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    UBS accetta di pagare 388 milioni di dollari per questione Credit Suisse-Archegos

    (Teleborsa) – UBS Group e la sua controllata Credit Suisse hanno annunciato una risoluzione con il Board of Governors della Federal Reserve statunitense e la Prudential Regulation Authority (PRA) del Regno Unito, nonché la conclusione del procedimento della Swiss Financial Market Supervisory Authority (FINMA), relativo al rapporto di Credit Suisse con Archegos Capital Management.Nell’ambito delle risoluzioni, Credit Suisse ha accettato di pagare 269 milioni di dollari alla Federal Reserve e 87 milioni di sterline (119 milioni di dollari) alla PRA.Credit Suisse registrerà un accantonamento aggiuntivo nel suo conto finanziario del secondo trimestre 2023 per riflettere queste risoluzioni. UBS Group rifletterà l’accantonamento nella contabilizzazione dell’acquisizione di Credit Suisse, completata il 12 giugno 2023.UBS ha dichiarato che rafforzerà la disciplina operativa e di gestione del rischio in tutta l’organizzazione combinata. Inoltre, intende risolvere i contenziosi pendenti e le questioni normative di Credit Suisse “nel migliore interesse dei suoi stakeholder, inclusi investitori, clienti e dipendenti”. LEGGI TUTTO

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    Fineco, Wellington Management ha quota potenziale del 5,314%

    (Teleborsa) – Wellington Management, uno dei gestori patrimoniali indipendenti leader a livello mondiale, ha una quota potenziale pari al 5,314% nel capitale di Fineco. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 19 luglio 2023. In particolare, il 5,294% sono diritti di voto riferibili ad azioni (quota classificata come indiretta gestione non discrezionale del risparmio), mentre lo 0,020% è riferito a posizioni lunghe con regolamento fisico e in contanti.La partecipazione è detenuta tramite tramite le società controllate Wellington Management International Ltd, Wellington Management Company LLP e Wellington Management Europe GmbH. LEGGI TUTTO

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    Mutui, ABI alle banche: “Adottare misure a favore di famiglie con tasso variabile”

    (Teleborsa) – Allungare la durata del mutuo, rinegoziarlo allargando dove possibile le maglie della legge, verificare se sia possibile sospendere le rate utilizzando il fondo pubblico di solidarietà per chi è in difficoltà. In risposta alle sollecitazioni della politica e del governo, l’Abi ha inviato una circolare alle banche associate con le misure possibili per venire incontro alle famiglie con mutui a tasso variabile senza cap, al fine di attenuare gli impatti dell’incremento dei tassi d’interesse sull’importo delle rate.Tali misure – spiega l’Abi – potrebbero consistere “nell’allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa; nell’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario, introdotta dall’art.1, comma 322, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (ad esempio, ammettendo alla misura anche soggetti con reddito ISEE o con mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla legge); nella ulteriore diffusione della conoscenza presso la propria clientela della possibilità di ricorrere Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa (cosiddetto Fondo Gasparrini), al fine di sospendere – al verificarsi di specifici eventi – il pagamento delle rate del finanziamento”.”Le misure anzidette – sottolinea l’Abi – saranno realizzate su richiesta e d’intesa con coloro che hanno scelto di sottoscrivere un mutuo a tasso variabile, senza nuovi oneri, secondo le possibilità operative delle singole banche e compatibilmente con i limiti imposti dalla regolamentazione europea e le condizioni anagrafiche dei soggetti beneficiari”.Le banche e gli intermediari finanziari che intendono aderire all’iniziativa devono comunicarlo alla clientela attraverso i propri siti internet e/o l’affissione nelle filiali di specifici avvisi, e all’ABI che pubblicherà l’elenco dei soggetti aderenti sul proprio sito internet. Ciascuna banca o intermediario finanziario aderente all’iniziativa potrà offrire alla propria clientela condizioni migliorative rispetto a quelle indicate in precedenza, ovvero adottare ulteriori misure per affrontare gli impatti dell’incremento dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile.L’ABI sottolinea nella circolare che “data la rilevanza dell’iniziativa è fondamentale un’ampia e tempestiva adesione da parte del mondo bancario e finanziario”. LEGGI TUTTO

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    Sindacati da ABI per rinnovo contratto di settore. Prossimo incontro fissato per il 26 luglio

    (Teleborsa) – Nella riunione del 19 luglio Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin hanno presentato ad ABI la piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di categoria, inviata ufficialmente all’Associazione lo scorso 6 luglio, a seguito della conclusione del percorso di approvazione da parte delle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori.”L’invio ufficiale ad ABI della articolata piattaforma e l’incontro di oggi – afferma Ilaria Maria Dalla Riva, Presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro dell’ABI (Casl) – rappresentano un passo fondamentale e non solo formale utile ad entrare nel vivo del confronto per il rinnovo del ccnl”.Le Parti hanno in proposito già fissato il prossimo incontro per mercoledì 26 luglio. “Sulla base della tradizionale costruttiva e matura interlocuzione tra le Parti – prosegue Dalla Riva – lavoreremo per realizzare una convergenza e quindi definire il nuovo contratto collettivo nazionale di categoria in grado di fornire a tutte le lavoratrici, a tutti i lavoratori e a tutte le imprese bancarie un quadro certo di regole e di trattamenti al passo con i tempi per continuare ad affrontare positivamente i profondi e complessi cambiamenti in atto”. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM-Iccrea-FSI, accordo vincolante per secondo polo della monetica in Italia

    (Teleborsa) – Banco BPM, Gruppo BCC Iccrea e FSI hanno sottoscritto un accordo vincolante per la costituzione di una partnership strategica finalizzata allo sviluppo di una nuova realtà italiana e indipendente nel settore dei pagamenti digitali, che intende essere un punto di riferimento nel panorama del fintech con un approccio orientato all’innovazione e alla crescita della digitalizzazione nel paese. L’accordo odierno segue l’esclusiva comunicata l’11 luglio. L’obiettivo è arrivare al closing entro il primo trimestre 2024. L’accordo prevede un lock-up di Banco BPM fino al 2026 e meccanismi di exit usuali per questo tipo di operazioni.L’accordo prevede il conferimento nella joint venture delle attività della monetica di Banco BPM, con riconoscimento di un corrispettivo misto per cassa e in azioni emesse dal veicolo Pay Holding, che a sua volta controlla l’intero capitale di BCC Pay – che sarà a breve oggetto di rebranding. Ad esito dell’operazione, Pay Holding sarà partecipata per circa il 43% da FSI e circa il 28,6% ciascuno da Banco BPM e Iccrea Banca.A seguito del conferimento delle attività di monetica di Banco BPM, la joint venture rappresenterà il secondo operatore nazionale con una quota di mercato superiore al 10% nel settore della monetica, con circa 9 milioni di carte, 400 mila POS e circa euro 110 miliardi di euro di transato intermediato.L’accordo prevede la sottoscrizione di un contratto di distribuzione pluriennale dei servizi della società anche sulla rete di Banco BPM. Secondo quanto previsto, la banca potrà preservare gli attuali margini commissionali generati dalla monetica (oltre 140 milioni di euro di ricavi netti nel 2022, con un incremento del 13% rispetto al 2021).Banco BPM riceverà per le attività conferite un corrispettivo immediato di 500 milioni di euro, con una componente per cassa upfront di circa 200 milioni di euro, ai quali andranno sommate le componenti differite di prezzo, per ulteriori massimi 100 milioni di euro, che potranno portare a 600 milioni di euro di valore.Al momento del closing, l’operazione avrà un impatto positivo sul CET1 ratio fully loaded di Banco BPM stimabile in circa 32 pb, incluso l’effetto dell’assunzione della partecipazione. Considerando anche le eventuali integrazioni future di prezzo, l’effetto sul CET1 ratio fully loaded si potrà alzare fino a circa 50 pb. LEGGI TUTTO

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    Citigroup, utile in calo del 36% nel 2° trimestre. Salgono spese e costo del credito

    (Teleborsa) – Citigroup ha registrato un utile netto per il secondo trimestre 2023 di 2,9 miliardi di dollari, o 1,33 dollari per azione, su ricavi di 19,4 miliardi di dollari. Ciò si confronta con un utile netto di 4,5 miliardi di dollari (-36%), o 2,19 di dollari per azione (-39%), su ricavi di 19,6 miliardi di dollari per il secondo trimestre 2022. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 1,30 dollari su ricavi di 19,3 miliardi di dollari.L’utile è sceso a causa delle maggiori spese (spese operative in crescita del 9% a 13,6 miliardi di dollari), dell’elevato costo del credito (passato a 1,8 miliardi di dollari da 1,3 miliardi) e dei minori ricavi, si legge in una nota.Le entrate della divisione Markets sono diminuite del 13% a 4,6 miliardi di dollari a causa di attività più contenute nel reddito fisso e nelle azioni, mentre le commissioni di Investment Banking sono crollate del 24% a 612 milioni di dollari.”In un contesto macroeconomico difficile, abbiamo continuato a vedere i vantaggi del nostro modello di business diversificato e del solido bilancio”, ha dichiarato la CEO Jane Fraser. LEGGI TUTTO

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    Wells Fargo, utile sale a 4,9 miliardi nel 2° trimestre. Battute le attese

    (Teleborsa) – Wells Fargo, la quarta più grande banca statunitense, ha registrato un utile netto di 4,938 miliardi di dollari, o 1,25 dollari per azione, nel secondo trimestre del 2023, rispetto ai 3,142 miliardi di dollari (+57%), o 75 centesimi per azione, di un anno fa (+67%). I ricavi totali sono aumentati del 20% a 20,53 miliardi di dollari. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 1,16 dollari su ricavi di 20,12 miliardi di dollari.Il margine di interesse (NII) è aumentato del 29% a 13,16 miliardi di dollari, principalmente a causa dell’impatto dei tassi di interesse più elevati e dei maggiori saldi dei prestiti, parzialmente compensati dai minori saldi dei depositi.Il reddito non da interessi è aumentato dell’8% a 7,37 miliardi di dollari, guidato da maggiori ricavi di negoziazione nell’area Markets e minori svalutazioni in venture capital e private equity, parzialmente compensati da minori commissioni relative ai depositi, un calo delle commissioni basate su attività in Wealth and Investment Management a causa di valutazioni di mercato inferiori e minori guadagni netti sulle vendite di titoli di debito.L’accantonamento per perdite su crediti nel secondo trimestre 2023 include un aumento di 949 milioni di dollari dell’indennità per perdite su crediti principalmente per prestiti per uffici immobiliari commerciali, nonché per maggiori saldi di prestiti con carta di credito.”Abbiamo registrato solidi risultati nel secondo trimestre – ha commentato il CEO Charlie Scharf – Il nostro forte margine di interesse ha continuato a beneficiare di tassi di interesse più elevati e siamo rimasti concentrati sul controllo delle spese. Come previsto, gli addebiti netti sui prestiti sono aumentati rispetto al primo trimestre. I charge-off al consumo hanno continuato a peggiorare leggermente. I charge-off commerciali sono aumentati a causa di un numero limitato di mutuatari nel Commercial Banking, con scarsi segnali di debolezza sistemica in tutto il portafoglio, e perdite più elevate negli immobili commerciali, principalmente nel portafoglio uffici”.”L’economia degli Stati Uniti continua a registrare risultati migliori di quanto molti si aspettassero e, sebbene ci sarà probabilmente un continuo rallentamento economico e permangono incertezze, è del tutto possibile che la gamma di scenari si restringa nei prossimi trimestri”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    JPMorgan, utile in aumento del 67% nel 2° trimestre grazie a balzo NII

    (Teleborsa) – JPMorgan ha chiuso il secondo trimestre del 2023 con un utile netto in aumento del 67% a 14,47 miliardi di dollari (+40% senza First Republic), o 4,75 dollari per azione, rispetto agli 8,65 miliardi di dollari, o 2,76 dollari per azione, di un anno fa. I ricavi netti sono stati di 42,4 miliardi di dollari, in aumento del 34% (+21% senza First Republic). Escludendo l’impatto di First Republic, il ROTCE si è assestato al 23%. Il margine di interesse (NII) è stato di 21,9 miliardi, in aumento del 44% (+38% senza First Republic). Il NII escluso Markets è stato di 22,4 miliardi, in aumento del 63%, trainato principalmente da tassi più elevati, parzialmente compensati da saldi di deposito inferiori rispetto all’anno precedente. I ricavi non da interessi sono stati di 20,5 miliardi, in aumento del 25%, guidati principalmente da maggiori ricavi non da interessi di CIB Markets e dall’assenza di alcune perdite in Payments nell’anno precedente, parzialmente compensate da maggiori perdite nette in titoli di investimento in Corporate.L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 2,9 miliardi. Escludendo First Republic, l’accantonamento è stato di 1,7 miliardi, riflettendo addebiti netti di 1,4 miliardi di dollari e una costituzione di riserve nette di 326 milioni di dollari.”Quasi tutte le nostre linee di business hanno registrato una crescita continua nel trimestre – ha spiegato il CEO Jamie Dimon – Nel Consumer & Community Banking, la produzione di nuovi conti correnti è stata molto sostenuta, mentre i prestiti con carte sono cresciuti del 18%. In Corporate & Investment Bank, le commissioni di Investment Banking sono rimaste sotto pressione, sebbene abbiamo guadagnato quote di mercato dall’inizio dell’anno. Nel Commercial Banking, i ricavi dei pagamenti sono rimasti molto solidi e sono cresciuti del 79%. Infine, Asset & Wealth Management ha registrato afflussi record a lungo termine pari a 61 miliardi di dollari, con afflussi in tutti i canali, regioni e asset class”.”L’economia statunitense continua ad essere resiliente – ha aggiunto – I bilanci dei consumatori rimangono sani e i consumatori stanno spendendo, anche se un po’ più lentamente. I mercati del lavoro si sono leggermente indeboliti, ma la crescita dell’occupazione rimane forte. Detto questo, ci sono ancora rischi salienti nella visione immediata. I consumatori stanno lentamente esaurendo le loro riserve di liquidità, l’inflazione core è stata ostinatamente alta (aumentando il rischio che i tassi di interesse salgano e rimangano più alti più a lungo), un inasprimento quantitativo di questa portata non si è mai verificato, i deficit fiscali sono ampi e la guerra in Ucraina continua ad avere grandi effetti potenziali sulla geopolitica e sull’economia globale”. LEGGI TUTTO