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    Fineco promossa da BCE: nessuna carenza patrimoniale

    (Teleborsa) – La Banca centrale europea (BCE) ha pubblicato oggi i risultati dell’esame della qualità degli attivi (asset quality reviews, AQR) condotto su FinecoBank e AS LHV Group. Entrambe le banche sono state classificate come significative e pertanto sono ora soggette alla vigilanza diretta della BCE.Gli AQR svolti dall’autorità di vigilanza hanno lo scopo di verificare le valutazioni degli attivi delle banche in prospettiva prudenziale, accrescere la trasparenza sulle loro esposizioni e valutare l’adeguatezza dei livelli patrimoniali. I risultati dell’AQR di ciascuna banca confluiscono nel processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP), con il quale si valuta il profilo di rischio dei singoli enti.L’AQR condotto su FinecoBank e LHV Group si è concentrato sui rischi di credito. Nel caso di FinecoBank sono stati analizzati i portafogli degli immobili residenziali e altri portafogli al dettaglio, mentre per LHV Group sono stati presi in esame i portafogli relativi alle piccole e medie imprese e i portafogli immobiliari. Per entrambe le banche i portafogli selezionati rappresentano oltre l’80% delle attività ponderate per il rischio.Dai risultati dell’AQR è emerso che nessuna delle due banche presenta carenze patrimoniali, in quanto i coefficienti di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) non sono inferiori alla soglia dell’8% vigente anche per gli esercizi precedenti.In particolare, il Coefficiente di CET1 di partenza di FinecoBank è del 20,82%, l’impatto dell’AQR di -21 punti base e il Coefficiente di CET1 corretto in base all’AQR pari al 20,61%. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, investitori istituzionali depositano lista per rinnovo CdA

    (Teleborsa) – Gli investitori istituzionali hanno depositato una lista di minoranza di soli candidati indipendenti per il rinnovo del consiglio di amministrazione di UniCredit previsto nella prossima assemblea ordinaria dei soci. I gestori che hanno presentato le liste sono titolari di oltre l’1,3% delle azioni ordinarie della società.La lista presentata per il consiglio di amministrazione è composta da: Vincenzo Cariello e Francesca Tondi.La lista presentata per il consiglio di amministrazione e per il comitato per il controllo sulla gestione è composta da: Marco Giuseppe Maria Rigotti e Monica Petrella.Lo comunica il coordinatore del Comitato dei gestori, Emilio Franco, per conto di: Amundi Asset Management SGR, Anima SGR, APG Asset Management, Arca Fondi SGR, BancoPosta Fondi SGR, BNP Paribas Asset Management, Epsilon SGR, Eurizon Capital SA, Eurizon Capital SGR, Fidelity Funds, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management SGR, Interfund Sicav, Fineco Asset Management, Fondo Pensione BCC/CRA, Generali Asset Management SGR, Kairos Partners SGR, Legal&General Assurance (Pensions Management) Limited, Mediobanca SICAV, Mediobanca SGR, Mediolanum Gestione Fondi SGR e Mediolanum International Funds Limited. LEGGI TUTTO

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    Credem, Moody’s alza rating depositi a lungo termine a Baa1 con outlook stabile

    (Teleborsa) – Moody’s ha migliorato il rating sui depositi a lungo termine (LT) di Credemda Baa2 a Baa1. L’outlook sul rating dei depositi LT di Credem è stato modificato da positivo a stabile.L’aumento del rating riflette la minore gravità delle perdite attese per questi strumenti secondo l’analisi Advanced Loss Give Failure (LGF) di Moody’s.L’outlook stabile riflette l’opinione di Moody’s secondo cui la performance attesa dei fondamentali finanziari di Credem nei prossimi 12-18 mesi è già compresa negli attuali rating della banca. L’outlook stabile è guidato anche dall’outlook stabile del rating sovrano dell’Italia. LEGGI TUTTO

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    Banche italiane, Scope: tassi su depositi ancora bassi, ma pressione su funding aumenterà

