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    Nestlé, crescita vendite sotto le attese nei primi 9 mesi

    (Teleborsa) – Nestlé, colosso svizzero del settore alimentare, ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con una crescita organica del 7,8% (inferiore alle attese degli analisti per un +8,1%), con prezzi dell’8,4% e crescita interna reale (RIG) del -0,6%. Le vendite totali sono diminuite dello 0,4% a 68,8 miliardi di franchi, con il cambio che ha diminuito le vendite del 7,4%. Le acquisizioni nette hanno avuto un impatto negativo dello 0,8%.”Il nostro portafoglio diversificato e le nostre offerte differenziate ci hanno aiutato a realizzare una forte crescita organica nei primi nove mesi dell’anno – ha commentato il CEO Mark Schneider – La crescita è stata guidata dai prezzi mentre continuavamo a navigare su livelli di inflazione storici. Il recupero del nostro volume e del nostro mix è in corso. Stiamo vedendo i vantaggi delle nostre iniziative di ottimizzazione del portafoglio e dei crescenti investimenti di marketing dietro i nostri marchi miliardari”.”Questi passi rafforzano la nostra fiducia che la crescita interna reale, la somma di volume e mix, diventerà positiva nella seconda metà dell’anno e diventerà nuovamente il principale motore della crescita in futuro”, ha aggiunto.Confermate le prospettive per l’intero anno 2023: crescita organica delle vendite tra il 7% e l’8% e margine di profitto operativo del trading sottostante tra il 17,0% e il 17,5%; inoltre, prevede che l’utile sottostante per azione in valuta costante aumenterà tra il 6% e il 10%. LEGGI TUTTO

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    Come cresce l’export agroalimentare italiano: la fotografia ISMEA

    (Teleborsa) – Numeri decisamente positivi per l’export agroalimentare italiano che è cresciuto del 7,6% all’anno negli ultimi 10 anni: un incremento medio annuo superiore a quello mondiale, pari al +5,6% nel decennio. E, per l’agroalimentare made in Italy, la quota di mercato è passata dal 2,8% del 2012 al 3,4% nel 2022.È la fotografia scattata dal rapporto sull’Agroalimentare italiano presentato oggi a Roma da Ismea. Il peso dell’export tricolore sulle spedizioni comunitarie si attesta al 10%, al pari di quello spagnolo, più contenuto di quello francese e tedesco. Ma in generale, e presso la quasi totalità dei principali paesi acquirenti, l’Italia ha migliorato il suo posizionamento competitivo. Nel triennio più recente, tra il 2019 e il 2022, le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate del 34%, superando il record di 60 miliardi di euro nel 2022 e, nello stesso periodo, le importazioni sono cresciute del 37%. La bilancia commerciale agroalimentare, aggiunge Ismea, è migliorata nel triennio, con il saldo in attivo nel 2020 e nel 2021; mentre nel 2022 il saldo è tornato in negativo, anche se di poco. Nel confronto con i partner europei, il settore agroalimentare tedesco è quello che mostra il maggior livello d’integrazione commerciale internazionale; la Francia, al contrario, è il paese più orientato al proprio mercato interno (vini a parte). LEGGI TUTTO

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    Commissione UE riduce limiti per nitriti e nitrati come additivi alimentari

