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    Finint Investments, Giuseppe Zafarana nominato presidente

    (Teleborsa) – L’assemblea dei soci di Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint, ha deliberato la nomina del Generale Giuseppe Zafarana quale nuovo Consigliere e Presidente fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025.Zafarana subentra a Giovanni Perissinotto, che ricopriva la carica dal 2016 e che è Vicepresidente del Gruppo Banca Finint e Presidente di Finint Private Bank. Nato a Piacenza nel 1963, il Generale Zafarana ha svolto una carriera militare ultra-quarantennale all’interno della Guardia di Finanza, di cui ha ricoperto i principali ruoli di comando fino a diventarne, dal 2019 al 2023, Comandante Generale. Attualmente è Presidente di Eni.”Consapevoli delle sfide attuali e della centralità della gestione del Risparmio quale industria determinante per il Paese, siamo onorati di aver attratto una figura di spicco come il Generale Giuseppe Zafarana – afferma Enrico Marchi, presidente del Gruppo Banca Finint – Grazie alle sue qualità umane e professionali, siamo certi che eserciterà il ruolo di Presidente di Finint Investments in modo determinante per l’attuazione dei piani di sviluppo della società”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, UE autorizza l’acquisizione di Alpha Bank Romania

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di Alpha Bank Romania da parte di UniCredit. La transazione riguarda principalmente servizi bancari e finanziari in Romania, come servizi bancari al dettaglio e aziendali, servizi del mercato finanziario e altri servizi finanziari.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, date le limitate posizioni di mercato delle società derivanti dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    Siani (Bankitalia): outsourcing IT delle banche aumenta rischio di terza parte

    (Teleborsa) – “Lo sviluppo di partnership e collaborazioni sempre più intense con operatori non tradizionali promuove la segmentazione della “catena del valore” e dei processi produttivi aumentando l’interconnessione tra i soggetti presenti sul mercato, finanziari e non”. Lo ha affermato Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, a un convegno ABI, parlando del sistema bancario italiano.”L’innovazione tecnologica offre opportunità di rilievo, i cui benefici possono tuttavia essere massimizzati solo avendo la capacità di mantenere modelli operativi sostenibili e credibili nel tempo, anche per preservare la fiducia della clientela, un bene prezioso, ma fragile”, ha sottolineato.Parlando dei rischi informatici, ha sostenuto che “il crescente ricorso all’outsourcing IT da parte di intermediari di tutte le dimensioni, come anche il maggior utilizzo di servizi cloud offerti da terzi, spesso in combinazione con altri prodotti, può rappresentare di certo una soluzione efficiente per conseguire risparmi e per l’acquisizione di competenze altrimenti non disponibili. Tuttavia, non può accompagnarsi all’attenuazione dei relativi meccanismi di governo, che vanno mantenuti e adattati al differente perimetro a rischio”.”Il segmento degli outsourcer IT presenta inoltre una forte concentrazione, con operatori di dimensioni elevate, anche rispetto alle entità servite – ha detto Siani – ciò comporta un aumento del rischio di “terza parte”, sia a livello di singola entità (con pochi fornitori che offrono una pluralità di servizi a uno stesso intermediario) sia di sistema (pochi provider che supportano molti intermediari)”. LEGGI TUTTO

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    Bancomat, si dimette l’AD Alessandro Zollo

    (Teleborsa) – “È con grande emozione che annuncio il termine del mio percorso in Bancomat come Amministratore Delegato e Direttore Generale. È stato un onore contribuire alla crescita dell’azienda in questi anni”. È con queste parole che Alessandro Zollo ha annunciato su LinkedIn le sue dimissioni dalla società che gestisce i circuiti di pagamento e prelievo.”Sono grato per aver avuto l’opportunità di lavorare con un gruppo di persone professionali e piene di talento – ha aggiunto – Ringrazio di cuore uno ad uno i miei colleghi, il Consiglio di Amministrazione e i partner per il loro contributo e la loro collaborazione. Sono pronto ad esplorare nuove opportunità e sfide professionali”.Bancomat è partecipata da FSI (primario investitore istituzionale italiano entrato nel capitale lo scorso anno) e da 104 banche italiane, che fanno parte delle oltre 400 che utilizzano i suoi servizi. Nel 2023 ha aumentato i ricavi a 52,4 milioni di euro ma ha riportato un rosso di 3 milioni contro l’utile di 8 milioni del 2022 a causa del rimborso a Nexi per la risoluzione del progetto Piattaforma Hub. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Goldman Sachs ha quota potenziale dell’1,54%

