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    Banca Popolare di Lajatico, utile record a 8,4 milioni di euro nel 2023

    (Teleborsa) – La Banca Popolare di Lajatico ha chiuso il 2023 con un utile netto di 8,4 milioni di euro (ex 5,3 milioni di euro, +57,86%), con l’indicatore di redditività ROE al 9,85%, anche grazie al margine di interesse che si è collocato a 27,2 milioni di euro (in aumento annuo del 29,80%). Alla luce del positivo risultato d’esercizio, il CdA propone all’assemblea la distribuzione di un dividendo pari a 0,75 euro per azione, in incremento rispetto allo scorso anno del 25%, che rappresenta una redditività dell’azione, rispetto al prezzo corrente, del 4,55%.”L’importante risultato netto, in progressiva crescita, esprime la concreta efficacia e valenza della nostra Banca, una Banca autonoma e sana che si conferma un interlocutore di riferimento per il territorio – ha dichiarato il presidente Nicola Luigi Giorgi – A fine esercizio 2023, infatti, l’evoluzione dei principali aggregati patrimoniali ha evidenziato un consolidamento del dato relativo ai volumi operativi, malgrado le tensioni internazionali e il conseguente rallentamento dell’economia; contemporaneamente si è registrato un miglioramento dei profili di rischiosità del portafoglio crediti e dell’indice di produttività del personale con un risultato economico eccellente, il più alto livello di utile netto mai registrato nell’arco della storia ultracentenaria della Banca”.La raccolta indiretta si attesta a fine esercizio a 657,5 milioni di euro (+12,04% annuo), con un rilevante incremento della componente amministrata, passata da 254,2 milioni di euro di fine 2022 a 333,4 milioni di euro a fine 2023 (+31,14%). Il dato è stato influenzato da nuovi acquisti su titoli di Stato ritornati attrattivi nei rendimenti: il comparto ha infatti registrato una raccolta netta da inizio anno di 66 milioni di euro.Il totale degli impieghi netti a fine esercizio ammonta a euro 702,1 milioni di euro, confermando lo stesso livello dell’anno precedente, seppur con una leggera differenza nella distribuzione dei volumi fra le varie forme tecniche. LEGGI TUTTO

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    Analisi S&P sul Credito in Europa: atterraggio morbido nel 2024 con sfide per la ripresa economica

    (Teleborsa) – Secondo le proiezioni di S&P Global Ratings (“S&P”) sulle condizioni del credito in Europa per il secondo trimestre del 2024, l’anno vedrà un atterraggio morbido. I mercati del lavoro manterranno una certa rigidità e la disinflazione proseguirà, consentendo alla Banca Centrale Europea (BCE) di effettuare tre tagli dei tassi di interesse del 25 punti base (bps) ciascuno nella seconda metà del 2024. Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione, la bassa crescita della produttività e le incertezze sulla piena realizzazione del programma NextGenerationEU potrebbero ostacolare la ripresa economica nel biennio 2025-2026.Si legge nel report che, i principali rischi per l’Europa sono costituiti da possibili conflitti geopolitici regionali che potrebbero estendersi oltre i confini, oltre al crescente protezionismo che minaccia il commercio europeo. Molte imprese con debiti a tasso fisso potrebbero essere esposte a costi di rifinanziamento più elevati, specialmente se i tagli dei tassi verranno ritardati e i rendimenti obbligazionari torneranno ad aumentare. Dopo un periodo tumultuoso, il principale rischio macroeconomico è rappresentato da una prolungata crescita economica lenta.La qualità del credito si sta stabilizzando grazie a prospettive macroeconomiche più solide e a condizioni di finanziamento più favorevoli. Tuttavia, permangono elementi di rischio, poiché l’impatto ritardato dell’inflazione e dell’aumento dei tassi potrebbe influire sulla qualità degli attivi. Le perdite di credito nel settore bancario probabilmente torneranno a livelli normali da un livello basso, ma potrebbero emergere alcune azioni di rating negative per i titoli garantiti da mutui ipotecari residenziali (RMBS) e per le asset-backed securities (ABS) legate alle auto. Per quanto riguarda le imprese, lo stress sarà principalmente riservato ai debitori con rating “CCC”, con un tasso di default previsto intorno al 3,5% entro la fine del 2024. LEGGI TUTTO

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    MPS, Tesoro vende ulteriore 12,5% del capitale per 650 milioni di euro

    (Teleborsa) – Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha venduto 157.461.216 azioni ordinarie Banca Monte dei Paschi di Siena, pari al 12,5% del capitale sociale attraverso un Accelerated Book Building (ABB) riservato ad investitori istituzionali italiani ed esteri. La domanda raccolta è stata pari a oltre tre volte l’ammontare iniziale.Il corrispettivo per azione è pari a 4,150 euro, per un controvalore complessivo pari a circa 650 milioni di euro. Il corrispettivo incorpora uno sconto pari al 2,49% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni della banca registrato in data 26 marzo 2024.Si tratta di uno sconto inferiore rispetto all’operazione di novembre 2023, quando il Tesoro aveva venduto il 25% del capitale sociale a un corrispettivo per azione di 2,92 euro, per un controvalore complessivo pari a circa 920 milioni di euro. Lo sconto era stato del 4,9% rispetto al prezzo di chiusura.A seguito di questa nuova cessione, la partecipazione detenuta dal MEF in MPS scenderà dal 39,23% al 26,73% circa del capitale sociale, rendendo la banca senese più attraente per un possibile M&A. Gli impegni concordati dall’Italia con le autorità garanti della concorrenza dell’Unione Europea al momento del salvataggio di MPS nel 2017 vincolano Roma a riportare la banca in mani private.BofA, Citigroup, Jefferies e Mediobanca hanno agito nel ruolo di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. Clifford Chance ha agito in qualità di consulente legale.Il MEF si è impegnato con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni MPS per un periodo di 90 giorni. Il regolamento dell’operazione avverrà il prossimo 2 aprile 2024. LEGGI TUTTO

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    Credem, investitori istituzionali depositano lista per rinnovo CdA

    (Teleborsa) – Gli investitori istituzionali hanno depositato una lista di minoranza di soli candidati indipendenti per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Credito Emiliano previsto nella prossima assemblea ordinaria dei soci. I gestori che hanno presentato la lista sono titolari di oltre l’1,2% delle azioni ordinarie della società.La lista presentata per il consiglio di amministrazione è composta da: Anna Chiara Svelto, Giuseppe Quaglia. La lista è stata composta con il supporto di Heidrick & Struggles International, advisor esterno e indipendente. LEGGI TUTTO

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    MPS, Tesoro avvia vendita di un ulteriore 12,5% tramite ABB

    (Teleborsa) – Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha avviato una procedura accelerata di raccolta ordini (in inglese Accelerated Book Building, ABB) per la cessione di 157.461.214 azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi di Siena corrispondenti a circa il 12,5% del capitale sociale della banca.La procedura è stata avviata attraverso un consorzio di banche costituito da BofA, Citigroup, Jeffries e Mediobanca in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle suddette azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri, si legge in una nota. Nell’ambito dell’operazione è previsto che il MEF si impegni con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della banca per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e salvo esenzioni, come da prassi di mercato.Lo scorso novembre il Tesoro ha venduto il 25% del capitale sociale a un corrispettivo per azione di 2,92 euro, per un controvalore complessivo pari a circa 920 milioni di euro. Al prezzo di chiusura odierno, pari a 4,256 euro per azione, il 12,5% della società varrebbe oltre 670 milioni di euro. Queste operazioni incorporano però di solito uno sconto: a novembre è stato del 4,9% rispetto al prezzo di chiusura.Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha attualmente il 39,23% del capitale sociale, secondo quanto riportato dal sito della banca senese. LEGGI TUTTO

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    Mediocredito Centrale, CdA approva Programma EMTN: emissioni per 0,7-1 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Mediocredito Centrale ha approvato il Progetto di Bilancio di esercizio di Mediocredito Centrale e il Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2023, che recepiscono i risultati già approvati dal Consiglio e comunicati al mercato lo scorso 6 febbraio, registrando un risultato netto pari a euro 20,2 milioni per la Capogruppo e pari a euro 46,8 milioni a livello consolidato.L’approvazione del Progetto di Bilancio d’esercizio di Mediocredito Centrale include la proposta di destinazione dell’utile dell’esercizio che prevede di destinare l’utile 2023 come segue: 1.012.255,53 euro a riserva legale; 8.607.208,20 euro a riserva non distribuibile; 10.625.646,84 euro a riserva straordinaria.Nella medesima seduta, il Consiglio ha approvato il Programma Euro Medium Term Notes (Programma EMTN) che, in coerenza con il Piano Industriale 2024 – 2027 ed il connesso Piano di Liquidità, approvati lo scorso 19 marzo, prevede un ammontare minimo di emissioni pari a 700 milioni nel periodo 2024-2025 e massimo pari a 1 miliardo di euro. LEGGI TUTTO

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    Fondazione CRT, avanzo di 121 milioni nel 2023. Crescono le erogazioni sul territorio

    (Teleborsa) – Fondazione CRT ha comunicato che le risorse erogate sul territorio nel 2023 sono salite a 71 milioni di euro. L’esercizio 2023 si è chiuso con un avanzo di 121 milioni di euro e con una posizione finanziaria netta che si è attestata a 652 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai 569 milioni del 2022. In evidenza anche l’incremento del patrimonio netto che a fine dicembre ha raggiunto quota 2,5 miliardi di euro (+6,6% rispetto ai 2,3 miliardi registrati nel 2022). Il patrimonio investito supera invece i 3,6 miliardi di euro a valori di mercato.Il fondo di stabilizzazione, che tutela lo svolgimento dell’attività istituzionale di Fondazione CRT, è stato incrementato di 11,2 milioni e al 31 dicembre 2023 ammontava a 169 milioni di euro (158 milioni nel 2022). Una scelta frutto di una gestione prudente ma al tempo stesso flessibile ed efficiente, capace di ottimizzare la combinazione tra redditività e controllo del rischio, orientata a diversificare il portafoglio degli investimenti, a conservare nel tempo il valore del patrimonio e a fornire le risorse per l’attività istituzionale, anche rafforzando l’azione della Fondazione e degli enti ad essa collegati.”Il 2023 ci ha permesso di tracciare la nuova rotta di Fondazione CRT, che ha aumentato le risorse destinate al territorio, puntando al contempo a mantenere un livello di erogazioni stabile nel tempo – commenta il Presidente Fabrizio Palenzona – L’obiettivo è far diventare Fondazione CRT non solo un punto di riferimento per le iniziative a supporto del Piemonte e della Valle d’Aosta, ma anche un presidio di stabilità economica e finanziaria che possa intervenire a sostegno del territorio anche nelle fasi congiunturali più complesse”.Dividendi e risultati della gestioneNel 2023 si è registrato un incremento del 28% delle cedole incassate rispetto all’esercizio precedente: i dividendi introitati hanno raggiunto 138,9 milioni di euro rispetto ai 108,4 milioni dell’esercizio 2022 (principalmente grazie al miglioramento dei flussi da parte di UniCredit e Mundys). Il risultato di negoziazione ha toccato i 17,5 milioni di euro (+135% a/a a livello ordinario) grazie all’attività di gestione e valorizzazione svolta sui titoli in portafoglio. Il totale dei proventi ordinari ha raggiunto 166,6 milioni di euro (escludendo componenti straordinarie presenti nell’esercizio precedente), tra i migliori risultati degli ultimi 10 anni.Il positivo risultato di gestione permette di rafforzare ulteriormente la solidità e l’operato della Fondazione CRT, che ha portato a 71 milioni di euro le risorse destinate all’attività istituzionale e ha effettuato significativi accantonamenti destinati alle riserve patrimoniali: 24,1 milioni di euro alla riserva obbligatoria e 18,1 milioni di euro alla riserva per l’integrità del patrimonio, a cui si aggiungono 4,3 milioni di euro destinati al Fondo per il volontariato e 0,2 milioni di euro al Fondo nazionale per le iniziative comuni istituito dall’ACRI.Le attività sul territorioNel corso del 2023 Fondazione CRT ha deliberato risorse a favore dell’attività istituzionale per 66,9 milioni di euro (cui si aggiungono i 4,3 milioni destinati al Fondo per il volontariato e 0,2 milioni di euro al Fondo nazionale per le iniziative comuni istituito dall’ACRI), rendendo possibili oltre 1.300 progetti in molteplici ambiti, capillarmente distribuiti sul territorio (con un aumento dell’8,6% a 42.000 euro dell’erogazione media per intervento deliberato rispetto al 2022).Le prospettive per il 2024La solidità gestionale espressa dal bilancio 2023 “consente di guardare al futuro con ottimismo e con l’obiettivo di garantire lo stesso impegno erogativo anche per il 2024”, anno che vedrà Fondazione CRT in prima linea su diversi fronti: dalla restituzione al pubblico del Tempio di Ellesija, in occasione del Bicentenario del Museo Egizio, alla conclusione del cantiere sulla facciata di Palazzo Madama.Inoltre, in linea con le direttrici del DPP (Documento Programmatico Previsionale), Fondazione punterà sia su progetti dedicati alle fasce più giovani della popolazione (attraverso interventi capaci di intersecare welfare, istruzione e cultura) sia su iniziative di tutela dell’assetto idrogeologico del territorio e di promozione e diffusione delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche regionali. LEGGI TUTTO

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    Citigroup, conclusa la riorganizzazione annunciata a settembre

    (Teleborsa) – Citigroup ha annunciato che si è conclusa una radicale riorganizzazione volta a semplificare la banca e a migliorarne la redditività, voluta dalla CEO Jane Fraser.”Oggi abbiamo condiviso con i nostri colleghi che abbiamo concluso le principali azioni annunciate a settembre 2023 che allineano la struttura di Citi al nostro modello operativo semplificato – si legge in una nota – Sebbene queste decisioni non siano state prese facilmente, ci hanno permesso di rafforzare il modo in cui gestiamo la banca e serviamo i clienti attraverso una maggiore connettività e responsabilità”.A settembre, l’istituto di credito ha annunciato l’intenzione di ridurre i livelli di gestione da 13 a 8. Inoltre, ha fissato l’obiettivo di ridurre l’organico a livello globale di 20.000 unità, pari a circa l’8%, nei prossimi due anni, come parte della revisione.”Dopo aver reimpostato la strategia di Citi e aver subito questi conseguenti cambiamenti, continueremo a realizzare la nostra visione di essere il partner bancario preminente per le istituzioni con esigenze transfrontaliere, un leader globale nel wealth e una banca personale apprezzata nel nostro mercato nazionale e concentrarci su il nostro impegno per trasformare l’azienda a lungo termine”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO