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    UniCredit, Orcel: sulla buona strada per portare a termine il migliore anno di sempre

    (Teleborsa) – “UniCredit ha conseguito ancora una volta una serie di risultati record, con ricavi netti in rialzo del 1,2% e costi in calo dello 0,1% rispetto allo scorso anno, assorbendo l’allargamento del nostro perimetro. L’utile netto è aumentato a 2,6 miliardi di euro con un RoTE al 19,1%, e il nostro CET1 ratio si è attestato al 14,8% grazie alla solida generazione organica di capitale”. Lo ha detto Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit, commentano i risultati dei tre e nove mesi 2025.”Confermiamo la nostra guidance per un utile netto di circa 10,5 miliardi di euro nel 2025 prima di ogni iniziativa manageriale per rafforzare ulteriormente i nostri risultati futuri, e siamo sulla buona strada per portare a termine il nostro migliore anno di sempre”, ha aggiunto.”Con l’accelerazione della nostra strategia e con l’impiego del capitale in eccesso per creare valore, abbiamo migliorato la nostra traiettoria leader nel settore per utili e distribuzione agli azionisti – ha sottolineato Orcel – Questi risultati riflettono la disciplina nell’attuazione della nostra strategia, e ho fiducia nel fatto che continueremo a costruire valore sostenibile per tutti gli stakeholder”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, utile 3° trimestre sopra le attese a 2,6 miliardi di euro. Guidance confermata

    (Teleborsa) – UniCredit ha comunicato che l’utile netto si è attestato a 2,6 miliardi di euro nel 3trim25 (superiore al consensus fornito dalla società), in rialzo del 4,7% anno su anno, portando l’utile netto complessivo nei 9mesi25 a 8,7 miliardi, in rialzo del 12,9% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.Il rendimento sul patrimonio netto tangibile (RoTE) si è attestato al 19,1% nel trimestre e al 21,7% nei nove mesi, supportato dall’eccellenza operativa e del capitale, e dalle solide protezioni a tutela del conto economico. I ricavi netti si sono attestati a 6,1 miliardi nel 3trim25, in rialzo del 1,2% rispetto all’anno precedente, comprensivi di un margine di interesse (NII) pari a 3,4 miliardi di euro, di commissioni e risultato netto della gestione assicurativa pari a 2,1 miliardi di euro e di rettifiche su crediti (LLPs) pari a 0,1 miliardi.Scendendo ancora più nei dettagli, il margine di interesse è diminuito del 2,7% trimestre su trimestre attestandosi a 3,4 miliardi di euro, un risultato resiliente alla luce dei più bassi tassi di interesse nel trimestre, in gran parte dovuto ad una gestione disciplinata del pass-through sui depositi, che ha chiuso il trimestre ad una media di circa il 30 per cento. Il margine di interesse è diminuito del 5,4% anno su anno. La prioritizzazione da parte del Gruppo di clienti e segmenti redditizi e di qualità è risultata in un margine di interesse netto pari a 3,3 miliardi di euro nel 3trim25. Nel 3trim25, le commissioni e il risultato netto della gestione assicurativa sono cresciuti dello 0,3% trimestre su trimestre, e del 7,6% anno su anno, trainati in parte da elevate commissioni su investimenti.Il Costo del Rischio (CoR) è rimasto strutturalmente basso pari a 10 punti base con 113 milioni di euro di rettifiche su crediti nel trimestre. Il Gruppo detiene un portafoglio creditizio di buona qualità con elevati livelli di copertura e robuste linee di difesa con circa 1,7 miliardi di euro di overlays sulle esposizioni in bonis. Il Gruppo ha generato organicamente 89 punti base di capitale nel 3trim25, pari a 2,6 miliardi di euro, a supporto della distribuzione pari a 2,7 miliardi di euro accantonata per gli azionisti nel trimestre. Dopo aver assorbito 117 punti base dal consolidamento a patrimonio netto della partecipazione del 26% in Commerzbank, il CET1 ratio si è attestato al 14,8%, ben al di sopra rispetto all’obiettivo manageriale per un CET1 ratio fra il 12,5% e il 13%. Gli RWA si sono attestati a 291,5 miliardi di euro nel 3trim25, in rialzo del 1,3% trim/trim e in rialzo del 4,9% a/a.Il Gruppo conferma la guidance per l’utile netto del FY25 a circa 10,5 miliardi di euro, escluse azioni manageriali a beneficio del FY26 e del FY27. Le ambizioni di medio periodo rimangono invariate, con un utile netto nel FY27 superiore a 11 miliardi di euro, RoTE superiore al 20%, e crescita a doppia cifra di EPS e DPS nel periodo FY24-27. In linea con l’impegno di UniCredit verso la creazione di valore per gli azionisti, la distribuzione totale a valere sul FY25 è confermata a pari o superiore 9,5 miliardi di euro, dei quali almeno 4,75 miliardi di euro nella forma di dividendo in contanti. La tranche residua del riacquisto di azioni a valere sul 2024, pari a 1,8 miliardi di euro, inizierà entro la fine di ottobre.Il Consiglio di Amministrazione ha approvato una risoluzione per distribuire un acconto dividendo agli azionisti sui risultati del FY25 per un ammontare complessivo pari a 2,2 miliardi di euro, equivalente ad un dividendo per azione (DPS) pari a 1,4282 euro. L’ammontare “per azione” è calcolato sulle azioni in circolazione aventi diritto al 20 ottobre 2025. Le date attese sono: data di stacco della cedola il 24 novembre 2025, data di registrazione il 25 novembre 2025, e data di pagamento il 26 novembre 2025. LEGGI TUTTO

