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    Barclays, utile in calo nel 2° trimestre. Nuovo buyback da 750 milioni di sterline

    (Teleborsa) – Barclays, colosso bancario britannico, ha chiuso il secondo trimestre del 2024 con total income pari a 6,3 miliardi di sterline, aumentato dell’1% su base annua, con il Group NII escluso IB e la sede centrale di 2,7 miliardi di sterline, di cui Barclays UK NII è stato di 1,6 miliardi di sterline. Il RoTE è stato del 9,9% (Q223: 11,4%) con un utile prima delle imposte di 1,9 miliardi di sterline (Q223: 2,0 miliardi) compreso l’impatto delle attività inorganiche. L’utile attribuibile agli azionisti è stato di 1,2 miliardi di sterline, in calo del 7% su base annua.”Stiamo facendo buoni progressi rispetto al nostro piano triennale, con un RoTE dell’11,1% nella prima metà del 2024, che ci mette in linea con il nostro obiettivo di un RoTE superiore al 10% nel 2024 – ha commentato il CEO C. S. Venkatakrishnan – Abbiamo completato la vendita del portafoglio ipotecario italiano, abbiamo annunciato la vendita dell’attività tedesca di credito al consumo e siamo sulla buona strada per completare l’acquisizione di Tesco Bank nel novembre 2024. Abbiamo annunciato un dividendo semestrale di 2,9 centesimi per azione insieme a un riacquisto di azioni fino a 750 milioni di sterline, con distribuzioni totali di capitale agli azionisti di 1,2 miliardi di sterline rispetto alla prima metà del 2024″.Barclays ha sottolineato di aver completato il riacquisto di azioni da 1 miliardo di sterline annunciato con i risultati dell’anno fiscale 2023 e ha annunciato l’intenzione di avviare un riacquisto di azioni fino a 750 milioni di sterline e un dividendo di 2,9 pence per azione per H124.La previsione per il reddito da interessi netti (NII) del gruppo al 2024, esclusa Investment Bank (IB) e sede centrale, è aumentata da circa 10,7 miliardi di sterline a circa 11,0 miliardi di sterline. All’interno di questo, la guidance su NII di Barclays UK è aumentata da 6,1 miliardi a circa 6,3 miliardi di sterline. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca chiude l’esercizio con risultati record, nuovo buyback da 385 milioni

