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    Sardegna, via libera a lavori maxi-gasdotto isola

    (Teleborsa) – Via libera ambientale al metanodotto del sud della Sardegna, il primo per un’isola che continua a marciare a carbone e petrolio.Il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, rinnovata la Commissione di valutazione d’impatto ambientale ha firmato il decreto di Via, pronto già da un anno. Mancano ancora all’appello il parere dei Beni Culturali e l’autorizzazione finale dello Sviluppo economico.Il progetto (di Snam con la Società Gasdotti Italia per un valore di 1,2 miliardi), come riporta questa mattina il Sole24Ore “prevede la posa di una rete di tubature lunga 583 chilometri alimentata dai rigassificatori di approdo. In breve dovrebbe entrare in funzione il deposito di Higas a Oristano, dove sono in corso anche i progetti Edison e Ivi. A Cagliari è bloccato da ricorsi il progetto da 120 milioni proposto da Sardinia Lng, partecipata da Isgas, Cosin e Vitaly (controllata in quote paritetiche da Vitol e Comoil)”. LEGGI TUTTO

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    Eni, collaborazione fra Versalis e Forever Plast per prodotti in polistirene da riciclo

    (Teleborsa) – Versalis, società del Gruppo Eni, ha firmato un accordo con Forever Plast, società italiana leader a livello europeo nel settore del recupero e riciclo della plastica post-consumo, finalizzato allo sviluppo e alla commercializzazione di una nuova gamma di prodotti in polistirene compatto realizzati a partire da imballaggi riciclati.I nuovi prodotti Versalis Revive PS – Series Forever, una particolare miscela a base di polistirene compatto contenente fino al 75% di polistirene riciclato, garantiscono performance in grado di soddisfare le esigenze di molteplici applicazioni, quali isolamento termico, imballaggio non alimentare e oggettistica per la casa.Il polistirene riciclato utilizzato proviene dalla raccolta differenziata domestica, come i contenitori di yogurt e stoviglie monouso che saranno forniti dal circuito COREPLA, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli imballaggi in Plastica.Con la nuova gamma di pèrodotti, l’azienda chimica di Eni amplia il portafoglio dei prodotti da riciclo meccanico, in aggiunta a quelli a base di polistirolo espandibile (Versalis Revive EPS) e di polietilene (Versalis Revive PE) già presenti sul mercato. LEGGI TUTTO

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    ENEA, nasce SENSIBILE, un nuovo tipo di sensori biodegradabili per monitoraggio edifici

    (Teleborsa) – Sviluppare un sistema di sensori autonomi e biodegradabili per il monitoraggio dei parametri ambientali all’interno di abitazioni, scuole e uffici. È quanto si propone il progetto SENSIBILE (SENSori autonomI e Biodegradabili per il monItoraggio ambientaLe negli Edifici) che l’ENEA sta conducendo nell’ambito del suo programma Proof of Concept, in partnership con l’azienda PROMETE.“L’obiettivo è quello di promuovere un ambiente di vita salubre, sicuro e confortevole per le persone, attraverso l’utilizzo di dispositivi intelligenti, biodegradabili, efficienti ed ecosostenibili, i quali permettano la misura e l’analisi dei parametri ambientali, per attuare il controllo e l’ottimizzazione degli impianti di climatizzazione e di depurazione dell’aria”, sottolinea il ricercatore ENEA Giovanni Landi del Centro Ricerche di Portici (Napoli), che coordina il progetto.I sensori saranno autonomi, ossia energeticamente autosufficienti, e il loro utilizzo consentirà un risparmio energetico sui consumi ed una riduzione dei costi di esercizio. “Tali sistemi saranno distribuiti e connessi tra loro, ma la loro biodegradabilità permetterà di ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento della mole di rifiuti elettronici che si producono nelle nostre case”, continua Giovanni Landi.Per la realizzazione dei dispositivi si impiegheranno biomateriali ottenuti da risorse rinnovabili, come ad esempio la gelatina e la cellulosa. “Questi materiali sono intrinsecamente ecosostenibili, biodegradabili, abbondanti (essendo possibile ricavarli da materiali di scarto industriale), rinnovabili e caratterizzati da proprietà non facili da riprodurre nei prodotti commerciali di sintesi” conclude Giovanni Landi.In una prima fase il progetto si propone di realizzare un prototipo biodegradabile, integrante un generatore di corrente che alimenti almeno un tipo di sensore (ad es. temperatura, umidità e CO2), al fine di dimostrarne la fattibilità tecnologica. Una volta validata la tecnologia in laboratorio, in collaborazione con PROMETE e il Laboratorio ENEA di Nanomateriali e dispositivi, si provvederà a trasferirla in ambiente industriale.Nella seconda fase, il prodotto si integrerà nella casa intelligente monitorando i parametri ambientali attraverso una rete di sensori autonomi distribuita in tutta la casa. Sarà possibile progettare i sensori al fine di farli funzionare per un tempo di vita pre-programmato (giorni/mesi/anni), per poi degradarsi in maniera sicura per gli esseri umani e l’ambiente. Questo permetterà di gestire in maniera ecosostenibile e consapevole per l’utente il fine-vita del prodotto finale. LEGGI TUTTO

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    Banca d'Italia, Visco: 2020 anno di svolta per la lotta ai cambiamenti climatici

    (Teleborsa) – Un anno “di svolta”, utile anche a ridurre l’impatto dell’economia sull’ambiente. È il pensiero espresso dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nel Rapporto Ambientale 2020 dell’Istituto.”Il 2020 è un anno cruciale per la lotta ai cambiamenti climatici – sottolinea Visco – secondo gli scenari che ipotizzano un processo di decarbonizzazione graduale e controllato, con il 2020 si apre il decennio in cui le emissioni devono cominciare a diminuire per azzerarsi intorno al 2050. L’Italia e gli altri Paesi europei, con l’approvazione del Green Deal europeo, hanno intrapreso questa sfida”.Per Visco l’emergenza sanitaria da Coronavirus “ci ricorda quanto le nostre comunità siano fragili davanti a uno shock sistemico globale: la nostra ripartenza non può che andare di pari passo con un’azione che trasformi le nostre economie accrescendone la resilienza agli shock e riducendone l’impatto sull’ambiente”. LEGGI TUTTO

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    Climate Council, Australia: “Con piano verde 78mila posti di lavoro”

    (Teleborsa) – Con un ampio piano di stimolo volto a rilanciare l’economia affrontando allo stesso tempo la crisi climatica, nell’Australia post-pandemia si potrebbero creare 78mila posti di lavoro in tre anni. È quanto emerge da un’analisi commissionata dall’ente federale Climate Council.Secondo il rapporto dei consulenti AlphaBeta la ricetta vincente si basa su una combinazione di investimenti pubblici e privati di 22 miliardi di dollari australiani (13,4 miliardi di euro). Il piano si concentra su 12 aree di intervento, fra cui progetti su larga scala di energia rinnovabile, ripristino di ecosistemi degradati, trattamenti più efficienti di scarti organici, adeguamento energetico di edifici pubblici ed espansione delle reti di veicoli elettrici.Nel dettaglio, il 70% dei posti di lavoro sarebbero nel campo delle costruzioni e in ruoli di supporto amministrativo, il 42% basato in aree regionali e quasi un terzo richiederebbe “poco addestramento”. Il nuovo modello di programmazione prevede uno stimolo governativo concentrato sulle energie rinnovabili da affiancare ad altri piani di stimolo nel mondo che puntano sul taglio delle emissioni di gas serra a discapito del rafforzamento delle industrie basate su combustibili fossili.”La ricerca – spiega il direttore di AlphaBeta, Andrew Carlton – propone progetti di stimolo che privilegiano la ripresa economica facendo leva su investimenti privati e sulla transizione verso le energie pulite, con l’ulteriore obiettivo di ridurre i costi nel lungo termine”. L’analisi suggerisce investimenti in sviluppi su scala pilota basati su energia da idrogeno, che fornirebbero i maggiori benefici all’economia, con quattro dollari di investimenti privati per ogni dollaro pubblico investito. Impianti solari ed eolici – sempre secondo lo studio – attrarrebbero tre dollari di investimenti privati per ogni dollaro pubblico, mentre il rapporto sarebbe di due dollari a uno per gli investimenti in infrastrutture per veicoli elettrici, nel miglioramento della raccolta di rifiuti e in progetti energetici di piccola scala su base comunitaria.Un insieme di misure che porterebbe a una pulita economia australiana, che, attualmente, ha un tasso di emissioni del 43% più intensivo rispetto alla media dei paesi Ocse.”Il piano di AlphaBeta – ha commentato la direttrice esecutiva del Climate Council, Amanda McKenzie – può avviare l’Australia su un percorso pratico, ricco in posti di lavoro e concentrato sulle aree di maggior bisogno. È una soluzione vincente per tutti”. LEGGI TUTTO

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    Vodafone: rete europea 100% green entro il 2021

    (Teleborsa) – Vodafone ha annunciato che entro luglio 2021 la rete europea sarà alimentata al 100% da energia elettrica rinnovabile, creando una rete per i clienti in 11 mercati che si svilupperà in maniera sostenibile utilizzando solo fonti di energia eolica, solare o idrica.La multinazionale della telefonia si impegna anche a sostenere i clienti business che utilizzano i suoi servizi a ridurre le proprie emissioni di carbonio per un totale complessivo di 350 milioni di tonnellate a livello globale nel decennio 2020/2030 – un obiettivo ambizioso che equivale alle emissioni di carbonio annue totali del Regno Unito nel 2019.1L’obiettivo, spiega Vodafone in una nota, è quello di migliorare la vita di 1 miliardo di persone e dimezzare contemporaneamente il suo impatto ambientale entro il 2025. Nel 2019, Vodafone ha acquistato tutta l’energia elettrica da fonti rinnovabili, con l’impegno di ridurre della metà la sua impronta ecologica entro il 2025 e riutilizzare, rivendere o riciclare il 100% i rifiuti della sua rete a supporto dell’economia circolare. L’annuncio di oggi imprime un’accelerazione agli impegni già presi e ne aggiunge uno nuovo.Nick Read, CEO del Gruppo Vodafone, ha dichiarato: “Mentre la società si ricostruisce e riprende dalla crisi del COVID-19, abbiamo un’opportunità per ridisegnare il nostro futuro in maniera sostenibile, per garantire che la ripresa non avvenga a discapito dell’ambiente. L’accelerazione del nostro passaggio al 100% di energia rinnovabile sulle reti europee cambierà per sempre il modo in cui alimentiamo la nostra tecnologia riducendo la nostra dipendenza dai combustibili fossili, aiutando i nostri clienti a gestire le proprie risorse più efficacemente e a ridurre le loro emissioni di carbonio e, contemporaneamente, contribuendo a creare un pianeta più pulito per tutti.” LEGGI TUTTO

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    ENEA in campo su emergenze cianobatteri e microplastiche nei laghi

    (Teleborsa) – ENEA in campo su cianobatteri, le cosiddette alghe verdi-azzurre, e microplastiche, due emergenze che affliggono i laghi italiani e non solo, con effetti su salute dell’uomo, ecosistemi, qualità delle acque potabili e attività economiche. Le attività rientrano nei progetti BlooWater e Blue Lakes, il primo coordinato da ENEA e il secondo da Legambiente.Il progetto BlooWater sui cianobatteri punta a sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e nuovi approcci metodologici per il monitoraggio e il trattamento delle acque dei laghi Albano (Roma) e Castreccioni (Macerata) in Italia e Erken (a Nord di Stoccolma) e Mälaren (il terzo per superficie del paese) in Svezia. Oltre all’ENEA, partecipano le Università Politecnica delle Marche e di Uppsala (Svezia) e il Norwegian Institute for Water Research (NIVA).“Cambiamenti climatici e inquinamento sono tra le principali cause delle fioriture algali tossiche che compaiono ciclicamente nei laghi e nei mari dei Paesi industrializzati e in via di sviluppo e, più in generale, nelle aree densamente popolate dove maggiori sono gli effetti delle attività antropiche”, sottolinea Maria Sighicelli, del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali ENEA. “I potenziali rischi per la salute pubblica sono legati all’uso di acque potabili e prodotti ittici provenienti dai laghi contaminati, all’utilizzo dell’acqua per fini igienici e sanitari ma anche quelli legati alle attività ricreazionali”, prosegue.Il progetto LIFE Blue Lakes si propone di ridurre e prevenire la presenza di microplastiche nei laghi italiani e tedeschi, sviluppare protocolli condivisi di campionamento e metodi di analisi e azioni di promozione e diffusione di buone pratiche da estendere a istituzioni, enti e autorità locali, aziende e cittadini. Il progetto è condotto da Legambiente, cofinanziato da PlasticsEurope e vede la partecipazione di ENEA, Arpa Umbria, Autorità di Bacino dell’Italia Centrale, Global Nature Fund, Lake Constance Foundation e Università Politecnica delle Marche.“L’analisi dei dati e dei metodi di campionamento evidenzia la necessità di incrementare e migliorare i protocolli finora sviluppati per renderli funzionali alle caratteristiche morfologiche di ciascun lago e alle dimensioni del corpo idrico per una maggiore copertura spaziale in funzione di input terrestri e venti stagionali ma ancora più in generale di uno standard da proporre alle istituzioni preposte alla salvaguardia ambientale, ed il progetto è l’occasione per poter testare i protocolli sviluppati da ENEA in questi anni”, conclude Sighicelli. LEGGI TUTTO

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    Ambiente, ENEA nel progetto europeo per monitoraggio qualità dell'aria

    (Teleborsa) – Sviluppare tecniche avanzate di telerilevamento, trasmissione ed elaborazione dei dati acquisiti attraverso reti di sensori ambientali (Internet of Things, Machine Learning, Data Assimilation). Questo l’obiettivo di Vidis (Virtual Centre for Distributed Atmospheric Sensing for Reduction of Pollution Pressure), il progetto europeo per il miglioramento e la condivisione delle tecniche di monitoraggio della qualità dell’aria che vede Enea tra i partecipanti insieme alla Queensland University of Technology (QUT – Australia), il Norwegian Institute for Air Research (NILU – Norvegia) e il Vinca Institute (Serbia) nel ruolo di coordinatore.Finanziato dal programma Horizon 2020-Widespread, il progetto ha una durata triennale ed è volto a sviluppare tecniche che, unite allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale condivisi, permetteranno l’integrazione di nuove tipologie di dati nei sistemi informativi già utilizzati.”Uno dei maggiori punti di forza del progetto – spiega il referente Saverio De Vito, ricercatore del Laboratorio Sistemi ed Applicazioni Fotovoltaiche e Sensoristiche del Centro Enea di Portici – riguarda lo sviluppo di un sistema coordinato di qualità che assicuri l’affidabilità del dato rilevato lungo tutta la catena di elaborazione, dalla misura a terra fino alla predizione con l’Intelligenza Artificiale di eventi significativi”.Enea – si legge in una nota – metterà a disposizione i dati rilevati dai sensori Monica (MONItoraggio Cooperativo della qualità dell’Aria), dotati di strumenti di intelligenza artificiale che hanno permesso di realizzare vere e proprie mappe della qualità dell’aria ad altissima risoluzione spazio-temporale durante le campagne di monitoraggio.”Il sensore annusa-smog dell’Enea – continua De Vito – è stato utilizzato nell’ambito del progetto europeo Air Heritage in collaborazione con il Comune di Portici, Arpac, Legambiente Campania, Università Federico II di Napoli e TerrAria srl e ha visto il coinvolgimento diretto dei cittadini nel monitorare le principali arterie di Portici, vicino Napoli. Il monitoraggio è stato effettuato durante la fase 2 del lockdown e ha prodotto la prima mappa con i dati rilevati nei 4 percorsi previsti a più riprese nell’arco della giornata”.La collaborazione fra le 4 istituzioni coinvolte in Vidis prevede la condivisione dei dati, la definizione di nuove attività di ricerca congiunte e la formazione di nuove generazioni di ricercatori. L’Enea metterà a disposizione i suoi laboratori del Centro di Portici per ospitare i ricercatori ed occuparsi della loro formazione. Inoltre un suo team di ricercatori si sposterà nei laboratori di Australia, Serbia e Norvegia sempre con l’obiettivo di formare nuove generazioni di esperti in questo settore. LEGGI TUTTO