More stories

  • in

    UniCredit, accordo con Consorzio Fonteverde per credito ad aziende agricole

    (Teleborsa) – UniCredit e Consorzio Fonteverde hanno sottoscritto un nuovo accordo per facilitare l’accesso al credito e rafforzare le potenzialità di sviluppo delle aziende associate.Il Consorzio Fonteverde aggrega diverse aziende agricole che operano nel territorio delle province di Ragusa e Siracusa. I soci produttori del Consorzio gestiscono circa 900,00 ha di terreni ubicati in due province della Sicilia sud-orientale: 55% delle superfici nel ragusano, 45% nel siracusano, zone dell’isola fortemente vocate alle coltivazioni ortofrutticole. I prodotti coltivati dai soci produttori (carote, zucchine, peperoni, melone, patate, pomodori, uva, arance, etc.), vengono conferiti al Consorzio che si occupa delle fasi di selezione, confezionamento e commercializzazione con l’obiettivo di assicurare agli associati la migliore redditività.UniCredit con la terza edizione di “UniCredit per l’Italia”, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro, di cui un plafond di 1 miliardo di euro è dedicato al settore Agribusiness, si è impegnata a rinnovare la gamma di strumenti di sostegno per il settore.”L’accordo con il Consorzio Fonteverde conferma la nostra attenzione al comparto agroalimentare – ha commentato Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di UniCredit – Abbiamo rafforzato la nostra rete commerciale con la presenza di gestori e specialisti Agribusiness dislocati in tutta la regione e ci impegniamo ad offrire soluzioni su misura per le specifiche esigenze delle imprese, contribuendo così allo sviluppo del settore”. LEGGI TUTTO

  • in

    UniCredit ricorre a Tribunale UE su obblighi BCE per uscita da Russia

    (Teleborsa) – UniCredit ha aver presentato un ricorso al Tribunale dell’Unione Europea per ottenere chiarezza circa gli obblighi stabiliti dalla Banca Centrale Europea (BCE) per la ulteriore riduzione dei rischi associati alle attività di UniCredit in Russia, svolte da società controllate tra cui UniCredit Bank Russia (AO Bank).Dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, UniCredit ha adottato una serie di strategie per limitare drasticamente la propria attività nella Federazione Russa, con conseguente riduzione della propria esposizione transfrontaliera del 91% e della propria esposizione locale nel Paese del 65% fino a oggi, si legge in una nota; ulteriori sostanziali riduzioni saranno eseguite in linea con gli impegni del piano di azioni definito da UniCredit.”Ciò testimonia che UniCredit condivide con BCE l’importanza di ridurre la propria presenza in Russia, ma ha preoccupazioni circa le modalità di attuazione di tale riduzione identificate nella decisione della BCE, che vanno oltre l’attuale quadro normativo di riferimento”, viene sottolineato.A tal riguardo, UniCredit ha intrattenuto un “dialogo costruttivo” con BCE. Tuttavia, le circostanze senza precedenti e la complessità del contesto socioeconomico e geo-politico, la mancanza ad oggi di un quadro normativo univoco applicabile allo scenario attuale, e le possibili gravi conseguenze derivanti dall’attuazione della decisione che ha impatto non solo sulle attività in Russia ma anche su UniCredit, impongono che il consiglio di amministrazione di UniCredit “ottenga certezza e chiarezza sugli obblighi e sulle azioni da intraprendere”. A questo scopo ha deciso di presentare ricorso al Tribunale dell’Unione Europea così da dirimere ogni dubbio circa gli obblighi a cui UniCredit dovrà adempiere. La BCE è stata informata di tale intenzione con totale trasparenza e largo anticipo. La banca spiega che la conclusione del procedimento potrebbe richiedere diversi mesi, ma rappresenta “una tappa obbligata per garantire la certezza del diritto” sia per UniCredit sia per la BCE. Nelle more del giudizio, UniCredit ha chiesto la sospensione provvisoria della decisione della BCE. LEGGI TUTTO

  • in

    Nasce Banca Agricola Popolare di Sicilia da fusione Ragusa-Sant’Angelo

    (Teleborsa) – In seguito all’approvazione del 31 maggio 2024 da parte del Consiglio di Amministrazione di Banca Agricola Popolare di Ragusa (BAPR) del progetto di fusione per incorporazione di Banca Popolare Sant’Angelo (BPSA), il 27 giugno 2024 sono state ottenute le autorizzazioni di Vigilanza e il 28 giugno 2024 sono stati depositati presso la sede legale di BAPR i documenti funzionali allo svolgimento delle riunioni assembleari di BAPR e di BPSA chiamate a deliberare in merito alla prospettata fusione per incorporazione.L’operazione intende ampliare l’orizzonte di operatività della nuova entità, estendendo il rafforzato “modello Ragusa” a tutta la Sicilia. A completamento dell’operazione di fusione per incorporazione di BPSA e quale naturale evoluzione del percorso intrapreso, Banca Agricola Popolare di Ragusa assumerà la nuova denominazione di BAPS – Banca Agricola Popolare di Sicilia.”L’operazione di fusione per incorporazione di Banca Popolare Sant’Angelo in Banca Agricola Popolare di Ragusa coniuga storia e innovazione: la banca manterrà la forma societaria di istituto popolare, consoliderà il legame con gli stakeholders e fornirà sempre maggiori opportunità per lo sviluppo dei territori di riferimento”, ha commentato Arturo Schininà, Presidente del Consiglio di Amministrazione. “In tale direzione, la nuova estensione territoriale, il rinnovato posizionamento di mercato e l’evoluzione relazionale si svilupperanno anche in un re-branding della banca, che assumerà la nuova denominazione Banca Agricola Popolare di Sicilia (BAPS), una banca sempre più moderna al servizio di tutti i siciliani”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

  • in

    Banca Ifis, Intesa conferma Buy: dividend yield a doppia cifra altamente visibile

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha confermato target price (a 19,8 euro per azione) e raccomandazione (a Buy) su Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, dopo aver ospitato un investor meeting con il management della società. Lo scenario emerso dall’incontro è “positivo sulla resilienza dell’economia e sulla capacità della banca di difendere i margini”, anche se “la domanda di prestiti resta invece piuttosto debole”.La società ha confermato la propria politica dei dividendi che prevede un payout ratio del 50% fino a 100 milioni di euro di utile netto e un payout ratio del 100% su qualsiasi utile superiore a 100 milioni di euro. Considerando che il consensus recentemente pubblicato dalla società prevede un utile netto di 164/166/168 milioni di euro nel FY24/25/26 (42 milioni di euro nel 2Q24), il broker ipotizza un dividend yield del 10,7/10,9/11,1% nei prossimi tre anni.”Riteniamo che la visibilità di un dividend yield così generoso sia migliorata anche dalla solida base di capitale (CET1 del 14,9% a marzo 2024, escluso l’utile netto del trimestre, a fronte di un requisito SREP del 9%) che lascerebbe spazio per una potenziale crescita esterna, qualora si presentassero opportunità”, si legge nella ricerca.”Riteniamo che Banca Ifis rimanga una dividend story, caratterizzata da un dividend yield a doppia cifra altamente visibile e da una solida generazione di utili – viene sottolineato – Riteniamo che le opportunità di crescita per la società dipendano dalla sua capacità di ridistribuire il capitale in eccesso”. LEGGI TUTTO

  • in

    Fed, banche promosse nello stress test annuale ma le perdite potenziali aumentano

    (Teleborsa) – Lo stress test del 2024 condotto dalla Federal Reserve mostra che le 31 grandi banche statunitensi soggette al test quest’anno dispongono di capitale sufficiente per assorbire quasi 685 miliardi di dollari di perdite e continuare a concedere prestiti a famiglie e imprese in condizioni di stress. “Negli anni immediatamente successivi alla crisi finanziari globale, le banche sottoposte allo stress test hanno aumentato notevolmente il proprio capitale, che negli ultimi anni è rimasto sostanzialmente invariato”, si legge nel rapporto.Nello scenario gravemente avverso, il common equity tier 1 (CET1) aggregato delle 31 banche sottoposte allo stress test scende dall’effettivo 12,7% nel quarto trimestre del 2023 al minimo previsto del 9,9%, prima di aumentare al 10,4% alla fine dell’orizzonte di proiezione. I coefficienti patrimoniali CET1 post-stress delle banche, aggregati e individuali, rimangono al di sopra dei livelli minimi regolamentari richiesti per tutto l’orizzonte di proiezione.Le grandi banche sono quindi “ben posizionate per resistere a una grave recessione e rimanere al di sopra dei requisiti patrimoniali minimi”.Il calo aggregato di 2,8 punti percentuali quest’anno è tuttavia maggiore del calo aggregato di 2,5 punti percentuali dello scorso anno, ma rientra nell’intervallo dei cali degli anni passati.”Lo stress test di quest’anno mostra che le grandi banche hanno capitale sufficiente per resistere a uno scenario altamente stressante e soddisfare i loro coefficienti patrimoniali minimi – ha affermato il vicepresidente per la vigilanza Michael Barr – Sebbene la gravità dello stress test di quest’anno sia simile a quello dell’anno scorso, il test ha comportato perdite più elevate perché i bilanci bancari sono un po’ più rischiosi e le spese sono più elevate”.Lo scenario ipotetico di quest’anno è sostanzialmente paragonabile allo scenario dell’anno scorso. Comprende una grave recessione globale con un calo del 40% dei prezzi degli immobili commerciali, un aumento sostanziale degli uffici vacanti e un calo del 36% dei prezzi delle case. Il tasso di disoccupazione aumenta di quasi 6 punti percentuali e mezzo fino a raggiungere un picco del 10%, e la produzione economica diminuisce proporzionalmente.Con uno scenario relativamente invariato rispetto allo scorso anno, ci sono tre fattori principali che spiegano il maggiore calo di capitale nel test di quest’anno: aumenti sostanziali nei saldi delle carte di credito delle banche combinati con tassi di insolvenza più elevati hanno comportato maggiori perdite previste sulle carte di credito; i portafogli creditizi societari delle banche sono diventati più rischiosi, in parte riflettendo il declassamento dei prestiti da parte delle banche, con conseguenti maggiori perdite societarie previste; e spese più elevate e entrate da commissioni inferiori negli ultimi anni, con conseguente riduzione delle entrate previste per compensare le perdite.I quasi 685 miliardi di dollari di perdite totali previste includono 175 miliardi di dollari di perdite su carte di credito, 142 miliardi di dollari di perdite da prestiti commerciali e industriali e quasi 80 miliardi di dollari di perdite da immobili commerciali.(Foto: @ Shutterstock) LEGGI TUTTO

  • in

    ING, S&P conferma rating “A-” con outlook stabile

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha confermato il long- e short-term issuer credit rating “A-/A-2″ sul gruppo bancario olandese ING Groep. L’outlook rimane stabile, riflettendo l’aspettativa che ING rispetti il ??suo piano strategico aggiornato e che la sua affidabilità creditizia rimanga solida nei prossimi due anni.L’agenzia di rating si aspetta che ING rimanga ben capitalizzata ma operi con meno capitale nei prossimi anni. Prevede che il RAC ratio scenderà al 9,5%-10,0% nei prossimi 12-18 mesi dal 10,5% di fine 2023. La previsione incorpora una crescita degli asset ponderati per il rischio del 2%-3%, un , del 50% e una distribuzione di capitale aggiuntiva di 5 miliardi di euro, poiché ING mira a convergere il suo coefficiente CET1 verso il suo obiettivo di circa il 12,5% (ai sensi di Basilea IV) entro fine 2025.”Le solide capacità digitali di ING, la diversificazione internazionale e la forte esecuzione strategica supportano una buona capacità di generazione di utili e i nostri rating – si legge in una nota – L’attenzione strategica e l’esecuzione coerente hanno consentito al gruppo di registrare prestazioni forti e sostenibili. Riteniamo che l’impronta geografica rivista ma ancora considerevole di ING (con una presenza al dettaglio in 10 paesi e una rete bancaria all’ingrosso globale), nonché le principali capacità digitali, sostengano la stabilità degli utili in diverse condizioni di mercato e supportino il potenziale di crescita futuro”. LEGGI TUTTO

