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    Terzo Settore, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Banco BPM siglano accordo per servizi bancari a condizioni agevolate

    (Teleborsa) – La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Banco BPM hanno sottoscritto un accordo finalizzato a sostenere in modo concreto enti, associazioni del Terzo Settore ed enti religiosi, attraverso l’accesso a prodotti e servizi bancari a condizioni particolarmente vantaggiose.L’accordo – valido fino al 31 dicembre 2026 – prevede una serie di agevolazioni specifiche per gli enti già assegnatari di erogazioni da parte della Fondazione. Si tratta di linee di credito e finanziamenti fino a 5 o 10 anni sempre assistiti da garanzia.”Siamo orgogliosi di contribuire, attraverso questa intesa, alla promozione e al sostegno delle realtà che operano con dedizione e competenza nel territorio, spesso in ambiti cruciali come l’assistenza, la cultura e la coesione sociale” – ha dichiarato Marco Giorgio Valori, Responsabile della Direzione Territoriale Tirrenica di Banco BPM –. Questa collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ci consente di mettere a disposizione delle organizzazioni beneficiarie strumenti concreti per la loro crescita e per la realizzazione dei loro progetti, in linea con la nostra missione di banca attenta alle esigenze del territorio”.”Si tratta di un accordo fortemente cercato – ha commentato Marcello Bertocchini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – con l’intento di garantire un’ulteriore opportunità a tutte quelle realtà del territorio che hanno trovato nella Fondazione il sostegno necessario alla realizzazione dei propri progetti. Un tassello in più che, non lo nascondo, mi fa particolarmente piacere poter inserire grazie alla disponibilità di Banco BPM, il Gruppo bancario nel quale è confluita la Cassa di Risparmio di Lucca, la banca dalla quale ha avuto origine la nostra storia”. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, Credit Agricole sale al 19,8% del capitale

    (Teleborsa) – Il Credit Agricole sale al 19,804% di Banco BPM, tramite indiretta proprietà Delfinances Sas, dal 12,504% detenuto l’8 aprile 2025. Lo si apprende dagli aggiornamenti Consob sulle partecipazioni rilevanti nelle società quotate, da cui emerge che l’operazione è stata perfezionata in data 9 aprile.Lo scorso 2 aprile, Credit Agricole ha incassato il via libera della BCE a salire fino al 19,9% in Piazza Meda. Sempre secondo gli aggiornamenti Consob, lo scorso 9 aprile, Deutsche Bank ha azzerato la propria partecipazione in Banco BPM dal 5,181% detenuto al 19 febbraio. LEGGI TUTTO

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    Banche italiane non quotate bocciate sui fattori ESG. Indietro su parità di genere e AI

    (Teleborsa) – Le banche italiane non quotate sono largamente insufficienti nel loro impegno sui fattori ESG (Environmental, Social e Governance). È quanto emerge da un rapporto di Standard Ethics, agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità, che ha effettuato la ricognizione con l’obiettivo di valutare la loro capacità di interpretare e semplificare i temi di Sostenibilità per renderli funzionali ai rapporti con clientela, fornitori e destinatari dei propri investimenti.Sono stati selezionati 43 istituti tra gruppi e singole banche non quotate. La selezione è avvenuta tra i primi 100, per mezzi amministrati, escludendo gruppi esteri o quotati. L’indagine ha tenuto conto di 23 marcatori distribuiti in 4 macroaree di appartenenza: i) procedure e policy ESG ii) target ESG iii) valutazioni ESG iv) policy ESG attinenti al settore bancario.Dallo studio emergono i seguenti punti chiave: solo il 14% delle banche pubblica una policy ambientale; solo il 9% pubblica una policy sui diritti umani e nessuna banca ha una policy sull’Intelligenza Artificiale; solo il 19% pubblica una policy sulla parità di genere ed il 26% pubblica una policy su diversità ed inclusione.Guardando agli aspetti su cui più si avvicinano alle banche quotate, quello che spicca è la parte ambientale, “perché più in odore di regolamentazione”, dice a Teleborsa Jacopo Schettini Gherardini, Direttore dell’Ufficio Ricerca di Standard Ethics. “Ma è una visione che lascia scoperti altri ambiti e lascia che alcuni rischi non siano né individuati, né gestiti, né mitigati”, sottolinea l’esperto.Dal report emerge anche che, sebbene il 98% del campione pubblichi un Codice Etico o di Condotta, solo il 22% degli strumenti di governo appaiono conformi e dotati di riferimenti internazionali sulla Sostenibilità di Onu, Ocse e Ue, mentre il 55% delle banche analizzate fornisce una rendicontazione ESG standard.Un dato che salta all’occhio è che il tasso medio di rappresentanza del genere meno rappresentato in CdA è di circa il 30%. Inoltre, solo in 6 banche dell’insieme, ovvero circa il 14% dei casi, viene raggiunta la parità di genere nel CdA.Standard Ethics scrive nelle sue conclusioni che i risultati suggeriscono ampie difformità nella comunicazione e nelle politiche adottate. Sebbene alcune banche non quotate abbiano iniziato un percorso di allineamento alle indicazioni internazionali, nel complesso il divario rispetto agli standard internazionali e alle banche quotate resta significativo.Schettini Gherardini non crede che l’impegno sia solo di facciata, ma “l’allineamento alle indicazioni di Sostenibilità è sporadico. Due dati tra i tanti: delle banche non quotate esaminate solo il 9% pubblica una policy sui diritti umani, contro il 100% delle quotate; solo il 7% ha un rating e interloquisce con una agenzia di rating specializzata e indipendente, contro il 100% delle quotate. E non è una questione di dimensione”.Da report emerge che, al netto degli obblighi regolamentari, sembrano rari i casi in cui sia stata effettuata una preventiva analisi di posizionamento sui rischi ESG e appare diffuso l’impiego di consulenza esterna in termini di comunicazione e rendicontazione. In molti casi, ne deriva una ridotta coerenza delle comunicazioni pubbliche in ambito ESG Risk Management, governance, politiche e target ESG, così come appare debole il loro allineamento alle indicazioni internazionali.Guardando al futuro, Schettini Gherardini si aspetta dei passi avanti perchè “siamo in un periodo storico in cui è molto forte la richiesta da parte dei clienti di trasparenza sui temi ambientali, sociali e di governo”. Inoltre, “la decisione, da parte della Commissione europea, di posporre alcuni obblighi di rendicontazione pubblica renderà ancora più importante interloquire con le agenzie di rating per non rimanere nel limbo e non sapere come porsi nella fase di passaggio” e “vedere che i concorrenti si muovono con maggiore chiarezza e decisione spingerà il settore a non affidarsi solo alla consulenza esterna (spesso legata al marketing) ma a migliorare le professionalità interne e dotarle dei punti di riferimento più adeguati al fine di decidere”.Le banche analizzate da Standard Ethics, che non ha pubblicato i dettagli dei singoli istituti, sono: Banca Cambiano 1884, Banca Cf+ Credito Fondiario, Banca del Fucino, Banca del Piemonte, Banca di Cividale (CiviBank), Banca di Credito Popolare, Banca Ersel, Banca Ifigest, Banca Investis, Banca Popolare Alto Adige, Banca Passadore, Banca Popolare del Lazio, Banca Popolare di Fondi, Banca Popolare Etica, Banca Popolare di Piacenza, Banca Popolare Puglia e Basilicata, Banca Popolare Pugliese, Banca Popolare di Ragusa (BAPR), Banca Popolare Valsabbina, Banca Progetto, Banca Promos, Banca Santa Giulia, Banca Sella, Banca Stabiese, Cassa Centrale Alto Adige, Cassa Centrale Banca, Cassa di Bolzano, Cassa di Fermo, Cassa di Risparmio di Asti, Cassa di Volterra, Cherry Bank, Extrabanca, Ibl Banca, Iccrea Banca, Imprebanca, Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, La Cassa di Ravenna, Mediocredito Centrale, Prader Bank, Solution Bank, Suedtirol Bank, Tyche Bank, Vivibanca. 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    MPS ottiene l’autorizzazione Golden Power per l’OPS su Mediobanca

    (Teleborsa) – Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha comunicato che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato, in accoglimento della proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il non esercizio dei poteri speciali ai sensi del Golden Power con riferimento all’offerta pubblica di scambio (OPS) di MPS sulla totalità delle azioni ordinarie di Mediobanca. LEGGI TUTTO

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    Banco Desio non vede la possibilità di essere oggetto di acquisizione

