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    Popolare del Frusinate, presidente cessa la carica dopo ispezione Bankitalia

    (Teleborsa) – Nella seduta odierna del CdA di Banca Popolare del Frusinate è stato consegnato il rapporto ispettivo della Banca d’Italia riguardante gli accertamenti avviati in data 15 febbraio 2024 e terminati il 18 giugno 2024. A conclusione di questo iter e in linea con la discontinuità rispetto al passato richiesta dalla Banca d’Italia, il presidente Domenico Polselli ha cessato in data odierna la propria carica.In aggiunta, l’Autorità di Vigilanza ha richiesto di rivedere il modello di business e l’assetto organizzativo e dei controlli, ciò al fine di consentire alla Banca di intraprendere un più equilibrato percorso di sviluppo lungo un livello di rischio sostenibile.Alla luce dei rilievi dell’Autorità di Vigilanza, il Consiglio si è già attivato per predisporre tutte le azioni necessarie per adeguarsi alle prescrizioni ricevute, si legge in una nota. Assumerà le funzioni di presidente l’attuale vicepresidente Marcello Mastroianni. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, Geertman: capitale in eccesso per crescita, anche inorganica. Niente maxi dividendo

    (Teleborsa) – “Abbiamo registrato risultati molto incoraggianti nel primo semestre, con ricavi resilienti in ogni divisione. La banca migliora le sue performance nonostante l’aumento del costo del funding”. Lo ha affermato Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis, nella call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2024.”Abbiamo ridotto la sensibilità al reddito da interessi netti aumentando gradualmente la durata del nostro portafoglio di titoli di Stato e tramite la crescita della nuova attività di leasing a tasso fisso – ha aggiunto – In altre parole, stiamo usando il maggior tempo che le banche centrale stanno impiegando per abbassare i costo del denaro per diminuire la nostra esposizione ai tassi di interesse”.Per quanto riguarda l’asset quality, “la performance positiva del rapporto rischio/rendimento del portafoglio prestiti si estende fino al 2024 con un limitato deterioramento della qualità delle attività, limitato a singole esposizioni specifiche. Bisogna sottolineare che non stiamo usando le overlays, quindi i numeri che presentiamo non sono migliorati dal ricorso alle overlays”.Con riguardo all’andamento dell’economia italiana, l’AD ha evidenziato che “al momento non si registrano segnali di rischi macro di credito in atto nel business commerciale di Banca Ifis. Addirittura, abbiamo registrato una diminuzione dei giorni di pagamento nel factoring, che si assestano ai minimi storici, con nessun segnale di stress finanziario nel business”.”Una potenziale revisione della guidance sarà valutata quando presentiamo i risultati del terzo trimestre. Per il momento siamo fiduciosi del suo raggiungimento”, ha detto Geertman rispondendo alle domande degli analisti.Per quanto riguarda potenziali acquisizioni, l’AD ha detto: “Siamo sempre stati aperti all’M&A e l’operazione Revalea lo dimostra, anche perchè non è stata piccola. Continueremo a valutare questo tipo di transazioni, credo più verso la divisione commercial banking che NPL. Se è chiaro che avremo benefici da un’acquisizione, con sinergie, allora saremo sicuramente aperti all’acquisizione. Ma sottolineo la nostra selettività su questo fronte”.Quando gli è stato fatto notare l’alto livello di CET1 e l’opportunità di usare il capitale in eccesso, ha affermato: “Avevamo fornito l’obiettivo di rimanere sopra il 14% nell’arco di piano e stiamo andando meglio di quel livello, quindi abbiamo spazio e stiamo creando capitale. Se assumiamo che ci sarà capitale in eccesso alla fine del piano, questo ci lascerà spazio per metterlo al lavoro. Ciò può essere fatto in varie maniere: non faremo un maxi dividendo, ma lo investiremo nella crescita, anche crescita inorganica, per aumentare il conto economico. Confermiamo il commitment per impiegare il capitale in eccesso e credo che sarà una base importante per la crescita della banca, anche inorganica”. LEGGI TUTTO

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    Barclays, utile in calo nel 2° trimestre. Nuovo buyback da 750 milioni di sterline