    (Teleborsa) – Goldman Sachs si muove sul capitale di Intesa Sanpaolo, sia tramite compravendita di azioni che di altri strumenti. Secondo le comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, con riferimento al 31 maggio, la banca d’affari statunitense ha una quota potenziale dell’1,54% del capitale.Scendendo nei dettagli, lo 0,72% sono diritti di voto riferibili ad azioni, lo 0,27% sono partecipazioni potenziali e lo 0,55% sono altre posizioni lunghe con regolamento fisico e in contanti. LEGGI TUTTO

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    BNL, Fabi: “Accordo su smart working anche in filiale”

    (Teleborsa) – “È stata estesa la possibilità di accedere allo smart working anche per le colleghe e i colleghi delle filiali del gruppo Bnl Bnp Paribas”. È quanto fa sapere la Fabi in una nota spiegando che tale estensione, definita con un accordo sottoscritto pochi giorni fa dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali con l’azienda, riguarda oltre il 70% del personale di rete e consentirà di ricorrere al lavoro agile fino a un giorno a settimana. “È passata la linea della Fabi e delle altre organizzazioni sindacali di Bnl. Siamo consapevoli – commenta il coordinamento Fabi nel gruppo Bnl Bnp Paribas – che molto resta ancora da fare e auspichiamo nel tempo di poter allargare le previsioni alle filiali più piccole e alle figure professionali per adesso escluse, ma quanto ottenuto è certamente innovativo e rilevante. Va incontro a una richiesta che la Fabi in Bnl riceveva da tempo dalle lavoratrici e dai lavoratori. Riteniamo che la misura sia utile alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e crediamo che il riferimento esplicito alla formazione sia prezioso: essa deve svolgersi in luoghi protetti”. LEGGI TUTTO

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    Banche europee, costo del rischio stabile nel primo trimestre. Migliora ancora l’Italia

    (Teleborsa) – Il costo del rischio (CoR) delle banche europee è rimasto stabile nel primo trimestre del 2024 rispetto alla fine del 2023 e al primo trimestre 2023, e la maggior parte delle banche ha segnalato livelli di CoR simili o migliorati. Tuttavia, alcune banche hanno continuato a segnalare un aumento costante dei livelli di CoR nel primo trimestre del 2024, seguendo la tendenza osservata a fine 2023, sebbene nella maggior parte dei casi il deterioramento non sia stato materiale e sia ancora inferiore ai livelli dell’anno fiscale 2019. Lo si legge in un nuovo report di Morningstar DBRS sul tema.”Riteniamo che i tagli dei tassi di interesse potrebbero essere positivi per i mutuatari nel medio termine, tuttavia, non ci aspettiamo che i primi tagli dei tassi abbiano un impatto positivo significativo sulla qualità degli attivi nell’immediato e si prevede ancora un certo peggioramento nel medio termine – ha affermato Maria Rivas, Senior Vice President & Sector Lead, European Financial Institution Ratings presso Morningstar DBRS – Ciò potrebbe eventualmente tradursi in un CoR più elevato per le banche europee, in particolare per quelle che hanno mostrato aumenti costanti da fine 2022″.Il contesto europeoIl CoR medio per il campione di 32 banche europee di Morningstar DBRS è stato di 30 pb nel primo trimestre del 2024, sostanzialmente in linea con i 33 pb nell’anno fiscale 2023 e i 30 pb nel primo trimestre del 2023. Allo stesso tempo, 6 paesi hanno segnalato in media livelli di CoR in miglioramento nel primo trimestre del 2024: Italia, Portogallo e, in misura minore, Regno Unito, Finlandia e Svezia.Nel campione, 11 banche hanno segnalato livelli di CoR più elevati nel primo trimestre del 2024 rispetto all’anno fiscale 2023 e 18 banche hanno segnalato livelli di CoR più elevati rispetto al primo trimestre del 2023. Inoltre, 15 banche hanno segnalato livelli di CoR nel primo trimestre del 2024 superiori alla media del campione di 33 punti base e una banca ha riferito di rilasci di accantonamenti. Detto questo, il CoR delle banche europee rimane ancora basso nel primo trimestre del 2024, con solo 11 banche che segnalano livelli di CoR più elevati rispetto al 2019, soprattutto in Spagna, Germania e Regno Unito.La situazione in ItaliaLe banche in Italia hanno continuato a segnalare livelli di CoR in miglioramento nella media del primo trimestre del 2024, seguendo la tendenza osservata nell’anno fiscale 2023. Il CoR delle banche italiane è sceso a 33 pb nel primo trimestre del 2024 da 42 pb nell’anno fiscale 2023, con tutte le banche del campione che hanno ridotto i livelli di CoR e la riduzione maggiore ottenuta da Banca Popolare di Sondrio e BPER. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, ABF: nel 2023 rimborsi per 12 milioni ai clienti

