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    Banche europee, Scope: redditività 2023 su livelli 2022 ma con driver molto diversi

    (Teleborsa) – La redditività delle banche europee nel 2023 finirà su livelli simili al 2022, anche se la visibilità del settore all’inizio del nuovo anno è estremamente bassa, a causa di un insieme di incertezze per quanto riguarda lo scenario geopolitico, le scelte di governi e banche centrali, oltre che per il fatto che l’economia europea rimane anormalmente suscettibile alle oscillazioni meteorologiche a causa della sua dipendenza da forniture energetiche russe ostili. Lo afferma un nuovo report di Scope Ratings, affermando che i driver del settore saranno però molto diversi.”A differenza delle crisi precedenti, saranno evidenti le caratteristiche anticicliche delle banche, vale a dire il rapporto positivo tra i ricavi e l’aumento dei tassi di interesse – ha affermato Marco Troiano, head of financial institutions presso Scope – Nel nostro scenario base, i margini si espanderanno in modo significativo, più che controbilanciando una performance un po’ più debole delle entrate da commissioni e accantonamenti leggermente più elevati”.I ricavi trarranno vantaggio dall’espansione dei margini bancari sulla scia di un contesto di tassi di interesse più favorevoli, ma saranno sempre meno potenziate dai guadagni artificiali del carry-trade TLTRO. Anche l’aumento dei costi di raccolta wholesale, che riflette in parte maggiori emissioni in un mercato più costoso per soddisfare i requisiti MREL a pieno regime – applicabili da gennaio 2024 – peserà sui ricavi.Sul fronte dei costi, Troiano osserva che “dopo molti anni di un ambiente deflazionistico o, nel migliore dei casi, disinflazionistico, le banche dovranno fare i conti con l’aumento delle richieste salariali che fanno aumentare le loro basi di costo ma facilitano anche la gestione dell’over-capacity. Inoltre, la tendenza decennale al miglioramento della qualità degli asset si invertirà”.Troiano ritiene che il deterioramento del contesto macroeconomico, gli alti prezzi dell’energia e l’aumento dei costi del servizio del debito porteranno alla formazione di nuovi NPL, richiedendo alle banche accantonamenti per perdite su prestiti. “L’aumento del costo del rischio dovrebbe essere gestibile nel contesto dell’espansione dei profitti pre-provision”, ha spiegato.Secondo Scope Ratings, le metriche di liquidità peggioreranno, pur da livelli molto forti. “Gli attuali indici di finanziamento e liquidità delle banche riflettono in parte miglioramenti strutturali – ha continuato Troiano – Ma il più recente aumento dei ratio di liquidità è guidato dalle condizioni monetarie estremamente accomodanti a seguito dello shock Covid, che ora si stanno invertendo”. Scope prevede che i rapporti di copertura della liquidità diminuiranno man mano che il finanziamento a basso costo della banca centrale verrà rimborsato e le operazioni di carry trade verranno annullate.L’esperto si aspetta che il controllo normativo sulla distribuzione del capitale aumenterà e i piani delle banche per distribuire il capitale in eccesso saranno sospesi, almeno temporaneamente. “Ma vale la pena sottolineare che, nonostante la generosa distribuzione dei dividendi e i programmi di riacquisto di azioni proprie nel 2021 e nel 2022, le banche entrano nel 2023 con solide posizioni patrimoniali e riserve materiali rispetto ai requisiti, il che continua a sostenere i loro profili di credito”, ha affermato Troiano. LEGGI TUTTO

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    BCE, tassi sui nuovi mutui salgono al 2,88% a novembre

    (Teleborsa) – L’indicatore composito del costo dell’indebitamento per i nuovi prestiti alle imprese è aumentato di 37 punti base al 3,09% a novembre 2022, trainato dall’effetto dei tassi di interesse. Lo ha comunicato la Banca centrale europeo (BCE), segnalando che l’indicatore dei nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è aumentato di 21 punti base al 2,88%, trainato dall’effetto tassi.Il tasso di interesse composito sui nuovi depositi con scadenza prestabilita delle famiglie è aumentato di 28 punti base all’1,26%, anch’esso trainato principalmente dall’effetto dei tassi di interesse.(Foto: Mika Baumeister on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    BFF Bank perde la qualifica di PMI

