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    Call for Education 2023, da UniCredit Foundation 3 milioni di euro

    (Teleborsa) – Sostenere programmi di contrasto alla povertà educativa in tutti i Paesi in cui opera il Gruppo Unicredit (ad eccezione di Bulgaria e Romania dove la Call si è appena conclusa con successo). Con questo obiettivo UniCredit Foundation, in linea con il proprio purpose di sprigionare il potenziale delle prossime generazioni europee, lancia la “Call for Education 2023″. A questa iniziativa, che coinvolgerà Austria, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, UniCredit Foundation destinerà un contributo complessivo di 3 milioni di euro. L’iniziativa è volta a individuare e sostenere programmi a favore degli studenti della scuola secondaria inferiore e superiore (fascia di età 11-19 anni), realizzati da organizzazioni senza scopo di lucro, con particolare attenzione a:contrastare l’abbandono scolastico; facilitare l’accesso e il completamento degli studi universitari; favorire l’acquisizione di competenze adeguate all’inserimento nel mercato del lavoro.”L’istruzione è il motore fondamentale per il futuro dell’Europa e sono convinto che sia nostra responsabilità, in quanto – ha dichiarato Andrea Orcel, presidente di UniCredit Foundation – istituzione europea, individuare e sostenere costantemente i giovani talenti delle comunità in cui operiamo, poiché loro getteranno le basi per il progresso e il successo del nostro continente negli anni a venire. Sono pertanto orgoglioso di aver annunciato questa Call for Education 2023, che coinvolgerà ben 10 dei Paesi in cui siamo presenti. Questa iniziativa si sposa perfettamente con l’impegno del Gruppo rivolto a dare costantemente la possibilità alle nostre comunità di progrediree migliorare negli aspetti sociali, in linea con la strategia ESG e il piano strategico della Banca”.Entro l’8 settembre 2023 le organizzazioni non-profit dovranno presentare la propria candidatura sulla piattaforma dedicata. Entro fine ottobre 2023, un Comitato di valutazione istituito ad hoc selezionerà circa 20 progetti vincitori, indicando anche l’importo del sostegno stesso. LEGGI TUTTO

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    BFF Bank, Equita conferma Buy e target price a 11 euro

    (Teleborsa) – Equita ha confermato la raccomandazione (Buy) e il target price (11 euro per azione) sul titolo BFF Bank, società attiva nella finanza specializzata e quotata su Euronext Milan, in vista del Capital Markets Day del 29 giugno.Secondo gli analisti, la società delineerà una strategia in continuità con il percorso seguito negli ultimi anni, con ulteriore focus sullo sviluppo dei volumi nel Factoring & Lending e identificando nuove aree di sviluppo per la crescita dei business commissionali. Inoltre, si aspettano che venga fornita maggiore visibilità sull’evoluzione dell’NII nell’attuale contesto di tassi di interesse, alla luce della differente dinamica di repricing di attivi e passivi.”Il titolo tratta a multipli interessanti (2024E P/E = 8,8x), offrendo un profilo rischio rendimento attraente – si legge nella ricerca – Inoltre BFF si caratterizza per una delle remunerazioni più alte e visibili all’interno del nostro coverage, con dividend yield strutturalmente superiore al 10%”. LEGGI TUTTO

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    Commerzbank, ulteriori accantonamenti per mBank dopo sentenza tribunale

    (Teleborsa) – Commerzbank ha comunicato che registrerà un ulteriore accantonamento di circa 342 milioni di euro a causa della sua controllata polacca mBank (per il suo portafoglio di prestiti in CHF). Il risultato operativo del secondo trimestre di Commerzbank sarà gravato da un importo corrispondente che sarà contabilizzato come ricavi negativi in “Altri proventi netti”. L’accantonamento aggiuntivo deriva da un adeguamento dei modelli di accantonamento principalmente in conseguenza di una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea relativa ai prestiti in valuta estera di un concorrente di mBank.Nonostante questo onere, Commerzbank mira ancora a un risultato netto nel 2023 “ben superiore” a quello del 2022. Le prospettive dipendono dall’ulteriore sviluppo dei mutui in franchi svizzeri di mBank e si basano sull’ipotesi di una lieve recessione in Germania. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, Goldman Sachs ha quota potenziale del 6,96%