    (Teleborsa) – Barclays, colosso bancario britannico, ha chiuso il secondo trimestre del 2024 con total income pari a 6,3 miliardi di sterline, aumentato dell’1% su base annua, con il Group NII escluso IB e la sede centrale di 2,7 miliardi di sterline, di cui Barclays UK NII è stato di 1,6 miliardi di sterline. Il RoTE è stato del 9,9% (Q223: 11,4%) con un utile prima delle imposte di 1,9 miliardi di sterline (Q223: 2,0 miliardi) compreso l’impatto delle attività inorganiche. L’utile attribuibile agli azionisti è stato di 1,2 miliardi di sterline, in calo del 7% su base annua.”Stiamo facendo buoni progressi rispetto al nostro piano triennale, con un RoTE dell’11,1% nella prima metà del 2024, che ci mette in linea con il nostro obiettivo di un RoTE superiore al 10% nel 2024 – ha commentato il CEO C. S. Venkatakrishnan – Abbiamo completato la vendita del portafoglio ipotecario italiano, abbiamo annunciato la vendita dell’attività tedesca di credito al consumo e siamo sulla buona strada per completare l’acquisizione di Tesco Bank nel novembre 2024. Abbiamo annunciato un dividendo semestrale di 2,9 centesimi per azione insieme a un riacquisto di azioni fino a 750 milioni di sterline, con distribuzioni totali di capitale agli azionisti di 1,2 miliardi di sterline rispetto alla prima metà del 2024″.Barclays ha sottolineato di aver completato il riacquisto di azioni da 1 miliardo di sterline annunciato con i risultati dell’anno fiscale 2023 e ha annunciato l’intenzione di avviare un riacquisto di azioni fino a 750 milioni di sterline e un dividendo di 2,9 pence per azione per H124.La previsione per il reddito da interessi netti (NII) del gruppo al 2024, esclusa Investment Bank (IB) e sede centrale, è aumentata da circa 10,7 miliardi di sterline a circa 11,0 miliardi di sterline. All’interno di questo, la guidance su NII di Barclays UK è aumentata da 6,1 miliardi a circa 6,3 miliardi di sterline. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca chiude l’esercizio con risultati record, nuovo buyback da 385 milioni

    (Teleborsa) – Mediobanca, la maggiore banca d’affari italiana, chiude l’esercizio al 30 giugno 2024 con risultati ai livelli massimi storici: ricavi 3.606,8 milioni (+9% a/a), utile netto 1.273,4 milioni (+24% a/a), utili per azione 12M 1,53 euro (+27% a/a), ROTE 14% (+1pp), RORWA 2,7% (+30bps a/a), DPS a 1,07 euro (+26% a/a).Il Wealth Management (WM) raggiunge quasi 100 miliardi di TFA, 925 milioni di ricavi, 490 milioni di commissioni, contribuendo al 30% dei ricavi bancari e al 52% delle commissioni di Gruppo. Con un utile netto di quasi 210 milioni ed una raccolta netta (NNM) superiore a 8 miliardi, Mediobanca è oggi “un player riconosciuto”, con tassi di crescita superiori alla media per l’approccio sinergico con il Corporate & Investment Banking (CIB) (liquidity events per circa 1 miliardo nell’anno) e per l’accelerazione delle assunzioni di CF/bankers e l’acquisizione di clienti HNWI dopo il lancio di Mediobanca Premier.Gli RWA del CIB scendono del 23% (a 14,9 miliardi) e rappresentano meno di un terzo degli RWA di Gruppo, con la risk density che scende dal 61% al 38%. La spinta dei prodotti a minor assorbimento di capitale e il rafforzamento del modello PIB incrementano l’efficienza dei ricavi (Ricavi/RWA dal 3,6% al 4,5%), con la componente internazionale salita dal 40% al 55% anche grazie all’acquisizione di Arma Partners avvenuta ad ottobre.L’esercizio prevede circa 1,1 miliardi di distribuzione (in crescita di circa il 50% a/a, di cui 885 milioni di dividendi e 200 milioni di riacquisto e cancellazione di azioni), con DPS in crescita del 26% a 1,07 euro (di cui 0,56 euro in pagamento a novembre 2024), EPS in aumento del 27% a 1,53 euro e TBVPS a 11,6 euro.”Nell’esercizio 2023-24 il Gruppo ha saputo raggiungere i migliori risultati di sempre in termini di ricavi (3,6 miliardi), di utile (quasi 1,3 miliardi), di redditività (ROTE 14%) e distribuzione agli azionisti (1,1 miliardi tra dividendi e buyback effettuati), dando puntuale avvio alle principali iniziative del Piano 23-26 – ha commentato il CEO Alberto Nagel – Lo scenario dei prossimi mesi si presenta incerto per dinamiche geo-politiche e macro e richiederà la capacità di volgere in opportunità un contesto atteso volatile”. “Mediobanca è in una posizione privilegiata per la specializzazione del suo modello, l’approccio responsabile, le competenze distintive di prodotto, il posizionamento, unico in Italia, sulle famiglie imprenditrici – ha aggiunto – Con queste peculiarità e attraverso una gestione sempre più efficiente degli attivi e del capitale, abbiamo iniziato il secondo anno del Piano One Brand – One Culture con obiettivo di essere una delle migliori storie di crescita e remunerazione per tutti gli stakeholders”.Proposto nuovo Piano di Buy Back per 385 milioni di euro con cancellazione da eseguire nell’esercizio 2024/25, interamente dedotto nel CET1 a giugno 2024. LEGGI TUTTO

