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    UE, incontro Giorgetti-Hahn: focus su transizione green e industria

    (Teleborsa) – Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti ha incontrato a Palazzo Piacentini, Johannes Hahn, commissario europeo per il Bilancio e la programmazione finanziaria.”Nel corso del bilaterale – spiega una nota – sono stati approfonditi temi centrali della politica economica nazionale e dell’Unione europea, a partire dal programma Next Generation Ue e gli investimenti previsti nel Pnrr, passando alle misure relative al processo di decarbonizzazione che ha effetti su settori dell’industria”. Giorgetti ha sottolineato “la necessità di definire una strategia in ambito europeo che rafforzi la competitività della Ue a livello globale, bilanciando gli aspetti della transizione green con quelli della produzione e le conseguenti ricadute sociali”. A tal riguardo, il Commissario Hahn “ha condiviso le considerazioni del ministro Giorgetti, sottolineando che questo tema sara’ oggetto di confronto in sede europea, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra diverse esigenze”. Infine, Giorgetti e Hahn hanno concordato sulla necessità di definire in ambito Ue “una cornice di regole stabili e funzionali per favorire gli investimenti di lungo periodo e la realizzazione delle riforme strutturali nell’ambito della Next Generation Ue”. LEGGI TUTTO

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    Spreco idrico, Patuanelli: intervenire ora o grossi guai in futuro

    (Teleborsa) – “La riduzione degli sprechi idrici diventerà il centro del problema in agricoltura. Da qui a 30 anni o affrontiamo oggi come risolvere il problema della scarsità idrica o tra 30 anni avremo grossi guai”. Così il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, concludendo il Forum vitivinicolo organizzato da Cia-Agricoltori Italiani e Uiv-Unione italiana vini. “O entriamo oggi a lavorare sulla rete di captazione delle acque e sul trasporto delle acque senza perdite o in futuro dovremo dare massima priorità all’acqua per uso civile e quindi quella per uso agricolo, per non parlare di quella per uso industriale, saranno un grosso problema – ha aggiunto il Ministro – Ci sono 880 milioni di euro nel PNRR, che non sono tanti ma sono una prima risposta. In agricoltura qualcosa si può già fare per consumare meno acqua: penso alla sensoristica, al monitoraggio dei campi, all’uso dei droni”. LEGGI TUTTO

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    IEA, emissioni CO2 verso record nel 2023. Non c'è picco in vista

    (Teleborsa) – Nonostante l’impegno per la transizione energetica e il taglio delle emissioni, le misure dei governi nazionali per la ripresa dalla pandemia spingeranno le emissioni di CO2 a nuovi livelli record nel 2023, con possibilità di ulteriore crescita negli anni successivi. È quanto emerge da un nuovo report dell’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia, nel quale viene sottolineato che non c’è “alcun picco chiaro in vista”.L’organizzazione stima che i governi di tutto il mondo hanno stanziato circa 380 miliardi di dollari per misure sull’energia pulita come parte della loro risposta economica alla crisi del Covid-19, pari a circa il 2% del sostegno fiscale totale in risposta alla crisi pandemica. Questa spesa pubblica e le nuove politiche messe in atto dallo scorso anno dovrebbero aggiungere 350 miliardi di dollari in più all’anno alla spesa per l’energia pulita tra il 2021 e il 2023, pari a un aumento del 30% rispetto ai livelli registrati negli ultimi anni.L’aumento degli investimenti per l’energia pulita rappresenta però solo il 35% dell’importo necessario (secondo l’IEA Sustainable Recovery Plan) per mettere il mondo sulla buona strada per raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. Ci sono anche ampie differenze geografiche: la maggior parte della spesa è concentrate nelle economie del G20 e infatti in questi Paesi le misure di rilancio annunciate fino ad oggi dovrebbero soddisfare il 60% del fabbisogno di investimenti previsto per una transizione sostenibile, secondo i calcoli dell’IEA. Nelle economie emergenti e in via di sviluppo questa quota scende al 20%.Sebbene le emissioni di CO2 raggiungeranno nuovi livelli record nel 2023, questa traiettoria è inferiore di 800 milioni di tonnellate di CO2 rispetto a quella che sarebbe stata raggiunta senza sforzi per la transizione energetica dell’economia globale. Il livello che sarà raggiunto, secondo le stime dall’IEA, sarà comunque 3.500 milioni di tonnellate di CO2 al di sopra del percorso indicato dall’Agenzia internazionale dell’energia per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050. LEGGI TUTTO