    (Teleborsa) – Goldman Sachs continua a muoversi sul capitale di UniCredit, sia tramite acquisti di azioni che altri strumenti. Secondo le comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti, con riferimento al 15 giugno, la banca d’affari statunitense ha una quota potenziale 6,96% del capitale. La partecipazione è detenuta tramite Goldman Sachs International e altre 12 società controllate.Scendendo nei dettagli, lo 0,84% sono diritti di voto riferibili ad azioni. Lo 0,32% sono azioni oggetto di contratti di prestito titoli senza data di scadenza e con possibilità di restituzione in qualsiasi momento.L’1,93% sono contratti di opzione “Put”, “Call” e “Future” e obbligazioni convertibili con date di scadenza comprese tra il 15/06/2023 ed il 15/12/2050.Il restante 3,87% è: per l’1,69% contratto “Future” con date di scadenza comprese tra 16/06/2023 ed il 17/12/2032; per l’1,25% contratto di opzione “Call” con date di scadenza comprese tra il 16/06/2023 ed il 31/03/2035; per lo 0,94% altri contratti di opzione “Swap”, “Put”, “Forward” e “Call Warrant” con date di scadenza comprese tra il 16/06/2023 ed il 14/03/2033. LEGGI TUTTO

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    Intesa, Goldman Sachs ha quota potenziale dello 0,85%

    (Teleborsa) – Goldman Sachs si muove sul capitale di Intesa Sanpaolo, sia tramite compravendita di azioni che altri strumenti. Secondo le comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti, con riferimento al 16 giugno, la banca d’affari statunitense ha una quota potenziale dello 0,85% del capitale.Scendendo nei dettagli, lo 0,41% sono diritti di voto riferibili ad azioni, lo 0,10% è una partecipazione potenziale, lo 0,01% posizioni lunghe con regolamento fisico e lo 0,33% posizioni lunghe con regolamento in contanti.L’ultima posizione dichiarata era complessivamente del 6,13% ed era relativa al 12 giugno. LEGGI TUTTO

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    Lovaglio: MPS è grande opportunità a quotazioni attuali, mercato deve consolidarsi

    (Teleborsa) – “È molto importante far emergere il valore di questa banca e l’anno scorso abbiamo fatto una grande trasformazione. La situazione sarà evidente andando avanti e la banca sarà valorizzata per quello che è. La banca alle quotazioni attuali è una grande opportunità e diventa molto più facile pensare operazioni di integrazione”. Lo ha affermato Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, nel corso di un convegno sugli NPL organizzato da Il Sole 24 Ore. “L’estrazione di valore è continua e questa sarà una banca quest’anno farà un Return on tangible double digit”, ha aggiunto.Sollecitato sul fronte M&A, l’AD ha detto che “in un paese che sta cercando di cambiare alcuni indirizzi, servono banche grandi. Non è una necessità ora, ma credo che in un’ottica prospettiva il mercato debba consolidarsi. La concentrazione è indispensabile per servire meglio il paese, ma non è solo una questione di MPS e credo che queste questioni debbano essere sul tavolo anche di altri player”.Analizzando la situazione di MPS, ha detto che “la cosa che ci fa stare tranquilli è la strada che abbiamo intrapreso, e non ci distrare da una situazione che potrebbero farci abbassare la guardia, come i benefici dai tassi di interesse, un trend che però è destinato a mutare. Quindi le banche devono essere pronte a generare la redditività con altre voci del conto economico e la guardia deve essere molto alta”.”L’aumento dei tassi e dell’inflazione sono fattori che fanno pensare a nuvole all’orizzonte e dobbiamo essere focalizzati sulle tre fasi che interessano l’attività della banca: l’erogazione, il monitoraggio e il recupero – ha detto Lovaglio – È molto saggio evitare di celebrare momenti così favorevoli, mettendo fieno in cascina come stiamo facendo. Abbiamo dato una guidance sul costo del rischio che conferma i livelli del 2022, anche se i segnali di inizio anno potevano suggerisce un valore più basso”.”Dobbiamo accelerare nell’attuazione del piano ed è molto importante la specializzazione”, ha detto il numero uno di MPS, aggiungendo che “è importante essere time to market e avere costi bassi” e che “questo effetto esogeno dei tassi deve far riflettere sul fare gli investimenti che altrimenti non avremmo potuto fare”. LEGGI TUTTO

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    Banche italiane, incidenza delle commissioni in netta crescita da crisi finanziaria

    (Teleborsa) – Nel sistema bancario italiano il rapporto tra commissioni e asset totali è il più elevato tra i maggiori paesi dell’area euro, ed è cresciuto in modo pressoché costante dal 2008. Il livello delle commissioni addebitate dalle banche alla propria clientela non è una variabile soggetta a regolamentazione, ma il suo peso e la sua evoluzione nel tempo “possono segnalare sia rischi per la sostenibilità dei modelli di business delle banche sia frizioni nella correttezza dei rapporti con i clienti”. Lo si legge nella ricerca “Commissioni bancarie, tra trend e modelli di business” della Banca d’Italia.Secondo lo studio degli economisti di via Nazionale, l’aumento del reddito da commissioni ha coinvolto tutte le categorie di banche, ma le quote di reddito generate dalle commissioni e l’uso delle tipologie di commissioni sono molto eterogenee tra le banche. Ad esempio, le banche cooperative significative hanno ratio in media inferiori tra le fee totali e gli asset totali, ma ratio più elevati tra le commissioni per gli ordini di pagamento, le carte di pagamento e la gestione dei conti.I risultati della ricerca mostrano che commissioni più elevate sono associate a spese operative più elevate e livelli di capitale inferiori. Questi risultati sono generalmente stabili nel tempo, nelle categorie bancarie e nei tipi di commissioni. “Le stime non implicano un nesso causale tra le variabili – viene sottolineato – tuttavia, suggeriscono che un reddito da commissioni più elevato richiede o si ottiene quando la struttura dei costi è più ingombrante e che la dipendenza dal reddito da commissioni è più pronunciata per le banche con livelli di capitale inferiori”.Inoltre, i risultati mostrano che non esiste una relazione stabile tra commissioni e margine di interesse a livello bancario, il che suggerisce che l’aumento delle commissioni dopo la crisi finanziaria globale non è semplicemente e interamente dovuto al calo dei profitti da prestito causato dal prolungato periodo di bassi tassi di interesse.Più in generale, le banche più specializzate nell’attività di prestito tradizionale risultano utilizzare meno le commissioni come fonte di reddito rispetto alle banche specializzate nell’attività di investimento. In effetti, l’analisi di Bankitalia suggerisce che le banche i cui modelli di business sono più focalizzati sui prestiti alle famiglie hanno meno probabilità di fare affidamento sulle commissioni e non sembrano sfruttare i prestiti per ampliare la portata delle commissioni. LEGGI TUTTO

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    IBL Banca, Scope conferma rating BBB con outlook Stabile

    (Teleborsa) – Scope ha confermato il rating “BBB” e l’outlook “Stabile” su IBL Banca, specializzata nel settore dei finanziamenti tramite cessione del quinto (CdQ). Il rating è determinato dal suo “posizionamento privilegiato” nella sua nicchia di mercato, “un’attività a rischio relativamente basso”.La valutazione del contesto operativo “di supporto” riflette l’opinione di Scope secondo cui l’economia italiana è matura e diversificata, con un solido quadro giuridico e normativo. Tuttavia, l’ambiente competitivo per il settore CdQ è “recentemente diventato più difficile”.Scope valuta IBL come “developing” per quanto riguarda la sostenibilità a lungo termine (ESG). Pur riconoscendo il rinnovato impegno di IBL per la digitalizzazione, la valutazione considera anche il rischio di persona chiave relativo a Mario Giordano, amministratore delegato della banca che ricopre il ruolo dal 1998 e detiene una quota del 50% dell’istituto.L’outlook “Stabile” riflette l’opinione di Scope secondo cui IBL sarà “in grado di mitigare la pressione sui margini dovuta all’aumento dei costi di finanziamento”. LEGGI TUTTO