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    BPER, Jefferies conferma buy e tp a 10 euro

    (Teleborsa) – BPER ha firmato accordi sintetici che coprono il 9,99% delle proprie azioni, che, secondo quanto comunicato dalla società, potrebbero essere utilizzate per riacquisti di azioni proprie. La principale implicazione, “a nostro avviso, è l’impegno ad abbassare il target CET1 a un livello inferiore alle aspettative del mercato (e nostre), il che è musica per le nostre orecchie e in linea con l’ottimo risultato di BPER nei recenti risultati dello stress test della BCE”.E’ quanto scrivono in un report gli analisti di Jefferies in cui confermano la raccomandazione “buy” sul titolo BPER e il prezzo obiettivo a 10 euro.Le azioni BPER confermano a metà seduta la buona performance dell’avvio mostrando un rialzo del 6,13%.Il confronto del titolo con il FTSE MIB, su base settimanale, mostra la maggiore forza relativa dell’istituto di credito emiliano rispetto all’indice, evidenziando la concreta appetibilità del titolo da parte dei compratori.Allo stato attuale lo scenario di breve di BPER rileva una decisa salita con obiettivo individuato a 10,32 Euro. In caso di momentanea correzione fisiologica il target più immediato è visto a quota 9,94. Le attese sono tuttavia per un innalzamento della curva fino al top 10,69. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Divisione International Banks con ELITE sostiene sviluppo aziende Centro-Est Europa

