Banche commerciali separate da quelle d'investimento: la proposta di Fratelli d'Italia
(Teleborsa) – Fratelli d’Italia ha presentato un disegno di legge, che vede come primo firmatario il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, per separare le banche commerciali e d’affari. La proposta non è nuova per il partito, in quanto a marzo 2018 era stata presentata un’analoga proposta che vedeva come prima firmataria Giorgia Meloni, allora leader dell’opposizione e oggi invece presidente del Consiglio.La proposta, datata 17 marzo ma il cui testo definitivo non è stato ancora pubblicato, arriva dopo il fallimento di Silicon Valley Bank negli Stati Uniti e l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS in Europa, eventi che hanno innescato il timore di ulteriori fallimenti bancari tra gli investitori.”Abbiamo riproposto il disegno di legge perché riteniamo che il tema rientri tra quelli sensibili e quindi meritori di attenzione”, ha detto Foti a Reuters, specificando che “non ci sono stati contatti con Palazzo Chigi dal momento che le iniziative parlamentari sono distinte da quelle del governo”.Secondo la proposta del marzo 2018, la possibilità di svolgere, contemporaneamente, “le due antitetiche tipologie di attività consente alle banche sistemiche di avere una parte di attività tradizionale relativamente stabile e meno rischiosa che si occupa di concessione di crediti, mentre quella dedita al trading proprietario e speculativo, fortemente instabile e più rischiosa, è suscettibile di far fallire l’intero conglomerato”.Secondo Fratelli d’Italia, i risparmiatori che effettuano i propri depositi nelle banche che mischiano attività tradizionale con trading speculativo proprietario sono “due volte vittime”: rima perché del loro denaro viene fatto un uso improprio e, di nuovo, nel momento in cui le banche devono essere “salvate” perché altrimenti i risparmiatori perderebbero i propri depositi.Il testo presentato nella passata legislatura prevedeva che “le banche che svolgono attività di commercio in proprio di strumenti finanziari non possono svolgere anche le altre attività previste” per quelle commerciali e che gli istituti “entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore devono dichiarare quale tipo di attività intendono svolgere e procedere, ove necessario, alla riorganizzazione del proprio assetto societario”. LEGGI TUTTO