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    Banca Generali, Mossa: insurbanking con Alleanza prenderà slancio dopo phasing-in di sei mesi

    (Teleborsa) – “La qualità del network di distribuzione di Alleanza è alta e ciò è dimostrato dal miglioramento dei risultati della società negli anni”. Lo ha detto l’Amministratore Delegato di Banca Generali, Gian Maria Mossa, nella call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati al 30 settembre 2025.Parlando del progetto sull’Insurbanking con Alleanza, ha fatto notare che quest’ultima ha un’ampia base di clienti affluent: il 55% dei clienti Alleanza è affluent (patrimonio tra 50.000 e 500.000 euro), con una “piccola” quota nel segmento private (circa 19.000 clienti). Inoltre, c’è un ampio patrimonio targetizzabile: secondo stime interne, il patrimonio totale dei clienti di Alleanza ammonta a circa 170 miliardi di euro, di cui il 75% detenuto da istituti terzi. Infine, il patrimonio dei clienti non è allocato in modo efficiente: l’80% del patrimonio è costituito da conti correnti e titoli.Banca Generali prevede che l’insurbanking raggiungerà volumi pari a 7-8,5 miliardi di euro entro il 2030, pari al 5%-7% del patrimonio targetizzabile totale di Alleanza gestito da istituti terzi. I ricavi netti sono previsti sulla base di: margine netto di 60-65 punti base sulla componente di investimento dei prodotti ibridi (75-80 punti base lordi), margine netto di 80-90 punti base su prodotti bancari e AUC. I costi di set-up totali sono pari a 5-6 milioni di euro, interamente contabilizzati nel 2025La collaborazione serve a “creare un nuovo motore di crescita per entrambe le società”, ha sottolineato Mossa. In particolare, offre ai clienti di Alleanza una nuova gamma integrata di prodotti bancari e assicurativi con l’obiettivo di liberare un’ampia liquidità inutilizzata nei conti correnti detenuti presso istituti terzi; offre alla rete di Alleanza nuovi strumenti per ampliare la comprensione delle esigenze dei clienti, aumentare l’efficienza nella gestione dei flussi finanziari e l’allocazione personalizzata degli investimenti delle famiglie; consente a Banca Generali di espandere ulteriormente il proprio business rivolgendosi al segmento affluent, capitalizzando sulle proprie fabbriche di prodotti proprietarie per migliorare la leva operativa e guidare la crescita dei ricavi.Sull’insurbanking, “ci aspettiamo di generare una crescita sostenibile dalla seconda parte del prossimo anno, in quanto il prossimo anno è di phasing in, ma siamo partiti e iniziamo a vedere già numeri postivi. Non ci vorranno più di 6 mesi per raggiungere la velocità buona, quindi possiamo spalmare le previsioni al 2030 negli anni, considerando un po’ di phasing in il prossimo anno”. LEGGI TUTTO

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    Private Banking, Gota: “Previdenza complementare cruciale per Unione risparmio”

    (Teleborsa) – “Il successo della Savings and Investments Union è legato a doppio filo allo sviluppo della previdenza complementare e a come verrà concretizzata la Raccomandazione della Commissione Europea sui Saving Investment Account, che riteniamo debbano essere pensati per essere proposti nell’alveo della consulenza”. E’ quanto affermato da Maria Luisa Gota, Amministratore Delegato di Eurizon e Presidente Assogestioni, nel corso del XXI Forum del Private Banking su “Saving & Investments Union – Il ruolo del risparmio privato”.”La previdenza complementare – aggiunge Gota – rappresenta uno snodo necessario e indispensabile per dare un boost all’investimento di lungo termine. Assogestioni da tempo porta avanti il dialogo con gli stakeholder istituzionali su proposte concrete per una riforma del secondo pilastro ormai non più rinviabile”. LEGGI TUTTO

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    Banca Generali, Mossa: fiduciosi di più che raddoppiare contributo di Intermonte entro 2030

    (Teleborsa) – L’integrazione di Intermonte nel gruppo rafforza il posizionamento strategico di Banca Generali, sia ampliando le competenze di Banca Generali nell’area Global Markets che rafforzando l’offerta di Banca Generali per imprenditori e PMI. Lo ha detto l’Amministratore Delegato di Banca Generali, Gian Maria Mossa, nella call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati al 30 settembre 2025.Per fare un esempio di come le cose stiano andando bene, Mossa ha citato il fatto che “ottobre è stato il mese migliore per i certificati, sia sui volumi che sui margini, e grazie all’expertise dei professioni di Intermonte in questo asset sono sicuro che i numeri miglioreranno nei prossimi mesi”.Il gruppo si sta focalizzando sullo sviluppare una proposta di valore distintiva per imprenditori e PMI, un segmento chiave del Private Banking, sia per la creazione di nuova ricchezza che per l’esposizione al trasferimento di ricchezza generazionale. “Abbiamo già avuto oltre 130 meeting con imprenditori top e siamo vicini ad alcuni mandati”, ha sottolineato.”Una delle opportunità migliori è legata al trasferimento generazionale della ricchezza – ha sottolineato – E ora abbiamo i clienti nel nostro portfolio e abbiamo le competenze per sfruttare queste occasioni”.”Siamo fiduciosi di più che raddoppiare la contribuzione del net banking income di Intermonte entro il 2030, passando dai 42 milioni di euro del 2024 a 80-90 milioni di euro nel 2030″, ha spiegato. Sono previste sinergie pari al 25%-30% del totale entro il 2026.L’AD ha spiegato che AUC e Trading saranno trainati dall’internalizzazione dei margini su prodotti strutturati e altri titoli (ETF, azioni) e altre negoziazioni; i prodotti gestiti trainati principalmente dalle commissioni sui prodotti AUM (fondi/wrapper finanziari) con protezione del capitale; investment banking trainato dalle commissioni di M&A e dagli afflussi derivanti dall’acquisizione di eventi di liquidità.”I costi di set-up totali sono pari a 6 milioni di euro, interamente contabilizzati nel 2025, e il cost income è quasi in linea con quello della banca, quindi c’è una leva operativa molto positiva”, ha sottolineato Mossa. LEGGI TUTTO

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    Fineco, Foti: aumento significativo degli investitori attivi e ampia diffusione di strumenti passivi

    (Teleborsa) – “Nel terzo trimestre Fineco ha registrato una decisa accelerazione dei ricavi in tutte le aree di business, confermando l’apprezzamento da parte dei clienti nei confronti di un modello orientato a fornire servizi efficienti, trasparenti e convenienti”. Lo ha detto Alessandro Foti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di FinecoBank, commentando i risultati dei primi nove mesi dell’anno.”La crescita a doppia cifra dell’Investing riflette il costante impegno dei nostri consulenti nell’accompagnare la clientela in un approccio di lungo periodo ai mercati finanziari, grazie anche allo sviluppo della consulenza evoluta potenziata dai nuovi applicativi di intelligenza artificiale”, ha aggiunto.”Le innovative soluzioni proposte da Fineco Asset Management contribuiscono ad arricchire ulteriormente la piattaforma aperta, ampliando l’offerta verso il segmento Private equity e Etf attivi – ha sottolineato Foti – I primi nove mesi dell’anno vedono una forte spinta del Brokerage, grazie a un aumento significativo degli investitori attivi e una sempre più ampia diffusione degli strumenti passivi tra i risparmiatori italiani”.”Fineco si conferma quindi una piattaforma in grado di rispondere a tutte le esigenze finanziarie, un posizionamento che ci permette di guardare con ottimismo alla conclusione del 2025, che si preannuncia come un anno record per il numero di nuovi clienti, in grado di superare il massimo storico del 2024″, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Fineco, ricavi 9 mesi in leggero calo nonostante balzo del Brokerage

    (Teleborsa) – Fineco, banca fintech che fa parte del FTSE MIB, ha registrato ricavi pari a 969,6 milioni di euro nei primi 9 mesi 2025, -1,5% rispetto ai 984,1 milioni dello stesso periodo del 2024, sostenuti dalla crescita dell’Investing (+10% grazie all’effetto volumi e al crescente contributo di Fineco Asset Management) e dal Brokerage (+16,5% a/a grazie all’allargamento della base degli investitori attivi), che hanno quasi compensano il calo del margine finanziario (-12.8% a/a, guidato da tassi d’interesse più bassi). L’utile netto di periodo è stato pari a 480,5 milioni di euro, in calo rispetto ai 490 milioni dello stesso periodo del 2024.I Total Financial Asset al 30 settembre 2025 si attestano a 154,6 miliardi di euro, in rialzo (+14,3% a/a) rispetto a settembre 2024. Il saldo della raccolta gestita risulta pari a 71,2 miliardi, in rialzo del 11,6% a/a, il saldo della raccolta amministrata risulta pari a 52,5 miliardi (+21,4% a/a), il saldo della raccolta diretta risulta pari a 30,8 miliardi (+9,4% a/a). In particolare, i TFA riferibili alla clientela con asset superiori a €500.000 si attestano a €77,6 miliardi (+19,8% a/a).Le masse gestite di Fineco Asset Management sono pari a 39,8 miliardi di euro, di cui 27,7 miliardi relativi a classi retail (+18,9% a/a) e 12 miliardi relativi ai fondi sottostanti dei wrapper (classi istituzionali, +4,9% a/a)Continua la robusta acquisizione di nuovi clienti, pari a 144.702 nei nove mesi 2025 (+32,6% a/a), portando il totale a 1.763.604 clientiNel mese di ottobre la raccolta è stimata in circa 1,3 miliardi di euro (in crescita di oltre il 30% a/a). La raccolta gestita è stimata a circa 0,5 miliardi (in crescita di oltre il 20% a/a); la diretta a circa -0,1 miliardi. La raccolta amministrata è stimata a circa 0,9 miliardi, e ha sostenuto i ricavi del brokerage, che nel mese di ottobre sono stimati a circa 31,5 milioni. Nuovi clienti nel mese stimati a circa 19.300 (in crescita di circa il 30% a/a). LEGGI TUTTO

