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    Citigroup, utile in calo del 36% nel 2° trimestre. Salgono spese e costo del credito

    (Teleborsa) – Citigroup ha registrato un utile netto per il secondo trimestre 2023 di 2,9 miliardi di dollari, o 1,33 dollari per azione, su ricavi di 19,4 miliardi di dollari. Ciò si confronta con un utile netto di 4,5 miliardi di dollari (-36%), o 2,19 di dollari per azione (-39%), su ricavi di 19,6 miliardi di dollari per il secondo trimestre 2022. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 1,30 dollari su ricavi di 19,3 miliardi di dollari.L’utile è sceso a causa delle maggiori spese (spese operative in crescita del 9% a 13,6 miliardi di dollari), dell’elevato costo del credito (passato a 1,8 miliardi di dollari da 1,3 miliardi) e dei minori ricavi, si legge in una nota.Le entrate della divisione Markets sono diminuite del 13% a 4,6 miliardi di dollari a causa di attività più contenute nel reddito fisso e nelle azioni, mentre le commissioni di Investment Banking sono crollate del 24% a 612 milioni di dollari.”In un contesto macroeconomico difficile, abbiamo continuato a vedere i vantaggi del nostro modello di business diversificato e del solido bilancio”, ha dichiarato la CEO Jane Fraser. LEGGI TUTTO

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    Wells Fargo, utile sale a 4,9 miliardi nel 2° trimestre. Battute le attese

    (Teleborsa) – Wells Fargo, la quarta più grande banca statunitense, ha registrato un utile netto di 4,938 miliardi di dollari, o 1,25 dollari per azione, nel secondo trimestre del 2023, rispetto ai 3,142 miliardi di dollari (+57%), o 75 centesimi per azione, di un anno fa (+67%). I ricavi totali sono aumentati del 20% a 20,53 miliardi di dollari. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 1,16 dollari su ricavi di 20,12 miliardi di dollari.Il margine di interesse (NII) è aumentato del 29% a 13,16 miliardi di dollari, principalmente a causa dell’impatto dei tassi di interesse più elevati e dei maggiori saldi dei prestiti, parzialmente compensati dai minori saldi dei depositi.Il reddito non da interessi è aumentato dell’8% a 7,37 miliardi di dollari, guidato da maggiori ricavi di negoziazione nell’area Markets e minori svalutazioni in venture capital e private equity, parzialmente compensati da minori commissioni relative ai depositi, un calo delle commissioni basate su attività in Wealth and Investment Management a causa di valutazioni di mercato inferiori e minori guadagni netti sulle vendite di titoli di debito.L’accantonamento per perdite su crediti nel secondo trimestre 2023 include un aumento di 949 milioni di dollari dell’indennità per perdite su crediti principalmente per prestiti per uffici immobiliari commerciali, nonché per maggiori saldi di prestiti con carta di credito.”Abbiamo registrato solidi risultati nel secondo trimestre – ha commentato il CEO Charlie Scharf – Il nostro forte margine di interesse ha continuato a beneficiare di tassi di interesse più elevati e siamo rimasti concentrati sul controllo delle spese. Come previsto, gli addebiti netti sui prestiti sono aumentati rispetto al primo trimestre. I charge-off al consumo hanno continuato a peggiorare leggermente. I charge-off commerciali sono aumentati a causa di un numero limitato di mutuatari nel Commercial Banking, con scarsi segnali di debolezza sistemica in tutto il portafoglio, e perdite più elevate negli immobili commerciali, principalmente nel portafoglio uffici”.”L’economia degli Stati Uniti continua a registrare risultati migliori di quanto molti si aspettassero e, sebbene ci sarà probabilmente un continuo rallentamento economico e permangono incertezze, è del tutto possibile che la gamma di scenari si restringa nei prossimi trimestri”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    JPMorgan, utile in aumento del 67% nel 2° trimestre grazie a balzo NII