    (Teleborsa) – Mediobanca, la maggiore banca d’affari italiana, chiude l’esercizio al 30 giugno 2024 con risultati ai livelli massimi storici: ricavi 3.606,8 milioni (+9% a/a), utile netto 1.273,4 milioni (+24% a/a), utili per azione 12M 1,53 euro (+27% a/a), ROTE 14% (+1pp), RORWA 2,7% (+30bps a/a), DPS a 1,07 euro (+26% a/a).Il Wealth Management (WM) raggiunge quasi 100 miliardi di TFA, 925 milioni di ricavi, 490 milioni di commissioni, contribuendo al 30% dei ricavi bancari e al 52% delle commissioni di Gruppo. Con un utile netto di quasi 210 milioni ed una raccolta netta (NNM) superiore a 8 miliardi, Mediobanca è oggi “un player riconosciuto”, con tassi di crescita superiori alla media per l’approccio sinergico con il Corporate & Investment Banking (CIB) (liquidity events per circa 1 miliardo nell’anno) e per l’accelerazione delle assunzioni di CF/bankers e l’acquisizione di clienti HNWI dopo il lancio di Mediobanca Premier.Gli RWA del CIB scendono del 23% (a 14,9 miliardi) e rappresentano meno di un terzo degli RWA di Gruppo, con la risk density che scende dal 61% al 38%. La spinta dei prodotti a minor assorbimento di capitale e il rafforzamento del modello PIB incrementano l’efficienza dei ricavi (Ricavi/RWA dal 3,6% al 4,5%), con la componente internazionale salita dal 40% al 55% anche grazie all’acquisizione di Arma Partners avvenuta ad ottobre.L’esercizio prevede circa 1,1 miliardi di distribuzione (in crescita di circa il 50% a/a, di cui 885 milioni di dividendi e 200 milioni di riacquisto e cancellazione di azioni), con DPS in crescita del 26% a 1,07 euro (di cui 0,56 euro in pagamento a novembre 2024), EPS in aumento del 27% a 1,53 euro e TBVPS a 11,6 euro.”Nell’esercizio 2023-24 il Gruppo ha saputo raggiungere i migliori risultati di sempre in termini di ricavi (3,6 miliardi), di utile (quasi 1,3 miliardi), di redditività (ROTE 14%) e distribuzione agli azionisti (1,1 miliardi tra dividendi e buyback effettuati), dando puntuale avvio alle principali iniziative del Piano 23-26 – ha commentato il CEO Alberto Nagel – Lo scenario dei prossimi mesi si presenta incerto per dinamiche geo-politiche e macro e richiederà la capacità di volgere in opportunità un contesto atteso volatile”. “Mediobanca è in una posizione privilegiata per la specializzazione del suo modello, l’approccio responsabile, le competenze distintive di prodotto, il posizionamento, unico in Italia, sulle famiglie imprenditrici – ha aggiunto – Con queste peculiarità e attraverso una gestione sempre più efficiente degli attivi e del capitale, abbiamo iniziato il secondo anno del Piano One Brand – One Culture con obiettivo di essere una delle migliori storie di crescita e remunerazione per tutti gli stakeholders”.Proposto nuovo Piano di Buy Back per 385 milioni di euro con cancellazione da eseguire nell’esercizio 2024/25, interamente dedotto nel CET1 a giugno 2024. LEGGI TUTTO

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    BCP lavora a rafforzamento patrimoniale. Utile 1° semestre di 4 milioni

    (Teleborsa) – Banca di Credito Popolare (BCP) ha chiuso il primo semestre 2024 con un utile netto di 4 milioni di euro, rispetto alla perdita di 874 mila euro dello stesso periodo del 2023. Rispetto a fine 2023, la raccolta diretta si mantiene stabile a 2,54 miliardi di euro, mentre la raccolta indiretta cresce del 6,7%, grazie prevalentemente a quella amministrata, portandosi a 881 milioni di euro. I prestiti netti alla clientela si attestano a 1,68 miliardi di euro (segnando un -2,4% rispetto ai 1,72 miliardi di fine 2023). Gli interessi attivi e i proventi assimilati sono pari a 61 milioni di euro, in crescita rispetto ai circa 51 milioni dello stesso periodo del 2023 (+19,6%), trainati principalmente dalla favorevole dinamica dei tassi.L’indicatore NPL ratio lordo che si attesta al 8,75% rispetto al 9,08% di fine 2023 e l’NPL ratio netto pari al 5,68% rispetto al 5,96% di fine 2023. L’indice di copertura complessivo dei crediti deteriorati fa registrare un aumento di 57 punti base, attestandosi al 37,78% contro il 37,21% di fine 2023. Le rettifiche nette su crediti si attestano a 4,7 milioni, con un costo del rischio di credito annualizzato dello 0,55%, in miglioramento rispetto all’1,86% di dicembre 2023.Gli indicatori di solidità patrimoniale CET 1 capital ratio, TIER 1 capital ratio e Total Capital Ratio si attestano al 13,73%, senza computare l’utile di periodo, migliorando di 242 punti base rispetto all’11,31% registrato a fine 2023, principalmente per l’attività di derisking sul portafoglio titoli di proprietà. Tali indicatori risultano in linea con il requisito minimo vincolante attualmente fissato da Banca d’Italia (13,65%).Il Consiglio di Amministrazione ha definito e approvato le nuove linee guida del Piano Industriale relativo al periodo 2025-2028, che si pone obiettivi di sviluppo per dare nuovo slancio al progetto dell’istituto. Il Piano Industriale complessivo, sostenuto da un piano di rafforzamento patrimoniale in via di elaborazione, sarà specificamente definito entro la fine del quarto trimestre 2024 e traccerà un percorso di crescita ed espansione che porterà ad avere più robuste basi patrimoniali, volte anche ad assolvere i nuovi requisiti imposti dalla disciplina prudenziale (i.e, systemic risk buffer), oltre che una più efficiente allocazione del capitale.”I risultati semestrali approvati dal CdA dimostrano l’impegno con cui ci stiamo dedicando al rilancio della Banca – ha dichiarato il presidente Mauro Ascione – In collaborazione con i Commissari in temporaneo affiancamento, Francesco Fioretto e Dino Donato Abate, abbiamo chiuso il semestre in utile, consentendo al tempo stesso la risalita dei coefficienti patrimoniali”. LEGGI TUTTO

