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    U.S. Bank, sanzione da 36 milioni di dollari per condotta illegale durante pandemia

    (Teleborsa) – U.S. Bank pagherà 36 milioni di dollari per le accuse di aver illegalmente impedito ai consumatori disoccupati di accedere ai sussidi di disoccupazione durante la pandemia da coronavirus. In particolare, il Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) ha ordinato di pagare quasi 21 milioni di dollari, mentre l’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) ha separatamente ordinato di pagare 15 milioni di dollari.U.S. Bank è interamente controllata da U.S. Bancorp e ha sede a Minneapolis. Si tratta della quinta banca commerciale più grande del paese, con 2.000 filiali in 26 stati. Al 30 settembre 2023, aveva un patrimonio di 668 miliardi di dollari.”In un momento in cui la disoccupazione era vicina al 15%, molti americani disoccupati in tutto il paese non avevano altra scelta se non quella di affidarsi a U.S. Bank per i loro sussidi di disoccupazione. U.S. Bank ha bloccato l’accesso ai conti e ha richiesto pratiche burocratiche onerose affinché i consumatori riacquistassero l’accesso ai benefici congelati – ha affermato il direttore del CFPB Rohit Chopra – U.S. Bank deve rispettare la legge, e il CFPB e l’OCC stanno facendo pagare alla banca i suoi condotta”. LEGGI TUTTO

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    Svizzera, FINMA chiede più poteri dopo il fallimento di Credit Suisse

    (Teleborsa) – L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) richiede basi legali più forti, la competenza di infliggere multe e norme più stringenti in materia di corporate governance per evitare un altro caso Credit Suisse, che ha portato alla scomparsa dal panorama bancario di una delle due grandi banche attive a livello internazionale, in un evento drastico per la piazza finanziaria svizzera. Le richieste sono contenute in un rapporto pubblicato oggi dalla stessa FINMA, messo a disposizione della Commissione Parlamentare d’inchiesta, che ha analizzato e ripercorso in maniera esaustiva la cronologia dei fatti, l’attività di vigilanza esercitata, il decorso acuto della crisi e la conseguente necessità di apportare cambiamenti.La FINMA ha spiegato che il dissesto di Credit Suisse è stato dovuto a carenze nella strategia e nel management. In particolare: le modifiche alla strategia non sono state attuate in modo coerente; i ricorrenti scandali hanno compromesso la reputazione della banca; i problemi di Credit Suisse si sono materializzati in diverse aree operative e a causa di varie tipologie di rischio; anche negli anni in cui si sono registrate perdite consistenti, le remunerazioni variabili sono rimaste elevate; riorganizzazioni, nonché costi elevati, multe e perdite hanno inoltre indebolito la base patrimoniale; la casa madre, Credit Suisse SA, era l’unità che all’interno del gruppo presentava la più scarsa dotazione di capitale e pertanto costituiva l’anello più debole di tutta la catena; la perdita di fiducia nella banca è tuttavia sfociata in deflussi di liquidità troppo rapidi e di ampia portata, che sono stati ulteriormente acuiti dai mezzi di comunicazione digitale (digital bank run).La FINMA ha svolto un’attività di vigilanza ad ampio raggio su Credit Suisse nel quadro delle disposizioni legali vigenti. Dal 2012 ha svolto 43 accertamenti preliminari nei confronti di Credit Suisse per eventuali procedimenti di enforcement, pronunciato nove ammonimenti, sporto 16 denunce penali, concluso 11 procedimenti di enforcement nei confronti dell’istituto e concluso tre procedimenti nei confronti di persone fisiche. 11 di questi 14 procedimenti sono stati avviati a partire dal 2018. In partucolare, nel periodo 2018-2022 la FINMA ha inoltre svolto 108 controlli in loco presso Credit Suisse e individuato 382 punti che richiedevano l’adozione di misure. Per 113 di questi punti, il rischio è stato classificato come elevato o critico. “Queste cifre e misure mostrano che la FINMA si è avvalsa di tutte le sue competenze e possibilità previste per legge”, si legge in una nota.Secondo la FINMA, “la base legale della vigilanza ha mostrato i propri limiti: a causa dell’accumularsi di problemi e carenze all’interno della banca, negli ultimi anni la FINMA ha progressivamente intensificato la sua attività di vigilanza e di enforcement nei confronti di Credit Suisse e ordinato misure sempre più incisive, spingendosi fino ai limiti imposti dal quadro legale”. Inoltre, la FINMA “caldeggia un ampliamento delle sue competenze per esercitare una maggiore influenza sulla governance degli assoggettati. Al riguardo la FINMA considera opportuni, in particolare, un Senior Managers Regime, una competenza sanzionatoria e la possibilità di pubblicare regolarmente informazioni sui procedimenti di enforcement”.”La FINMA ha impiegato tutta la gamma di strumenti a sua disposizione e individuato precocemente il rischio di una possibile destabilizzazione di Credit Suisse – ha commentato Thomas Hirschi, responsabile dell’unità di crisi e della divisione Banche della FINMA – Il suo operato si è rivelato efficace, ma non ha consentito di rimediare alle cause della perdita di fiducia e di colmare le carenze nell’attuazione della strategia e nella gestione del rischio. Le autorità, conformemente al proprio mandato legale, si sono tuttavia adoperate per tutelare i creditori e la stabilità finanziaria nel momento in cui la banca è uscita dal mercato”. LEGGI TUTTO

