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    SRB: verificare che piani di risoluzione banche funzionino, ispezioni in loco

    (Teleborsa) – Il Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB), l’autorità UE di risoluzione delle crisi bancarie, intende garantire che i piani di risoluzione degli istituti “possano essere messi in pratica in modo efficace” e quindi nei prossimi anni punta a “testare e verificare che i piani di risoluzione funzionino effettivamente in simulazioni realistiche” e attuerà “ispezioni in loco presso le sedi delle banche”. Lo ha detto Dominique Laboureix, neo-presidente dell’organismo, in un’audizione presso il Parlamento europeo.L’SRB è stato istituito in seguito alla crisi finanziaria globale del 2007-2009, quando gli Stati si sono trovati a dover salvare alcuni istituti di credito. La prima fase, ha spiegato Laboureix, è stata quella di richiedere alle banche dei piani di “risoluzione”, ma ora, dopo otto anni di esistenza, “è tempo che l’SRB entri nella fase due”, prevista per il 2024-2028.”Voglio vedere come l’SRB potrebbe funzionare e fornire risultati migliori – ha spiegato – Quest’anno intraprenderemo una revisione strategica. Ascolteremo e ci impegneremo con il nostro personale, la più ampia comunità del single resolution mechanism (SRM) e l’industria”. LEGGI TUTTO

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    Open banking, in Italia 4 piattaforme. Inedita competizione con operatori tradizionali

    (Teleborsa) – La diffusione dell’open banking sta determinando “una profonda discontinuità nelle modalità di possesso e di utilizzo dei dati degli utenti dei servizi finanziari” e nel settore dei pagamenti porta a “un parziale ridimensionamento del ruolo – finora esclusivo – degli intermediari presso cui i conti dei clienti sono radicati, consentendo a “terze parti”, ovvero alle loro applicazioni basate sulla tecnologia delle API, di effettuare il pagamento per conto del consumatore, senza la necessità che esse abbiano una relazione contrattuale con la banca.Lo sostiene la Banca d’Italia nel rapporto “L’Open Banking nel sistema dei pagamenti: evoluzione infrastrutturale, innovazione e sicurezza, prassi di vigilanza e sorveglianza”. Il termine open banking si riferisce alla possibilità che terze parti accedano a dati e informazioni relativi ai conti correnti tenuti presso le banche dai clienti, con l’assenso di questi ultimi, al fine di fornire loro nuovi servizi e applicazioni.Secondo il rapporto, si stanno “creano le basi, di mercato e infrastrutturali, per un’inedita competizione tra gli operatori tradizionali (i cosiddetti Account Servicing Payment Service Providers – ASPSP) e nuovi soggetti (i Third-Party Providers – TPP) caratterizzati da una forte connotazione digitale”.Viene anche sottolineato che l’open banking genera “una maggiore complessità tecnologica e aumenta le interconnessioni” all’interno dell’industria dei pagamenti, e ciò richiede che le autorità pubbliche definiscano assetti regolamentari e di vigilanza in grado di fare evolvere l’intero sistema finanziario verso una maggiore efficienza e inclusività, mantenendolo nel contempo sicuro e affidabile.Secondo la Banca d’Italia, sul mercato italiano sono state sviluppate quattro soluzioni di sistema (cosiddette piattaforme di sistema), aperte anche a soggetti non italiani: CBI GLOBE, offerta da CBI S.c.p.a.; Cedacri Open Banking API Portal, di Cedacri S.p.a.; Fabrick Platform, offerta da Fabrick S.p.a. (società del Gruppo Sella); SIA Open Banking Platform di NEXI.Dal rapporto emerge che il totale dei clienti che utilizzano i nuovi servizi di open banking è ancora limitato, ma presenta “margini di crescita elevati nei prossimi anni, non appena sarà terminata la fase iniziale di sviluppo del mercato”. Nel primo semestre del 2022 i e clienti di servizi di open banking in Italia (contati come Payment Service User, o PSU) erano 407.319, in aumento dai 353.920 del secondo semestre del 2021 e dai 163.337 del primo semestre del 2021.(Foto: Photo by path digital on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Banca Sella, emesso primo green bond da 100 milioni di euro