    (Teleborsa) – BFF Bank, società attiva nella finanza specializzata e quotata su Euronext Milan, ha comunicato che a partire dal 1° gennaio 2023 ha perso la qualifica di Piccola Media Impresa (PMI), in quanto trascorsi due anni dalla data di entrata in vigore della legge n. 120/2020, che ha convertito il D.L. n. 76/2020, che individua in un fatturato non superiore a 300 milioni di euro il limite massimo entro cui gli emittenti possono essere qualificati come PMI.La società precisa che rientrava tra le PMI sulla base del solo criterio del fatturato consolidato, in quanto il criterio connesso al valore della capitalizzazione di mercato media era già superiore alla soglia normativa di 500 milioni di euro.BFF ricorda che la perdita della qualifica di PMI da parte di BFF comporta l’applicazione di un’ulteriore soglia rilevante ai fini degli obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti, pari al 3% del capitale. LEGGI TUTTO

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    MPS vola in Borsa su rassicurazioni continuità aziendale e voci privatizzazione

    (Teleborsa) – Seduta da protagonista a Piazza Affari per Banca Monte dei Paschi di Siena, dopo le rassicurazioni sulla continuità aziendale e le speculazioni su possibili operazioni straordinarie per una uscita ordinata dello Stato dalla banca controllata, con l’obiettivo di creare le condizioni per formare più poli bancari in Italia.Nell’informativa mensile richiesta dalla Consob, la banca senese ha ribadito che dopo la positiva conclusione dell’aumento di capitale e la realizzazione delle azioni previste nel piano industriale, i precedenti dubbi sulla continuità aziendale sono stati superati.Nella conferenza di fine anno la premier, Giorgia Meloni, ha detto che il governo sta lavorando per creare più poli bancari in Italia e la privatizzazione di MPS contribuirà alla realizzazione di tale scenario. “È stato fatto un aumento di capitale, c’è una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida, lavoriamo per assicurare un’uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari’, ha detto Meloni.Inoltre, negli ultimi giorni del 2022 era uscite indiscrezioni sul fatto che il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) – principale azionista di MPS con il 64% del capitale – ha avviato dialoghi preliminari con le principali banche italiane per un’eventuale privatizzazione. Un’alternativa è la cessione di centinaia di filiali fuori dal territorio storico della banca.Ottima la performance di Banca MPS, che si attesta a 2,084 Euro, con un aumento dell’8,28%. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 2,152 e successiva a 2,326. Supporto a 1,979. LEGGI TUTTO

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    MPS, Meloni: “Dossier gestito pessimamente”

    (Teleborsa) – “Bisogna favorire un sistema bancario che non ripeta gli errori del passato. Siamo al lavoro sul dossier Monte dei Paschi di Siena, un’altra grande questione ereditata. Una situazione molto difficile, gestita fin qui abbastanza pessimamente, decine di miliardi spesi a carico dei contribuenti”. Sono dichiarazioni molto nette quelle fatte dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul dossier Mps durante la conferenza stampa di fine anno. “È stato fatto un aumento capitale, c’è una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida. Lavoriamo – ha affermato Meloni – per un’uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari italiani”.Mps dopo un avvio di giornata attorno alla parità ha poi chiuso a 1,94 euro in rialzo dell’1,9%. Nei giorni scorsi la storica banca toscana ha intanto fatto sapere che potrà tornare a distribuire dividendi visti i 2,5 miliardi di euro incassati a novembre con l’aumento di capitale che hanno spinto la Bce a rimuovere il divieto, per la banca senese, di staccare cedole, sostituendolo con l’obbligo di chiedere in via preventiva l’autorizzazione alla vigilanza. La decisione, comunicata in occasione dei risultati del processo di revisione e valutazione prudenziale (Srep), rappresenta un passo avanti nel percorso di normalizzazione del Monte, che l’amministratore delegato, Luigi Lovaglio, sta cercando di riportare sul sentiero della stabilità dopo oltre un decennio di turbolenze e perdite miliardarie, per portare lo Stato fuori dal capitale. A sostenere in questo momento la situazione di Rocca Salimbeni c’è la programmata uscita di 4.125 dipendenti, che si tradurrà in un risparmio di oltre 300 milioni di euro all’anno, e del rialzo dei tassi, che sta contribuendo a sostenere la linea dei ricavi. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, Castagna: in anticipo su piano industriale, 2023 con vento in poppa

    (Teleborsa) – “Ci troviamo ad archiviare un anno particolarmente positivo per la nostra banca nonostante le premesse non fossero favorevoli per l’economia nel suo complesso. Questo perché ci siamo preparati molto bene per affrontare momenti difficili come l’attuale. Possiamo suddividere gli ultimi sei anni in due parti: i primi tre anni di profonda ristrutturazione e gli altri tre di grande crescita. Crescita che finalmente ci è stata riconosciuta anche dal mercato”. Lo si legge nel messaggio di auguri rivolto alle colleghe e ai colleghi di Banco BPM da parte dell’amministratore delegato Giuseppe Castagna.”Sapevamo quello che stavamo facendo ed eravamo convinti e sicuri che saremmo arrivati ad ottenere ottimi risultati, ma la considerazione che stiamo ottenendo da tutti i nostri stakeholder, dagli analisti, dai clienti, dagli investitori, va oltre le più rosee attese”, ha aggiunto l’AD.Castagna ha sottolineato che “il nostro piano industriale 2021-2024 è già quasi un anno avanti rispetto alle aspettative che noi stessi avevamo, in un contesto non facile che ci spinge a guardare anche al 2023 con grande prudenza, ma anche con grande entusiasmo”.”Sappiamo di essere un supporto per le comunità in cui operiamo e sappiamo di avere un ruolo fondamentale nel sistema economico italiano. Un ruolo da terza banca del Paese, in crescita – ha proseguito – Questo ci induce ad avere grande serenità per noi, le nostre famiglie, il nostro lavoro e per i giovani che stiamo assumendo. In questi tre anni ne abbiamo assunti quasi 800: non succedeva da tanto tempo ed è un altro motivo di grande orgoglio. Stiamo lavorando molto bene nel campo digitale e ESG”.”Ci aspetta ancora un anno di impegno, ma partiamo con il vento in poppa, grazie all’ausilio di risultati che stanno andando ben oltre le aspettative”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Europa, grandi banche ben posizionate per resistere al rallentamento economico

    (Teleborsa) – La maggior parte delle grandi banche europee è ben posizionata per affrontare il rallentamento economico nel 2023 e il suo impatto sulla qualità degli asset. Lo afferma Fitch Ratings in nuovo report sul tema, dove viene sottolineato che è probabile un deterioramento di natura soltanto “lieve” dei loro ratio sui dei crediti deteriorati, poiché una parte significativa dei loro prestiti è costituita da mutui ipotecari residenziali che si sono dimostrati resistenti in molti paesi, mentre gli standard di sottoscrizione sono stati inaspriti dopo le crisi precedenti.L’agenzia di rating prevede inoltre che i pacchetti di sostegno – sia specifici per paese che a livello di UE – attutiscano l’impatto della recessione per il settore privato. “Tuttavia, esistono sacche di rischio all’interno delle PMI, in particolare quelle con dati finanziari indeboliti a causa della pandemia o nei settori più vulnerabili a costi energetici e tassi di interesse più elevati”, si legge nello studio.Anche gli immobili commerciali ne risentiranno poiché il rallentamento economico indebolisce la domanda e aumenta gli sfitti. Viene previsto che la crescita degli affitti, anche se aiutata dall’indicizzazione legata all’inflazione, sarà contestata dagli inquilini che devono far fronte a spese più elevate e dagli inquilini al dettaglio più cauti.Fitch prevede che maggiori oneri per il deterioramento dei prestiti peseranno moderatamente sugli utili delle banche nel 4° trimestre 2022 e nel 2023 a causa di accantonamenti definiti “prudenti e lungimiranti”. La maggior parte delle operazioni bancarie al dettaglio in Europa continuerà a beneficiare di tassi di interesse più elevati il prossimo anno, anche se l’elevata inflazione aggiungerà pressioni sui costi e ridurrà i benefici derivanti dall’aumento dei tassi.”L’elevata incertezza macro e geopolitica potrebbe essere favorevole per le attività di trading nel 2023, ma continuerà a esercitare pressioni sulle attività di asset management e investment banking almeno per i prossimi due trimestri”, afferma il report.Secondo Fitch, la capitalizzazione delle banche rimarrà sana nel 2023, anche se la possibilità di miglioramento dei rating si ridurrà a causa del contesto economico più debole e dei livelli di capitale, che si ridurranno verso gli obiettivi patrimoniali a medio termine delle entità. LEGGI TUTTO