    (Teleborsa) – Il beta dei depositi delle banche italiane, pari al 15,5%, si colloca ben al di sotto della media dell’area euro, continuando la tendenza osservata nel 2023. La deposit attrition rimane tuttavia molto bassa e il repricing è minimo. Il tasso medio sui depositi è stato dell’1,0% a gennaio, 4 punti base in più rispetto al quarto trimestre del 2023. Lo si legge in un report di Scope Rating che si focalizza sui beta dei depositi, ovvero la sensibilità dei tassi sui depositi di una banca alle variazioni dei tassi di interesse di riferimento della BCE (tasso sui depositi presso la banca centrale). La lenta revisione dei prezzi riflette due fattori, secondo l’analisi firmata da Alessandro Boratti, Senior Analyst presso il team Financial Institutions di Scope. In primo luogo, la concorrenza contenuta per i fondi dei clienti a causa dell’abbondante liquidità ancora nel sistema e della bassa pressione sui finanziamenti in un contesto di domanda di credito stagnante. Ciò è particolarmente vero per le più grandi banche commerciali, che sono finanziate principalmente da depositi a basso costo e vischiosi. In secondo luogo, contrariamente alla media dell’area euro, la maggior parte dei depositi della clientela italiana sono depositi a vista, che in genere non sono remunerati. In paesi come Francia e Paesi Bassi, la maggior parte dei fondi dei clienti sono depositi a termine, che offrono rendimenti migliori.Gli sviluppi attuali sono positivi per le banche italiane, che si aspettavano una revisione dei prezzi più rapida sulla base dei dati storici, anche se la dinamica potrebbe cambiare: le pressioni sui finanziamenti sono destinate a intensificarsi man mano che gli istituti di credito italiani rimborsano i restanti 140 miliardi di euro del TLTRO III, in scadenza entro la fine dell’anno. Le consistenze delle TLTRO sono maggiori della liquidità in eccesso depositata presso la BCE per diverse banche italiane, principalmente piccole, il che significa che dovranno finanziare i rimborsi tramite emissione wholesale, cartolarizzazione o riducendo i loro bilanci. “In questo contesto prevediamo che la concorrenza per i depositi dei clienti si intensificherà”, viene sottolineato.Le banche continuano inoltre a fronteggiare la concorrenza del governo italiano, che negli ultimi 12 mesi ha emesso oltre 60 miliardi di euro di obbligazioni destinate agli investitori al dettaglio. I BTP retail (BTP Italia/Valore) sono un prodotto di risparmio consolidato in Italia e i clienti attenti al rendimento continuano a spostare i propri soldi per trarre vantaggio da rendimenti migliori. Mentre la BCE accelera la sua stretta quantitativa e riduce gradualmente il suo bilancio, “è probabile che il governo italiano si rivolga sempre più alle famiglie nazionali con investimenti al dettaglio”, afferma Scope.Non va dimenticato che i collocamenti di BTP al dettaglio sono correlati negativamente con i depositi bancari: ogni grande collocamento al dettaglio di titoli di Stato ha coinciso con un calo significativo dei depositi al dettaglio nel 2023.Scope rimane ottimista sulla capacità delle banche italiane di mantenere solide posizioni di finanziamento e liquidità nei prossimi trimestri. I fondamentali finanziari del settore rimangono resilienti, con un ROE a due cifre, bilanci puliti e coefficienti patrimoniali ben al di sopra dei requisiti normativi. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: rischi per settore finanziario da esternalizzazione tecnologia