    (Teleborsa) – JPMorgan ha chiuso il secondo trimestre del 2023 con un utile netto in aumento del 67% a 14,47 miliardi di dollari (+40% senza First Republic), o 4,75 dollari per azione, rispetto agli 8,65 miliardi di dollari, o 2,76 dollari per azione, di un anno fa. I ricavi netti sono stati di 42,4 miliardi di dollari, in aumento del 34% (+21% senza First Republic). Escludendo l’impatto di First Republic, il ROTCE si è assestato al 23%. Il margine di interesse (NII) è stato di 21,9 miliardi, in aumento del 44% (+38% senza First Republic). Il NII escluso Markets è stato di 22,4 miliardi, in aumento del 63%, trainato principalmente da tassi più elevati, parzialmente compensati da saldi di deposito inferiori rispetto all’anno precedente. I ricavi non da interessi sono stati di 20,5 miliardi, in aumento del 25%, guidati principalmente da maggiori ricavi non da interessi di CIB Markets e dall’assenza di alcune perdite in Payments nell’anno precedente, parzialmente compensate da maggiori perdite nette in titoli di investimento in Corporate.L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 2,9 miliardi. Escludendo First Republic, l’accantonamento è stato di 1,7 miliardi, riflettendo addebiti netti di 1,4 miliardi di dollari e una costituzione di riserve nette di 326 milioni di dollari.”Quasi tutte le nostre linee di business hanno registrato una crescita continua nel trimestre – ha spiegato il CEO Jamie Dimon – Nel Consumer & Community Banking, la produzione di nuovi conti correnti è stata molto sostenuta, mentre i prestiti con carte sono cresciuti del 18%. In Corporate & Investment Bank, le commissioni di Investment Banking sono rimaste sotto pressione, sebbene abbiamo guadagnato quote di mercato dall’inizio dell’anno. Nel Commercial Banking, i ricavi dei pagamenti sono rimasti molto solidi e sono cresciuti del 79%. Infine, Asset & Wealth Management ha registrato afflussi record a lungo termine pari a 61 miliardi di dollari, con afflussi in tutti i canali, regioni e asset class”.”L’economia statunitense continua ad essere resiliente – ha aggiunto – I bilanci dei consumatori rimangono sani e i consumatori stanno spendendo, anche se un po’ più lentamente. I mercati del lavoro si sono leggermente indeboliti, ma la crescita dell’occupazione rimane forte. Detto questo, ci sono ancora rischi salienti nella visione immediata. I consumatori stanno lentamente esaurendo le loro riserve di liquidità, l’inflazione core è stata ostinatamente alta (aumentando il rischio che i tassi di interesse salgano e rimangano più alti più a lungo), un inasprimento quantitativo di questa portata non si è mai verificato, i deficit fiscali sono ampi e la guerra in Ucraina continua ad avere grandi effetti potenziali sulla geopolitica e sull’economia globale”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit si aggiudica nove premi agli Euromoney Awards for Excellence

    (Teleborsa) – UniCredit si è aggiudicata nove premi agli Euromoney Awards for Excellence di quest’anno, dopo i cinque ottenuti nel 2022, con riconoscimenti nelle seguenti categorie: Migliore banca in Austria; Migliore banca in Bosnia-Erzegovina; Migliore banca in Bulgaria; Migliore banca dell’Europa centrale e orientale; Migliore banca in Croazia; Migliore banca in Italia; Migliore banca d’investimento in Italia; Migliore banca per i servizi di transazione nell’Europa centrale e orientale; Migliore banca per la gestione patrimoniale in Europa centrale e orientale.Oltre ai vari premi a livello nazionale, i risultati vedono UniCredit riconosciuta come “Migliore Banca dell’Europa Centrale e Orientale” per la prima volta dal 2020, come commenta Euromoney: “Nell’ultimo anno il potenziale di crescita organica di UniCredit in Europa centrale e orientale è diventato più chiaro. La banca ha registrato una forte crescita del numero di clienti – soprattutto in Paesi come la Romania e la Serbia, dove la sua quota di mercato può ulteriormente crescere – così come una maggiore efficacia nel cross-selling di prodotti come le assicurazioni e la gestione del risparmio. Questi successi di UniCredit devono molto allo sviluppo del digital banking – con una maggiore digitalizzazione dei mutui, dei prestiti al consumo e dei conti correnti nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, ad esempio – e ai suoi sforzi per ridurre il numero di prodotti retail, favorendo una maggiore efficienza e concentrazione”.”Questi premi evidenziano lo slancio della nostra trasformazione in corso, guidata soprattutto dall’impegno e dalla dedizione delle nostre persone – ha commentato il CEO Andrea Orcel – Allo stesso tempo, parlano anche della nostra vicinanza ai clienti e del radicamento nei Paesi in cui siamo presenti. Congratulazioni ai colleghi per il loro incessante impegno e grazie ai nostri clienti per la loro continua fiducia”. LEGGI TUTTO

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    Italia, banche estere aumentano quote di mercato. Confermata importanza nel CIB