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    Intesa, Messina: possiamo andare oltre l’outlook, fiduciosi su nuovo buyback

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha registrato nel primo semestre del 2024 “il miglior risultato netto semestrale dal 2007, con un’elevata e sostenibile creazione di valore e una patrimonializzazione estremamente solida, da cui deriva un miglioramento della guidance di risultato netto per il 2024 e 2025”. Lo ha affermato Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, nella call con gli analisti sui risultati del primo semestre 2024.Messina ha sottolineato il risultato netto di 5 miliardi di euro escludendo il contributo finale al Sistema di Garanzia dei Depositi, la “forte accelerazione delle commissioni” (+7% vs 1sem.23, +5% vs 1trim.24) e dell’attività assicurativa (+6% vs 1sem.23, il miglior semestre di sempre), mentre lo stock di crediti deteriorati è il più basso di sempre (NPL ratio netto a 1,0%) con ulteriore crescita del NPL coverage ratio (+1,7pp vs 1sem.23).Gli interessi netti sono previsti a circa 15,5 miliardi di euro nel 2024 anche grazie al contributo dell’hedging delle poste a vista. Il gruppo ha più di 1.350 miliardi di euro in Attività finanziarie della clientela, pronti per fare leva sulla propria leadership nel Wealth Management, Protection & Advisory. Messina è convinto che “il modello di business ben diversificato ci consente di avere successo in ogni scenario di tassi grazie ad un forte contributo del Wealth Management”. Inoltre, 100 miliardi di euro di asset sono stati “identificati per alimentare la crescita del risparmio gestito, con la nostra delivery machine già al lavoro”.”Il trend dell’utile netto è in significativa accelerazione e possiamo andare oltre l’outlook che abbiamo dato al mercato – ha detto rispondendo alle domande degli analisti – Preferiamo però andare trimestre per trimestre, con un’analisi di quello che succede. Inoltre, possiamo immaginare alcune azioni per migliorare la profittabilità per il futuro, con spese di integrazione, eventuale aumento delle coperture per cessioni di NPL o altre questioni di cui tenere conto a fine anno”.Il banchiere ha spiegato che “questo trimestre potrebbe essere il picco per gli interessi netti, ma comunque il 2024 sarà soddisfacente, così come il 2025 con una buona performance che potrebbe essere in un range tra il 2023 e il 2024”.Nonostante si debba attendere i prossimi mesi per una conferma, Messina è fiducioso che “saremmo nella posizione di proporre al nostro CdA a fine anno un’ulteriore tranche di buyback. Lo decideremo a fine anno, ma siamo abbastanza sicuri di poter fare un nuovo buyback anche quest’anno”.”Il cost income ratio è un’area molto importante per noi – ha detto l’AD – Siamo la banca in Europa che ha la più grande crescita di ricavi core, ma allo stesso tempo abbiamo agito sui costi, sulle differenti leve della cost base. Vogliamo continuare a finanziare i significativi investimenti nella tecnologia con la riduzione dei costi in altre aree. Abbiamo delle uscite, altre chiusure di filiali e quando avremo isytech accelereremo anche sulla riduzione dei costi IT”. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, Intesa alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha incrementato il target price (a 23,7 euro per azione da 19,8 euro) e confermato la raccomandazione (a Buy) su Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, in attesa dei risultati del secondo trimestre che saranno diffusi il 2 agosto.Gli analisti si aspettano che il secondo trimestre sia un altro trimestre solido, sostenuto dal trend positivo della divisione NPL e dalla resilienza della divisione Commerciale e Corporate. Hanno perfezionato le loro stime, portando a una revisione al rialzo dell’EPS del 5% nel 2024 e del 3% sul 2025.La politica dei dividendi della società prevede un payout ratio del 50% fino a 100 milioni di euro di utile netto e un payout ratio del 100% su qualsiasi utile superiore a 100 milioni di euro. Ciò, secondo Intesa, dovrebbe portare a un dividend yield superiore al 10% annuo nei prossimi tre anni. La visibilità di un dividend yield “così generoso” è migliorata anche dalla solida base di capitale (CET1 del 14,7% previsto a giugno 2024, escluso l’utile netto a fronte di un requisito SREP del 9%). LEGGI TUTTO