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    BCP lavora a rafforzamento patrimoniale. Utile 1° semestre di 4 milioni

    (Teleborsa) – Banca di Credito Popolare (BCP) ha chiuso il primo semestre 2024 con un utile netto di 4 milioni di euro, rispetto alla perdita di 874 mila euro dello stesso periodo del 2023. Rispetto a fine 2023, la raccolta diretta si mantiene stabile a 2,54 miliardi di euro, mentre la raccolta indiretta cresce del 6,7%, grazie prevalentemente a quella amministrata, portandosi a 881 milioni di euro. I prestiti netti alla clientela si attestano a 1,68 miliardi di euro (segnando un -2,4% rispetto ai 1,72 miliardi di fine 2023). Gli interessi attivi e i proventi assimilati sono pari a 61 milioni di euro, in crescita rispetto ai circa 51 milioni dello stesso periodo del 2023 (+19,6%), trainati principalmente dalla favorevole dinamica dei tassi.L’indicatore NPL ratio lordo che si attesta al 8,75% rispetto al 9,08% di fine 2023 e l’NPL ratio netto pari al 5,68% rispetto al 5,96% di fine 2023. L’indice di copertura complessivo dei crediti deteriorati fa registrare un aumento di 57 punti base, attestandosi al 37,78% contro il 37,21% di fine 2023. Le rettifiche nette su crediti si attestano a 4,7 milioni, con un costo del rischio di credito annualizzato dello 0,55%, in miglioramento rispetto all’1,86% di dicembre 2023.Gli indicatori di solidità patrimoniale CET 1 capital ratio, TIER 1 capital ratio e Total Capital Ratio si attestano al 13,73%, senza computare l’utile di periodo, migliorando di 242 punti base rispetto all’11,31% registrato a fine 2023, principalmente per l’attività di derisking sul portafoglio titoli di proprietà. Tali indicatori risultano in linea con il requisito minimo vincolante attualmente fissato da Banca d’Italia (13,65%).Il Consiglio di Amministrazione ha definito e approvato le nuove linee guida del Piano Industriale relativo al periodo 2025-2028, che si pone obiettivi di sviluppo per dare nuovo slancio al progetto dell’istituto. Il Piano Industriale complessivo, sostenuto da un piano di rafforzamento patrimoniale in via di elaborazione, sarà specificamente definito entro la fine del quarto trimestre 2024 e traccerà un percorso di crescita ed espansione che porterà ad avere più robuste basi patrimoniali, volte anche ad assolvere i nuovi requisiti imposti dalla disciplina prudenziale (i.e, systemic risk buffer), oltre che una più efficiente allocazione del capitale.”I risultati semestrali approvati dal CdA dimostrano l’impegno con cui ci stiamo dedicando al rilancio della Banca – ha dichiarato il presidente Mauro Ascione – In collaborazione con i Commissari in temporaneo affiancamento, Francesco Fioretto e Dino Donato Abate, abbiamo chiuso il semestre in utile, consentendo al tempo stesso la risalita dei coefficienti patrimoniali”. LEGGI TUTTO

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    Intesa, Messina: possiamo andare oltre l’outlook, fiduciosi su nuovo buyback