    (Teleborsa) – La Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo lancia la prima ELITE Lounge dedicata alle piccole e medie imprese clientidelle banche estere del Gruppo in collaborazione con ELITE, l’ecosistema di Euronext che aiuta le imprese a crescere e ad accedere ai mercati dei capitali privati e pubblici. La nuova ELITE Lounge Intesa Sanpaolo nasce dalla ormai consolidata partnership strategica tra la Divisione Banca dei Territori della prima banca del Paese ed ELITE e – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – accompagnerà un selezionato gruppo di ambiziose aziende del Centro-Est Europa in percorsi di crescita e alta formazione realizzati con ELITE, con l’obiettivo di consolidare il loro sviluppo e l’accesso a nuove competenze, promuovendo sostenibilità, internazionalizzazione, modelli di leadership estrategia aziendale.Il programma, che si avvale anche del contributo dei migliori consulenti d’impresa italiani e internazionali, offre l’opportunità di accedere a un network europeo di imprenditori, top executive e investitori privati e istituzionali per facilitare l’accesso delle imprese al mercato dei capitali. Dal 2018, in sette anni di partnership, Intesa Sanpaolo ed ELITE hanno già realizzato 24 Lounge, a cui hanno preso parte oltre 480 imprese italiane. Le aziende partecipanti hanno avuto l’opportunità di aprire il capitale a nuovi investitori e completare fusioni e acquisizioni con l’obbiettivo del consolidamento e della crescita. 25 aziende hanno emesso debito strutturato attraverso il modellodel Basket Bond, per una raccolta complessiva di 160 milioni di euro.”Dopo il successo del lancio dei primi Minibond nel Centro-Est Europa, l’avvio della prima ELITE Lounge della Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo è un’ulteriore opportunità che offriamo alle imprese clienti delle nostre banche all’estero per ampliare il business, i canali di finanziamento e la rete di relazioni con il mondo imprenditoriale italiano ed europeo – afferma Paola Papanicolaou, Chief della Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo –.La nuova Elite Lounge e quelle che seguiranno rappresentano un importante valore aggiunto nella nostra offerta di prodotti e servizi e contribuiscono a confermare il nostro posizionamento in mercati sempre più evoluti”.”Crediamo fermamente che ogni impresa, se messa nelle giuste condizioni, possa diventare protagonista del cambiamento – dichiara Marta Testi, CEO ELITE – Gruppo Euronext –. Con questa iniziativa, vogliamo ispirare gli imprenditori a investire nel proprio potenziale e costruire il futuro con ambizione e visione. Siamo orgogliosi di rafforzare la nostra collaborazione con Intesa Sanpaoloattraverso il lancio della prima ELITE Lounge dedicata alla Divisione International Banks. Questo progetto rappresenta un passo concreto verso l’internazionalizzazione del nostro ecosistema. Accogliamo infatti oggi un gruppo di imprese del Centro-Est Europa, clienti della banca, per offrire loro strumenti, competenze e connessioni strategiche utili ad accelerare la crescita e avvicinarsi ai mercati dei capitali e accompagnarle nel loro percorso di crescita sostenibile di lungo periodo”. LEGGI TUTTO

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    Banche, Barclays: nel panorama italiano la preferita è BPER in vista del terzo trimestre