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    Banca CF+ emette bond Additional Tier 1 per 40 milioni di euro

    (Teleborsa) – Banca CF+ ha concluso il collocamento di una emissione di titoli obbligazionari Additional Tier 1, destinati a investitori qualificati, per un ammontare di 40 milioni di euro con durata perpetua e richiamabile alla scadenza dei 5 anni dalla data di emissione e successivamente ad ogni data di pagamento della cedola.La transazione contribuisce al rafforzamento e all’ottimizzazione della struttura del capitale della banca e ha visto la partecipazione di investitori istituzionali con ordini che hanno raggiunto un Bid to Cover di 1,40, si legge in una nota. Hanno partecipato all’operazione Hedge Funds (50%) e Asset Managers (50%), con una distribuzione geografica prevalente di investitori esteri (98,50%).I titoli sono emessi alla pari con cedola fissa del 12% annuo fino all’11 novembre 2030, pagabile semestralmente. Qualora l’emittente decidesse di non esercitare l’opzione di rimborso anticipato, la cedola verrebbe rideterminata sulla base del tasso swap in Euro a 5 anni al momento della data di ricalcolo, aumentato di uno spread pari a 1.000,8 basis points e resterà fissa per i successivi 5 anni (fino alla successiva data di ricalcolo). Il pagamento della cedola è totalmente discrezionale e soggetto a talune limitazioni. I titoli prevedono inoltre la riduzione a titolo temporaneo del valore nominale qualora il coefficiente CET1 del Gruppo scendesse al di sotto del 5,125%.I titoli sono quotati sul sistema multilaterale di negoziazione Euronext Dublin Global Exchange Market. Goldman Sachs ha agito comearranger e sole bookrunner dell’operazione. LEGGI TUTTO

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    Banche, S&P: Italia e Spagna pronte a nuovo M&A nonostante interventi della politica

    (Teleborsa) – Le banche europee hanno intrapreso una “nuova ondata di consolidamento” stimolata dalla concomitanza di eccesso di capitale, limitate prospettive di crescita organica e diminuzione dei guadagni di efficienza derivanti da un’ulteriore ristrutturazione delle attività delle banche stesse. Lo evidenzia S&P Global Ratings in un nuovo report sul tema, ricordando tuttavia che il sistema bancario europeo è, in pratica, un insieme di oltre 30 sistemi bancari nazionali e che la struttura del mercato a livello nazionale continuerà quindi a influenzare in modo determinante le operazioni di consolidamento M&A.Le M&A sono sempre state una caratteristica del sistema bancario europee – alcune operazioni sono state concluse in periodi di crisi, altre in tempo di pace – ma la nuova ondata di operazioni riflette un cambiamento di paradigma avvenuto a partire dal 2023. Si è passati da una gestione delle operazioni guidata dai venditori a una gestione guidata dagli acquirenti, e gli approcci non consensuali sono in aumento. Tra i catalyst ci sono il fatto che molte banche hanno un significativo eccesso di capitale, una generazione di capitale sostenuta e continuativa che supera di gran lunga le esigenze di crescita organica, valutazioni azionarie migliorate che ora rendono i riacquisti di azioni proprie meno attraenti, prospettive di crescita organica limitate (in alcuni mercati) e un atteggiamento favorevole da parte delle autorità di vigilanza.La maggior parte delle operazioni sono operazioni di scala, in cui il consolidamento produce efficienze di costo, soprattutto per gli acquirenti. Ma molte operazioni sono acquisizioni di ampio respiro, ovvero focalizzate sulla diversificazione in altri flussi di ricavi, in particolare quelli basati sulle commissioni come l’intermediazione, la gestione patrimoniale e le assicurazioni.S&P fa notare che in Italia, Spagna e Germania le potenziali operazioni hanno incontrato una forte opposizione politica. A volte ciò è dovuto a potenziali perdite di posti di lavoro, ma anche a sensibilità regionali e preoccupazioni sulla struttura del mercato. In particolare in Spagna e Italia, i decisori politici non sono contrari al consolidamento in linea di principio, ma sono molto cauti nel consentire che il mercato venga dominato da due o tre grandi operatori. Nel Regno Unito, ad esempio, le principali banche si troverebbero ad affrontare notevoli ostacoli antitrust se cercassero di acquisire banche di secondo livello o di fondersi tra loro.Un altro fatto da considerare è che l’aumento delle valutazioni bancarie significa che gli obiettivi sono diventati più costosi e i goodwill negativi sono scomparsa. Tuttavia, la conclusione di accordi continuerà, sebbene il capitale proprio (azioni proprie) stia diventando una componente maggiore del corrispettivo totale, a differenza delle operazioni interamente in contanti del passato.Secondo l’agenzia di rating, le grandi banche nei mercati a crescita più lenta continueranno ad essere attratte dalle solide prospettive di crescita nelle economie europee più piccole ma in più rapida crescita, ma con un avvertimento: vorranno acquisire una banca che abbia o possa creare una quota di mercato significativa (uno dei primi cinque operatori). Esempi recenti sono BPCE/Novo Banco ed Erste/Santander Polska.Secondo S&P, in alcuni mercati nazionali l’attività di M&A sarà molto più intensa rispetto ad altri. In questo senso, “nonostante il margine di intervento politico che potrebbe affossare la conclusione di accordi, Italia e Spagna sembrano pronte per un ulteriore consolidamento bancario, così come i paesi nordici. L’Europa centrale e orientale è da tempo un focolaio di attività, e questo è destinato a continuare”. LEGGI TUTTO

