More stories

  • in

    Luzzatti avvia cessioni di NPE delle banche popolari su nuova piattaforma

    (Teleborsa) – La Luzzatti, società consortile controllata da 19 banche in gran parte popolari less significant, ha avviato il beauty contest per la cessione true sale dei primi pacchetti di crediti deteriorati delle banche azioniste sulla nuova piattaforma consortile allestita nella prima parte dell’anno.Il gross book value complessivo degli NPE in cessione, con closing atteso entro fine anno, ammonta a quasi 50 milioni di euro di GBV e comprende single name secured (UTP e NPL) e portafogli di posizioni unsecured assistite da garanzie statali di 6 banche popolari consorziate.Nel quarto trimestre dell’anno la nuova piattaforma verrà utilizzata anche per supportare il processo competitivo di collocamento delle notes mezzanine e junior della nuova cartolarizzazione multioriginator di NPL in corso di strutturazione da parte della Luzzatti. LEGGI TUTTO

  • in

    Gros-Pietro (Intesa): Neva ha lavorato bene, è il momento di crescere ancora

    (Teleborsa) – “Oggi è un giorno importante per la vita di Neva SGR; breve ma già piena di successi al fianco della capogruppo Intesa Sanpaolo, che sta vivendo il suo quinto secolo. Le radici della Compagnia di San Paolo risalgono infatti al 1563 e nel suo percorso di crescita il nostro Gruppo ha unito più di 500 tra banche, casse di risparmio, monti di pietà e altre realtà”. Lo ha dichiarato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, all’evento in cui Neva SGR (società di venture capital del gruppo) ha avviato due nuovi fondi denominati Neva II e Neva II Italia con una capacità di investimento finale di 500 milioni di euro.”Siamo oggi ai vertici del sistema bancario dell’eurozona e intendiamo continuare nella nostra missione, che è quella di servire i nostri stakeholder, nei confronti dei quali abbiamo ben presenti i nostri doveri e ai quali intendiamo dare nuove risposte attraverso la ricerca – ha continuato – Questa deve essere applicata in modo corretto e con modalità socialmente tollerabili per le comunità. Operiamo in economia di mercato, indicando percorsi sostenibili, impegnando le nostre persone a cui siamo grati, e le nostre risorse, dando l’esempio”. “Abbiamo dato vita a Intesa Sanpaolo Innovation Center, per creare un ecosistema dell’innovazione, e a Neva SGR, per investire nelle migliori realtà innovative – ha detto Gros-Pietro – Neva è partita quattro anni fa con 100 milioni di euro forniti dalla banca e l’abbiamo vista lavorare bene; si è fatta conoscere e apprezzare dai mercati. Oggi, visti i risultati ottenuti, siamo convinti che sia arrivato il momento di crescere ancora. Neva è la prova che è possibile, anche in Italia, investire in innovazione producendo risultati attraenti per gli investitori”. LEGGI TUTTO

  • in

    Nagel (Bundesbank): eventuali fusioni devono creare creare banche competitive

    (Teleborsa) – Qualsiasi fusione bancaria in Germania deve dare vita un istituto competitivo abbastanza forte da sostenere la crescita dell’economia tedesca. Lo ha affermato Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e quindi membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE), durante un evento di Commerzbank a Francoforte, secondo quanto riporta Reuters.”Abbiamo bisogno di banche forti e solide affinché le imprese possano affrontare e finanziare le loro attività future”, ha detto Nagel, spiegando che “in caso di eventuali fusioni, è importante che si crei un istituto competitivo che svolga questo compito nel miglior modo possibile”, evitando ogni riferimento specifico a UniCredit e Commerzbank. LEGGI TUTTO

  • in

    Popolare Sondrio, l’Ad conferma stategia stand-alone con occhio a opportunità

    (Teleborsa) – La Banca Popolare di Sondrio prosegue su una direttrice “Stand-alone”. Lo ha precisato l’Ad Mario Pedranzini, aggiungendo che questa scelta “ha sempre dato grandi soddisfazioni e che vogliamo continuare a perseguire”. “Guardiamo tutto, con grande senso di responsabilità e valutando sempre i razionali di qualsiasi operazione”, ha sottoloneaot il banchiere, aggiungendo “siamo attenti a tutte le opportunità che ci possono capitare e quindi non escluso un’operazione che potrebbe essere vantaggiosa in termini di qualche acquisizione. Però, deve essere un qualcosa che non mira alla crescita tout court, ma deve essere completamente integrata nella nostra visione di piano industriale”. “Il nostro percorso di crescita avvalora questa nostra politica di crescere con le nostre forze, perchèé possiamo conseguire quei vantaggi che derivano dalla valorizzazione delle tue potenzialità”, ha spiegato Pedranzini, chiarendo “ognuno deve giocare la propria partita nel campionato che gli è più congeniale”.Il manager ha ricordato che la banca sta crescendo, sia sullo stato patrimoniale che sul conto economico, un “fattore che ci permette di guardare al futuro con maggiore serenità” e vanta “una base sociale solida”, con Unipol come socio di riferimento ed anche “una platea di piccoli azionisti che sono rimasti legati alla banca nonostante la trasformazione da cooperativa a Spa”. LEGGI TUTTO

  • in

    BEI e Natixis CIB: finanziamento da 97 milioni di euro a Libeccio per nuovo impianto eolico in Sicilia

    (Teleborsa) – Realizzare un nuovo impianto eolico in Sicilia in grado di coprire il fabbisogno energetico annuo di oltre 56mila famiglie italiane, contribuendo alla transizione energetica e al raggiungimento degli obiettivi di REPowerEU. Questi sono gli obiettivi principali dell’accordo di finanziamento del valore di 97 milioni di euro siglato dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), Natixis Corporate & Investment Banking (Natixis CIB), e Libeccio, società di progetto detenuta da Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative S.r.l. (FERA) e da Byom S.r.l.Una volta operativa, entro il 2026, la nuova struttura denominata “Vento di Vino 2” avrà una capacità installata di 44,80 MW e sarà costruita a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Oltre alla realizzazione del nuovo impianto eolico, gli accordi finanziari siglati contribuiranno al rifinanziamento dell’indebitamento residuo di Libeccio, titolare dell’impianto eolico esistente “Vento di Vino 1”, che ha una capacità installata di 24 MW e si trova sempre a Mazara del Vallo. Il finanziamento complessivo, qualificato come Green Loan, è stato strutturato su base project finance e include diverse linee di credito per un importo pari a circa 97 milioni di euro, di cui circa 42 milioni messi a disposizione dalla BEI e circa 55 milioni da Natixis CIB.L’operazione sostiene gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal europeo e di REPowerEU, che la BEI si è impegnata a finanziare con 45 miliardi di euro aggiuntivi entro il 2027. Inoltre, la BEI stima che oltre 270 posti di lavoro verranno creati durante l’implementazione del progetto, generando importanti ricadute economiche in Sicilia, una regione di coesione. Nel dettaglio, il progetto prevede la coesistenza di un impianto “brownfield” già in esercizio dal 2011 (Vento di Vino 1), che beneficia ancora di un limitato periodo incentivante residuo, e di un impianto “greenfield” (Vento di Vino 2) che beneficerà degli incentivi ventennali previsti dalla normativa vigente essendo risultato aggiudicatario dell’asta n. 13 del 9 febbraio 2024 ai sensi del Decreto FER del 4 luglio 2019. Il finanziamento è stato pertanto strutturato sulla base di una residua quota di rischio “merchant” che si affianca alla componente di ricavi incentivata.I principali advisors dell’operazione sono stati Dentons (aspetti legali lato BEI e Natixis CIB), BonelliErede (special counsel BEI) e Legance – Avvocati Associati (aspetti legali lato Libeccio), EOS (aspetti tecnici), Marsh (aspetti assicurativi), Deloitte (tax e model auditor) e Arcus Financial Advisors (financial advisor di Libeccio).”Promuovere la transizione energetica e rafforzare la coesione sociale ed economica sono due priorità strategiche per la BEI – ha affermato Alessandro Izzo, direttore BEI per le operazioni di Equity, Growth e Project Finance –. Questa operazione, oltre a sostenere la produzione di energia rinnovabile in un’area rurale, favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro e, di conseguenza, la crescita e lo sviluppo economico della Sicilia”.”Siamo orgogliosi di essere stati incaricati come Sole Underwriter da FERA e Byom in questa importante iniziativa che coniuga brownfield e greenfield e che consolida la nostra leadership nel settore delle energie rinnovabili in Italia. Questo ulteriore finanziamento Green Loan –ha affermato Roberto Massarenti, head of Infrastructure Finance Italy di Natixis CIB – Filiale di Milano – emesso nel mercato italiano conferma nuovamente gli sforzi di Natixis CIB a sostegno dello sviluppo delle rinnovabili in un contesto di transizione ecologica e di attenzione ai valori dell’ambiente e della sostenibilità”.”Per il Gruppo FERA – ha commentato Sebastiano Falesi, membro del Cda del Gruppo Fera e di Libeccio – è un ulteriore passo avanti nella transizione energetica italiana. Questi 44,8 MW si aggiungono ai 200 MW che il Gruppo ha realizzato dal 2001. Tutti impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, valorizzando così le risorse naturali dei territori con ricadute economiche di sostegno ai Comuni e ai territori interessati”.”Siamo orgogliosi – ha dichiarato Massimiliano Salvi, ceo di Byom e presidente di Libeccio – del risultato raggiunto che rappresenta da un lato il consolidamento della partnership di lungo termine con il Gruppo Fera e dall’altro la testimonianza, attraverso il coinvolgimento di istituti finanziari di primario standing internazionale, della validità del nostro progetto in coerenza con gli obiettivi della transizione energetica e della sostenibilità ambientale”. LEGGI TUTTO