    (Teleborsa) – Banca Sella ha emesso il suo primo green bond, dopo due soli giorni dall’apertura, con una domanda complessiva per 100 milioni di euro, raddoppiando l’importo iniziale dell’offerta. Si tratta di una emissione obbligazionaria green senior preferred a scadenza 5 anni, rivolta alla clientela retail, alle controparti qualificate e ai clienti professionali, con taglio minimo di 1.000 euro, che prevede una cedola annua del 5,10%, riconosciuta semestralmente a partire dal 21 settembre 2023.I proventi netti – si legge in una nota – saranno dedicati a finanziare nuovi o esistenti prestiti, investimenti e progetti selezionati nell’ambito dell’edilizia sostenibile, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.”Banca Sella è da tempo impegnata a promuovere una finanza a impatto positivo sull’ambiente, sull’economia e sulla società – ha commentato Francesco Plini, responsabile Finanza e Pianificazione Strategica di Banca Sella – Con questa iniziativa proseguiamo il percorso intrapreso per offrire a tutti i nostri stakeholders strumenti che li accompagnino nel processo di transizione verso una economia sostenibile, anche attraverso soluzioni di risparmio rivolte verso investimenti che portano benefici a tutta la comunità”. L’obbligazione è collocata sul sistema multilaterale di negoziazione Vorvel e sarà ammessa a negoziazione a partire dal 21 marzo 2023. Il rating dell’emittente è BBB Low (DBRS), mentre il rating ESG assegnato al green bond da MainStreet Partners è di 4.09/5. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Mazzucco (Cariverona): polemiche “ingiustificate” su compenso Orcel

    (Teleborsa) – Le polemiche sul pacchetto retributivo dell’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, sono considerate da Cariverona “ingiustificate, pretestuose, dannose per il quotidiano perseguimento degli obiettivi di breve e medio termine da parte del gruppo e del suo management”. Lo ha scritto Alessandro Mazzucco, presidente dell’ente scaligero, in un suo intervento pubblicato sul sito IlSussidiario.net. Il compenso di Orcel “è stato negoziato con procedure rigorose e trasparenti ed è stato acquisito in modo meritato: per nulla anomalo rispetto agli standard adottati correntemente presso gruppi comparabili in Europa e negli Stati Uniti”, ha aggiunto il presidente dello storico azionista dell’istituto di Piazza Gae Aulenti.”Fin dalla sua chiamata – avvenuta nel totale rispetto delle regole di governance di UniCredit, per concludersi nel vaglio dell’assemblea annuale del 2021 – l’amministratore delegato ha operato per rilanciare tutte le condizioni di competitività del gruppo – ha aggiunto Mazzucco – Il ritorno a una redditività congrua (appena confermata nel progetto di bilancio 2022) ne è stato l’esito più rilevante. Il parallelo ritorno di una congruo dividendo per gli azionisti e la notevole rivalutazione del titolo sono stati effetti specifici dell’azione manageriale del dottor Orcel: che ha espresso le competenze per cui era stato chiamato precipuamente nella ricostruzione gestionale di UniCredit, anzitutto come rete bancaria nei territori dell’Azienda-Paese”. LEGGI TUTTO

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    Intesa colloca green bond dual tranche, ordini 5,3 miliardi

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha collocato con successo sul mercato istituzionale un’emissione dual tranche raccogliendo ordini complessivi per 5,3 miliardi di euro. Si tratta di un green bond senior non preferred a 5 anni con possibilità di essere richiamato al quarto anno, per un ammontare nominale di 1,5 miliardi di euro; un green bond senior non preferred a 10 anni per un ammontare nominale di 750 milioni di euro. L’emissione ha raccolto da subito l’interesse da parte degli investitori superando i 3 miliardi di euro di ordini congiunti nelle prime due ore dal lancio. Ordini finali superiori a 3 miliardi di euro per la tranche a breve hanno permesso un restringimento di 20 punti base rispetto all’indicazione iniziale di spread, mentre ordini superiori a 2 miliardi di euro per la tranche a lungo termine hanno reso possibile un restringimento di 15 punti base rispetto allo spread iniziale. Questa transazione rappresenta la più grande, in termini di ammontare totale, in formato multi-tranche emessa da un nome financial italiano da giugno 2019 quando sempre Intesa Sanpaolo ha chiuso con successo un 5 e 10 anni Senior Preferred per un totale di 2,25 miliardi.L’ammontare totale congiunto del libro ordini è stato di circa 5,3 miliardi di euro e ha visto la partecipazione di più di 195 investitori per la tranche a 5 anni, così suddivisi: 76% di Fund Managers, l’11% di Banks e Private Banks, il 4% di Hedged Funds e l’8% di Assicurazioni e Fondi Pensione. La distribuzione geografica degli accounts evidenzia il 25% dalla Francia, il 19% proveniente dal RegnoUnito/Irlanda, il 15% dall’Italia, il 13% Germania e Austria, l’8% dai Nordici, l’8% dal Benelux, l’8% dalla Spagna ed il 3% dalla Svizzera. Oltre 135 investitori per la tranche a 10 anni, così suddivisi: 73% di Fund Managers, il 9% di Hedge Funds, il 5% di Banks e Private Banks e l’11% di Assicurazioni e Fondi Pensione. La distribuzione geografica degli accounts evidenzia il 39% dal Regno Unito/Irlanda, il 21% dalla Germania e Austria, il 13% proveniente dalla Francia, il 6% dall’Italia, il 6% dalla Spagna, il 5% da Svizzera, il 5% dai Nordici ed il 2% dal Benelux.Il libro ordini congiunto si è inoltre dimostrato molto diversificato e ha visto la partecipazione per circa l’80% di investitori dedicati al comparto Esg. Le Banche che hanno partecipato al collocamento in qualità di Joint book runner sono state, oltre alla Divisione Imi Cib diIntesa Sanpaolo, Bbva, Bnp Paribas, BofA Securities, Citi, Commerzbank, Morgan Stanley e Ubs. LEGGI TUTTO

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    MPS, Axa mette in vendita 8% capitale: “non impatta JV e impegno in Italia”

    (Teleborsa) – Axa, che attualmente detiene una partecipazione del 7,94% del capitale sociale di MPS, avvia la cessione di 100.000.000 azioni della banca senese, attraverso un collocamento privato mediante accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. A seguito del completamento dell’offerta, Axa manterrà lo 0,0007% di MPS.E’ quanto si legge in una nota della compagnia francese in cui precisa che l’offerta “non incide in alcun modo sulla partnership di Axa con MPS o sull’impegno della compagnia nel mercato italiano”.In qualità di partner di lunga data di MPS – si legge nella nota – Axa ha sostenuto la banca partecipando al suo più recente aumento di capitale come investimento finanziario. Poiché Axa “non desidera essere rappresentata nel consiglio di amministrazione” in occasione della prossima assemblea generale degli azionisti della banca senese, né influenzare la più ampia strategia a lungo termine della banca, “ritiene opportuno” vendere la partecipazione acquistata nell’aumento di capitale.I termini definitivi dell’offerta sono previsti al più tardi, domani, martedì 28 febbraio. Il regolamento e la consegna delle azioni dovrebbero avvenire il 2 marzo o intorno a tale data. LEGGI TUTTO

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    Banca Etica, utile gruppo sale a 17,2 milioni di euro nel 2022

    (Teleborsa) – Il Gruppo Banca Etica ha chiuso il 2022 con un utile netto consolidato di 17,2 milioni di euro, derivante dai risultati positivi delle singole società: Banca Etica 11,6 milioni di euro; Etica SGR 9,6 milioni di euro; Cresud 48 mila euro. Anche l’area Spagna (dove Banca Etica ha uffici a Bilbao, Barcellona e Madrid e Siviglia) ha chiuso per la prima volta il bilancio annuale con un risultato positivo (+0,6 milioni di euro). Nel 2021 l’utile netto consolidato era stato di 16,7 milioni di euro.Gli impieghi lordi hanno raggiunto i 1.258 milioni di euro a dicembre 2022, con un +7,2% rispetto al 2021. La raccolta diretta di risparmio dalla clientela ha raggiunto i 2.493 milioni di euro a dicembre 2022, registrando un +9,3% rispetto al 2021. La raccolta indiretta in fondi comuni d’investimento di Etica SGR è risultata pari a 872 milioni di euro a dicembre 2022, con una flessione rispetto all’anno precedente in linea con il sistema bancario italiano.Gli indici di solidità patrimoniale CET1 e Total capital ratio si attestano rispettivamente al 15,6% e 19,1% sostanzialmente allineati ai dati del 31 dicembre 2021. Il cost income passa dal 68,2% al 67,7% in un anno in cui sono stati contabilizzati importanti oneri non ricorrenti per il miglioramento dell’infrastruttura informatica.”La crescita costante negli anni del nostro capitale sociale e della nostra clientela dimostra quante persone e organizzazioni desiderano scegliere la finanza etica – ha commentato Anna Fasano, presidente di Banca Etica – una finanza che fa utili sani rinunciando ai profitti derivanti dal commercio di armi o dalle fonti fossili e che sostiene chi investe in progetti di sviluppo che salvaguardano l’ambiente e i diritti delle persone”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea, utile 2022 a 1.795 milioni con tassi e proventi straordinari

    (Teleborsa) – Il Gruppo BCC Iccrea, il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, ha chiuso il 2022 con un utile netto d’esercizio pari a 1.795 milioni di euro, in crescita rispetto ai 461 milioni di euro nel 2021 sia per la positiva dinamica del margine di interesse che per la presenza di componenti non ripetibili (proventi straordinari per 442 milioni derivanti dalla vendita della monetica/BCC Pay).In termini di ricavi, ha riportato un margine di intermediazione di 5.104 milioni di euro (+12,6% sul 2021) grazie principalmente alla positiva dinamica del margine di interesse, pari a 3.694 milioni di euro (+34% circa sul 2021), che ha beneficiato del contesto di mercato (rialzo dei tassi di interesse ed incremento dei rendimenti dei titoli obbligazionari inflation-linked in portafoglio). Andamento positivo anche per le commissioni nette che si sono attestate a 1.338 milioni di euro (+4,1% rispetto al 2021). Il Gruppo ha erogato impieghi alla clientela per complessivi 90,9 miliardi di euro, in crescita del 2,4% sul 2021 pari ad oltre 2,1 miliardi di euro, con un miglioramento generale della qualità creditizia. La raccolta da clientela ordinaria è stata pari a circa 120,8 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con i dati di fine 2021C’è stato miglioramento della qualità creditizia che a fine anno ha evidenziato un NPL ratio lordo del 4,5% (6,9% nel 2021) e un NPL ratio netto dell’1,5% (2,7% nel 2021). In ulteriore miglioramento le coperture (coverage ratio) sui crediti deteriorati pari al 67,4%, 5 punti percentuali in più rispetto al 2021 (62,7%) e circa 12 punti in più rispetto al 2020 (55,7%).Il CET1 ratio di Gruppo è risultato pari al 19,2% (17,7% a fine 2021) mentre il TC ratio al 20,4% (18,9% a fine 2021), largamente al di sopra dei requisiti regolamentari. LEGGI TUTTO