    (Teleborsa) – La strategia che Banco di Desio e della Brianza sta attuando nell’ambito del Piano Industriale “Beyond 2026” prevede la crescita nei territori in cui la banca già opera, come già fatto negli ultimi anni cogliendo opportunità di crescita esterna attraverso le acquisizioni dei rami d’azienda costituiti dagli sportelli bancari “Lanternina” e “Mercadante” realizzate rispettivamente con BPER e con Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Lo si legge nelle risposte alle domande dei piccoli azionisti in vista dell’assemblea del 17 Aprile 2025.In tale contesto, “è normale che la banca valuti anche diversi dossier di potenziale acquisizione di banche commerciali, tra cui quello della Banca Popolare del Frusinate di cui sono apparse alcune notizie di stampa”, viene sottolineato.In generale, “la comunicazione al mercato delle informazioni relative alle operazioni in cui il Banco è in qualche modo parte attiva – prescindendo quindi da “rumors” di altra natura riconducibili al contesto più ampio del “risiko del credito” – viene effettuata con tempistiche e modalità coerenti con lo stato di avanzamento dei dossier, considerando, nell’interesse della società, le esigenze e i vincoli di riservatezza (anche contrattuali) tipici delle operazioni straordinarie e rispettando in ogni caso le disposizioni regolamentari in materia di informazioni privilegiate, nonché il principio generale di parità informativa”.Con riferimento allo scenario del “risiko bancario”, la società “non vede attualmente la possibilità di essere oggetto di acquisizione, che tuttavia non attiene al consesso assembleare”.Banco di Desio e della Brianza ricorda che la banca è caratterizzata da un assetto proprietario stabile in cui le famiglie Gavazzi e Lado detengono complessivamente oltre il 70% del capitale sociale. LEGGI TUTTO

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    Buch (BCE): non vediamo stress di liquidità sui mercati, margin call vengono soddisfatte

    (Teleborsa) – “I mercati devono scoprire qual è la corretta valutazione degli asset in tutto il mondo. Se si osserva l’andamento dei prezzi delle azioni bancarie, non si nota una grande differenza tra le giurisdizioni. Dobbiamo anche dire che, ovviamente, le azioni bancarie sono aumentate notevolmente negli ultimi mesi. Quindi c’è una certa correzione”. Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (BCE), in un’intervista con Bloomberg.”Una delle prime cose che monitoriamo come autorità di vigilanza è la liquidità – ha spiegato – Gli indicatori che stiamo osservando ora sono praticamente immutati. Quindi esamineremo sempre gli indicatori di liquidità. Dal 2023 effettuiamo un monitoraggio settimanale della liquidità. Questo ci avvantaggia molto ora. Finora, non vediamo alcun segno di stress di liquidità sui mercati. Abbiamo assistito a un aumento delle margin call che vengono soddisfatte. Ma per quanto ne so, non vediamo davvero vulnerabilità significative che potrebbero avere un impatto negativo sulle banche. Resta però da vedere come si evolverà la situazione”.A una domanda sul rischio di credito derivante dai dazi, ha risposto: “Fino a un mese fa c’era molta incertezza su cosa sarebbe successo. Ora abbiamo maggiori informazioni, ma regna ancora molta incertezza. Collaboriamo da tempo con le banche affinché dispongano di informazioni sufficientemente granulari sui loro portafogli creditizi per valutare questo tipo di rischio. Se si pensa ai crediti deteriorati, non vediamo ancora l’impatto dei dazi più elevati. Ci vuole tempo perché tale impatto si percepisca nell’economia reale”.Quando le è stato chiesto di un possibile stop ai dividendi delle banche, ha detto: “La situazione durante il COVID e la raccomandazione della BCE sui dividendi era diversa perché si è trattato di uno shock del tutto inaspettato. All’epoca c’era anche molta incertezza su come si sarebbero evolute le misure fiscali messe in atto. La raccomandazione non era di non consentire alle banche di distribuire dividendi, ma di rinviarli fino a quando tale incertezza non fosse stata risolta. Ora che siamo nella prassi normale, valutiamo i piani di distribuzione delle banche su un orizzonte temporale di medio termine. Alla fine spetta alle banche e ai loro azionisti decidere quanto dei loro utili destinare alle distribuzioni, quanto trattenere gli utili e quanto investire nel loro modello di business a lungo termine. Ci troviamo chiaramente in una situazione diversa rispetto a quella in cui ci trovavamo durante il COVID. Ora stiamo monitorando i piani di distribuzione delle banche come di consueto”.A una domanda diretta se può escludere che si ripeta la raccomandazione di sospendere i dividendi, ha detto: “Ora stiamo monitorando i piani di distribuzione delle banche come di consueto”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, verificata indipendenza del consigliere Doris Honold. Entra nel Comitato Rischi

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit, previo parere del Comitato Nomine, ha verificato, in conformità alla normativa vigente, il possesso dei requisiti in capo al Consigliere non esecutivo Doris Honold, nominata dall’Assemblea dei Soci del 27 marzo 2025. Per quanto riguarda l’indipendenza, il Consiglio ha verificato e confermato il possesso dei requisiti comunicati in occasione della nomina.Con particolare riferimento ai requisiti di indipendenza previsti dal Codice di Corporate Governance, sono state prese in considerazione le informazioni contemplate, incluse quelle relative alla sussistenza di rapporti (creditizi, commerciali/professionali e di lavoro dipendente, nonché cariche rilevanti ricoperte) intrattenuti in via diretta o indiretta con UniCredit e con società del Gruppo dal Consigliere e dagli altri soggetti ad esso riferibili.In particolare, nel valutare la significatività della relazione, il Consiglio ha considerato, ove disponibili, le seguenti informazioni: per i rapporti creditizi: l’importo in valore assoluto del credito accordato, il suo peso rispetto al dato di sistema e, ove del caso, la situazione economico-finanziaria del prenditore; per i rapporti commerciali/professionali: le caratteristiche dell’operazione/relazione, l’importo del corrispettivo e, ove del caso, la situazione economico-finanziaria della controparte; nonché per le cariche ricoperte in società del Gruppo: l’importo complessivo di ogni ulteriore compenso. Ad esito delle verifiche, non sono emersi rapporti tali da incidere sull’indipendenza del Consigliere.Il Consiglio di Amministrazione ha nominato, previo parere favorevole del Comitato Nomine, il Consigliere Honold quale componente del Comitato Rischi, in sostituzione del Consigliere Francesca Tondi, che aveva assunto tale incaricato nel gennaio 2025 a seguito delle dismissioni del Consigliere Marcus Johannes Chromik. LEGGI TUTTO

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    Febaf, Fabio Cerchiai (BPER) confermato presidente per biennio 2025-2027

    (Teleborsa) – Fabio Cerchiai e Pierfrancesco Gaggi, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della Federazione Banche Assicurazioni e Finanza (Febaf), sono stati confermati nelle loro cariche il biennio 2025-2027. Cerchiai, Presidente di BPER, è stato eletto per acclamazione dal nuovo Consiglio Direttivo della Federazione e Gaggi, senior advisor del DG di ABI, è stato nominato dall’Assemblea che si è riunita subito dopo.”Nell’attuale incerto contesto geoeconomico e geopolitico c’è un’assoluta esigenza di rivalutare il ruolo dei corpi intermedi, di facilitare il dialogo interassociativo e quello con le istituzioni – ha detto Cerchiai – Febaf, in quanto espressione del comparto finanziario, punterà in questo biennio a realizzare concretamente una vera e propria “alleanza” con le altre rappresentanze di imprese, facilitando il dialogo all’interno del mondo produttivo e dei servizi e consolidando l’interlocuzione con i decisori pubblici nazionali ed europei per rispondere ai nuovi bisogni di welfare, infrastrutture fisiche e sociali, crescita delle imprese”.Tra le priorità sottolineate da Cerchiai, c’è “l’esigenza che l’Unione europea proceda rapidamente e con investimenti adeguati, pubblici e privati, verso l’annunciata Unione dei risparmi e degli investimenti, via maestra – insieme all’innovazione – del recupero di competitività globale senza la quale siamo destinati al declino”.Il nuovo Consiglio Direttivo della Febaf, presieduto da Fabio Cerchiai, sarà composto dai tre Vice Presidenti Giovanni Liverani (Ania), Augusto dell’Erba (Abi) e Innocenzo Cipolletta (Aifi), e dai seguenti consiglieri: per ABI Antonio Patuelli, Marco Elio Rottigni, Stefano Barrese, Gerhard Brandstatter, Claudia Cattani, Pietro Carlo Padoan, Mario Alberto Pedranzini, Maurizio Sella, Massimo Tononi; per Ania, insieme a Dario Focarelli: Cesare Caldarelli, Pierre Cordier, Luca Filippone, Massimo Monacelli, Andrea Novelli, Bruno Andrea Scaroni, Alberto Tosti; per Aifi: Anna Gervasoni. Luigi Abete è Presidente Onorario della Febaf ed è componente del Consiglio Direttivo, al quale sono invitati i vertici delle associazioni aggregate, che affiancano Abi, Ania ed Aifi nella compagine federativa e che sono: Adepp, Aipb, Amf Italia, Anfir, Assofiduciaria, Assofin, Assogestioni, Assoreti, Confindustria Assoimmobiliare. LEGGI TUTTO