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    Transizione ecologica, IEG e Università di Bologna danno il via a Scuola di Alta formazione

    (Teleborsa) – Collaborare in maniera strutturata sul tema dell’Economia Circolare, oggi di grande attualità e rilievo strategico. Questo l’obiettivo dell’accordo triennale siglato tra l’Università di Bologna e Italian Exhibition Group (Ieg). Nell’ambito dell’accordo, – spiega IEG in una nota – nasce l’organizzazione di una Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica rivolta a imprese, enti e associazioni promossa da Ecomondo – Italian Exhibition Group e diretta dall’Università di Bologna, in collaborazione con Rete Ambiente. “L’iniziativa – spiega Ieg – è strategica, nell’ottica della rivoluzione sostenibile del business che attraverserà sempre più a fondo l’economia del Paese, ed è rivolta a tutti i professionisti impegnati nell’innovazione dell’economia circolare, a partire da manager e dirigenti, fino ad amministratori, tecnici, consulenti, operatori. In particolare la Scuola si rivolge a figure come i waste, i sustainable e gli energy manager, ma anche a direttori qualità, all’HR, al marketing, a direttori gare e appalti, facility manager, compliance legal affairs, e comunque a tutti i professionisti interessati alla svolta della sostenibilità”.”Negli ultimi anni – afferma il rettore di Unibo, Francesco Ubertini – l’economia circolare e la transizione ecologica sono state al centro di numerosi progetti nazionali ed internazionali, in stretta collaborazione con le imprese. Anche riguardo all’offerta didattica, questi temi caratterizzano sempre più i nostri corsi, con un approccio che coniuga interdisciplinarità ed innovazione. Per questo ci fa molto piacere attivare questa Scuola di Alta Formazione, in collaborazione con Ieg ed altri soggetti istituzionali ed imprenditoriali, con i quali abbiamo una consolidata interazione, in particolare grazie all’esperienza di Ecomondo”.”La transizione ecologica oggi è il percorso necessario e al contempo il traguardo più prezioso – dice il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni –. Grazie alla lunga esperienza e alle relazioni internazionali della nostra SpA, maturate non solo in 23 edizioni di Ecomondo ma in tutta la concezione green delle nostre strutture fieristiche e congressuali e della nostra organizzazione, siamo pronti a dare il nostro contributo imprenditoriale alle aziende e a tutti gli operatori che intendono investire nella Circular Economy”.La Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica è inserita in un progetto, avviato circa un anno fa dall’Ateneo, per dare risposta alle numerose richieste di formazione continua raccolte dalle aziende, che prevede la possibilità di co-progettare e realizzare corsi singoli o percorsi formativi più strutturati, definiti in maniera sartoriale sulle necessità delle imprese, in particolare quelle di dimensioni medio-grandi. Il corso – si legge nella nota – avrà la durata di otto settimane, a partire dal 15 ottobre fino al 10 dicembre 2021, sarà suddiviso in 4 unità tematiche da 2 settimane ciascuna. Saranno 128 le ore di attività formativa con l’obiettivo di integrare saperi diversi e sviluppare nuovi strumenti per guidare le strategie aziendali verso uno sviluppo innovativo e sostenibile nelle principali industrie. Durante la prossima edizione di Ecomondo e Key Energy alla Fiera di Rimini (26-29 ottobre 2021) sono previste, inoltre, attività in presenza per creare momenti di integrazione culturale e operativa tra fiera e università. Del Comitato Scientifico della scuola fanno parte il direttore Fabrizio Passarini, professore associato – Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”; Alessandra Astolfi Group Brand Manager Ieg; Alessandro Bratti, direttore generale Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), Giovanni De Santi, direzione “Risorse Sostenibili” del Joint Research Centre della Commissione Europea; Fabio Fava, professore ordinario – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, direttore Centro Interdipartimentale Alma Mater Institute on Healthy Planet, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna; Paola Ficco, giurista ambientale, direttore della Rivista “Rifiuti-Bollettino di informazione normativa”.L’iniziativa ha avuto il sostegno di Conai, Cib, Cic, Gruppo Cap, Novamont, Ispra, Garc, Forum Finanza Sostenibile, Fantozzi&Associati, Conou. Media Partner della Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica è l’agenzia di stampa Adnkronos. LEGGI TUTTO

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    Clima, Yellen: “Decarbonizzazione richiederà scelte difficili. Focus su cooperazione”

    (Teleborsa) – “La decarbonizzazione delle nostre economie entro la metà di questo secolo richiederà grandi investimenti e scelte politiche difficili”, ma “è nostra responsabilità agire e farlo immediatamente”. Lo ha affermato il Segretario al Tesoro USA Janet Yellen, intervenendo al Simposio di alto livello sulla tassazione, nell’ambito del vertice del G20 a Venezia.Yellen ha poi spiegato che sul clima occorre lavorare nella stessa direzione per evitare ricadute dannose. “La natura globale della questione delle delle emissioni di carbonio significa che, se i Paesi prendono strade diverse, questo approccio può creare frizioni”. E’ necessario allora che il G20 si preoccupi di “creare una piattaforma per lavorare assieme, per evitare ricadute dannose da approcci non sono allineati”- Le aree di intervento su cui cooperare sono due: disponibilità e trasparenza dei dati e proposte per evitare fughe del carbonio (carbon leakage) o fenomeni di rilocalizzazione delle emissioni di CO2.La titolare al Tesoro ha poi parlato della necessità di “sviluppare strategie interne e regole solide”, indicando che “ci sono diverse leve di politica con cui si possono creare incentivi per decarbonizzazione, tra cui sussidi e tasse”. LEGGI TUTTO

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    Clima, Visco: transizione avrà alto costo

    (Teleborsa) – La transizione verso zero emissioni “implicherà un alto costo”. Si tratta di una fatto che “non possiamo nascondere”. Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla Green Swan 2021 Global virtual conference della Bis – Bank for International Settlements. Visco ha spiegato come “la domanda globale di energia non abbia raggiunto il plateau e senza un sufficiente aumento nella produzione i prezzi al consumo necessariamente saliranno”. “I ricavi nei settori ad alte emissioni peggioreranno mentre il mercato per i loro prodotti si restringe e alcune aziende usciranno dal mercato anche se altre più verdi le sostituiranno”.Secondo Visco “se vogliamo limitare i rischi legati al clima per le nostre economie, non possiamo posporre le nostre azioni”. Secondo il governatore “tempestive e chiare politiche possono limitare i rischi e aiutare i paesi ad attrarre le risorse di cui hanno bisogno per finanziare la loro transizione verso emissioni ridotte”. Se dunque “molti studi sostengono che sul lungo periodo l’impatto sull’economia sarà positivo”, tuttavia “sul breve periodo vedremo una significativa riallocazione del lavoro tra settori e tra regioni. La transizione sarà più difficile soprattutto per le economie in via di sviluppo”. “Penso – ha aggiunto il Governatore – che molto debba essere fatto per assicurare non solo una transizione verso zero emissioni ma anche una transizione giusta”. “Nel progredire verso un mondo più verde e un pianeta più sicuro – ha evidenziato Visco – non dobbiamo ripetere gli errori compiuti quando è avvenuta la globalizzazione: l’impatto sui lavoratori più fragili e sui segmenti più vulnerabili della popolazione dovrebbe sempre essere tenuto in considerazione nel disegnare le politiche sul clima. E questo non sarà dimenticato dal G20”. LEGGI TUTTO

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    FED, Powell: “Cambiamento climatico non considerato in definizione politica monetaria”

    (Teleborsa) – “Oggi, il cambiamento climatico non è qualcosa che consideriamo direttamente nella definizione della politica monetaria”. Lo ha detto Jerome Powell, governatore della Federal Reserve statunitense, intervenendo alla Green Swan Conference, organizzata dalla Bank of International Settlements. Powell ha aggiunto che la FED sta esplorando “abbastanza attivamente quali sono le implicazioni climatiche per le nostre responsabilità di vigilanza, regolamentazione e stabilità finanziaria”.Il numero uno della FED ha quindi puntualizzato che il ruolo dell’istituzione in materia è limitato alla supervisione delle banche e del resto del sistema finanziario, e non alla definizione delle politiche pubbliche. “Non ci sono dubbi che il climate change comporti profonde sfide per l’economia globale e per il sistema finanziario. Servirà una risposta globale sostenuta nel corso di decenni e toccherà in primo luogo alle autorità politiche tracciare il percorso”, ha sottolineato.”Alla FED consideriamo il nostro ruolo importante, strettamente legato al nostro mandato esistente – ha aggiunto – Il nostro mandato non è cambiato. Non ci è stato assegnato un ruolo nell’impostazione della politica generale. Non abbiamo un mandato secondario per sostenere le politiche economiche del governo”. Powell ha però anche affermato che “consideriamo il rischio finanziario legato al clima” come rientrante nel “nostro mandato esistente per la supervisione bancaria e la stabilità finanziaria”.La posizione di Powell è diversa da quella della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. “Il nostro pianeta sta bruciando e noi banchieri centrali potremmo guardare al nostro mandato e fingere che spetti agli altri agire e che dovremmo semplicemente essere seguaci. Non credo”, ha detto nel corso dello stesso evento, suggerendo anche che la BCE potrebbe prendere in considerazione il cambiamento climatico nei suoi acquisti di obbligazioni societarie. LEGGI TUTTO

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    Stop alla plastica, Giorgetti: “Preoccupa impatto su occupazione filiere”

    (Teleborsa) – Faccia a faccia Giorgetti-Gentiloni a Bruxelles sui temi della transizione green e digitale. Il ministro Giorgetti, in particolare, ha voluto esprimere al commissario Gentiloni la sua preoccupazione sui rischi che corrono alcuni settori industriali italiani, soprattutto in termini occupazionali. “Riguardo alla transizione è importante sottolineare che è giusto andare in quella direzione, ma tenendo conto anche del prezzo che si paga in termini di posti di lavoro persi”, ha affermato il Ministro. In particolare, Giorgetti ha citato il caso della plastica monouso, in vista dell’imminente entrata in vigore della direttiva europea SUP, il 3 luglio 2021, che vieta di usare prodotti usa e getta, dai cotton fioc agli alimenti e bevande (posate, piatti, bicchieri, cannucce), inclusi i contenitori in polistirolo e plastica oxo-degradabile per alimenti ed anche i piatti di carta rivestiti da un sottilissimo strato di plastica.”Questo è uno di quei settori di cui parlavo prima, che pagheranno il prezzo della transizione”, ha sottolineato Giorgetti, aggiungendo “chiediamo la riserva sulla direttiva SUP sulle plastiche monouso, perché la transizione green deve tener conto anche dell’occupazione”. A proposito dell’Ilva di Taranto, il Ministro dello Sviluppo economico ha ricordato che il progetto del governo è convertirla in un impianto siderurgico alimentato a idrogeno, quando ciò sarà tecnicamente possibile, e di usare i fondi europei del Just Transition Fund per finanziare la ristrutturazione green.Sull’Alitalia, Giorgetti ha ricordato che “c’è un piano industriale che la nuova Alitalia dovrà proporre” ed il successo “dipenderà dalle capacità, dall’abilità della nuova compagnia di stare sul mercato e di imporsi. “Bisogna accettare la sfida e provare a vincerla”, ha concluso. LEGGI TUTTO