    (Teleborsa) – Per garantire che gli alimenti sul mercato dell’UE siano il più sicuri possibile per i consumatori e proteggerli dalle sostanze cancerogene nell’ambito delle azioni previste dal Piano europeo di lotta contro il cancro, la Commissione europea sta fissando nuovi limiti per l’uso di nitriti e nitrati come additivi alimentari. Questi nuovi limiti significativamente ridotti proteggono dai batteri patogeni (ad esempio Listeria, Salmonella, Clostridia), oltre a ridurre l’esposizione alle nitrosammine, alcune delle quali sono cancerogene. Sulla base di una rigorosa valutazione scientifica dell’EFSA, i nuovi limiti sono stati approvati all’unanimità dagli Stati membri la primavera scorsa, si legge in una nota.”I nostri cittadini si aspettano la tranquillità che deriva da alimenti sicuri da mangiare, questa è sempre stata una pietra angolare del mio mandato – ha commentato la Commissaria Stella Kyriakides, responsabile per la Salute e la sicurezza alimentare – Oggi, fissando nuovi limiti per i nitriti e gli additivi nitrati negli alimenti, stiamo facendo un altro passo in questa direzione e realizzando un’altra importante azione nell’ambito del Piano europeo di lotta contro il cancro. Invito ora l’industria alimentare ad attuare rapidamente queste regole basate sulla scienza e, ove possibile, a ridurle ulteriormente per proteggere la salute dei cittadini”.(Foto: Louis Hansel on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Pnrr, UE: via libera a 910 milioni di aiuti all’Italia per sviluppo agroalimentare

    (Teleborsa) – È stato approvato dalla Commissione europea – ai sensi delle norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato – un regime italiano da 910 milioni di euro, finanziato in parte dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, per sostenere lo sviluppo agroindustriale. La misura – rileva l’esecutivo Ue in una nota – “contribuisce al conseguimento degli obiettivi della politica agricola comune promuovendo un settore agricolo intelligente, competitivo, resiliente e diversificato”. LEGGI TUTTO

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    BF, assembla approva delega a CdA per aumento di capitale da 300 milioni

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di BF, holding quotata su Euronext Milan e attiva nel settore agroindustriale, ha deliberato di conferire al consiglio di amministrazione delega ad aumentare il capitale sociale a titolo oneroso, in una o più volte, con eventuale articolazione in più tranche e in via scindibile, per un importo massimo complessivo (inclusivo di soprapprezzo) di 300 milioni di euro, mediante emissione di nuove azioni ordinarie, prive dell’indicazione del valore nominale, da offrire in opzione agli aventi diritto; la delega ha validità per un periodo di 5 anni a decorrere dalla data odierna.BF prevede che la delega possa essere esercitata, e l’aumento di capitale possa avere esecuzione, entro la fine del corrente esercizio, subordinatamente alla pubblicazione di un prospetto informativo di offerta e ammissione a quotazione, soggetto all’approvazione della CONSOB.L’assemblea degli azionisti ha anche approvato la proposta formulata dall’azionista Eni Natural Energies (titolare di una partecipazione pari al 5,315% del capitale), nominando Luigi Ciarrocchi alla carica di amministratore, a seguito di cooptazione.(Foto: Joao Marcelo on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    “Nuove Tradizioni”, Fini presenta le novità del 2023

    (Teleborsa) – Gruppo Fini – brand di pasta fresca con oltre 110 anni di storia che vanta nel suo pastificio in provincia di Modena una produzione di oltre 4 milioni di chilogrammi annui – annuncia le novità del 2023. “Il nostro obiettivo – spiega Luigi Famulari, Chief Marketing Officer del Gruppo Fini – è di portare nella vita di tutti i giorni il gusto dell’autenticità, che per noi vuol dire fare le cose fedeli all’originale, ricercando ciò che è più genuino e naturale possibile, per offrire il gusto vero e riconoscibile dei migliori ingredienti, secondo l’autentico saper fare emiliano che ci contraddistingue”.Al centro il lancio della nuova linea di pasta fresca ripiena “Nuove Tradizioni” pensata – sottolinea l’azienda in una nota – “per stimolare la curiosità del consumatore a tavola con sette ricette che prendono ispirazione dal patrimonio gastronomico regionale italiano”. LEGGI TUTTO

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    Dieta, prezzi proibitivi: versione light dei prodotti costa il 45% in più