    (Teleborsa) – A fine 2022 le banche estere in Italia rappresentavano il 18% circa del totale (438, di cui 79 estere) con una quota di mercato aumentata sia nei depositi da residenti che nei prestiti alle imprese, raggiungendo rispettivamente il 9,7% e il 16%. In particolare, è aumentato il peso delle filiazioni nel comparto dei mutui e si è confermato un ruolo preminente anche nel comparto del credito al consumo. È quanto emerge dal report annuale dell’AIBE (Associazione Italiana Banche Estere), pubblicato in occasione dell’assemblea annuale.”Il 2022 ha rilevato alcuni cambiamenti nel ruolo delle banche estere – ha commentato Guido Rosa, presidente dell’AIBE – un riposizionamento di alcune attività che è il risultato dei fenomeni esogeni che hanno impattato profondamente sullo scenario internazionale, e quindi sull’Italia, e che merita una riflessione. Se da un lato si riscontra una leggera diminuzione della quota nel collocamento azionario e obbligazionario, d’altra parte invece, il mercato dell’M&A mostra numeri in forte crescita”.Nel dettaglio, il 2022 conferma l’importanza del Corporate Investment Banking (CIB), settore di attività strategico ed introdotto in Italia dalle banche estere. In particolare il mercato dei prestiti sindacati nel 2022 è cresciuto di circa 24 miliardi di euro, con un controvalore complessivo delle operazioni pari a 94 miliardi di euro e con nuovi massimi rispetto ai valori dell’ultimo decennio. Le banche estere hanno partecipato al 77% dei collocamenti, confermando una posizione rilevante in qualità di bookrunner.Il mercato del capitale di debito ha registrato in Italia, nel 2022, un controvalore di emissioni di poco inferiore a 111 miliardi di euro (-29% su base annua). In tale mercato si conferma un ruolo ormai consolidato per i bookrunner esteri: le emissioni assistite da almeno un intermediario estero sono state pari al 74% del mercato (in diminuzione rispetto al 91% del 2021). Tra le tranche di maggior valore, ovvero pari ad almeno 1 miliardo di euro, le banche estere sono state coinvolte in 22 delle 27 operazioni concluse, corrispondenti a volumi per circa 46 miliardi di euro, ovvero oltre i 2/3 della dimensione complessiva.Il mercato del capitale di rischio (equity) ha sofferto ila debolezza dello scenario macroeconomico e i fattori di incertezza sui mercati. Nel 2022 nel mercato domestico delle emissioni di equity sono state registrate 43 operazioni, per un controvalore complessivo di 4,5 miliardi di euro (–40% su base annua), di cui circa il 77% relativo ad operazioni che hanno visto coinvolti bookrunner esteri.Il mercato dell’M&A italiano, che si è contratto di circa il 16% rispetto al 2021 in termini di controvalore (da 100 a 84 miliardi di euro), ha registrato un forte incremento delle operazioni cross-border in entrata, passate da 17 a 32 miliardi di euro. Advisor esteri a supporto di acquirenti e target sono stati coinvolti in oltre il 90% delle controvalore delle operazioni.Nel 2022 la raccolta sul mercato italiano del Private Equity e Venture Capital è aumentata da 11,2 a 12,6 miliardi di euro, con una crescita del contributo dei fondi pan-europei con base in Italia (6,7 miliardi di euro, +23% su base annua). Nella raccolta indipendente, la componente estera pesa per circa il 45% (1,7 miliardi di euro, circa 4 volte il dato 2021). Nel 2022 gli operatori internazionali hanno investito circa 15,4 miliardi di euro (65% del totale), con un taglio medio delle operazioni pari a circa 6 volte quelle degli operatori domestici.Nel 2022 la massa gestita (Assets Under Management) dagli operatori dell’industria del risparmio gestito – conteggiando complessivamente gestioni collettive e gestioni di portafoglio – in Italia è diminuita del 15% su base annua, passando da circa 2.594 a 2.210 miliardi di euro, con un calo che ha interessato sia gruppi italiani sia gruppi esteri. Il patrimonio riconducibile a gruppi esteri è pari a circa 760 miliardi di euro, corrispondente al 34% del totale, stabile rispetto allo stock di fine 2021.”I dati parlano di un Made in Italy fatto di eccellenze (le imprese italiane) che piacciono agli investitori esteri perché creano valore, e di un’Italia meno attrattiva legata al debito, al funzionamento della macchina pubblica, agli investimenti, alle riforme mancate, alla capacità di mettere concretamente a terra gli investimenti produttivi previsti dal PNRR – ha spiegato Rosa – Infatti, c’è da registrare un’accelerazione nel disinvestimento di titoli del debito pubblico da parte di soggetti non residenti, un processo, a dire il vero, in atto da alcuni anni, dovuto probabilmente alla percezione di un maggiore rischio per l’alto livello di debito pubblico”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit Foundation e Junior Achievement Europe lanciano “Re-power your future”