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    UniCredit, chiarimenti da BCE su Russia. Su alcuni punti serve Tribunale

    (Teleborsa) – UniCredit ha ricevuto dalla Banca Centrale Europea (BCE) chiarimenti rispetto ad alcune parti del ricorso presentato lo scorso 1° luglio presso il Tribunale dell’Unione Europea (GCEU) per ottenere chiarezza circa gli obblighi stabiliti da Francoforte per ridurre ulteriormente i rischi legati alle attività di UniCredit in Russia.I chiarimenti sono “sufficienti a confermare l’adeguatezza di una parte delle misure già previste a soddisfare le richieste della BCE” e, di conseguenza, UniCredit ritira alcune parti del proprio ricorso su cui è stata ottenuta chiarezza, si legge in una nota.All’interno della decisione emessa dalla BCE, rimangono ancora alcuni punti che richiedono una pronuncia da parte della Corte di Giustizia Europea, ma sui quali UniCredit è aperta a un dialogo costruttivo con la BCE, nella speranza di una risoluzione. UniCredit “rimane pienamente allineata con la BCE sull’importanza di ridurre la propria presenza in Russia e si concentra sulla realizzazione di una uscita ordinata e accelerata delle sue attività russe entro i parametri del quadro legale, normativo e sanzionatorio”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE propone proroga di 1 anno per alcune regole di Basilea III