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    Equità di genere, UniCredit prima banca paneuropea a ottenere Certificazione Globale EDGE

    (Teleborsa) – UniCredit è prima banca paneuropea certificata EDGE a livello Globale per l’equità di genere e l’inclusione. Ciò – spiega UniCredit in una nota – è stato reso possibile grazie all’impegno in tema di diversità e inclusione nelle banche del Gruppo presenti in Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Croazia e Serbia, che si affiancano alle banche già certificate in Italia, Germania e Austria. UniCredit è la prima banca ad essere certificata in 10 Paesi ottenendo la prestigiosa certificazione globale.La Certificazione EDGE è il principale standard globale per la Diversità, l’Equità e l’Inclusione (DE&I), in tema di equità di genere e intersezionalità sul luogo di lavoro. Offre un approccio olistico all’interno del quale le organizzazioni si misurano a livello globale.Il processo di Certificazione prevede una rigorosa revisione da parte di un ente terzo in relazione a rappresentanza di genere in termini di piani di successione, equità retributiva, efficacia delle policy e delle procedure, livello di inclusione all’interno della cultura aziendale.Tutte le banche UniCredit certificate EDGE si impegnano a continuare il percorso intrapreso verso l’equità di genere e l’inclusione sul posto di lavoro, seguendo piani d’azione EDGE dedicati. Questi piani sono definiti in base ai risultati del processo di certificazione. Includono diversi impegni, tra i quali garantire una rappresentanza femminile a livello di middle, upper e top management; creare opportunità di promozione e di retribuzione a parità di lavoro; incoraggiare una maggiore fruizione del congedo di paternità, che in UniCredit è offerto in misura maggiore rispetto a quanto previsto dalla legge.”UniCredit si sta affermando in Europa come esempio in tema di sostenibilità aziendale. Siamo molto orgogliosi – ha detto Andrea Orcel, CEO di UniCredit – di essere la prima organizzazione del settore bancario a ottenere la certificazione EDGE in 10 Paesi e la prima banca paneuropea con certificazione globale. Essere campioni quando si parla di diversità di genere, equità e inclusione è parte integrante della nostra cultura e riafferma il nostro impegno attorno a principi e valori che rappresentano una componente cruciale del nostro continuo successo aziendale. La ricca diversità all’interno del nostro team crea l’ambiente inclusivo attraverso il quale fornire le migliori soluzioni ad un numero sempre maggiore di clienti, in crescita in tutta Europa”.”Il risultato ottenuto da UniCredit, la certificazione Globale EDGE, – commenta Aniela Unguresan, fondatrice di EDGE Certified Foundation – è una svolta per il business. UniCredit, partendo nel 2022 da 5 società del Gruppo e allargandosi oggi ad altre sei banche, copre con la certificazione più dell’80% dei propri dipendenti, dimostrando un profondo impegno verso i temi di Diversità, Equità eInclusione, motori per un successo sostenibile. La certificazione globale dimostra fiducia in EDGE come standard intrapreso su base volontaria oltre che certificazione indipendente. Rappresenta anche una leva strategica per contare su un bacino di talenti diversi, stabilendo nuovi parametri di riferimento per un ambiente di lavoro inclusivo ed equo per tutti. Ottenendo la certificazione EDGE a livello globale, UniCredit non si limita a raccontare una storia di successo, ma si pone all’avanguardia nel futuro del business diverso, equo, inclusivo e straordinariamente innovativo. Congratulazioni!”. LEGGI TUTTO

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    Fineco, requisito MREL TREA da rispettare per 2024 al 18,94%

    (Teleborsa) – FinecoBank ha ricevuto dal Single Resolution Board (SRB) e da Banca d’Italia la decisione aggiornata sulla determinazione del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL) che sostituisce la precedente decisione comunicata al pubblico nel mese di marzo 2023.A partire dal 1° gennaio 2024, FinecoBank dovrà rispettare su base consolidata un requisito MREL TREA (esposizione al rischio) pari al 18,94% – a cui andrà sommato il Combined Buffer Requirement applicabile – e un requisito MREL LRE (esposizione complessiva per la leva finanziaria) confermato al 5,25%. Tali requisiti considerano il beneficio del fattore di sconto (adjustment factor) previsto per lastrategia di risoluzione definita per FinecoBank che, in considerazione delle specifiche caratteristiche e profilo di rischio del Gruppo, è stato applicato nella misura massima.Al fine del rispetto del requisito e del computo delle altre passività ammissibili emesse da Fineco, non è richiesto un requisito di subordinazione nell’emissione di strumenti MREL eligible (e.g. Senior unsecured). Al 30 settembre 2023 FinecoBank evidenzia indicatori ampiamente superiori ai requisiti da rispettare dal 1° gennaio 2024 con MREL TREA pari a 53,68% e MREL LRE pari a 7,41%. LEGGI TUTTO

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    MPS, nuova composizione di comitati endoconsiliari

    (Teleborsa) – Il CdA di Banca Monte dei Paschi di Siena, a seguito delle dimissioni di Marco Giorgino, ha nominato quali nuovi componenti del Comitato Rischi e Sostenibilità e del Comitato Remunerazione, i seguenti amministratori indipendenti: per il Comitato Rischi e Sostenibilità, Laura Martiniello, che contestualmente cessa di essere componente del Comitato Remunerazione; e per il Comitato Remunerazione Paola De Martini e Lucia Foti Belligambi.Il Comitato Rischi e Sostenibilità ha provveduto a nominare quale proprio Presidente – in sostituzione di Marco Giorgino – Alessandra Giuseppina Barzaghi, amministratore indipendente già componente del medesimo Comitato.Sono in corso di avvio le attività istruttorie dirette a valutare l’integrazione del CdA, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea supera ampiamente requisiti patrimoniali BCE per 2024

    (Teleborsa) – Il Gruppo BCC Iccrea “supera ampiamente” tutti i requisiti prudenziali assegnati dalla Banca centrale europea (BCE) nell’ambito del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process – SREP). La BCE ha determinato per il 2024, per il Gruppo BCC Iccrea, un Pillar 2 Requirement pari a 2,53%, in miglioramento di 27 bps rispetto al 2,80% calcolato per il 2023. Si tratta di una riduzione significativa in relazione alla diminuita rischiosità del gruppo.Per effetto di tale decisione prudenziale il requisito di Common Equity Tier 1 ratio da rispettare su base consolidata sarà pari a 8,55%. Inoltre, gli ulteriori requisiti che il Gruppo BCC Iccrea deve rispettare sono i seguenti: 10,52% in termini di Tier 1 capital ratio; 13,16% in termini di Total capital ratio.Il Gruppo BCC Iccrea supera ampiamente tutti i requisiti prudenziali assegnati e, al 30 settembre, i coefficienti patrimoniali su basi stated erano i seguenti: 20,78% Common Equity Tier 1 ratio, 20,83% Tier 1 ratio, 21,94% Total Capital ratio. LEGGI TUTTO

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    Banca Investis, Vecchi: con nuovo piano più attrattività per banker ed esclusività per clienti

    (Teleborsa) – Banca Investis, che fornisce servizi di advisory finanziaria e patrimoniale con particolare attenzione al segmento dei clienti High Net Worth Individual (HNWI), è impegnata in un turnaround “di ricavi e non di costi”, che passa da un “posizionamento diverso ed esclusivo” nei confronti della clientela e da una accresciuta attrattività nei confronti di senior banker, che possono essere protagonisti nel rilancio di uno storico istituto grazie al convinto sostegno dell’azionista di riferimento. Lo ha spiegato a Teleborsa il CEO Stefano Vecchi, a pochi giorni dalla presentazione del nuovo piano industriale.La base di partenza è un risultato della gestione operativa al 30 settembre 2023 negativo per 10 milioni di euro, con una realtà “che ha sofferto di uscite di clientela di banker negli ultimi anni perché la Banca Intermobiliare (il nome precedente del gruppo, ndr) che è stata comprata dal fondo Attestor circa cinque anni fa aveva una serie di problemi connessi agli NPL e usciva tra l’altro dal mondo Veneto Banca, per cui l’azionista, attraverso gli amministratore delegati precedenti, ha intrapreso delle misure di costo che hanno chiaramente anche fatto perdere persone di valore che contribuivano ai ricavi”. Ora però Vecchi, entrato in carica a maggio 2023, intende mettere a terra un “piano di cambiamento e di evoluzione”, che “necessariamente passa da professionisti di alta gamma, che portano idee e soluzioni diverse, e che consentono alla banca di riposizionarsi in maniera diversa”.Banca Investis nelle scorse settimane ha annunciato l’ingresso di diversi professionisti (Matteo Gnocchi e Riccardo Tedeschi nella Direzione Markets, Simone Alfredo Garofalo come Chief Investment Officer Alternative, Samanta Lombardi come Wealth Planner), e non ha intenzione di fermarsi. Secondo il CEO, la leva più interessante che oggi la banca ha per attirare banchieri di primo piano “è quella di consentire a professionisti esperti e capaci nelle loro singole aree di competenza di trovarsi nella possibilità di mettere a disposizione della banca la loro esperienza di tanti anni, disegnando molto spesso da una bozza quello che è il business model nuovo della banca”. Inoltre, “l’essere piccoli e flessibili, non avendo quelle classiche caratteristiche di matrice organizzativa complessa che hanno le banche internazionali, ci consente di essere attrattivi per quei professionisti che hanno una forte attitudine imprenditoriale”.Uno dei prossimi obiettivi è la nomina, prevista a gennaio, del nuovo CEO della SGR, con qualche altro innesto che rafforzi il team, mentre nel primo trimestre entreranno nuovi professionisti sul fronte degli Alternative Assets, con la preferenza per profili che hanno una significativa esperienza all’estero. “Ma oggi cerchiamo veramente su tutte le nostre business line, perché il piano industriale ha un focus primario nelle aree Asset Management e Private Banking, ma anche gli altri servizi sono importanti fattori di crescita”. Il riferimento è alle cinque linee di business: Private Banking, Asset Management, Global Markets, M&A e Advisory, Alternative Assets. LEGGI TUTTO

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    MPS scatta in Borsa con le assoluzioni di Viola e Profumo

    (Teleborsa) – Strappo a Piazza Affari per Banca Monte dei Paschi di Siena, dopo che la Corte d’Appello di Milano ha assolto dalle accuse di falso in bilancio e aggiotaggio in relazione ai derivati Santorini e Alexandria l’ex presidente Alessandro Profumo e l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola “perché il fatto non sussiste”. Si tratta di una sentenza importante perché l’assoluzione permette di ridurre ulteriormente i rischi legali presenti nel bilancio della banca, con il rilascio di riserve a beneficio del capitale. A marzo scorso, la Procura di Milano aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado per Profumo e Viola, arrivata nell’ottobre 2020 e che ha previsto 6 anni di reclusione. LEGGI TUTTO