    (Teleborsa) – UniCredit Foundation, Fondazione d’impresa del Gruppo UniCredit il cui scopo è sostenere iniziative a favore della formazione dei giovani europei, e Junior Achievement Europe, tra le organizzazioni più importanti nella promozione di attività di orientamento e sostegno allo studio, lanciano “Re-power your future”, un programma destinato a prevenire la dispersione scolastica precoce. UniCredit Foundation investirà 6,5 milioni di euro in una partnership triennale in dieci paesi del perimetro UniCredit: Austria, Bulgaria, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Il programma coinvolgerà studenti tra i 10 e i 19 anni, un’età considerata critica per la costruzione del proprio futuro.L’iniziativa – spiega Unicredit in una nota – mira a motivare gli studenti nel loro percorso di studi, a suscitare interesse e passione per il loro avvenire, così da migliorare i risultati conseguiti e prevenire l’abbandono scolastico. Più nel dettaglio, il programma sarà implementato attraverso la partecipazione di scuole, imprese e organizzazioni comunitarie. Le attività saranno strutturate intorno a tre macro pilastri: “Inspire”, “Prepare” e “Succeed”. Attraverso le sessioni “Inspire” e “Prepare”, le organizzazioni associate a JA Europe insieme a tutor e mentor di UniCredit forniranno ai partecipanti le conoscenze, le competenze e le motivazioni necessarie per seguire e realizzare le proprie aspirazioni future. Il modulo “Succeed”, punta invece a supportare gli studenti che si trovano ad affrontare il passaggio verso il mondo del lavoro, aiutandoli nella ricerca di opportunità preziose come stage e colloqui di lavoro o nella realizzazione di iniziative imprenditoriali. Queste attività includeranno una settimana prolungata di “Shadowing lavorativo”, esperienze professionali concrete epercorsi di incubazione.”Il purpose di UniCredit – ha dichiarato Andrea Orcel, presidente di UniCredit Foundation – è quello di fornire alle comunità le leve per il progresso, e l’impegno di UniCredit Foundation nell’ambito dell’istruzione è essenziale per raggiungere tale obiettivo. Ora più che mai è importante che ci impegniamo a costruire un futuro migliore per i nostri giovani e le loro comunità attraverso l’istruzione, aprendo la strada alla crescita e allo sviluppo futuri. La partnership della Fondazione con JA Europe va in questa direzione affrontando direttamente una delle principali sfide educative di questo tempo: gli alti tassi di abbandono scolastico che limitano le opportunità di lavoro dei giovani europei con conseguenze anche sulle loro disponibilità economiche nel lungo termine. Attraverso questa nuova partnership, UniCredit Foundation e JA Europe intendono raggiungere oltre 400mila studenti in dieci paesi, conferendo loro maggiore autonomia grazie alpotere trasformativo dell’apprendimento”. “Possiamo raggiungere un’Europa più equa e prospera solo quando ogni giovane europeo – ha sottolineato Salvatore Nigro, ceo di JA Europe – avrà accesso a opportunità e risorse per crescere e avere successo. La nostra collaborazione con UniCredit Foundation è straordinaria per la sua portata e per l’ambizione di affrontare i segmenti più vulnerabili della gioventù europea. Insieme, UniCredit Foundation e JA Europe hanno il proposito di cambiare il panorama dei sistemi educativi europei, prevenendo e riducendo significativamente i tassi attuali di abbandono scolastico. Ci aspettiamo un enorme effetto a catena da questa attività in termini di maggiori tassi di occupazione giovanile e imprenditorialità, maggiore innovazione e un maggior numero di startup in Europa”.La partnership è stata annunciata durante il “GEN-E” 2023, il più grande evento europeo imprenditoriale organizzato a Istanbul da JA Europe e JA Türkiye. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, esclusiva per polo monetica con FSI. Valorizzazione di oltre 2 miliardi