    (Teleborsa) – La Commissione Europea ha adottato oggi un atto delegato che posticipa di un anno (ovvero fino al 1° gennaio 2026) la data di applicazione di unaparte degli standard di Basilea III nell’UE, ovvero la Revisione Fondamentale del Portafoglio di Negoziazione (FRTB). L’FRTB incorpora tecniche di misurazione del rischio più sofisticate che mirano ad allineare maggiormente i requisiti patrimoniali ai rischi effettivi che le banche si trovano ad affrontare nelle loro attività sui mercati dei capitali.La Commissione “è sempre stata impegnata ad attuare tempestivamente gli standard di Basilea III – si legge in una nota – L’entrata in vigore del testo finale del pacchetto bancario il 9 luglio nonché l’entrata in vigore nell’UE dei nuovi requisiti di Basilea dal 1° gennaio 2025 ne sono una prova”. In tal modo, l’UE è tra le prime grandi giurisdizioni a finalizzare l’attuazione degli standard di Basilea.L’esecutivo UE evidenzia che è essenziale un’attuazione allineata degli standard in tutte le giurisdizioni, con ritardi e deviazioni nell’attuazione nelle principali giurisdizioni che potrebbero minare la credibilità degli standard. Ciò potrebbe in definitiva ostacolare la parità di condizioni a livello internazionale e minare la stabilità finanziaria globale.Il monitoraggio costante da parte della Commissione dell’attuazione degli standard di Basilea nel resto del mondo indica che alcune delle principali giurisdizioni devono ancora finalizzare le proprie norme o comunicare le tempistiche di attuazione. Ecco perché, per preservare la parità di condizioni a livello globale per le banche europee attive a livello internazionale rispetto alle loro attività commerciali, la Commissione ha deciso di rinviare l’entrata in vigore di questa parte degli standard di Basilea III. Gli standard di Basilea III si applicheranno a tutte le banche dell’UE dal 1° gennaio 2025, ad eccezione del quadro sui rischi di mercato (a condizione che i colegislatori non si oppongano all’atto delegato).L’atto delegato, adottato conformemente al mandato ricevuto dalla Commissione dal Parlamento europeo e dal Consiglio, è ora soggetto al controllo del Parlamento europeo e del Consiglio per un periodo di 3 mesi.”Rimaniamo fermi nel nostro impegno internazionale per la stabilità finanziaria: gli standard internazionali di Basilea III si applicheranno nell’UE dal 1° gennaio 2025. Ciò garantirà un settore bancario affidabile e stabile per i cittadini e le imprese dell’UE: l’attuazione delle regole di Basilea III è nell’interesse UE”, ha commentato Mairead McGuinness, commissaria per i servizi finanziari, la stabilità finanziaria e l’Unione dei mercati dei capitali.”Tuttavia, poiché le principali giurisdizioni non hanno ancora finalizzato l’attuazione delle regole di Basilea III, è necessario ritardare di un anno l’applicazione dei nuovi requisiti patrimoniali per il rischio di mercato, per preservare condizioni di parità a livello internazionale per le banche dell’UE – ha aggiunto – La Commissione sta lavorando a stretto contatto con l’Autorità bancaria europea e le autorità di vigilanza per fornire alle banche i dettagli tecnici necessari per un approccio coerente in tutta Europa”. LEGGI TUTTO

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    Stifel, utile secondo trimestre sale a 156 milioni di dollari

    (Teleborsa) – Stifel Financial, banca d’investimento statunitense, ha registrato ricavi netti di 1,2 miliardi di dollari per i tre mesi terminati il ??30 giugno 2024 (il secondo miglior trimestre della sua storia), rispetto a 1,1 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile netto attribuibile agli azionisti è stato di 156 milioni di dollari, o 1,41 dollari per azione, rispetto a 125 milioni di dollari, o 1,10 dollari per azione, per il secondo trimestre del 2023. L’utile netto rettificato è stato di 176,6 milioni di dollari, o 1,60 dollari per azione.”Stifel ha generato il secondo fatturato netto trimestrale più alto nella storia dell’azienda, poiché ciascuno dei nostri segmenti operativi ha generato solidi guadagni anno su anno – ha commentato il CEO Ronald Kruszewski – Gli ottimi risultati di Stifel riflettono il miglioramento delle condizioni di mercato e illustrano i vantaggi delle nostre attività equilibrate e della leva operativa intrinseca, in particolare nel nostro Institutional Group. Date le attuali tendenze del mercato, riteniamo che Stifel sia ben posizionata per una forte seconda metà del 2024″.La società ha registrato ricavi record nel settore della gestione patrimoniale, in crescita del 19% rispetto al trimestre di un anno fa. I ricavi di advisory sono aumentati del 50%. I ricavi derivanti dalla raccolta di capitali sono aumentati del 29%. Record di asset clienti pari a 474,1 miliardi di dollari, in crescita del 14%.I ricavi dell’investment banking sono aumentati del 40% rispetto a un anno fa arrivando a 227,5 milioni di dollari. All’interno di questa divisione, i ricavi della consulenza sono aumentati del 50%, grazie a livelli più elevati di transazioni di consulenza completate; i ricavi della raccolta di capitali a reddito fisso sono aumentati dell’8%, principalmente grazie a maggiori emissioni obbligazionarie; i ricavi derivanti dalla raccolta di capitali azionari sono aumentati del 59%, grazie a volumi più elevati.(Foto: Photo by Sean Pollock on Unsplash) LEGGI TUTTO