    (Teleborsa) – Al rientro, tra i buoni propositi di molti italiani, ci sono le diete. Ma anche la scelta di mettersi in forma ha i suoi costi a partire dalle visite specialistiche. La prima visita dal nutrizionista costa 97 euro, i controlli 50. Per il dietologo si sale a 155 euro per la prima visita e a 65 per i controlli. Oltre a ciò, come è noto, se si sceglie di seguire una dieta sarà necessario acquistare prodotti specifici, o almeno ipocalorici. Prodotti sempre più diffusi e consumati, i cui prezzi sono schizzati alle stelle soprattutto negli ultimi anni. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha monitorato i prezzi dei prodotti light e di quelli proteici, per coloro che seguono diete low carb, rilevando costi estremamente elevati. Mediamente, su un paniere di 20 prodotti, – rileva l’indagine – la versione light costa il 45% in più rispetto alla versione ordinaria, i prodotti proteici costano, invece, il 164% in più rispetto alla versione normale.Prezzi che riguardano prodotti che si stanno affacciando sempre più al largo consumo e che, non sempre, trovano motivazioni realistiche per un divario così elevato rispetto alla versione classica. Spesso questi prodotti sono confezionati in formati più piccoli, per rendere più accessibile l’acquisto e meno evidente il divario, ma rapportando i prezzi alle medesime quantità la differenza appare evidente.(Foto: Louis Hansel on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Giansanti: “Surplus agro-industriale positivo per 7,5%”

    (Teleborsa) – “È evidente che gli effetti del cambiamento climatico sono davanti a tutti noi. Alla luce di quello che dice il ministro Giorgetti (ossia che la manovra economica sarà complicata e non si potrà fare tutto ndr) io ho un pò le mani legate perché avrei tanto da chiedere al Governo. In un mercato così difficile, noi oggi abbiamo un settore primario condizionato dalla speculazione e dalla necessità del Governo di far scendere i prezzi al consumo”. È quanto ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo al Meeting di Rimini. “Riteniamo – ha aggiunto – che il modello francese, basato su come si va a formare il prezzo della filiera industria basato su come si va a formare il prezzo della filiera industriale, sia il modello giusto. So a quanto vendo il mio latte. Quando uno va a comprare il latte non lo compra per il cartone ma per il latte dentro, quindi devo capire se il valore del latte vale il 25% del prezzo alla vendita, il rimanente 75% è tra cartone, pubblicità e tutti quelli che sono i passaggi a valle dei margini di guadagno. Una legge come quella francese – ha concluso – che permette di stabilire quali sono e come si stabilisce il margine all’interno della filiera industriale sarebbe opportuna. Poi ci sono altre misure, come quella voluta dal ministro Lollobrigida insieme al ministro Giorgetti, quella della card che a mio avviso va rilanciata per l’anno prossimo, mettendo al centro i prodotti dell’agricoltura che sono direttamente sul banco della grande distribuzione, quindi ortofrutticoli e carni. Ma, soprattutto, chiediamo al governo un costo del lavoro più basso perché dove i margini sono strettissima la differenza la si fa sui costi”.”Mentre tutto va male, il sistema agro-industriale del Paese, negli ultimi anni, è invece andato molto bene. Il surplus commerciale oggi è positivo per 7,5 miliardi e quindi, se ripensiamo al 2015, l’anno di Expo, eravamo con una bilancia commerciale negativa e con un valore dell’export di 28 miliardi, oggi siamo a 62 miliardi e con una bilancia commerciale positiva di 7,5 miliardi” ha detto Giansanti a margine del Meeting di Rimini. “E, soprattutto – ha aggiunto – con un dato molto interessante che è quello delle esportazioni nei Paesi extra-Ue. Mentre la Francia è scesa dal 19% al 17% l’Italia è aumentata, nello stesso periodo del 12%. Questo sta a significare che i nostri prodotti sui mercati internazionali performano e performano bene. In dieci anni dal 2013 al 2022”. Giansanti ha poi posto l’accento sui danni relativi all’alluvione in Emilia-Romagna. “Ci troviamo di fronte a qualcosa di storico negativo, perché i danni sono stati incalcolabili. Si stima una variabile tra un miliardo e mezzo e 2 miliardi per ora stimati da aziende agricole. Abbiamo avuto una serie di incontri anche nelle settimane scorso col governo. Mi auguro e spero che rispetto a quanto definito col governo si passi adesso alla perimetrazione e definizione delle aree colpite dai danni e che nel minor tempo possibile possano arrivare i ristori – ha detto il presidente di Confagricoltura – Mi dice, il governo, che entro autunno questi ristori arriveranno. Aspettiamo fiduciosi e sono convinto che le promesse seguono i fatti, perché se ciò non dovesse avvenire non c’è solo un problema di danno nell’anno in corso, ma anche di continuità aziendale perché se non ho le risorse per poter far fronte alle necessità per l’anno prossimo mi troverei in difficoltà e perderei due anni. L’importante non farsi tirare per la giacca da nessuno, perché le cose vanno fatte bene perché le imprese non possono aspettare e non possono essere tirate per la giacca. Vedo che c’è molta polemica da una parte e dall’altra, noi siamo imprenditori. Noi vogliamo parlare con governo nazionale, regionale, ognuno che ha responsabilità deve far fronte alle proprie responsabilità”. Sul fronte del salario minimo, per il presidente di Confagricoltura, la centralità va data alla contrattazione. “Io credo nel contratto che firmiamo con i sindacati – ha commentato Giansanti –. Nel momento in cui viene stabilita una tariffa oraria con i rappresentanti dei lavoratori, ritengo che quella tariffa prevista sia equa. L’elemento su cui bisogna continuare a lavorare è la centralità dei contratti di lavoro. Il problema sta nei contratti ‘pirata’. Anche in agricoltura – ha spiegato – noi abbiamo una serie di soggetti che si presentano alle porte delle aziende, che non sono necessariamente ‘caporali’ visto che si sono dati una veste giuridica e fanno anche la fattura, che offrono proposte estremamente vantaggiose, che vanno a destrutturare la contrattazione tra le associazione che rappresentano le imprese e i sindacati che rappresentano i lavoratori. È evidente che la centralità deve essere all’interno del contratto e soprattutto nella possibilità di costruire un modello in cui alla domanda corrisponda l’offerta, mentre oggi purtroppo a domanda non sempre corrisponde un’offerta ed è quello lo spazio in cui spesso si incunea quel mondo grigio con contratti che non richiamano né i contratti dell’agricoltura né i contratti del commercio e che rischiano di destrutturare il sistema, creando condizioni di disparità sia fra i lavoratori che fra le stesse imprese: l’azienda che ha un costo del lavoro più basso – ha proseguito – risulta più competitiva rispetto a quella vicina che rispetta il contratto di lavoro con le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori. Definire un numero per il salario minimo non significa nulla perché a quel punto dovremmo indicare anche il salario massimo per definire tutti i livelli e le scalette: ecco perché la centralità va data alla contrattazione”. Infine, parlando di migranti, Giansanti ha affermato che “il modello dei flussi va migliorato”. “Certamente come dato positivo – ha detto – riscontriamo l’aumento del numero delle persone che sono state assegnate rispetto al governo precedente. È troppo lungo e complesso il modello con cui si regola l’ingresso. Primo perché c’è il click day, quindi troppo spesso la domanda di una azienda che ha bisogno viene scartata perché ci mette troppo a caricarla, poi i tempi per avere l’autorizzazione: noi generalmente facciamo la domanda un anno per l’altro mentre invece dovremmo fare la domanda per l’anno in corso. Poi c’è il tema della formazione che diventa fondamentale. Noi dobbiamo fare la formazione su questi operai direttamente nei loro paesi di origine”. LEGGI TUTTO