    (Teleborsa) – Con riguardo all’attività dell’ABF, nel 2023 l’andamento del contenzioso ha risentito dell’evoluzione degli orientamenti della giurisprudenza, soprattutto in materia di estinzione dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio (CQS) e di buoni fruttiferi postali (BFP). In particolare, su oltre 15.800 ricorsi presentati (il 2 per cento in più rispetto al 2022), sono aumentati quelli sulla CQS, la cui quota è tornata a rappresentare una parte significativa del totale, mentre sono risultati in netto calo quelli sui BFP. I ricorsi in materia di servizi e strumenti di pagamento sono leggermente diminuiti, pur continuando a costituire una quota rilevante del contenzioso. È quanto emerge dalle Relazioni Annuali sull’attività dell’Arbitro Bancario e Finanziario, l’organismo indipendente sostenuto dalla Banca d’Italia, presentate oggi.Lo scorso anno le decisioni dei Collegi sono state oltre 15mila e nel 48 per cento dei casi l’esito è stato favorevole ai clienti con l’accoglimento totale o parziale delle richieste (era il 34 per cento nel 2022; l’aumento di questo dato rispetto all’anno precedente è riconducibile prevalentemente al contenzioso relativo alla CQS). Per il 14 per cento dei ricorsi è intervenuta la cessazione della materia del contendere a seguito dell’accordo intervenuto tra le parti; nei restanti casi il Collegio ha respinto le istanze in quanto ritenute infondate.Nel 2023 sono stati riconosciuti alla clientela 17,3 milioni di euro di cui 12,3 già restituiti (nel 2022 erano stati rispettivamente 19,6 e 17,3 milioni). Il tasso di adesione degli intermediari alle decisioni dell’ABF resta elevato (74 per cento, 81 nel 2022). Sulla sua diminuzione – spiega Bankitalia – ha inciso l’aumento degli inadempimenti degli intermediari alle decisioni riguardanti la CQS. Gli inadempimenti in materia di BFP sono stati invece più contenuti rispetto all’anno precedente. Al netto di queste materie il tasso di adempimento è stato del 94 per cento (90 nel 2022).Nel 2023 si è ulteriormente ridotta la durata media della procedura, arrivata a 118 giorni. Il dato è ampiamente al di sotto dei 180 giorni previsti dalla normativa, termine entro il quale si è concluso il 96 per cento dei procedimenti.È proseguita la collaborazione con l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), in vista della prossima istituzione dell’Arbitro Assicurativo, e con l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) operante presso la Consob, con il quale sono state organizzate ulteriori occasioni di confronto (il forum tra ABF e ACF) al fine di prevenire conflitti interpretativi o incertezze nella delimitazione delle rispettive competenze.Nel 2023 è stato inoltre siglato un protocollo d’intesa con la Scuola superiore della magistratura, per favorire il dibattito tra magistrati, esponenti dell’accademia, membri dei Collegi ABF e rappresentanti della Banca d’Italia su temi di comune interesse connessi con la tutela dei clienti.Sono proseguiti i lavori per l’utilizzo di tecniche di machine learning e text mining nel procedimento ABF, attraverso il progetto AbefTech, il cui avvio è imminente: AbefTech agevolerà la ricerca di decisioni su casi analoghi, attraverso l’individuazione tempestiva dei precedenti e di eventuali contrasti tra gli orientamenti dell’Arbitro, migliorando così il servizio offerto ai clienti. La decisione sui ricorsi continuerà a essere presa in piena autonomia dai Collegi.Con riferimento alla gestione degli esposti, nel 2023 la Banca d’Italia ha ricevuto oltre 11.200 esposti privatistici, il 21 per cento in più rispetto al 2022. L’aumento è in particolare dovuto ai problemi con la rinegoziazione dei mutui in relazione