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    Nasce Tremonti, newco per le bonifiche di Edison, Hera, Ambienthesis e Sersys

    (Teleborsa) – Ambienthesis, Herambiente (gruppo Hera), Sersys Ambiente ed Edison hanno dato vita a Tremonti, una newco specializzata nei servizi di bonifica dei terreni e delle acque sotterranee, con l’obiettivo di creare un “modello paradigmatico per la gestione e positiva risoluzione di casi di contaminazione dei terreni da parte di industrie storiche del nostro Paese, come i siti ex-Montedison”, sottolinea una nota congiunta delle quattro società.La newco realizzerà i suoi primi interventi nell’area Tre Monti del sito di interesse nazionale (SIN) di Bussi sul Tirino (Pescara) e progressivamente estenderà le proprie attività alle aree di Piano d’Orta e dello stabilimento industriale di Bussi non appena le vicende giudiziarie che ancora gravano sul sito lo permetteranno. La tecnologia di intervento scelta è il desorbimento termico che, tramite un sistema di riscaldamento del terreno con tubi posti in profondità, permette di far evaporare e aspirare le sostanze organiche volatili e semi-volatili presenti nel sottosuolo. I rifiuti misti ai terreni superficiali verranno invece rimossi e trasferiti nei siti deputati al loro trattamento.”La delicatezza della vicenda e la necessità di garantire una costante interlocuzione con le autorità fanno prevedere il completamento dei lavori entro il 2024″, evidenzia il comunicato delle quattro società. Nell’aprile 2020 il Consiglio di Stato aveva definitivamente sancito che Edison, in quanto responsabile dell’inquinamento ambientale, deve provvedere alla bonifica dei due siti più inquinati della cosiddetta discarica di Bussi sul Tirino. LEGGI TUTTO

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    CNH Industrial, prosegue cammino verso zero rifiuti in tutto il Sud America

    (Teleborsa) – Raggiungere zero rifiuti in tutti gli stabilimenti produttivi CNH Industrial in Sud America. Questo l’obiettivo di Fabio Belasco, esperto in Salute e Sicurezza per CNH Industrial in Brasile. Per CNH Industrial la creazione di un approccio circolare nei propri processi produttivi e` un aspetto della priorita` in materia di sostenibilita` “Life Cycle Thinking” dell’azienda e – come viene raccontato nella nuova puntata delle Top Stories pubblicate sul sito della società – questa visione sta diventando una realta` nei sette stabilimenti produttivi di CNH Industrial in Brasile. “Si tratta di cambiare l’approccio delle persone nei confronti dei rifiuti e di portarle ad avere cura dell’ambiente – spiega Belasco –. Abbiamo degli obiettivi chiari e un piano per raggiungerli. Stiamo cambiando la mentalita` delle persone, aumentando di conseguenza il loro coinvolgimento”. Tra le iniziative citate da CNH Industrial vi sono le fabbriche di lombrichi allestite presso lo stabilimento di New Holland Construction di Contagem e un programma di riduzione dei rifiuti presso lo stabilimento di New Holland Agriculture di Curitiba.Introdotta per la prima volta nel 2017 in tutti gli stabilimenti sudamericani dei brand di CNH Industrial, la “Strategia Zero Rifiuti” – spiega CNH Industrial – sta facendo una reale differenza e i risultati parlano da soli: con un anticipo di dodici mesi rispetto al target 2020, sei dei sette stabilimenti brasiliani dell’azienda hanno azzerato il quantitativo di rifiuti inviati in discarica, mentre nelle sedi aziendali dislocate in tutto Sud America il 99,7 percento dei rifiuti viene riciclato. Complessivamente, negli ultimi due anni gli stabilimenti hanno generato il 15 per cento in meno di rifiuti. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, Pirelli: nuovo Building Cinturato ottiene rating “gold” in certificazione LEED

    (Teleborsa) – Il Building Cinturato, il nuovo edificio, acquistato da Cattolica Assicurazioni nel 2020 tramite il Fondo Girolamo, che ospita i servizi per i dipendenti Pirelli, ha conseguito il rating ‘Gold’ nella certificazione LEED, a riconoscimento degli elevati standard di sostenibilita` ambientale raggiunti nella sua progettazione e realizzazione. Cosi` chiamato in omaggio al pneumatico icona di Pirelli che negli anni Cinquanta inauguro` la tecnologia radiale, il Building Cinturato – spiega Pirelli in una nota – si inserisce nel progetto architettonico che ha trasformato la sede dell’Headquarters Pirelli a Milano in un vero e proprio campus immerso nel verde. Il nuovo edificio, in particolare, ospita tutte le facilities per i dipendenti: dalle sale per la formazione a quelle per il wellness, da uno spazio eventi a un cafe´ & bistrot, fino a un company restaurant con spazi all’aperto. L’edificio e` stato certificato secondo il protocollo LEED v.4 for Building Design and Construction – New Construction and Major Renovations ottenendo il rating “Gold” con 66 punti e valutazioni particolarmente rilevanti nel risparmio idrico e nella riduzione dei consumi di energia. La certificazione LEED e` frutto di un’iniziativa volontaria di Pirelli & C., a cui l’immobile e` stato locato, e della proprieta`, il FIA immobiliare di diritto italiano denominato Girolamo sottoscritto al 100% dal Gruppo Cattolica Assicurazioni.Deerns Italia ha avuto il ruolo di progettista degli impianti meccanici ed elettrici e delle facciate, oltre che di consulente LEED per la fase di progetto e costruzione. La societa` ha anche svolto attivita` specialistiche di modellazione energetica dinamica e daylight, ricoprendo inoltre il ruolo di Commissioning Authority per l’effettuazione del commissioning degli impianti. LEGGI TUTTO

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    Transizione ecologica, sfide del presente per costruire futuro

    (Teleborsa) – “Dobbiamo gestire 10 – 15 anni per la transizione ecologica. Dopo prenderanno il testimone i giovani, che saranno più bravi di noi”. Lo ha detto stamani il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, partecipando ad un convegno organizzato da Fratelli d’Italia sulle reti digitali. “Io ho tre obiettivi – ha detto ancora Cingolani -. Presentare entro fine mese all’Unione europea un buon Recovery Plan; dopo un mese da questo, presentare la nuova struttura del MITE, molto internazionale e con capacità tecniche; lasciare ai miei successori un pacchetto di regole acceleratrici per realizzare al più presto le promesse del Recovery Plan””Le difficoltà più grosse che incontro nel mio lavoro sono quelle burocratiche e amministrative. L’efficienza nel mettere a terra le opere progettate è il problema più grosso. Se prevale il concetto che il tempo non ha importanza, non faremo le opere. Ma non sarà solo un ritardo amministrativo: contribuirà a catastrofi globali. L’innalzamento dei mari non aspetta la burocrazia”.Intervenendo poi a Roma alla presentazione del rapporto della Fondazione Symbola “L’Italia in 10 selfie 2021” Cingolani ha sottolineato che “l’agricoltura italiana è una delle migliori al mondo. Nel Recovery Plan stiamo mettendo risorse importanti sulla filiera agroalimentare. Penso che dobbiamo dare grande attenzione all’uso del suolo e dell’acqua (creando nuovi invasi) e all’indipendenza energetica almeno delle aziende medie, attraverso il fotovoltaico, le biomasse, il biogas dai digestori anaerobici e dalle deiezioni animali”. Sul ruolo del gas nei prossimi anni, “è ovvio – ha detto – che abbiamo un obiettivo di decarbonizzazione al 2050, e di parziale decarbonizzazione al 2030. Dobbiamo fare il possibile per eliminare i combustibili fossili. Il gas sarà l’ultimo a sparire perché ci consentirà di portare avanti la transizione”. Anche “la robotica se ben utilizzata” – prosegue Cingolani – può contribuire “al risparmio di materie prime, di energia, e di acqua”.Quanto alla messa in sicurezza dell’assetto idrogeologico dell’Italia – avverte – “non può essere fatta in fretta, perché abbiamo accumulato un certo ritardo. La soluzione in parte sta nella prevenzione: utilizzando le nuove tecnologie come satelliti, droni e sensori a terra, possiamo scoprire i problemi in tempo e intervenire. Questo meccanismo di prevenzione può essere realizzato più facilmente e rapidamente della messa in sicurezza”. Ma è nella capacità di prevenire che il Paese può fare un passo in avanti – avverte il ministro -. Spendiamo 7 miliardi all’anno per riparare i danni del dissesto. Prevenire costerebbe la metà”. Per Cingolani “la prevenzione vuol dire anche investire sui giovani, su programmi nelle scuole per creare una coscienza dei problemi”. LEGGI TUTTO

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    “Idrogeno e green economy”, Eni punta a decarbonizzazione entro il 2050. Per Snam Italia ha vantaggio competitivo

    (Teleborsa) – “Con il nostro piano strategico abbiamo preso un impegno, non un’aspirazione, ad avere al 2050 la completa decarbonizzazione di tutti i nostri prodotti e attività passando attraverso tecnologie che abbiamo sviluppato negli ultimi 7 anni, che sono al 95% proprietarie, e che passano attraverso la trasformazione radicale della raffinazione che diventa bio che non ha bisogno di petrolio ma ha bisogno di idrogeno”. È quanto ha affermato l’ad di Eni, Claudio Descalzi intervenendo all’evento “Idrogeno e green economy” organizzato da Rcs Academy.Eni, ha ricordato l’ad, è fortemente impegnata anche “nell’economia circolare che va dai rifiuti urbani organici a quelli inorganici, le plastiche, che vengono trasformate in idrogeno, nelle rinnovabili e nella cattura della CO2 perché non si può pensare di fare una transizione energetica senza la cattura della CO2”. Per De Scalzi sulle fonti energetiche bisogna essere pragmatici e considerarle tutte. “Dal punto di vista energetico – ha detto l’ad – dobbiamo essere ottimisti e realisti e considerare tutte le fonti. Lavorare sull’idrogeno verde come sulla fusione nucleare è sensato perché abbiamo bisogno di energia, la tecnologia può ridurre i costi e migliorare l’utilizzo”. Descalzi ha spiegato che “il carbone non si può togliere completamente: ci sono aree del mondo che hanno bisogno di usare energia a basso costo. Il carbone ci ha messo 60-70 anni per coprire il 50% del mondo energetico, abbiamo bisogno di introdurre sempre nuovi vettori energetici per complementare e andare verso prodotti sempre più puliti, il problema è che abbiamo poco tempo davanti a noi”. L’ad ha poi ricordato che Eni è già il “primo produttore e primo utilizzatore di idrogeno. Il mercato a livello mondiale è di 75 milioni di tonnellate ma il 50% è per la raffinazione e la restante parte per la chimica”. Nel suo intervento l’ad di Snam, Marco Alverà, ha, invece, posto l’accento sul vantaggio competitivo del nostro Paese. “L’Italia – ha affermato Alverà – ha un vantaggio competitivo sull’idrogeno e grazie alle sue infrastrutture di gas e allo sviluppo delle rinnovabili potrebbe diventare esportatore anche verso la Germania, un modello cui guardare quando si parla di idrogeno nell’ottica di una collaborazione a livello europeo” Parlando della Strategia nazionale sull’idrogeno, Alverà ha sottolineato come la “questione sia molto complessa. È un puzzle complicato dove – ha aggiunto – non bisogna inventare l’acqua calda. Bisogna guardare alla Germania che ha un sistema industriale simile al nostro ma non ha il vantaggio geografico che abbiamo noi, non ha tutto il sole che abbiamo noi ed ha più carbone e il nucleare”. Per Alverà bisogna integrare la “strategia europea sull’idrogeno e come la Germania lavorare molto sugli incentivi nel Recovery per far partire la conversione industriale. Servono incentivi che vanno oltre l’orizzonte del Recovery. La Strategia – ha concluso – è un pezzo di un discorso più ampio. Servono sussidi a supporto della conversione dell’industria”. LEGGI TUTTO

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    Rifiuti da imballaggio, Economia Circolare: “Serve legge su deposito cauzionale”

    (Teleborsa) – La gestione dei rifiuti da imballaggio costa ai comuni circa un miliardo di euro a fronte di una copertura da parte dei consorzi del Conai di 561 milioni di euro (2018) e di 648 milioni di euro (2019), pari quindi soltanto al 50% di quanto i comuni spendono. Nonostante un’avversione iniziale da parte degli enti locali, dovuta alla paura di perdere gli introiti della raccolta differenziata, l’introduzione di sistemi di deposito su cauzione sottrarrebbe alla raccolta domiciliare una parte importante del flusso complessivo di imballaggi, riducendo le quantità da gestire da parte dei comuni in termini di frequenza della raccolta, numero dei veicoli, forza lavoro impiegata. È quanto afferma – sulla base delle proprie stime – EconomiaCircolare.com, web magazine sulle sfide della transizione ecologica, promosso dal CDCA e da Erion Compliance Organization.A vantaggio dell’amministrazione cittadina, – fa sapere Economia Circolare – ci sarebbe anche la minore intensità con cui si dovranno svuotare i cestini stradali e le pulizie ambientali che oggi sono pari al 45/50% in volume dei rifiuti totali. Inoltre, si produrrebbe materia riciclata di qualità per realizzare altri contenitori a uso alimentare, il cosiddetto riciclo bottle to bottle, possibile solo quando i contenitori sono puliti perché raccolti separatamente da altri imballaggi non food grade. Infine – secondo i dati del Reloop, Global Deposit Book 2020 – garantirebbe un tasso di intercettazione degli imballaggi che supera il 90% dell’immesso al consumo, un ottimo risultato se si considerano gli obiettivi di raccolta e riciclo per le bottiglie in PET imposti dalla Direttiva SUP: 77% al 2025 e 90% al 2029 rispetto all’immesso in consumo. Ad oggi il tasso di intercettazione e riciclo nazionale delle bottiglie in PET si aggira intorno al 58,29% (2019), dato che rende improbabile raggiungere l’obiettivo intermedio del 77%.”Per facilitare l’adozione dei sistemi di deposito su cauzione il nostro governo dovrebbe approvare una legge e un organismo di regolamentazione – afferma Raffaele Lupoli, direttore Editoriale di Economia Circolare – . Nascerà così una filiera industriale che produrrà occupazione e aumenterà la percentuale di imballaggi per bevande raccolte in maniera differenziata, peraltro con qualità elevatissima, perché non contiene impurità, consentendoci di raggiungere nei tempi i target europei”.I Paesi che si sono dimostrati fin da subito all’avanguardia sono gli scandinavi Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Islanda dove il sistema di deposito è attivo ormai da decenni. Il mercato più vasto al mondo è invece la Germania, con i suoi 83 milioni di utenti. Le repubbliche baltiche Estonia e Lituania si sono dimostrate innovative raggiungendo risultati di raccolta per gli imballaggi di bevande estremamente significativi in pochissimo tempo. Tra i Paesi che si stanno accingendo ad introdurre il DRS in Europa vanno menzionate la Slovacchia (gennaio 2022), la Lettonia (febbraio 2022), la Romania (marzo 2022), la Scozia (luglio 2022), il Portogallo (2022) e l’Irlanda (2022). In questo contesto – sottolinea Economia Circolare – l’adozione della direttiva sulle plastiche monouso (SUP) la quale prevede, tra le altre cose, una raccolta separata delle bottiglie in plastica del 90% entro il 2029 (77% entro il 2025), ha fatto in modo che quasi la totalità dei paesi membri stia prendendo in considerazione l’introduzione di un DRS. LEGGI TUTTO

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    E' nato il MITE, Cingolani: “Grande sfida per Governo”

    (Teleborsa) – Il Consiglio dei Ministri “ha decretato la nascita del MITE, il Ministero della transizione ecologica, e parte quel percorso di costruzione che vede il Governo intero impegnato nella realizzazione di questa nuova visione”. Lo afferma il Ministro Roberto Cingolani, secondo cui “è una sfida imponente e tutto l’esecutivo è impegnato a lavorare per portarla a termine. Abbiamo davanti a noi poco tempo per vincerla, ce lo dicono i dati scientifici sui cambiamenti climatici”.”Tutte le politiche afferenti a questo obiettivo primario – spiega il Ministro – faranno riferimento al Mite: quella energetica, delle emissioni, lo sviluppo sostenibile, la mobilità green, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Senza dimenticare la mission storica del ministero: la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema, la conservazione delle aree naturali protette e della biodiversità, l’economia circolare, le bonifiche, la difesa del territorio e la lotta ai danni ambientali”.”Infine – aggiunge Cingolani – voglio porre l’accento sul nuovo acronimo del ministero: Mite. La mitezza è la virtù perduta che va recuperata e che indica il modo in cui intendiamo operare: puntare sulla forza degli argomenti e sulla consapevolezza della sfida ambientale e sociale, confrontandosi con grande apertura, avendo a cuore le future generazioni”. LEGGI TUTTO

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    Iren, dal 1° marzo torna GIROVERDE

    (Teleborsa) – Torna in Emilia Romagna una iniziativa di economia circolare di Iren, per recuperare a domicilio i materiali di potatura, sfalci d’erba e foglie di provenienza domestica ed ottenerne terriccio universale da usare per vasi e giardini. Dal 1° marzo riprenderà il “GIROVERDE”, una iniziativa sospesa durante la stagione invernale.Ad ogni famiglia sarà distribuito un sacco bianco, nel quale mettere esclusivamente sfalci d’erba, foglie e potature sminuzzate. Il sacco sarà posto davanti alle abitazioni la sera precedente al giorno di raccolta ed Iren provvederà al ritiro di casa in casa, per conferire poi il materiale in un impianto dove viene trasformato in terriccio ammendante per vivai, orti e giardini. Nei Centri di Raccolta si potrà anche ritirare gratuitamente il compost, frutto di questa raccolta differenziata. LEGGI TUTTO