    (Teleborsa) – “L’importanza cruciale della tecnologia per l’industria finanziaria e per l’ecosistema dei pagamenti è uno dei tratti distintivi delle economie moderne. In questo contesto, le strategie di esternalizzazione e in generale il ricorso a fornitori terzi hanno permesso alle aziende, soprattutto a quelle di minori dimensioni e dotate di limitate risorse, di stare al passo con l’innovazione che ha caratterizzato il settore negli ultimi 20 anni”. Lo si legge nello studio “I fornitori di tecnologia nel sistema dei pagamenti: evoluzione di mercato e quadro normativo”, pubblicato oggi dalla Banca d’Italia.”Tali processi però si accompagnano a un aumento di una serie di rischi (operativo, cyber, di concentrazione, reputazionale, strategico), che, quando servizi e funzioni sono trasferiti da settori regolati verso soggetti terzi esterni a tale perimetro, possono sfuggire dal campo visivo delle autorità”, viene sottolineato.Secondo i ricercatori, “questo è il fondamento, insieme all’affermarsi nel sistema finanziario e dei pagamenti di prodotti sempre più innovativi e digitalizzati, che ha giustificato la crescente attenzione e azione dei regolatori a tutti i livelli, da quello internazionale a quello nazionale”.Secondo lo studio, la tematica del rischio di terze parti è trasversale ai diversi ambiti del settore finanziario ed è resa più rilevante dalla sempre più fitta rete di interdipendenze tra soggetti – finanziari e non – che travalicano le giurisdizioni nazionali e modificano le abitudini economiche e sociali dei consumatori.”La mitigazione di questa tipologia di rischi contribuisce ad aumentare la resilienza operativa del settore e dei suoi operatori e, come fine ultimo, la tutela dell’utenza finale di servizi finanziari – viene affermato – Ne viene rinsaldata anche la fiducia nelle autorità, che ricercano da sempre un equilibrio ottimale tra sicurezza e innovazione”.(Foto: Sigmund su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Banche europee, Barclays: valutazioni ingiustamente depresse, UniCredit tra le preferite

    (Teleborsa) – Un anno dopo le turbolenze della Silicon Valley Bank, i fondamentali delle banche europee appaiono “più forti che mai”, ma il sentiment “non si è ancora completamente ripreso”. L’effetto frenante esercitato sui net interest margin (NIM) dai tassi più bassi è una delle principali preoccupazioni degli investitori, ma i margini dovrebbero rimanere “piuttosto resilienti”. Gli utili potrebbero effettivamente beneficiare della ripresa dei volumi, dell’attenuazione del rischio di credito e di una ripresa dell’attività di capital market, mentre la crescita dell’UE è in via di guarigione. Lo si legge in un’analisi di Barclays sul settore, con gli analisti ribadiscono di rimanere Overweight sulle banche europee.Viene fatto notare che il ROE delle banche è notevolmente aumentato dopo anni di risanamento del capitale e di riduzione dei costi, ora al 13%, mentre la fuga dei depositi in Europa è stata contenuta. Tuttavia, le valutazioni rimangono “ostinatamente depresse, di fatto vicine ai minimi storici, cosa che riteniamo ingiusta”. Questo potrebbe essere il motivo per cui gli annunci di buyback sono aumentati sostanzialmente per il settore da inizio anno, poiché i management team si concentrano sui rendimenti per gli azionisti e non solo sulle questioni normative.Il ROE delle banche europee è più alto di quello delle banche statunitensi per la prima volta in più di un decennio, ma le valutazioni relative non si sono ancora aggiustate, si legge nel report. Le tendenze degli utili non dovrebbero discostarsi sostanzialmente tra le regioni, data la portata simile dei tagli dei tassi previsti e la potenziale ripresa della crescita dei prestiti. L’esposizione al CRE rappresenta probabilmente un problema maggiore per le banche statunitensi, in particolare quelle a piccola capitalizzazione, dati i fondamentali di bilancio più contrastanti, mentre rimane un ostacolo relativamente minore per l’Europa. Inoltre, la regolamentazione potrebbe diventare più severa negli Stati Uniti.Barclays ritiene che i ricavi e l’EPS saranno in media stabili su base annua nel 2024. Ciò significa anche che la generazione di capitale dovrebbe continuare a sostenere la distribuzione (otal return yield del 10,4% nel 2024). Un quadro simile vale ancora per il 2025 (con il Regno Unito e la Francia meglio posizionati rispetto alla media). Considerando un P/E medio nel 2025E di 7x, le banche europee “rimangono attraenti e ci aspettiamo che le valutazioni migliorino poiché continuano a dimostrare la solidità dei loro profitti e perdite e dei loro bilanci dopo i tagli dei tassi”, viene sottolineato.”I risultati del 4Q23 hanno rafforzato la nostra posizione positiva sulle banche italiane (abbiamo diversi rating Overweight in Italia), confermando la resilienza degli utili nella forward-looking guidance – sostengono gli analisti – il potenziale derivante dalle opzioni di crescita esterna è un altro elemento positivo che possiamo aggiungere. Sebbene i risultati del 4° trimestre siano stati più contrastanti per le banche britanniche e francesi, prevediamo un progressivo re-rating per entrambe: le entrate bancarie del Regno Unito e lo slancio degli utili dovrebbero recuperare nei prossimi trimestri, sostenuti da un considerevole fattore di copertura da parte delle banche francesi, che riteniamo vantaggioso dai tagli dei tassi”.Barclays mantiene quindi UniCredit, NatWest, Lloyds e BNP tra le banche europee preferite. Gli analisti ritengono ancora che sia troppo presto per le aziende esposte alla gestione patrimoniale, il cui re-rating dovrebbe essere più graduale e più visibile nel 2025. Preferiscono invece le attività investment bank-driven fee (ad esempio in BNP), che potrebbero beneficiare di un’accelerazione della crescita dopo i tagli dei tassi.(Foto: Ben Tovee su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    BCE annuncia modifiche all’assetto operativo per attuare politica monetaria

    (Teleborsa) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso oggi di apportare modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria. Tali modifiche, che arrivano durante il processo di normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema, incideranno sulle modalità di erogazione della liquidità della banca centrale in un contesto di diminuzione graduale dell’eccesso di liquidità nel sistema bancario, che rimarrà tuttavia significativa nei prossimi anni. L’assetto operativo è concepito per indirizzare i tassi a breve termine del mercato monetario su livelli strettamente coerenti con le decisioni di politica monetaria del Consiglio direttivo.”Sono lieta di annunciare che il Consiglio direttivo ha approvato tali modifiche all’assetto operativo, che colgono i cambiamenti significativi del sistema finanziario e della politica monetaria negli ultimi anni – ha dichiarato la Presidente Christine Lagarde – L’assetto assicurerà che in futuro l’attuazione della nostra politica monetaria continui a essere efficace, robusta, flessibile ed efficiente durante il processo di normalizzazione del nostro bilancio”.Il Consiglio direttivo continuerà a indirizzare l’orientamento della politica monetaria attraverso il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale. Ci si aspetta che i tassi di interesse a breve termine del mercato monetario evolvano in prossimità del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, con un margine di tolleranza in termini di variabilità, purché non risulti offuscato il segnale sull’orientamento che si intende imprimere alla politica monetaria. L’Eurosistema fornirà liquidità tramite un’ampia varietà di strumenti, tra cui operazioni di rifinanziamento a breve termine (ossia le ORP) e operazioni di rifinanziamento a più lungo termine con scadenza a tre mesi (ORLT) nonché, in una fase successiva, operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine e un portafoglio strutturale di titoli.Le ORP continueranno a essere condotte con procedure d’asta a tasso fisso e piena aggiudicazione degli importi richiesti. Sono concepite per svolgere un ruolo cardine nel soddisfare il fabbisogno di liquidità delle banche e il fatto che siano utilizzate dalle controparti è considerato parte della regolare attuazione della politica monetaria. Anche le ORLT a tre mesi continueranno a essere condotte con procedure d’asta a tasso fisso e piena aggiudicazione degli importi.Il tasso sulle ORP sarà adeguato in modo tale che il differenziale tra questo tasso e quello sui depositi presso la banca centrale sia ridotto a 15 punti base, rispetto agli attuali 50 punti base. Il restringimento del differenziale incentiverà le richieste nelle ORP, rendendo probabile un’evoluzione dei tassi a breve del mercato monetario in prossimità del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, e limiterà il potenziale margine di variabilità dei tassi a breve termine del mercato monetario. Al tempo stesso, lascerà spazio all’attività sul mercato monetario e incentiverà le banche a ricercare modalità di finanziamento sul mercato. Sarà adeguato anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale di modo che il differenziale fra tale tasso e quello sulle ORP resterà invariato a 25 punti base. Queste modifiche avranno effetto a partire dal sesto periodo di mantenimento del 2024, che avrà inizio il 18 settembre 2024.In una fase successiva saranno introdotti nuove operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine e un portafoglio strutturale di titoli, una volta che il bilancio dell’Eurosistema riprenderà a crescere durevolmente, tenendo conto delle consistenze di obbligazioni preesistenti. Ciò contribuirà in misura sostanziale a coprire il fabbisogno strutturale di liquidità del settore bancario, derivante da fattori autonomi e requisiti di riserva obbligatoria.Il coefficiente utilizzato per determinare i requisiti di riserva obbligatoria delle banche rimane invariato all’1%. La remunerazione delle riserve obbligatorie resta immutata allo 0%. LEGGI TUTTO

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    Banche italiane, Morningstar DBRS: ben posizionate per assorbire ulteriore riserva di capitale

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha avviato negli scorsi giorni una consultazione pubblica sull’intenzione di attivare per tutte le banche e i gruppi bancari autorizzati in Italia una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (systemic risk buffer, SyRB) pari all’1% delle esposizioni domestiche ponderate per il rischio di credito e di controparte. Il buffer obiettivo dell’1% sarebbe raggiunto gradualmente: lo 0,5 per cento andrebbe rispettato entro il 31 dicembre 2024, mentre il restante 0,5 per cento entro il 30 giugno 2025.La misura mira a rafforzare la resilienza del settore bancario italiano per far fronte meglio a circostanze di mercato avverse inattese che potrebbero comprometterne la capitalizzazione e limitarne la capacità di prestito. Il buffer di capitale anticiclico (CCyB) è un altro esempio di requisito normativo attivato in cicli economici favorevoli in modo da prevenire effetti prociclici ed evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche durante i cicli economici avversi. Tuttavia, l’Italia è tra i paesi che al momento non hanno implementato né un CCyB né un SyRB, fa notare un’analisi di Morningstar DBRS.Sulla base dei dati della Banca d’Italia, il capitale bancario italiano superiore ai requisiti regolamentari ammontava a circa 47 miliardi di euro a fine settembre 2023 e l’implementazione del SyRB comporterebbe una diminuzione del capitale libero a circa il 3,2% delle attività ponderate per il rischio (RWA) a livello di sistema, dal 3,8%.”Nel complesso, riteniamo che le banche italiane siano ben posizionate per assorbire l’impatto derivante dalla potenziale implementazione del SyRB, grazie alla sostenuta generazione organica di capitale registrata nel 2023, che ha contribuito a rafforzare le riserve di capitale nonostante le distribuzioni più generose agli azionisti tramite dividendi e anche riacquisti di azioni proprie presso alcune banche”, si legge in una ricerca.Sulla base del campione di banche monitorate da Morningstar DBRS, i coefficienti medi di Common Equity Tier 1 (CET1) e Total Capital erano rispettivamente del 16,3% e del 19,3% alla fine del 2023, in aumento rispetto al 14,3% e al 16,8% della fine del 2019. L’agendia di rating stima che l’implementazione del SyRB costerebbe fino a circa 7,8 miliardi di euro o 86 pb di capitale, un valore che regge favorevolmente il confronto con buffer medi superiori ai requisiti di vigilanza di circa 770 pb per il CET1 e 640 pb per il Total Capital, sulla base degli RWA totali alla fine. 2023. Tuttavia, l’impatto effettivo sarebbe inferiore a 86 pb considerando che la misura si applica solo agli RWA domestici. LEGGI TUTTO