradi dai livelli pre-industriali, se possibile entro 1,5 gradi), sarebbe a rischio solo dal 5 all’8% della produzione agricola mondiale. LEGGI TUTTO

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    Clima, Visco: settore finanziario sempre più consapevole del ruolo che può svolgere

    (Teleborsa) – Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha ribadito l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico. Aprendo l’evento di presentazione dell’iniziativa G20Techsprint organizzata assieme alla Banca dei regolamenti internazionali nell’anno di presidenza italiana del G20, Visco ha sottolineato che vari settori dell’economia globale “stanno iniziando a diventare più consapevoli dei ruoli che possono svolgere”, incluso il sistema finanziario. “I fondi riorientano i loro portafogli verso aziende più sostenibili, alcuni risparmiatori cambiano le loro preferenze, optando per green bond o social bond”, ha sottolineato. “Anche le Banche Centrali stanno giocando un ruolo crescente, non solo attraverso i loro portafogli finanziari – ha aggiunto il governatore – ma anche attraverso le loro azioni di vigilanza”.Più in generale, “il mondo sta affrontando diverse sfide molto difficili: superare la pandemia, sradicare la povertà, la lotta al cambiamento climatico. Il G20 lavora intensamente per affrontarli e la Presidenza italiana si propone di affrontare queste sfide incoraggiando i responsabili politici globali a rafforzare la cooperazione – ha aggiunto Visco – e ad intensificare i loro sforzi per promuovere una ripresa che porti a un’economia più inclusiva e sostenibile”.La sfida sul cambiamento climatico “si può affrontare con una ampia innovazione e uno sforzo su scala globale: serve una riposta collettiva”, ha dichiarato nel suo intervento il ministro dell’Economia, Daniele Franco. “Il G20 è cruciale per sbloccare il nostro futuro ma serve anche contributo del settore privato” oltre alla collaborazione pubblico-privato. Secondo Franco, “sono necessari anche sforzi della società civile. Ci servono generazioni più preparate sui temi climatici, per trovare soluzioni più ampie”. L’obiettivo di lungo termine, ha spiegato il ministro è sganciare l’andamento della crescita dallo sfruttamento delle risorse naturali, il cosiddetto decoupling. LEGGI TUTTO

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    BCE, Irene Heemskerk responsabile del Centro per il cambiamento climatico

    (Teleborsa) – L’Executive Board della Banca Centrale Europea ha nominato Irene Heemskerk a capo del Centro per il cambiamento climatico a partire dal 15 giugno 2021. La BCE ha lanciato il suo Centro sul cambiamento climatico all’inizio di quest’anno per modellare e guidare la sua agenda sul clima internamente ed esternamente, basandosi sull’esperienza di tutti i team che già lavorano su tali temi. “Il Centro sul cambiamento climatico concentrerà gli sforzi della BCE per affrontare il cambiamento climatico – ha commentato il presidente Christine Lagarde – Irene Heemskerk porta l’esperienza, la conoscenza e l’entusiasmo necessari per guidare il lavoro del Centro per il Cambiamento climatico e per rafforzare il ruolo della BCE nella lotta al cambiamento climatico nell’ambito del suo mandato”. In qualità di responsabile, Heemskerk riferirà direttamente alla presidente Lagarde. LEGGI TUTTO

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    Clima, Lagarde: serve un prezzo globale per la CO2

    (Teleborsa) – La presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha dichiarato che occorre “stabilire un prezzo globale” per la CO2 ma soprattutto occorre definire degli standard che siano validi per tutti quando si parla di questioni climatiche. Intervenendo ad un webinar su mercati finanziari e clima organizzato da Bloomberg, Lagarde ha citato l’esempio del termine “sostenibilità”: “non abbiamo le stesse definizioni, fatichiamo a trovarle. Nell’Ue ci proviamo con la tassonomia, ma in definitiva non sappiamo veramente cosa sia ‘verde’, un ‘po’ verde’, ‘scuro’, ‘molto scuro'”. Altro esempio proposto dalla presidente della BCE è quello delle informazioni sulle emissioni di gas serra: “secondo le ultime stime del FMI il prezzo della CO2 dovrebbe essere attorno ai 70 dollari per tonnellata e e invece, al momento, in media si aggira attorno ai 2 dollari per tonnellata”. “E mancano le informazioni – ha aggiunto – abbiamo una giungla di misure e questa molteplicità crea più opacità che chiarezza. Chi deve prendere decisioni ha bisogno di informazioni accurate. Sulla CO2 bisogna fissare un prezzo universale”.Allo stesso webinar il Governatore della Banca Centrale della Francia, Francois Villeroy, si è espresso a favore dei propositi di Lagarde, mentre il collega olandese Klaas Knot ha sostenuto che questi temi vanno gestiti a livello di politiche di Bilancio con tasse e incentivi. Per Lagarde, “una Istituzione può includere il cambiamento climatico nelle sue varie attività”. Sul clima “non siamo noi alla guida, ci sono i governi, ma al tempo stesso – ha aggiunto – dobbiamo esplorare come il cambiamento climatico influenza la nostra mission”. LEGGI TUTTO