alle dinamiche dei tassi di interesse e al blocco dell’operatività su rapporti di conto corrente (in seguito a vicende successorie e a pignoramenti); rilevano anche le lamentele connesse con l’estinzione anticipata dei contratti di credito ai consumatori e quelle inerenti alle operazioni di cessione dei crediti di natura fiscale riconducibili al Superbonus 110.Nel 2023 il 50 per cento delle lamentele – se si escludono quelle relative a materie estranee alla competenza della Banca d’Italia – si è concluso con un esito (in tutto o in parte) favorevole al cliente, anche grazie all’intervento della Banca d’Italia. Il tempo medio di risposta agli esponenti da parte della Banca d’Italia è pari a 15 giorni.Le segnalazioni legate alle richieste di finanziamento hanno continuato a rappresentare la quota più rilevante (35 per cento del totale). Il 17 per cento degli esposti è relativo a strumenti e servizi di pagamento (il 20 per cento in più nel confronto con l’anno precedente). Tra questi, le segnalazioni di truffe sono aumentate dell’11 per cento rispetto al 2022 e hanno riguardato perlopiù ipotesi di furto delle credenziali di accesso al conto e dei codici di autenticazione delle operazioni di pagamento.Nel 2023 la Banca d’Italia ha continuato a utilizzare la procedura basata su tecniche di intelligenza artificiale, denominata EspTech, per assicurare una maggiore tempestività nell’analisi delle segnalazioni dei cittadini, intercettare precocemente i nuovi filoni di contenzioso e rafforzare lesinergie con le altre funzioni di tutela (vigilanza ed educazione finanziaria).Si sono intensificati l’interlocuzione e gli scambi informativi con le altre Autorità di tutela nazionali ed estere, alle quali la Banca d’Italia trasmette le segnalazioni rientranti nei loro ambiti di competenza.Anche nel 2023 è proseguito il confronto con le associazioni dei consumatori, realizzato attraverso incontri bilaterali e riunioni plenarie, che ha contribuito ad arricchire il patrimonio informativo a disposizione della Vigilanza e a orientare meglio le iniziative di educazione finanziaria. Inoltre, in collaborazione con le associazioni dei consumatori la Banca d’Italia ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Occhio alle truffe!” per contrastare le frodi nei pagamenti digitali con l’obiettivo di aiutare la clientela bancaria e finanziaria a riconoscere le truffe più insidiose e a utilizzare gli strumenti di tutela messi a disposizione della Banca d’Italia per difendersi.”Dati preoccupanti, anche se con luci e ombre” commenta l’Unione nazionale consumatori. “Bene, ad esempio, che siano diminuite del 6% le controversie sugli utilizzi fraudolenti di carte, bonifici e conti correnti, pur rappresentando ancora il 30 per cento del totale. Un indice sia del maggiore impegno per contrastare le nuove frodi informatiche sempre più sofisticate, phishing, spoofing, smishing e vishing, sia della sempre maggiore attenzione e consapevolezza del consumatore – afferma il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona –. Grave e negativo, invece, il rialzo del 64%, rispetto al 2022, del contenzioso in materia di cessione del quinto dello stipendio. Non si capisce perché per riconoscere il proprio sacrosanto diritto di riavere tutti i soldi, escluse imposte, in caso di estinzione anticipata di un contratto di credito, si debba intraprendere una battaglia e presentare ricorso – prosegue Dona –. Se un fornitore non consegna i beni o li consegna difettosi il cliente deve poter risolvere il rapporto di credito, previa messa in mora del venditore, In caso di risoluzione l’intermediario deve rimborsare le rate e le altre somme già pagate, senza se e senza ma!”. LEGGI TUTTO