    (Teleborsa) – Il CdA di Banco BPM ha ha deliberato di concedere un’esclusiva a FSI SGR, Pay Holding e BCC Pay per la costituzione di un nuovo polo nella monetica. L’annuncio odierno segue l’avvio del progetto per la valorizzazione del business, reso noto lo scorso 18 aprile, e l’esame di offerte ricevute da primari operatori del settore.L’esclusiva è finalizzata alla negoziazione e alla definizione dei termini e delle condizioni di una potenziale partnership nei settori dell’issuing e dell’acquiring, con contestuale attivazione di una joint venture, nel cui capitale la banca potrà entrare con una quota significativa.La nuova partnership potrà portare alla creazione del secondo operatore nazionale per dimensioni, interamente controllato da istituzioni italiane, al quale Banco BPM intende conferire le proprie attività nel business della monetica, con riconoscimento di un corrispettivo misto per cassa e in azioni comportante benefici anche in termini di capitale. È prevista la contestuale sottoscrizione di un accordo distributivo che permetterà alla banca di preservare i livelli commissionali running (circa 140 milioni di euro nel 2022) e di sfruttare tutto il potenziale di valorizzazione – quantificabile in oltre 2 miliardi di euro in termini di NPV – in un settore ad alto potenziale di crescita in termini di volumi e di ricavi.Il CdA ha conferito mandato all’AD per negoziare i termini e le condizioni della potenziale operazione, che è soggetta alle autorizzazioni di legge, nonché per procedere all’eventuale sottoscrizione del memorandum of understanding di natura vincolante. LEGGI TUTTO

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    BNL, tribunale dichiara illegittima cessione IT. Sindacati festeggiano reintegro lavoratori

    (Teleborsa) – Il Tribunale del lavoro di Roma ha dichiarato illegittima la cessione del ramo d’azienda per i servizi IT da BNL, banca italiana del colosso francese BNP Paribas, alla società di consulenza Capgemini. BNL – si legge in una nota – ha preso atto e si è immediatamente attivata per dare seguito alla sentenza, emessa in relazione al ricorso presentato da una parte dei dipendenti coinvolti dall’operazione. La sentenza riguarda circa 250 lavoratori.”La volontà di non firmare alcun accordo di cessione, compresa la precedente riorganizzazione dove si paventava tale soluzione, era dovuta proprio alla consapevolezza che l’operazione industriale aveva come unico obiettivo quello di ridurre i costi – hanno commentato Fabio Brunamonti, segretario nazionale First Cisl, e Valerio Maurizio Fornasari, segretario responsabile First Cisl del gruppo BNL – La banca avrebbe dovuto, ascoltando il sindacato, valorizzare le persone e non incorrere in una sentenza che lede la reputazione di BNL e del gruppo BNP Paribas”.BNL rimane comunque “convinta del valore industriale e strategico della partnership” con Capgemini e si riserva “ogni azione e l’eventuale ricorso” per sostenere la propria posizione. Il contratto di servizio con Capgemini rimarrà operativo, viene spiegato, così come gli impegni presi da entrambe le parti, al fine di continuare a perseguire un miglioramento della qualità dei servizi IT.”Il giudice, nella sentenza di oggi, ha accolto le ragioni delle colleghe e dei colleghi che hanno fatto ricorso; ragioni che erano state sostenute da ben due giorni di sciopero proclamati da tutte le organizzazioni sindacali in risposta al sostanziale rifiuto della banca di cercare una soluzione condivisa”, ha ricordato la Fabi.BNL provvederà con effetto immediato a ripristinare il rapporto di lavoro con i colleghi interessati dalla sentenza. Tuttavia, ha avviato un percorso di informazione e confronto con le organizzazioni sindacali per procedere alla definizione di soluzioni che permettano il mantenimento della continuità operativa presso CFT/Capgemini.Nel passato piano industriale, “il management di BNL ha operato questa cessione dell’IT a Capgemini: una modalità grossolana di risparmio del costo del lavoro, senza al contrario usare gli strumenti previsti dalla categoria sul fronte esuberi e utilizzo del fondo”, ha commentato Martina Braga, responsabile di coordinamento Fisac Cgil BNL. Ora è in previsione un nuovo pronunciamento del tribunale di Roma per quanto riguarda, invece, la cessione dei sistemi di backoffice di BNL ad Accenture. “Aspettiamo fiduciosi questo prossimo intervento, che riteniamo essere anch’esso illegittimo e frutto di una stessa errata logica industriale”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO