More stories

  • in

    Banca Popolare del Frusinate, utile 2022 sale a 14,7 milioni di euro

    (Teleborsa) – Banca Popolare del Frusinate, banca cooperativa italiana con sede a Frosinone, ha chiuso il 2022 con un utile netto di 14,78 milioni euro, in aumento del 36% rispetto al 2021. Il CdA, approvando il bilancio, ha parlato di “un risultato eccezionale grazie alla composizione del portafoglio titoli di proprietà e alla struttura dei tassi della raccolta e degli impieghi che hanno inciso positivamente sul margine di interesse pari a 41,5 milioni di euro”. Il ROE è stato pari a 15,17%, le rettifiche di valore sono ammontate a 11,3 milioni di euro e i costi operativi sono stati pari a 15 milioni di euro (+13%), con un cost/income al 30,69%.La raccolta diretta si è attestata sui 959 milioni di euro (+4,2%). I crediti netti verso la clientela hanno registrato un incremento 5%, mentre i crediti deteriorati netti sono stati pari a 4,13% del totale impieghi, con un grado di copertura al 51,72%. LEGGI TUTTO

  • in

    Credem, CdA approva risultati 2022. Campani: guardiamo a futuro con fiducia

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di Credem ha approvato i risultati individuali e consolidati del 2022, confermando integralmente i dati preliminari comunicati lo scorso 6 febbraio. In particolare, la banca emiliana ha ottenuto utile netto consolidato a 317 milioni di euro, dopo aver spesato oltre 60 milioni di euro di contributi ai fondi per la gestione delle banche in difficoltà, in crescita del 23,4% su base annuale.”Anche nel 2022 il Gruppo è stato in grado di crescere adattandosi velocemente al contesto incerto – ha dichiarato Angelo Campani, Direttore Generale di Credem – Questo è stato possibile grazie alla qualità delle nostre persone, alla loro abilità di fare squadra e al forte senso di appartenenza”.”Gli eccellenti risultati raggiunti, ottenuti anche attraverso un’importante diversificazione dei ricavi, ci permettono di guardare al futuro con fiducia – ha aggiunto – Continueremo ad investire con decisione per sviluppare le nostre linee di business con l’obiettivo costante di generare valore sostenibile nel tempo puntando su un modello organizzativo reattivo e flessibile”.Il dividendo proposto è pari a 0,33 euro per azione, +10% rispetto all’anno scorso, per un ammontare complessivo di 112,3 milioni di euro. Sono oltre 340 milioni di euro quelli pagati negli ultimi cinque anni. LEGGI TUTTO

  • in

    Banca Generali, raccolta netta a 442 milioni di euro a febbraio

    (Teleborsa) – Banca Generali ha registrato una raccolta netta totale a febbraio pari a 442 milioni di euro (contro i 496 milioni di febbraio 2022), per un valore complessivo da inizio anno di oltre 859 milioni di euro (979 milioni nei primi due mesi dello scorso anno). Il mix di prodotto ha mostrato una dinamica favorevole per le nuove linee di investimento in fondi e contenitori finanziari (complessivamente 185 milioni nel mese e 259 milioni da inizio anno) che consentono di gestire in modo dinamico la liquidità e sfruttare le opportunità offerte da mercati obbligazionari e azionari in modo diversificato. Nel mese i nuovi flussi in consulenza evoluta si sono attestati a 134 milioni (188 milioni da inizio anno), trainati dalla consulenza sui conti amministrati (280 milioni i nuovi flussi da inizio anno).Nello specifico, dunque, i flussi netti complessivi dei servizi d’investimento derivanti da gestioni di portafoglio e consulenza a cui è abbinato il pagamento di una fee ammontano a 203 milioni (269 milioni da inizio anno).I flussi in conti amministrati (AuC) sono stati molto sostenuti (996 milioni nel mese, 1,5 miliardi da inizio anno) per le nuove emissioni del periodo e il positivo riscontro ai servizi di advisory lanciati.”Un risultato solido in un mese caratterizzato da volatilità e prudenza sui mercati per le aspettative di nuovi interventi dalle banche centrali – ha commentato l’AD Gian Maria Mossa – La nostra forza nei servizi di investimento, advisory evoluta e gestioni patrimoniali, continua ad emergere dai flussi confermando la qualità dei nostri banker e della nostra rosa di soluzioni ad alto valore aggiunto”. “Nelle ultime settimane stiamo assistendo anche ad un ritorno di posizioni sul gestito nei fondi mentre sugli investimenti assicurativi l’attenzione dei colleghi di rete a febbraio era in attesa delle nuove iniziative in rampa di lancio dalla fine del mese – ha aggiunto – I segnali positivi che ci arrivano dal territorio dalla nuova clientela e da professionisti interessati alla nostra realtà ci fanno guardare con fiducia e ottimismo ad un’accelerazione del trend di raccolta già da marzo”. LEGGI TUTTO

  • in

    Banca Ifis scala posizioni nella classifica “Top 500 Banking Brands”

    (Teleborsa) – Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, rafforza il valore del proprio brand e scala sei posizioni nella classifica “Top 500 Banking Brands” redatta da The Banker (Gruppo Financial Times), nella quale era entrata per la prima volta nel 2022. Secondo l’analisi condotta da Brand Finance e pubblicata dal magazine finanziario britannico, il valore economico del marchio Banca Ifis è cresciuto del 47% dall’operazione di rebranding, avvenuta nel settembre 2019, e del 15% negli ultimi dodici mesi. Nel 2022, inoltre, la challenger bank presieduta da Ernesto Furstenberg Fassio ha scalato nuove posizioni del prestigioso ranking che include le più importanti istituzioni bancarie internazionali passando dalla 488ma alla 482ma posizione.”Negli ultimi dodici mesi abbiamo ulteriormente consolidato il processo di rafforzamento del brand Banca Ifis avviato con il rebranding nel settembre 2019 – dichiara Rosalba Benedetto, Direttore Comunicazione, Marketing, Public Affairs e Sostenibilità di Banca Ifis – Per farlo, abbiamo realizzato nuovi progetti di comunicazione integrata pensati per nutrire il marchio e comunicarlo a tutti i nostri stakeholder, in particolare alle piccole e medie imprese alle quali ci rivolgiamo con i nostri prodotti e servizi”. “L’aver scalato ulteriori posizioni nella classifica “Top 500 Banking Brands” conferma l’efficacia di un percorso che quest’anno si arricchirà di nuove attività e progetti legati alla celebrazione del 40mo anniversario dalla fondazione della Banca.Per il posizionamento di Banca Ifis, oltre agli investimenti in marketing, advertising e sponsorizzazioni, sono state importanti anche le iniziative sul fronte della sostenibilità, in particolare per la dimensione sociale. Nel 2022, Banca Ifis ha infatti lanciato Kaleidos, il Social Impact Lab che raccoglie tutte le iniziative realizzate a favore di persone, comunità e territori. LEGGI TUTTO

  • in

    Banca Sistema, Intermonte taglia target price e conferma Outperform

    (Teleborsa) – Intermonte ha tagliato il target price su Banca Sistema, quotata su Euronext STAR Milan e specializzata nell’acquisto di crediti commerciali verso la PA e di crediti fiscali, a 1,90 euro per azione (da 2,35 euro) e confermato la raccomandazione a “Outperform”. Gli analisti sottolineano che la società ha registrato un utile netto inferiore alle attese nel 4trim22, legato a un margine di interesse debole che ha risentito del costo della raccolta più elevato e del repricing più lento del portafoglio prestiti.Il broker ha quindi rivisto al ribasso l’EPS 2023/24 del -30% in media, poiché vuole “incorporare uno scenario più severo sul costo del finanziamento e alcuni ritardi nel repricing del portafoglio CQ”. Il factoring “potrebbe riservare una sorpresa positiva”, mentre non sono previsti grandi venti contrari per il capitale, con la politica dei dividendi probabilmente confermata (payout del 25%).Intermonte ritiene che il mercato abbia già scontato un taglio estremamente severo delle stime di EPS per il 2023, con “la valutazione che sembra ancora interessante”. La quotazione della controllata Kruso, prospettata nel 2023, “potrebbe essere un modo per ottenere una società quotata attraverso la quale Banca Sistema potrebbe far crescere la propria attività di prestito su pegno, anche attraverso acquisizioni”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

  • in

    Banca Popolare di Lajatico, utile netto a massimo storico di 5,3 milioni

    (Teleborsa) – La Banca Popolare di Lajatico, istituto di riferimento della provincia di Pisa, ha chiuso il 2022 con un utile netto pari a 5,3 milioni di euro, in incremento del 45% rispetto all’esercizio precedente e il miglior risultato conseguito nell’arco dei 139 anni di vita della banca. Il Consiglio di Amministrazione proporrà quindi alla prossima assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di euro 0,60 per azione, in crescita del 50%.Risultano in crescita gli indici patrimoniali, con un CET 1 ratio al 14,9%, un Tier 1 ratio al 14,9% e un Total Capital Ratio al 15,5%. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi ed impieghi lordi (NPL ratio) si attesta al 5,80%, rispetto al 7,75% dell’anno precedente, mentre le coperture dei crediti deteriorati raggiungono il 43,25% (ex 41,10%).I costi operativi sono in calo del 4,2%, consentendo una diminuzione dell’indicatore cost-income, che risulta pari al 60,41% (ex 67,66%). Il prodotto bancario gestito si attesta ad oltre 2 miliardi di volumi gestiti e la rete territoriale “ha consolidato la propria presenza nelle aree servite in continuità con la propria mission di banca popolare al servizio della comunità”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

  • in

    SRB: verificare che piani di risoluzione banche funzionino, ispezioni in loco

    (Teleborsa) – Il Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB), l’autorità UE di risoluzione delle crisi bancarie, intende garantire che i piani di risoluzione degli istituti “possano essere messi in pratica in modo efficace” e quindi nei prossimi anni punta a “testare e verificare che i piani di risoluzione funzionino effettivamente in simulazioni realistiche” e attuerà “ispezioni in loco presso le sedi delle banche”. Lo ha detto Dominique Laboureix, neo-presidente dell’organismo, in un’audizione presso il Parlamento europeo.L’SRB è stato istituito in seguito alla crisi finanziaria globale del 2007-2009, quando gli Stati si sono trovati a dover salvare alcuni istituti di credito. La prima fase, ha spiegato Laboureix, è stata quella di richiedere alle banche dei piani di “risoluzione”, ma ora, dopo otto anni di esistenza, “è tempo che l’SRB entri nella fase due”, prevista per il 2024-2028.”Voglio vedere come l’SRB potrebbe funzionare e fornire risultati migliori – ha spiegato – Quest’anno intraprenderemo una revisione strategica. Ascolteremo e ci impegneremo con il nostro personale, la più ampia comunità del single resolution mechanism (SRM) e l’industria”. LEGGI TUTTO

  • in

    Open banking, in Italia 4 piattaforme. Inedita competizione con operatori tradizionali

    (Teleborsa) – La diffusione dell’open banking sta determinando “una profonda discontinuità nelle modalità di possesso e di utilizzo dei dati degli utenti dei servizi finanziari” e nel settore dei pagamenti porta a “un parziale ridimensionamento del ruolo – finora esclusivo – degli intermediari presso cui i conti dei clienti sono radicati, consentendo a “terze parti”, ovvero alle loro applicazioni basate sulla tecnologia delle API, di effettuare il pagamento per conto del consumatore, senza la necessità che esse abbiano una relazione contrattuale con la banca.Lo sostiene la Banca d’Italia nel rapporto “L’Open Banking nel sistema dei pagamenti: evoluzione infrastrutturale, innovazione e sicurezza, prassi di vigilanza e sorveglianza”. Il termine open banking si riferisce alla possibilità che terze parti accedano a dati e informazioni relativi ai conti correnti tenuti presso le banche dai clienti, con l’assenso di questi ultimi, al fine di fornire loro nuovi servizi e applicazioni.Secondo il rapporto, si stanno “creano le basi, di mercato e infrastrutturali, per un’inedita competizione tra gli operatori tradizionali (i cosiddetti Account Servicing Payment Service Providers – ASPSP) e nuovi soggetti (i Third-Party Providers – TPP) caratterizzati da una forte connotazione digitale”.Viene anche sottolineato che l’open banking genera “una maggiore complessità tecnologica e aumenta le interconnessioni” all’interno dell’industria dei pagamenti, e ciò richiede che le autorità pubbliche definiscano assetti regolamentari e di vigilanza in grado di fare evolvere l’intero sistema finanziario verso una maggiore efficienza e inclusività, mantenendolo nel contempo sicuro e affidabile.Secondo la Banca d’Italia, sul mercato italiano sono state sviluppate quattro soluzioni di sistema (cosiddette piattaforme di sistema), aperte anche a soggetti non italiani: CBI GLOBE, offerta da CBI S.c.p.a.; Cedacri Open Banking API Portal, di Cedacri S.p.a.; Fabrick Platform, offerta da Fabrick S.p.a. (società del Gruppo Sella); SIA Open Banking Platform di NEXI.Dal rapporto emerge che il totale dei clienti che utilizzano i nuovi servizi di open banking è ancora limitato, ma presenta “margini di crescita elevati nei prossimi anni, non appena sarà terminata la fase iniziale di sviluppo del mercato”. Nel primo semestre del 2022 i e clienti di servizi di open banking in Italia (contati come Payment Service User, o PSU) erano 407.319, in aumento dai 353.920 del secondo semestre del 2021 e dai 163.337 del primo semestre del 2021.(Foto: Photo by path digital on Unsplash) LEGGI TUTTO