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha registrato nel primo semestre del 2024 “il miglior risultato netto semestrale dal 2007, con un’elevata e sostenibile creazione di valore e una patrimonializzazione estremamente solida, da cui deriva un miglioramento della guidance di risultato netto per il 2024 e 2025”. Lo ha affermato Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, nella call con gli analisti sui risultati del primo semestre 2024.Messina ha sottolineato il risultato netto di 5 miliardi di euro escludendo il contributo finale al Sistema di Garanzia dei Depositi, la “forte accelerazione delle commissioni” (+7% vs 1sem.23, +5% vs 1trim.24) e dell’attività assicurativa (+6% vs 1sem.23, il miglior semestre di sempre), mentre lo stock di crediti deteriorati è il più basso di sempre (NPL ratio netto a 1,0%) con ulteriore crescita del NPL coverage ratio (+1,7pp vs 1sem.23).Gli interessi netti sono previsti a circa 15,5 miliardi di euro nel 2024 anche grazie al contributo dell’hedging delle poste a vista. Il gruppo ha più di 1.350 miliardi di euro in Attività finanziarie della clientela, pronti per fare leva sulla propria leadership nel Wealth Management, Protection & Advisory. Messina è convinto che “il modello di business ben diversificato ci consente di avere successo in ogni scenario di tassi grazie ad un forte contributo del Wealth Management”. Inoltre, 100 miliardi di euro di asset sono stati “identificati per alimentare la crescita del risparmio gestito, con la nostra delivery machine già al lavoro”.”Il trend dell’utile netto è in significativa accelerazione e possiamo andare oltre l’outlook che abbiamo dato al mercato – ha detto rispondendo alle domande degli analisti – Preferiamo però andare trimestre per trimestre, con un’analisi di quello che succede. Inoltre, possiamo immaginare alcune azioni per migliorare la profittabilità per il futuro, con spese di integrazione, eventuale aumento delle coperture per cessioni di NPL o altre questioni di cui tenere conto a fine anno”.Il banchiere ha spiegato che “questo trimestre potrebbe essere il picco per gli interessi netti, ma comunque il 2024 sarà soddisfacente, così come il 2025 con una buona performance che potrebbe essere in un range tra il 2023 e il 2024”.Nonostante si debba attendere i prossimi mesi per una conferma, Messina è fiducioso che “saremmo nella posizione di proporre al nostro CdA a fine anno un’ulteriore tranche di buyback. Lo decideremo a fine anno, ma siamo abbastanza sicuri di poter fare un nuovo buyback anche quest’anno”.”Il cost income ratio è un’area molto importante per noi – ha detto l’AD – Siamo la banca in Europa che ha la più grande crescita di ricavi core, ma allo stesso tempo abbiamo agito sui costi, sulle differenti leve della cost base. Vogliamo continuare a finanziare i significativi investimenti nella tecnologia con la riduzione dei costi in altre aree. Abbiamo delle uscite, altre chiusure di filiali e quando avremo isytech accelereremo anche sulla riduzione dei costi IT”. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, Intesa alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha incrementato il target price (a 23,7 euro per azione da 19,8 euro) e confermato la raccomandazione (a Buy) su Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, in attesa dei risultati del secondo trimestre che saranno diffusi il 2 agosto.Gli analisti si aspettano che il secondo trimestre sia un altro trimestre solido, sostenuto dal trend positivo della divisione NPL e dalla resilienza della divisione Commerciale e Corporate. Hanno perfezionato le loro stime, portando a una revisione al rialzo dell’EPS del 5% nel 2024 e del 3% sul 2025.La politica dei dividendi della società prevede un payout ratio del 50% fino a 100 milioni di euro di utile netto e un payout ratio del 100% su qualsiasi utile superiore a 100 milioni di euro. Ciò, secondo Intesa, dovrebbe portare a un dividend yield superiore al 10% annuo nei prossimi tre anni. La visibilità di un dividend yield “così generoso” è migliorata anche dalla solida base di capitale (CET1 del 14,7% previsto a giugno 2024, escluso l’utile netto a fronte di un requisito SREP del 9%). LEGGI TUTTO

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    UniCredit, chiarimenti da BCE su Russia. Su alcuni punti serve Tribunale

    (Teleborsa) – UniCredit ha ricevuto dalla Banca Centrale Europea (BCE) chiarimenti rispetto ad alcune parti del ricorso presentato lo scorso 1° luglio presso il Tribunale dell’Unione Europea (GCEU) per ottenere chiarezza circa gli obblighi stabiliti da Francoforte per ridurre ulteriormente i rischi legati alle attività di UniCredit in Russia.I chiarimenti sono “sufficienti a confermare l’adeguatezza di una parte delle misure già previste a soddisfare le richieste della BCE” e, di conseguenza, UniCredit ritira alcune parti del proprio ricorso su cui è stata ottenuta chiarezza, si legge in una nota.All’interno della decisione emessa dalla BCE, rimangono ancora alcuni punti che richiedono una pronuncia da parte della Corte di Giustizia Europea, ma sui quali UniCredit è aperta a un dialogo costruttivo con la BCE, nella speranza di una risoluzione. UniCredit “rimane pienamente allineata con la BCE sull’importanza di ridurre la propria presenza in Russia e si concentra sulla realizzazione di una uscita ordinata e accelerata delle sue attività russe entro i parametri del quadro legale, normativo e sanzionatorio”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO