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    BCE, de Guindos: finita l'era dei tassi negativi, ora periodo di alta incertezza

    (Teleborsa) – “Il periodo dei tassi di interesse negativi è finito, almeno nel medio termine. Stiamo attraversando un periodo di altissima incertezza”. Lo ha affermato Luis de Guindos, vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), in un’intervista con Business Post.Sempre sul fronte della politica monetaria, ha detto: “Abbiamo alzato i tassi di 50 punti base a marzo e siamo aperti al futuro. Dipendiamo dai dati. C’è ora questo ulteriore elemento di incertezza derivante dai problemi del settore finanziario negli Stati Uniti e in Svizzera. E adotteremo un approccio riunione per riunione. Non ci impegniamo preventivamente in alcuna azione”.de Guindos ha voluto sottolineare come il settore bancario in Europa sia “resiliente” e che “nel caso del Credit Suisse e delle banche statunitensi vi erano fattori specifici e idiosincratici”. Inoltre, ha affermato che la principale preoccupazione della BCE in termini di stabilità finanziaria è la situazione dei soggetti non bancari. “I soggetti non bancari sono cresciuti come quota del sistema finanziario in Europa e hanno assunto molti rischi durante i periodi di tassi di interesse molto bassi. Si tratta di rischi in termini di liquidità, durata, credito e leva finanziaria. Pertanto, quando la politica monetaria cambia, queste potenziali vulnerabilità possono venire a galla”.L’economista spagnolo ha detto che la situazione attuale è molto diversa da quella che il Vecchio Continente si è trovato a fronteggiare nel 2008/09: “In primo luogo, le banche hanno posizioni patrimoniali e di liquidità molto migliori, ben al di sopra dei requisiti minimi, la loro situazione è complessivamente più solida, anche a causa di una regolamentazione più stringente. In secondo luogo, guardando alla situazione macroeconomica, non ci sono problemi rispetto alla competitività delle economie europee. Ad esempio, la bilancia dei pagamenti in Spagna, Grecia, Irlanda o Portogallo si trova in una posizione molto migliore”. “Infine – ha spiegato – l’approccio di politica economica è diverso rispetto al 2010, 2011 e 2012. Abbiamo avuto quattro anni di regole fiscali più flessibili. Questa è stata la risposta corretta alla crisi durante la pandemia. Era una sorta di tutto ciò che serve nella politica fiscale, mentre anche la politica monetaria è stata molto favorevole. Ora abbiamo altre difficoltà, ma queste possono essere affrontate più facilmente che durante la grande crisi finanziaria”. LEGGI TUTTO

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    First Citizens Bank acquista asset della fallita Silicon Valley Bank

    (Teleborsa) – First Citizens Bank acquisirà i depositi e impieghi della Silicon Valley Bank, l’istituto californiano che era passato sotto il controllo delle autorità statunitensi dopo una corsa agli sportelli sui suoi depositi, diventando il secondo più grande fallimento bancario nella storia finanziaria americana.La transazione prevede l’acquisto di circa 72 miliardi di dollari di asset della Silicon Valley Bridge Bank con uno sconto di 16,5 miliardi di dollari, ha annunciato il Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC).Fondata nel 1898, la First Citizens Bank ha sede in North Carolina, ha oltre 100 miliardi di dollari di attività totali e gestisce una rete di oltre 500 filiali in 21 stati e una banca diretta a livello nazionale.Le 17 ex filiali della Silicon Valley Bridge Bank apriranno come First Citizens Bank dalla giornata odierna, lunedì 27 marzo 2023. I depositanti della Silicon Valley Bridge Bank diventeranno automaticamente depositanti della First Citizens Bank. Tutti i depositi assunti da First Citizens Bank continueranno ad essere assicurati dalla FDIC fino al limite assicurativo.Al 10 marzo 2023, la Silicon Valley Bridge Bank aveva circa 167 miliardi di dollari di attività totali e circa 119 miliardi di dollari di depositi totali.FDIC ha anche precisato che circa 90 miliardi di dollari in titoli e altre attività rimarranno in amministrazione controllata per la disposizione da parte della FDIC. Inoltre, la FDIC ha ricevuto “equity appreciation rights” nelle azioni First Citizens Bank per un valore potenziale fino a 500 milioni di dollari.(Foto: ©unitysphere123RF.com) LEGGI TUTTO