  • in

    UniCredit, Barclays: payout policy sarebbe mantenuta anche dopo fusione con Commerzbank

    (Teleborsa) – UniCredit sarebbe in grado di mantenere la sua attuale politica di distribuzione ordinaria dopo un’eventuale proposta di fusione con Commerzbank e, anche se rimangono diverse domande senza risposta in questa fase, la logica dell’accordo sarebbe chiara: creare valore per gli azionisti rafforzando il nuovo franchising tedesco. Ne è convinta Barclays, che ha analizzato il potenziale deal a seguito dell’acquisto del 9% del capitale della banca tedesca da parte dell’istituto guidato da Andrea Orcel.Gli analisti affermano che UniCredit sarebbe in grado di pagare a Commerzbank (con un premio del 30% sul prezzo delle azioni Commerzbank del 10 settembre) fino al 45% in contanti, utilizzando quasi tutto il suo attuale capitale in eccesso per massimizzare l’accrescimento dell’EPS e mantenere comunque il rapporto CET1 al 13%. Tuttavia, per fornire un accrescimento dell’EPS positivo mantenendo buffer di capitale più grandi, UniCredit potrebbe prendere in considerazione di pagare meno in contanti.In particolare: l’accrescimento dell’EPS rimane positivo (+3% anno 1 a +7% anno 3) con il 30% dell’accordo Commerzbank finanziato in contanti (portando a un rapporto CET1 del 13,6% o al 13,3% al netto della stima degli oneri di integrazione). In ogni caso, le considerazioni in tutti questi scenari suggeriscono la capacità di UniCredit di mantenere anche l’attuale politica di pagamento ordinaria dopo una combinazione, anche se pagata parzialmente in contanti.Barclays cita anche potenziali ostacoli: oltre alle approvazioni normative standard, ci sono infatti alcuni aspetti chiave in sospeso da considerare per quanto riguarda qualsiasi combinazione: 1) Un potenziale accordo sarebbe amichevole? Il tono di UniCredit suggerisce la possibilità di trovare accordi con Commerzbank, mentre la posizione di quest’ultima non è ancora chiara. 2) Il governo tedesco sosterrà UniCredit? Si potrebbe sostenere che c’è stata un’apertura dato che UniCredit ha acquisito una quota in Commerzbank direttamente dal governo, ma non c’è ancora alcuna garanzia che il governo sosterrebbe una quota maggiore o addirittura una fusione completa. 3) La prima reazione degli azionisti di Commerzbank è stata “positiva” (prezzo delle azioni Commerzbank in aumento del +4% dall’annuncio rispetto a Commerzbank +25% e indice bancario +3%): questo è rilevante in quanto qualsiasi accordo sarebbe soggetto all’approvazione sia degli azionisti UniCredit che di Commerzbank.Guardando al settore bancario italiano, secondo Barclays “nulla cambia nel breve termine” per Banco BPM, MPS (e BPER). “L’interesse di UniCredit nelle banche italiane a media capitalizzazione non è sembrato elevato, a nostro avviso, e i prezzi di mercato di queste banche non hanno incorporato un premio M&A significativo – si legge nella ricerca – In effetti, tutte queste banche italiane hanno basato la loro strategia su elevati rendimenti di capitale (o la baseranno nel caso di BPER, pensiamo, nel prossimo piano aziendale) e hanno un ampio capitale in eccesso”. LEGGI TUTTO

  • in

    FTSE Diversity and Inclusion Index: Intesa Sanpaolo prima banca al mondo tra i 100 luoghi di lavoro più inclusivi

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo si è classificata prima banca al mondo tra i 100 luoghi di lavoro più inclusivi e attenti alle diversità presentinel FTSE Diversity and Inclusion Index – Top 100, l’indice internazionale di FTSE Russell (già Refinitiv). Il Gruppo si è classificato al settimo posto a livello globale, primo gruppo bancario in assoluto e unico in Italia.L’analisi condotta da Ftse Russell valuta, infatti, oltre 15.500 aziende quotate in tutto il mondo in base a 24 parametri riconducibili a quattro categorie chiave: diversità di genere, inclusione, sviluppo delle persone e controversie. FTSE Russell è un fornitore leader a livello mondiale di benchmark, analisi e soluzioni dati con capacità multi-asset.”Il riconoscimento – commenta Intesa Sanpaolo in una nota – conferma l’impegno del Gruppo guidato dal CEO Carlo Messina, nella valorizzazione delle diversità e nella promozione dell’inclusione come componenti essenziali per la crescita. È, inoltre, frutto dell’impegno di Intesa Sanpaolo nella promozione di un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di accogliere e valorizzare ogni forma di diversità e supportato da un processo di misurazione, valutazione e arricchimento continui dei risultati ottenuti”. LEGGI TUTTO

  • in

    UniCredit-Commerzbank, Equita: operazione sfidante, ma con spazio per creazione valore

    (Teleborsa) – Una possibile acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit è “un’operazione sfidante, ma con spazio per creazione di valore”. Ne è convinta Equita, che ha analizzato il potenziale deal a seguito dell’acquisto del 9% del capitale della banca tedesca da parte dell’istituto guidato da Andrea Orcel.Gli analisti ritengono lo scenario di business combination come quello più probabile, mentre considerano improbabile un rilancio da parte di altri player: non sarebbero nella condizione di presentare offerte migliorative rispetto a quella di UniCredit , mantenendo un livello di capitale adeguato e realizzando una soddisfacente EPS accretion.Assumendo una transazione dove i) UniCredit riconosce una valutazione di Commerzbank pari a circa 20 milioni di euro (30% premio sul prezzo undisturbed, 10% sui prezzi attuali), ii) un’operazione 45% cash/55% paper, iii) sinergie lorde per 600-650 milioni di euro, gli analisti vedono: i) potenziale per EPS accretion in area double-digit (circa il 15%) con sinergie a run-rate, ii) ROIC a circa il 17%, iii) CET1 in area 13% e iv) mantenimento della politica di remunerazione della banca.”A nostro avviso, UniCredit potrebbe spingersi fino a un premio del 40% per continuare a realizzare un’EPS accretion soddisfacente senza sacrificare la solidità patrimoniale e la distribuzione. Sebbene una potenziale business combination UniCredit-Commerzbank presenti elementi di complessità (sottolineiamo tra gli altri rischi politici, di integrazione, di generazione di sinergie…), a nostro avviso gli aspetti positivi superano quelli negativi, lasciando spazio alla creazione di valore”, si legge nella ricerca.Tra gli aspetti positivi vengono citati: l’acquisizione di una posizione di leadership in Germania, con spazio per generazione di efficienze difficilmente raggiungibili da HVB standalone e per cogliere maggiori opportunità di crescita; la possibilità per UniCredit di estendere il proprio catalogo prodotti su una rete internazionale più ampia; potenziale miglioramento del credit rating, con spazio per un’ulteriore riduzione dei costi di finanziamento istituzionali. LEGGI TUTTO