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    Giappone, MUFG e JV con Morgan Stanley rischiano sanzioni per uso improprio di dati clienti

    (Teleborsa) – La Securities and Exchange Surveillance Commission (SESC) giapponese ha raccomandato alla Financial Services Agency (FSA), che in Giappone si occupa delle sanzioni in ambito finanziario, di intraprendere un’azione disciplinare amministrativa nei confronti di Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG), Mitsubishi UFJ Morgan Stanley Securities e Morgan Stanley MUFG Securities (che joint venture tra MUFG e Morgan Stanley).Il Financial Instruments and Exchange Act (FIEA) vieta a un operatore di strumenti finanziari di fornire e/o ricevere informazioni non pubbliche sui clienti tra società finanziarie all’interno dello stesso gruppo, senza il consenso del cliente. Tuttavia, le tre società di cui sopra si sono “ripetutamente scambiate informazioni non pubbliche sui clienti sapendo che i clienti si erano rifiutati di condividere le loro informazioni con altre società del gruppo e che alcune informazioni contenevano informazioni materiali che avrebbero influenzato le decisioni di investimento”, si legge in una nota.Questi risultati hanno portato alla conclusione che le tre aziende presentavano carenze nell’ambiente di controllo per la gestione delle informazioni.Inoltre, la FIEA vieta a un operatore commerciale di strumenti finanziari di sollecitare il contratto di transazione di strumenti finanziari utilizzando informazioni non pubbliche senza il consenso del cliente. Il SESC ha tuttavia constatato che un membro del consiglio d’amministrazione del MUMSS aveva ricevuto informazioni riservate su un cliente dal direttore generale del MUBK; e MUMSS, insieme a MSMS, hanno utilizzato le informazioni per sollecitare un’offerta per vendere strumenti finanziari al cliente.Infine, la FIEA vieta ad una banca di svolgere attività legate ai titoli (underwriting). Ciononostante la MUBK ha negoziato ripetutamente le quote di sottoscrizione per conto della MUMSS. Tra questi casi, è emerso che MUBK si era impegnata in una tie-in negotiation chiedendo una maggiore quota di sottoscrizione di MUMSS come condizione del contratto di prestito di MUBK.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Italia, ammontare di titoli di debito in circolazione diminuito di un terzo in 10 anni

    (Teleborsa) – Rispetto ai massimi raggiunti nel 2012, l’ammontare di titoli di debito in circolazione in Italia è diminuito di circa un terzo a fine 2022, nonostante le emissioni delle imprese non finanziarie siano raddoppiate. Il fenomeno è riconducibile al minore ricorso alle emissioni obbligazionarie da parte del settore bancario, a fronte dell’aumento dei depositi e del rifinanziamento presso l’Eurosistema. Lo si legge in una note di stabilità finanziaria e vigilanza della Banca d’Italia. Il mercato delle obbligazioni bancarie strutturate, in particolare, si è drasticamente ridotto e non è stato compensato dall’aumento delle emissioni di certificates negli ultimi anni.Scendendo nei dettagli, a dicembre 2022 le obbligazioni ordinarie, le cartolarizzazioni e i covered bond rappresentavano la quasi totalità dei titoli in circolazione, rispettivamente il 39, il 27 e il 20 per cento; il restante 15 per cento era costituito prevalentemente da titoli complessi come le obbligazioni subordinate, strutturate e subordinate AT1 (rispettivamente, il 7, il 4 e il 2 per cento).Nello stesso periodo, in media poco meno dei due terzi dei titoli erano stati emessi da banche residenti, circa il 20 per cento da società veicolo e la rimanente parte da imprese, da intermediari non bancari (tra cui anche la Cassa Depositi e Prestiti) e dalla pubblica amministrazione (regioni, province e comuni)Dai massimi di fine del 2012 a fine 2022 l’ammontare dei titoli in circolazione al netto dei rimborsi è drasticamente diminuito (da 1333 a 847 miliardi). Alla riduzione complessiva di 486 miliardi di euro registrata nel periodo ha contribuito per più di 460 miliardi la riduzione delle obbligazioni ordinarie e per circa 80 miliardi quella delle obbligazioni strutturate, solo parzialmente compensata dall’aumento degli altri titoli di debito, tra cui i covered bond (da 129 a 167) e le cartolarizzazioni (da 221 a 227).In relazione invece alla tipologia di emittenti, si è registrata una riduzione dello stock di obbligazioni bancarie, solo parzialmente compensata dalla crescita delle obbligazioni emesse dalle imprese e dagli altri intermediari.In controtendenza rispetto agli altri settori, tra la fine del 2008 e quella del 2022 le imprese residenti hanno aumentato considerevolmente il ricorso al mercato obbligazionario, da 61 a 168 miliardi di euro di titoli in circolazione, sebbene in modo discontinuo in quanto in alcuni anni si sono registrati saldi di emissioni nette negativi. LEGGI TUTTO

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    Credemholding, assemblea approva bilancio 2023. Monte dividendi a 107 milioni di euro

    (Teleborsa) – L’Assemblea degli Azionisti di Credemholding (società che controlla il 79,47% del capitale sociale di Credito Emiliano) ha approvato il bilancio dell’esercizio 2023, che si è chiuso con un utile consolidato di 441 milioni di euro, in crescita del 75,7% rispetto ai 251 milioni dell’anno precedente. Il dato è stato significativamente influenzato dal rilevante incremento dell’utile della controllata Credito Emiliano, che è stato favorito dalla crescita del margine finanziario e dal contenuto costo del rischio.I positivi risultati raggiunti hanno consentito di deliberare la distribuzione di un dividendo pari a 6,5 euro per azione, rispetto a 3,3 euro del 2022. Più in dettaglio, il dividendo sarà distribuito in due fasi, la prima per un ammontare di 4,5 euro per azione (in pagamento a partire dal 27 giugno 2024), la seconda per un importo di 2 euro per azione (in pagamento a partire dal 14 novembre 2024). Il monte dividendi complessivo risulta quindi di oltre 107 milioni di euro, in crescita del 96,7% rispetto lo scorso anno (54,4 milioni di euro).I soci hanno anche confermato in otto il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione e, per gli esercizi 2024, 2025 e 2026, confermato i consiglieri in scadenza di mandato Barbara Ferrari e Ignazio Maramotti. Il Consiglio di Amministrazione tenutosi al termine dell’Assemblea ha confermato Ignazio Maramotti Vice Presidente. In seguito alle sopra citate nomine, il Consiglio di Amministrazione risulta così composto: Lucio Igino Zanon di Valgiurata (Presidente), Enrico Corradi (Vice Presidente), Ignazio Maramotti (Vice Presidente), Claudia Alfieri, Fabrizio Corradi, Barbara Ferrari, Benedetto Renda e Paolo Tadolini. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, Allianz lima partecipazione al 2,989%

    (Teleborsa) – Allianz, colosso tedesco delle assicurazioni, ha una partecipazione pari al 2,989% in UniCredit, una delle maggiori banche dell’eurozona.È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 10 giugno 2024. In precedenza, al 4 ottobre 2021, la quota era del 3,128%. LEGGI TUTTO

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    MPS, Norges Bank ha una partecipazione del 3,153%

    (Teleborsa) – Norges Bank, la banca centrale della Norvegia, ha una partecipazione pari al 3,153% in Banca Monte dei Paschi di Siena.È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 10 giugno 2024. LEGGI TUTTO

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    Finint Investments, Giuseppe Zafarana nominato presidente

    (Teleborsa) – L’assemblea dei soci di Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint, ha deliberato la nomina del Generale Giuseppe Zafarana quale nuovo Consigliere e Presidente fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025.Zafarana subentra a Giovanni Perissinotto, che ricopriva la carica dal 2016 e che è Vicepresidente del Gruppo Banca Finint e Presidente di Finint Private Bank. Nato a Piacenza nel 1963, il Generale Zafarana ha svolto una carriera militare ultra-quarantennale all’interno della Guardia di Finanza, di cui ha ricoperto i principali ruoli di comando fino a diventarne, dal 2019 al 2023, Comandante Generale. Attualmente è Presidente di Eni.”Consapevoli delle sfide attuali e della centralità della gestione del Risparmio quale industria determinante per il Paese, siamo onorati di aver attratto una figura di spicco come il Generale Giuseppe Zafarana – afferma Enrico Marchi, presidente del Gruppo Banca Finint – Grazie alle sue qualità umane e professionali, siamo certi che eserciterà il ruolo di Presidente di Finint Investments in modo determinante per l’attuazione dei piani di sviluppo della società”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, UE autorizza l’acquisizione di Alpha Bank Romania

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di Alpha Bank Romania da parte di UniCredit. La transazione riguarda principalmente servizi bancari e finanziari in Romania, come servizi bancari al dettaglio e aziendali, servizi del mercato finanziario e altri servizi finanziari.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, date le limitate posizioni di mercato delle società derivanti dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    Siani (Bankitalia): outsourcing IT delle banche aumenta rischio di terza parte

    (Teleborsa) – “Lo sviluppo di partnership e collaborazioni sempre più intense con operatori non tradizionali promuove la segmentazione della “catena del valore” e dei processi produttivi aumentando l’interconnessione tra i soggetti presenti sul mercato, finanziari e non”. Lo ha affermato Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, a un convegno ABI, parlando del sistema bancario italiano.”L’innovazione tecnologica offre opportunità di rilievo, i cui benefici possono tuttavia essere massimizzati solo avendo la capacità di mantenere modelli operativi sostenibili e credibili nel tempo, anche per preservare la fiducia della clientela, un bene prezioso, ma fragile”, ha sottolineato.Parlando dei rischi informatici, ha sostenuto che “il crescente ricorso all’outsourcing IT da parte di intermediari di tutte le dimensioni, come anche il maggior utilizzo di servizi cloud offerti da terzi, spesso in combinazione con altri prodotti, può rappresentare di certo una soluzione efficiente per conseguire risparmi e per l’acquisizione di competenze altrimenti non disponibili. Tuttavia, non può accompagnarsi all’attenuazione dei relativi meccanismi di governo, che vanno mantenuti e adattati al differente perimetro a rischio”.”Il segmento degli outsourcer IT presenta inoltre una forte concentrazione, con operatori di dimensioni elevate, anche rispetto alle entità servite – ha detto Siani – ciò comporta un aumento del rischio di “terza parte”, sia a livello di singola entità (con pochi fornitori che offrono una pluralità di servizi a uno stesso intermediario) sia di sistema (pochi provider che supportano molti intermediari)”. LEGGI TUTTO