    (Teleborsa) – Nel suo ultimo report sul settore bancario italiano, Barclays ritiene che i risultati del terzo trimestre mostreranno una certa pressione sul margine di interesse (NII) per tutti gli istituti, ma in linea con le attuali guidance in generale. Tra le banche analizzate, BPER risulta essere la preferita di Barclays, che ne ha ripristinato il rating a Overweight (integrando nel modello previsionale Banca Popolare di Sondrio – BPSO). Gli esperti hanno poi confermato giudizio Equalweight su MPS, aggiornando il modello con l’integrazione di MedioBanca (MB).Su BPER, Barclays ha ripristinato il rating a Overweight con target price di 12,5 euro, valore che offre un potenziale di rialzo del +33% rispetto alla chiusura di giovedì. Gli analisti ritengono che “l’investimento sia semplice e convincente”. Dopo aver completato l’acquisizione di una partecipazione dell’80,69% in BPSO, BPER è diventata “un’azienda attenta alla riduzione dei costi, con opportunità di razionalizzare la propria attività commerciale e rafforzare la sua solida posizione patrimoniale”. Essi prevedono che i trend di crescita continuino per l’entità combinata. “Grazie alla resilienza del margine di interesse, a una certa crescita delle commissioni e al controllo dei costi, prevediamo un costo del rischio del 46% nel 2026, in calo al 43% nel 2027. Prevediamo un costo del rischio di circa 40 punti base nel 2026”, precisano. Il terzo trimestre – aggiungono – rifletterà pienamente BPSO così come il quarto trimestre, quando verrà contabilizzato anche il 75% degli oneri di integrazione (300 milioni di euro, con gli altri 100 milioni da contabilizzare nel 2026); il 2026 riflette quindi l’entità combinata fin dall’inizio. “Il capitale è un altro elemento importante, con potenziale di crescita. BPER ha un CET1 ratio di circa il 14,5% quest’anno nelle nostre stime, che prevediamo salirà oltre il 15% a partire dal prossimo anno, considerando un pagamento in contanti del 75% nelle nostre stime (rendimento 9%, 2026E) e la fusione appena annunciata con BPSO”.Inoltre, nello scenario in cui BPER dovesse vendere Alba Leasing, Barclays stima che ciò libererebbe circa 40-45 punti base del CET1 ratio con un impatto limitato sull’utile per azione (circa -1% al 2026). Per quanto riguarda MPS, “data la mancanza di visibilità da parte della società” gli analisti ipotizzano che la banca senese “manterrà una partecipazione stabile dell’86,3% in MB nel nostro orizzonte di stima, sebbene questa possa potenzialmente variare”. In caso di fusione, “MPS potrebbe emettere nuove azioni per le azioni MB residue, ma anche le minoranze scomparirebbero, con impatti compensativi sull’utile per azione e impatti positivi sul capitale”. Il terzo trimestre di MPS sarà ancora autonomo dal punto di vista del conto economico, con MB riflessa solo nel bilancio; dal quarto trimestre in poi MB sarà completamente integrata, pertanto il conto economico del quarto trimestre rifletterà il suo contributo, con “l’intera rivalutazione delle imposte differite (DTA) e il 50% degli oneri di integrazione annunciati”. Il 2026E rifletterà MB per intero e includerà “il resto degli oneri di integrazione”. Per Barclays i punti di forza principali restano “il capitale e la distribuzione (16,2% di CET1 ratio e 11% di rendimento annuo per il 2026E, ovvero un payout del 100%)”. Da monitorare “come procederà l’integrazione con MB dal punto di vista industriale e come verrà definita la nuova governance del gruppo”. Il potenziale di crescita – precisano gli analisti “potrebbe derivare dalle sinergie derivanti da possibili azioni, tra cui progetti per Widiba+CheBanca!, lo sviluppo di un cross-selling sulle PMI vs private banking, l’integrazione del business consumer di MPS con Compass di MB”.In vista del terzo trimestre”Considerando l’andamento del conto economico, i commenti sulle guidance e i potenziali catalizzatori, riteniamo che BPER potrebbe registrare buone performance in vista dei risultati, sia grazie ai solidi dati stand-alone (like-for-like) sia agli aggiornamenti su BPSO, che prevediamo influenzeranno positivamente il consensus”, afferma Barclays. 2Potrebbe essere un trimestre positivo anche per MPS (su base trimestrale, prevediamo un calo del margine di interesse leggermente inferiore rispetto ai competitor, sebbene un calo delle commissioni leggermente superiore); tuttavia, la reazione del prezzo delle azioni potrebbe essere maggiormente legata a eventuali cambiamenti nel piano industriale della nuova entità, che probabilmente verrà reso noto solo in seguito, nell’ambito del comunicato stampa dell’esercizio finanziario”. Per UniCredit, “dopo gli annunci estivi sul rapporto CET1 che si dirige al 14%, il capitale/distribuzione potrebbe essere al centro dell’attenzione durante la conference call”. Per Intesa Sanpaolo, gli analisti ritengono che “il terzo trimestre sarà solido (sebbene mostri una certa stagionalità nelle commissioni), ma i messaggi/aggiustamenti più significativi arriveranno probabilmente in occasione della presentazione del business plan, prevista per il 26 febbraio”.TassazioneBarclays segnala che il dialogo tra il governo e l’Associazione bancaria italiana è ancora aperto, ma la stampa “ha riportato che il governo sta cercando un sostegno da parte delle banche per 4-4,5 miliardi di euro”. “Se questo derivasse solo da una rinegoziazione delle imposte sulle passività (DTA) come accaduto negli anni scorsi, gli impatti dovrebbero essere trascurabili”, osservano gli esperti. Tuttavia, “potrebbero esserci impatti in caso di una tassazione sugli utili extra”. Gli impatti più rilevanti possono riguardare il sentiment/costo del capitale proprio, “poiché il mercato si aspettava che il governo italiano adottasse un approccio più costruttivo nei confronti delle banche, visti i precedenti degli ultimi due anni”.L’opinione di Barclays sulle banche italianeGli analisti ritengono ancora che i potenziali catalizzatori di M&A possano pesare più dei fondamentali sulle performance azionarie di diverse banche italiane. “Riteniamo che i fondamentali siano solidi, sebbene la crescita dell’utile per azione in Italia sia in media inferiore rispetto ad altri paesi europei a causa della sensibilità ai tassi di interesse e della limitata crescita del PIL”. Tuttavia, soprattutto per i titoli a cui gli analisti hanno attribuito la raccomandazione Overweight, ritengono che “il rendimento da dividendi e le valutazioni rimangano interessanti” e prevedono “diversi aggiornamenti dei piani aziendali per il prossimo anno (almeno ISP, BPER, MPS) come potenziali catalizzatori, consentendo agli investitori di apprezzare meglio il potenziale di crescita”.Le banche italiane oggetto di copertura “sono ora scambiate a un P/E 2026E di 9,3x con un rendimento da dividendi 2025E del 7,9%”.Gli analisti esprimono una preferenza per BPER, “in particolare nel terzo trimestre ma anche nel medio termine”. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Flor: “Per transizione sostenibile importanti trasparenza e affidabilità”