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    MPS, MEF e fondazioni presentano liste per rinnovo CdA

    (Teleborsa) – Nel weekend il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e le fondazioni di origine bancaria hanno presentato le liste per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, che sarà deliberato nell’assemblea degli azionisti convocata per giovedì 20 aprile.Il MEF, in quanto titolare del 64,23% del capitale ha provveduto a depositare la seguente lista per la nomina del CdA: Nicola Maione, Luigi Lovaglio, Paola Lucantoni, Annapaola Negri Clementi, Laura Martiniello, Lucia Foti Belligambi, Domenico Lombardi, Donatella Visconti, Paolo Fabris De Fabris, Renato Sala, Gianluca Brancadoro, Stefano Di Stefano.Le fondazioni di origine bancaria Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CR Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Fondazione di Sardegna, titolari complessivamente di una partecipazione pari al 2,305% del capitale, hanno depositato la seguente lista di minoranza per la nomina dei membri del CdAi: Giampaolo Gabbi, Donata Paola Patrini, Andrea Paolo Perrone, Antonella Guglielmetti. LEGGI TUTTO

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    Fitch: azzeramento AT1 CS non segna cambiamento di paradigma normativo

    (Teleborsa) – La completa svalutazione da parte delle autorità svizzere delle obbligazioni subordinate Additional Tier 1 (AT1) di Credit Suisse non è considerata da Fitch Ratings come un modello di gestione della crisi globale per le banche in difficoltà, ma rafforzerà il controllo tecnico dei termini contrattuali degli bond ibridi esistenti e potrebbe comportare prezzi più elevati aggiustati per il rischio e minori emissioni.Lo si legge in un’analisi sul tema dell’agenzia di rating, dopo l’azzeramento integrale di tutte le obbligazioni AT1 della banca svizzera per un importo pari a circa 16 miliardi di franchi. Ieri l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) della Svizzera ha difeso il proprio operato, spiegando che l’azzeramento integrale era previsto dal contratto in caso di un evento scatenante.Gli AT1 sono infatti concepiti per essere convertiti in azioni o svalutati in conformità con i loro termini contrattuali se i livelli di capitale delle banche scendono al di sotto dei livelli richiesti per assorbire le perdite o in uno scenario di risoluzione. Erano previsto che gli strumenti di AT1 emessi da Credit Suisse potessero essere completamente svalutati in un “Viability Event”, in particolare in caso di concessione di un sostegno governativo straordinario. Poiché il 19 marzo sono stati concessi prestiti straordinari dalle autorità a sostegno della liquidità, la FINMA ha ritenuto che si fosse verificato il “Viability Event”.”Le azioni delle autorità svizzere dimostrano che l’intervento normativo può essere rapido e che gli strumenti di gestione delle crisi delle autorità possono ampliarsi se una banca è ritenuta sistemica”, afferma Fitch Ratings. A seguito delle azioni della FINMA, le autorità dell’UE, del Regno Unito, del Canada, di Hong Kong e di Singapore hanno sottolineato che loro avrebbero invece aderito alla gerarchia convenzionale dei creditori e avrebbero imposto le perdite prima e interamente sul capitale per poi passare ai creditori subordinati.Secondo Fitch Ratings, il mercato AT1 da 250 miliardi di dollari “rimane importante per il capitale qualificato delle banche, in particolare per soddisfare il coefficiente di leva finanziaria”. Le banche dell’Europa occidentale fanno maggiore affidamento sul debito ibrido rispetto al Nord America, dove gli strumenti di capitale convertibile contingente AT1 non sono ammissibili come capitale Tier 1 per le banche statunitensi. LEGGI TUTTO

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    Deutsche Bank, Scholz: nessun motivo per essere preoccupati

    (Teleborsa) – “Non c’è motivo di preoccuparsi” per Deutsche Bank, la prima banca tedesca che oggi è crollata in Borsa, dopo l’impennata dei credit default swap (CDS) dell’istituto, ovvero lo strumento che permette di coprirsi dall’eventuale insolvenza. Lo ha affermato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, dopo un vertice europeo a Bruxelles.”Deutsche Bank ha radicalmente modernizzato e riorganizzato il proprio modello di business ed è una banca molta redditizia”, ha aggiunto Scholz, sottolineando che “il sistema bancario è stabile in Europa”. LEGGI TUTTO

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    Euro Summit: settore bancario è resiliente, con solide posizioni di capitale e liquidità

    (Teleborsa) – L’Unione bancaria “ha notevolmente rafforzato la resilienza del sistema bancario dell’UE” e ora il settore bancario è “resiliente, con solide posizioni di capitale e liquidità”. È quanto si legge in uno statement diffuso al termine dell’Euro Summit, che ha riunito i capi di Stato o di governo dei paesi della zona euro, il presidente Charles Michel e la presidente della Commissione europea von der Leyen. Ai lavori ha partecipato anche la presidente della Banca centrale europea (BCE) Christine Lagarde. “Chiediamo di proseguire gli sforzi per completare la nostra Unione bancaria”, hanno aggiunto i leader, in un giorno in cui il settore bancario è ancora sotto forte pressione in Borsa.Secondo il resoconto fornito, il summit ha discusso della situazione economica e finanziaria, rilevando che le economie sono “entrate nel 2023 su una base più sana di quanto previsto in precedenza, nonostante l’inflazione elevata e i prezzi dell’energia”. I leader rimangono impegnati “a coordinare strettamente le nostre politiche economiche, al fine di aumentare la resilienza delle nostre economie”.Osservando che una solida architettura finanziaria europea è fondamentale per attrarre investimenti, sostenere l’innovazione e la creazione di posti di lavoro, l’Euro Summit ha evidenziato che un ulteriore sviluppo dei mercati dei capitali “contribuisce a migliorare la gestione macroeconomica nell’Unione economica e monetaria”. Pertanto, ha chiesto di intensificare gli sforzi collettivi, coinvolgendo i responsabili politici e gli operatori di mercato in tutta l’Unione, per portare avanti l’Unione dei mercati dei capitali. LEGGI TUTTO

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    Earth Hour, UniCredit aderisce per il 16esimo anno consecutivo

    (Teleborsa) – Domani, sabato 25 marzo alle ore 20.30, UniCredit spegnerà le luci per un’ora in 51 dei suoi edifici nei 13 Paesi in cui il Gruppo è presente, partecipando così per il 16esimo anno consecutivo all’Earth Hour. Sin dai suoi esordi nel 2007, l’iniziativa Earth Hour organizzata dal World Wildlife Fund (WWF) è nota per il momento di “luci spente”, durante il quale persone di tutto il mondo spengono le luci per mostrare il loro sostegno simbolico al pianeta e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni ambientali e del cambiamento climatico. Quest’anno, tuttavia, l’Earth Hour non si limita all’evento simbolico dello spegnimento delle luci.Lanciando l’appello “Spegnere. Dai un’ora per la Terra”, il WWF utilizzerà l’Earth Hour per sottolineare l’importanza di preservare il patrimonio naturale in Europa e accendere i riflettori sul suo ripristino.”La nostra partecipazione annuale all’Earth Hour – ha dichiarato Fiona Melrose, head of Group Strategy and ESG di UniCredit – è una chiara dimostrazione del nostro costante impegno a promuovere la sostenibilità e agire in modo coordinato contro il cambiamento climatico. Gli aspetti ESG sono e rimangono integrati in tutto ciò che facciamo. Recentemente, infatti, abbiamo pubblicato i nostri obiettivi Net Zero per il 2030 relativi ai settori a maggiore intensità di carbonio: Petrolio e Gas, Produzione di energia elettrica e Automotive. Stiamo, inoltre, definendo una roadmap di Gruppo per raggiungere il Net Zero, che prevede l’azzeramento delle nostre emissioni dirette entro il 2030, facendo leva sull’ottimizzazione degli spazi, sull’efficienza energetica, sull’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e sulla conversione dei sistemi di riscaldamento”.”In UniCredit – spiega la banca in una nota – siamo impegnati a realizzare una transizione positiva e sostenibile verso l’energia verde che faccia il minor danno possibile al pianeta e alle sue persone. Stiamo lavorando per contenere la nostra impronta ambientale utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili, migliorando l’efficienza energetica delle nostre sedi e dei nostri data center, supportando il nostro personale con soluzioni di mobilità più sostenibili e rivolgendoci a fornitori attenti all’ambiente. Questo approccio è favorito anche dall’adozione di Sistemi di Gestione Ambientale in tutto il Gruppo. La nostra adesione ai Principles for Responsible Banking (compreso l’impegno dei PRB in tema di Salute e Inclusione Finanziaria), la partecipazione al network Ellen MacArthur Foundation che promuove l’Economia circolare e la sottoscrizione dei Sustainable STEEL Principles e del Finance for Biodiversity Pledge – prima banca italiana a firmare questo Pledge durante la COP15 – sono un’ulteriore dimostrazione concreta di quanto i valori ESG siano parte integrante di tutto ciò che facciamo e della nostra Cultura. Il nostro Bilancio Integrato 2022 descrive in dettaglio come intendiamo creare valore sostenibile nel tempo, ispirati dal nostro Purpose: fornire alle comunità le leve per il progresso”.Di seguito sono elencati gli edifici di UniCredit Italia che partecipano all’Earth Hour: Bologna, Via del Lavoro; Genova, Via Dante; Milano, Piazza Gae Aulenti, 3 e Via Livio Cambi 1; Palermo, Via Ruggiero Settimo, 26; Reggio Emilia, Via Rivoluzione di Ottobre 16; Roma, Largo Fochetti 16 e Largo Anzani; Verona, Via dell’Agricoltura. LEGGI TUTTO

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    Deutsche Bank perde il 13% in Borsa dopo balzo dei CDS

    (Teleborsa) – Deutsche Bank è al centro di un pesante sell-off, trascinando al ribasso tutto il comparto bancario europeo. Il titolo mostra il segno meno per il terzo giorno consecutivo, portando la perdita dell’ultimo mese al 30%. A spingere le vendite è stata l’impennata dei credit default swap (CDS) dell’istituto, ovvero lo strumento che permette di coprirsi dall’eventuale insolvenza. Ieri i CDS di Deutsche Bank sono saliti a 173 punti base dai 142 punti base del giorno prima, secondo i dati di S&P Market Intelligence, pari al più grande aumento di un giorno mai registrato, secondo i dati di Refinitiv citati da Reuters. I CDS hanno continuato a salire nella giornata odierna, raggiungendo il massimo da quando sono stati introdotti nel 2019, secondo quanto riferito da Bloomberg.Questa mattina, a sorpresa, Deutsche Bank ha annunciato che riscatterà i suoi titoli Tier 2 subordinati da 1,5 miliardi di dollari, a fisso a fisso con scadenza 2028 (ISIN: US251525AM33).Intanto, scende il titolo Deutsche Bank sulla Borsa di Francoforte, con i prezzi allineati a 8,072 euro, per una discesa del 13,54%. Le maggiori attese vedono un’estensione del ribasso verso l’area di supporto stimata a 7,656 e successiva a quota 7,24. Resistenza a 8,777. LEGGI TUTTO