  • in

    Banco BPM, nuovo plafond da 2 miliardi per Transizione 5.0

    (Teleborsa) – Affiancare le imprese italiane nella trasformazione di strutture e processi produttivi verso un modello energetico efficiente, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili: con l’obiettivo di facilitare l’accesso alle opportunità agevolative che saranno offerte dal Piano Transizione 5.0, Banco BPM ha istituto un plafond da 2 miliardi di euro, mettendo a disposizione insieme alle risorse finanziarie le più ampie soluzioni di finanziamento a medio – lungo termine per la transizione sia dal punto di vista della sostenibilità che dal punto di vista della digitalizzazione.La misura Transizione 5.0 è un credito di imposta, istituito col D.L. n. 19/2024, ed è finalizzata al supporto delle imprese nel percorso verso la transizione digitale ed energetica. Il bonus è riconosciuto per i nuovi investimenti effettuati da aziende nel periodo 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2025, destinati a strutture produttive situate in Italia, che rientrino in progetti di innovazione dai quali derivi una riduzione certificabile dei consumi energetici.”Transizione 5.0 è una misura molto attesa dalle imprese italiane di tutte le dimensioni – commenta Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM –. Investire a sostegno nella transizione digitale ed ecologica, anche col supporto delle misure europee del Pnrr, consentirà alle aziende, in particolare a quelle di minori dimensioni, di evolversi e posizionarsi adeguatamente nello scenario competitivo interno e soprattutto internazionale”. “Grazie a Transizione 5.0 ci attendiamo una significativa spinta agli investimenti green in beni strumentali nel corso del 2024 e 2025 – prosegue Castagna –. Banco BPM è pronta ad assistere le aziende con gli strumenti finanziari più adeguati e ad accompagnarle, insieme ai propri partner e al mondo associativo e confindustriale, verso la concreta realizzazione delle istanze “Green”. LEGGI TUTTO

  • in

    Bankitalia, nel 2023 cresce quota obbligazioni sostenibili

    (Teleborsa) – “Per facilitare la transizione ecologica, nel corso del 2023 è stato ampliato il portafoglio tematico costituito nel 2022 – incentrato su imprese dell’area dell’euro impegnate in attività strumentali per la transizione verso un’economia a basse emissioni – ed è continuato il dialogo con le aziende responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra riferibili al portafoglio azionario”. È quanto rileva la Banca d’Italia nel “Rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici”.Sul fronte dei titoli emessi da Stati, organismi sovranazionali e agenzie di emanazione pubblica, la Banca d’Italia evidenzia che “sono proseguiti gli acquisti di obbligazioni verdi (green bonds)”. Alla fine del 2023, precisa il rapporto, il valore di mercato degli investimenti di Bankitalia relativi al portafoglio finanziario in euro, alle riserve valutarie e al Fondo pensione complementare era pari a 189,1 miliardi di euro, “prevalentemente impiegati in titoli di Stato dell’area dell’euro e dei paesi che emettono le principali valute, in considerazione delle caratteristiche di sicurezza e liquidità di questi strumenti”. E, in particolare, per quello che riguarda il portafoglio finanziario, “la quota delle obbligazioni sostenibili, il cui acquisto è iniziato nel 2020, è cresciuta nel periodo in esame fino a raggiungere il 4% per i titoli di Stato, il 24% per i titoli sovranazionali e delle agenzie e il 5% per le obbligazioni societarie”.Bankitalia ricorda che nella politica di investimento integra obiettivi finanziari e di sostenibilità. “I primi sono di tipo tradizionale, ossia riguardano il contenimento dei rischi finanziari e la prudente ricerca del rendimento» mentre i secondi «consistono nell’inserire nell’analisi informazioni di sostenibilità” con il duplice scopo di migliorare il profilo di rischio e di rendimento degli investimenti, e di contribuire alla tutela dell’ambiente e alla sostenibilità. Anche nella gestione dei rischi la banca centrale mira a contemperare gli obiettivi di sostenibilità con quelli tradizionali (rendimento, basso rischio e liquidità) e per i portafogli di azioni e obbligazioni societarie “favorisce le imprese con le migliori prassi Esg e quelle più impegnate nella transizione climatica”. Per quello che riguarda i titoli di Stato, via Nazionale assicura che “il graduale ampliamento della quota di green bonds nel portafoglio finanziario e nelle riserve valutarie consente di migliorare il profilo di sostenibilità degli investimenti senza significativi effetti negativi in termini di rischio e rendimento”. Bankitalia ricorda comunque che è impegnata a “rivedere periodicamente la strategia di investimento per assicurare che contribuisca, nel rispetto del mandato istituzionale, al perseguimento sia degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sia di quelli di neutralità climatica entro il 2050 stabiliti dall’Unione europea”. L’effettivo conseguimento di questi obiettivi è tuttavia condizionato da numerosi fattori, per cui la Banca “ritiene preferibile non esplicitare obiettivi climatici di breve e medio periodo per i propri portafogli, pur rimanendo convintamente impegnata” verso clima e ambiente. LEGGI TUTTO