    (Teleborsa) – “Per favorire la transizione sostenibile sono importanti trasparenza e dati affidabili. Intesa Sanpaolo ha una lunga tradizione nel reporting di sostenibilità e da sempre rendiconta in modo trasparente ai suoi stakeholder”. E’ quanto ha spiegato Elena Flor, Responsabile ESG Steering di Intesa Sanpaolo, intervenendo alla “VENICE Conference on the Global Governance of Climate Change and Sustainability” in corso a Venezia.”Intesa Sanpaolo ritiene che una rendicontazione di sostenibilità completa e di qualità sia un fattore strategico chiave anche per le imprese clienti. – ha proseguito la manager – Il Gruppo sostiene la transizione sostenibile dei clienti con un approccio che comprende oltre ai finanziamenti, servizi di advisory e formazione, per indirizzare gli investimenti per la transizione ESG e diffondere una maggiore consapevolezza”. “La Banca dal 2021 al primo semestre 2025 ha erogato 78,6 miliardi di nuovi prestiti a supporto della green economy, circular economy e transizione ecologica, su un obiettivo di 76 miliardi riferito al periodo 2021-2026 e erogato 11,9 miliardi di nuovi crediti green alle persone (dal 2022 al primo semestre 2025)”. “Sul fronte del proprio impegno ambientale, – ha concluso Flor – prosegue nel percorso net zero, che ha portato a fissare obiettivi al 2030 sui 10 settori più emissivi del portafoglio crediti del Gruppo e ad una riduzione delle emissioni finanziate assolute del 33% nel 2024 rispetto al 2022 nei settori oggetto di target”. LEGGI TUTTO

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    Banche regionali e Jefferies affondano a Wall Street su timori bad loans

    (Teleborsa) – A Wall Street tornano le preoccupazioni per il riemergere di “bad loans” (crediti in sofferenza) in capo ad alcune banche regionali. Timori che hanno coinvolto anche banca d’affari Jefferies, scatenando vendite sul settore bancario d’Oltreoceano, dove Zions Bancorporation è scivolata del 13% e Western Alliance Bancorp del 10%. Anche il popolare ETF sull’indice S&P Regional Banking è finito sotto pressione, cedendo il 6%.A penalizzare il comparto sono state le preoccupazioni legate a pratiche creditizie scarsamente rigorose e le perdite legate al fallimento di alcune società del settore automobilistico, la First Brands entrata in bancarotta il mese scorso, e Tricolor Holdings. Tutto è iniziato quando, nella serata di mercoledì, Zions ha dichiarato di aver dovuto affrontare un’ingente onere legato a prestiti inesigibili concessi a un paio di debitori. Poi, la Western Alliance ha rivelato giovedì un caso di frode da parte di un debitore. Questi due casi susseguitisi a poca distanza hanno messo in allarme gli operatori di mercato, innescando massicce vendite sul settore. Il fallimento del produttore di componenti auto First Brands e le perdite su crediti delle banche regionali hanno penalizzato anche la banca d’affari Jefferies, che è scivolata del 10% dopo aver dichiarato di avere un’esposizione verso First Brands. Jefferies ha affermato che i fondi che gestisce hanno crediti per 715 milioni di dollari verso società legate a First Brands, mentre UBS ha dichiarato di avere un’esposizione di circa 500 milioni di dollari. LEGGI TUTTO

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    Fed, Waller: sostiene ulteriore taglio tassi di 25 punti nella riunione del FOMC di ottobre

    (Teleborsa) – “Dall’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) del 16 e 17 settembre, i dati economici hanno tendenzialmente confermato la mia visione di un mercato del lavoro in indebolimento e di un’inflazione – in assenza di effetti tariffari temporanei – piuttosto vicina all’obiettivo del 2% del FOMC. Sulla base di quanto a mia conoscenza, sostengo un ulteriore allentamento della politica monetaria rispetto all’impostazione attuale, che a mio avviso sta moderatamente limitando la domanda aggregata e l’attività economica,” ha affermato Christopher Waller, governatore della Federal Reserve, in occasione di un incontro del Council on Foreign Relations a New York.Lo shutdown, “ha ritardato la pubblicazione di importanti dati economici su cui i decisori politici e l’opinione pubblica fanno affidamento per valutare le condizioni economiche”, ha aggiunto ricordando che “L’amministrazione ha richiamato alcuni dipendenti del Dipartimento del Lavoro per completare e pubblicare il rapporto sull’inflazione dei prezzi al consumo il 24 ottobre, in tempo per informare la decisione politica del FOMC cinque giorni dopo.”Waller ha sottolineato poi che i dazi hanno effetti modesti sull’inflazione, “ma con l’inflazione di fondo vicina al nostro obiettivo e le aspettative di inflazione futura ben ancorate, credo che siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2% del FOMC”. Di conseguenza, ha aggiunto, “la mia attenzione si concentra sul mercato del lavoro, dove gli incrementi delle retribuzioni si sono indeboliti quest’anno e l’occupazione potrebbe già essere in calo. La minore offerta di lavoro ha sicuramente ridotto quello che sarebbe un buon tasso mensile di creazione di posti di lavoro, ma sono molto scettico sul fatto che possa essere pari a zero o addirittura negativo”.”Sulla base di tutti i dati in nostro possesso sul mercato del lavoro, credo che il FOMC dovrebbe ridurre il tasso di riferimento di altri 25 punti base nella riunione che si concluderà il 29 ottobre”, ha sottolineato Waller.D’altra parte, “se il mercato del lavoro continuasse a indebolirsi e l’inflazione rimanesse sotto controllo, allora credo che il FOMC dovrebbe procedere a ridurre il tasso di riferimento verso un livello neutrale, che a mio avviso è inferiore di circa 100-125 punti base rispetto a quello attuale. Il mercato del lavoro ha inviato alcuni chiari segnali di allarme ultimamente e dovremmo essere pronti ad agire se tali segnali saranno convalidati da ciò che apprenderemo nelle prossime settimane e mesi”, ha affermato Waller. LEGGI TUTTO