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    Banche, ABI: da misure della manovra su fisco 800 milioni di mancati ricavi

    (Teleborsa) – L’Associazione Bancaria Italiana “si rende pienamente disponibile per un confronto di maggior dettaglio sui provvedimenti”. È stata la conclusione di Marco Elio Rottigni, Direttore Generale dell’ABI, alla sua relazione sul Disegno di legge di bilancio per il 2026 alle Commissioni congiunte Bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.Rottigni ha evidenziato che “in Italia la dinamica del credito mostra segnali di ripresa” e che “la ripresa riguarda sia i prestiti alle famiglie sia quelli alle imprese ed è strettamente connessa all’evoluzione della domanda di credito”. La riduzione dei tassi di interesse si “sta riflettendo sul margine di interesse delle banche: nei primi sei mesi del 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i principali gruppi bancari italiani hanno registrato una riduzione di circa il 6 per cento del margine di interesse; questa tendenza è attesa proseguire nel prossimo biennio”.Il DG dell’ABI ha sottolineato che, in ambito fiscale, “le banche sono dirette destinatarie di un articolato insieme di misure” e “complessivamente, il maggior gettito che ne deriva, per il quadriennio 2026-2029, ammonta a circa 9,6 miliardi di euro”.In merito all’aumento di due punti percentuali delle aliquote IRAP per banche, intermediari finanziari e imprese di assicurazioni, relativamente ai periodi d’imposta 2026, 2027 e 2028, Rottigni ha detto che “tenuto conto che per la generalità delle imprese l’aliquota IRAP è il 3,90% e che le banche e gli intermediari finanziari, già sono soggetti a una maggiorazione di 75 centesimi, l’aliquota IRAP passa da 4,65% a 6,65%. Considerando altresì delle ulteriori maggiorazioni regionali applicata nella generalità dei casi alle banche, l’aliquota complessiva si attesta intorno al 7,40%”.In merito al differimento di una parte delle quote di deducibilità previste per il periodo d’imposta 2027 e alla limitazione alla deducibilità delle perdite fiscali e delle eccedenze ACE, il rappresentato dell’ABI ha detto che “si tratta di un ulteriore differimento del recupero delle anticipazioni di imposta che si aggiunge a quanto previsto con la legge di bilancio 2025. È opportuno evidenziare che anche questo tipo di prelievo determina un costo per le banche misurabile come minor margine di interesse per il mancato impiego della liquidità, ad esempio, qualora tale liquidità, fosse stata investita sottoscrivendo titoli del debito pubblico avrebbe generato ricavi finanziari per circa 800 milioni di euro (fine orizzonte 2030)”.Inoltre, si dispone la limitazione alla deducibilità IRES degli interessi passivi di banche e intermediari finanziari (oggi prevista in misura totale), per i quattro periodi di imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2025 (articolo 33), con aliquote di indeducibilità decrescenti nei 4 anni. Su questo punto ha detto che “al pari della previsione relativa alla deducibilità in cinque quote delle svalutazioni crediti si interviene su componenti che costituiscono la gestione caratteristica delle banche”.”Eravamo più indirizzati a una manovra come l’anno scorso, quindi a un tema di anticipazioni”, ha detto Rottigni quando gli è stato chiesto quale sarebbe stato lo scenario preferito. Quanto previsto dalla manovra, “colpirà in maniera chiara tutte le banche”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO